Magazine P&F Novembre 2022

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MAGAZINE Finanza & Progetti Pubblicazione mensile in formato digitale sul sito www.progettiefinanza.info Editore Payclick srl anno V •numero 52 • Novembre 2022 L’innovazione tecnologica che rispetta l’ambiente: il Green Engine Lab ® MAGAZINE Finanza & Progetti POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALEAUT. N°MIPA/CENTRO-SUD/191/2022 Asseverazioni: quello c’è da sapere
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AUTUNNO IN CRISI, LA RICETTA È NELLA RIGENERAZIONE

Di solito l’autunno è una stagione silente fatta di letarghi economici e piccoli cambiamenti ed invece questo mese ha visto sullo scenario globale una galoppante crisi che ha rafforzato la convinzione che il nostro Paese non tornerà più agli standard economici pre covid e pre guerra. Un dato di fatto confermato da una inflazione che corre come un treno senza stazioni intermedie e che vede quel paniere sempre più vuoto o inaccessibile a molti. Sono però questi momenti a cambiare il destino di un Paese e non sempre in peggio. Da questa situazione possiamo trarne il meglio mettendo in campo un modello Italia, capace anche questa volta di trovare una giusta ricetta al momento di recessione per poter gettare nuovi basi per nuove economie. Siamo il Paese dove costa tutto di più, ma siamo anche il maggior produttore di creatività, design e innovazione tecnologica. Su queste colonne possiamo scommettere anche se il domani è incerto. Lo dobbiamo fare per dare un colpo di rinnovamento alla penisola, arrugginita da una burocrazia asfissiante e ossidata da sistemi di potere particolarmente viziosi. Una delle strade maestre è senza dubbio cercare fonti alternative all’approvvigionamento energetico. Il dipendere da altre nazioni ci porta a dover fare i conti giorno per giorno con ricatti e balzelli che frenano ogni idea di sviluppo. Possiamo farlo iniziando a trovare valide alternative alle fonti energetiche tradizionali. Un rinnovamento del nostro Paese può che può partire dalle azioni quotidiane di ognuno di noi e che vede nella rigenerazione energetica la possibile ricetta alla galoppante crisi. In questi giorni di intensa attività economica, infatti, un argomento rilevante è la rigenerazione energetica. La rete di energia e l’infrastruttura italiana si stanno evolvendo per soddisfare le esigenze delle nuove generazioni in termini di efficienza, convenienza ed ecologia. Ecco perché diventa sempre più importante discutere il ruolo che l’Italia può svolgere nella rigenerazione energetica. La Rigenerazione Energetica è la chiave per lo sviluppo dell’Italia, rinnovando l’attuale infrastruttura energetica a supporto di tecnologie innovative quali fonti rinnovabili, ma anche l’adeguamento delle nostre abitazioni ai nuovi standard a vantaggio sullo sviluppo socio-economico nel nostro Paese e anche delle tasche delle nostre famiglie senza tralasciare i benefici che ricadono sull’ambiente in termini di contrasto all’inquinamento e salvaguardia delle risorse.

OTTOBRE 2022 MAGAZINE
EDITORIALE
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Asseverazione e Visto di Conformità: istruzioni per l’uso

BONUS EDILIZIA, LE NOVITA’ IN VISTA DEL PROSSIMO ANNO PROROGATO

IL SISMABONUS

24 Spesa in Istruzione quello che c’èi n bilancio
GREEN ENGINE LAB: L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA CHE RISPETTA L’AMBIENTE Novembre 2022 SOMMARIO MAGAZINE 26 14 18 MAGAZINE Finanza & Progetti anno V •numero 52 •Novembre 2022 •
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ATI, ASSOCIAZIONE TERMOTECNICA ecco l’innovativo laboratorio green nel nome delle sinergie biocentriche

«Le energie rinnovabili sono la nostra ancora di salvezza: non sono alternative, ma si dimostrano ingegneristicamente pronte» dice Riccardo Amirante, Professore di Macchine a Fluido del Politecnico di Bari e Presidente del Comitato Scientifico del Congresso ATI

La Puglia sta diventando un fervente laboratorio nel quale si creano network tra Enti e Istituti di Ricerca, per promuovere la sostenibilità e la tutela ambientale e climatica, mettendo in mettendo in pratica le sfide dei nuovi modelli energetici, che hanno come imprescindibile driver il monito dei padri costituenti. Con questa ferma convinzione, e con la speranza che la certezza di nuove sinergie possibili può infondere nell’animo aperto al confronto, gli esperti di ATI, Associazione Termotecnica Italiana, all’indomani del loro 77° Congresso Nazionale, che si è tenuto a Bari, sono tornati a casa arricchiti e ben disposti verso le sfide che il futuro presenterà. Guardare al futuro in chiave green da

oggi non è più un mero auspicio, quindi, ma diventa concreto indirizzo verso il quale il mondo dell’Ingegneria tutta deve tendere per attuare un modello di efficacia e rigenerazione del quale ora più che mai si avverte l’esigenza.

Il tema del Congresso, organizzato da ATI in collaborazione con il Politecnico di Bari, l’Università del Salento, la Regione Puglia e l’ ARTI, Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, è stato di emblematica attualità: “La Sfida per il Nuovo Modello Energetico Nazionale tra Decarbonizzazione, Comunità Energetiche e Diversificazione delle Fonti di Energia” e ha voluto sottolineare la grande rilevanza sociale e economica del tema dell’energia.

“Nel febbraio 2022 la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il di-

segno di legge di riforma costituzionale che introduce importanti modifiche agli art. 9 e 41 della Costituzione Italiana.”, sottolineano Riccardo Amirante e Antonio Ficarella, rispettivamente Presidente del Comitato Scientifico del Congresso e Presidente ATI Puglia e Basilicata: “Abbiamo assistito a un cambio radicale di paradigma, passando da un modello antropocentrico a un modello biocentrico, che mette al centro il pianeta e la vita, non più l’uomo. Ci si è allontanati da una visione culturale centrata sull’uomo, per andare verso una prospettiva “biocentrica”: l’essere umano non è più il vertice della creazione ma soltanto una delle tante specie che abitano il pianeta. L’ideologia green, che nulla ha a che spartire con l’ecologia “umana” alla quale eravamo

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MARIA PIA ROMANO

avvezzi, entra così al livello più alto della legislazione italiana e l’ingegneria deve necessariamente tenerne conto.

E, a giudicare dall’entusiasmo e dalla partecipazione dei Colleghi intervenuti al Congresso, siamo certi che lo farà con autentico e sentito slancio.”

