Area di servizio 5 2016

Numero 5 - anno 18 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

5/2016

AD PRODUZIONE DA STOCCARDA OTTIMI SEGNALI

AMPLA QUALITÀ SENZA COMPROMESSI

CECCATO IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI

CHRIST TEMPO DI FIERE E TANTE NOVITÀ

CO.RA. FUTURO NON-OIL PER IL GESTORE

DEGAMA LA NUOVA VITA DI AUTOEQUIP LAVAGGI

FLOWEY UNA SQUADRA UNA FAMIGLIA

HARTMANN TRESORE ITALIA INTERRATO È MEGLIO

ISTOBAL SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA

REV PROFUMATORI INNOVATIVI E SICURI

speciale uniti expo

MERCATO LEGALITÀ TITOLOTRA DELLA COPERTINA & NO ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

I vecchi portali ci stavano stretti.

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Uniti Expo: una fiera di successo

Mercato tra legalità & no

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Ceccato: il primo amore non si scorda mai

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Christ: tempo di fiere tempo di (tante) novità

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CO.RA.: il futuro non-oil per il gestore moderno

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REV: profumatori innovativi e sicuri

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Ampla: attrezzature di qualità senza compromessi

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Flowey: una squadra una famiglia

Degama: la nuova vita di Autoequip Lavaggi

Istobal: squadra che vince non si cambia

AD Produzione: da Stoccarda ottimi segnali

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Hartmann Tresore Italia: interrato è meglio ma soprattutto più sicuro

Editoriale

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Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio

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Autopromotec

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Il Mercatino di Area di Servizio

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Ecoconsult

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Indirizzi utili

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News

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Direttore Responsabile Massimo Cicalini – Caporedattrice Paola Sala Comitato di Redazione Stefano Cantarelli, Massimo Cicalini, Maurizio Micheli, Alberto Mondinelli, Luca Squeri.

Collaboratori Attilia Formigoni, Elda Frigerio, Elio Giabba, Nicoletta Lega, Andrea Pietrarota, Nicola Polidoro, The Editor (Editing), Arlina Rabbiacci, Mario Rota, dagli USA Brian Campbell.

Editore: ADV Spazio Srl, via Gustavo Modena, 6 - 20129 Milano - Tel. 02-7000.4031- Fax 02-450.72.949 e-mail: areadiservizio@advspazio.it. – web: www.areadiservizio.net Pubblicità: ADV Spazio Srl - via Gustavo Modena, 6 - 20129 Milano - Tel. 02-7000.4031 - Fax 02-7000.4082 e-mail: advspazio@advspazio.it.

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Tempo di vacanze e di viaggi, ma anche di tanti pieni di carburante e, sperando finalmente in un meteo amico, anche di lavaggi. Non c’è quindi tempo per riposare per chi come i gestori delle aree di servizio, poco importa se carburanti o autolavaggi, devono garantire un servizio di prima qualità al popolo dei vacanzieri. Servizio fondamentale per l’immagine di tutta l’industria del turismo italiana che, è sempre utile ricordarlo, rappresenta una fetta importante del nostro PIL. Quindi poche vacanze, ma almeno quelle poche devono essere ben rigeneranti perché poi, tra settembre e ottobre, ci sono due importanti appuntamenti per tutto il nostro mondo. Da Francoforte con Automechanika a Verona con Oil&nonoil, il mondo della distribuzione petrolifera e degli autolavaggi, ma più in generale per la fiera tedesca dei servizi automotive, vive due momenti di fondamentale importanza che seguono Uniti Expo, la rassegna di Stoccarda che, solo alla seconda edizione, già ambisce anch’essa a un ruolo di leader a livello internazionale in questo specialistico ambito, mentre lo è sicuramente nell’ambito food and beverage.

Proprio a Uniti Expo è dedicato questo numero, con il solito, esclusivo e documentato reportage su quanto si è visto in fiera, ma anche con tanti approfondimenti affidati a singoli articoli, a cui si aggiungono importanti fermenti di casa nostra, a sottolineare quanta vivacità, in Italia come all’estero, sta pervadendo tutto il settore.

Uno scenario positivo che ci fa andare in vacanza un po’ più ottimisti. Ci voleva, verrebbe da dire. Quindi, sul piazzale o sotto l’ombrellone, buona lettura a tutti.

