Magazine P&F ottobre 2023

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Pubblicazione mensile in formato digitale sul sito www.progettiefinanza.info Editore Payclick srl anno VI •numero 62 •Ottobre 2023 Stabilimenti balneari in italia: tra tradizione e sfide del presente MAGAZINE Finanza & Progetti POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALEAUT. N°MIPA/CENTRO-SUD/191/2022 PNRR Sarà motore del cambiamento?
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OTTOBRE 2023

AUTUNNO CALDO ECONOMICO: RIFLESSIONI SULLA

SITUAZIONE ECONOMICA ITALIANA A OTTOBRE 2023

Ottobre 2023 si apre in Italia con un’atmosfera carica di tensione economica, alimentata da una serie di sfide e incertezze che influenzano il tessuto economico del Paese. Il contesto nazionale ed internazionale gioca un ruolo cruciale in questo “autunno caldo” economico, mettendo a dura prova la resilienza della nazione e la capacità di adattamento del sistema economico italiano. Nonostante i progressi nella gestione della pandemia da COVID-19, il suo impatto persiste.

Un elemento di preoccupazione è rappresentato dall’aumento dell’inflazione. L’accelerazione dei prezzi delle materie prime e dei beni di consumo ha generato un aumento dei costi per le imprese e una pressione sui bilanci familiari. Ciò potrebbe tradursi in una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e in un rallentamento della spesa interna, elemento fondamentale per il sostegno della crescita economica. Il debito pubblico italiano, già elevato prima della pandemia, è aumentato ulteriormente a causa delle spese straordinarie necessarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria. La sostenibilità di questo debito diventa una questione cruciale, con l’esigenza di bilanciare la necessità di investimenti per la ripresa economica con la gestione responsabile delle finanze pubbliche. Le scelte in merito alle politiche fiscali e agli investimenti pubblici avranno un impatto significativo sulla capacità del Paese di uscire dalla crisi in modo robusto.

Direttore Responsabile

Maria Rosaria De Leonardis

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Foggia n. 3 del 28/04/2021

E’ vietata la riproduzione anche parziale dei testi e materiale fotografico

Per affrontare la complessità della situazione economica, è necessario perseguire riforme strutturali che migliorino la competitività del Paese. La semplificazione burocratica, la promozione dell’innovazione e degli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché la riforma del mercato del lavoro sono tutte sfide cruciali che richiedono attenzione e azione immediata.

Nonostante le sfide, ci sono anche prospettive positive. Il settore delle esportazioni potrebbe giocare un ruolo chiave nella ripresa economica, sfruttando la domanda estera per i prodotti italiani. La digitalizzazione rappresenta un’opportunità per migliorare l’efficienza e la competitività delle imprese italiane, aprendo nuove vie per la crescita economica e l’occupazione.

In conclusione, l’autunno 2023 si presenta come una stagione cruciale per l’Italia dal punto di vista economico. La capacità del Paese di affrontare le sfide attuali e di attuare riforme strutturali determinerà il percorso della sua ripresa economica. La collaborazione tra il settore pubblico e privato, insieme a una visione lungimirante, sarà essenziale per superare le difficoltà attuali e costruire un futuro economico più robusto e sostenibile.

MAGAZINE
Mazziotti EDITORE EDITORIALE anno VI •numero 62•Ottobre 2023 •
Tommaso

Un anno del Governo Meloni: Tra sfide e opportunità per l’Italia

Il governo Meloni ha affrontato anche la crescente preoccupazione per le questioni ambientali e lo sviluppo sostenibile. L’adesione a politiche più conservatrici in questo settore ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi sostiene che sia necessario bilanciare la tutela dell’ambiente con la crescita economica, dall’altro, ci sono preoccupazioni riguardo a un possibile rallentamento nella transizione verso energie rinnovabili e politiche più eco-friendly. Il governo Meloni ha anche affrontato la questione dell’immigrazione con politiche più restrittive, puntando a rafforzare i controlli alle frontiere e a ridurre l’arrivo di migranti. Queste politiche hanno incontrato l’apprezzamento di alcuni settori della popolazione, ma sono state criticate da organizzazioni umanitarie e gruppi che sostengono una visione più aperta e inclusiva sull’immigrazione. Sul fronte della politica estera, il governo Meloni ha cercato di ridefinire la posizione dell’Italia nel contesto internazionale. La leader di Fratelli d’Italia ha sostenuto una maggiore autonomia e indipendenza, anche all’interno dell’Unione Europea. Questo approccio ha generato un mix di reazioni, con alcuni che lodano una posizione più assertiva, mentre altri temono il rischio di isolamento o tensioni con i partner europei.

Un anno del governo Meloni ha evidenziato una serie di decisioni e politiche che hanno suscitato dibattiti intensi nella società italiana. La sfida per il futuro sarà bilanciare la visione politica del governo con la necessità di costruire un consenso ampio e sostenibile. Mentre alcuni elogiano l’approccio deciso della leader di Fratelli d’Italia, altri esprimono preoccupazioni sulla polarizzazione della politica e sulla necessità di trovare un terreno comune per affrontare le

sfide del Paese. A un anno dall’inizio del governo Meloni, l’I talia si trova a un punto di svolta, con la necessità di affron tare le sfide e capitalizzare sulle opportunità per costruire un futuro più prospero e equo. “Il nostro impegno per la crescita economica è tangibile nei risultati che stiamo ve dendo. Abbiamo ridotto gli oneri fiscali sulle imprese, pro muovendo la creazione di nuovi posti di lavoro. Crediamo che una economia forte sia il fondamento per una società prospera, e continueremo a lavorare per garantire la stabi lità e la crescita sostenibile del Paese.”

