Magazine P&F Marzo/Aprile 2023

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MAGAZINE Finanza & Progetti Pubblicazione mensile in formato digitale sul sito www.progettiefinanza.info Editore Payclick srl anno VI •numero 56 • Marzo- Aprile 2023 Transizione energetica: la Puglia punto di riferimento nazionale ® MAGAZINE Finanza & Progetti POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALEAUT. N°MIPA/CENTRO-SUD/191/2022 Allarme occupazione: l’Italia che fa i conti con il dopo Reddito di Cittadinanza
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MARZO- APRILE 2023

RIPRESA ED EUFORIA:

L’ECONOMIA ITALIANA NEI PRIMI MESI DEL 2023

Direttore Responsabile

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L’anno 2023 ha segnato una svolta per l’economia italiana, che ha abbracciato una fase di ripresa ed euforia dopo i periodi di incertezza e difficoltà degli anni precedenti. L’Italia sta vivendo una rinascita economica, trainata dalla crescita dei settori chiave e da una serie di fattori positivi. In questo numero di Progetti & Finanze, esamineremo la situazione economica italiana nei primi quattro mesi del 2023, evidenziando i segni di ripresa e le sfide da affrontare per mantenere il ritmo di crescita con incentivi e good news. In primo luogo l’economia italiana nel 2023 sta mostrando segnali incoraggianti di ripresa. Diversi fattori hanno contribuito a questo slancio positivo. Il prodotto interno lordo (PIL) dell’Italia è in aumento, indicando una crescita economica più solida. L’attività economica è stata sostenuta da una ripresa della domanda interna, investimenti pubblici e privati, e dalla ripresa delle esportazioni. Alcuni settori chiave stanno trainando la crescita economica italiana. Tra questi vi sono l’industria manifatturiera, l’agricoltura, il turismo e i servizi professionali. L’innovazione e l’adozione delle nuove tecnologie stanno contribuendo a rendere questi settori più competitivi a livello globale. L’Italia sta attirando un numero crescente di investimenti stranieri. L’apertura verso l’estero e l’attrattiva delle sue industrie e infrastrutture stanno facendo dell’Italia una meta interessante per le imprese internazionali. Ma il nostro Paese ha davanti sfide e opportunità che passano dal PNRR ma non solo. Nonostante la ripresa, l’economia italiana affronta ancora alcune sfide che richiedono attenzione e interventi strategici. Difatti, la disoccupazione, in particolare quella giovanile, rimane un problema significativo per l’economia italiana. È necessario continuare a investire nella creazione di posti di lavoro, supportando le PMI e promuovendo l’imprenditorialità per ridurre il tasso di disoccupazione e offrire prospettive occupazionali ai giovani. L’Italia deve affrontare la sfida della sostenibilità ambientale. È essenziale adottare politiche e pratiche che promuovano la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, incoraggiando l’adozione di tecnologie pulite e promuovendo la responsabilità ambientale delle imprese. L’economia italiana deve continuare a investire nella digitalizzazione e nell’innovazione per rimanere competitiva nell’economia globale. Favorire l’adozione di tecnologie digitali nelle imprese, promuovere l’innovazione e incoraggiare la formazione professionale nel settore tecnologico sono cruciali per sfruttare appieno le opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale. Volendo riassumere l’economia italiana nel 2023 sta vivendo una fase di ripresa ed euforia, grazie alla crescita del PIL, ai settori trainanti e agli investimenti stranieri. Tuttavia, rimangono sfide da affrontare, come la disoccupazione giovanile, la sostenibilità ambientale e la necessità di digitalizzazione e innovazione. Attraverso politiche economiche mirate, investimenti strategici e sforzi congiunti tra il settore pubblico e privato, l’Italia può consolidare la sua ripresa economica, creare nuovi posti di lavoro e garantire una crescita sostenibile nel lungo termine. È fondamentale mantenere l’attenzione su queste sfide e cogliere le opportunità che l’economia italiana offre, per un futuro di prosperità e sviluppo per il paese e per tutti i suoi cittadini. Cosa succederà nei prossimi mesi dell’anno?

Tommaso Mazziotti

MAGAZINE
EDITORE EDITORIALE anno VI •numero 56 •Marzo-Aprile 2023 •
MAGAZINE Finanza
& Progetti

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Ora come non mai è importante avere partner giusti da mettersi a fianco nella gestione degli investimenti e del lavoro. Il repentino cambio delle normative, sopratutto sul piano dei bonus come 110% e similari, non permette più il cittadino e le imprese a gestire la situazione in maniera domestica. Avventurarsi nel ginepraio burocratico significa senza nessuna dubbio rischiare di perdere non solo l’incentivo ma anche l’investimento. Per questo motivo si rafforza sempre di più tra i professionisti del settore l’Asseveras srl. Una realtà consolidata sempre al passo con i tempi e sempre in prima fila nell’individuazione di risposte concrete ai problemi. Una serie di servizi che vanno da: Asseverazione di Business Plan; Asseverazione PEF; Asseverazione Project Financing; Fideiussioni e

cauzioni; Revisione di bilancio; Consulenza del lavoro fino a garantire anche la Consulenza tributaria. Un pacchetto di servizi fondamentale in questo determinato periodo storico. L’Italia sta affrontando, infatti, uno dei momenti più caotici rispetto agli incentivi governativi per il rilancio del Paese. Il termine “caos bonus”, difatti, si riferisce alla situazione in cui si trova attualmente l’Italia riguardo ai vari bonus messi a disposizione dal governo per affrontare le conseguenze economiche della pandemia di COVID-19. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il governo italiano ha istituito una serie di incentivi fiscali, sussidi e bonus per supportare i cittadini e le imprese in difficoltà. Tra questi ci sono il bonus vacanze, il bonus baby-sitter, il bonus cultura, il bonus 110%, il bonus mam-

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ma, il bonus affitto, solo per citarne alcuni. Tuttavia, la gestione di questi bonus ha creato una certa confusione e disorganizzazione, con molti cittadini che hanno riscontrato difficoltà nell’accesso ai fondi e nell’ottenere informazioni chiare sulle procedure per richiederli. Inoltre, la gestione dei bonus è stata a volte caotica, con cambiamenti frequenti alle norme e alle procedure di richiesta, che hanno creato ulteriore confusione. Avere di base Asseveras srl, come partner significa migliorare la gestione dei bonus e semplificare le procedure per accedervi, al fine di garantire che i fondi raggiungano in modo efficiente il progetto seguito. A garantire il massimo della professionalità vi sono i soggetti partner di Asseveras srl che permettono all’azienda di poter garantire solide risposte. Tra

questi vi sono Cred.it Spa, società finanziaria, specializzata nella finanza di progetto, abilitata al rilascio di Dichiarazioni di Preliminare Coinvolgimento e L’Assinetwork Srls è specializzata nel rilascio di cauzioni provvisorie e definitive per partecipazioni a gare d’appalto e fideiussioni per anticipazioni, a favore degli enti pubblici. La vera forza di Asseveras srl quindi è quella di non entrare nel mondo del lavoro come solista ma in formazione “orchestra” per poter realmente dare risposte alle centinaia di richieste e casistiche che in questo momento si stanno palesando anche a causa dei cambiamenti normativi. Se si tiene conto delle percentuali, sono decine di migliaia i progetti respinti per vizi di forma. Un rischio da non correre e che Asseveras ti permette di evitare.

REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA

Nasce Smart&Start Italia PER DAR VITA ALLE STARTUP DEL FUTURO

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Dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, 108 milioni per rifinanziare una misura che ha già dato buoni frutti

l ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato due decreti per lo stanziamento di 108 milioni di euro che rifinanziano “Smart&Start Italia”, incentivo che sostiene la nascita e la crescita di startup innovative. L’Italia sta vivendo una rinascita nel settore delle startup innovative, diventando un terreno fertile per l’innovazione, l’imprenditorialità e lo sviluppo di soluzioni creative. In tutto il paese, giovani imprenditori e innovatori stanno creando startup che spaziano dai settori tecnologici all’ambiente, dalla salute alla mobilità. La misura

agevola i progetti d’impresa per la produzione di beni e servizi nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things. L’incentivo, gestito per conto del Ministero da Invitalia, è rivolto a startup innovative di piccola dimensione, costituite da non più di 60 mesi, gruppi di persone che vogliono costituire una startup innovativa e imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede sul territorio italiano. I progetti possono essere realizzati anche in collaborazione con organismi di ricerca, incubatori e acceleratori

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d’impresa e Digital Innovation Hub. I Punti di Forza dell’Ecosistema delle Startup Innovative in Italia: L’Italia offre una serie di vantaggi che favoriscono la crescita delle startup innovative nel paese. Gli italiani sono noti per la loro creatività e il loro spirito innovativo. Questo si riflette nelle idee e nei progetti portati avanti dalle startup italiane, che si distinguono per la loro originalità e il loro approccio innovativo. L’Italia vanta un sistema di istruzione superiore di qualità e una solida base di ricerca scientifica. Le startup innovative possono beneficiare di queste competenze tecniche e accedere a centri di ricerca e incubatori che favoriscono la collaborazione tra mondo accademico e imprenditoriale. Il governo italiano ha implementato politiche e programmi volti a sostenere lo sviluppo delle startup innovative. Attraverso incentivi fiscali, finanziamenti agevolati e semplificazione normativa, si promuove l’ecosistema imprenditoriale e si facilita la crescita delle startup. : In Italia esistono numerose comunità e reti di startup, acceleratori e incubatori che offrono supporto, mentorship e opportunità di networking. Queste piattaforme favoriscono la collaborazione tra imprenditori, consentendo lo scambio di conoscenze, esperienze e risorse. Nonostante i

punti di forza, le startup innovative in Italia devono affrontare alcune sfide. L’accesso al capitale di rischio e al finanziamento iniziale può essere una sfida per le startup italiane. È necessario migliorare l’accesso ai fondi di investimento e sviluppare strumenti finanziari innovativi che favoriscano gli investimenti nelle fasi iniziali delle startup. :L’Italia ha una cultura imprenditoriale che tradizionalmente predilige la sicurezza dell’impiego tradizionale. Promuovere una cultura del rischio e dell’innovazione può aiutare a superare le resistenze e incoraggiare più persone a intraprendere la strada dell’imprenditorialità. Per le startup italiane, l’espansione oltre i confini nazionali rappresenta una grande opportunità. Sviluppare strategie di internazionalizzazione, accesso ai mercati esteri e partnership internazionali è fondamentale per il successo a lungo termine. Attrarre e trattenere talenti qualificati è essenziale per la crescita delle startup. Investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze imprenditoriali può contribuire a colmare il divario di talento e sostenere la crescita delle startup innovative. Nello specifico, i decreti firmati dal Ministro assegnano: 8 milioni di euro del Fondo per la crescita sostenibile, agli investimenti di startup

innovative localizzate nelle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo e 100 milioni di euro del Programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” alle iniziative imprenditoriali innovative delle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. “Con il finanziamento di Smart&Start – ha commentato il ministro Urso – rafforziamo e supportiamo la crescita di startup e attività imprenditoriali innovative di giovani under 35 e donne, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno d’Italia.” L’Italia sta emergendo come un vivace ecosistema per le startup innovative, dove l’innovazione, la creatività e l’imprenditorialità sono valorizzate e supportate. Con un’attenzione continua alle sfide e alle opportunità, l’Italia può continuare a coltivare un ambiente favorevole alla crescita delle startup, promuovendo l’innovazione, creando nuovi posti di lavoro e contribuendo alla competitività economica globale. Le startup innovative italiane hanno il potenziale per guidare il cambiamento e plasmare il futuro dell’economia del paese.