Massimo Cicalini

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ECONOMIA & LAVORO

MERCATO TRA LEGALITÀ & NO Il riconoscimento degli effetti devastanti che il commercio illegale sta provocando sulle entrate dello Stato, sul mercato petrolifero e sulla sicurezza degli approvvigionamenti è condivisa da tutti.

Cosa si aspetta a intervenire?

Scriveva letteralmente Staffetta Quotidiana giovedì 7 luglio 2016: “Proseguono le segnalazioni di un intenso traffico sul deposito costiero di Trieste. D’altronde le offerte che circolano sono davvero allettanti: gasolio autotrazione, quantità minima una autobotte al giorno per un mese, pagamento anticipato, ritiro con mezzo proprio, base di carico Trieste, prezzo Platt’s meno 15. Un po’ tutto il fronte adriatico sembra essere interessato da una particolare attività di questi nuovi intermediari che riescono a praticare prezzi imbattibili”.

E venerdì 8 luglio, annunciando la notizia dell’assemblea nazionale di Assopetroli, ricordava che, sempre nella medesima occasione due anni or sono, vi fu la “prima aperta denuncia della piaga dell’illegalità con parole quanto mai forti da parte di Franco Ferrari Aggradi. Oggi questa denuncia, con il riconoscimento degli effetti devastanti che sta provocando sulle entrate dello Stato, sul mercato petrolifero e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, è condivisa da tutti intendendo per tali le istituzioni (Mise, Economia, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, altre forze dell’ordine] e i vari anelli della filiera petrolifera e dei loro rappresentanti

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(Unione Petrolifera, di cui fa parte anche Eni, Assopetroli, Assocostieri, Assogasliquidi, Faib, Fegica, Figisc)”.

Citando il proprio Dossier Prezzi, elaborato sulla base dei dati messi a disposizione dall’apposito Osservatorio del Mise “grazie alla quale vengono messe in evidenza le marcate differenze di prezzo che si riescono ormai a riscontrare in maniera trasparente tra regioni, province e modalità di vendita” Staffetta afferma che “emerge uno spaccato molto opaco delle modalità con cui spesso i carburanti affluiscono dalle basi di rifornimento, raffinerie e depositi costieri e interni, ai consumatori finali attraverso una ragnatela di figure più o meno professionali (sedicenti trader, broker ecc.) proliferati in maniera abnorme negli ultimi anni”.

“Una fase di denuncia e di condivisione che si è conclusa a fine giugno con l’avvio del tavolo ministeriale annunciato dal sottosegretario De Micheli in occasione dell’assemblea dell’Unione Petrolifera – prosegue l’articolo che di seguito riproduciamo per gentile concessione –. E che ora lascia il posto da una parte ad una fase di attesa, speriamo più breve possibile, dei primi interventi dissuasivi, che si stanno mettendo a punto a livello

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normativo per adeguare e rafforzare il quadro dei controlli alle nuove esigenze emerse dall’analisi del fenomeno, e dall’altra ad una fase di grande prudenza necessaria a non turbare le operazioni in corso da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine, a partire dalla Guardia di Finanza, per riuscire a mettere le mani sui “pesci grossi” che stanno gestendo il sistema. Prudenza soprattutto prima di giudicare per esempio quanto sta accadendo sul versante adriatico dove i piazzali di alcuni depositi costieri vengono presi d’assalto da decine di autobotti in coda per caricare gasolio e distribuirlo in tutto il Paese. Autobotti che si precipitano a ritirarlo, sulla base di avvisi porta a porta, attratti dalle condizioni particolarmente allettanti che vengono praticate su queste basi, tra cui il prezzo Platts -15. Quantitativi ingenti messi in distribuzione a prezzi altrettanto allettanti tali da sbaragliare la concorrenza”.