La nostra visione per lo sviluppo sostenibile è centrata sulla responsabilità nei confronti dell’ambiente senza compro mettere la crescita economica. Dobbiamo essere custodi attenti del nostro pianeta, e allo stesso tempo, assicurare che le politiche ambientali non danneggino la competiti vità delle imprese italiane. Siamo impegnati a trovare un equilibrio che protegga il nostro ambiente e promuova la prosperità economica.” “Guardando avanti, vedo un’Ita lia più forte e unita. Abbiamo compiuto passi significativi, ma c’è ancora molto da fare. Continueremo a lavorare per costruire un Paese in cui ogni cittadino abbia opportunità, sicurezza e orgoglio. La strada potrebbe essere difficile, ma insieme possiamo superare ogni sfida e costruire un futuro migliore per tutti.”

Le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni riflettono l’impegno del suo governo verso una visione di Italia che bilancia la crescita economica, la sicurezza nazionale e la sostenibilità ambientale. Tuttavia, tali dichiarazioni suscitano opinioni divergenti nella società italiana, riflettendo la complessità delle sfide che il Paese affronta.

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SETTORE HI-TECH: L’approccio europeo all’intelligenza artificiale

La Commissione Europea ha riconosciuto la necessità di affrontare le sfide etiche e sociali dell’IA, presentando una proposta di regolamento denominata “Regolamento sull’IA”

L’avanzamento dell’Intelligenza Artificiale (IA) è una delle rivoluzioni tecnologiche più significative del nostro tempo, portando cambiamenti radicali nei settori industriali, economici e sociali. Al centro di questa evoluzione, troviamo modelli di linguaggio come ChatGPT, che dimostrano la potenza e la versatilità di tali tecnologie. A fronte di tali progressi, l’Unione Europea ha intrapreso l’iniziativa di regolamentare l’uso dell’IA attraverso un pacchetto di normative, suscitando un ampio dibattito sulle implicazioni di questa regolamentazione e sul suo impatto futuro.

L’Intelligenza Artificiale è entrata nelle nostre vite in modi che vanno ben oltre la pura automazione. ChatGPT,

sviluppato da OpenAI, è un esempio di come modelli di linguaggio avanzati possano comprendere e generare testi in modo quasi umano. Questi modelli sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, dai servizi clienti alle traduzioni automatiche, e dalle conversazioni virtuali all’analisi di grandi dataset. Tuttavia, la loro complessità solleva interrogativi etici e normativi.

La Commissione Europea ha riconosciuto la necessità di affrontare le sfide etiche e sociali dell’IA, presentando una proposta di regolamento denominata “Regolamento sull’IA”. Questo documento rappresenta un passo significativo verso la definizione di stan-

dard chiari e regole per l’uso responsabile dell’IA nell’Unione Europea. La proposta affronta diverse aree, compresa la trasparenza, la responsabilità, la sicurezza e la sorveglianza dei sistemi di IA ad alto rischio.

La proposta si basa su diversi principi guida:

Divieto di Pratiche Inaccettabili: Vieta l’uso di IA in modo da causare danno significativo o ingiustificato alle persone, come la manipolazione dei comportamenti umani.

Trasparenza e Accessibilità: Richiede che gli utenti siano consapevoli quando stanno interagendo con un sistema di IA e che siano informati sulla natura dell’interazione.

Sorveglianza e Regolamentazione

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degli Sistemi ad Alto Rischio: I sistemi di IA considerati ad alto rischio, come quelli utilizzati nella salute, nei trasporti e nella sicurezza, saranno soggetti a standard più rigorosi e sorveglianza da parte delle autorità competenti.

Qualità dei Dati e Impatto Ambientale: La qualità dei dati utilizzati per addestrare modelli di IA è messa in primo piano, così come la minimizzazione dell’impatto ambientale delle soluzioni IA.

Conformità e Responsabilità: Le organizzazioni devono dimostrare la conformità con le normative e assumersi la responsabilità degli impatti delle loro tecnologie.

Nonostante gli sforzi di regolamen-

tazione, emergono sfide cruciali. La definizione di “rischio elevato” può essere soggettiva, e la regolamentazione potrebbe porre un onere significativo sulle imprese, soprattutto le PMI. La necessità di bilanciare l’innovazione e la regolamentazione è un terreno delicato, poiché la cautela eccessiva potrebbe frenare lo sviluppo tecnologico. Le normative europee avranno un impatto che va oltre i confini dell’UE. L’approccio europeo all’IA potrebbe influenzare gli standard globali, poiché le imprese cercano di conformarsi alle normative più rigorose per accedere a mercati estesi. Allo stesso tempo, la competizione con altre potenze mondiali che potrebbero adottare approcci più flessibili potrebbe presen-

tare sfide economiche e tecnologiche per l’Europa.

Mentre l’UE cerca di bilanciare il progresso tecnologico con l’etica e la sicurezza, la regolamentazione dell’IA sarà una sfida in corso. Colmare il divario tra i progressi tecnologici e l’adozione di normative significative richiederà un dialogo aperto tra governi, imprese e cittadini. La chiave sarà una collaborazione internazionale per garantire che le normative promuovano l’innovazione, proteggano i diritti individuali e affrontino le sfide emergenti dell’IA. Solo attraverso un approccio equilibrato e collaborativo possiamo plasmare un futuro in cui l’Intelligenza Artificiale lavori a beneficio di tutta l’umanità.

Green economy: innovazioni e prospettive di sostenibilità in Italia

L’ITALIA SI È IMPEGNATA IN MANIERA SIGNIFICATIVA NELLA

PROMOZIONE DELLA GREEN ECONOMY ATTRAVERSO UNA SERIE

DI POLITICHE E INIZIATIVE INNOVATIVE. UN ELEMENTO CHIAVE DI

QUESTA STRATEGIA È IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

La transizione verso una green economy rappresenta uno dei principali imperativi globali, e l’Italia sta emergendo come un attore chiave in questo movimento verso una sostenibilità ambientale più ampia. Attraverso una serie di innovazioni e politiche ambiziose, il Paese sta cercando di ridefinire il suo modello economico, puntando non solo a promuovere la crescita, ma anche a mitigare l’impatto ambientale e preservare le risorse naturali per le generazioni future.

