Progetti & Finanza - marzo 2022

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Superbonus e condomini, tutte le novità

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anno V •numero 45 • marzo

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MAGAZINE

MARZO 2022

SUPERBONUS SÌ, SUPERBONUS NO? ANCORA DUBBI E INCERTEZZE SU UN VANTAGGIO FISCALE SENZA PRECEDENTI!

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ED ITO RIA LE

Superbonus Sì, Superbonus No… resta questo il dilemma per aziende e privati che sono chiamati a decidere la modalità tramite cui ristrutturare la propria casa, usufruendo o meno di un beneficio fiscale che alletta molti ma spaventa altrettanti! Se parliamo di condomìni, poi, la questione si fa ancora più complicata, perché si tratta di molteplici unità abitative, ognuna delle quali di proprietà di un soggetto diverso che potrà esprimere in sede di assemblea il suo parere personale. Purtroppo, sono ancora tanti i pregiudizi sul Superbonus 110%, nonostante gli oltre due anni all’attivo di un vantaggio fiscale che non ha mai ha avuto eguali nella storia! A tal proposito, la ‘Rete Professioni Tecniche’, ricevuta lo scorso febbraio presso la Commissione Bilancio del Senato, nell’ambito delle audizioni in merito al cosiddetto Decreto Sostegni Ter ed ha riferito, in particolare, sulla delicata questione relativa al Superbonus. Com’è noto, lo scorso 21 gennaio il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante, tra le altre cose, l’articolo 28 che modifica la disciplina dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d’imposta in materia edilizia ed energetica, escludendo la facoltà di successiva cessione a favore dei primi cessionari. La RPT ha fatto presente alla Commissione che questa decisione rischia di eliminare, o comunque ridimensionare notevolmente, il mercato del Superbonus che, senza lo strumento della cedibilità del credito, dunque senza il supporto del sistema bancario, non ha alcuna possibilità di sopravvivenza. Di conseguenza, ha proposto un emendamento al decreto atto a ripristinare la cedibilità del credito al fine di tutelare migliaia di imprese, professionisti e centinaia di migliaia di lavoratori che hanno confidato nella misura in questione per investire e credere ancora nella possibilità di intervenire nel mercato edilizio, messo a dura prova da una crisi più che decennale. La RPT ha contestato innanzitutto la ratio del provvedimento. Limitare la cessione del credito nel timore che si possano realizzare delle frodi sarebbe come limitare il transito nella rete autostradale per evitare violazioni dei limiti di velocità. Al di là di questo, i fatti evidenziano come nessuna delle ipotesi di irregolarità finora manifestate dall’Agenzia delle entrate – presentate dai media come frodi miliardarie - abbia avuto un vaglio definitivo da parte dell’Autorità Giudiziaria, unica abilitata nel nostro ordinamento ad accertare l’esistenza o meno di reati. Ne deriva che, allo stato, non vi è la certezza assoluta di frodi in maniera rilevante, nell’utilizzo del Superbonus. Questo, peraltro, è confermato dal fatto che gli stessi dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, aggiornati al 31 dicembre scorso, attestano che solo il 3% del totale delle presunte frodi (per un importo di 132 milioni di euro) può ricondursi al Superbonus, che in termini assoluti rappresenta però oltre il 34% degli incentivi dal 2020. Questo evidente paradosso si spiega con i numerosi controlli ed obblighi connessi al Superbonus, definiti nelle norme previste dagli artt.119 e 121 del Decreto Rilancio, anche con le modifiche successive, e quindi con l’attività essenziale di controllo preventivo offerto dai professionisti tecnici e contabili, con le asseverazioni ed i visti di conformità, coperti obbligatoriamente da assicurazione specifica a garanzia totale dell’impegno dello Stato, nonché con la maturazione del credito di imposta (e quindi della possibilità di cessione) solo a seguito di stati d’avanzamento dei lavori certificati dai professionisti, sempre rintracciabili in quanto iscritti negli Albi unici tenuti dai rispettivi Consigli Nazionali e immediatamente consultabili. Quanto alla cessione successiva del credito, è evidente che la possibile frode nasce dal credito originario e dalla sua legittimità, che, come detto, nei casi di Superbonus, è altamente controllata da norme anche precedenti al citato Decreto antifrode. Le successive cessioni, se relative al credito legittimo, manterranno ovviamente tale condizione. Per questi motivi, laddove il Decreto Sostegni Ter nega la facoltà di successiva cessione del credito, la Rete Professioni Tecniche propone un emendamento che prevede di inserire quanto segue: “...con facoltà di una sola successiva cessione, e fatto salvo la possibilità di ulteriori cessioni successive a banche e a intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia”. Tale intervento è tanto più necessario se si considera che i continui tentativi di soppressione di una misura fiscale così efficace come il Superbonus gettano nell’incertezza più assoluta i lavoratori e le imprese del settore, costretti dal timore di una sempre imminente possibilità di interruzione del beneficio, a velocizzare al massimo i cantieri aperti, con potenziale riduzione della qualità finale e della dovuta attenzione delle norme di sicurezza dei cantieri. Rischi che non esisterebbero con la certezza di una relativa stabilità della misura. Dunque, addio pregiudizi e Superbonus Sì, cercando ovviamente di affidarsi ad imprese serie e competenti, nonché strutturate il più possibile, con ad esempio la garanzia di un General Contractor affidabile e professionale! Vi invitiamo ad approfondire l’argomento sul focus di questo numero! Buona lettura!


Progetti & Finanza

S O M M A R I O

marzo 2022

M A G A Z I N E

MAGAZINE

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Intevista al Nuovo Commissario AGCOM Capitanio

Fonti rinnovabili: la rivoluzione di IREN Intervista a BURRELLI (ANACI) sui Bonus per i Condomini

anno V •numero 454 •marzo 2022 • Direttore Responsabile Maria Rosaria De Leonardis

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Catasto: riforma come e perché

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Inflazione, il “lupo cattivo” della nostra realtà Aumenta il costo della vita ma i redditi sono sempre sotto la media europea

ANTONIO CAIVANO

6 Progetti Finanza&

L’inflazione è per gli adulti quello che il “lupo cattivo” è per i bambini. Scopriamo cos’è realmente questo “mostro” partendo da una considerazione positiva che potrebbe riabilitarlo come già avvenuto con il lupo: l’inflazione non è sempre un segnale di crisi ma, talvolta può essere un indicatore di crescita economica...non ora. Ma che cos’è l’inflazione? E’ l’aumento del costo della vita, l’aumento di beni e servizi con, conseguente, diminuzione del potere d’acquisto della moneta. Più semplicemente: per comprare quello che prima compravo con 1 euro oggi quell’euro non basta, ci vuole qualcosa in più, con gli stessi euro di prima oggi posso comprare meno cose. Perché si verifichi l’inflazione non basta l’aumento di un singolo prodotto o servizio ma un insieme di essi. A tale riguardo, in Italia, si usa il cosiddetto “paniere” nel quale ci sono diversi prodotti e servizi che le persone consumano e usano quotidianamente. Il calcolo dell’inflazione è affidato all’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) che verifica, mensilmente, la variazione dei prezzi, prefissati, dei prodotti e servizi inseriti nel paniere. Il “paniere” viene aggiornato ogni anno e i prodotti e servizi, in esso inseriti, rappresentano i comportamenti d’acquisto delle famiglie tenendo conto dei cambiamenti che intervengono sia nell’offerta del mercato che degli aspetti economici e sociali che condizionano tali comportamenti. Ad esempio nell’ultimo anno, tra i 1772 prodotti attualmente presenti nel paniere, sono stati inseriti le mascherine chirurgiche, le FFP2 e i test fai-da-te per il Covid. L’inflazione è determinata, prevalentemente, dalla domanda e dall’offerta, se c’è più gente che compra certi prodotti o utilizza, maggiormente, certi servizi i prezzi relativi tendono ad aumentare. Più un bene è richiesto, più chi lo vende tende ad alzarne il prezzo visto che il numero dei possibili compratori aumenta. Un altro motivo che provoca l’inflazione è l’aumento del prezzo per produrre o offrire un bene o un servizio: se produrre la pasta e le automobili costa di più, rispetto a prima, i loro prezzi aumen-

tano. Arrivando ai nostri giorni, constatiamo un aumento dei prezzi delle risorse energetiche utilizzate dalle industrie per produrre beni e servizi acquistati quotidianamente dagli italiani. Ciò ha comportato un aumento generalizzato con maggior coinvolgimento delle spese domestiche i cui rincari pesano, soprattutto, nella vita quotidiana delle famiglie, perché si tratta di spese difficilmente eliminabili i cui i rincari diventano problematici. Osservando, nel “paniere”, i beni considerati per calcolare l’inflazione, vediamo che l’aumento maggiore riguarda l’acqua, la luce e il combustibile che ha coinvolto, quest’ultimo, il settore dei trasporti che a loro volta hanno condizionato i costi dei prodotti al supermercato o al mercato. Già negli ultimi mesi del 2021, la lenta uscita dalla pandemia e la conseguente ripresa lavorativa delle industrie, aveva provocato una maggiore richiesta di gas e petrolio e i prezzi avevano subito qualche rialzo. L’aumento del costo dell’energia era, quindi, già in corso, ma ha continuato a salire ancora di più con la guerra in Ucraina. Il gas e il petrolio sono essenziali, in questo momento, in attesa della riconversione energetica prevista dal PNRR, per il riscaldamento delle case, far muovere le nostre auto, produrre energia elettrica e far viaggiare i prodotti che vengono distribuiti in tutta Italia. Le conseguenze di questi aumenti hanno frenato le prospettive di crescita economica di tutti i Paesi europei e l’Italia, per la maggiore dipendenza d’approvvigionamento di fonti energetiche da altri paesi, fa registrare una maggiore inflazione e conseguente aumento di tutti i beni e servizi. Le prospettive nell’immediato non sono positive e il periodo di difficoltà potrebbe prorogarsi più a lungo di qualsiasi previsione attuale, la speranza è che la guerra termini il più presto possibile, soprattutto per motivi umanitari e perché l’economia internazionale possa riprendersi e, sperando che abbia imparato la lezione attuale, mettersi al servizio della gente di tutto il mondo e del benessere quotidiano di ognuno.