“Episodi che si tende a catalogare tout court come comportamenti illegali e che invece, almeno formalmente, tali non sono. È il caso per esempio delle petroliere che scaricano gasolio in questi depositi e che a quanto risulta alla Staffetta, sono assoggettate dai titolari dei depositi in questione a tutte le verifiche del caso circa la validità dei documenti di carico, la qualità del prodotto, l’affidabilità del fornitore, ecc. senza trovare traccia di illegalità Per cui c’è anche il rischio, se il titolare del deposito dovesse rifiutarsi di farle scaricare, di vedersi arrivare una denuncia da parte dell’Antitrust per abuso di posizione dominante o meglio per aver impedito lo sbocco e l’accesso al mercato. Verifiche che da parte di altri titolari di depositi costieri sono arrivati a risultati differenti, nel senso che le condizioni allettanti praticate in tanto sarebbero possibili in quanto poi a valle il prodotto viene smaltito su tutto il territorio nazionale in forme illegali o paraillegali da un reticolo di società fantasma. Una sorta, verrebbe da dire, di “associazione a delinquere” che terrebbe sotto controllo il carico del gasolio in questione dalla base di caricazione all’estero fino alla distribuzione in Italia.

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Tutto ovviamente da provare”.

“Una corsa contro il tempo per mettere le mani sugli autori di queste operazioni che informazioni imprudenti potrebbero compromettere – conclude Staffetta –. Mentre l’interesse è che vadano a buon fine al più presto. Perché il rischio che si sta correndo è quello di un cambiamento radicale di tutto il sistema di approvvigionamento dei prodotti petroliferi in Italia con la chiusura delle ultime raffinerie rimaste in esercizio.

Tenuto conto che, secondo il modello Moses (Model of short term energy security), un paese è “ad alto rischio di sicurezza” sugli approvvigionamenti petroliferi se il livello di importazione supera il 45% della domanda interna. Con la necessità fra l’altro di importare grandi volumi di distillati medi da regioni che storicamente sono caratterizzati da instabilità politica. Che è quello appunto che oggi sta accadendo. Un livello di rischio a cui l’Italia si sta rapidamente avvicinando”.

Due chiose sole appaiono opportune a queste “istantanee” di mercato border-line tra legalità ed illegalità: a) secondo i dati di Staffetta le medie nel 2016 del delta tra prezzi di cessione da extrarete e quotazioni CIF Mediterraneo (che poi sarebbe “il premio pagato dai rivenditori alle compagnie”) vanno da un minimo di 2,2 a un massimo di 4,1 cent/litro per la benzina e da un minimo di 2,4 ad un massimo di 3,9 cent/litro per il gasolio (valori simili sono riscontrabili per il 2015: 2.1-3,4 benzina, 2,1-3,9 gasolio): Platt’s meno 15 significa un delta di +18 cent/litro!; b) i gestori delle major devono normalmente acquistare in regime di esclusiva prodotto a Platt’s da +9,8 a +11,4 cent/ litro in modalità self e da +17,2 a +18,5 in modalità servito (valori medi del 2016): Platt’s meno 15 significa un delta di +25/26 cent/litro per il self e di +32/33 per il servito prima ancora di marginare un solo millesimo!

Serve dire altro?

Giorgio Moretti

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SPECIALE UNITI EXPO

UNA FIERA DI SUCCESSO Promossa a pieni voti anche la seconda edizione di Uniti Expo: tanti visitatori professionali, molte le novitĂ , con le aziende italiane tra le protagoniste.

A cura di Massimo Cicalini e Paola Sala Alla chiusura dei battenti di Uniti Expo, nei padiglioni fieristici di Stoccarda, si respiravano delle belle sensazioni. Tutti soddisfatti, a cominciare dai produttori italiani che avevano affrontato la trasferta e che hanno potuto incontrare un gran numero di operatori professionali provenienti da tutto il mondo e che hanno apprezzato i loro prodotti.

I numeri parlano chiaro: 450 espositori provenienti da

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36 Paesi che hanno esposto le loro proposte per il mercato delle stazioni di servizio carburanti e per gli autolavaggi su una superficie espositiva di 35mila mq. Gli oltre 15mila i visitatori professionali provenienti da oltre 110 Paesi hanno decretato il successo della manifestazione.

Nelle pagine seguenti un esaustivo resoconto di alcuni dei prodotti e delle novitĂ piĂš interessanti che si potevano ammirare nei padiglioni della fiera di Stoccarda.