La green economy si basa sull’idea di un’economia sostenibile, dove le attività economiche sono orientate verso la riduzione dell’impatto ambientale, la conservazione delle risorse naturali e la promozione di energie rinnovabili. Questo approccio mira a conciliare la crescita economica con la salvaguardia dell’ambiente, unendo sostenibilità ambientale e benessere economico.

L’Italia si è impegnata in maniera significativa nella promozione della green economy attraverso una serie di politiche e iniziative innovative. Un elemento chiave di questa strategia è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede investimenti mirati in progetti che abbracciano

l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile e la transizione verso un’economia circolare.

L’Italia ha fatto passi da gigante nel settore delle energie rinnovabili, cercando di ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali. La produzione di energia da fonti come il solare e l’eolico è aumentata notevolmente, contribuendo a una maggiore indipendenza energetica e a una significativa riduzione delle emissioni di gas serra. Il governo italiano ha posto l’obiettivo ambizioso di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Un’altra area chiave di attenzione è la promozione della mobilità sostenibile. Il piano per la transizione verso veicoli elettrici è stato intensificato, con incentivi per l’acquisto di auto elettriche, la creazione di infrastrutture di ricarica e la promozione di trasporti pubblici più ecologici. Queste iniziative non solo riducono le emissioni del settore dei trasporti, ma anche promuovono un’industria automobilistica più sostenibile. La riqualificazione energetica degli edifici è al centro delle politiche per migliorare l’efficienza

energetica. Programmi di incentivi sono stati implementati per supportare la ristrutturazione degli edifici, promuovendo l’uso di tecnologie a basso impatto ambientale e riducendo il consumo energetico degli spazi abitativi e lavorativi. L’Italia sta anche adottando una prospettiva circolare verso l’economia, promuovendo la riduzione dei rifiuti e il riciclo. Iniziative come il divieto di plastica monouso e la promozione di pratiche aziendali sostenibili stanno contribuendo a creare un’economia in cui i materiali sono riutilizzati e riciclati, riducendo al minimo l’impatto ambientale.

Nonostante i progressi significativi, ci sono sfide da affrontare. La transizione verso una green economy richiede investimenti sostanziali e la collaborazione tra settori pubblico e privato. La necessità di superare le resistenze al cambiamento, migliorare la consapevolezza pubblica e garantire un’equa distribuzione degli sforzi sono aspetti critici da considerare. L’adozione di politiche a favore della green economy non solo ha benefici ambientali, ma può anche generare opportunità economiche.

La crescita di settori come le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile e la gestione dei rifiuti crea nuovi posti di lavoro e stimola l’innovazione, posizionando l’Italia in una posizione favorevole nel mercato globale delle tecnologie sostenibili. L’approccio italiano alla green economy si inserisce in un contesto più ampio dell’Unione Europea, che ha fissato obiettivi ambiziosi per diventare il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. La collaborazione europea è essenziale per affrontare sfide comuni e massimizzare l’efficacia delle politiche sostenibili.

La green economy in Italia sta emergendo come un motore trainante per il cambiamento verso un futuro sostenibile. Le nuove normative e le iniziative governative stanno plasmando il paesaggio economico e ambientale del paese. Tuttavia, la sfida continua a essere l’implementazione efficace di queste politiche, garantendo che il progresso verso la sostenibilità sia robusto e inclusivo. L’Italia si trova in una posizione unica per guidare la transizione verso una green economy, e il suo successo avrà impatti positivi non solo

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IL PNRR IN ITALIA A FINE 2023: TRA REALIZZAZIONI E PROSPETTIVE

Una delle pietre miliari del PNRR è stata l’accentuato investimento in innovazione e ricerca. A fine 2023, gli sforzi per potenziare i settori tecnologici e scientifici sono visibili attraverso il lancio di nuovi progetti di ricerca

L’Italia, come molte altre nazioni, ha affrontato sfide senza precedenti nel corso degli ultimi anni, sia a livello sanitario che economico. Uno degli strumenti chiave per la ripresa e la resilienza del paese è stato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). A fine 2023, è il momento di fare il punto della situazione e valutare come il PNRR ha influenzato la trasformazione economica e sociale dell’Italia. L’anno 2023 ha visto il mondo cercare di riprendersi dagli impatti della pandemia da COVID-19. L’Italia, nel contesto della sua adesione al PNRR, ha lavorato attivamente per stimolare la crescita economica, affrontare le disuguaglianze sociali e promuovere la sostenibilità ambientale.

Una delle pietre miliari del PNRR è stata l’accentuato investimento in innovazione e ricerca. A fine 2023, gli sforzi per potenziare i settori tecnologici e scientifici sono visibili at-

traverso il lancio di nuovi progetti di ricerca, la creazione di centri d’eccellenza e l’implementazione di politiche che incentivano la collaborazione tra istituzioni accademiche e aziende private.

La sostenibilità ambientale è stata una priorità chiave del PNRR. A fine 2023, si osservano cambiamenti significativi nella produzione di energia, con una maggiore adozione di fonti rinnovabili e il potenziamento delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. La lotta all’inquinamento e agli impatti dei cambiamenti climatici ha guidato l’implementazione di politiche volte a ridurre le emissioni e a promuovere pratiche agricole sostenibili.

Il PNRR ha anche affrontato le sfide del mercato del lavoro, con riforme strutturali finalizzate a migliorare la flessibilità e la sicurezza occupazionale. A fine 2023, i risultati di

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queste riforme si riflettono in una maggiore partecipazione al lavoro, con nuove opportunità emergenti nei settori in crescita, in parte grazie agli investimenti nelle competenze digitali e alle politiche per la formazione continua.

La digitalizzazione è stata una forza trainante del cambiamento economico. Il PNRR ha sostenuto la trasformazione digitale delle imprese e delle istituzioni, con particolare attenzione all’adozione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose. A fine 2023, si osservano miglioramenti nei processi aziendali, nell’accesso ai servizi pubblici e nell’efficienza generale grazie all’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative.

L’Italia ha lavorato in stretta collaborazione con gli altri paesi europei nell’implementazione del PNRR, beneficiando della condivi-

sione di esperienze e risorse. La cooperazione internazionale è stata cruciale per affrontare sfide globali come la salute pubblica, il cambiamento climatico e la crescita economica sostenibile.