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TRANSIZIONE ENERGETICA: PER I PUGLIESI IMPIANTI FOTOVOLTAICI GRATIS

La soluzione intrapresa dalla Regione Puglia potrebbe diventare un modello Nazionale per incentivare l’installazione di pannelli da parte di privati

L’installazione del primo impianto fotovoltaico gratis a Lizzanello (LE) è un piccolo grande traguardo, arrivato dopo un lungo lavoro che è stato fatto nella regione Puglia. Oltre a questo primo impianto, nelle prossime settimane ne seguiranno molti altri che sono praticamente pronti per essere inaugurati. La legge della Regione Puglia sul reddito energetico infatti, è stata concepita proprio con l’obiettivo di facilitare l’autoproduzione di energia da parte di imprese e cittadini per far fronte al caro bollette”. Una novità voluta in Commissione Ambiente, dal sen. Antonio Trevisi. “Adesso – continua Trevisi – bisogna andare avanti verso un reddito energetico nazionale. Su questo ho da tempo depositato un disegno di legge, che mi auguro venga calendarizzato al più presto. È un lavoro che ho iniziato insieme all’allora sottosegretario Riccardo Fraccaro e che il Governo Draghi aveva bloccato, impedendo a imprese e fami-

glie di poter beneficiare dello stanziamento di 200 milioni di euro, che noi del MoVimento 5 Stelle avevamo previsto di investire per l’attuazione di questa misura. Mi auguro – conclude Trevisi - che la maggioranza non sia miope anche in questo”. L’energia solare fotovoltaica si sta affermando come una delle principali fonti di energia rinnovabile in Italia nonostante non ci siano delle misure vere e proprie a sostegno. Negli ultimi anni, il settore fotovoltaico ha vissuto una rapida crescita, contribuendo in modo significativo alla transizione energetica del paese verso fonti di energia pulita e sostenibile. L’Italia è stata uno dei pionieri nell’uso dell’energia solare fotovoltaica. Nel 2005, il governo italiano ha introdotto un regime di incentivi finanziari, noto come Conto Energia, che ha stimolato la crescita del settore. Questo programma ha garantito tariffe di incentivazione per l’energia prodotta da impianti fotovoltaici, rendendo gli investimenti nel settore molto attraenti. Di conseguenza, l’Italia è diventata uno dei maggiori produttori di energia solare fotovoltaica in

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Europa. L’energia solare fotovoltaica offre una serie di benefici sia per l’ambiente che per l’economia italiana. L’energia solare fotovoltaica non produce emissioni nocive di gas a effetto serra, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici. Utilizzando l’energia del sole, l’Italia può ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili importati. L’industria fotovoltaica, inoltre, crea nuove opportunità di lavoro, sia nella fase di installazione degli impianti che nella manutenzione e nel monitoraggio successivi. Questo contribuisce alla crescita economica locale e alla riduzione della disoccupazione. L’energia solare fotovoltaica offre la possibilità di generare energia elettrica in modo decentralizzato, riducendo la dipendenza dalle fonti tradizionali e stabilizzando i costi dell’energia nel lungo termine. Gli impianti fotovoltaici possono essere installati su diverse tipologie di terreno, inclusi i tetti degli edifici, riducendo la necessità di spazi aggiuntivi e ottimizzando l’utilizzo del territorio. L’Italia ha continuato a

implementare politiche di sostegno per promuovere ulteriormente lo sviluppo del settore fotovoltaico. Il quadro normativo e fiscale offre incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici, compresi schemi di tariffe incentivanti, detrazioni fiscali e facilitazioni per l’autoconsumo energetico. Questi strumenti sono fondamentali per garantire una transizione energetica sostenibile e favorire gli investimenti nel settore. L’energia solare fotovoltaica ha dimostrato di essere una risorsa preziosa per l’Italia nella sua transizione verso una produzione energetica pulita e sostenibile. La continua crescita del settore fotovoltaico ha portato a una riduzione dei costi delle tecnologie solari e ha creato nuove opportunità economiche. Con l’ulteriore sostegno delle politiche pubbliche e il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, l’Italia può continuare a sfruttare appieno il potenziale dell’energia solare fotovoltaica, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla creazione di occupazione e alla promozione di un futuro energetico sostenibile.

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La nuova Napoli: ripresa e sfide resilienti

LA RIPRESA ECONOMICA, GLI INVESTIMENTI PUBBLICI E L’INNOVAZIONE STANNO

CONTRIBUENDO A CREARE UN FUTURO PROMETTENTE PER LA CITTÀ

Il 2022 è stato un anno di significativa importanza per l’economia di Napoli, la terza città più grande d’Italia. Dopo un periodo di turbolenza economica causato dalla pandemia di COVID-19, la città ha dimostrato una notevole resilienza e ha iniziato a mostrare segni di ripresa. Questo articolo esaminerà lo stato dell’economia di Napoli nel 2022, analizzando i punti di forza e le sfide che la città ha affrontato durante l’anno.

Dopo un anno di lockdown e restrizioni, Napoli ha assistito a una ripresa economica graduale ma costante nel 2022. L’industria del turismo, un pilastro dell’economia napoletana, ha iniziato a vedere una ripresa, con l’arrivo di turisti nazionali ed internazionali. Questo settore, insieme all’export di prodotti alimentari e al settore manifatturiero, ha svolto un ruolo chiave nel sostenere la crescita economica della città. Nel 2022, Napoli ha ricevuto importanti investimenti pubblici per migliorare le sue infrastrutture. Il progetto di ammodernamento della metropolitana è avanzato significativamente, migliorando il trasporto pubblico e facilitando gli spostamenti in città. Questi investimenti hanno creato nuove opportunità di lavoro e migliorato la qualità della vita dei residenti.

Napoli ha dimostrato di essere una città in crescita nel settore tecnologico e dell’innovazione. Start-up e imprese tec-

nologiche hanno prosperato, attratte da una forza lavoro qualificata e da un ambiente imprenditoriale in crescita. L’ecosistema dell’innovazione ha beneficiato di collaborazioni tra università locali, imprese e organizzazioni governative. Nonostante la ripresa economica, Napoli affronta ancora alcune sfide importanti nel 2022. La disoccupazione rimane un problema persistente, in particolare tra i giovani. È fondamentale creare nuove opportunità occupazionali e investire nell’istruzione e nella formazione per migliorare la situazione.

Inoltre, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata rimane una priorità costante per la città. Napoli ha fatto progressi nella lotta a queste sfide, ma c’è ancora molto da fare per creare un ambiente imprenditoriale sicuro e attraente per gli investitori.

Napoli nel 2022 ha dimostrato di essere una città resiliente che sta emergendo dalla crisi pandemica con forza. La ripresa economica, gli investimenti pubblici e l’innovazione stanno contribuendo a creare un futuro promettente per la città. Tuttavia, le sfide economiche e sociali rimangono presenti e richiederanno un impegno costante da parte delle autorità e della comunità per essere affrontate con successo. Con la giusta leadership e il sostegno continuo, Napoli può continuare a prosperare e a crescere nel 2022 e oltre.

INFLAZIONE: L’Europa riscopre un vecchio problema

Ad aprile, l’Europa ha sperimentato un aumento dell’inflazione, segnalando un significativo aumento dei prezzi dei beni e dei servizi. L’inflazione è un indicatore economico importante che misura il tasso di aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi nel tempo. Secondo i dati più recenti forniti dall’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, l’inflazione nell’Eurozona ad aprile è stata dell’1,6% su base annua. Questo tasso è leggermente superiore rispetto al mese precedente e rappresenta un aumento significativo rispetto all’inizio dell’anno.

L’aumento dei prezzi è stato guidato principalmente dai settori dell’energia e dei prodotti alimentari. I prezzi dell’energia hanno continuato ad aumentare a causa delle tensioni geopolitiche e degli aumenti dei prezzi del petrolio. Nel frattempo, i prezzi dei prodotti alimentari sono stati influenzati da fattori come la domanda globale, i cambiamenti climatici e i problemi di approvvigionamento.

È importante notare che l’inflazione non è uniforme in tutta Europa. Alcuni paesi hanno sperimentato un tasso di inflazione più elevato rispetto ad altri. Ad esempio, paesi come Germania e Francia hanno registrato tassi di inflazione più alti rispetto alla media dell’Eurozona, mentre al-

tri paesi hanno visto un aumento dei prezzi più contenuto. Le autorità monetarie europee, come la Banca centrale europea (BCE), monitorano da vicino l’inflazione e adottano misure per gestirla. Una delle principali responsabilità della BCE è mantenere la stabilità dei prezzi nell’Eurozona, mirando a un tasso di inflazione vicino, ma inferiore, al 2%. Per gestire l’inflazione, la BCE può adottare politiche monetarie, come modificare i tassi di interesse o condurre operazioni di mercato aperto per influenzare l’offerta di moneta nell’economia. Inoltre, i governi nazionali possono adottare politiche fiscali e strutturali per mitigare gli effetti dell’inflazione e promuovere una crescita economica sostenibile.

L’inflazione può influenzare l’economia e i consumatori in vari modi. Un aumento dei prezzi può ridurre il potere d’acquisto delle persone, riducendo così la loro capacità di acquistare beni e servizi. Può anche portare a una riduzione degli investimenti e della fiducia degli imprenditori, poiché i costi di produzione aumentano.