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Catasto: riforma come e perché Fabbricati fantasma nel mirino del Governo Draghi

8 Progetti Finanza&

“Il catasto è l’inventario di tutti i beni immobili, siano essi terreni o fabbricati, appartenenti a soggetti privati e pubblici, esistenti sul territorio dello Stato. Tra i beni sono comprese anche le superficie occupate da strade ed acque. Esso assolve, essenzialmente, a funzioni fiscali, ma è essenziale anche per fini civilistici e di governo del territorio sia per dirimere controversie, per l’attuazione delle politiche economiche fiscali e sia per la tutela ambientale”. La registrazione dei fabbricati e terreni consente di controllare i cambiamenti che avvengono sul territorio nazionale. Parlando delle costruzioni, ad esempio, ogni unità immobiliare, iscritta al catasto, riporta una sua precisa destinazione d’uso (lo scopo per cui è stata costruita) e una rendita catastale. Tale valore viene, poi, utilizzato per il calcolo di alcune specifiche imposte (es. Imu). Con la riforma del catasto si andrebbe a modificare un impianto normativo risalente al 1939, tale riforma prevede, tra l’altro, modifiche che interesserebbero il valore patrimoniale degli immobili e/o terreni che comporterebbe, secondo una parte dei parlamentari, un “ingiusto” aumento dell’imposizione fiscale. E’ necessario sottolineare che questa azione del Governo si inserisce tra quelle individuate per la complessiva revisione del fisco in Italia richiesta da tutti i parlamentari. La riforma prevede l’aggiornamento degli archivi degli immobili attualmente non censiti, di quelli che non rientrano più nella categoria catastale inizialmente a loro assegnata o che nel tempo hanno cambiato destinazione d’uso. Si mira, inoltre, a identificare i terreni edificabili classificati erroneamente come agricoli, questo perché il valore immobiliare dei primi è superiore e quindi anche l’imposizione fiscale è diversa. Ma, soprattutto, si punta a individuare e a classificare tutti gli immobili abusivi presenti in Italia. L’aggiornamento degli archivi catastali andrebbe quindi a contrastare la totale mancanza di imposte sugli immobili non censiti, oltre a fornire una mappatura circo-

stanziata delle costruzioni abusive presenti nel nostro paese, che sono ancora moltissime. Secondo le stime di Istat (Istituto Nazionale di Statistica) in Italia, nel 2020, circa un quinto delle costruzioni erano abusive. La riforma prevede anche l’attribuzione, per ogni unità immobiliare, del relativo valore patrimoniale e di una rendita attualizzata in base ai valori di mercato. Gli estimi del catasto urbano, cioè la valutazione del valore dei beni immobili e delle relative rendite, su cui si calcolano poi le imposte da pagare, non sono stati toccati da tanto tempo. Questo significa che le tasse sugli immobili, al momento, non sono calcolate su quelli che sono i reali valori di mercato. E’ facile scoprire così che, con l’attuale impostazione, chi possiede un immobile di prestigio in zone di pregio della città, paga tasse inferiori o poco più alte di chi possiede una casa di nuova costruzione in periferia. Ma noi che siamo specialisti nel fare e disfare, nel dire e non dire, nel dare un colpo al cerchio e uno alla botte e chi più ne ha più ne metta, alla lettera “a” comma 2 del decreto di legge che dovrebbe riguardare questa riforma, infatti, si afferma chiaramente che “l’aggiornamento di tali informazioni non dovrà essere utilizzato per la determinazione della base imponibile dei tributi”. Così tutto questo can-can servirebbe solo come aggiornamento statistico e, per quanto riguarda il calcolo delle imposte, si continuerebbe a usare i valori attuali. Ciò nonostante e pur avendo loro (politici) chiesto la riforma e scritto il contenuto del decreto legge non si fidano. Pagare le tasse è giusto e doveroso, in maniera proporzionata alle disponibilità di ognuno, per ricevere in cambio i servizi necessari alla salute, alla convivenza, alla comunicazione eccetera. Se le tasse non le pagano tutti o chi le paga lo fa in maniera sproporzionata, nell’uno e nell’altro senso, vuol dire che sta succedendo qualcosa di ingiusto per tutto il Paese. ANTONIO CAIVANO

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INTERVISTA ESCLUSIVA A GIUSEPPE BERGESIO AMMINISTRATORE DELEGATO IREN ENERGIA

RINNOVABILI la rivoluzione copernicana possibile DALILA CAMPANILE

Sul territorio italiano sono presenti più di 900 mila impianti fotovoltaici, uno dei più grandi in Puglia, diventato proprietà del Gruppo Iren si trova a Troia

10 Progetti Finanza&

L’energia del futuro è green. Almeno stando ai numeri legati alle fonti rinnovabili. Negli ultimi anni, infatti, in Italia la produzione di energia da impianti a energia solare ed eolica è aumentata notevolmente anche grazie agli incentivi introdotti per sdoganare questo sistema di produzione energetica. Sul territorio italiano sono presenti più di 900 mila impianti fotovoltaici, uno dei più grandi in Puglia, diventato proprietà del Gruppo Iren. Abbiamo approfondito il tema con l’Amministratore Delegato Iren Energia, il dottor Giuseppe Bergesio. Partiamo dall’attualità. Gli sconvolgimenti geopolitici che stiamo vivendo in questi mesi hanno avuto una ricaduta anche sulla nostra economia. La transizione energetica verso le fonti rinnovabili può tutelarci dalle crisi energetiche ed economiche? Considerando la situazione attuale credo che sia il caso di parlare di transizione ecologica. Attualmente, infatti, la nostra produzione di energia deriva circa al 60% da fonti fossili e al 40% da fonti rinnovabili. Per raggiungere

gli obiettivi fissati dall’Unione Europea entro il 2030 dovremo invertire la proporzione, ossia produrre almeno il 70% dell’energia da fonti rinnovabili riducendo al 30% la produzione di energia che deriva da fonti fossili. Sono dati che ci consentono di comprendere la portata di questa trasformazione. Al momento siamo ancora distanti dall’obiettivo, ma come Iren abbiamo gli strumenti per poter contribuire a questa rivoluzione copernicana nel campo dell’energia grazie agli importanti investimenti previsti nel nostro Piano Industriale al 2030: un cambio di paradigma necessario, se consideriamo che le fonti primarie di produzione tradizionali sono ferme dalla rivoluzione industriale. In dieci anni riusciremo ad attuare questa inversione di rotta in cui gran parte dell’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili. A proposito di dati che vi riguardano più da vicino. Il Gruppo Iren è produttore energetico eco-friendly per circa il 73% della propria produzione elettrica. Come riuscite a garantire questo risultato? Questo è nel nostro DNA: il grosso del-

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la nostra produzione di energia rinnovabile oggi proviene dall’idroelettrico, con impianti che risalgono fino ai primi del Novecento. Iniziamo da qui la nostra storia, una storia che nasce all’insegna della produzione di energia rinnovabile. Ovviamente, nel corso degli anni, abbiamo integrato con altre fonti di produzione in gran parte sostenibili. In particolare, siamo diventati leader nel teleriscaldamento: forniamo cioè energia termica per riscaldare le abitazioni recuperando energia “ecofriendly” che diversamente sarebbe in gran parte dispersa. Come accennavo prima, inoltre, proprio nel 2021 abbiamo varato un nuovo piano industriale che prevede un altro grande passo nel mondo delle rinnovabili derivanti dal sole e dal vento. Di cosa si tratta? Abbiamo un grande piano di sviluppo che guarda al 2030 e che ha un focus importante sull’energia rinnovabile: si parla di 2200 megawatt di nuova capacità rinnovabile installata in meno di dieci anni. Un impegno importante per l’azienda, che potrà inoltre garantire sempre più ai nostri clienti dome-


stici energia prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili. Uno degli ultimi investimenti del gruppo Iren è stato proprio l’acquisto di uno dei parchi fotovoltaici più grandi della nazione, in Puglia. Quali benefici per il Comune e il territorio circostante? Il parco fotovoltaico di proprietà del Gruppo Iren sorge nella zona dei Monti Dauni, precisamente nel Comune di Troia. I benefici di un investimento simile nella zona sono rilevanti, a partire dall’indotto economico a favore delle comunità locali. Si realizza un’attività in termini di indotto economico a favore della popolazione locale per le attività di esercizio e manutenzione che vengono svolte. Infatti, per ogni euro di investimento che prevede il Gruppo Iren, c’è un 1,50 euro aggiuntivo di economia locale che deriva dal moltiplicatore economico che ricade sul territorio circostante. Il parco fotovoltaico in questo senso può certamente valorizzare l’economia locale del luogo che lo ospita. Se invece parliamo dell’efficienza energetica ed economica quanto

conviene un impianto fotovoltaico? Se guardiamo al combustibile fossile il risparmio è pari al 100 per cento di tutta l’energia generata, perché parliamo di una fonte di energia che non richiede l’impiego di combustili. Per quando riguarda invece l’efficienza economica, il tema più importante in questo senso sono l’autonomia e l’indipendenza energetica che si possono raggiungere attraverso le fonti rinnovabili. In particolare con il fotovoltaico, fonte per la quale l’Italia gode di un vantaggio geografico grazie alla propria posizione e che può consentirci, a livello di sistema Paese, di produrre sempre più energia pulita al 100%. Resta il nodo essenziale dell’individuazione dei siti idonei per ospitare campi fotovoltaici ma soprattutto l’annoso problema legato alla semplificazione burocratica e alla riduzione dei tempi necessari per la concessione delle autorizzazioni, non solo degli impianti ma anche delle opere di rete che il gestore (Terna) deve realizzare per permettere la connessioni di questi ultimi.

C’è anche l’altro risvolto della medaglia: alcune ricerche sostengono invece che gli impianti fotovoltaici abbiano ugualmente delle ricadute negative sull’ambiente. Si parla di inquinamento elettromagnetico e dello smaltimento delle sostanze nocive contenute nei moduli fotovoltaici. Sono rischi reali? In qualsiasi ambito se le cose non sono fatte per bene ci possono essere dei rischi. In merito agli impianti fotovoltaici non possiamo parlare di ricadute negative sull’ambiente, perché esistono norme ben precise e giustamente rigorose a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini: si tratta di norme che disciplinano le distanze degli impianti dai centri abitati così come le procedure di smaltimento dei moduli fotovoltaici. Applicando quanto già previsto per legge, non si genera inquinamento ambientale ma, anzi, si dà impulso ad un’industria legata all’economia circolare che va proprio nella direzione di garantire sempre minori emissioni inquinanti, e quindi, una maggior tutela dell’ambiente.