Nonostante i progressi, ci sono ancora sfide da superare. La piena implementazione delle riforme strutturali, la gestione delle risorse finanziarie e la necessità di mantenere un consenso sociale continuano ad essere argomenti di discussione. Tuttavia, a fine 2023, l’Italia si trova in una posizione più forte per affrontare il futuro con resilienza ed efficacia.

A fine 2023, il PNRR in Italia si configura come un motore di cambiamento, indirizzando il paese verso una crescita economica sostenibile e una società più resiliente. La combinazione di investimenti mirati, riforme strutturali e l’adozione di tecnologie innovative ha posto l’Italia sulla strada per una ripresa robusta e

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PNRR IL MOTORE DEL CAMBIAMENTO: Una visione a 360 gradi a fine 2023 per il governo italiano

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato concepito come una leva di cambiamento, un catalizzatore per stimolare la ripresa economica e sociale di un paese in seguito agli impatti della pandemia da COVID-19. A fine 2023, è ora di esaminare il ruolo che il PNRR ha svolto in Italia, analizzando non solo i suoi risultati tangibili ma anche le dichiarazioni e le prospettive sia dell’Unione Europea che del governo Meloni.

L’Europa ha affrontato una serie di sfide complesse nell’ultimo decennio, dall’austerità post-crisi finanziaria alla gestione della pandemia da COVID-19. In questo contesto, l’Unione Europea ha proposto il NextGenerationEU, un piano ambizioso che comprende il PNRR come uno degli strumenti principali per garantire una ripresa sostenibile e resiliente.

Dichiarazioni ufficiali dell’UE affermano che il PNRR è parte integrante della strategia europea per rafforzare la coesione e la convergenza all’interno dell’Unione. La Commissione Europea ha esortato tutti gli Stati membri a implementare le riforme e gli investimenti previsti nei loro PNRR, sottolineando l’importanza di progetti strategici che promuovano la digitalizzazione, la transizione verde e la resilienza economica.

Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha abbracciato il PNRR come un’opportunità per trasformare il paese. Le dichiarazioni della premier Meloni evidenziano la visione di un’Italia più forte, resiliente e all’avanguardia nelle

sfide del XXI secolo.

“Il PNRR rappresenta una svolta cruciale per l’Italia. Siamo impegnati a utilizzare questi fondi in modo strategico per modernizzare l’economia, favorire la crescita sostenibile e migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani. La digitalizzazione e la transizione verde saranno al centro delle nostre azioni, affrontando le sfide globali con determinazione e visione.”

Il governo Meloni ha enfatizzato la necessità di una gestione finanziaria oculata e trasparente, garantendo che i fondi del PNRR siano utilizzati in modo efficace e che i progetti avviano cambiamenti tangibili nelle comunità italiane. La premier ha dichiarato che la priorità è creare un’economia più dinamica e competitiva, preparando il terreno per le generazioni future.

A fine 2023, il PNRR ha generato cambiamenti significativi in diversi settori chiave. Gli investimenti in infrastrutture digitali hanno migliorato la connettività, riducendo il divario digitale tra le regioni italiane. Progetti di ricerca e innovazione hanno visto la luce, rafforzando la posizione dell’Italia nella scena scientifica e tecnologica internazionale. La transizione verde è stata accelerata con investimenti massicci nelle energie rinnovabili e nella mobilità sostenibile. Dichiarazioni del governo indicano che la green economy è vista non solo come una necessità ambientale, ma anche come una fonte di opportunità economiche, generando occupazione e stimolando la competitività delle imprese italiane.

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Riforme strutturali nel mercato del lavoro e nell’istruzione sono state implementate con l’obiettivo di rendere l’Italia più flessibile e adattabile alle sfide del mondo moderno. Le dichiarazioni del governo sottolineano l’importanza di un mercato del lavoro dinamico, in grado di supportare la crescita economica e garantire la sicurezza occupazionale. Uno degli aspetti centrali del PNRR è stata la spinta verso la digitalizzazione. Le dichiarazioni della Com missione Europea sottolineano l’importanza di abbracciare la trasformazione digitale per mantenere l’Unione Europea competitiva a livello globale.

“La digitalizzazione è il cuore del PNRR. Gli Stati membri, tra cui l’Italia, devono adottare tecnologie innovative, favorire la formazione digitale e investire in infrastrutture digitali. Solo attraverso questa trasformazione possiamo garantire che l’Europa rimanga all’avanguardia nei settori chiave del futuro.”

Il governo Meloni ha risposto con iniziative con crete per favorire la digitalizzazione. Programmi di formazione digitale sono stati implementati per garantire che la forza lavoro italiana sia pronta per le sfide dell’era digitale. Inoltre, l’accelerazione della digitalizzazione nei settori pubblici e privati è stata identificata come un obiettivo chiave per migliorare l’efficienza e la competitività dell’Italia.

Oltre agli aspetti economici, il PNRR ha cercato di affrontare le sfide sociali. Le dichiarazioni della Commissione Europea sottolineano la necessità di coinvolgere la società civile, garantendo la partecipazione attiva dei cittadini nella definizione e nell’implementazione dei progetti del PNRR.

“La partecipazione pubblica è cruciale per il successo del PNRR. Vogliamo assicurarci che i cittadini abbiano voce nelle decisioni che plasmano il loro futuro. Solo attraverso un coinvolgimento ampio e inclusivo possiamo costruire una società resiliente e sostenibile.”

