
Anno 2025-2026



Dossier • Ragazzi 12-16 anni #chisonoio?… ... con i miei amici


Novena di Natale IL PRESEPE DELLA PACE








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Anno 2025-2026



Dossier • Ragazzi 12-16 anni #chisonoio?… ... con i miei amici












In te vediamo il volto umano del nostro creatore Dio e contempliamo la sua gloria solo in te. In te vediamo il volto santo, il volto dell’umanità e l’immagine di Dio risplende in noi.


Ora tu sei dono per noi, Gesù.
Ora tu puoi nascere ancora dentro di noi.
Ora tu rimani con noi, Gesù.
Ora tu sei pane di vita, la nostra vita sei tu.


Il tuo amore dentro il nostro cuore noi sentiamo; la tua vita nella nostra vita è già realtà.

Gesù, tu sei venuto al mondo per riportare il mondo a Dio e per guarire il nostro cuore col tuo amore. Per renderci tra noi fratelli, donarci la tua libertà ridare la speranza a questa umanità.
Il tuo amore dentro il nostro cuore noi sentiamo; la tua vita nella nostra vita è già realtà. Rit.
Ora tu rimani con noi, Gesù.
Ora tu sei pane di vita, la nostra vita sei tu.














Francesco Buttazzo SI È FATTO COME NOI
Messa di Natale
Paoline, Roma - Cd € 14,00
Spartito € 12,00








Una proposta di 12 canti, composti da Francesco Buttazzo, per celebrare il Natale. Brani moderni, musicalmente vicini ai gusti giovanili. I testi invitano a contemplare il Bambino in fasce che «si è fatto come noi» e che ha in sé la forza di Dio. Un contributo per arricchire il repertorio liturgico delle parrocchie, adatto anche a incontri di preghiera per giovani/adulti e concerti.






Editoriale M. Rosaria Attanasio
Carissimi catechisti e catechiste, nel nostro mondo persiste una situazione di guerre e di violenze, che ci interpella fortemente e ci lascia sbigottiti e preoccupati. Soprattutto i più giovani ne subiscono le conseguenze, interrogandosi, da un lato, sull’incapacità degli adulti di costruire la pace e, dall’altro, reagendo, a volte, in modo aggressivo e sproporzionato… Tuttavia non mancano testimonianze di solidarietà e generosità, di sostegno ai poveri e ai fragili. L’amore di Gesù, dono del Padre per noi, continua a farsi strada nei cuori dei credenti e delle persone di buona volontà e ad aprire prospettive di speranza, così da infondere speranza negli altri…
Nella prossima Epifania concluderemo l’anno giubilare Pellegrini di speranza; tuttavia la grazia ricevuta in abbondanza e la speranza ricercata e accolta, assieme alla fede e alla carità, fanno parte ormai del nostro patrimonio spirituale ed esistenziale che nessuno potrà strapparci.
Come essere, ora, costruttori di pace e speranza nel mondo? Quale preghiera per la pace davanti a Gesù bambino? Il card. Carlo Maria Martini, commentando un brano dal Libro di Neemia (9,1-10.26-37) (Veglia per la pace dei giovani di AC, Duomo - MI, 29-01-1991) rileva come ciascuno di noi abbia distrutto la pace per la sua parte di responsabilità e come ogni seria preghiera per la pace debba nascere dal pentimento e dalla volontà di ricostituire nella vita personale e comunitaria i quattro pilastri della pace: verità, giustizia, libertà, carità (Giovanni XXIII). Senza tale volontà umile e sincera, la nostra preghiera e invocazione sono ipocrite. Il grido di intercessione per la pace esige, inoltre, di mettersi nel mezzo di una situazione, tra le due parti in conflitto. Intercedere etimologicamente significa fare un passo in mezzo. Non nel senso di fare da arbitro o mediatore, cercando di convincere chi ha torto a

cedere, oppure invitando i due contendenti a farsi qualche concessione reciproca, in vista di un compromesso; in tal modo saremmo ancora nel campo della politica e delle sue poche risorse. Intercedere è un atteggiamento molto più serio, grave e coinvolgente, e molto più pericoloso: è stare là in mezzo, senza scampo, cercando di mettere la mano sulla spalla di entrambi e accettando il rischio di questa posizione (cfr. Gb 9,33-35). È questa l’intercessione cristiana evangelica. Essa richiede una duplice solidarietà: abbracciare con amore tutte le parti in causa. Non provare odio per nessuno e neppure scegliere di stare dalla parte di chi soffre per maledire chi fa soffrire. Gesù non maledice mai… Se si chiede al Signore di soccorrere l’uno e abbattere l’altro, si ignora il bisogno di salvezza di chi è nel torto e lo si abbandona, non mettendogli la mano sulla spalla.
In tale prospettiva di amore, salvezza e speranza gli itinerari ci orientano a contemplare e accogliere Gesù, che entra nella storia e si mette in mezzo tra Dio e l’umanità, per donarci misericordia e pace; la Novena di Natale ci conduce a incontrare Gesù, Re della pace… Il Dossier per i ragazzi «… con i miei amici» evidenzia l’amicizia come via di svelamento a se stessi, di speranza e di incontro con Dio. Buon Natale in Gesù, Re di pace e di libertà!
Proprietà: Istituto Pia Società Figlie di San Paolo
Direttrice responsabile: M. Rosaria Attanasio
Consiglio di redazione: A.T. Borrelli, G. Collesei, B. Corsano, T. Lasconi, E. Salvatore, M. Tassielli
Progetto grafico e impaginazione: Bard Ziadivi
Copertina Catechisti parrocchiali: Alida Massari
Foto Catechisti parrocchiali: A. Massari, pp. 3, 4-5, 24-31; F. Zubani, pp. 5, 8, 12-13; vidimamax/Shutt.com, p. 6; NDAB Creativity/Shutt.com, pp. 14-15; Murat Bilgin - Olya Kushch/Shutt.com, p. 16; catary/Shutt.com, p. 17; Mashosh - Anneka/Shutt.com, p. 19; Pressmaster/Shutt.com, p. 20; F. Velasco, pp. 32, 34, 36, 38, 40; Evgeny Atamanenko/Shutt.com, p. 45.
Copertina Dossier: William Perugini/Shutt.com
Foto Dossier: E. Giannini, p. 3; Jose Calsina/Shutt.com, p. 5; B. Lopez, p. 7; Ground Picture/Shutt.com, pp. 8-9.
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Finito di stampare il 7 ottobre 2025
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dicembre 2025
CONfRONTIAmOCI