Von der Leyen:«Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi»

Green energy, uguale indipendenza energetica

12 Progetti Finanza&

Già lo scorso anno si discuteva, in Italia e in Europa, di un probabile aumento del prezzo dell’energia, dovuto sia agli squilibri causati dalla pandemia nel rapporto tra domanda e offerta, sia alla sempre maggiore richiesta e alla sempre minore autosufficienza energetica degli stati dell’Unione Europea. In tale contesto, il drammatico conflitto in corso in Ucraina e le sue drammatiche conseguenze umanitarie, ha notevolmente accelerato questa necessità. I paesi europei, compresa l’Italia, hanno risposto all’invasione russa con una serie di sanzioni ritenute necessarie per condizionare l’economia di quel paese sperando in una rapida soluzione della guerra. Così, purtroppo, ancora non è stato. Tuttavia la Russia, per l’Italia e per gli altri membri della UE, è il principale fornitore di gas (45% delle importazioni) oltre che di carbone (45%) e di petrolio (25%) e, seguendo la linea delle sanzioni, si rende sempre più impellente la necessità di limitare o, addirittura, bloccarne l’importazione. “Vogliamo la pace o il condizionatore?”. Semplificando il concetto, il nostro Primo Ministro, ha voluto richiamare la nostra attenzione sui sacrifici che potrebbero diventare necessari. L’Italia è tra i primi paesi, tra quelli dell’Unione Europea, per consumi e importazioni di energia, molto distante dal raggiungimento di un’indipendenza energetica, tema, questo, ora più che mai, al centro del dibattito politico nazionale. La guerra in corso ha reso, quindi, ancora più urgenti misure che mirino a una maggiore indipendenza energetica, rendendo evidente, anche, la necessità di una maggiore diversificazione dei fornitori, obiet-

tivo da raggiungere attraverso una spinta decisa verso la transizione ecologica e fonti di energia pulita. I paesi europei con i livelli di consumo più alti, naturalmente, sono quelli più industrializzati e con una popolazione maggiore: Germania, Francia e Italia. Il 48% dei consumi energetici di tutta l’Unione Europea riguarda questi Paesi. L’obiettivo dell’indipendenza energetica passa da un maggiore ricorso alle fonti di energia rinnovabile che, in questo momento, purtroppo, sono una minima parte dell’energia consumata. L’Italia non fa eccezione, solo una minima parte dell’energia necessaria deriva da queste fonti che, pur essendo aumentata, non è ancora sufficiente al fabbisogno. Nel corso degli anni, il nostro Paese, è diventato sempre più dipendente dalle importazioni, soprattutto quelle di gas. L’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che dipende direttamente dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, ha valutato la dipendenza energetica dell’Italia dalle importazioni da altri paesi, rispetto alle disponibilità e necessità interne, pari al 78% e che, quasi, tutta l’energia non rinnovabile proviene dall’estero. La riconversione energetica verso fonti pulite e rinnovabili, prevista dal PNRR, è assolutamente necessaria e urgente. E’ tempo di azioni concrete e non di banali parole politico/elettorali, né di steccati o muri o barriere di qualsiasi genere che ritardino o impediscano la realizzazione di questi obiettivi importantissimi per noi e per il pianeta che ci ospita. Antonio Caivano

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SUPERBONUS Ecco le novità 2022

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Ad accendere un faro sul Superbonus 110% è l’Agenzia delle entrate che ha aggiornato le Faq per rispondere ai dubbi di contribuenti e operatori relativamente ai bonus edilizi. Il decreto legge Cessioni (Dl 13/2022) cambia per la quarta volta in poco più di tre mesi le regole sulle cessioni dei crediti d’imposta legati ai bonus casa, superbonus compreso. Dopo il blocco delle cessioni successive alla prima, scattato il 17 febbraio, torna la possibilità di due ulteriori cessioni, ma solo a banche e soggetti vigilati (le Faq delle Entrate del 17 marzo hanno chiarito decorrenza e regime transitorio). Confermate le altre indicazioni della vigilia, con il Dl 13 che aggrava le responsabilità per i tecnici, introduce l’obbligo di assicurazione e di indicazione del contratto di lavoro (a partire dai lavori avviati 90 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto). Il decreto 13 è stato trasfuso nella legge di conversione del Dl 4/2022, accelerando così il momento in cui è divenuto definitivo. Nel frattempo, il 4 febbraio 2022 è stato riaperto il canale cessioni e le opzioni di sconto in fattura per le spese sostenute nel 2022, mentre è stato prorogato fino al 29 aprile (dopo un’iniziale rinvio al 7 aprile) il termine per comunicare le spese sostenute nel 2021. Nel frattempo, una ipotesi di modifica al decreto Bollette in commissione alla Camera prevederebbe un prolungamento fino al 15 ottobre per le comunicazioni di soggetti Ires e titolari di partita Iva. La manovra 2022 (legge 234/2021), pubblicata in «Gazzetta Ufficiale» il 31 dicembre, prevede diverse modifiche e proroghe per il superbonus: viene prolungata fino al 2023 la detrazione del 110% per i condomìni e gli edifici di un unico proprietario da due a quattro unità immobiliari, con décalage della detrazione al 70% nel 2024 e 65% nel 2025; la stessa estensione prevista per i condomìni viene prevista anche per i soggetti del terzo settore che già beneficiano del superbonus (indicati alla lettera d-bis dell’articolo 119); la proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2022 per le unità monofamiliari e le singole unità indipendenti non è più legata all’Isee o alla presentazione della Cila entro una certa data, ma allo stato avanzamento dei lavori di almeno il 30% alla data del 30 giugno 2022; viene esplicitata la proroga dei lavori trainati con lo stesso calendario dei lavori trainanti cui sono agganciati, per le diverse tipologie di intervento. Il decreto semplificazioni (Dl 77/2021) è stato convertito nella legge 108/2021, pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» del 30 luglio, e contiene un sostanzioso pacchetto di norme dedicate al superbonus: viene ammessa la Cila in variante a fine lavori, oltre che una comunicazione semplificata anche per le parti strutturali degli edifici; viene “sterilizzata” la realizzazione di cappotti termici e cordoli sismici, stabilendo che queste modifiche, rispetto ai possibili effetti del Codice civile, «non concorrono al conteggio della distanza e dell’altezza»; il decreto convertito chiarisce che «le violazioni meramente formali che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo non comportano la decadenza delle agevolazioni fiscali limitatamente alla irregolarità od omissione riscontrata»; si allunga da 18 a 30 mesi il tempo disponibile per effettuare la rivendita nell’ambito del sismabonus acquisti; per gli

immobili sui quali si effettuano interventi relativi al superbonus, il termine per stabilire la residenza nel Comune dove è ubicato l’immobile - ai fini dell’agevolazione prima casa - non sarà di 18 mesi, come avviene ordinariamente, ma «di 30 mesi dalla data di stipula dell’atto di compravendita». Gli immobili interessati dal superbonus sono unità unifamiliari, unità indipendenti all’interno di edifici plurifamiliari e condomìni. Gli edifici plurifamiliari posseduti da un unico proprietario persona fisica (o in comproprietà tra più persone fisiche) sono ammessi – a seguito della legge di Bilancio 2021 – solo se comprendono fino a 4 unità immobiliari, escludendo dal computo le pertinenze. Le unità non residenziali (negozi, uffici, eccetera) sono ammessi se compresi in condomìni con prevalenza della superficie residenziale. Le unità nelle categorie A/1, A/8 e A/9 chiuse al pubblico sono esclude dal 110% (ma non per i lavori su parti comuni). Gli edifici non residenziali sono esclusi, eccezion fatta per quelli posseduti da enti del Terzo settore indicati alla lettera d-bis), comma 9, dell’articolo 119. I beneficiari del superbonus sono in primo luogo le persone fisiche e i condomìni. Quando intervengono nella veste di condòmini, possono beneficiarne anche le imprese e gli altri soggetti. Espressamente indicati al comma 9 dell’articolo 119 sono gli istituti case popolari, alcune tipologie di soggetti del Terzo settore e le associazioni e società sportive (per i soli spogliatoi). Il superbonus del 110% incentiva interventi trainanti di miglioramento energetico (comma 1 dell’articolo 119 del decreto Rilancio) e/o di riduzione del rischio sismico (comma 4). Ognuna delle due categorie di lavori trascina con sé un diverso set di interventi trainati: in particolare, il sismabonus può “trainare” solo l’installazione degli impianti fotovoltaici; i lavori di miglioramento energetico, invece, possono trainare tutti gli interventi ecobonus ordinario (articolo 14 del Dl 63/2013), il fotovoltaico, le colonnine di ricarica. A seguito delle modifiche intervenute nel 2021, l’installazione di ascensori e altre opere contro le barriere architettoniche può essere “agganciata” a lavori di miglioramento energetico e antisismici. Gli interventi di miglioramento energetico richiedono l’Ape pre e post intervento, devono migliorare di due classi energetiche l’immobile e – per i lavori avviati dopo il 6 ottobre 2020 – devono garantire il rispetto dei requisiti previsti dal Dm Requisiti 6 agosto 2020. Va garantita anche la congruità delle spese. Gli interventi di riduzione del rischio sismico devono invece assicurare l’efficacia in termini di riduzione del rischio sismico delle opere svolte. Per beneficiare del 110% occorre sempre l’asseverazione redatta da un tecnico abilitato (sia per la versione del miglioramento energetico, sia per quella antisismica), che certifichi il rispetto dei requisiti richiesti. Se si sceglie di sfruttare la detrazione sotto forma di cessione del credito d’imposta o dello sconto in fattura, occorre anche il visto di conformità. Sia l’asseverazione che il visto servono anche se si sceglie di effettuare la cessione del credito d’imposta o lo sconto in fattura per stato avanzamento lavori. In questo caso, però, i Sal non possono essere più di due e devono essere pari almeno al 30 per cento. Zonetti