In conclusione, ad aprile l’Europa ha sperimentato un aumento dell’inflazione, principalmente guidato dai settori dell’energia e dei prodotti alimentari. I governi e le istituzioni europee stanno monitorando attentamente la situa-

L’aumento dei prezzi è stato guidato principalmente dai settori dell’energia e dei prodotti alimentari. I prezzi dell’energia hanno continuato ad aumentare a causa delle tensioni geopolitiche e degli aumenti dei prezzi del petrolio
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zione e adottando misure per gestire l’inflazione e preservare la stabilità economica nell’intera regione. Si stima che per il 2023 l’inflazione annuale nell’Unione europea sarà del 6,7% mentre quella dell’area euro del 5,8%, per poi scendere rispettivamente al 3,1% e al 2,8% nel 2024.

L’inflazione core invece sarà più persistente. Con questa espressione si intende la spinta dei prezzi di tutti quei prodotti che mostrano andamenti meno volatili e più stabili. Secondo le previsioni, sarà del 6,1% in area euro e del 6,9% nell’Unione europea, scendendo poi a 3,2% e 3,6% nel 2024.

Eurostat mette a disposizione ogni mese le stime sul tasso di inflazione tendenziale. Gli ultimi dati si rifanno al periodo di aprile 2023. Il tasso tendenziale in Europa si attesta all’8,1%.

Il paese che riporta il tasso maggiore è l’Ungheria con il 24,5%. Seguono la Lettonia (15%), la Repubblica Ceca (14,3%) e la Polonia (14%). Tassi minori invece in Spagna (3,8%), Belgio (3,3%) e Lussemburgo (2,7%). In Italia, l’inflazione è pari all’8,7%, superiore sia alla media dell’area euro che a quella dell’Unione.

Dopo il picco registrato a ottobre 2022, le percentuali si

sono abbassate per tutti i territori considerati fino a marzo 2023. Ad aprile si registra invece un aumento per quasi tutti i paesi compresi nell’analisi. L’Italia continua a riportare il valore maggiore (8,7%) seguita da Germania (7,6%), Francia (6,9%) e Spagna (3,8%).

I beni energetici hanno inciso sull’inflazione dell’area euro. Si registrano due picchi a giugno 2022 (41,9%) e ottobre 2022 (41,3%) per poi giungere a un calo della differenza dei livelli di prezzi fino al raggiungimento di un valore negativo a marzo 2023 (-0,9%). Ad aprile 2023 i beni energetici segnano un aumento rispetto all’indice calcolato a marzo 2023 (2,3%). La componente con gli incrementi maggiori rimane comunque il cibo, per quanto l’aumento sia minore rispetto a quello registrato nel mese precedente (13,5%). Stabili invece i beni industriali non energetici (6,2%) e servizi (5,2%).

Dinamica simile anche per l’Italia, che registra una diminuzione dell’inflazione sul cibo (da 12% calcolato a marzo 2023 a 11% di aprile 2023) mentre aumenta il peso dell’energia (da 10,7% a 16,7%). Diminuisce leggermente la pressione dei beni industriali non energetici (5,5%) e rimangono stabili i servizi (5,1%).

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Esplorando le nuove opportunità di lavoro in Italia

DELL’OCCUPAZIONE: TENDENZE E SETTORI EMERGENTI

L’Italia sta attraversando una fase di cambiamento nel settore dell’occupazione, con nuove opportunità che si stanno aprendo in risposta a tecnologie avanzate, cambiamenti economici e dinamiche sociali. Vediamo alcune delle tendenze principali che stanno modellando il panorama lavorativo italiano:

1. Tecnologia e Innovazione

L’innovazione tecnologica sta spingendo la richiesta di professionisti in settori come lo sviluppo software, l’analisi dati, l’intelligenza artificiale e la cybersecurity. Aziende tech e startup stanno emergendo in città come Milano e Torino, creando un ecosistema favorevole all’innovazione.

2. Sostenibilità ed Energie Rinnovabili

La crescente consapevolezza ambientale sta guidando l’Italia verso la sostenibilità. Il settore delle energie rinnovabili offre opportunità per ingegneri specializzati in energia verde, consulenti per la sostenibilità aziendale e esperti di gestione dei rifiuti.

3. Settore Sanitario e dell’Assistenza

La pandemia ha evidenziato l’importanza della sanità. La richiesta di medici, infermieri e operatori sanitari è in crescita, così come le opportunità nell’assistenza agli anziani, dalla cura domiciliare ai servizi residenziali.

4. Lavoro Agile e Freelance

Il lavoro agile e freelance sta diventando comune, offrendo flessibilità a lavoratori e aziende. Piattaforme freelance collegano scrittori, designer, sviluppatori e marketer a opportunità di lavoro da remoto.

5. Turismo e Cultura

Il turismo è un settore tradizionale, con opportunità nell’ospitalità, nella guida turistica e nella promozione culturale. L’industria culturale, dall’arte al design italiano, crea posti nel campo creativo.

6. Agricoltura e Alimentazione

L’agricoltura sostenibile e l’interesse per il cibo di qualità aprono opportunità per agricoltori, esperti di agricoltura urbana, tecnici alimentari e nutrizionisti. L’enogastronomia italiana supporta settori legati al cibo di alta qualità.

7. Industria Manifatturiera e Artigianato

L’industria manifatturiera rimane un pilastro. L’artigianato tradizionale, dalla moda ai mobili, offre opportunità per artigiani e creativi.

In sintesi, l’Italia sta vivendo un’evoluzione lavorativa in linea con cambiamenti globali. Sfruttare queste nuove direzioni richiede flessibilità e apprendimento continuo, ma promette opportunità soddisfacenti per il futuro del lavoro nel paese.

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La Mancanza di Lavoro il dibattito sul Reddito di Cittadinanza

Il complesso scenario dell’occupazione in Italia e la guerra sull’istituzione di un reddito di cittadinanza come possibile soluzione a tali problematiche

L’Italia, come molte altre nazioni, è alle prese con il complesso problema della mancanza di lavoro e delle sfide economiche connesse. In risposta a questa situazione, il dibattito sull’istituzione di un reddito di cittadinanza è diventato sempre più rilevante. Questo articolo esplorerà la realtà della mancanza di lavoro in Italia, analizzando il contesto attuale e le implicazioni del reddito di cittadinanza. Negli ultimi decenni, l’Italia ha affrontato una serie di sfide legate all’occupazione. La disoccupazione giovanile, ad esempio, è stata un problema persistente. I giovani italiani spesso si trovano di fronte a difficoltà nell’accedere al mercato del lavoro a causa della mancanza di esperienza e delle carenze nelle competenze richieste. Questo ha portato a un fenomeno noto come “neet”, giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione.

Anche tra gli adulti, la mancanza di lavoro è un problema. Settori tradizionali, come l’industria manifatturiera, hanno subito declino, portando alla perdita di posti di lavoro. Le nuove tecnologie e le sfide economiche globali hanno ulteriormente inciso sulla disponibilità di lavoro in alcuni settori.

In risposta a questa situazione, è emerso il dibattito sul reddito di cittadinanza. Il concetto di reddito di cittadinanza prevede un sussidio finanziario erogato dallo Stato a tutti i cittadini, mirando a fornire una rete di sicurezza economica e a ridurre la povertà. L’obiettivo è quello di garantire un livello minimo di reddito per consentire alle persone di soddisfare le loro esigenze di base, anche in situazioni di

mancanza di lavoro.

L’implementazione di un reddito di cittadinanza solleva però numerose questioni. Una delle principali preoccupazioni riguarda la sostenibilità finanziaria. Garantire un reddito a tutti i cittadini richiede risorse significative, che potrebbero derivare da aumenti delle tasse o da tagli in altri settori. Inoltre, esiste il timore che un reddito di cittadinanza possa disincentivare il lavoro, portando a una minor partecipazione al mercato del lavoro e a una diminuzione della produttività economica.

In Italia, il dibattito sul reddito di cittadinanza è stato al centro dell’attenzione politica e pubblica. Nel 2019 è stata introdotta una forma di reddito di cittadinanza, mirando a fornire un sostegno finanziario alle famiglie a basso reddito. Tuttavia, il programma ha suscitato controversie e discussioni sulla sua efficacia nel contrastare la mancanza di lavoro e sulla sua sostenibilità economica nel lungo termine.

La mancanza di lavoro in Italia è una sfida complessa che richiede soluzioni ben ponderate. L’idea del reddito di cittadinanza ha il potenziale per offrire un sollievo temporaneo alla povertà e alle difficoltà finanziarie, ma solleva interrogativi importanti sulla sostenibilità e sul possibile impatto sul mercato del lavoro. Mentre il dibattito continua, è fondamentale considerare una gamma di approcci che possano affrontare le sfide dell’occupazione in modo efficace, promuovendo al contempo la crescita economica e il benessere sociale.

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OCCUPAZIONE: Al Sud sotto i 30 anni il lavoro è un miraggio

L’Ue diffonde i dati: 11,3% delle persone di meno di 29 anni, ma in molte regioni meridionali dell’Ue la cifra supera il 30%.