EditorialE
A Natale: un grido di intercessione per la pace .................................................... 3
M. Rosaria Attanasio in dialogo con i catEchisti
Come far scoprire la parola di Dio
ai bambini nel quotidiano? ................ 6
Michele Roselli
PEr una fEdE «incarnata» Uno sguardo empatico che accoglie e accarezza......................... 7
Redazione
PrEsi PEr mano Nelle mani degli uomini del suo popolo ............................................ 8
Emilio Salvatore
contEsto biblico storico - gEografico
La nascita di Gesù nel Vangelo secondo Matteo ............. 10
PEr voi catEchisti
Natale: capolavoro di Dio che ama l’Umanità ................................... 12
Emilio Salvatore
colora il disEgno «Gesù, ti accogliamo con gioia!» ....... 13
Redazione
itinErario PEr i gEnitori
In mano all’umanità! .............................. 14
Barbara Corsano
itinErario PEr i bambini
Una lunga storia! ...................................... 16
Anna Teresa Borrelli
itinErario PEr i ragazzi
Verso le nostre radici

tenendoci per mano ............................... 18
Isabella Tiveron
cElEbrarE la vita in famiglia
Attendiamo Gesù ..................................... 20
Isabella Tiveron
Primi Passi nElla vita cristiana • incontro a gEsù
Gesù nasce a Betlemme
accolto dai pastori .................................. 21
Laura Salvi
SUSSIDI LITURGICI E PASTORALI
novEna di natalE
Il presepe della pace ................................ 24
E. Salvatore - M. Rosaria Attanasio
il vangElo dElla domEnica
II-IV Domenica di Avvento - Natale del Signore - Santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria - A 32
P. della Peruta - A.M. Pizzutelli
APPROfONDIAmO E ATTIvIAmOCI
l’anno liturgico
Celebriamo la sua venuta
Il tempo di Natale ..................................... 42
Roberto Laurita
formazionE dEi catEchisti
Il rischio dell’«accompagnare» ..........44
Gigi Cotichella
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PERCORSO DI DICEmbRE
Il piano di salvezza del Dio d’Israele passa attraverso il Messia, che compie le promesse fatte ai patriarchi e ai profeti. In tale prospettiva la genealogia e l’annuncio a Giuseppe intendono rispondere alla domanda: «Di chi è figlio Gesù?»… Egli fu generato da Maria per opera dello Spirito Santo (Presi per mano).

Il nome dato a Gesù, Emmanuele, per Matteo, ha un significato molto forte: Dio scende accanto a noi fino ad assumere la realtà di un bambino: Figlio di Dio e di una donna vergine, Maria (Contesto biblico…).
Per voi catechisti. È fondamentale riportare l’evento del Natale alla sua origine, a partire dai Vangeli, che inquadrano il mistero dell’Incarnazione di Gesù nella storia della salvezza.
Colora il disegno: «Mani che accolgono».
L’itinerario per i genitori invita, tramite dinamiche, a riflettere sulla fiducia con cui Dio si affida alle mani dell’uomo e della donna, così da aprirsi agli altri e accoglierli, e da educare i figli a sentirsi parte di un disegno più grande.
per i bambini orienta, con attività, a scoprire di far parte della storia di salvezza e a celebrare il Natale come grazia per vivere, assieme alla comunità, la gioia di essere famiglia che accoglie, loda e vive la carità; per i ragazzi conduce, attraverso la drammatizzazione, a costruire la genealogia di Gesù, come storia viva, a coltivare la memoria delle proprie radici e ad accogliere il Bambino che accende in noi la gioia del Natale; per i piccoli introduce a un’esperienza autentica delle feste natalizie, realizzando un cuore-mangiatoia e operando scelte di fraternità e condivisione si va completando il «Libro di preghiera».
Celebrare la vita in famiglia. Realizzando il presepe, iniziative di solidarietà e la celebrazione, si vivono l’Avvento e il Natale nella gioia, e si sperimenta la bellezza del dono.
Sussidi: Novena di Natale «Il presepe della pace», ritmata sui personaggi classici.
Gli altri contributi focalizzano: la parola di Dio vissuta dai bambini nel quotidiano; il senso della vista che favorisce l’accoglienza della realtà e degli altri; Vangelo della domenica, con riflessioni, giochi, dinamiche, preghiere; Tempo di Natale che va fino al battesimo di Gesù; il segreto dell’«accompagnare». con noi








Michele Roselli
Don Michele, noi diciamo che la Parola di Dio è viva, efficace e fa riscoprire il senso profondo dell’esistenza, ma come associare questa verità a ciò che i bambini vivono in famiglia e negli ambienti che frequentano? Come far comprendere loro che non c’è separazione tra ciò che vivono fuori e in chiesa e aiutarli a scoprire la parola di Dio nella vita quotidiana? Come fare concretamente? (Maria, Parr. Regina degli Apostoli, Roma).