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Per gli interventi effettuati su condomini ed edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità immobiliari, compresi quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione, la detrazione fiscale sarà al 110% fino al 31 dicembre 2023

SUPERBONUS E CONDOMINI: QUALE FUTURO? LA LEGGE DI BILANCIO 2022 FISSA LE NUOVE SCADENZE FRANCESCO GASBARRO

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Anche per i bonus dell’edilizia il 2022 sarà l’anno del dentro o fuori. Dopo una timida partenza nel 2020 e 2021, il Governo ha apportato dei correttivi per consentire alle misure di sgravio fiscale di rilanciare definitivamente un settore chiave dell’economia e al contempo consentire agli edifici privati di efficientarsi secondo i canoni moderni, all’interno dell’auspicato orizzonte della transizione energetica. La pietra angolare su cui si poggia la programmazione economica dello Stato per l’anno in corso è senza dubbio la legge n.234 del 30 dicembre 2021, ovvero la legge di Bilancio 2022. All’interno vi è il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 20222024. Da questi documenti, congiuntamente al DEF di recente approvato, si può intendere l’indirizzo che il Governo ha inteso dare in relazione a tutti i bonus di ristrutturazione ed efficientamento più in voga in questo momento. Nello specifico, all’interno della Legge di Bilancio 2022 si confermano le proroghe per ecobonus, sismabonus, bonus mobi-

li e bonus verde. Prorogato anche il bonus facciate ma cambia la riduzione dell’aliquota che dal 90% passa al 60%. Un ampio capitolo è stato dedicato al Superbonus 110% che di recente è già stato riformato attraverso il cosiddetto DL Antifrode e successive modificazioni che, congiuntamente alle direttive dell’Agenzia delle Entrate, hanno normato la sfera applicativa della misura, sempre nelle more del fatto che le banche stiano comunque di iniziativa propria ponendo seri limiti alle procedure di cessione dei crediti. La Manovra, dal canto suo, apporta modifiche agli articoli 119 -121 e 122 bis del Decreto Rilancio in relazione al superbonus 110 %, per ciò che riguarda la scelta delle opzioni alternative e i nuovi adempimenti per contrastare le frodi fiscali, riprendendo i contenuti presenti del Decreto Antifrode (Decreto Legge n. 157/2021), che di fatto viene abrogato mantenendo validi gli atti e i provvedimenti adottati e fatti salvi gli effetti prodottisi ed i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo (fino al 31 dicembre 2021). Come

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anticipato il Superbonus viene confermato ma con alcune modifiche che riguarderanno la tipologia di interventi e i beneficiari. Inoltre, l’aliquota fiscale in taluni casi si abbasserà. Ecco di seguito le nuove scadenze individuate con la legge di bilancio. Per gli interventi effettuati su condomini ed edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità immobiliari possedute da persona o più persone fisiche compresi quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), del DPR 380/2001, la detrazione fiscale sarà al 110% fino al 31 dicembre 2023, 70% fino al 2024, 65% fino al 2025. Per gli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, la detrazione è al 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025. Per gli interventi effettuati dalle persone fisiche su edifici unifamiliari è confermata la detrazione al 110% fino al

31 dicembre 2022 purché alla data del 30 giugno 2022 sia stato realizzato il 30% dei lavori. Per gli interventi effettuati da IACP e Cooperative a proprietà indivisa è confermata la detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2023 purché alla data del 30 giugno 2023 sia stato realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo (in caso contrario, detrazione valida solo fino al 30 giugno 2023). Per gli interventi effettuati da Onlus, Associazione di promozione sociale, Organizzazioni di volontariato è confermata la detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2023. Per le Associazioni Sportive (spogliatoi e affini) è confermata la detrazione al 110% fino al 30 giugno 2022. È importante evidenziare che tutti gli interventi trainati seguono l’orizzonte temporale degli interventi trainanti. Per cui anche le persone fisiche che realizzano interventi trainati sulle loro abitazioni potranno arrivare a portare in detrazione le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023.

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INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’ ANACI

Burrelli:

Serve un piano Marshall della sicurezza sui cantieri Il presidente dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali Italiani detta la linea su bonus ed energia FRANCESCO GASBARRO

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In Italia i condomìni sono circa un milione e duecento mila. Rappresentano 1/10 del totale degli edifici presenti sul suolo italiano. Gli edifici aventi conformazione di condominio sono presenti soprattutto nelle grandi città. In ragione di ciò, conoscere le problematiche che riguardano da vicino queste forme di organizzazione sociale vuol dire comprendere le difficoltà della popolazione, nella sfera più prossima a quella della quotidianità, ovvero quella domestica. Per questo abbiamo ascoltato il punto di vista di Francesco Burrelli, presidente dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominali Italiani (ANACI) che offre un punto di vista qualificato sulla stagione dei bonus energetici, ma d’altro canto anche sull’immobilismo dei cantieri per la carenza di materie prime e per l’aumento dei prezzi dell’energia. Con Burrelli abbiamo evidenziato le linee di intervento che, a più riprese, la stessa associazione degli amministratori condominiali ha portato all’attenzione del Governo Draghi, affinché possano essere tutelati gli interventi in corso d’opera e quelli che riguarderanno il prossimo futuro. Segue l’intervista. La guerra in corso in Ucraina sta avendo delle ricadute a cascata anche sulla nostra economia. Quali sono quelle che riguardano specificatamente i cantieri aperti all’interno dei condomini? Il contesto geopolitico ed economico in continuo fermento sta avendo delle ricadute importanti sui cantieri. Basti pensare ai prezzi dei cristalli che a distanza di poche settimane sono addirittura triplicati, tenendo presenti anche i costi

dei trasporti e dell’energia che viene utilizzata sui cantieri. L’impatto riguarda direttamente anche le famiglie, in quanto l’aumento del costo delle utenze colpisce soprattutto i contesti in cui abitano circa il 75% degli italiani, ovvero i condomini. Pensiamo che delle politiche di intervento commisurate alle fasce di ISEE siano utili a fronteggiare questo momento di grande difficoltà. Tutte le preoccupazioni sul fronte energetico possono cambiare le abitudini degli italiani? Possono incidere sulla progettazione dei nuovi condomini? Quali sono le nuove tendenze? Certo, i cambiamenti sono già in corso. Basti pensare che in una città come Torino, dove ci sono tantissimi edifici condominiali, ormai è in vigore la regola che impone il tetto massimo di ore di riscaldamento. Dei limiti sono previsti anche per l’illuminazione comune, questo sempre nell’ottica del risparmio dell’energia. Da ciò si evince la necessità di ripensare l’idea di progettazione: serve più intelligenza artificiale volta a razionare l’utilizzo delle risorse. Sta già prevalendo la logica della ‘Smart house’ con forme di impiego intelligente dell’energia che consentano uno stoccaggio della stessa, al fine di pesare meno sulle tasche degli inquilini. Questi accorgimenti si possono chiaramente porre in essere anche in un secondo momento, con la lungimiranza dell’assemblea dei condomini, con il giusto consiglio dell’amministratore e con le forme di incentivazione previste dai bonus in essere. La legge di bilancio 2022 ha fissato le nuove scadenze per il Superbonus e gli altri bonus che hanno riguardato

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anche i condomini. Qual è lo stato dell’arte per i lavori già avviati? Qual è stata l’efficacia? Per quanto riguarda il Superbonus dobbiamo scindere due periodi. Quello precedente al DL Antifrode è stato un periodo in cui i lavori si facevano con pochi controlli e senza computo metrico. Per questi motivi sono partiti molti cantieri, alcuni dei quali hanno avuto dei problemi. Nonostante questo il Superbonus 110% non è decollato e le scadenze individuate per i prossimi anni devono consentire a queste misure di avere uno slancio definitivo. Come ANACI abbiamo protestato per il blocco delle subcessioni dei crediti e, a più riprese, abbiamo fatto notare al Governo quanto sia diventato difficile espletare le pratiche dei bonus, con un’infinità di adempimenti burocratici che rallentano tutto, a maggior ragione quando si parla di contesti in cui l’organo deliberante è rappresentato da un’assemblea di condomini. Poi c’è stata tutta la problematica legata alle frodi che, a maggior ragione, ha fatto capire quanto sia importante affidarsi ad un amministratore qualificato che abbia tutti i requisiti professionali in ordine. Oggi, risulta ancora più importante sapersi districare tra le varie problematiche che possono sorgere in relazione ai lavori, per questo bisogna contare su figure capaci. La vostra organizzazione da anni si batte per la sicurezza nei cantieri. Ma purtroppo ogni giorno giungono nuove notizie drammatiche dai luoghi di lavoro. Cosa servirebbe per arginare questo fenomeno? Servirebbe una vera e propria ‘transizione’ della sicurezza

nei luoghi di lavoro. Un piano organico nazionale che possa rivedere questo settore decisivo, ancora prima di iniziare ad impostare il discorso della transizione ecologica e digitale. Non avrebbe senso, infatti, mettere i pannelli solari sugli edifici quando i lavori vengono eseguiti senza i criteri minimi di sicurezza. Abbiamo la necessità di affermare che il condominio debba diventare un luogo sicuro dove lavorare (per le imprese) e dove vivere (per gli inquilini). Purtroppo ci troviamo a registrare una mancanza di manodopera senza precedenti per le imprese edili. Si stima che manchino circa 270.000 operai nei cantieri, con le imprese che faticano a riempire gli organici. Questo significa che molto spesso viene reperito del personale in tutta fretta che, molto spesso, non detiene alcuna formazione in termini professionali, ma anche in relazione agli adempimenti di sicurezza. Basta questo per capire quanto siano diminuiti i parametri di sicurezza sul lavoro. A questo si sono aggiunte tutte le problematiche relative all’emergenza sanitaria che ha imposto l’utilizzo di ulteriori DPI sui cantieri. Come Anaci al Governo abbiamo chiesto di rimettere l’uomo al centro dei lavori che si fanno. Dobbiamo portare il rischio minimo ad approssimarsi allo zero, seguendo i canoni della programmazione e dell’analisi del rischio. Su questo ci aspettiamo interventi importanti in termini di regole chiare, sicurezza degli impianti, formazione, digitalizzazione e sostenibilità. Soltanto così possiamo veramente cambiare passo.