Il governo Meloni ha cercato di promuovere la partecipazione pubblica attraverso consultazioni, dibattiti e iniziative di sensibilizzazione. La premier ha dichiarato che il successo del PNRR non può essere misurato solo in termini di crescita economica, ma anche attraverso il miglioramento del benessere e della qualità della vita dei cittadini italiani. Nonostante i progressi, ci sono sfide residue. La piena implementazione delle riforme e la gestione efficace delle risorse rimangono critiche per garantire il successo a lungo termine del PNRR. Dichiarazioni

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REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA

Sinner il trascinatore:

In Italia il tennis conquista tutti

LA

CRESCITA DEL TENNIS ITALIANO A FINE 2023 NON È SOLO UNA QUESTIONE DI TALENTO INDIVIDUALE, MA È IL RISULTATO ANCHE DI INVESTIMENTI MIRATI NELL’INFRASTRUTTURA E NELLE ACCADEMIE TENNISTICHE

Il tennis in Italia ha vissuto un periodo di notevole crescita e sviluppo che ha lasciato il segno a fine 2023. Con un numero sempre crescente di talenti emergenti, successi internazionali e un interesse pubblico sempre più acceso, il panorama tennistico italiano sta attraversando un’epoca d’oro che promette di lasciare un’impronta duratura nel mondo dello sport. A fine 2023, il tennis italiano è stato protagonista di un vero e proprio exploit di giovani talenti. Giocatori come Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Camila Giorgi hanno conquistato la scena internazionale con le loro performance straordinarie. Sinner, in particolare, ha raggiunto piazzamenti di alto livello nei tornei del Grande Slam, dimostrando una maturità tennistica ben oltre la sua giovane età.

Anche nel tennis femminile, Camila Giorgi ha portato avanti il tricolore italiano con prestazioni di spessore. La sua determinazione in campo e il suo stile aggressivo hanno contribuito a consolidare il tennis femminile italiano tra i più competitivi a livello globale.

La crescita del tennis italiano a fine 2023 non è solo una questione di talento individuale, ma è il risultato anche di investimenti mirati nell’infrastruttura e nelle accademie tennistiche. Le nuove strutture, dotate di tecnologie all’avanguardia e campi di allenamento di qualità, hanno fornito un ambiente propizio allo sviluppo dei giovani talenti. La presenza di accademie che promuovono una formazione completa, non solo a livello tecnico ma anche fisico e mentale, sta contribuendo a plasmare una nuova generazione di giocatori ben preparati per affrontare le sfide del tennis professionistico.

A fine 2023, il panorama tennistico italiano si è arricchito di competizioni nazionali di alto livello, offrendo una piattaforma per la crescita e la visibilità dei talenti emergenti. Queste competizioni non solo promuovono la competitività, ma permettono anche ai giovani di accumulare esperienza e guadagnare punti classifica fondamentali per il loro sviluppo. Il supporto federale è stato cruciale per questa crescita. La Federazione Italiana Tennis (FIT) ha svolto un ruolo attivo nell’identificare e sostenere giovani promesse, offrendo risorse e programmi di sviluppo. Inoltre, la FIT ha promosso iniziative per coinvolgere le comunità locali, avvicinando sempre più persone al tennis attraverso programmi di base e scuole tennistiche.

A fine 2023, il tennis è diventato uno sport sempre più popolare nelle scuole italiane. Iniziative di promozione dello sport nelle istituzioni scolastiche hanno contribuito a introdurre i giovani al tennis, offrendo loro l’opportunità di sperimentare il gioco fin dalla giovane età. Questo approccio ha avuto un impatto significativo sulla crescita del tennis, creando una base solida di giocatori appassionati e ben preparati. La crescita del tennis italiano è stata supportata anche da una maggiore attenzione mediatica e sponsorizzazioni. Marchi e aziende hanno riconosciuto il potenziale del tennis come piattaforma di marketing, investendo negli atleti e negli eventi tennistici. Ciò ha contribuito a migliorare la visibilità del tennis italiano a livello nazionale e internazionale, attirando un pubblico più vasto e consolidando il ruolo dello sport nella cultura italiana.

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Ora come non mai è importante avere partner giusti da mettersi a fianco nella gestione degli investimenti e del lavoro. Il repentino cambio delle normative, sopratutto sul piano dei bonus come 110% e similari, non permette più il cittadino e le imprese a gestire la situazione in maniera domestica. Avventurarsi nel ginepraio burocratico significa senza nessuna dubbio rischiare di perdere non solo l’incentivo ma anche l’investimento. Per questo motivo si rafforza sempre di più tra i professionisti del settore l’Asseveras srl. Una realtà consolidata sempre al passo con i tempi e sempre in prima fila nell’individuazione di risposte concrete ai problemi. Una serie di servizi che vanno da: Asseverazione di Business Plan; Asseverazione PEF; Asseverazione Project Financing; Fideiussioni e

cauzioni; Revisione di bilancio; Consulenza del lavoro fino a garantire anche la Consulenza tributaria. Un pacchetto di servizi fondamentale in questo determinato periodo storico. L’Italia sta affrontando, infatti, uno dei momenti più caotici rispetto agli incentivi governativi per il rilancio del Paese. Il termine “caos bonus”, difatti, si riferisce alla situazione in cui si trova attualmente l’Italia riguardo ai vari bonus messi a disposizione dal governo per affrontare le conseguenze economiche della pandemia di COVID-19. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il governo italiano ha istituito una serie di incentivi fiscali, sussidi e bonus per supportare i cittadini e le imprese in difficoltà. Tra questi ci sono il bonus vacanze, il bonus baby-sitter, il bonus cultura, il bonus 110%, il bonus mam-

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ma, il bonus affitto, solo per citarne alcuni. Tuttavia, la gestione di questi bonus ha creato una certa confusione e disorganizzazione, con molti cittadini che hanno riscontrato difficoltà nell’accesso ai fondi e nell’ottenere informazioni chiare sulle procedure per richiederli. Inoltre, la gestione dei bonus è stata a volte caotica, con cambiamenti frequenti alle norme e alle procedure di richiesta, che hanno creato ulteriore confusione. Avere di base Asseveras srl, come partner significa migliorare la gestione dei bonus e semplificare le procedure per accedervi, al fine di garantire che i fondi raggiungano in modo efficiente il progetto seguito. A garantire il massimo della professionalità vi sono i soggetti partner di Asseveras srl che permettono all’azienda di poter garantire solide risposte. Tra

questi vi sono Cred.it Spa, società finanziaria, specializzata nella finanza di progetto, abilitata al rilascio di Dichiarazioni di Preliminare Coinvolgimento e L’Assinetwork Srls è specializzata nel rilascio di cauzioni provvisorie e definitive per partecipazioni a gare d’appalto e fideiussioni per anticipazioni, a favore degli enti pubblici. La vera forza di Asseveras srl quindi è quella di non entrare nel mondo del lavoro come solista ma in formazione “orchestra” per poter realmente dare risposte alle centinaia di richieste e casistiche che in questo momento si stanno palesando anche a causa dei cambiamenti normativi. Se si tiene conto delle percentuali, sono decine di migliaia i progetti respinti per vizi di forma. Un rischio da non correre e che Asseveras ti permette di evitare.