Carissima Maria, in continuità con quanto già espresso sulla parola di Dio, ti rispondo tramite il video che si sviluppa in 3 momenti.

1 Dio ci parla con le parole e nei fatti. Ci viene incontro attraverso quattro vie preferenziali...

2 Il catechista si pone come un esploratore che cammina lungo i sentieri della vita dei ragazzi, per aiutarli a scoprire le tracce che Dio lascia dentro la vita…

3 Per mettere in ascolto stereofonico la parola di Dio e la vita dei ragazzi, suggerisco tre piste… L’annuncio chiede parole di carne, incarnate nella nostra storia.

GUARDA IL VIDEO sul canale YouTube Paoline: Come far scoprire la parola di Dio ai bambini nel quotidiano? - In dialogo con i catechisti», playlist Catechisti parrocchiali. Catechisti







Per una fede
Redazione

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo (Mt 1,16). Giuseppe prese con sé la sua sposa; … ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù (Mt 1,24-25).
… i pastori dicevano: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro (Lc 2,15.17).
Simeone lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: … i miei occhi hanno visto la tua salvezza (Lc 2,28.30).




Prima delle mani, è lo sguardo ad accogliere e accarezzare.
La vista è il senso più importante: attraverso di essa riceviamo l’80% delle informazioni e percezioni. È fondamentale, perciò, sviluppare la capacità dello sguardo per favorire il contatto consapevole con la realtà e gli altri. L’educazione dello sguardo si realizza con la stimolazione della mente e del cuore, perché «le radici dell’occhio sono nel cuore [...]; l’occhio vede dal cuore», per cui entra in relazione empatica. Sant’Agostino afferma che soltanto l’amore sa vedere. Lo sviluppo della vista, infatti, non consiste solo nella capacità di vedere, ma nell’intero processo della persona che stabilisce un’interazione tra il mondo esteriore e il suo mondo interiore. Attraverso la vista la persona si connette con gli altri, esplora la sua identità, si meraviglia davanti alla bellezza della natura e cerca risposte alle domande esistenziali più profonde (cfr. Op. cit. in fondo, pp. 34.36).
La fede apre a una visione del mondo, che abbraccia la totalità del reale, in uno sguardo unitario: permette di vedere il tutto nel frammento, tutte le cose in Dio e Dio in tutte le cose. Per cui si può dire che solo il credente vede veramente il mondo nella sua integralità; ha lo
sguardo di Cristo, uno sguardo amorevole che approfondisce e amplia la comprensione della realtà. Il credente sa andare oltre le realtà visibili, trascende il mondo sensibile per contemplare Dio presente che agisce nella storia per la salvezza di tutti, fino a rendersi visibile, udibile e tangibile nel mistero dell’incarnazione (cfr. Gv 1,14; 1Gv 1,1-4). «Credere e vedere s’intrecciano (cfr. Gv 12,44-45)… il vedere diventa sequela di Cristo, e la fede appare come un cammino dello sguardo, in cui gli occhi si abituano a vedere in profondità» (Lumen fidei, 30).

Gesù, che trasforma l’uomo interiormente, ci dona la luce che illumina l’origine e la fine della vita (cfr. LF 20). Lo sguardo credente riconosce la dignità alle persone e alle realtà, così che i suoi occhi, guardando, ascoltano, accolgono, accarezzano, toccano, contemplano (Op. cit., p. 39) «Gli occhi sono lo specchio dell’anima e svelamento del cuore». I cristiani sono chiamati ad essere in Gesù, luce del mondo (Mt 5,14) «luce nuova che nasce dall’incontro con il Dio vivo, una luce che tocca la persona nel suo centro, nel cuore, coinvolgendo la sua mente, la sua volontà e la sua affettività, aprendola a relazioni vive nella comunione con Dio e con gli altri» (LF 40).
(Per approfondire: cfr. Alejandro Jorrat, Catechesi e vista, in G. Ruta e P.S. Schmitt [edd.], Catechesi in tutti i sensi, Elledici, Leumann [TO] 2025, pp. 33-55)









Presi per mano
Emilio Salvatore
Nella serie di mani che caratterizzano il mosaico di questo anno di Catechisti parrocchiali non potevano mancare le mani del Padre, che offrono il Figlio all’umanità, le mani di Maria e Giuseppe, che lo accolgono, lo abbraccia-

no, lo custodiscono, lo introducono nel mondo. Il mistero del Natale ci invita a cogliere questo dono grande e fragile, posto anche nelle nostre mani, affinché lo facciamo entrare nel nostro mondo e nella nostra vita.
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Il racconto della nascita di Gesù nel Vangelo secondo Matteo è preceduto dalla genealogia, che è una catena di volti, di mani e di cuori di uomini, e solo di quattro donne, attraverso i quali si realizza la storia che conduce alla nascita dell’Emmanuele, il Dio con noi. L’attacco solenne: « Libro dell’origine di Gesù, figlio di Davide, figlio di Abramo» non è solo un richiamo tipico del genere biografico, ma una precisa indicazione sull’identità del protagonista: egli è il depositario della promessa di benedizione per tutti i popoli, rivolta ad Abramo (Gen 12,1-3); egli è anche «figlio di Davide», cioè Messia, termine molto presente nel resto della narrazione (cfr. Mt 9,27; 12,23; 15,22; 20,30-31; 21,9; 22,42).