Svariati sono stati i temi affrontati nelle varie sessioni del 77° Congresso TI: energy storage systems; hydrogen and new fuels; sustainable energy generation systems; turbomachines; hydraulics, pneumatics and drive systems; propulsion systems and sustainable mobility; smart energy systems and smart grid; refrigeration, heat pumps and energy and systems for IAQ; energy efficiency and dynamic simulation in buildings; efficiency in energy use and application processes in the circular

economy; innovation in heat transfer issues, ma anche energia e agricoltura, comunità ed efficienza energetica, decarbonizzazione dei grandi impianti industriali, evidenziando un nuovo e più profondo approccio ai temi della ricerca sull’energia, che comprende in maniera significativa le questioni delle ricadute sociali e economiche.

Agli esperti di ATI preme sottolineare il contrasto stridente che stiamo vivendo: “Siamo in un periodo storico caratterizzato da una grande attenzione ai temi della sostenibilità, dei cambiamenti climatici, della sicurezza dei sistemi energetici, con una disponibilità di risorse, per attività di ricerca industriale e di sviluppo, che sono del tutto eccezionali. Allo stesso tempo, però, oggi stiamo subendo i drammatici effetti di quel-

la che è ora una crisi climatica senza precedenti. Non ha più senso parlare di cambiamento climatico: accogliamo quindi la proposta di The Guardian e chiamiamo le cose col loro nome. Non siamo in fase di cambiamento, ma di crisi e, se maggiore è l’attenzione che la scienza riserva all’ambiente, inquietanti e incredibili sono i danni a cui stiamo assistendo, giorno dopo giorno.”.

Il mantra di Greta non vale più: i giovani non devono dire “ci avete rovinato il futuro”, ma devono urlare “ci state rovinando il presente”. E l’ingegneria non può che prendere dolorosamente atto di tutto ciò e agire di conseguenza. Basti pensare al terzo comma, aggiunto all’Articolo 9 della Costituzione “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future

generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Un ulteriore elemento che ha caratterizzato il Congresso è stata la partecipazione e l’attenzione non solo del mondo della ricerca, ma anche di quello della politica e dell’industria. “Questo è un segnale molto importante, che deve essere colto nella sua interezza e nelle sue grandi potenzialità: in un Paese dove negli anni passati vi sono state incomprensioni tra il mondo accademico e il mondo industriale, adesso si riscopre la necessità di fare sistema, dando vita ad un dialogo ampio e costruttivo, che, anche se appare non immediato e a tratti difficile, sicuramente nel tempo potrà rivelarsi strategico perché metterà in relazione tutti gli attori socio-economici del Paese. – spiegano Amirante e Ficarella, che sottolineano: - Si è voluto dare un titolo particolare all’evento inaugurale: “Il Sistema Paese per l’Energia tra Decarbonizzazione dei Grandi Impianti Industriali, Smart Energy Communities, Sostenibilità e Sicurezza delle Fonti di Energia”. Temi fondamentali, questi richiamati nell’evento inaugurale, che riguardano innanzitutto la decarbonizzazione dei grandi impianti industriali, ovvero quelli che hanno fatto la storia industriale e economica del nostro Paese, rendendolo uno delle manifatture industriali più avanzate e innovative del Mondo. Basti pensare che proprio negli ultimi tempi si sta tornando a riflettere sulla economia manufatturiera, ovviamente sostenibile e digitalizzata, tornando indietro rispetto al credo economico che vedeva solo il terzo settore e le attività immateriali come il futuro del Mondo. E ancora poi il tema delle Smart Communities: un nuovo modello di società sostenibile, dove le nuove tecnologie energetiche e le nuove tecnologie digitali

consentano di traguardare le questioni relative alla sostenibilità, alla resilienza e alla sicurezza energetica delle nostre comunità.”

Su questi nodi cruciali, di assoluta rilevanza strategica, è in gioco il nostro futuro, non solo energetico e ambientale. “Con questa consapevolezza, all’indomani del focus group che ci ha visti impegnati a Bari, intendiamo rilanciare nuove sfide e nuove occasioni di confronto, cogliendo un’opportunità importante che viene dal modello biocentrico, con la vita al centro: questa filosofia, da oggi in poi, deve ispirare anche la progettazione nell’ambito dei sistemi energetici. – dicono da ATI- Dobbiamo comprendere che le modifiche introdotte nella Costituzione sono in linea con la normativa europea: la Carta di Nizza, che rappresenta la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, stabilisce infatti nell’articolo 37 che “Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile”. E anche con l’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo sostenibile, di cui le questioni “ambientali” costituiscono il pilastro principale. Non siamo più negli anni ’70, ora le energie rinnovabili sono la nostra ancora di salvezza: non sono più “alternative” ma sono energie che provengono da tecnologie mature, ingegneristicamente pronte.”.

Il Congresso ATI ha fatto maturare la consapevolezza che solo dall’innovazione green può venire l’unico futuro possibile. Sarà importante insistere su questi temi e dirlo anche ai non addetti ai lavori, avendo cura di scegliere un linguaggio comprensibile, certi che sia l’unica strada per la crescita comune.

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sia per la predisposizione sia per la revisione del Piano Economico e Finanziario

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ASSEVERAS qualità, competitività e professionalità nel mondo delle asseverazioni

Le percentuali di pratiche di bonus che non vengono evase per colpa di cavilli burocratici sono veramente imponenti. C’è un buon 26% delle richieste per gli incentivi che trovano come ostacolo la non completezza delle informazioni richieste dalla procedura. In questo ambito è quindi fondamentale affiancarsi a esperti del settore capaci di portare a termine senza intoppi anche i più complicati cavilli burocratici. Nel panorama professionale c’è una delle aziende leader nel settore che vanta esperienze di alto livello e che da sempre mette in campo le migliori menti e professionalità al servizio del mondo del lavoro. Stiamo parlando di Asseveras srl, una società italiana iscritta nell’elenco delle società di revisione ai sensi dell’art. 1 legge 1966/1939, specializzata nel rilascio di asseverazioni di piani economici in Project Financing in tutta Italia, in grado di supportare le aziende nei bandi di gara in project financing. Un vero faro nel caotico mondo delle asseverazioni, obbligatorie ma nello stesso tempo sempre vincolate a continui

aggiornamenti non sempre comprensibili. A garantire un alto livello di professionalità è anche il partenariato in essere con uno dei pilastri del settore, infatti, Asseveras è partner dell’unica società finanziaria in Italia abilitata al rilascio di Dichiarazioni di Preliminare Coinvolgimento per partecipazione a bandi di gara in project financing. Qualità, competitività e professionalità sono i punti cardine di Asseveras, orientata al cliente, attenta a recepire tutte le sue richieste e a trovare la giusta soluzione mettendo in campo esperienza e competenza. In tempi brevi la società è in grado di rilasciare, in tutta Italia, asseverazioni PEF, asseverazioni di business plan ed in generale per project financing. Un’equipe solida che riesce intervenire anche per asseverazioni di business plan, asseverazioni PEF (piano economico-finanziario), asseverazioni per bandi di gara per illuminazione pubblica, energie rinnovabili, infrastrutture. Nell’orbita delle asseverazioni l’azienda ha grandi professionalità anche per Fideiussioni e cauzioni per project financing,