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Sul web sono tanti gli influencer che danno buoni consigli, negli ambiti più svariati. Ma è senza dubbio singolare l’attività che sta portando avanti Floridiana Ventrella, parallelamente al suo percorso professionale. Una pagina Instagram con annunci di lavoro, buoni consigli per proporsi ad un’azienda e tante altre dritte per scrivere un buon curriculum e costruire il proprio profilo. Gli utenti osservano, condividono e chiedono spiegazioni, in un clima generale dove quella dell’occupazione è davvero la sfida del presente e del futuro. La storia della job influencer 32enne, originaria della Puglia, è partita da lontano, da una rinomata multinazionale in provincia di Modena dove era la responsabile delle ricerca, selezione e formazione di risorse umane. Terminata que- concentrarsi su sé stessa e avviare sta esperienza lavorativa Floridia- un’attività in proprio di consulenna Ventrella è tornata a Foggia per za professionale che si divide tra

colloqui di persona e una buona fama raggiunta sul web (oltre 5000 followers su Instagram). L’abbiamo intervistata per capire quali solo le dritte che si sente di dare a coloro i quali stanno cercando di introdursi nel mondo del lavoro. È stato un atto coraggioso tornare al sud, come mai questa scelta? Nella mia azienda mi occupavo di risorse umane. Ero nell’ufficio deputato ad incontrare i candidati per selezionare le persone da inserire nell’organico. Terminata questa esperienza lavorativa, circa tre anni fa, mi sono accorta che mi mancava qualcosa. E così ho deciso di prendermi un po’ di tempo per lavorare su me stessa e chiedermi cosa avrei voluto fare. Ho realizzato che l’ambito delle risorse umane fosse quello per il quale sono più portato. Ho aperto una posizione Linkedin e da lì qualcosa è cambiato. Dopo pochi

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L’INTERVISTA ALLA JOB INFLUENCER FLORIDIANA VENTRELLA «Dal mio osservatorio sono due gli aspetti che andrebbero migliorati, uno riguarda chi cerca lavoro, l’altro riguarda le aziende» giorni ho già ricevuto le prime richieste di consulenze. Questo a testimonianza di quanto siano importanti ed efficaci gli strumenti di comunicazione di cui disponiamo oggi. Per cercare lavoro quanto sono importanti oggi i social network? È vero che sono il primo biglietto da visita per un candidato? Bisogna essere consapevoli dell’importanza dei social network. Nessun dettaglio va lasciato al caso quando si cerca lavoro e anche un banale post polemico su Facebook o una frase sgrammaticata possono essere motivi di esclusione, in sede di colloquio. Senza dubbio bisogna essere consapevoli del fatto che al giorno d’oggi un responsabile delle risorse umane, subito dopo il colloquio o anche prima, va a sbirciare i profili social dei candidati. Soprattutto quando ci si candida rispondendo ad un annuncio su internet.

Per questi motivi è utile strutturare a monte una strategia comunicativa e tenerne cura quotidianamente. Le differenze nel mercato del lavoro tra nord e sud sono tante. Concentrandoci sul sud quali sono le ‘carenze’ più diffuse che hai riscontrato rispetto al nord Italia? Dal mio osservatorio sono due gli aspetti che andrebbero migliorati, uno riguarda chi cerca lavoro, l’altro riguarda le aziende. I candidati dovrebbero apprendere la capacità di autopromuoversi, credere maggiormente in sé stessi e capire quale obiettivo perseguire. Mentre le aziende del meridione, purtroppo, spesso non si occupano della formazione continua e lasciano ‘appassire’ i loro dipendenti che, prima o poi, troveranno un’altra sistemazione. Spesso la formazione è intesa come un dogma, basta una laurea per avere un lavoro. Ma non è affatto così.

Bisogna acquisire competenze, le stesse che tante volte non vengono assicurate dal mondo scolastico e universitario. In sintesi, qual è il consiglio che ti senti di dare a chi sta cercando lavoro e non lo trova? Sono tanti i consigli che potrei dare. Innanzitutto credere in sé stessi, formarsi (con competenze informative e linguistiche) ed essere ambiziosi. I grandi imprenditori non sono per forza persone che derivano da una storia familiare aziendale, possono diventarlo anche tanti giovani, magari sfruttando bandi e finanziamenti regionali e nazionali. Io credo che ci sia ancora molta voglia di lavorare, al contrario di quanto si racconta per luoghi comuni. Certo, le opportunità al sud sono di meno rispetto al nord Italia, ma non bisogna darsi per vinti. Bisogna sapere cercare e cercare con occhi nuovi.

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Capitanio al comando dell’AGCOM Intervista esclusiva al neo eletto commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: «Agcom continuerà a svolgere il ruolo di garantire una informazione libera e pluralista sia sui social media che sui mezzi radio televisivi» LUIGI PAOLO INGLESE 24 Progetti Finanza&

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Il deputato leghista Massimiliano Capitanio è il nuovo commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). Classe 1974, padre di due figli, giornalista professionista, eletto nel 2018 deputato con la Lega nel collegio Lombardia I, già membro della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, s’iscrive a pieno titolo nel novero di quegli esponenti del Carroccio molto impegnati sul territorio, scrupolosi e attenti a valorizzare ogni istanza del proprio elettorato, capaci di coltivare uno specifico impegno fino a diventarne dei grandi esperti, contemporaneamente impegnati nelle periferie di elezione e nei palazzi delle Istituzioni, instancabili e sapienti realizzatori di proposte e soluzioni legislative. Abbiamo incontrato l’on. Capitanio in una solita giornata di grandi impegni e appuntamenti, di tensioni ormai quotidiane, provocati dal fronte bellico sciaguratamente aperto da Putin con l’Ucraina e con l’Europa e l’Occidente intero. Innanzitutto, complimenti per la sua nomina, onorevole Capitanio, e poi la prima curiosità che ne consegue immediatamente: il mandato di Agcom impone di lasciare gli scranni di Montecitorio. Emozioni, pentimenti o che cosa? “Il mio nuovo incarico – così il debutto del neocommissario Agcom – è sicuramente impegnativo ed anche entusiasmante. Lascio la politica, però, solo formalmente, poiché considero che il mio impegno politico prosegua anche se con modalità diverse da quelle che già svolgevo in Commissione Vigilanza”. L’Agcom è uno snodo vitale e rilevante delle telecomunicazioni e della digitalizzazione nel nostro Paese, è l’autorità di garanzia per eccellenza e, soprattutto, è uno strumento di libertà fondamentale per gli utenti. Quali le priorità dell’Agcom? “Molte delle priorità – dichiara l’esponente leghista - sono quelle per l’appunto già tracciate nelle sue caratteristiche istituzionali e fondative: realizzazione della rete di telecomunicazioni, rapporto più armonico con le grandi piattaforme, contrasto alla pirateria audiovisiva. Con una particolare sottolineatura su quest’ultimo punto - spiega meglio Capitanio - qui l’attenzione che dobbiamo rivolgere

deve essere costante e straordinaria, poiché il settore specifico procura alla criminalità affari per più di 2miliardi. Insomma, urge il massimo impegno per educare alla vigilanza digitale. In questa direzione muovono i Co.re.com. (Comitati regionali per le comunicazioni, ndr) che sono già impegnati in larga scala su questioni

territoriali…” I Corecom operano ormai come organi decentrati dell’Agcom e assolvono ad alcune funzioni proprie dell’autorità… “L’auspicio è di promuovere in questo senso la più forte cittadinanza attiva – prosegue il parlamentare leghista - Dal punto di vista informatico,

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Agcom continuerà a svolgere il ruolo di garantire una informazione libera e pluralista sia sui social media che sui mezzi radi televisivi. L’indipendenza dell’Autority permette, in sinergia con le altre attività, di garantire un sistema di regole che verranno sempre più applicate”. Tra gli scopi istituzionali di AGCOM vi sono quelli di assicurare e garantire il dibattito pluralistico e l’approfondimento di tematiche di grande interesse generale. Che fare in questa specifica e preoccupante contingenza, con la guerra al centro dell’Europa e alla vigilia dell’importante appuntamento referendario sulla giustizia del 12 giugno? “Come parlamentare avverto moltissimo la questione: è un problema di informazione e di formazione, è un problema di accesso ai mezzi di informazione. Quando mi soffermo sui social media – prosegue nella sua dichiarazione il neocommissario Agcom - vedo che c’è una difficoltà enorme a distinguere qualsivoglia informazione e informazione certificata. Banalmente, sul servizio pubblico in Rai abbiamo chiesto di distinguere l’opinione del professionista da quella del semplice opinionista, contrassegnandola con una sorta di bollino, con una modalità di certificazione del prodotto. Questo sul fronte dell’informazione. C’è una carenza di strumenti per gestire il flusso di informazioni. Le autorità di controllo vigilanza Rai e AGCOM hanno il dovere di intervenire quando ci si trovi al cospetto di evidente attività di propaganda. Nel caso dell’emergenza Covid e della guerra abbiamo chiesto di distinguere chiaramente fonti certificate e fonti spazzatura, i soggetti coinvolti nella comunicazione devono operare necessariamente questa distinzione, devono dar conto di tutte le attività di informazione”. Mi sovviene il caso Alessandro Orsini, il professore associato del dipartimento di scienze politiche della Luiss, direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, oscurato da wikipedia e dalla Rai per le opinioni proferite … “Sì, parlo di questo – spiega l’onorevole Capo-

tanio - Nel caso Orsini ho detto più volte che non condivido nulla di quello che egli sostiene, ma il professore di Sociologia del terrorismo internazionale è senza dubbio un docente molto qualificato, autore di numerosi libri, diffusi a livello mondiale, per cui è una persona di grande preparazione intellettuale a cui vanno affiancate persone di uguale spessore, quelle persone di ‘comprovata competenza e autorevolezza’ di cui ha già parlato la stessa risoluzione elaborata e proposta dalla commissione vigilanza Rai. In definitiva, la polemica è finanche opportuna, quando il confronto sui media mette di fronte soggetti di uguale caratura”. Onorevole, tornando alla sua recente nomina, perché la nomina di commissario Agcom ha avuto scarsa eco sui media, quasi si fosse voluto silenziare la vicenda? “No, niente di tutto questo. In verità, sulla vicenda ho letto solo un articolo di un altro candidato a me opposto. Sono persuaso – dichiara l’esponente del Carroccio - che un certo silenzio nell’occasione fosse inevitabile. E’ notorio che Agcom non abbia solitamente i grandi titoli dei giornali, è un’autorità solo per gli addetti ai lavori e gli argomenti affrontati hanno il risalto che meritano, senza grossi clamori… a tutto questo si aggiunga il dato inossidabile riguardante la nuova nomina di commissario Agcom: una candidatura come la mia ha messo d’accordo tutti e, di conseguenza, non ha sollevato né polemiche né polveroni”. Premesso che questo giornale ha nella sua ragione sociale i consumatori e, soprattutto, le imprese, quale impegno l’Agcom ha in agenda verso le imprese? “Le partite aperte sono tantissime. Posso solo dire – conclude il neocommissario Agcom che il ruolo chiave nello sviluppo delle aziende è quello di sancire un sistema di regole condivise nel rapporto con le grandi piattaforme: per realizzare un modello di lavoro e di commercio che ha per destinatari migliaia di persone e interessi per svariati miliardi”.