Il piano di salvezza, voluto dal Dio d’Israele, passa attraverso il Messia, inviato a portare a compimento le promesse fatte ai patriarchi e ai profeti. In tale prospettiva la genealogia e il quadro successivo – l’annuncio a Giuseppe – intendono rispondere alla domanda: «Di chi è figlio Gesù?». Giuseppe si situa nella discendenza davidica e Gesù, tuttavia, è suo figlio solo dal punto di vista legale. Di qui una tessitura come un grande arazzo di volti, di nomi, di seme e di mani. Affiorano volti noti, come quello di Abramo e di Giuseppe, agli estremi, entro tre scansioni di 14 generazio ni (Abramo, Davide, la deportazione a Babilonia), ma anche di emeriti sconosciuti, uomini san ti e persino qualche mezzo criminale. Tutto si svolge secondo un ritornello, ripetuto quarantuno volte: generò, che è sostituito al passivo: fu generato to Santo, la cui azione creatrice è unica e mirabile.




, riferito a Gesù, -

In una genealogia tutta al maschile sembrano fuori posto anche quattro donne (Tamar, Racab, Rut, Betsabea). Ma, a ben guardare, esse sono in situazioni irregolari, giustificate da azioni di uo mini che le reintroducono nella struttura familiare patriarcale. Esse preparano, così, l’ultimo anel lo della catena: Maria.

Giuseppe, infatti, decidendo di non ripudiarla, la integra nella famiglia e la accetta come legittima. Le quattro donne ne anticipano il mistero, che tuttavia conserva la sua assoluta novità: la Madre di Gesù svolge un ruolo unico e irripetibile, che Matteo sottolinea in modo meraviglio so, facendole prendere posto nella successione maschile I bambini e le bambine, quando nascono, presi dal grembo della madre, sono posti nelle mani di uomini e donne che li accudiscono. Così è avvenuto anche per Gesù, il Figlio di Dio, il quale, nascendo da Maria Vergine, è stato accudito da mani amorevoli che lo hanno avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia. Quelle mani premurose e attente sono la prefigurazione delle mani che lo accoglieranno e/o lo rifiuteranno, lo accarezzeranno o lo schiaffeggeranno. Facendosi uomo, il Figlio di Dio non ha avuto paura di consegnarsi nelle mani degli uomini e delle donne, perché ognuno potesse renderlo partecipe della propria storia di bene e, a volte, anche di male. Nell’arazzo genealogico di Gesù, inoltre, possiamo vedere volti e corpi, mani e piedi che camminano nella storia, come quelli di ogni bambino o bambina che viene al mondo, il cui Natale non è meno importante di quello del Redentore.








IlSussidi liturgici e pastorali
Emilio Salvatore - M. Rosaria Attanasio



Natale di Gesù è avvenuto nella storia, come dicono gli storici, circa 2019 anni fa. Ogni anno i cristiani nel mondo (circa 2,4 miliardi di persone) celebrano nella fede, con forme e modalità diverse, questo evento, sempre antico e sempre nuovo.
Tre avvenimenti contrassegnano questo Natale 2025: la congiuntura di guerra che imperversa nel mondo con situazioni drammatiche; il Giubileo che va verso la conclusione e che, nell’intenzione di papa Francesco, era finalizzato a rinnovare la Speranza, animata dalla fiducia nell’uomo e in Dio; il messaggio del nuovo Papa, Leone XIV, che, sin dal suo primo affacciarsi sul balcone della storia, di fronte alla città di Roma e al mondo, ha invitato tutti a perseguire una pace disarmata e disarmante.
Fare Natale oggi, in un mondo sfigurato dalla violenza e dalle armi, significa accogliere il dono della pace, che risplende nella persona di Gesù (cfr. Ef 2,14) ed essere operatori di pace (cfr. Mt 5,9).
Il percorso, ritmato sulle illustrazioni del poster, mostra le figure classiche del presepe, che disegnano una mappa della pace, una sorta di geopolitica della pace, come invito a intessere relazioni per costruire la pace.
Il poster si legge dal basso, da sinistra verso destra e proseguendo a spirale.
Costruzione del poster. Il poster si incolla su cartoncino; si ritagliano con il taglierino, staccandole, le diverse scene. • A ogni tappa, come in un puzzle, si ricompone l’immagine, aggiungendo il tassello.
Ogni step propone: Invitatorio - Canto - Parola di Dio - Riflessione - Preghiera. Canti da: Giuseppe Tranchida, ALLELUIA È NATALE , Paoline




Viene, il Signore, Dio della pace: venite, adoriamo!
Godi, figlia di Sion, esulta, figlia di Gerusalemme: ecco il Signore verrà e in quel giorno vi sarà gran luce, i monti stilleranno dolcezza e dai colli scorrerà latte e miele, perché verrà un gran profeta ed egli rinnoverà Gerusalemme. Rit.
Il Signore discenderà come pioggia sul vello; in quei giorni spunterà la giustizia e l’abbondanza della pace: tutti i re della terra lo adoreranno e i popoli lo serviranno. Rit.
Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. Rit.













INVITATORIO - Canto
Gesto: Si dispiega il poster e si consegna un cartoncino su cui scrivere la realtà più buia che si avverte in famiglia, a scuola e nel mondo, per cui ci si impegna a pregare. Si inserisce la sentinella.
DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA

Oracolo su Duma. Mi gridano da Seir: «Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?».
La sentinella risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!» (21,11-12).