UN VERO FARO NEL CAOTICO MONDO DELLE ASSEVERAZIONI
È partner dell’unica società finanziaria in Italia abilitata al rilascio di Dichiarazioni di Preliminare Coinvolgimento per partecipazione a bandi di gara in project financing

poiché grazie a compagnie assicurative partner Asseveras fornisce, per partecipazioni a bandi di gara in project financing, cauzioni provvisorie e definitive, fideiussioni generiche a favore di enti pubblici. Un impegno a tutto tondo al servizio delle aziende e dei privati. Oggi è fondamentale poter far leva su chi ha le competenze per poter dare la giusta risposta alle varie richieste, basti pensare che per poter fruire del Superbonus occorre l’asseverazione del rispetto dei requisiti da parte del tecnico abilitato e che molte delle volte piccoli errori mandano in fumo progetti in maniera irrimediabile. Tra i servizi messi in campo da Asseveras ci sono oltre le Asseverazione di Business Plan, Asseverazione PEF e Asseverazione Project Financing anche Fideiussioni e cauzioni, Revisione di bilancio, Consulenza del lavoro e Consulenza tributaria. Su quest’ultima specifica voce oggi è veramente difficile poter districarsi nel labirinto della macchina tributaria accostata ai bonus e agli incentivi. Cassetto fiscale, detrazioni, fideiussioni sono per molti un

campo minato dove difficile muoversi anche per via dei repentini cambiamenti normativi che nel giro di qualche mese hanno visto le norme relative ai bonus mutare radicalmente anche più volte al mese. In questo ginepraio, stare al passo con i cambiamenti, molto spesso significa dover dedicare tutto il tempo della propria professione tralasciando altri aspetti importanti, oppure affidarsi a professionisti esterni come Asseveras che in questo mondo ci lavorano con abnegazione e professionalità da tempo, aggiornandosi non solo sulle modifiche normative ma intercettando anche eventuali soluzioni che molto spesso non sono di facile individuazione. Asseveras inoltre è un’azienda che nasce nel Mezzogiorno dell’Italia, a Foggia, dove ha accumulato un bagaglio esperienziale notevole affermandosi anche in realtà importanti economicamente, come nelle regioni del nord, ottenendo l’apprezzamento di grandi aziende del settore e di professionisti che in questo momento hanno trovato in Asseveras un valido partner.

REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA

ASSEVERAZIONE E VISTO DI CONFORMITÀ: ISTRUZIONI PER L’USO

L’Asseverazione è un documento tecnico che solo un professionista tecnico abilitato, come un Geometra o un Architetto o un Ingegnere, può rilasciare. Il documento serve ad attestare la sussistenza di tutti i requisiti tecnici necessari per poter fruire dei bonus edilizi.

Nel caso di Superbonus 110, all’Asseverazione di cui sopra, è necessario affiancare anche l’Asseverazione di congruità delle spese sostenute. Quest’ultima prevede di riferirsi a: prezzari delle Regioni o delle Province Autonome; prezzario DEI – Tipografia del Genio Civile; i cosiddetti “listini ufficiali” delle Camere di Commercio.

In mancanza di dati sufficientemente circostanziati si fa riferimento alla situazione progettuale, effettuando un’analisi dei prezzi correnti di mercato.

Il Visto di Conformità è invece un documento economico, rilasciato da un professionista commercialista, tributarista, fiscalista abilitato. Per intenderci lo rilascia il Consulente del Lavoro, o il CAF o il Commercialista. Il Visto di conformità serve ad attestare la sussistenza dei presupposti di diritto, in esito alla possibilità di fruire dei bonus edilizi per i quali tale certificazione è obbligatoria.

Con il decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157, recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”, di seguito “Decreto anti-frodi”, sono state introdotte nuove misure urgenti per contrastare i comportamenti fraudolenti e rafforzare le misure che presidiano le modalità di fruizione di determinati crediti d’imposta e detrazioni. La successiva Legge di Bilancio 2022 (legge nr. 234/2021) ha poi inglobato (e armonizzato convertendole in legge dello Stato) le norme inizialmente introdotte dal Decreto anti-frodi, disponendo al contempo che rimangano validi gli atti e i provvedimenti adottati e siano fatti salvi gli effetti e i rapporti giuridici dispiegatisi in tempo di sua vigenza. La Manovra 2022 ha quindi disposto l’abrogazione del Decreto anti-frodi, con salvezza dei suoi effetti avendone inglobato e in parte modificato le sue disposizioni.

L’articolo 1 del Decreto anti-frodi ha modificato, quindi, la disciplina dettata dagli articoli 119 e 121 del Decreto rilancio (il DL 34/2020, convertito con la legge 77/2020). In particolare, sono stati introdotti nuovi obblighi circa l’apposizione del visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti

FOCUS
Cosa sono, chi può rilasciarle e quando è necessario presentarle. Sono detraibili le spese sostenute per esse sia in caso di Superbonus 110% che per i bonus ordinari
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che danno diritto alla detrazione d’imposta e dell’asseverazione in relazione alla valutazione della congruità dei costi sostenuti sia per il Superbonus, sia per gli altri interventi elencati nel citato articolo 121, comma 2, del Decreto rilancio (ovvero i cd. Bonus diversi dal Superbonus, come Bonus Facciate, Bonus Ristrutturazione, Ecobonus e Sismabonus nelle aliquote ordinarie inferiori).

Dunque le due più recenti novità sul tema sono: il Decreto Antifrodi (D.L. 157/2021), con il quale diventa obbligatorio il rilascio del Visto di Conformità e dell’Asseverazione di congruità delle spese in caso di cessione del credito o sconto in fattura anche per tutti gli altri bonus edilizi diversi dal Superbonus 110; e la Legge di Bilancio 2022 (L. 30 Dicembre 2021, n. 234) che ha invece introdotto alcune nuove disposizioni ai fini della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Non sono più richieste l’Asseverazione di congruità delle spese e l’emissione del Visto di Conformità per tutti quegli interventi che rientrano nell’ambito dell’edilizia libera e presentano lavori di importo fino a 10.000 €.