Cos’è l’Agcom

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L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni è stata istituita dalla legge n. 249 del 1997. Tra le sue finalità istituzionali ha i compiti di assicurare la corretta competizione tra gli operatori e tutelare gli interessi degli utenti; di predisporre dei regolamenti elettorali al fine di garantire la parità di accesso ai mezzi di informazione a tutti i contendenti. A quest’ultimo si affianca l’attività di monitoraggio e vigilanza sul rispetto della “par condicio”, in base alla legge n. 28 del 2000. L’Agcom è diretta da un consiglio di 5 membri. Il presidente e altri 4 membri scelti dal Parlamento, due per ogni Camera. Il consiglio è suddiviso in due commissioni di cui fanno parte il presidente e due commissari ciascuna: la “commissione per le infrastrutture e le reti” si occupa di gestione e assegnazione frequenze; la “commissione per i servizi e i prodotti” vigila sul rispetto delle norme relative alla qualità dei servizi offerti e loro modalità di distribuzione. Per la cronaca, il neo letto commissario Massimiliano Capitanio affiancherà il presidente Giacomo Lasorella ed i commissari Laura Aria, Antonello Giacomelli ed Elisa Giomi.

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MARIA PIA ROMANO

confidi, assicurazioni, agenzie immobiliari, società dilatelecomunicazioni, utilities, Da prima che Puglia diventasse di si terrà l’evento nazionale Covid free. moda, Gallipoli lo era già. Era il ’94 Come vi state attrezzando?

quando D’Alema e Buttiglione si incon- Gallipoli ha una responsabilità imporimprese e professionisti travano al Bastione, storico ristorante della città, per discutere le strategie per superare il governo Berlusconi. E poi Gianni Morandi a Lido Pizzo, e tanti altri vip negli anni hanno scelto la splendida cittadina ionica cantata dal poeta Vittore Fiore. I ragazzi che ora fremono per andare in vacanza a Gallipoli non erano ancora nati, ma la città era già famosa, anche per le sue discoteche. I lidi che mettevano un po’ di musica nelle notti speciali dell’estate: San Lorenzo e Ferragosto, quello che è venuto dopo è storia, perché Gallipoli ha saputo richiamare tutto il mondo, con il suo mare cristallino, i suoi locali, i suoi eventi. Ora cosa succede? Ne abbiamo parlato con il Sindaco Stefano Minerva. Sindaco Minerva, a giugno Gallipoli

tante e proprio perché è riconosciuta a livello nazionale come città anche dei giovani, si è scelto di fare nel territorio l’evento. Nulla sarà affidato al caso, vi è un protocollo da rispettare e che riguarderà tutti gli attori del sistema. Abbiamo una grande responsabilità e non possiamo permetterci di perdere la partita. Stiamo lavorando costantemente per la buona riuscita dell’evento pilota di giugno. È chiaro che le Istituzioni fanno il possibile, il resto però richiede un contributo importante anche dagli esterni. Ci sono imprenditori che stanno investendo su nuove discoteche e, a quanto pare, sono già arrivate molte prenotazioni da parte di ragazzi da tutta Italia. Gallipoli tornerà ad essere la capitale del divertimento giovanile?

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Gallipoli non torna indietro, o meglio: va avanti. sempre. Nei decenni passati Gallipoli era il punto di riferimento per le famiglie poi, grazie alla visione di imprenditori illuminati, il brand Gallipoli è diventato un’attrattiva per i più giovani. Sono del parere che un target non debba necessariamente escludere l’altro: Gallipoli nell’ultimo triennio è diventato un modello nazionale in grado di coniugare famiglie e cultura, giovani e divertimento. Non a caso gli ingressi dei contenitori culturali della città hanno visto il proprio numero raddoppiarsi. Gallipoli è una città ricca di storia, crocevia di culture, ma è anche una città fresca e giovanile. Come tutti i rapporti di convivenza serve il buon senso e il rispetto delle regole, senza non si può immaginare alcun futuro. La voglia di vivere la notte è tanta, ma siamo reduci da zona rossa e invochiamo che cessi il coprifuoco. Si comincia a parlare di vaccini per i più giovani. Pensa di organizzare centri vaccinali dedicati ai turisti, se ne avrà la possibilità? L’attuale Amministrazione ha dedicato un’attenzione importante al settore sanitario. Mi preme fare una piccola, importante premessa: il nosocomio gallipolino è diventato di primo livello proprio negli ultimi anni e insieme al Distretto Socio Sanitario abbiamo attivato un centro di assistenza medica per i tu-

ANALISI

MONITORAGGIO

VERIFICA DATI AZIENDALI


BONO à t i l a u q i d i t t e g o r p a m fir

Ffs celebra i 20 anni Infuturo la sfida è al greenwashing Venti anni di attività e 130 soci dai 15 iniziali: sono i numeri del Forum per la Finanza Sostenibile Venti anni di attività e 130 soci dai 15 iniziali. Sono i numeri impegnerà anche nel monitoraggio sia dell’evoluzione nordel Forum per la Finanza Sostenibile che ha celebrato i suoi mativa, sia dei fenomeni e delle tendenze di mercato, con20 anni di attività nell’evento conclusivo della Settimana centrandosi in particolare su investitori istituzionali e retail, SRI 2021 dedicato allo stato dell’arte e alle sfide future della Pmi e terzo settore. Fondamentale sarà per l’associazione finanza sostenibile in Italia. Il Forum dalla sua fondazione il lavoro per la trasparenza e contro il greenwashing e il lavora per promuovere gli investimenti sostenibili attraver- socialwashing, così come proseguire nella promozione del so attività di ricerca, divulgazione e formazione e aggrega dialogo tra investitori e imprese, attraverso iniziative di ensoci che a diverso titolo promuovono la finanza sostenibile, gagement collaborativo. A queste sfide si accompagnano GARANZIA ASSISTENZA stimolando il dialogo tra i diversi attori. «I risultati di questi quelle dell’educazione finanziaria e realizzato della comunicazione, Garanzia sull’intervento Servizio completo ad amministratori, proanni hanno mostrato le enormi potenzialità della finanza con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei temi chiaASSISTENZA POST INTERVENTO gettisti e singoli condomini sostenibile e l’importanza del lavoro del Forum su temi di- ve della finanza sostenibile, aumentare la consapevolezza Monitoraggio risultatidelconseguiti e cone portare dei il contributo Forum al dibattito ventati ormai centrali nelle agende politiche e nelle strate- dei cittadini SEMPLIFICAZIONE trollo delle performance dei prodotti utilizdegli operatori finanziari – ha commentato il presidente pubblico. Unico gie interlocutore responsabile (progetdel Forum Gian Franco Giannini Guazzugli − È una grande «La crescita zati della base associativa e delle attività del Forum tazione, realizzazione, acquisizione credito, soddisfazione celebrare oggi questo anniversario, guar- per la Finanza Sostenibile è andata di pari passo in questi ECONOMIE DI normativa SCALA a livello europeo e con gestione finanziaria) gli sviluppi della dando avanti alle prossime sfide che ci attendono in que- anni con la progressiva integrazione dei fattori ambientali, sociali sta fase di ripresa verso obiettivi di sviluppo sostenibile». Riduzione dei costi necessari nelle varie CERTIFICAZIONE governance da parte degli operatori finanziari La prima sfida per il Forum è dare il proprio contributo – e di buona fasi in ragione di una gestione organica Certificazione progettazione dell’interin termini sulla di divulgazione, formazione e ricerca – al rag- e delle aziende – ha dichiarato il segretario generale del unitaria dell’intero intervento e dell’esecuvento giungimento e sulla procedura di maturazione del degli obiettivi climatici e alla realizzazione di Forum Francesco Bicciato – Spesso il Forum ha avuto con zione contemporanea un considerevole il ruolo di indicare ladi strada e anticipare tentransizione ecologica giusta e inclusiva. Di pari passo, soddisfazione creditouna fiscale di interventi l’associazione punta ad accompagnare lo sviluppo della denzenumero ed evoluzioni del mercatoanaloghi Sri. Con entusiasmo racfinanza sostenibile, promuovendo il riorientamento degli cogliamo le sfide del futuro: la trasparenza, la ricerca, la investimenti verso obiettivi di sostenibilità e una sempre divulgazione, il contributo per una transizione giusta e la più profonda integrazione dei fattori ambientali, sociali e promozione del dialogo costruttivo con le istituzioni e gli Sedi&contatti Sede legale nelle politiche aziendali. Il Forum si attori economici E-mail: pubblici e privati». di buona governance

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SuperBonus 110%

A cura di Dario Gucci Avvocato

La legittimità delle delibere assembleari in tema di superbonus

30 Progetti Finanza&

L’assemblea dei condomini nel momento in cui intende accostarsi alla disciplina dei lavori edilizi assistiti da superbonus 110% ex D.L. n. 34 del 2020 convertito con la Legge n. 77 del 2020 è chiamata ad adottare una serie di delibere prima di poter arrivare all’agognato materiale avvio dei lavori. Per brevità si sintetizza qui di seguito l’oggetto delle varie delibere da adottare in successione: Incarico ad un tecnico per l’analisi di prefattibilità dell’intervento edilizio: si tratta di esaminare lo stato di fatto dell’edificio e di far determinare al tecnico se lo stesso abbia le caratteristiche edilizie, urbanistiche e termiche per l’ottenimento del superbonus 110% ed indirettamente anche il suo “stato legittimo” cioè la conformità del manufatto a quanto assentito nel tempo dall’Autorità edilizia comunale; ulteriore incarico ad un tecnico per una analisi di fattibilità, cioè l’individuazione delle opere che concretamente potranno essere eseguite sull’edificio e le conseguenze delle medesime sul piano antisismico ed energetico al fine di raggiungere il miglioramento richiesto dalla normativa; un ulteriore incarico ad un tecnico per la realizzazione di un’indagine termica sull’edificio e sul suo involucro con redazione dell’APE (attestato di prestazione energetica dell’edificio); infine, si arriva alla delibera assembleare per l’incarico ai tecnici che dovranno seguire l’intero iter ed alle imprese esecutrici che concretamente dovranno eseguire i lavori. In tal caso è preferibile affidarsi ad un contraente generale (general contractor) che si incaricherà di ambedue gli aspetti, quello professionale e quello organizzativo-imprenditoriale, curando il buon esito dell’intervento e semplificando l’attività dei committenti e degli amministratori di condominio. Veniamo quindi ad una disamina dei quorum necessari per l’adozione di valide delibere assembleari. Occorre preliminarmente affrontare la tematica del quorum costitutivo della seduta assembleare, cioè il numero di condomini sufficienti alla legale costituzione dell’organo deliberativo.