La disoccupazione giovanile rappresenta uno dei problemi più urgenti e complessi che il Sud Italia affronta attualmente. I giovani sono il motore dell’innovazione e dello sviluppo economico, ma le alte percentuali di disoccupazione nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni rappresentano una sfida significativa per la regione. Nel 2021 nell’Unione europea il tasso di disoccupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni era infatti 4,2 punti percentuali superiore rispetto alla media della popolazione (15-74 anni). Restano Grecia e Spagna ad avere il podio su questo fenomeno, entrambe con cifre superiori al 20% (rispettivamente 24,3% e 22,4%). L’Italia copre il gradino più basso del podio, ossia il terzo posto, con il 18%, ma è

elevato anche il dato svedese (17%), che spicca in questo senso tra i paesi del nord Europa. In 13 stati membri invece la quota si attesta sotto il 10%. Particolarmente bassa in Repubblica Ceca (4,2%), Germania (5%) e Malta (5,9%). La disoccupazione giovanile nel Sud Italia può essere attribuita a diversi fattori interconnessi. Uno dei principali è la mancanza di opportunità di lavoro in settori ad alta intensità di conoscenza e tecnologia, che spesso si concentrano nelle aree del Nord Italia. La carenza di investimenti, la mancanza di infrastrutture e la debolezza del tessuto imprenditoriale limitano la creazione di posti di lavoro per i giovani. Inoltre, le sfide strutturali del sistema educativo e delle politiche formative giocano un ruolo significativo. L’inadeguata corrispondenza tra le competenze

acquisite dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro limita le opportunità di occupazione. La fuga di cervelli, con molti giovani laureati che cercano lavoro altrove, può anche contribuire all’aggravarsi della disoccupazione giovanile. In Italia il tasso di disoccupazione tra le persone con meno di 25 anni è stato costantemente superiore alla media europea negli ultimi 3 anni. Tuttavia lo scarto si è gradualmente ridotto. L’Italia sembra inoltre aver subito maggiormente l’impatto della pandemia, registrando sbalzi più pronunciati, e nel complesso mostra un andamento più irregolare rispetto alla media. Un dato emblematico è un 33% il tasso di disoccupazione degli under 25 a gennaio del 2021 che vede un peggioramento con il ritorno alla normalità post pandemico. Gennaio 2021 è stato il

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mese in cui la disoccupazione giovanile in Italia ha toccato il picco. Oltre che quello in cui lo scarto con la media dell’Unione ha raggiunto i livelli più elevati: 14,6 punti percentuali di differenza. Soprattutto nel corso del 2022 e in modo ancora più pronunciato nel 2023 tale differenza si è ridotta sempre di più. Nei mesi di agosto e dicembre del 2022 e a febbraio del 2023 è sceso sotto gli 8 punti percentuali. Nonostante le sfide, esistono anche opportunità e soluzioni per affrontare la disoccupazione giovanile nel Sud Italia. Sviluppo di Settori ad Alta Intensità di Conoscenza: Promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e l’economia digitale può creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. Investimenti mirati nella ricerca e sviluppo, nonché nella formazione professionale, possono favorire

la creazione di settori ad alta intensità di conoscenza nel Sud Italia. Potenziamento dell’Infrastruttura e del Tessuto Imprenditoriale: Investimenti nelle infrastrutture, nel trasporto e nella logistica possono migliorare l’attrattività delle regioni meridionali per le imprese. Incentivi e agevolazioni per le nuove imprese, soprattutto nel settore delle tecnologie innovative, possono promuovere la creazione di posti di lavoro per i giovani. L’implementazione di politiche attive del lavoro, come programmi di stage, tirocini e apprendistati, può favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Le partnership tra il settore pubblico e privato possono creare programmi di formazione e occupazione mirati alle esigenze specifiche del territorio. Investimenti nell’Istruzione e nella Formazione:

Una riforma del sistema educativo e formativo è fondamentale per garantire che le competenze acquisite dai giovani siano in linea con le richieste del mercato del lavoro. È importante creare sinergie tra le istituzioni educative e le imprese per offrire percorsi formativi e stage che sviluppino competenze spendibili. La disoccupazione giovanile nel Sud Italia rappresenta una sfida complessa, ma affrontabile. Attraverso una combinazione di investimenti, politiche mirate e riforme strutturali, è possibile ridurre la disoccupazione giovanile e creare un futuro più promettente per i giovani del Sud Italia. La collaborazione tra il settore pubblico, il settore privato e le istituzioni educative è essenziale per creare un ambiente favorevole alla crescita economica e all’occupazione giovanile.

I CAMBIAMENTI DEGLI ULTIMI ANNI STANNO

MODELLANDO IL MODO IN CUI GLI ITALIANI LAVORANO

E SI GUADAGNANO DA VIVERE. AFFRONTARE QUESTE

SFIDE RICHIEDERÀ FLESSIBILITÀ, MA POTREBBE ANCHE

PORTARE A NUOVE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA

E INNOVAZIONE NELL’ECONOMIA ITALIANA.

mondo del lavoro in Italia: tra modifiche pensionistiche,

Il

sviluppi post-covid e la fine del superbonus 110% PIO

L’Italia, con la sua storia millenaria e il suo patrimonio culturale unico, si trova in un momento cruciale per il suo mondo del lavoro. Questo articolo, attraverso una disamina dettagliata, si propone di esplorare le modifiche pensionistiche in atto, gli sviluppi post-COVID e la prossima conclusione del Superbonus 110%. L’obiettivo è comprendere appieno come queste dinamiche influenzino il tessuto lavorativo italiano e quali implicazioni possano avere per il presente e il futuro dell’economia italiana.

Modifiche Pensionistiche: Un’Equazione Complessa tra Generazioni

Il sistema pensionistico italiano, cardine della sicurezza economica dei cittadini, sta attraversando un profondo processo di riforma. L’invecchiamento della popolazione e le sfide finanziarie richiedono una serie di cambiamenti per garantire la sostenibilità a lungo termine del sistema. Queste misure includono l’aumento dell’età pensionabile, requisiti di contribuzione più elevati e la revisione

delle formule di calcolo delle pensioni.

Tuttavia, queste riforme non sono prive di complessità. La necessità di garantire pensioni dignitose agli anziani deve essere bilanciata con l’obbligo di fornire opportunità e sicurezza ai giovani lavoratori. Il sistema pensionistico in evoluzione solleva domande sull’equità intergenerazionale e sulla capacità dei giovani di pianificare un futuro economico stabile.

Impatto Post-COVID: La Ripresa Economica e i Nuovi Paradigmi di Lavoro

La pandemia di COVID-19 ha scosso l’economia italiana, causando licenziamenti, chiusure di attività e incertezza occupazionale. Tuttavia, l’Italia, famosa per la sua resilienza, sta vivendo una fase di ripresa economica. Questa ripresa è guidata dalla crescente digitalizzazione dell’economia e dall’ampia adozione del lavoro da remoto.

Il lavoro da remoto è diventato un elemento centrale del

LAGRASCIA

panorama lavorativo italiano, consentendo maggiore flessibilità e un miglior equilibrio tra vita professionale e personale. Tuttavia, ha anche sollevato questioni cruciali sulla necessità di acquisire nuove competenze, sulla gestione delle comunicazioni e sulla cultura aziendale.

Fine del Superbonus 110%: Implicazioni per il Mercato del Lavoro

Un aspetto chiave dell’analisi è la prossima conclusione del Superbonus 110%, un’iniziativa che ha avuto un impatto significativo sull’occupazione e sull’industria edilizia italiana. Questa agevolazione fiscale ha stimolato la ristrutturazione e l’efficienza energetica degli edifici, generando un boom nel settore delle costruzioni e dell’efficienza energetica. Ma cosa accadrà ora che questo incentivo sta per concludersi?

La fine del Superbonus 110% apre una serie di interrogativi sul futuro dell’industria edilizia e sulle prospettive occupazionali ad essa legate. Settori strettamente collegati alla ristrutturazione e all’efficienza energetica, che hanno beneficiato enormemente dall’incentivo, potrebbero affrontare una fase di contrazione dell’attività e possibili riduzioni occupazionali. Ciò potrebbe avere ripercussioni significative sull’occupazione in questi settori e su tutta l’economia.

Soluzioni Proposte dal Governo

Meloni: Un Piano per il Futuro

In questo contesto di cambiamenti rapidi e sfide economiche, il governo italiano, guidato dalla Presidente Meloni, sta attuando un piano ambizioso per affrontare le sfide e capitalizzare sulle opportunità. Il governo si è impegnato a rafforzare il sistema

previdenziale italiano, cercando di conciliare le esigenze delle diverse generazioni.

Parallelamente, sono in corso iniziative per promuovere la formazione e la riqualificazione dei lavoratori, favorendo la transizione verso settori ad alto valore aggiunto. La digitalizzazione dell’economia è al centro di questa strategia, con investimenti mirati nell’istruzione tecnica e nell’innovazione.

Infine, il governo Meloni ha delineato piani per sostenere l’industria edilizia e la transizione verso un’economia più verde. Misure di incentivazione mirate stanno cercando di mitigare l’effetto della fine del Superbonus 110%, favorendo la continuità dell’attività e la creazione di posti di lavoro.

Sfide e Opportunità: Navigare nel Futuro del Lavoro

In conclusione, l’Italia sta attraver-

sando un periodo di profondo cambiamento nel mondo del lavoro, plasmato dalle modifiche pensionistiche, dagli sviluppi post-COVID e dalla fine del Superbonus 110%. Queste dinamiche rappresentano sfide significative, ma offrono anche opportunità di crescita e cambiamento.

L’adattamento, l’acquisizione di nuove competenze e l’innovazione saranno chiave per costruire un futuro occupazionale di successo in Italia. La determinazione e la resilienza del popolo italiano costituiscono una risorsa inestimabile mentre si affrontano le sfide e si abbracciano le opportunità che il futuro offre. Con il governo Meloni che lavora attivamente per plasmare un futuro sostenibile, l’Italia si sta muovendo verso un orizzonte economico e lavorativo che guarda con fiducia e speranza al futuro.

DEL SUPERBONUS

Innovazione e Sviluppo in tempi di crisi

Il Superbonus 110% è senza dubbio un successo economico italiano da celebrare

L’Italia, celebre per il suo patrimonio culturale e artistico, ha visto emergere negli ultimi anni una nuova stella nell’orizzonte economico: il Superbonus 110%. Questa misura, originariamente concepita come risposta alla crisi economica scaturita dalla pandemia di COVID-19, ha avuto un profondo impatto sull’economia italiana. Un’agevolazione fiscale audace, ha stimolato la ristrutturazione e l’efficienza energetica degli edifici, innescando onde di cambiamento in settori chiave e regalando una boccata d’aria fresca all’intera economia nazionale.

Quando nel 2020 è stato lanciato il Superbonus 110%, l’Italia ha dimostrato una visione audace e innovativa nel cercare soluzioni per affrontare la devastante crisi economica causata dalla pandemia. Questa agevolazione fiscale ha offerto incentivi sostanziali a chiunque de-

cidesse di investire nella ristrutturazione degli edifici, restituendo fino al 110% delle spese sostenute. L’obiettivo era chiaro: far ripartire l’attività economica, creare posti di lavoro e promuovere l’efficienza energetica.

Questa iniziativa è stata un successo sin dall’inizio. Ha generato una domanda crescente per i servizi di costruzione e ristrutturazione, spingendo un settore già importante a un nuovo livello di vitalità economica. Gli effetti sono stati avvertiti in tutta l’industria, dalla piccola impresa edile al produttore di materiali da costruzione e alle aziende di tecnologia energetica.