Fanno eccezione i lavori le cui spese sono oggetto di bonus facciate: anche se realizzati in edilizia libera sono necessari l’asseverazione ed il visto di conformità.

Soffermiamoci sul limite di € 10.000. È interessante notare che questo importo si intenda come un “limite assoluto”. Vale a dire che è comprensivo di IVA nonché di tutte le voci detraibili nell’ambito del medesimo intervento. Sono quindi da includersi anche le spese per le (eventuali) prestazioni professionali.

Asseverazione e Visto di Conformità: sono detraibili: infatti tra le spese detraibili rientrano certamente pure quelle sostenute per ottenere il rilascio del Visto di Conformità e dell’Asseverazione di congruità delle spese sostenute. Questo vale solo nei casi in cui le suddette certificazioni fossero chiaramente rese necessarie.

Prendendo come riferimento il glossario contenente l’elenco non esaustivo delle principali opere edilizie realizzabili in regime di attività edilizia libera, disposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, possiamo dire che rientrano nelle attività di edilizia libera per cui non sono richiesti Visti o Asseverazioni, i seguenti interventi: manutenzione ordinaria; installazione di pannelli FV; finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche (che non implichino la realizzazione di ascensori esterni); messa a norma degli impianti tecnologici; sostituzione degli infissi.

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BONUS EDILIZIA, LE NOVITA’ IN VISTA DEL PROSSIMO ANNO

PROROGATO IL

SISMABONUS

C’è tempo fino al 2024 per approfittare delle misure per ridurre il rischio sismico Cambiano le regole per gli acquisti di immobili abbattuti e ricostruiti

FOCUS Finanza&Progetti 18 WWW.PROGETTIEFINANZA.INFO

Gli ultimi avvenimenti tellurici delle Marche hanno riacceso l’attenzione sul rischio sismico. Non accenna a fermarsi infatti lo sciame sismico del Mare Adriatico, i terremoti continuano a farsi sentire distintamente in tutta la regione provocando preoccupazione soprattutto tra chi sa di occupare abitazioni che non sono state interessate da moderni adeguamenti antisismici. Se al momento sotto la lente di osservazione ci sono le Marche, il problema riguarda l’intera penisola costellata da zone a rischio sismico elevato. Una condizione che ha convinto la politica a ritornare sugli investimenti rivolti al patrimonio edilizio esistente attraverso la proroga dei bonus sull’edilizia.

BONUS EDILIZIA, RESTA IL SISMA BONUS

Tra le agevolazioni fiscali riguardanti le opere edilizie il Governo ha prorogato anche il Sismabonus. Si tratta di una misura che riguarda i lavori antisismici, realizzati sia sugli immobili di tipo abitativo che su quelli utilizzati per attività produttive. Obiettivo della misura è incentivare la sistemazione e la messa in sicurezza degli edifici, per migliorarne la struttura contro il rischio sismico. Motivo per cui le opere devono essere realizzate su edifici che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità dalle zone 1 e 2 fino alla zona 3. I destinatari della detrazione risultano essere sia i soggetti passivi Irpef, in altre parole le persone fisiche, sia i soggetti passivi Ires vale a dire le imprese che sostengono le spese per gli interventi agevolabili, a condizione che possiedano o detengano l’immobile in base a un titolo idoneo e che le spese siano rimaste a loro carico.

LA PROROGA

E GLI INTERVENTI AMMESSI

La buona notizia è che l’incentivo è stato prorogato fino 31 dicembre 2024 dalla Legge di Bilancio 2022 che ha concesso così la possibilità di accedere al bonus con detrazioni dal 50% all’80%, fino a raggiungere l’85% in caso di miglioramento di due classi sismiche nell’edificio eseguito da condomini. Le spese sostenute per interventi riguardanti misure antisismiche hanno diritto ad una detrazione del 50%. La detrazione va calcolata su un ammontare complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno e deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo, nell’anno in cui sono state sostenute le spese e in quelli successivi.

Si può usufruire di una maggiore detrazione se gli interventi riducono sensibilmente il rischio sismico. Nello specifico gli interventi possono riguardare adozione di misure antisismiche con una detrazione pari al 50%, interventi di natura antisismica che consentono il passaggio a una classe di rischio sismico inferiore con una detrazione prevista del 70% fino agli interventi antisismici che consentono il passaggio a ben due classi inferiori di rischio per cui è prevista una detrazione pari all’80%.

Il discorso resta interessante anche per gli interventi antisismici effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali. Su questi ultimi interventi, infatti, sono previsti detrazioni più elevate se, a seguito della loro realizzazione, si è ottenuta una riduzione del rischio sismico per l’intero stabile. Nel caso in cui gli interventi antisismici siano combinati a interventi di riqualificazione energetica che interessino

almeno il 25% della superficie disperdente dell’edificio, sono riconosciute ulteriori premialità. In questi casi la spesa massima su cui calcolare la detrazione è di 136.000 € da moltiplicare per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio e da ripartire in dieci quote annuali.

SISMABONUS ACQUISTI, CAMBIO DI ROTTA

Scade invece il cosiddetto Sismabonus acquisti. Nel caso di acquisto di immobile acquistato da impresa, demolito e poi ricostruito, fino ad ora era presente l’agevolazione al 110 per cento, che resterà valida però solo per i rogiti stipulati entro il 31 dicembre 2022 e a date condizioni: sarà ad esempio necessario aver stipulato il preliminare di vendita entro il 30 giugno 2022 e aver versato degli acconti con sconto in fattura. Dal 1 gennaio 2023 la detrazione scenderà al 75-85 per cento.

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Finanza

Mutuo casa, passaggio dal tasso variabile al fisso: le novità 2023

La Manovra 2023 porterà qualche novità positiva per i titolari di mutui casa, che potranno rinegoziare il tasso da variabile a fisso a condizioni agevolate, grazie ad un emendamento inserito dal governo per neutralizzare l’impatto dei tassi crescenti. L’emendamento i questione richiama una disposizione del 2011 (dl 70/2011) che viene riproposta solo per alcune categorie di contraenti a basso reddito. Torna, infatti, con il maxi-emendamento del Governo alla manovra la norma che permette ai mutui di passare da tasso variabile a tasso fisso. È la riproposizione di una norma in vigore del 2011: allora, il meccanismo di calcolo consentiva la conversione in un tasso fisso molto vantaggioso, ma non si sa se nel 2023 le regole saranno le stesse o subiranno qualche adattamento.