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A cura dell’Avv.

Info e contatti:

studiopaolocaputo@libero.it

Gestione della privacy e dati personali nelle aziende private

La gestione della privacy e dei dati personali è diventata una delle principali preoccupazioni nelle aziende private, spinta dalla crescente consapevolezza dell’importanza della protezione dei dati e dalle stringenti normative a livello internazionale e nazionale. In questa rubrica legale, esamineremo le sfide, le best practices e le normative che le aziende devono affrontare per garantire la conformità e la tutela della privacy dei propri utenti e clienti. A livello europeo, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) è diventato il punto di riferimento principale per la gestione dei dati personali. Questa normativa impone alle aziende di adottare misure specifiche per proteggere i dati personali, garantendo trasparenza, consenso informato e sicurezza nella loro gestione. In Italia, il Codice della Privacy (Decreto Legislativo n. 196/2003) è stato sostituito dal Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto Legislativo n. 101/2018), recependo le disposizioni del GDPR e aggiungendo specificità nazionali. La normativa impone alle aziende di adottare misure di sicurezza proporzionate al rischio e di nominare un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO) in determinati casi. Le aziende private devono adottare un approccio proattivo per garantire la privacy e la protezione dei dati personali. Ciò include l’implementazione di politiche chiare sulla privacy, accessibili al pubblico e facilmente comprensibili. L’ottenimento del consenso informato dai titolari dei dati è fondamentale, e le aziende devono comunicare in modo trasparente come

verranno utilizzati i dati raccolti. Inoltre, le aziende dovrebbero designare un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO) quando richiesto dalla normativa. Il DPO svolge un ruolo chiave nel monitorare la conformità, gestire le richieste dei titolari dei dati e cooperare con le autorità di controllo.

La sicurezza dei dati è una delle principali responsabilità delle aziende. Dovrebbero implementare misure tecniche e organizzative per proteggere i dati personali da accessi non autorizzati, divulgazione, alterazione e distruzione. La crittografia dei dati, le misure di accesso basate sui ruoli e la gestione delle vulnerabilità sono tutte componenti fondamentali di un solido programma di sicurezza dei dati.

La gestione delle password, l’adozione di politiche di sicurezza informatica e la formazione continua del personale sono anch’essi aspetti critici per mantenere un ambiente sicuro e resilient. Per le aziende che operano su scala internazionale, il trasferimento di dati oltre i confini nazionali è una realtà. In questo contesto, è essenziale rispettare i principi stabiliti dalla normativa, come aderire a meccanismi come il Privacy Shield o adottare clausole contrattuali standard quando necessario. L’azienda dovrebbe esaminare attentamente i paesi di destinazione e garantire che i dati personali siano adeguatamente protetti, anche in conformità con le decisioni delle autorità di controllo.

Con l’evolversi della tecnologia, le aziende devono affrontare nuove sfide e questioni legate alla privacy. L’a-

dozione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose richiede un’attenzione particolare alla privacy by design e alla valutazione dell’impatto sulla protezione dei dati (DPIA).

Il diritto alla dimenticanza, sancito dal GDPR, implica che le aziende debbano essere in grado di cancellare o rimuovere i dati personali quando non siano più necessari per gli scopi per cui sono stati raccolti.

Sanzioni e Responsabilità Civile: Conformità e Deterrenza

La non conformità alle normative sulla privacy può comportare sanzioni significative, sia finanziarie che di reputazione. Le aziende devono essere consapevoli delle loro responsabilità e investire nella conformità, non solo per evitare sanzioni, ma anche per instaurare la fiducia tra i propri clienti e utenti.

Una Gestione Responsabile per un Futuro Sostenibile

La gestione della privacy e dei dati personali nelle aziende private è diventata una priorità in un mondo digitale sempre più interconnesso. La conformità alle normative sulla privacy non è solo un obbligo legale, ma anche un impegno etico nei confronti dei clienti e degli utenti. Le aziende che adottano una gestione responsabile della privacy non solo evitano rischi legali, ma costruiscono anche una base per una relazione di fiducia con il pubblico, preparandosi per un futuro sostenibile e etico nell’era digitale.

parere legale

A cura di Tommaso Mazziotti

Amministratore Unico Gargano Esco

economia a 360°

L’inflazione in Italia a fine 2023: tendenze, cause e prospettive

L’inflazione è un indicatore chiave della salute economica di un paese, influenzando il potere d’acquisto dei cittadini e la stabilità finanziaria complessiva. A fine 2023, l’Italia si trova di fronte a dinamiche complesse riguardo all’inflazione, con una serie di fattori che ne plasmano l’andamento.

A fine 2023, l’Italia sperimenta un aumento nei tassi di inflazione, segnando una deviazione rispetto alla stabilità degli anni precedenti. Le statistiche indicano un incremento nei prezzi al consumo, spingendo economisti e analisti a esaminare attentamente le cause sottostanti di questa crescita.

1. **Crescita Economica Post-Pandemica:** Dopo gli impatti della pandemia da COVID-19, l’Italia ha assistito a una ripresa economica che, se da un lato è positiva, dall’altro ha creato pressioni inflazionistiche. La domanda aggregata è aumentata, mettendo sotto stress l’offerta di beni e servizi, il che ha contribuito all’aumento dei prezzi.