Uno dei settori che ha beneficiato maggiormente del Superbonus è stato l’edilizia. L’aumento della domanda di ristrutturazioni e lavori di efficienza energetica ha stimolato l’industria edilizia italiana, generan-

do un aumento delle attività e un significativo aumento dell’occupazione. Idraulici, elettricisti, imbianchini, muratori e specialisti in isolamento termico sono stati tra i principali beneficiari. Questo ha rappresentato una boccata d’aria fresca in un momento in cui molte imprese stavano lottando per sopravvivere alla crisi economica connessa al COVID-19. L’occupazione nel settore edilizio è aumentata costantemente, garantendo un supporto essenziale al tessuto economico italiano. Non solo i lavoratori dell’edilizia hanno beneficiato, ma anche le imprese di forniture edili, i rivenditori di attrezzature e gli artigiani specializzati hanno visto crescere la loro clientela.

L’impatto positivo del Superbonus non si è limitato all’edilizia. Ha generato un effetto a catena che ha toccato molti altri settori dell’eco-

Questa iniziativa dimostra quanto l’Italia sia in grado di reagire in modo proattivo alle sfide economiche e ambientali, guidando l’innovazione e costruendo un futuro più sostenibile.
L’IMPATTO
Finanza&Progetti 28 WWW.PROGETTIEFINANZA.INFO

nomia italiana. L’aumentata domanda di materiali da costruzione, tecnologie energetiche e servizi di progettazione ha stimolato la produzione in molte industrie manifatturiere. L’industria siderurgica, quella chimica e quella dei materiali da costruzione hanno sperimentato un aumento della produzione, contribuendo alla ripresa dell’intera economia italiana.

Questa espansione delle attività economiche ha avuto un impatto direttamente proporzionale sulla creazione di nuovi posti di lavoro. La crescita del settore edilizio ha significato un aumento delle opportunità lavorative per architetti, ingegneri, progettisti e professionisti dell’efficienza energetica, contribuendo a stabilizzare il mercato del lavoro in un periodo di incertezza economica globale.

Uno degli aspetti più significativi del Superbonus 110% è stato il suo impatto sulla sostenibilità e sull’innovazione. Questa iniziativa è stata progettata per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici, spingendo verso l’adozione di tecnologie più ecologiche e pratiche sostenibili. Non solo ha aiutato l’Italia a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, ma ha anche stimolato l’adozione di tecnologie verdi e soluzioni ecologiche innovative.

L’accento posto sulla sostenibilità ha creato nuove opportunità di business per le imprese italiane, spingendo lo sviluppo di soluzioni avanzate per l’efficienza energetica, l’uso di energie rinnovabili e la gestione delle risorse. Queste nuove tecnologie non solo rendono gli edifici più efficienti dal punto di vi-

sta energetico, ma rappresentano anche un’opportunità per l’Italia di emergere come leader nel settore delle tecnologie verdi a livello internazionale.

In sintesi, il Superbonus 110% è stato un’innovativa iniziativa economica che ha sostenuto l’economia italiana in un momento di crisi senza precedenti. Ha stimolato l’edilizia, creato occupazione, rafforzato settori chiave e promosso la sostenibilità. Questa iniziativa dimostra quanto l’Italia sia in grado di reagire in modo proattivo alle sfide economiche e ambientali, guidando l’innovazione e costruendo un futuro più sostenibile. Il Superbonus 110% è senza dubbio un successo economico italiano da celebrare e da considerare come modello per future iniziative volte a promuovere la crescita economica e la sostenibilità.

Progettiamo una nuova

Progettazione

Lo Studio è organizzato per svolgere in autonomia attività di progettazione strutturale sia nell’ambito dell’edilizia civile che industriale, sia per la creazione di nuove costruzioni che per la ristrutturazione e la rivalutazione di costruzioni esistenti.

Direzione Lavori

La direzione lavori strutturale è attuata attraverso un susseguirsi di verifiche, analisi, sopralluoghi, prove, riunioni, verbalizzazioni e attività che portano alla stesura finale della Relazione a Strutture Ultimate che rappresenta l’atto finale del processo.

Consulenze tecniche

Grazie alla pluriennale esperienza in svariati campi dell’ingegneria, lo Studio Archimede svolge anche una importante attività di analisi di prefattibilità per interventi Superbonus 110%

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MUSA, il progetto finanziato attraverso i fondi del PNRR, prende forma.

Sono 973 i ricercatori chiamati a disegnare il volto sostenibile del Paese, di questi 194 sono neoassunti.

Dai laboratori alla città: sono oltre 100 i progetti per la Milano del futuro

Un algoritmo per individuare le falde d’acqua nascoste di Milano, un software basato sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio dell’hate speech online, una dashboard per gestire al meglio le potenzialità della telemedicina e un progetto di desealing per utilizzare l’acqua piovana in agricoltura e in altri ambiti. Sono solo alcune delle attività di ricerca che stanno prendendo forma nell’ambito di MUSA (Multilayered Urban Sustainability Action), il progetto nato lo scorso anno dalla collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca, ente proponente, il Politecnico di Milano, l’Università Bocconi e l’Università degli Studi di Milano, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso un investimento complessivo di 116 milioni di euro.

Al progetto, che vede coinvolti 26 soggetti pubblici e privati, stanno lavorando, su oltre 100 linee di attività, 973 ricercatori; di questi, 194 sono ricercatori appena assunti, il 55% donne e con un’età media di 32 anni.

Il primo bilancio di MUSA è stato presentato questa mattina, presso l’Aula Magna dell’Università di Milano-Bicocca, alla presenza del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, della Consigliera per le politiche dell’Innovazione e della sostenibilità in ambito universitario e della ricerca anche in attuazione del Pnrr del Mur, Alessandra Gallone, della presidente di MUSA e rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, del Rettore dell’Università Bocconi, Francesco Billari, del Delegato del Rettore per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Milano, Marco Bocciolone, del Rettore dell’Università degli Studi di Milano, Elio Franzini, del Presidente CRUI, Salvatore Cuzzocrea, del Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, del Presidente della Fondazione Global Compact Italia, Marco Frey e del consulente del ministero dell’Università per il Pnrr e professore di Analisi dei sistemi finanziari e public management dell’Università degli Studi di Bergamo, Stefano Paleari, coordinati

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dal vicedirettore del Corriere della Sera, Venanzio Postiglione. Ad approfondire l’impatto sul territorio, sulla società e sulla tecnologia del progetto, la tavola rotonda pomeridiana alla presenza di esponenti del mondo accademico, scientifico e imprenditoriale, moderati dalla giornalista Martina Pennisi, Vice-Caporedattrice Corriere della Sera.

“MUSA ha l’obiettivo di avere impatto, di creare un ambiente urbano sostenibile e inclusivo, dove la tecnologia e la ricerca colmino le disuguaglianze, abbattano le emissioni, creino efficienza e risparmino le risorse. Un nuovo ecosistema - ha sottolineato Giovanna Iannantuoni, Rettore dell’Università di Milano-Bicocca e Presidente di MUSA - per la rigenerazione urbana e la sostenibilità dedicato all’area milanese ma che grazie alle oltre 100 iniziative già avviate in questo primo anno di attività creerà soluzioni e innovazioni utilizzabili su scala regionale e nazionale. MUSA rappresenta inoltre un innovativo

modello di collaborazione fra pubblico e privato, in grado di creare valore per il territorio, per il tessuto sociale e per quello economico, come dimostrano anche i 194 giovani ricercatori già assunti e gli altri che assumeremo nei prossimi mesi. Sono entusiasta dei risultati di questo primo anno di attività e a tutte le persone di MUSA va il mio ringraziamento per l’impegno e la passione”.

“Se guardiamo alle iniziative e alle attività avviate in questo primo anno, possiamo dire senza timore di smentita che MUSA è un progetto di valore, in grado di ispirare e stimolare tanti ricercatori a trovare soluzioni per rendere la nostra città e le città in generale un luogo più sostenibile a livello economico, ambientale e sociale in cui vivere - ha commentato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala -. Sono orgoglioso che il Comune sia parte attiva in questo progetto, perché collaborando tra loro, con le istituzioni e con i partner privati, l’Università Bicocca, il Politecnico, la Bocconi e l’Università degli Studi di Milano

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stanno dimostrando che se si uniscono le forze, le energie, le menti, e se si condividono impegno e obiettivi, si può davvero avere un impatto positivo, innovativo e di qualità sul territorio e sulla vita quotidiana delle persone”.

“Grande soddisfazione” è stata espressa dall’Assessore all’Università, ricerca e innovazione della Regione Lombardia, Alessandro Fermi per “la presentazione del primo anno di MUSA. Non ero Assessore quando il progetto è stato lanciato, ma ne ho seguito lo sviluppo e la crescita e oggi non posso che essere orgoglioso di quanto si sta facendo e fiducioso su quanto ancora si farà nei prossimi anni. I numeri parlano da sé: a questo progetto - ha aggiunto Fermi - stanno lavorando infatti quasi mille ricercatori e il 55% di questi sono donne. Il binomio Università - Ricerca genera sempre grandi opportunità e in Regione Lombardia questo accade sempre più spesso”. “MUSA è un progetto che guarda lontano, un progetto che aprirà nuove prospettive e nuovi scenari. Un pro-

getto che creerà valore ambientale, economico e sociale attraverso laboratori, impianti pilota e simulatori”, spiega Alessandra Gallone, consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca. “MUSA, acronimo di Multilayered Urban Sustainability Action, ha l’ambizione di trasformare l’area metropolitana di Milano in un ecosistema di innovazione per la rigenerazione urbana – aggiunge il consigliere Gallone -. È stato proposto dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e vede il coinvolgimento di 26 soggetti tra pubblici e privati. L’ambizione è di fare di questo progetto un modello nazionale ed europeo concentrandosi in particolar modo sulla sostenibilità ambientale e sociale, la promozione dell’inclusione sociale, la progettazione e l’adozione di processi produttivi più circolari nei settori chiave tra cui verde, design, moda, lusso e benessere, nonché sviluppo di soluzioni per la gestione dei rifiuti e per la creazione di piattaforme digitali per la raccolta e l’utilizzo di dati biomedici. MUSA – conclude il Consigliere Gallone -

può contare su uno stanziamento di quasi 116 milioni nell’ambito del PNRR”.

Entusiasta del progetto anche Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda: “MUSA rappresenta un esempio positivo di ecosistema che attraverso il PNRR favorisce rigenerazione urbana e sostenibilità. Si tratta di un acceleratore di innovazione situato proprio nel territorio che genera di più a livello nazionale: qui, a Milano e in Lombardia, si concentra il 20% di spesa in ricerca e sviluppo e hanno sede il 27% delle start-up innovative. Ora occorre agire - ha concluso Spada - per colmare quei gap che esistono nel confronto internazionale. Rafforziamo sempre di più la collaborazione tra mondo della ricerca e sistema delle imprese con l’obiettivo, tra gli altri, di favorire lo sviluppo di competenze coerenti con quelle richieste dal mercato del lavoro, una vera emergenza per le aziende”.