La norma consente a coloro che hanno ISEE fino a 35mila euro di poter rinegoziare il mutuo da tasso variabile a fisso a certe condizioni predeterminate ed agevolate.

La banca dovrà consentire il passaggio del tasso da varia-

bile a fisso, anche se non ci sono clausole che lo prevedano, e dovrà applicare il tasso minore tra i seguenti due: Eurirs in euro a 10 anni ed Eurirs pari alla durata residua del mutuo.

Le novità introdotta nella Manovra rappresenta una sorta di scudo per le famiglie che hanno contratto un mutuo e che potrebbero ritrovarsi impossibilitate a pagare le rate sempre più alte indotte dall’aumento dei tassi di interesse. Questa norma ha infatti l’obiettivo di disinnescare i ripetuti aumenti dei tassi d’interesse che saranno annunciati dalla BCE.

Torna dunque la possibilità di passare dal mutuo a tasso variabile a quello a tasso fisso, senza la necessità di cambiare istituto di credito grazie al governo che ha infatti “rimesso in vita” quella norma del 2011. Pertanto, chi lo vorrà, potrà passare dal mutuo a tasso variabile a quello fisso per proteggersi dal rialzo dei tassi. Con la banca che, in presenza dei requisiti, non potrà che accettare.

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Nel testo del DDL di Bilancio 2023, approvato dalla Camera, c’è una misura per passare dal tasso variabile al tasso fisso per i mutui ipotecari

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Destinatari azioni formative: lavoratori dipendenti appartenenti a tutti gli inquadramenti contrattuali o in somministrazione per i quali è ridotto l’orario di lavoro a fronte della partecipazione a percorsi di sviluppo delle competenze, previsti dall’accordo collettivo. I lavoratori in cassa integrazione o percettori di TIS in deroga non possono essere interessati contemporaneamente dalla Cassa o dal TIS e dal Fondo partecipando alle attività formative. Devono aver terminato il periodo di cassa integrazione anche il giorno prima e poi accedere ai percorsi formativi.

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Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 sarà possibile, per chi ha già un mutuo in corso per un importo non superiore a 200mila euro, ottenere la rinegoziazione del mutuo. Ci sono altre due condizioni da rispettare per poter usufruire di questa opzione: il mutuatario abbia un Isee non superiore ai 35mila euro; lo stesso non abbia fin qui registrato ritardi nel pagamento delle rate del mutuo. Come riferimento per il tasso fisso si considera come benchmark l’Irs pari alla durata residua del mutuo: così se ho pagato dieci anni dei trenta da contratto, va considerato l’Irs a 20 anni. Questo dato si mette a paragone con il tasso a dieci anni e prevale quello più basso. Questo benchmark va poi sommato allo spread che era previsto dal contratto di mutuo variabile e si determina il nuovo tasso fisso. La norma prevede anche che banca e mutuatario possano allungare il piano di rimborso del mutuo – ad esempio per fronteggiare eventuali difficoltà per il mutuatario, come quelle dovute al picco dell’inflazione - per un periodo massimo di cinque anni, purché non si superino complessivamente i 25 anni di durata residua del mutuo. Al momento non esiste ancora un formulario, che verosimilmente verrà messo a punto dalle banche subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio. Intanto è possibile contattare la banca, magari approfittando anche delle fe-

rie durante la settimana di fine anno, per chiedere l’importo e la durata residua, in modo da cominciare a farsi un’idea.

A novembre vi è stata una ripresa delle richieste di mutui a tasso fisso dopo una breve parentesi di ritorno del variabile, con la prima categoria che ha coperto il 53,4% delle domande totali, relegando la seconda al 28,2%. A seguire, con un’incidenza molto limitata, il mutuo a tasso variabile con Cap (che copre il 17,4% delle richieste) e il misto (appena 0,9% del totale).

Con la Bce che ha annunciato di voler proseguire nella stretta sui tassi, fino a che l’inflazione non sarà tornata in prossimità del 2% (in sostanza un quinto di oggi), sempre più italiani percorrono la strada del mutuo surroga. Queste ultime si differenziano dall’emendamento appena approvato, dato che quest’ultimo riguarda il passaggio da un mutuo all’altro, restando sempre con la stessa banca. Tornando alle surroghe, a novembre sono arrivate al 32,5% di tutti i mutui richiesti da meno del 20% nel terzo trimestre. Un balzo in avanti che appare motivato proprio dal restringimento dello spread variabile e fisso, oltre che dalla già citata consapevolezza che il primo crescerà ancora a fronte di nuovi rialzi (quasi certi) da parte della Bce nei mesi a venire.

Cosa dice il decreto legge n. 70 del 2011

La norma citata è l’articolo 8 comma 6 della legge 106 del 2011, di conversione del decreto legge n. 70 del 2011, che però si applicava fino al 31 dicembre 2012.

I mutui ipotecari interessati erano quelli stipulati fino all’entrata in vigore della disposizione. Tale possibilità viene nuovamente introdotta anche per i mutui stipulati prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023.

I requisiti per avere accesso a tale norma sono gli stessi della precedente disposizione e riguardano sia il soggetto che stipula il mutuo con la banca, sia l’importo dello stesso.

In sintesi, le condizioni da rispettare sono le seguenti:

valore ISEE non superiore a 35.000 euro; importo del mutuo fino a 200.000 euro; regolarità nei pagamenti delle rate.

Risulta quindi importante non avere avuto ritardi nel pagamento delle rate del mutuo.

Per l’ufficialità si dovrà attendere il via libero definitivo del Senato, che dovrebbe arrivare nella giornata del 29 dicembre 2022.

Il mutuatario e il finanziatore possono rinegoziare il periodo prevedendo un allungamento fino a 5 anni, a patto che con l’aumento della durata il mutuo non diventi superiore a 25 anni.

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IL GREEN ENGINE LAB:

L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA CHE RISPETTA L’AMBIENTE

La tecnologia corre veloce ed è necessario non rallentare la corsa, eppure è fondamentale muovere passi ragionati che sappiano coniugare lo slancio innovativo con l’impellente necessità di salvare il pianeta in cui viviamo, che sta correndo seri pericoli. Il Green Engine Lab fa parte della Rete dei Laboratori Scientifici Pugliesi promossa dall’ ARTI, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione ed è situato all’interno del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’ Università del Salento, a Lecce.