2. **Costi Energetici Elevati:** L’aumento dei prezzi dell’energia a livello globale ha avuto un impatto diretto sull’Italia, che dipende in gran parte dalle importazioni di energia. I costi energetici più elevati si sono riflessi sia nei costi di produzione per le imprese che nei prezzi al consumo per i cittadini.

3. **Catena di Approvvigionamento Globale:** Le interruzioni nella catena di approvvigionamento globale, aggravate dalla pandemia e da altri fattori come la crisi geopolitica, hanno contribuito a creare scarsità di alcuni beni e materiali. Questo ha innescato un aumento dei prezzi per quei prodotti colpiti dalla domanda persistente e dalla scarsità di offerta.

4. **Politiche Monetarie e Fiscali:** Le politiche monetarie espansive adottate in risposta alla pandemia hanno aumentato la liquidità nell’economia, stimolando la spesa e alimentando l’inflazione. Inoltre, le politiche fiscali che hanno visto un aumento della spesa pubblica hanno contribuito a un aumento della domanda e dei prezzi. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha affrontato l’ascesa dell’inflazione con dichiarazioni chiare sulle misure adottate per mitigarne gli effetti. La premier ha sottolineato l’importanza di mantenere un equilibrio tra la stimolazione economica e la gestione dell’inflazione, riconoscendo il delicato gioco di bilancio richiesto per promuovere la crescita senza incorrere in pressioni inflazionistiche eccessive.

La Banca d’Italia, nel suo ruolo di custode della stabilità dei prezzi, ha emesso comunicati che riflettono un monitoraggio costante dell’inflazione. Ha dichiarato che la situazione è attentamente valutata e che, se necessario, verranno adottate misure di politica monetaria per contenere l’aumento dei prezzi e garantire la stabilità finanziaria.

L’aumento dell’inflazione ha impatti signi-

ficativi sull’economia e sulla vita quotidiana dei cittadini. Da un lato, l’indebolimento del potere d’acquisto può influenzare negativamente il tenore di vita delle famiglie italiane. Dall’altro lato, le imprese devono affrontare costi crescenti, il che può comportare un aumento dei prezzi per i consumatori.

Le prospettive future riguardo all’inflazione in Italia a fine 2023 sono caratterizzate da incertezza. Mentre gli sforzi per normalizzare l’economia possono ridurre le pressioni inflazionistiche, esiste la sfida di bilanciare la crescita con la stabilità dei prezzi. La gestione attenta delle politiche fiscali e monetarie, insieme a una valutazione attenta dei fattori globali, sarà cruciale per mantenere l’equilibrio.

In conclusione, l’inflazione in Italia a fine 2023 rappresenta una sfida economica significativa, ma anche un’opportunità per adottare politiche sagge e sostenibili che guidino il paese verso una ripresa stabile e resiliente. La collaborazione tra il governo, le istituzioni finanziarie e il settore privato sarà fondamentale per affrontare questa sfida e stabilizzare l’economia italiana nel lungo termine.

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A cura di

110%

La cessione dei crediti fiscali maturati in conseguenza

dell’esecuzione di lavori assistiti

da Superbonus

Le vicende del credito d’imposta generato attraverso il meccanismo del Superbonus 110% di cui al D.L. 34/2020 convertito dalla Legge 77/2020 sono sottoposte ad una autonoma disciplina che, per complessità, necessita di uno specifico approfondimento.

Solo quest’anno si sono susseguite nel tempo tre modifiche normative che hanno coinvolto l’art., 121, primo comma del D.L. 34 2020 cioè la norma che introduceva, nella disciplina del Superbonus 110%, gli istituti della cessione del credito e dello sconto in fattura. Questo il testo ad oggi vigente all’esito delle varie modifiche normative.

“I soggetti che sostengono, negli anni (dal 2020 al 2024), spese per gli interventi (tra cui il superbonus 110%) possono optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante, …: a) per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante, cedibile dai medesimi ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari …, di società appartenenti a un gruppo bancario … ovvero di imprese di assicurazione … ; alle banche, ovvero alle società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all’albo …, è sempre consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti, … , che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione;” Nel corso del presente anno 2022 sono intervenute le seguenti modifiche normative:

l’art. 28, comma 1-bis, lett. a), n. 1), D.L. 27 gennaio 2022, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 marzo 2022, n. 25 l’art. 29-bis, comma 1, D.L. 1 marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla L. 27 aprile 2022, n. 34 che ha modificato la norma precedente;

l’art. 14, comma 1, lett. b), n. 1), D.L. 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla L. 15 luglio 2022, n. 91; per l’applicabilità di tale disposizione vedi gli artt. 14, comma 1-bis, e art. 57, comma 3, del medesimo D.L. n. 50/2022. Come viene spiegato dall’Agenzia delle entrate con la circolare 19/E del corrente anno 2022 a decorrere dal 26 febbraio 2022 per coniugare l’esigenza di consentire la cessione di crediti in un numero ridotto, con quella di evitare o contrastare le frodi fiscali, l’articolo 1, comma 1, del decreto Frodi ha abrogato il comma 1 dell’articolo 28 del decreto Sostegni ter, modificando nuovamente gli articoli 121 e 122 del D.L. n. 34 del 2020. L’articolo 1 della legge di conversione del decreto Sostegni-ter ha, successivamente, abrogato il decreto Frodi riproducendo, senza soluzione di continuità, le disposizioni dallo stesso introdotte. In particolare, l’articolo 28 del decreto Sostegni ter, riproducendo l’articolo 1, comma 2, del decreto Frodi, ha modificato gli articoli 121 e 122 del D.L. n. 34 del 2020, prevedendo il divieto di cessione ulteriore alla prima con riferimento al Superbonus, fatta salva la possibilità di effettuare due ulteriori cessioni a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, il D.Lgs. 385/1993, di società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto Testo unico ovvero di imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del codice delle assicurazioni private «ferma restando l’applicazione dell’articolo 122-bis per ogni cessione intercorrente tra i predetti soggetti, anche successiva alla prima». Più semplicemente, in considerazione del susseguirsi di tali modifiche normative, di cui sono fatti salvi gli effetti medio tempore prodotti, a partire dal 26 febbraio 2022 (data di entrata in vigore del decreto Frodi) la cessione del credito può essere effettuata tre volte: la prima a favore di chiunque e le due ulteriori a favore di determinati soggetti “qualificati” (cioè le banche e gli intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, nonché imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia).