Il Codice civile dedica a quest’aspetto il primo ed il terzo comma dell’art. 1136. Per poter considerare valida la costituzione dell’assemblea occorre che siano presenti tanti partecipanti che rappresentino almeno due terzi del valore dell’edificio (come da tabelle millesimali) nonché, la maggioranza dei partecipanti al condominio (calcolati su base capitaria) Essendo difficile il raggiungimento di detto quorum il codice ne prevede un abbassamento, in sede di seconda convocazione dell’assemblea, alle seguenti soglie: Un terzo del valore dell’edificio Un terzo dei partecipanti al condominio Detto quorum costitutivo in prima o seconda convocazione vale per qualsivoglia delibera assembleare comprese quelle che riguardano le innovazioni e gli interventi agevolati da superbonus 110%. Quanto al quorum deliberativo va rilevato che lo stesso si compone di due soglie: la prima soglia che è identica in ogni tipo di deliberazione è che il numero dei favorevoli (sempre con il sistema capitario) sia sempre superiore a quello dei contrari: si deve cioè formare una maggioranza fisica di persone in seno all’assemblea. La maggioranza si computa ovviamente solo sulla base delle persone presenti in seno all’assemblea al momento della singola specifica delibera. Raggiunta questa maggioranza occorre computare il valore della medesima sulla base delle tabelle millesimali, ed è a questo punto che il codice pone soglie diverse a seconda dell’oggetto della deliberazione da adottare. Abbiamo dunque un ventaglio di soglie: Metà del valore dell’edificio in prima convocazione (art. 1136, 2° co.) Un terzo del valore dell’edificio in seconda convocazione (art. 1136, 3° co.) Sempre la metà del valore dell’edificio in alcuni casi specifici: nomina amministratore, liti attive o passive, riparazione di notevole

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entità, innovazioni cd. “sociali” ed altro (art. 1136, 4° co) Due terzi del valore dell’edificio in caso di innovazioni ex art. 1120 primo comma. (art. 1136 5° c.) Come si può agevolmente rilevare di norma il quorum deliberativo richiesto per le approvazioni delle delibere è inferiore o al di più uguale al quorum costitutivo; si ipotizza che in seno al consesso assembleare si formino una maggioranza ed una minoranza; vi sono però dei casi in cui per l’importanza delle decisioni da assumere il nostro Codice civile prevede un quorum deliberativo più alto del quorum costitutivo; in tali casi l’assemblea è regolarmente formata, può esaminare e discutere l’argomento ma non può deliberare. Si pensi al caso delle innovazioni cd. ordinarie ove in seconda convocazione è sufficiente un terzo dei condomini e dei valori millesimali per costituire l’assemblea ma addirittura due terzi dei valori millesimi per deliberare. Per ovviare a queste problematiche che indubbiamente frenano l’attività dell’assemblea con la novella del 2012 è stata rivista la disciplina delle innovazioni e individuata una sottocategoria di innovazioni cd. “sociali” Infatti, gli artt. 1120, commi 2 e 3, e gli artt. 1122-bis e 1122-ter del Codice civile, riprendendo talvolta discipline già contenute in una disorganica preesistente legislazione speciale, favoriscono, quanto all’individuazione dei quorum deliberativi occorrenti ed alle modalità esecutive coinvolgenti sia beni condominiali sia porzioni esclusive, le installazioni su parti comuni di opere ed impianti (centralizzati e non centralizzati) relativi a: sicurezza e salubrità dell’edificio (opere di consolidamento statico ed antisismico ed altro); eliminazione delle barriere architettoniche (innalzando peraltro la maggioranza necessaria rispetto a quella prima prevista dall’art. 2, co. 1° L. 13/89) contenimento del consumo energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili, ricezione radiotelevisiva e di flussi informativi, videosorveglianza. La disciplina agevolativa fa decrescere il quorum deliberativo dai due terzi dell’art. 1136, 5° co. alla metà del valore dell’edificio. Già nella riforma del 2012 (Legge n. 220 del 2012 e successive modifiche) vi era l’idea di agevolare l’espressione di una volontà assembleare in tutte quelle delibere che avevano ad oggetto un utile miglioramento degli edifici. Detto miglioramento ha una funzione che travalica gli interessi dei singoli condomini ed assurge ad interesse collettivo dell’intera comunità. La sicurezza antisismica, il minor consumo energetico, l’abbattimento delle barriere architettoniche hanno una funzione collettiva e sociale che giustifica la particolare attenzione del Legislatore. In questa sottocategoria di interventi innovativi previsti nella novella del 2012 all’art. 1220 ritroviamo già in embrione tutti quegli interventi che saranno poi previsti nella successiva disciplina della legge n. 63 del 2013 (bonus antisismico ed energetico) e dal successivo D.L. n. 34 del 2020 (Superbonus 110%). Sono infatti compresi nel cd. Superbonus 110% sia gli interventi

volti al miglioramento della statica dell’edificio sia quegli interventi destinati a migliorarne la resa energetica nonché gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. Abbiamo quindi una stratificazione di norme sempre più agevolative che coinvolgono in linea di massima la stessa tipologia di interventi. In ultimo la disciplina agevolativa del Superbonus 110% oltre ad incidere molto favorevolmente sulla disciplina fiscale fa decrescere ulteriormente per detti interventi il quorum deliberativo dalla metà prevista all’art. 1120, 2° co. fino ad un terzo del valore dell’edificio, nei fatti il quorum deliberativo più basso di tutta la disciplina condominiale. In buona sostanza tutti gli interventi agevolati contenuti nell’articolo n. 119 del D.L. n. 34 del 2020, il Decreto “rilancio”, sono trattati dalla normativa speciale al pari al pari di una decisione assembleare ordinaria di minima importanza, con i quorum meno consistenti in assoluto e che qui di seguito si riassumono: Quorum costitutivo (in seconda convocazione): Un terzo del valore dell’edificio ed un terzo dei partecipanti al condominio Quorum deliberativo: maggioranza dei presenti all’assemblea ed un terzo del valore dell’edificio. Con detti quorum ai sensi del comma 9 bis del citato articolo 119 l’assemblea del condominio può procedere all’approvazione degli interventi di assistiti da superbonus (commi da 1 ad 8 del medesimo articolo) incluse tutte le deliberazioni prodromiche precedentemente descritte nonché di far contrarre al condominio un prestito finalizzato alla loro esecuzione. Inoltre, con la stessa maggioranza l’assemblea può deliberare tanto l’adesione all’opzione per la cessione del credito d’imposta quanto l’opzione per lo sconto in fattura di cui al successivo articolo 121 del citato decreto. L’assemblea quindi nell’ambito delle proprie attribuzioni (cioè i lavori sulle parti comuni dell’edificio) può commissionare gli studi prodromici ed i lavori, nonché decidere delle sorti del credito fiscale. Con i medesimi quorum l’assemblea del condominio può anche imputare, in deroga alle tabelle millesimali, ad uno o più condomini dell’intera spesa riferita all’intervento deliberato. In tal caso si circoscrivono i beneficiari dell’intervento escludendo alcuni condomini e realizzando una forma di “accollo” interno al condominio. Di norma avviene nei casi più spinosi di proprietà contese o mancata conoscenza dell’identità dei proprietari. La norma pone però l’esplicita condizione che i condomini “accollanti”, ai quali cioè sono imputate le spese, esprimano singolarmente parere favorevole. In conclusione, il Legislatore nel regolare la materia ha manifestato grande chiarezza ed analiticità al punto da agevolare notevolmente gli operatori del settore e gli amministratori di condomini nell’interpretazione del testo di legge. L’intero impianto normativo è di tutta evidenza agevolativo ed è un’ottima occasione per l’ammodernamento antisismico ed energetico degli stabili condominiali vetusti. Non rimane che augurarci che, con gli opportuni contrappesi e controlli, l’intera disciplina possa avere una durata la più lunga possibile.