INVITATORIO - Canto



G. Il primo personaggio del presepe della pace è una sentinella: in ebraico shomer, «colui che custodisce». Nel passo biblico il silenzio notturno è rotto da un dialogo tra una voce che grida e la sentinella. La domanda è ripetuta due volte: «... quanto resta della notte?» (v. 11) e potrebbe significare: «Che ora è?». Ma la risposta, «Viene il mattino, poi anche la notte», indica la venuta dell’alba di un nuovo giorno che è seguito ancora dalla notte: l’insistenza, quindi, è sul perdurare delle tenebre. Il profeta, nel dramma che coinvolge le nazioni è chiamato ad annunciare l’iniziativa di Dio. Come la sentinella attende e custodisce, così fa il Dio d’Israele con il suo popolo. JHWH è il «custode d’Israele» (cfr. Sal 121). Anche noi insieme siamo chiamati a invocare e attendere la pace, a custodire e difendere non solo noi stessi, ma anche i fratelli e le sorelle, a offrire il nostro aiuto a tutti per donare la pace e la gioia. Preghiera. Dio della Pace, aiutaci a saper guardare negli occhi la notte del mondo in cui siamo avvolti e, come sentinelle, a custodire i germogli di pace, che sbocciano nei solchi della storia, per trasformare il male in bene con la nostra solidarietà verso tutti. Amen.
Gesto: Si inserisce l’immagine dei soldati con le persone.
DAL VANGELO SECONDO LUCA
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide (2,1-4).







G. Il secondo personaggio sono sempre soldati, ma romani, strumento di oppressione, come si deduce dal racconto del censimento, che accompagna la nascita di Gesù. La finalità del loro controllo era l’esercizio del potere, che vedeva nei soldati, di allora e di oggi, semplici esecutori degli ordini. I soldati erano violenti, maltrattava-









no le persone. Erano i bulli del tempo, simili, in certo senso, a quelli che incontriamo oggi, in classe, sull’autobus, che incutono paura alle persone più educate e indifese. Non c’è posto per i violenti nel presepe della pace! Noi quale pace scegliamo? Quella della forza o dell’amore?

INVITATORIO - Canto

Gesto: Si inserisce sul poster l’immagine del contadino con le spighe.
DAL LIBRO DEL LEVITICO
Se seguirete le mie leggi, se osserverete i miei comandi e li metterete in pratica, io vi darò le piogge al loro tempo, la terra darà prodotti e gli alberi della campagna daranno frutti. La trebbiatura durerà per voi fino alla vendemmia e la vendemmia durerà fino alla semina; mangerete il vostro pane a sazietà e
Preghiera. Signore Gesù, che vieni a portare la pace, togli dalle nostre bocche parole da bullo, libera le nostre mani dai gesti da bullo, strappa dai nostri cuori desideri da bullo; rendici disarmanti per la nostra sincerità e coerenza. Amen. abiterete al sicuro nella vostra terra. Io stabilirò la pace nella terra e, quando vi coricherete, nulla vi turberà. Farò sparire dalla terra le bestie nocive e la spada non passerà sui vostri territori (26,3-6).







G. Il terzo personaggio che ci viene incontro è un contadino, figura comune nella realtà di Nazaret e nell’immaginario che Gesù utilizza nelle sue parabole. Nel libro del Levitico Dio promette lo shalom, un’abbondanza di beni. La pace, infatti, nell’AT include benessere, benedizione, tranquillità, quindi l’armonia globale della vita. Se dal basso la pace nasce dall’accordo umano, che rischia di cercare sempre l’interesse (cfr. Ez 13,9-11), dall’alto è dono divino che esige l’alleanza, collegata con la giustizia (cfr. Is 48,18; 59,8; Sal 37,37); ed è anche bene escatologico, connesso con la venuta del Messia («Egli stesso sarà la pace!»: Mi 5,4). Dal contadino impariamo che la pace richiede fedeltà a Dio e fedeltà alla persona, fatta di fatica e pazienza, per tessere relazioni nuove e autentiche. La lealtà e la fedeltà sono valori che guidano la nostra vita e sono da praticare in famiglia, a scuola, con gli amici e in tutti gli ambiti, così, come per cerchi concentrici che si espandono, contribuiamo a costruire la pace nel mondo. Preghiera. Spirito creatore, insegnaci l’arte sapiente dell’agricoltore per lasciar maturare, con pazienza, lo spirito autentico, le azioni e le cure che costruiscono la pace. Amen.
INVITATORIO - Canto
Gesto: Si inserisce sul poster l’immagine della donna con il cesto di frutti.

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino (85,10-14).