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In sintesi, dal 26 febbraio 2022 trova applicazione la seguente disciplina:

in caso di comunicazione dell’opzione per lo sconto in fattura, l’impresa esecutrice (che ha concesso al committente lo sconto in fattura) può cedere il credito ad un cessionario, che in teoria può essere qualunque soggetto anche una persona fisica, il quale può a sua volta cedere il credito acquisito esclusivamente a favore di un soggetto previsto dall’art. 121 citato (banca o intermediario finanziario, società appartenenti a un gruppo bancario oppure impresa di assicurazione); quest’ultimo può cedere, per l’ultima volta, il credito acquisito ad uno dei soggetti indicati dalla norma in esame;

in caso di comunicazione dell’opzione per la cessione del credito, il cessionario (che può essere chiunque) può ulteriormente cedere il credito acquisito esclusivamente a favore di un soggetto previsto dalla norma in commento (banca o intermediario finanziario, società appartenenti a un gruppo bancario oppure impresa di assicurazione); quest’ultimo può cedere il credito acquisito, per l’ultima volta, ad uno dei soggetti indicati dalla norma in esame.

Continuano a trovare applicazione il comma 2 dell’articolo 28 del decreto Sostegni ter, che detta la disciplina transitoria, e il successivo comma 3, che commina la nullità dei contratti eventualmente stipulati in violazione del divieto delle cessioni plurime.

In considerazione del combinato disposto delle norme sopra richiamate, si ritiene possibile effettuare cessioni secondo le modalità di seguito rappresentate:

A) in caso di prime comunicazioni delle opzioni per lo sconto in fattura o la cessione del credito:

a1 - se trasmesse entro il 16 febbraio 2022, è possibile effettuare una cessione a qualsiasi soggetto c.d. “jolly”, più due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”;

a2 - se trasmesse dal 17 febbraio 2022:

- in caso di cessione del credito, è possibile effettuare soltanto due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”, ciò in quanto la comunicazione della cessione effettuata dal 17 febbraio 2022 va intesa come la prima cessione effettuata a qualsiasi soggetto “jolly”;

- in caso di sconto in fattura, è possibile effettuare una cessione a qualsiasi soggetto “jolly”, più due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”;

B) in caso di comunicazioni di cessione successive alla prima:

b1 - se trasmesse entro il 16 febbraio 2022, è possibile effettuare una cessione a qualsiasi soggetto “jolly”, più due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”;

b2 - se trasmesse dal 17 febbraio 2022, è possibile effettuare soltanto due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”; ciò in quanto la comunicazione della cessione effettuata dal 17 febbraio 2022 va intesa come cessione effettuata a qualsiasi soggetto (“jolly”).

Al riguardo, si evidenzia che, per quanto riguarda le comunicazioni, prime o successive alla prima, trasmesse entro il 16 feb-

braio 2022, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto opportuno, al fine di tutelare l’affidamento e di evitare disparità di trattamento tra contribuenti, estendere la disciplina più favorevole, in termini di numero di cessioni consentite, prevista a regime dal decreto Frodi.

Si evidenzia inoltre come rimane più conveniente il meccanismo dello “sconto in fattura” concesso dalla ditta esecutrice in quanto mantiene anche nella disciplina vigente la possibilità di effettuare la cessione a qualsiasi soggetto (cd. cessione jolly)

Inoltre, l’articolo 28 del decreto Sostegni ter, riproducendo l’articolo 1, comma 2, del decreto Frodi, ha inserito nell’articolo 121 del D.L. n. 34 del 2020 il comma 1 quater, secondo cui i crediti derivanti dall’esercizio delle opzioni non possono formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla “prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate”. Il citato comma 1 quater prevede, altresì, che al credito ceduto è attribuito un codice identificativo univoco, distinto per rate annuali, in modo tale che il medesimo possa essere “tracciato”, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni, secondo le modalità previste con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate. Ne deriva così che:

- in caso di prima comunicazione dell’opzione per la cessione, il credito può essere ceduto parzialmente solo in tale sede, mentre non può essere ulteriormente frazionato nelle successive cessioni;

- in caso di prima comunicazione dell’opzione per lo sconto in fattura, il credito non può essere successivamente ceduto parzialmente. Al riguardo, si precisa che il divieto di cessione parziale non impedisce, dopo la prima comunicazione di esercizio dell’opzione, di cedere le singole rate annuali di cui il credito si compone, ma solo di effettuare cessioni parziali dell’ammontare delle rate stesse, inibendone quindi un loro frazionamento. Da ultimo con il terzo provvedimento normativo, il D.L. 50/2022 è stata introdotta una quarta cessione “a cascata” tra gli operatori finanziari ed i propri clienti non consumatori.

Una norma di grande interesse che favorisce la distribuzione parcellizzata dei crediti fiscali là dove è più utile e di cui al momento non è possibile valutare la portata.

In conclusione, secondo la normativa attualmente vigente, in caso di adozione del meccanismo di sconto in fattura (quello più diffuso tra operatori) possiamo parlare di ben 4 possibili cessioni. La prima libera, la seconda e la terza ad operatori finanziari e la quarta ad i loro clienti professionali. Il quadro può definirsi ad oggi completo. Invece il sistema meno vantaggioso di cessione del credito prevede in buona sostanza la perdita della prima cessione cd. “jolly” poiché il committente che ha sostenuto i costi dell’intervento e maturato il credito nel proprio cassetto fiscale può cedere solo ad un operatore qualificato. Questa è un’ulteriore conferma che per il committente è preferibile affidare i lavori ad un grosso operatore o comunque ad un General Contractor che possa assicurare l’adozione dello sconto in fattura come forma di pagamento.

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