L’evento è stato l’occasione per illustrare alcuni dei filoni di ricerca portati avanti durante il primo anno di

attività, tra questi: Rigenerazione urbana

Sfruttare l’energia geotermica del sottosuolo e l’energia fotovoltaica per rendere Milano-Bicocca un campus a zero emissioni. È partito lo scorso 12 giugno il progetto di transizione energetica dell’ateneo che sarà replicabile in altre zone della città. Al via anche lo studio di brevetti di desealing per utilizzare l’acqua piovana in agricoltura e in altri ambiti. All’Università Bocconi il compito di valutare l’impatto economico, sociale e ambientale di questi nuovi sistemi di rigenerazione urbana.

Digitalizzazione

Dal trasporto intelligente e sostenibile alla salute e alla green energy, l’uso delle tecnologie 5G e dell’intelligenza artificiale consentiranno un’ottimizzazione della capacità di lavoro sui big data per supportare, digitalizzare e implementare una serie di servizi utili alla cittadinanza, come la telemedicina e il remote monitoring per le persone fragili. A coordinare il progetto, l’Università statale di Milano.

Imprenditorialità tecnologica

Fondamentale nella vision di MUSA è la sinergia tra mondo accademico e imprenditoriale. Sono state avviate 17 attività di scouting tecnologico che coinvolgono il Politecnico di Milano e gli altri atenei. Il progetto StartCup Lombardia, promosso dalla Regione Lombardia e organizzato dai quattro atenei di MUSA, risponde all’obiettivo di sostenere l’innovazione tecnologica e favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese ad alto potenziale di business. Il 30 novembre e l’1 dicembre 2023, poi, col supporto della Regione Lombardia e in collaborazione con l’associazione PNI Cube, MUSA ospiterà a Milano il Premio Nazionale per l’Innovazione, la competizione nazionale che coinvolge i vincitori delle challenge regionali tra start-up.

Innovazione sostenibile e living labs MUSA coinvolge nei suoi progetti anche la cittadinanza. Espressione di questa convivenza virtuosa sono i sei Living Labs realizzati dal Politecnico di Milano e dall’Università degli Studi di Milano, laboratori di ricerca

che, attraverso l’interazione con diverse categorie di utilizzatori, miglioreranno le condizioni di vita della cittadinanza e la qualità dell’ambiente. Inclusione sociale

Si chiama Human Hall ed è un vero e proprio Rights Hub realizzato in collaborazione con il mondo delle imprese, il terzo settore e le istituzioni del territorio. Sotto la guida della Statale di Milano, docenti, ricercatori e dottorandi di diversi ambiti disciplinari hanno avviato 18 progetti dedicati al monitoraggio delle categorie a rischio, dagli stranieri alle donne vittime di violenza. Nello stesso ambito anche un software basato sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio dell’hate speech online.

Sempre nell’ambito dell’inclusione sociale si collocano il progetto Patti Digitali rivolto ai minori, in collaborazione con il Comune di Milano, e B-Youth Forum, nell’ambito del Festival Generazioni, un laboratorio di ricerca organizzato dall’Università di Milano-Bicocca aperto ai giovani tra i 14 e 25 anni sui temi della partecipazione dello spazio pubblico.

LA RIVOLUZIONE VERDE

Comunità energetiche: Un modello sostenibile per il futuro

Scopriamo

Negli ultimi decenni, il settore energetico ha subito profonde trasformazioni, guidate da una crescente consapevolezza ambientale e dalla necessità di affrontare i cambiamenti climatici. Le comunità energetiche, un modello emergente, stanno guadagnando sempre più attenzione come una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione, la gestione e la condivisione dell’energia. In questo articolo, esploreremo in profondità il concetto di comunità energetiche, analizzando il loro ruolo nell’economia e nei progetti di sviluppo, nonché le sfide e le opportunità associate.

Le comunità energetiche sono strutture organizzate che riuniscono consumatori, produttori e distributori di energia in una rete locale per la produzione, la gestione e la condivisione dell’energia. Questo modello decentralizzato mira a massimizzare l’effi-

cienza energetica, ridurre le emissioni di gas serra e promuovere l’adozione delle energie rinnovabili. Le comunità energetiche possono essere composte da una varietà di attori, tra cui famiglie, aziende, enti governativi e organizzazioni non profit.

Vantaggi delle Comunità Energetiche

1. Sostenibilità Ambientale

Le comunità energetiche sono un pilastro della transizione verso un sistema energetico più sostenibile. La produzione locale di energia da fonti rinnovabili, come il sole e il vento, riduce la dipendenza dai combustibili fossili e contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici.

2. Riduzione dei Costi Energetici

La condivisione di energia all’interno di una comunità permette di ridurre i costi complessivi dell’energia, grazie alla condivisione degli investimenti

infrastrutturali e alla negoziazione di tariffe più vantaggiose.

3. Resilienza Energetica

Le comunità energetiche possono diventare più resilienti agli shock esterni, come interruzioni nella fornitura di energia, grazie alla presenza di sistemi di accumulo energetico e fonti distribuite di produzione.

4. Partecipazione Attiva dei Cittadini

Le comunità energetiche promuovono l’empowerment dei cittadini, che diventano attori attivi nella gestione dell’energia, anziché meri consumatori passivi.

Le comunità energetiche possono generare un impatto economico positivo a livello locale. La produzione di energia rinnovabile crea opportunità di lavoro e stimola l’industria delle energie pulite. Inoltre, la riduzione dei costi energetici può aumentare la disponibilità di risorse finanziarie per

come le Comunità Energetiche stanno cambiando il volto dell’energia, portando sostenibilità e risparmio nella vita quotidiana degli italiani
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le famiglie e le imprese locali. Le comunità energetiche possono sviluppare modelli di business sostenibili, basati sulla produzione, la gestione e la vendita di energia rinnovabile. Queste strutture possono diventare un’importante fonte di reddito per le comunità locali.

Le comunità energetiche possono attirare investimenti da parte di enti governativi, istituti finanziari e aziende interessate a sostenere progetti sostenibili e a basso impatto ambientale.

Diversi progetti di comunità energetiche sono già in funzione in tutto il mondo. Ad esempio, l’isola di Samso in Danimarca è diventata famosa per essere diventata completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie a una comunità energetica basata su fonti rinnovabili. Altre città, come Austin in Texas e Friburgo

in Germania, stanno sperimentando successi simili.

Regolamentazione: La creazione di un quadro normativo adeguato è cruciale per lo sviluppo delle comunità energetiche e può rappresentare una sfida significativa.

Finanziamenti: Gli investimenti iniziali possono essere elevati, e le comunità potrebbero dover affrontare difficoltà nell’ottenere finanziamenti.

Adozione tecnologica: L’integrazione delle tecnologie necessarie per la gestione delle comunità energetiche può richiedere competenze e risorse significative.

Innovazione: Le comunità energetiche possono stimolare l’innovazione tecnologica e commerciale, aprendo nuove opportunità di sviluppo.

Collaborazione: La collaborazione tra stakeholder locali, regionali e nazionali può facilitare la crescita delle co-

munità energetiche.

Sensibilizzazione: L’educazione e la sensibilizzazione del pubblico possono promuovere una maggiore partecipazione alle comunità energetiche e una comprensione più approfondita dei benefici.

Le comunità energetiche rappresentano una soluzione innovativa e sostenibile per affrontare le sfide energetiche del futuro. Questi modelli decentralizzati promuovono la sostenibilità ambientale, l’efficienza economica e l’empowerment dei cittadini. Nonostante le sfide presenti, il loro potenziale per trasformare il settore energetico e promuovere una transizione verso un futuro più verde è innegabile. È ora di investire in queste comunità e incoraggiare l’adozione di questo modello per garantire un futuro energetico sostenibile per le generazioni future.

Il futuro dell’automotive in Italia ed Europa: nuove leggi, auto elettriche e le sfide delle batterie

L’industria automobilistica è in costante evoluzione, e l’Italia ed Europa non sono da meno. Mentre i governi introducono nuove leggi per affrontare le sfide ambientali e le auto elettriche stanno guadagnando terreno, il settore automotive si sta preparando per un futuro molto diverso da quello a cui siamo stati abituati. In questo articolo, esploreremo in dettaglio il futuro dell’automotive in Italia ed Europa, focalizzandoci sulle nuove leggi, il crescente dominio delle auto elettriche e le complesse sfide legate alle batterie e al loro smaltimento.

L’Europa ha sempre avuto un forte impegno per la sostenibilità ambientale, e questo si riflette sempre di più nelle leggi automotive. Nel 2021, l’Unione Europea ha annunciato il “Pacchetto Fit for 55”, un ambizioso piano per ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo avrà un impatto significativo sull’industria automobilistica, poiché l’UE introduce regolamenti più rigorosi sulle emissioni di carbonio delle vetture. In Italia, il governo sta seguendo la stessa direzione. Con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria nelle città e ridurre l’inquinamento, sono state introdotte zone a traffico

limitato e incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Queste misure incentivano il passaggio alle auto elettriche e ibride plug-in.

Le auto elettriche rappresentano la pietra angolare della strategia per ridurre le emissioni di CO2 nel settore automotive. Molti costruttori europei, tra cui Volkswagen, BMW, e Renault, stanno investendo pesantemente nello sviluppo di modelli elettrici. In Italia, Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha lanciato la Fiat 500e, un’icona italiana reinventata come veicolo elettrico.

Le auto elettriche stanno diventando sempre più accessibili grazie ai miglioramenti nella tecnologia delle batterie e agli incentivi governativi. Le infrastrutture di ricarica stanno crescendo rapidamente in Italia ed Europa, rendendo l’adozione delle auto elettriche più pratica.

Nonostante i progressi, ci sono sfide da affrontare per il futuro dell’automotive in Italia ed Europa, e una delle più pressanti riguarda le batterie delle auto elettriche. Queste batterie, sebbene ecocompatibili durante l’utilizzo, pongono nuovi problemi ambientali quando raggiungono la fine del loro ciclo di vita.

L’automotive è in costante mutamento, guidato da nuove leggi ambi entali e dalla transizione verso le auto elettriche.
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Questi cambiamenti rappresentano un’opportunità per l’industria automobilistica europea di rimanere all’avanguardia nella produzione di veicoli a basse emissioni e di ridurre l’impatto ambientale.