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AD PRODUZIONE

“Per AD Produzione è stata la sua seconda partecipazione e la sorpresa è stata scoprire una fiera ancora più frequentata da visitatori di più Paesi europei e anche extraeuropei – racconta Alfredo Deluca, Amministratore delegato di AD Produzione –. A differenza di Automechanika, Uniti Expo ha portato sul nostro stand anche dei clienti finali, non ho incontrato perditempo o semplici “curiosi”, ma visitatori tutti del settore, preparati gestori e commercianti. Ne approfitto per ringraziare tutti i clienti italiani che sono venuti a trovarci, un altro motivo per archiviare la partecipazione a Uniti Expo come buon investimento, così come sono certo sarà la prossima edizione di Oil&nonoil a Verona dove saremo presenti come sempre. Qui a Stoccarda il nostro stand ha registrato una buona affluenza e il nostro prodotto è piaciuto molto, abbiamo pure superato la prevenzione dei clienti stranieri, e soprattutto tedeschi, nei confronti delle aziende italiane. Ho avuto modo di parlare di questo con clienti o potenziali tali e ho capito che la freddezza verso i prodotti italiani non è legata alla qualità degli stessi, ma piuttosto alle aziende che li producono perché soffriamo di alcuni stereotipi negativi, siamo ancora visti un po’ come dei “furbetti”, aziende poco serie che promettono e non mantengono o consegnano prodotti diversi. Pur facendo fatica a credere a certe affermazioni, non posso che prenderne atto e rammaricarmene. Mi auguro che le cose cambino e già stanno cambiando perlomeno per quanto ci riguarda. AD Produzione sta lavorando da vent’anni e dal 2004 ci siamo proposti anche all’estero, riscuotendo successo e rispondendo sempre a ogni disguido e questo sta pagando”. Tutte le novità presentate da AD Produzione a Uniti Expo sono oggetto di un articolo pubblicato su questo stesso numero a pagina 58.

AQUARAMA

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SPECIALE uniti expo

Unica azienda italiana produttrice di autolavaggi presente direttamente, a sottolineare quanto l’azienda punti all’internazionalizzazione dei prodotti e quanto l’export sia componente fondamentale per il suo successo. Aquarama esponeva in uno stand moderno e accattivante un portale alto di gamma, lo Stargate S6, una macchina più che completa e con un look essenziale per chi bada strettamente a qualità e prestazioni. Quindi con il massimo rapporto qualità/prezzo tra i prodotti Aquarama, rinunciando alla fascinosa carenatura dei fratelli maggiori. Stargate S6 ha un telaio di acciaio zincato e verniciato con carenature di abs, traino diretto con inverter e assemblaggio con chiodatura ad alta resistenza di tipo aeronautico e bulloneria di acciaio inox. Le spazzole verticali hanno una guida monotrave di acciaio zincato, movimentazione elettrica, doppia spazzolata sul fronte e retro dell’auto, inclinazione e bloccaggio a cilindro e controllo elettronico della potenza. La spazzola orizzontale ha il sollevamento elettrico con inverter, controllo elettronico della potenza, guide di acciaio zincato, sistema anticaduta e controllo per l’allentamento delle cinghie. L’asciugatura dispone di lama orizzontale di acciaio zincato e verniciato a seguire il profilo, flap inclinabile a due posizioni, sollevamento elettrico con inverter, guide di acciaio zincato, asciugatura laterale con due elettroventilatori, sistema di sicurezza anticaduta (con cricchetto a molla) e controllo allentamento cinghie. L’alta pressione è prevista lateralmente, sul lavaruote e quella superiore è inclinabile in due posizioni. Le dotazioni standard prevedono l’impianto idraulico con elettrovalvole e rampe dedicate, pompe dosatrici per shampoo e cera, alimentazione monofestone a parete e comando con pulsantiera.