Nel nome del Green Engine Lab sono racchiuse la missione e la sua vocazione: “Siamo ingegneri devoti alla tecnologia nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Con questa consapevolezza ferma nella mente, gli esperti del team sono costantemente in fermento per studiare soluzioni e sviluppare device innovativi con una particolare attenzione alle tematiche ambientali.”, spiega Antonio Ficarella, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione e Responsabile del Green Lab. Il ritardo sugli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, impone un radicale cambiamento del modo di concepire l’innovazione tecnologica. Gli obiettivi fissati per lo Sviluppo Sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dal-

le imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura. Gli ingegneri e gli scienziati sono in prima linea, quindi, per agire concretamente al fine di scongiurare gli effetti disastrosi che l’innalzamento della temperatura potrebbe portare nell’arco di brevissimo tempo, rendendo il nostro pianeta Terra un luogo inospitale sul quale la vita diventerebbe difficilissima, costringendo anche la popolazione di alcune zone a migrare verso territori meno ostili, con le conseguenze gravissime che si possono immaginare.

“Il Green Engine Research Network dell’Università del Salento si prefigge come obiettivo principale la realizzazione di una rete di laboratori che operino in sinergia per supportare le attività di ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per la combustione, la propulsione e i relativi materiali per alte temperature, con particolare attenzione alla riduzione degli impatti ambientali.” - spiega Ficarella, che sottolinea:

“Il Green Engine Lab fa parte di una Rete di laboratori scientifici delle Università della Regione Puglia. Le competenze sono diversificate e spaziano nei settori più ampi delle tecnologie innovative. Questa rete di laboratori è dedicata a supportare lo sviluppo industriale di diversi cluster tecnologici, come il Distretto Aerospaziale Pugliese.”.

Il Green Engine Research Network supporta lo sviluppo di attività di ricerca e nuove tecnologie nei seguenti settori: la Fluidodinamica applicata ai fenomeni di combustione,

LECCE UNA RETE
LABORATORI INGEGNERISTICI CHE CONIUGANO
MARIA
PIA ROMANO A
DI
L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA CON IL BASSO IMPATTO AMBIENTALE

la propulsione aerospaziale, il controllo del flusso attivo, il design industriale (Combustione e Propulsione Lab), il Laboratorio di Combustione e Propulsione fa parte del CREA (Centro Ricerche Energia e Ambiente) dell’Università del Salento; lo studio dei fenomeni di combustione nei motori (Internal Combustion Engines Lab), anche il Laboratorio Motori a Combustione Interna fa parte del CREA. Nel Green Engine Lab rientrano anche lo sviluppo di sensori e attuatori per il monitoraggio della combustione e della concentrazione delle emissioni inquinanti da integrare negli apparati avionici e per i controlli motore (laboratorio Sensori e MEMS); lo sviluppo di materiali ceramici resistenti alle alte temperature, per applicazioni motori e per applicazioni industriali più generali (Scienza dei Materiali e Laboratorio Tecnologico); la Caratterizzazione delle prestazioni di corrosione dei materiali metallici nei sistemi di combustione e propulsione (Applied Physical Chemistry Lab) e la caratterizzazione delle emissioni acustiche e delle problematiche strutturali in ambito aerospaziale (Aircraft Structures Lab). Considerata la vocazione del Green Lab, non poteva mancare la caratterizzazione delle emissioni inquinanti. Gruppi di esperti con pluriennale esperienza nel settore vengono costantemente affiancati da dottorandi, assegnisti di ricerca e anche laureandi, visto che le tematiche in gioco risultano particolarmente stimolanti e di grande interesse, oltre che di scottante attualità.

“Il Green Engine Lab è costantemente coinvolto in progetti di grande rilevanza strategica, a conferma della sua rilevanza sul territorio e, più in generale, nel panorama nazionale. - afferma con soddisfazione Antonio Ficarella, che spiega: Bisogna sottolineare che Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione è impegnato in una vasta gamma di partnership di ricerca con altre università, governo e industria in Italia e nell’Unione Europea e anche all’estero. Nel 2011 si è classificato al primo posto in Italia per i progetti di ricerca applicata finanziati dal settore. E oggi è sempre più forte l’integrazione sul territorio, grazie alla stretta sinergia con le eccellenze industriali pugliesi: si è cncretizzato un ventaglio di opportunità che valorizza i talenti e la ricerca. Il progetto, ad esempio, DEfI, An Integrated R&D infrastructures for Land and Air Sustainable Mobility, coinvolge il Grottaglie Airport Test Bed RPAS/UAV e i suoi servizi di sviluppo e il Nardò Technical Center Porsche Engineering. Le due infrastrutture presentano un elevato potenziale di integrazione tecnico-scientifica in un contesto universitario e industriale di alto livello: si punta ad strategia Drone 2.0 per l’Europa per favorire una mobilità sostenibile e intelligente. Partecipiamo ai Campionati Nazionali di Ricerca e Sviluppo, sia per il Centro per la Mobilità Sostenibile (CNMS) che per HPC, Big Data e Quantum Computing. Obiettivi ambiziosi, quindi, ai quali si mira con la consapevolezze del lavoro fatto e con la spinta del costante entusiasmo che ci anima.”.

SPESA IN ISTRUZIONEQUELLOCHEC’È IN BILANCIO

PIO SAVELLI

È stata approvata definitivamente al Senato – con il voto di fiducia – la nuova Legge di Bilancio, che punta a correggere i conti pubblici 2023 per circa 35 miliardi di euro totali. Ma quanti di questi sono stati investiti nell’ambito dell’Università e della Ricerca? I maggiori stanziamenti sono rappresentati da 500 milioni di euro in borse di studio per l’Università e 55 milioni di euro investiti nell’ambito della Ricerca. Inoltre, la legge di Bilancio per tentare di risolvere le problematiche legate a coloro che scelgono di trasferirsi dalla loro città di origine per studiare, ha stanziato 300 milioni di euro in residente universitarie (i fondi sono destinati solo ai fuori sede iscritti in atenei statali) e 4 milioni di euro di sostegno per contribuire al pagamento

dell’affitto ((i fondi sono destinati solo ai fuori sede iscritti in atenei statali). Per favorirne la specializzazione e la professionalizzazione sono stati stanziati 5 milioni di euro in borse di studio per studenti che scelgono l’ambito della Medicina generale. Per i più fragili sono stati stanziati 1 milione di euro per studenti di discipline artistiche e musicali (AFAM) con disabilità e 150 mila euro in borse di studio per orfani e figli di vittime del terrorismo o criminalità organizzata. “Si tratta di un piano che è un treno che passa una sola volta: sta a noi coglierne le opportunità e garantire continuità ai progetti andando oltre il 2026” ha dichiarato il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini

Il calo della spesa in istruzione in Ita-

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Con la nuova legge di bilancio il Governo ha investito in Università e Ricerca meno del 3% delle risorse.

lia seguì la recessione del 2008. Con la conseguente contrazione dei budget pubblici dedicati all’istruzione, una tendenza rilevata anche in altri paesi (Ocse, 2018).