Generare alla fede è, di fatto, accompagnare verso l’incontro con Gesù. L’accompagnare comporta sempre un rischio. Noi sottolineiamo spesso le difficoltà di chi accompagniamo: alcuni si tirano indietro perché non si sentono adatti o perché timorosi di sbagliare. In realtà la sfida maggiore ricade su noi accompagnatori. Quando accompagniamo veramente, siamo esposti alla delusione, a non vedere i frutti, a sentirci inutili. Accompagnare è un rischio, ma è anche meraviglioso, perché ci rende davvero uomini e donne di Dio.
A parole tutti accompagniamo. Ma nei fatti non è così. Spesso lo mitizziamo. Accompagnare è un verbo tipico dei ruoli educativi professionali e della direzione spirituale. Se analizziamo l’etimologia della parola, scopriamo un piccolo segreto. Questo verbo è formato da quattro desinenze.
AC. Deriva dal latino ad e indica la direzione. È la dimensione della meta. Non basta essere compagni di viaggio per accompagnare, bisogna prospettare una meta. In fondo quando qualcuno ci chiede di accompagnarlo, la prima cosa che chiediamo è: «Dove?».
COM. Deriva dal latino cum e significa con, insieme. È la dimensione della relazione. Le relazioni con chi accompagniamo sono asimmetriche, perché noi esplichiamo un ruolo educativo, ma
non sono neutrali. Ci appassioniamo, ci irritiamo, ci emozioniamo, ci illudiamo. È normale e bisogna tenerne conto.
PAGN. Deriva dal latino panis e indica il pane come simbolo della quotidianità. Anche se spesso incontriamo i ragazzi e le ragazze in appuntamenti specifici, l’accompagnare riguarda la quotidianità. Speriamo, infatti, di vedere attuato nelle loro vite quello che si sperimenta negli incontri. E, inoltre, ciò che complica gli incontri sono le esperienze che si portano dalla quotidianità.
ARE. Verbo relativo all’agire, indica la dimensione dell’aggiornamento. Nel tempo rimane sempre la tensione a cercare il meglio per le persone che si seguono e ad attivarsi per lavorare su se stessi con costanza, così da migliorarsi.
Qual è il segreto dell’accompagnare? Tutti possiamo accompagnare qualcuno, almeno per un pezzetto di strada, ma non in qualsiasi situazione; tuttavia possiamo accompagnare ad altri accompagnamenti. Mi spiego. C’è, ad esempio, un ragazzo particolarmente timido nel nostro gruppo e scopriamo che ha un talento musicale. Possiamo valorizzare quel talento, coinvolgerlo, ma non sta a noi guidarlo per farlo sviluppare. Possiamo, però, sensibilizzare i genitori a capirlo, accompagnarli da una persona esperta in materia. Se il ragazzo sboccerà, come tutte le volte che si mettono in gioco i talenti, sarà anche per il nostro intervento, perché avremo accompagnato a un altro accompagnamento. Questo è testimoniare un Dio amorevole che vuole sempre il nostro bene.


Dall’esempio educativo è facile passare all’ambito della fede. Che cos’è accompagnare alla fede e nella fede?
È affidarsi a Dio. In effetti più mi impegno ad accompagnare lo sviluppo della dimensione umana e più mi accorgo che c’è bisogno di Dio. Per me e per loro. Più mi impegno a far crescere un/una ragazzo/a a livello umano e di fede, più vedo che solo nel Signore si possono superare gli eventuali blocchi e orientare le inevitabili delusioni e le facili illusioni.
È affidarsi alla comunità. Quando accompagno veramente qualcuno può subentrare il rifiuto e la chiusura. Ma scopro che coloro che
non si aprono con me, possono aprirsi con altri. Nasce da qui l’accompagnamento comunitario: ci ritroviamo e ci aiutiamo a vicenda, non solo come sostegno per se stessi, ma come collaborazione per il bene /dei/delle ragazzi/e. È affidarsi al cammino. Accompagnare è intraprendere un viaggio, dove la direzione è data dalla meta, ma il senso è già nel camminare. Ne scaturisce la serenità della gradualità, della semina e dell’attesa. Ciò non significa svalutare la parola di Dio; il seme, infatti, è forza di vita, destinato a germogliare, ma è piccolo e non si impone; porterà frutto nel tempo.
Propongo un solo esercizio, che è anche uno strumento e uno stile. Lo consiglio da anni dopo averlo appreso da Alessandro D’Avenia: il secondo registro. Fornisciti di un quaderno dove riservi alcune pagine per ogni ragazza/o che segui.
Ci sono due regole da seguire.
La prima regola è scrivere tutto di una persona, fuorché la parte catechistica in senso stretto. Non il programma, non come è andata l’attivazione, ma appunti sulla sua umanità: ha sorriso, ha pianto, mi ha parlato.
La seconda regola è ripartire dalle pagine bianche. Dopo un po’ di tempo ti accorgerai di aver scritto tanto sui ragazzi più bravi e su quelli più problematici. Ma resta un gruppo, i più, riguardo ai quali sono rimaste pagine bianche o poco scritte. Riparti da lì, da loro, cerca proprio quei ragazzi, stimola uno scambio personale, fa sentire loro che sono importanti per te.
Ovviamente tutto ciò che scrivi ti aiuterà per gli interventi successivi. In fondo accompagnare è proprio un viaggio.









Dicembre 2025









… El EnA Gi A nnini
A tu per tu con…

l’A micizi A : vi A d E ll A sp ErA nz A
Io - Tu - Noi
Franca Feliziani Kannheiser
Gli A mici ti riv ElAno
A t E st E sso
Bibbia nella vita
Tonino Lasconi
#ioconvois E nz AmA sch ErE
Musica
GEom Etri E d E ll’inc A rn A zion E
Bibbia nell’arte Manuela Pitterà
Un A c E nv E rsion E sp E ci AlE
BA rtolo l on Go
Testimone Fernanda