SPECIALE UNITI EXPO

ASSYTECH

Tra le novità presentate un bocchettone/misuratore che consente di misurare la quantità di prodotto travasato durante la fase di carico per trattarlo immediatamente per scongiurare la contaminazione di funghi e muffe aggiungendo l’esatta percentuale di biocida necessaria, normalmente un litro ogni 10mila litri di gasolio. Con questo sistema il tutto diventa un’operazione abbastanza semplice: basta inserire il dispositivo sull’attacco esistente e poi una turbina misura la quantità di gasolio e, in base ai valori rilevati da questa, una centralina miscela la percentuale necessaria di antibatterico, senza la necessità di adottare altri sistemi che prevedano l’eseguire scavi e installare tubi, con significativi risparmi, in particolare sugli impianti esistenti. In pratica, si tratta di un bocchettone maschio/femmina, con all’interno il meccanismo di misura. Un altro prodotto presentato a Stoccarda era il Master Level Petrol Site Controller, un dispositivo contenuto in una custodia stagna, in grado di ricevere i segnali mandati dalle sonde sui serbatoi o da altri dispositivi di controllo o di allarme e di ritrasmetterli. Utile per segnalare livelli, perdite e qualsiasi altro segnale arrivi dal serbatoio. La novità di questo dispositivo è il fatto di essere autoalimentato con un pannello solare, oltre che avere una batteria interna in grado di durare senza alimentazione oltre un anno. Particolarmente adatta ad essere integrata nei sistemi di telemetria, installati nei luoghi ove la corrente di alimentazione è un optional oppure dove la luce solare non abbonda; la trasmissione dei dati avviene via modem GPRS/ GPRS. Nuova anche la serratura pneumatica per tombini/chiusini, un sistema che è sia serratura sia antifurto; senza cavi e che utilizza lo stesso cavidotto dei tubi di controllo delle intercapedini (che usano aria compressa). Quindi nell’armadio centralina del controllo perdite si aggiunge un modulo dal quale partono dei tubi che arrivano alla serratura pneumatica. Il dispositivo, usando solo aria compressa è intrinsecamente Atex e lo possiamo considerare anche un antifurto pneumatico perché, se aperto, simula una perdita che viene identificata come allarme; doppiamente sicuro quindi perché, anche se viene rotto, scattano i sistemi di rilevazione delle perdite per dare l’allarme. Il montaggio è abbastanza semplice: ci sono anche dei contatti nel caso in cui lo si voglia collegare a un impianto d’allarme già esistente, oppure lo si può collegare a un modem GPRS. Un altro dispositivo (brevettato) presentato era il Water Detector WDS16, per la rilevazione della presenza di fluidi conduttivi all’interno di oli o gasolio. Rileva la presenza di acqua da 1 mm a 100 mm dal fondo. Disponibile in versione portatile oppure fissa con connessione remota a centraline di livello serie AT, se già presenti sull’impianto. Si srotola il cavo fino a quando il sensore si appoggia al fondo della cisterna. Si preme un pulsante e la rilevazione di acqua viene segnalata tramite un beep acustico e una segnalazione luminosa, con i led da 1 a 8.

AUTOFUEL

Ha fatto scalpore in fiera, ma anche sulla pagina Facebook di Area di Servizio (guadagnandosi ben 53 mila visualizzazioni) questo robot in grado di eseguire un rifornimento servito, tutto in automatico. Autofuel riconosce la vettura e adatta i movimenti in base alla posizione del tappo del carburante, eseguendo tutte le operazioni senza che l’automobilista debba muoversi dal posto di guida. Una soluzione che ha anche il pregio di non togliere posti di lavoro perché sarebbe adottata solo da stazioni già in “full self” che potrebbero così fornire un servizio in più, soprattutto agli automobilisti più “pigri”. Inoltre, considerando il progressivo incremento dei sistemi di pagamento con smartphone che già consentono o consentirebbero di non scendere dall’auto, con Atofuel si potrebbe effettivamente rimanere tranquilli a bordo.

Un servizio che sarebbe apprezzato non solo dai già citati pigri, ma anche (e soprattutto) dai disabili che per scendere fanno davvero fatica, tra il recupero della carrozzina, gli spostamenti sul piazzale, il pagamento all’accettatore e il maneggiare la pompa in spazi stretti. Invece, così è tutto più semplice e ne verrebbero incentivati anche i rifornimenti in orari non usuali: così si potrebbe restare sicuri in vettura senza rischi sul piazzale.

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BRUSHCAR

L’azienda francese produttrice di spazzole, da anni distribuita da Eurotessuti, ha esposto la sua gamma di spazzole tra cui spiccano i modelli realizzati con l’innovativo sistema Flexifill.