Digital communication

A cura della dott.ssa Valentina Apicella Esperto in Digital Communication

Tasso di sviluppo digitale delle imprese italiane

32 Progetti Finanza&

La digitalizzazione delle imprese italiane è da top ten in Europa ma il Sistema Paese è fanalino di coda: le tecnologie adottate e i gap da colmare per correre al passo con i tempi: social media, cloud, big data, intelligenza artificiale, ICT per la sostenibilità ambientale, fatturazione elettronica, sistemi di electronic information sharing, sono le tecnologie considerate fondamentali per misurare il tasso di sviluppo digitale delle imprese, in base alle quali l’Italia si posiziona fra i top performer in Europa. Certo l’Italia non è diventato un paese improvvisamente super digitalizzato, anzi continuiamo a essere in coda all’indice DESI sulla digitalizzazione del “Sistema Paese”. Tale situazione deriva soprattutto dalla scarsa digitalizzazione della P.A. e dalla carenza di specifiche competenze digitali degli addetti ai lavori. Controtendenza invece le nostre imprese sono nella top ten europea, come dimostrato dall’analisi dei dati contenuti nel rapporto Ambrosetti “Verso un’Italia cashless” grazie anche alle opportunità offerte dal PNRR. Nel merito tale focus si è accentrato sul livello di maturità digitale delle imprese e chiarisce meglio i criteri di utilizzo delle tecnologie digitali nelle imprese italiane inoltre, si focalizza su quattro parametri: maturità digitale e gestione della supply chain, adozione dell’e-commerce B2B e B2C, impatto del Covid sulla digitalizzazione, prospettive future. Le grandi aziende hanno una percezione del proprio livello di maturità digitale che sfiora il 90%, nelle imprese di medie dimensioni il valore scende al 71,6%, nelle piccole imprese al

65%. Il punto è che fra il livello percepito e quello reale si registra una differenza: il gap medio rilevato in base ai dati ISTAT è pari a 30,6 punti percentuali, con valori più elevati fra le aziende piccole. Per quanto attiene invece la scarsa digitalizzazione dell’Italia, pesa la Pubblica Amministrazione e la carenza di competenze, mentre le imprese siamo all’ottavo posto, con un buon livello di integrazione nelle strategie di business delle sette tecnologie sopra riportate. L’indice DESI misura tuttavia soltanto il livello di adozione delle tecnologie e non il modo in cui vengono integrate nel business. Inoltre, è emersa una propensione nel di-

gitalizzare alcune aree a discapito di altre, probabilmente a causa di una scarsa conoscenza di certi ambiti. Le aree più digitalizzate sono quelle legate al marketing, in particolare la ricerca di nuovi clienti, per la quale il web è molto sfruttato. Un’area invece poco battuta dalle imprese è quella che riguarda molti processi interni alle aziende che, se innovati, possono rappresentare un grande passo avanti per le imprese. Si tratta di tutte quelle aree che migliorano e automatizzano i processi interni e di gestione aziendale che nel lungo periodo possono recare un reale miglioramento nella vita delle imprese e rendere concreta la loro digitalizzazione.

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A cura dell’Avv.

parere legale

Paolo Caputo

Info e contatti: studiopaolocaputo@libero.it

Appalti, il principio di unicità dell’offerta è derogabile solo per espressa previsione della legge di gara Voglio richiamare in questa rubrica l’articolo di Giovanni F. Nicodemo La possibilità di presentare una pluralità di offerte o offerte alternative, comportando l’opportunità di sfruttare una pluralità di opzioni, non può mai essere accordata o riservata ad una sola impresa concorrente, ma deve comunque essere garantita a tutte le partecipanti in nome della par condicio e, pertanto, prevista e regolata nella lex specialis. È quanto stabilisce il Consiglio di Stato sezione III con la Sentenza n. 2413 del 1° aprile 2022. I fatti di causa La controversia si riferisce all’affidamento di un appalto di servizi. L’impresa ricorrente aveva impugnato dinanzi al giudice amministrativo gli atti della procedura contestando che i concorrenti avevano presentato offerte plurime e alternative; pertanto, meritando di essere esclusi dalla gara. Tuttavia, il giudice di primo grado ha respinto la suddetta censura. Segnatamente, il TAR ha stimato come inconferente la circostanza che nella sola documentazione illustrativa fornita dagli stessi concorrenti a “comprova” di quanto già dichiarato nella offerta fossero contenuti alcuni isolati riferimenti anche a prodotti diversi da quelli inseriti nella scheda tecnica (o versioni diverse dello stesso prodotto). Di diverso avviso si è detto il Consiglio di Stato, che con la sentenza in esame ha ribadito l’immanenza nel nostro ordinamento del principio di unicità dell’offerta, e la derogabilità dello stesso solo

ed esclusivamente nel rispetto della par condicio. La decisione I giudici di Palazzo Spada muovono dall’assunto che il principio di unicità dell’offerta di cui all’art. 32, comma 4, del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, impone agli operatori economici di presentare una sola proposta tecnica e una sola proposta economica, al fine di conferire all’offerta un contenuto certo ed univoco. Il principio in parola è posto a presidio – da un lato – del buon andamento, dell’economicità e della certezza dell’azione amministrativa, per evitare che la stazione appaltante sia costretta a valutare plurime offerte provenienti dal medesimo operatore economico, tra loro incompatibili, e che perciò venga ostacolata nell’attività di individuazione della migliore offerta, e – dall’altro – a tutela della par condicio dei concorrenti, poiché la pluralità delle proposte attribuirebbe all’operatore economico maggiori possibilità di ottenere l’aggiudicazione o comunque di ridurre il

rischio di vedersi collocato in posizione deteriore, a scapito dei concorrenti fedeli che hanno presentato una sola e univoca proposta corrispondente alla prestazione oggetto dell’appalto, alla quale affidare la loro unica ed esclusiva chanche di aggiudicazione. La presentazione di un’unica offerta capace di conseguire l’aggiudicazione, infatti, è il frutto di un’attività di elaborazione nella quale ogni impresa affronta il rischio di una scelta, che la stazione appaltante rimette alle imprese del settore, ma che comporta una obiettiva limitazione delle possibilità di vittoria. La decisione in esame è in linea con il prevalente orientamento della giurisprudenza amministrativa ad avviso del quale, qualora, nell’ambito delle procedure di gara ad evidenza pubblica, vi sia una violazione del principio dell’unicità dell’offerta, l’operatore economico che ha commesso tale violazione deve essere escluso dalla gara (in termini T.A.R. Torino, (Piemonte) sez. I, 11/02/2019, n.193).


A c u r a d i To m m a s o M a z z i o t t i Presidente C.d.A. Cred.it Spa

economia a 360°

Assolombarda per la Finanza Sostenibile. Sfide e proposte per le imprese

34 Progetti Finanza&

Creare un ecosistema, tra pubblico e privato, che possa attivare strategie che sappiano traguardare la crisi. Nel contesto attuale, la finanza sostenibile contribuisce a mantenere il ruolo di sostegno alle politiche industriali europee e nazionali attraverso regole e processi che permettono alle imprese di rafforzare o avviare il percorso verso modelli di business più sostenibili. Questi i temi al centro dell’evento “Finanza Sostenibile: sfide e proposte per le imprese” che ha avuto luogo nell’Auditorium Giorgio Squinzi nella sede di Assolombarda a Milano. Un’occasione di confronto tra gli attori di sistema, le imprese, gli istituti finanziari, gli enti regolatori, i cittadini, sul tema della Finanza Sostenibile, un asset e un valore ormai irrinunciabile per il sistema Paese. “E’ grazie alla finanza sostenibile che possiamo creare un ecosistema che possa permetterci di traguardare la crisi, rendendo premianti le scelte compatibili con la dimensione sociale, ambientale, di governance, in una prospettiva strategica - ha detto il Presidente di Assolombarda Alessandro Spada, aprendo l’evento. “Così la sostenibilità diventa un volano per il business - ha continuato Alessandro Spada - ma anche un attivatore strategico per la creazione di valore. Dobbiamo leggere la sostenibilità come un’opportunità, per bilanciare, strategicamente e con una visione di lungo respiro, anche gli squilibri geopolitici, di mercato e di scenario internazionale” - ha concluso il Presidente di Assolombarda. L’evento di oggi è il risultato del lavoro coordinato dal vicepresidente di Assolombarda, con delega a Credito e Finanza, Paolo Gerardini, che ha dato impulso ad un paper che fonde insieme stato dell’arte dei temi ESG e una serie di raccomandazioni ai principali stakeholder del territorio. La finalità è rendere più efficace e pervasivo l’inserimento della sostenibilità nelle linee strategiche dell’impresa e la sua valorizzazione nei confronti della finanza.

“Quella che ha al centro la finanza sostenibile - ha spiegato Paolo Gerardini - è una sfida decisiva per il sistema industriale, e richiede un cambio importante di paradigma da parte di tutti. È un campo in cui, concretamente, coniugare istanze di sviluppo sostenibile e opportunità di business, dimensione pubblica e privata, grandi attori di sistema e piccole realtà produttive. Per questo abbiamo elaborato chiare linee guida per aiutare le imprese e il mondo finanziario a intraprendere, insieme, un percorso verso una finanza sostenibile, diffusa, consapevole, volano di crescita per le filiere” - ha concluso il vicepresidente di Assolombarda Paolo Gerardini. L’incontro ha ospitato gli interventi di attori fondamentali del sistema, le imprese, gli enti regolatori, gli istituti finanziari, organizzando i loro interventi su due distinte tavole rotonde, dal titolo: «Essere un’azienda sostenibile conviene davvero?» e «Quali opportunità e ostacoli per il mondo della finanza?». I lavori sono stati animati dall’intervento dello scrittore e narratore Stefano Massini che ha ricostruito un percorso narrativo attorno alla sostenibilità come fattore chiave per il futuro, e chiusi da Paolo Gerardini che ha lavorato a una sintesi dei temi portati sul tavolo. Erano presenti Ugo Bassi - Direttore Direzione Generale FISMA, Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali - Commissione europea; Paolo Bogi - Head of Corporate Finance Eni Spa; Giorgio Gobbi - Direttore Banca d’Italia sede di Milano; Isabella Fumagalli – Direttrice Divisione Private Banking e Wealth Management BNL BNP Paribas; Nicola Lamberti - Blogger e divulgatore ambientale Politecnico di Milano; Matteo Locatelli - CEO Pink Frogs Cosmetics Srl; Stefano Massini - scrittore e narratore; Giovanni Sandri – Managing Director Country Head BlackRock Italy; Mirna Villi - CFO Guna Spa.

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Lo Studio è organizzato per svolgere in autonomia attività di progettazione strutturale sia nell’ambito dell’edilizia civile che industriale, sia per la creazione di nuove costruzioni che per la ristrutturazione e la rivalutazione di costruzioni esistenti.

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La direzione lavori strutturale è attuata attraverso un susseguirsi di verifiche, analisi, sopralluoghi, prove, riunioni, verbalizzazioni e attività che portano alla stesura finale della Relazione a Strutture Ultimate che rappresenta l’atto finale del processo.

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