… con i miei amici. L’amicizia, come ha affermato papa Leone XIV durante la veglia del Giubileo dei giovani (03-08-2025), è fondamentale per un modo nuovo di vivere, non solo cristiano, ma profondamente umano. Essa si collega con la speranza: è credere che la vita abbia senso e che ciascuno sia rispettato e trovi il suo posto (Io - Tu - Noi). Attraverso le canzoni i ragazzi, in un cammino in tre tappe, rilevano: chi sono io, senza maschere; chi sono con gli altri, nell’amicizia vera; chi sono nel cuore di Dio, così da intessere relazioni autentiche (Musica e fede), e seguire l’esempio di Gesù che ha operato con un gruppo di amici, affrontando tutte le problematiche connesse. È vero che «chi trova un amico, trova un tesoro» (Sir 6,14), ma l’amicizia richiede diverse attenzioni, quali: reciprocità, sincerità, discrezione (Bibbia nella vita). Nel film sorprende l’amicizia e la solidarietà tra i due piccoli protagonisti, che si aiutano a vicenda nelle situazioni più difficili e contagiano via via gli altri personaggi e un’intera comunità (Ciak si gira). Dal MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica) viene l’invito a vivere la fede fra i banchi di scuola, tuttavia mai da soli. I ragazzi partono da questioni di vita concreta e coinvolgono tutti, anche «i non credenti» (A tu per tu con…). Bartolo Longo, convertitosi dall’anticlericalismo alla fede, è testimone di relazione profonda con Dio e la Vergine Maria – in onore della quale erige il santuario a Pompei – di solidarietà verso gli emarginati e di amicizia con i santi dell’epoca (Testimone). Nel dipinto ci affascina Gesù che, posto nel grembo di Maria, ha nel petto un pezzo di pane, che indica l’Eucaristia, segno di amore e amicizia (Bibbia nell’arte). «Tu sei un buon amico?»: verificati con il Test. Nella Celebrazione accogli con amore e gioia l’amicizia di Gesù.
In ascolto dei ragazzi di oggi (12-16 anni), attenti al loro disagio esistenziale e alle loro paure, si cerca di orientarli, alla luce del Vangelo, a scoprire la propria identità in relazione all’Altro-Dio e agli altri, per una formazione integrale così da vivere con gioia, nella libertà e responsabilità. L’utilizzo dei diversi linguaggi, che li coinvolge da protagonisti, rende il percorso fruibile nella catechesi, in ritiri, campiscuola e a scuola.
TEMA: #chisonoio?...
1. ... Allo specchio 2. ... in famiglia 3. ... con i miei amici 4. ... in classe 5. ... con chi amo 6. ... in questa società 7. ... nel creato 8. ... con l’Altro
A tu per tu con…
Rosario Carello
La cronaca di questi mesi racconta storie di ragazzi violenti, di bande che seminano paura e, giustamente, si parla di un grande vuoto educativo. Ma, mentre denunciamo il male, guardiamo al bene: migliaia di giovanissimi si uniscono, ogni giorno, per conoscere il mondo, capirlo, interpretandolo alla luce della parola di Dio e sforzandosi di migliorarlo. È il lavoro che svolge il Movimento Studenti di Azione Cattolica. Elena Giannini ha 24 anni, studia medicina e ne è la Segretaria nazionale.
L’acronimo è MSAC. E rende protagonisti gli adolescenti.
R. È un movimento composto dagli studenti per gli studenti. Nasce dal Settore Giovani di AC, è presente nelle scuole superiori e ha l’obiettivo di favorire e far crescere uno stile missionario nei luoghi di vita più comuni dei ragazzi.
Quali sensibilità affina?
R. Vivere la fede fra i banchi di scuola, ma mai da soli. I ragazzi partono da questioni di vita concreta e cercano di coinvolgere tutti, anche chi è più lontano dal credere in Dio.
Su quali temi?
R. Si inizia dai problemi della scuola, anche da quelli più spiccioli, come la palestra che cade a pezzi, per esempio. Per cui i ragazzi partecipano agli organismi collegiali fino al livello nazionale (il movimento è coordinatore del Forum delle Associazioni Studentesche al Ministero dell’Istruzione). Si arriva alla città, al mondo: per esempio, pochi mesi fa i gruppi hanno approfondito le diverse opzioni dei referendum o delle elezioni, ma anche i grandi