Il problema principale è il loro smaltimento. Le batterie al litio, che alimentano la stragrande maggioranza delle auto elettriche, contengono materiali tossici e metalli pesanti. Disporre correttamente di queste batterie è fondamentale per evitare inquinamento del suolo e delle acque.

Un’altra sfida è rappresentata dalla produzione delle batterie. Attualmente, la maggior parte delle batterie al litio è prodotta in Asia, il che solleva dubbi sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sulle emissioni associate al trasporto internazionale di queste componenti cruciali.

La questione delle batterie da smaltire è diventata oggetto di polemica. Alcuni sottolineano che mentre le auto elettriche riducono le emissioni durante l’utilizzo, le questioni legate alle batterie potrebbero compensare questi vantaggi. Ciò solleva importanti interrogativi sulle strategie di riciclaggio e sulle responsabilità dei produttori.

Un approccio possibile è il riciclaggio delle batterie per recuperare i materiali preziosi al loro interno. Tuttavia, questo processo è complesso e costoso, e non tutte le batterie possono essere riciclate completamente. Di conseguenza, molti si preoccupano che una grande quantità di batterie

finirà in discariche o richiederà costosi processi di smaltimento.

Il futuro dell’automotive in Italia ed Europa è in costante mutamento, guidato da nuove leggi ambientali e dalla transizione verso le auto elettriche. Questi cambiamenti rappresentano un’opportunità per l’industria automobilistica europea di rimanere all’avanguardia nella produzione di veicoli a basse emissioni e di ridurre l’impatto ambientale.

Tuttavia, ci sono sfide significative da superare, tra cui la dipendenza dalle importazioni di batterie, la necessità di espandere l’infrastruttura di ricarica e affrontare la complessa questione dello smaltimento delle batterie. Il futuro dell’automotive sarà determinato dalla capacità dell’industria e dei governi di affrontare queste sfide in modo efficace, garantendo al contempo un futuro più pulito e sostenibile per tutti. La polemica sullo smaltimento delle batterie sottolinea l’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità nell’industria automobilistica, che vada oltre l’utilizzo di veicoli elettrici e includa la gestione responsabile delle risorse.

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I primi progetti del 2023 con il piano nazionale di ripresa e resilienza

LE PRIME IDEE DEL 2023 FINANZIATE DAL PNRR STANNO PRENDENDO FORMA IN ITALIA E IN ALTRI PAESI EUROPEI

Il 2023 è iniziato con una fervente attività economica e una crescente aspettativa per quanto riguarda i progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in diversi paesi europei, inclusa l’Italia. Questo piano ambizioso è stato progettato per affrontare le sfide economiche causate dalla pandemia di COVID-19 e promuovere la crescita sostenibile. In questo articolo, esploreremo alcuni dei primi progetti del 2023 che stanno prendendo forma grazie al PNRR e il loro impatto sull’economia.

Uno dei punti chiave del PNRR è il sostegno all’innovazione tecnologica e digitale. In questo contesto, diversi progetti stanno emergendo per promuovere la digitalizzazione delle imprese, l’adozione di tecnologie avanzate e lo sviluppo di reti di comunicazione ad alta velocità. Questi progetti mirano a rendere l’economia più competitiva a livello internazionale e ad aumentare la produttività delle imprese italiane.

La lotta ai cambiamenti climatici è un altro obiettivo fondamentale del PNRR. In questo contesto, i primi progetti del 2023 stanno concentrando gli sforzi sulla sostenibilità ambientale e sulla transizione verso fonti di energia più pulita. Investimenti in energia rinnovabile, efficienza energetica, elettrificazione dei trasporti e ristrutturazione degli edifici sono solo alcune delle iniziative in corso per ridurre l’impatto ambientale e creare posti di lavoro nel settore verde. Oltre agli investimenti in infrastrutture e sostenibilità, il PNRR punta anche a rafforzare le basi dell’economia italiana at-

traverso riforme strutturali e lo sviluppo delle competenze. Questo si traduce in progetti volti a migliorare il sistema educativo, la formazione professionale e l’accesso all’istruzione superiore. Inoltre, si stanno sviluppando iniziative per semplificare la burocrazia e rendere l’Italia più attrattiva per gli investimenti stranieri.

La pandemia ha messo in evidenza la necessità di rafforzare il sistema sanitario. Il PNRR prevede progetti per migliorare la resilienza del settore sanitario, attraverso investimenti in infrastrutture mediche, ricerca e sviluppo di farmaci e tecnologie sanitarie innovative. Questi progetti non solo mirano a migliorare la gestione delle crisi sanitarie, ma anche a sostenere l’innovazione nel settore della salute.

L’efficienza dei trasporti è cruciale per una crescita economica sostenibile. Il PNRR prevede investimenti nell’infrastruttura dei trasporti, nella mobilità sostenibile e nell’intermodalità. Ciò comprende progetti di sviluppo di reti ferroviarie ad alta velocità, connettività delle città e sviluppo di sistemi di trasporto pubblico ecologici.

I primi progetti del 2023 finanziati dal PNRR stanno prendendo forma in Italia e in altri paesi europei. Questi progetti rappresentano un’opportunità unica per affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali dell’attuale panorama globale. L’efficacia dell’implementazione di questi progetti sarà cruciale per garantire una ripresa economica solida e sostenibile per il futuro.

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SPORT ED ECONOMIA

Uno sguardo approfondito all’inizio del 2023 e alla fine del 2022

Dalle criptovalute al gioco d’azzardo sportivo, dalla parità di genere agli scandali legati al Mondiale di Calcio, il mondo dello sport sta vivendo un’epoca di cambiamento senza precedenti.

L’anno 2022 è stato testimone di sconvolgimenti economici senza precedenti nel mondo dello sport, e all’inizio del 2023, queste sorprese economiche continuano a plasmare il panorama sportivo globale. In questo articolo, esamineremo con attenzione alcune delle sorprese più rilevanti che hanno caratterizzato il mondo dello sport all’inizio del 2023, facendo anche un tuffo nel passato per analizzare gli eventi salienti dell’anno 2022.

Uno dei fenomeni più sorprendenti che ha caratterizzato il mondo dello sport all’inizio del 2023 è stata l’ascesa inarrestabile delle criptovalute. Nel corso del 2022, le criptovalute hanno fatto il loro ingresso inaspettato nel panorama sportivo. Club sportivi, organizzazioni e persino

atleti si sono mossi verso il mondo delle criptovalute come mezzo per finanziare le proprie attività e coinvolgere i fan. Ad esempio, alcuni dei club di calcio più prestigiosi d’Europa hanno lanciato token basati su blockchain, permettendo ai tifosi di investire direttamente nelle sorti delle loro squadre del cuore. Questa innovazione ha aperto nuove porte per il finanziamento e l’interazione dei tifosi, rivoluzionando il modo in cui i club sportivi gestiscono le proprie risorse finanziarie.

Il 2022 è stato un anno di crescita esplosiva per l’industria del gioco d’azzardo sportivo. Questo settore ha superato ogni aspettativa, con l’entusiasmo dei tifosi che si è tradotto in un aumento significativo delle scommesse sportive. Le partnership

lucrative tra operatori di gioco d’azzardo e squadre sportive sono diventate la norma, portando enormi flussi di entrate nei club. Tuttavia, questo boom ha anche sollevato importanti preoccupazioni riguardo all’integrità delle competizioni sportive, evidenziando la necessità di regolamentazioni più rigorose. La pandemia da COVID-19 ha continuato ad avere un impatto significativo sul mondo dello sport all’inizio del 2023. Molti club e organizzazioni sportive devono ancora affrontare le sfide finanziarie causate dalla cancellazione di eventi, dalla mancanza di pubblico sugli spalti e dai costi legati ai protocolli di sicurezza. Questo ha comportato una maggiore attenzione alla gestione delle risorse finanziarie e alla sostenibilità

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economica, spingendo il mondo dello sport a esplorare nuove strategie per proteggere il proprio futuro.

Il Mondiale di Calcio 2022 in Qatar è stato un evento di risonanza globale, ma è stato anche al centro di numerosi scandali economici. Accuse di corruzione legate all’assegnazione del torneo e preoccupazioni riguardo alle condizioni dei lavoratori stranieri impiegati nei progetti di infrastruttura hanno scosso la reputazione dell’evento. Questi scandali economici hanno spinto organizzazioni e sponsor a riconsiderare il loro coinvolgimento nell’evento, sollevando interrogativi fondamentali sull’etica e la trasparenza nell’organizzazione delle competizioni sportive di livello mondiale.

Verso la fine del 2022, abbiamo as-

sistito a una crescita significativa nell’acquisizione dei diritti televisivi da parte delle aziende tecnologiche. Piattaforme di streaming e giganti dell’industria tecnologica hanno iniziato a competere per i diritti di trasmissione delle competizioni sportive, spingendo al rialzo i prezzi dei diritti televisivi. Questa trasformazione ha trasferito sempre più l’accesso ai contenuti sportivi nel mondo digitale, ridefinendo il modo in cui i fan consumano lo sport.

Un altro sviluppo sorprendente nel mondo dello sport è stato l’aumento dell’attenzione alla parità di genere e al pagamento delle atlete. Alla fine del 2022, molte atlete hanno iniziato a ricevere salari più equi e premi paragonabili a quelli dei loro colleghi maschi. Questo movimento verso la

parità di genere è stato celebrato in tutto il mondo e ha dimostrato l’importanza dell’equità nel mondo dello sport.

L’anno 2022 e l’inizio del 2023 hanno visto profonde trasformazioni economiche nel mondo dello sport. Dalle criptovalute al gioco d’azzardo sportivo, dalla parità di genere agli scandali legati al Mondiale di Calcio, il mondo dello sport sta vivendo un’epoca di cambiamento senza precedenti. Tuttavia, è fondamentale trovare un equilibrio tra la crescita economica e la preservazione dei valori e dell’integrità che rendono lo sport così speciale per milioni di persone in tutto il mondo. La capacità di adattarsi a queste nuove sfide sarà determinante per il futuro dello sport.

Il padel: un mercato economico in crescita esplosiva

CONTINUA A SORPRENDERE IL MONDO DELLO SPORT, NON SOLO COME UN’ATTIVITÀ COMPETITIVA, MA ANCHE COME UN MERCATO IN CRESCITA

Il padel, uno sport relativamente giovane ma in continua crescita, sta emergendo come un mercato economico promettente, con un potenziale di espansione significativo. Negli ultimi anni, questo sport ha conquistato un posto di rilievo nell’industria sportiva, attirando investimenti, sponsorizzazioni e una crescente base di appassionati. In questo articolo, esamineremo come il padel stia prosperando economicamente e quali opportunità si stiano aprendo in questo settore in crescita.