Tale dinamica però, sul lungo periodo, ha contribuito ad allontanare il nostro paese dai maggiori stati Ue, in primo luogo Germania e Francia.

I dati di Eurostat parlano chiaro: l’Italia è il Paese europeo che, in percentuale rispetto alla propria spesa pubblica, investe meno in “educazione”, una categoria che comprende la scuola dell’obbligo, l’Università, servizi sussidiari all’educazione e altri tipi di formazione. L’Italia mediamente di solito destina l’8,0% della propria spesa pubblica in questo campo, posizionandosi all’ultimo posto del-

la classifica dopo la Grecia (8,3%). La media Europea è del 10,0%. Paesi come la Svizzera e l’Islanda doppiano le nostre cifre, assestandosi intorno al 16%. Altri grandi Paesi europei comparabili con l’Italia hanno tutti percentuali nettamente più alte: 9,6% la Germania e 9,5% la Francia. Nonostante un leggero miglioramento rispetto al passato in termini assoluti, l’aumento degli investimenti resta comunque troppo basso rispetto agli standard europei.

Non si tratta soltanto di una questione di quantità, ma anche di qualità dell’investimento. Non solo spendiamo poco, ma spendiamo male. Il sistema di finanziamento va infatti a privilegiare scuole e Università già avvantaggiate, incrementando ulterior-

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mente le disuguaglianze e venendo meno alla missione fondamentale della scuola: fornire a tutti le stesse opportunità. Il principale strumento per finanziare l’università è il Ffo (Fondo di finanziamento ordinario), il quale distribuisce i fondi in base ad alcuni parametri discutibili. La maggior parte del Fondo dipende dal “peso” di ogni università, ovvero dal numero di studenti e personale. Altri 2 miliardi circa sono invece destinati alle Università che ottengono migliori risultati in termini di impatto della ricerca e preparazione degli studenti. Questi due elementi da soli, però, vanno a esacerbare le disuguaglianze già presenti sul nostro territorio, creando dei circoli viziosi per cui chi ha più risorse può essere più accademicamente performante e attrarre maggiori investimenti, mentre chi ha meno risorse è destinato a sprofondare sempre di più, come dimostra il crescente divario tra le Università del nord e le Università del Sud.

Soltanto il 2,8% del FFO, circa 175 milioni di euro, è poi destinato a fini perequativi, ovvero a cercare di ridurre le disuguaglianze tra atenei. Questi numeri raccontano un Paese in cui la scuola è all’ultimo posto nelle priorità sia dei media che della politica. Eppure, durante il periodo pandemico non è stato così. Le polemiche sulla ministra del governo Conte II, Lucia Azzolina, e le problematiche per l’uso massiccio della didattica a distanza avevano, per la prima volta dopo tanti anni, riportato la scuola e l’educazione al centro del dibattito pubblico. Con l’arrivo del Next Generation EU si era poi presentata la possibilità di dedicare nuove risorse alla scuola. Sembra però che non si stia cogliendo questa opportunità come avrebbe meritato. Se si va ad analizzare il PNRR con cui il governo Draghi ha deciso come devolvere i fondi dell’Unione europea, ci si accorge che le risorse destinate non bastano a recuperare l’enorme ritardo accumulato dal nostro Paese in anni di sottofinanziamento all’educazione. Il PNRR destina 30,88 miliardi di euro al settore istruzione e ricerca, di cui 19,44 al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione dagli asili nido alle università. Questi fondi coprono un periodo che va dal 2021 al 2023 e vanno perciò distribuiti nel corso di 3 anni, per un totale di poco più di 6 miliardi aggiuntivi all’anno. Significa portare la spesa totale del settore a circa 76 miliardi, ancora troppo poco rispetto alle cifre raggiunte dagli altri Paesi europei. Anche se l’analisi fatta dal PNRR sui problemi della scuola coglie alcuni degli aspetti più critici dell’attuale sistema e alcune aree di intervento vanno nella giusta direzione (come l’incremento delle borse di studio o degli alloggi per studenti), questi fondi non saranno probabilmente in grado di risolvere i tanti problemi che derivano dal sottofinanziamento e dal mal-finanziamento del mondo dell’istruzione.

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studiata per calzare a pennello sulle esigenze aziendali. Sulla stessa linea di azione anche la realtà virtuale e realtà aumentata che offrono la possibilità di migliorare nel concreto le capacità dell’essere umano. Le aziende cambiano e diventano sempre di più innovative e connesse tra di loro. Per questo FinaForm lavora nella quotidianità per creare integrazione digitale fornendo le opportunità innovative, quali il collegamento in rete di persone e macchine. Con l’integrazione dei sistemi si avrà una produttività e una gestione aziendale decisamente più efficace e intelligente. In un momento come questo diventa impossibile pensare ad una rete economica e produttiva che non corre al passo con i tempi. FinaForm è al centro di un sistema che permette alle aziende, piccole e grandi, di poter fare quel salto verso il futuro senza tralasciare la tradizione ma riducendo rischi e costi e aprendo nuove frontiere grazie all’innovazione e formazione, unica arma per combattere la concorrenza dei mercati esteri.

REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA

parere legale

Real Estate, boom a livello globale degli immobili venduti all’asta (+40% sul 2019 in uk)