temi come la pace. Ogni incontro si conclude con la preghiera: parliamo da cristiani.
È una vera palestra al bene comune. Avete riferimenti?
R. Alla base c’è sempre la parola di Dio; una nostra guida è sicuramente don Lorenzo Milani. Siamo legati al suo I care, mi interessa, mi sta a cuore, che noi traduciamo nell’impegno a non lasciare indietro nessuno, cercando di coltivare un pensiero critico.
Come rispondete a questioni urgenti come il bullismo?
R. La cura dei ragazzi è al primo posto ed è anche il motivo per cui sono i ragazzi stessi a fare il movimento; c’è un’accoglienza che va al di là dell’imparare che cos’è bene e cos’è male, ma che orienta a sperimentare nella pratica insieme, nello stare insieme, coinvolgendo anche gli insegnanti, una visione di comunità intergenerazionale.
Per chi volesse conoscere, si avvicina un appuntamento nazionale.
R. Sì, dal 13 al 15 marzo 2026 a Montesilvano, provincia di Pescara, abbiamo in programma la Scuola di Formazione per Studenti, che chiamiamo SFS, e che riunirà duemila ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia. Vuole essere una scuola con materie trasversali, interdisciplinari, con metodologie di pratiche alternative, che conferiscono alcune competenze ai ragazzi. Avremo con noi diversi ospiti; saranno tre giorni anche di festa: questa non può mancare in una formazione sana (Il sito è https://azionecattolica.it/ramo/studenti/).
Maria Teresa Panico mt.pan@iol.it
Con i tuoi amici condividi la vita di tutti i giorni e i momenti più o meno belli, con loro ti confidi quando qualcosa non va perché, per te, ci sono sempre. E tu? Sei un buon amico? Sostieni chi ti sta vicino per superare insieme le difficoltà, o sei troppo concentrato su di te?
Giocare a:
a. scacchi.
b. nascondino.
c. palla.
Con i tuoi amici:
a. siete uniti, vi sostenete l’un l’altro.
b. vai d’accordo, ma a volte preferisci stare da solo.
c. non hai tanti amici, le persone spesso sono false.
Litighi con il tuo più caro amico, come risolvi?:
a. Parli con lui e cerchi una soluzione.
b. Fai finta che tutto sia a posto.
c. Preferisci allontanarti un po’ e far calmare le acque.
8 7 4 5 6 3 2 1
Ti senti apprezzato quando:
a. ricevi molti complimenti.
b. ti danno ragione anche se sei in errore.
c. ti ascoltano con attenzione.
Qual è il colore dell’amicizia?
a. Verde: come una pianta.
b. Blu: può diventare più intenso.
c. Bianco: puro e semplice.
«L’amicizia è come un fiore, da coltivare con pazienza». Dedichi tempo ai tuoi amici?:
a. Sì, cerchi di farli sentire speciali.
b. Non tanto, un’amicizia vera resiste comunque.
c. A volte, non sempre hai tempo per gli altri.
Tendi a restare ai margini delle amicizie per non lasciarti coinvolgere, per non esporre i tuoi sentimenti e mostrarti per quello che sei. Questo non vuol dire che non tieni agli altri, ma forse hai bisogno di metterti in gioco: farti avanti, dire cosa pensi, dialogare e aiutare qualcuno può essere difficile, ma anche molto bello per crescere insieme.
15 a 21
In una partita di calcio/volley ti senti più:
a. capitano.
b. allenatore.
c. riserva.
Mangiare:
a. una pizza.
b. un gelato.
c. qualche caramella.
Ti piace avere tanti amici per ricevere attenzione e sentirti protagonista. L’amicizia è vera e sincera quando si basa sulla reciprocità, quando gli amici sono importanti gli uni per gli altri. Hai il potenziale per costruire legami forti; dovresti lavorare sulla fiducia e sull’ascolto dell’altro, pensando davvero all’amico che hai di fronte.
9
Una scintilla:
a. innesca il fuoco.
b. illumina il buio.
c. è intensa, ma dura poco.
da 22 a 27 punti:
Credi nell’amicizia sincera, da costruire giorno per giorno. Sei attento e sincero nel tuo rapporto con gli amici. Cerchi di aiutare gli altri e sei disposto a risolvere insieme con loro le difficoltà. Le persone stanno bene con te perché si sentono comprese; hai un forte legame con i tuoi amici e li consideri una parte fondamentale nella tua esistenza.
Celebrazione
Francesca Langella fransua80@libero.it
Si prepara l’angolo della preghiera: Bibbia aperta, icona di Gesù, lampada accesa. Ci si dispone in cerchio. Al centro si pone un cartellone con le scritte «L’amico è…» e «L’Amico Gesù è…».
Canto: SE hAI UN CUORE GRANDE
(Pino Bordini, in: Aa.vv., Mi ami tu?, Paoline)
PREGhIERA. Signore, quando sono solo, donami un amico con cui condividere la mia vita. Quando l’altro è solo rendimi prossimo, capace di donare un po’ del mio tempo, un abbraccio, un sorriso, una parola buona. Fa’ che assomigli a te, Amico sempre fedele, vicino nelle difficoltà e presente in ogni momento della nostra vita. Rendimi tuo amico, per sintonizzarmi con te, scoprire le opere belle che realizzi, seguirti con gioia ed essere testimone del tuo amore. Amen.
Catechista. «Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suo valore» (Siracide 6,14-15).
L’amicizia è un dono prezioso di cui facciamo esperienza. Trovare persone speciali alle quali confidare i nostri segreti, sogni, desideri è un tesoro inestimabile. Pensiamo ai nostri amici, con i quali condividiamo tutto. Essere amici, non servi: è il dono che ci fa Gesù; amici con lui e fra noi, per amarci di vero cuore gli uni gli altri e portare frutti di bene e di pace.
Catechista. Siamo creati per vivere in pienezza la nostra esistenza, donandoci agli altri con dedizione. Nell’amicizia sperimentiamo la gioia di essere disponibili all’altro, di ricevere amore in modo libero e gratuito, senza trattenere nulla, ma offrendo quanto si è accolto. Il Vangelo ci rivela che il più grande di tutti i comandamenti è amare.

Duccio di Boninsegna, Gesù si congeda dagli Apostoli
Dipinto 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena
Lo Spirito Santo ci dona la grazia di attuare questo invito di Gesù, che lui stesso ha realizzato per noi: ci ha scelti come suoi amici e ci ha amato così tanto da donare tutto se stesso per darci la sua gioia. Quanto è difficile e faticoso lasciarsi amare e amare. È il cammino di tutta la vita, che ci rende più veri, più liberi di coltivare l’amicizia con Gesù, giorno dopo giorno, e di crescere portando frutti di vita eterna.
1 Ragazzo. Signore, abbatti il muro della violenza, del giudizio e dell’ingiustizia che ci divide e ci rende nemici.
2 Ragazza. Signore, cambia il nostro sguardo, fa’ che riconosciamo il tuo amore per noi che ci chiama a essere tuoi amici e a donare sinceramente la vita
3 Ragazzo. Signore, sceglimi ancora come tuo amico. Fa’ che accolga la tua proposta di amicizia e rendici amici solidali fra noi e verso gli altri.
GESTO. Ognuna/o scrive sul cartellone una qualità di chi è amico e una di Gesù come amico.
PREGhIERA. Signore, donami di essere disponibile verso gli altri: di ascoltare con pazienza, accogliere con bontà, donare con amore, per essere una presenza affidabile cui rivolgersi nei momenti di difficoltà e di dubbio così da comunicare la tua amicizia, irradiazione di pace, di gioia e di salvezza. Amen.
Canto: VITA NUOVA (Paolo Auricchio, Ivi)