Il padel è uno sport di racchetta che combina elementi di tennis e squash, ed è giocato su un campo di dimensioni ridotte, circondato da pareti di vetro e rete. Originario del Messico, il padel ha guadagnato popolarità in Europa, specialmente in Spagna, e sta rapidamente conquistando un pubblico internazionale. La sua crescita si basa su molteplici fattori, tra cui la facilità di apprendimento, la dimensione del campo che lo rende più accessibile, e l’aspetto sociale del gioco.

Il padel ha dimostrato di essere un terreno fertile per gli investimenti e l’innovazione. In molte regioni del mondo, stanno sorgendo nuovi club e strutture per la pratica del padel, sia indoor che outdoor. Questo ha creato un mercato in crescita per la costruzione di campi, l’acquisto di attrezzature e l’offerta di servizi correlati. Le aziende di produzione di attrezzature sportive stanno rispondendo a questa domanda in crescita, sviluppando racchette e palline specifiche per il padel, aprendo ulteriori opportunità di business.

Il Ruolo delle Federazioni Sportive e degli Eventi di Padel

Le federazioni sportive e gli organizzatori di eventi stanno contribuendo in modo significativo alla crescita economica del padel. La promozione di tornei locali, nazionali e internazionali ha aumentato l’interesse degli spettatori e dei media. Inoltre, le collaborazioni tra organizzatori di eventi e sponsor aziendali stanno dando impulso al finanziamento del padel a livello competitivo, aumentando ulteriormente l’attrattiva economica del settore.

Oltre al suo aspetto competitivo, il padel si è dimostrato un’attività sociale attraente. Molti club e strutture offrono servizi di ristorazione, bar e lounge, creando un ambiente accogliente per i giocatori e gli appassionati. Questa componente sociale è un fattore chiave nella crescita economica del padel, poiché incoraggia la partecipazione di gruppi di amici e famiglie, aumentando così la base di clientela.

Il padel sta diventando sempre più attraente per aziende che cercano opportunità di sponsorizzazione e investimento. Le squadre, i giocatori di élite e gli eventi stanno firmando accordi con aziende che vedono il padel come un veicolo per promuovere i loro marchi. Questi accordi possono spaziare dall’apparizione di un logo su una maglietta di un giocatore alla sponsorizzazione di tornei di alto livello. L’interesse crescente delle aziende porta risorse finanziarie aggiuntive nel mondo del padel.

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parere legale

7 e-commerce su 10 non rispettano la legge, perché fare attenzione a comprare da loro!

Nel 2022 le vendite online sono cresciute del 20% rispetto all’anno precedente. Vendere online però, non è esente da una serie di regole da dover osservare per tutelare i consumatori e i loro dati personali.

Però, le aziende e i negozi di e-commerce che lavorano in Italia, rispettano realmente le leggi sull’e-commerce?

A rispondere a questa domanda, una ricerca svolta dallo studio Legal for Digital, che ha analizzato 50 e-commerce appartenenti a società italiane. I dati però non sono per nulla confortanti: 36 aziende e-commerce non rispettano le normative italiane ed europee per la vendita online!

Solo 14 azienda su 50 rispetta le leggi sull’e-commerce

La ricerca è stata svolta analizzando 50 e-commerce che operano in mercati differenti (shop online di abbigliamento di lusso e casual; e-shop di elettronica; piattaforme di corsi di formazione; etc.).

Durante l’analisi gli esperti di Legal for Digital, come Alessandro Vercellotti (Avvocato del Digitale®), hanno verificato se le diverse piattaforme di e-commerce rispettavano: il trattamento dati personali (GDPR), il Codice del Commercio Elettronico (la norma cardine per la vendita online), il Codice del Consumo (valido per gli shop B2C).

Sulla base di queste analisi solo 3 siti di aziende italiane su 10 rispettano tutte le normative legali in vigore per gli e-commerce, con termini e condizioni di vendita completi che tengano conto di tutti i diritti del consumatore, un flusso di trattamento dati personali in linea con quanto richiesto dal GDPR ossia dalla Normativa Privacy Europea.

Le criticità più rilevanti nel mondo dell’e-commerce in Italia

Analizzando i diversi siti di e-commerce in Italia si sono evidenziate alcune criticità, spesso

comuni tra le diverse piattaforme. Per essere più precisi prendiamo ad esempio, l’analisi di un e-commerce: uno shop online di elettronica.

Prendendo ad esempio un e-shop di elettronica di un’azienda italiana è possibile vedere come: dopo aver inserito il prodotto nel carrello, ad esempio un’aspirapolvere, provando e acquistando lo stesso prodotto senza registrarsi alla piattaforma vengono chiesti in modo corretto i dati personali per accedere alla spedizione.

Allora dov’è che sorge il problema? Al momento dell’inserimento dati: nome, cognome, indirizzo di spedizione, e-mail, numero di telefono, sono tutti raccolti senza che venga richiesto il consenso al trattamento dati, ne venga segnalato in che modo saranno trattati, entrambe azioni necessarie a livello di rispetto della privacy.

Il GDPR richiede alle aziende una corretta gestione delle informazioni e prevede che l’utente sia informato sull’uso e anche sul modo in cui saranno conservati i propri dati personali.

Per assolvere a questo obbligo in genere ci sono delle check box da spuntare con frasi del tipo “acconsento al trattamento dei miei dati personali come indicato della privacy policy”, ma in questo sito; invece, era presente solo il pulsante “continua”.

Nella schermata successiva emerge il fatto che i dati personali sono stati effettivamente salvati dalla piattaforma che infatti li ripropone all’utente per la verifica, prima di condurlo sulla pagina del pagamento.

La normativa privacy europea prevede che già la raccolta di un dato personale senza l’eventuale successivo utilizzo sia comunque un trattamento legalmente rilevante che necessita di un consenso dell’utente.

La volontà sul conferimento di questi dati da

parte dell’utente deve essere un’azione affermativa, come con la spunta sulla check box di cui si parlava prima, e il consenso deve essere preventivo e informato; quindi, l’utente deve sapere in anticipo come verranno utilizzati i suoi dati e per quali finalità.

Questo è solo un esempio di e-commerce da rivedere a livello legale ma tra i 50 siti italiani sono stati trovati siti errori per non dire “orrori legali” quali: Termini e Condizioni di Vendita senza diritto di reso che invece è obbligatorio per i consumatori, oppure, trattamenti dati personali fermi ancora all’ex Decreto Legislativo 196/2003, peccato che dal 25 maggio 2018 ci sia il GDPR!

Inoltre, non bisogna dimenticare che pochi giorni fa è diventata legge anche in Italia, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, la Direttiva Omnibus europea su sconti e recensioni che rivoluzionerà la vendita online. Quando si adegueranno le aziende italiane a questa novità legislativa se ancora oggi ci sono ancora tanti problemi?

E-commerce: non solo criticità. Alcuni rispettano le regole al meglio!

Va detto che al contrario ci sono e-commerce che garantiscono un alto grado di rispetto delle normative, da andare oltre le stesse, con azioni pensate per riuscire a tutelare al meglio l’utente durante il processo di acquisto. Ad esempio, un’azienda che vende abbigliamento di lusso, presenta un e-commerce in regola e con accorgimenti anche al di sopra delle leggi imposte dall’Europa e dall’Italia. Su questo e-commerce nella prima fase del check-out dell’e-commerce l’utente viene informato non solo del trattamento dati, ma anche delle azioni di marketing che vengono attivate. Ad esempio, informa l’utente che nel caso in cui non si completi l’ordine si riceverà un’e-mail per recuperare il carrello abbandonato.

economia a 360°

Fondazione Italia Digitale: “Energia e digitale siano al centro dell’agenda politica”

“La tecnologia ha il compito di armonizzare il percorso di sostenibilità ambientale ed economica che oggi l’opinione pubblica vede come antagoniste. Abbiamo sempre più bisogno di una comunicazione di qualità in grado accompagnare la rivoluzione culturale che deve coinvolgere tutti e rendere sempre più consapevole il Paese”. Lo ha detto Francesco Di Costanzo, presidente di Fondazione Italia Digitale, durante l’incontro “Energia Digitale” organizzato a Roma da Renael (Rete nazionale delle agenzie energetiche locali) in collaborazione con la Fondazione e PA Social.

L’incontro ha sancito l’ingresso della rete delle agenzie energetiche nell’associazione PA Social “con l’obiettivo - ha spiegato il direttore di Renael Benedetta Brighenti – di implementare le strategie di comunicazione per la rivoluzione culturale che deve coinvolgere cittadini, imprese e istituzioni nella fase di transizione ambientale in atto”.

Al centro del dibattito l’ultima ricerca condotta dall’Istituto Piepoli su ‘Le priorità degli italiani, l’energia e la sostenibilità’ da cui “emerge - ha spiegato Livio Gigliuto (direttore di Fondazione Italia digitale e presidente Istituto Piepoli) - come il 27% dei nostri concittadini consideri tutto sommato normale il picco di temperature registrato questa estate. Inoltre, come dimostrato nelle rilevazioni effettuate nel corso dei mesi, la preoccupa-

zione per il cambiamento climatico cresce in occasione delle emergenze, salvo scemare nei momenti successivi riportando in cima alle priorità la lotta al caro-prezzi. In sintesi, un italiano su cinque non è preoccupato dal cambiamento climatico. A fronte di questa estrema variabilità di opinioni, il binomio ‘energia e digitale’ rappresenta il punto equilibrio - e di forza- per il futuro sostenibile dell’Italia e affinché la sostenibilità economica e quella ambientale non siano più considerate antagoniste”.

Ha concluso Francesco Di Costanzo: “Energia e sostenibilità hanno bisogno di un digitale di qualità e il digitale ha bisogno di energia. Per questo, come Fondazione Italia Digitale, proseguiremo nello sviluppare il dibattito in Italia e lo faremo in maniera ancora più ampia a Torino il 6-7 e 8 ottobre al ‘Festival del Digitale Popolare’ con personaggi della cultura, dello sport, dell’innovazione e delle istituzioni nella fitta agenda di incontri, seminari e dibattiti.

All’appuntamento moderato da Stefania Divertito, hanno partecipato anche Piergabriele Andreoli (presidente Renael) Domenico Repetto, Direttore Comunicazione istituzionale e coordinamento informativo della Direzione generale innovazione tecnologica e comunicazione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, e il politologo Luigi De Gregorio.

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