La casa, bene rifugio per eccellenza, nel mondo si compra sempre più all’asta. Dagli USA alla Gran Bretagna, fino a Singapore, la stretta monetaria decisa dalle banche centrali con il rialzo dei tassi d’interesse, unita ad un incremento costante dei costi per contrarre un mutuo e dei prezzi medi per l’acquisto di un immobile, spinti dalla spirale inflattiva innescata dalle tensioni geopolitiche presenti a livello mondiale a causa della guerra in Ucraina, stanno contribuendo ad un’impennata del mercato delle aste immobiliari. Secondo quanto recentemente riportato dal Times in Gran Bretagna, nei primi 9 mesi del 2022, si è registrata infatti una crescita del 10% nel numero dei beni immobiliari venduti all’asta rispetto al 2021. Dato che sale addirittura al +40% se confrontato con il 2019, come spiegato in un articolo pubblicato su Unbiased.co.uk. Un trend molto forte che affascina soprattutto i più giovani, come si evince dai risultati di un sondaggio svolto da Harris Poll ripreso da Bloomberg, secondo cui il 21% dei Millennial statunitensi ha già acquistato una casa all’asta, rispetto al 13% della Gen Z e al 4% dei Baby Boomer. Una consuetudine che sarà sempre più popolare se si pensa che, secondo la survey, i Millennial sono i più propensi a prendere in considerazione per il futuro l’acquisto all’asta (75%), rispetto al 65% della Gen X e il 54% dei Baby Boomer. A Singapore, come svelato da Channelnewsasia.com, si prevede che nel corso del 2023 il numero d’inserzioni per le aste immobiliari crescerà del 50% rispetto al 2022. Un vero e proprio trend internazionale che vede l’Italia un po’ ai margini, a causa di una mancanza di cultura sull’opportunità e sui vantaggi di poter acquistare o vendere un immobile all’asta, come illustrato dai dati e dalle analisi svolte dall’APEPAssociazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova (apepnotai.it): se da un lato,

infatti, il numero delle aste fissate si è ridotto del 53% rispetto al 2019 ed è in lieve calo anche sul 2021 (-0,7%) nonostante un aumento della domanda per questa tipologia di beni, dall’altra la percentuale di aggiudicazione degli immobili venduti all’asta ha superato per la prima volta quota 60% (62,1%), facendo registrare un incremento record del +58% sul 2019 e del +4,9% rispetto al 2021. Come si spiega allora questa fluttuazione del mercato delle aste immobiliari? “Un tempo l’acquisto di una casa all’asta era appannaggio esclusivo di investitori e sviluppatori immobiliari sempre alla ricerca di un immobile da ristrutturare e di un importante ritorno sull’investimento – spiega Bruno Saglietti, notaio, presidente di APEP - Associazione Professionale per le Esecuzioni della Provincia di Padova – Ora, grazie alle nuove dinamiche del mercato immobiliare e all’utilizzo sempre più diffuso di tipologie di vendita anche telematiche, questo strumento è diventato accessibile a una gamma più ampia di acquirenti, attratti dalla possibilità di poter risparmiare, acquistando case a prezzi vantaggiosi senza necessità di avvalersi di un interme-

diatore. L’onda lunga del Covid ha infatti ridotto il numero delle procedure esecutive attive che, unita a una minore offerta di immobili messi all’asta e all’aumento della domanda per questa tipologia di beni, ha generato di conseguenza un incremento nella percentuale delle aggiudicazioni. In questo senso è fondamentale sottolineare il ruolo di garanzia svolto dai notai, figure professionali in grado di garantire la massima competenza a chi acquista un immobile all’asta laddove siano delegati dai giudici”.

Ma quali sono i principali vantaggi nell’acquistare una casa all’asta? Innanzitutto, vi è la possibilità di risparmiare, ottenendo l’immobile a un prezzo inferiore rispetto al valore di mercato oltre alla rapidità dell’iter burocratico che non prevede costi di intermediazione, grazie anche alla supervisione dei notai, figure professionali in grado di garantire la trasparenza e la sicurezza dell’atto di trasferimento sia per il venditore che per l’acquirente. Insomma, sulla carta l’acquisto di un immobile all’asta rappresenta, in questi tempi segnati dall’inflazione e da tassi di interesse sempre più elevati, un’ottima opportunità di investimento sul mercato immobiliare.

economia a 360°

IEG: a k.ey – The Energy Transition Expo innovazione e sostenibilità protagoniste della start-up & scale-up innovation area

La transizione energetica incontra l’innovazione e approda a K.EY –The Energy Transition Expo, la prima edizione autonoma dell’evento di IEG (Italian Exhibition Group) di riferimento in Italia, Africa e bacino del Mediterraneo sulla transizione energetica, in programma alla fiera di Rimini dal 22 al 24 marzo prossimo.

Sotto la cupola del quartiere fieristico, in corrispondenza dell’ingresso principale dalla Hall Sud, K.EY prevede l’Innovation Square, un intero spazio espositivo fisico e virtuale, dove trenta Start-up e Scale-up green italiane e internazionali che offrono prodotti o servizi legati alla transizione energetica avranno l’opportunità di presentare le loro nuove tecnologie e idee più innovative.

La call ha raccolto numerose adesioni e la manifestazione di interesse da parte di oltre 60 Start-up e PMI innovative impegnate nell’ambito della transizione energetica. Un successo che ha spinto l’organizzazione ad ampliare il numero di spazi disponibili in fiera fino a 30, rispetto ai 20 inizialmente previsti.

Con la Start-up and Scale-up Innovation Area K.EY conferma il proprio ruolo di incubatore, facilitatore e piattaforma di riferimento per le giovani imprese e gli innovatori green nazionali e internazionali, dove incontrare aziende e investitori e sviluppare nuovi progetti e business sostenibili, cogliendo l’opportunità di lanciare il proprio brand all’interno della manifestazione di riferimento per il mondo delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica nel bacino del Mediterraneo.

L’iniziativa è organizzata da Italian Exhibition Group, promossa in

collaborazione con Italian Trade Agency e ha come main partner ARTER (Attrattività Ricerca Territorio), Società Consortile dell’Emilia-Romagna.

Delle 30 Start-up selezionate, 26 sono italiane, provenienti da Lombardia, Piemonte, Toscana, Marche, Emilia- Romagna, Puglia, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, e 4 estere: 2 dalla Francia, 1 dal Regno Unito e 1 dai Paesi Bassi.

Presidiano diversi comparti, tra cui fotovoltaico, storage e solare, tecnologie per l’eolico, idrogeno, efficienza energetica, e-Mobility e IOT – digitalizzazione, con piattaforme per unire le comunità di energia rinnovabile, soluzioni di trasformazione digitale per l’industria delle costruzioni, system integrator nel settore nautico per le imbarcazioni elettriche, impianti innovativi e system integrator nella produzione di idrogeno, SaaS per analisi energetiche e coaching per la riduzione dei consumi di energia e delle emissioni di carbonio. Sono presenti produttori di turbine eoliche aviotrasportate (AWE) per le popolazioni off-grid; produttori di batterie stazionarie di lunga durata, sostenibili e riciclabili; sviluppatori di batterie termiche per il recupero del calore di scarto; società di ingegneria meccatronica che forniscono soluzioni innovative per i settori navale e automobilistico; e società di ingegneria specializzata in progetti di decarbonizzazione industriale, oltre ad aziende impegnate nel settore dell’internet of things, nella consulenza e nel supporto alle organizzazioni per la decarbonizzazione dei loro processi.

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