Queste spazzole hanno riscosso un notevole successo anche a Stoccarda: si tratta di soluzioni molto versatili e di facile installazione, adattabili a tutti gli impianti, inoltre l’alta qualità dei materiali utilizzati ne garantisce una lunga durata. La modularità del sistema Flexifill permette di realizzare soluzioni personalizzate con densità e misure diverse, studiate appositamente per soddisfare le esigenze di ogni lavaggio. Con il sistema Flexifill, oltre al materiale Antigraffio, si possono realizzare anche spazzole in materiali misti, unendo il meglio dell’Antigraffio con il nuovo Politex in tessuto, per dare vita così a una spazzola performante e silenziosa con un eccellente potere lavante.

CHRIST

Molte delle novità esposte nel grande stand Christ sono presentate nell’articolo di pagina 34. Quindi per leggere più diffusamente di Foam Splash, TurboDry, Maxi Flex+, Wheel Master e display multicolore Visus rimandiamo a quelle pagine. Da segnalare anche l’implementazione di una tecnologia già esistente per i tunnel (introdotta nella serie Evolution a Francoforte nel 2014 e della quale sono state prodotte circa 80 tunnel) che adesso è stata introdotta anche nel nuovo portale per la zona di asciugatura Aeroflex-4 che porta così a quattro il numero di versioni, una soluzione pensata soprattutto per minitunnel, quindi per spazi piccoli. Una asciugatura con prestazioni eccellenti: una potenza totale di 30 kW, 15 kW con le quattro bocchette laterali fisse e 15 kW con le due orizzontali che seguono, girano come la singola lama dei portali e si muovono molto velocemente. Inoltre, presentati anche dei nuovi sistemi di pagamento per i tunnel.

ERGOX

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SPECIALE uniti expo

Oltre alla aspirazione centralizzata già vista ad Amsterdam, l’azienda belga ha presentato un interessante sistema di aspirazione dei gettoni: in pratica, nella balaustra di copertura c’è una tubazione portante che raccoglie i gettoni e li porta in una zona sicura. Il sistema di pagamento può essere contactless, con cip card o smartphone e si può controllare da remoto per la diagnosi e risoluzione dei problemi o per conoscere i dati sul funzionamento. Il tubo è sia struttura portante sia condotto d’aspirazione mentre, un’altra caratteristica di Ergox, è di essere gli unici produttori di aspiratori centralizzati con il tubo flessibile che termina con la bocchetta, che si ripone nel fondo della pista dove c’è anche la gettoniera, ma che parte da dietro; la piazzola può essere dotata anche di aria compressa integrata per pulire gli interni o asciugare le moto. L’aspirazione centralizzata Ergox può essere adattata a ogni configurazione, mentre un’attenzione particolare è stata dedicata al consumo energetico e all’efficienza gestionale di lungo periodo; al gestore sono richieste solo rare operazioni di ordinaria manutenzione, in media ogni 1500 auto, per svuotare il grande contenitore della polvere, infatti i filtri si depurano automaticamente con un “contro lavaggio” ad aria compressa e il sistema è controllato da un plc, numerosi sensori e un convertitore di frequenza industriale. Se nessuna stazione è attiva non vi è consumo, con il primo utilizzatore si consumano meno di 2 kW, mentre il consumo massimo di un impianto con 16 utilizzatori è di 16 kW; il numero massimo di postazioni per un unico macchinario è di 50.

SPECIALE UNITI EXPO

EUROTESSUTI

Non sorprende il successo che i Profumotti hanno riscosso anche a Stoccarda. Si tratta di un prodotto davvero originale e unico nel suo genere, naturale e personalizzabile, che sta riscuotendo un successo di vendita in tutti i settori, in Italia come all’estero. È ideale per chi vuole offrire un prodotto diverso, di alta qualità , disponibile in gradevolissime fragranze, per nulla invasive, ideali quindi anche per chi non ama i profumatori da auto tradizionali.

I Profumotti sono interamente prodotti in Italia, a mano e con uno speciale tessuto assorbi odori; inoltre, sono caratterizzati da una forte attenzione per l’ambiente: infatti la profumazione utilizzata non presenta simboli di rischio e utilizza come supporto delle basi naturali. Ogni fragranza è stata creata in modo da liberare gradualmente nell’ambiente circostante un piacevole e rilassante profumo. Ottimo quindi il riscontro tra i visitatori, sia italiani sia stranieri, che hanno apprezzato, oltre ai plus appena esposti, anche il design “made in Italy”, il ricco assortimento e le illimitate possibilità di personalizzazione che Eurotessuti è in grado di realizzare. Molto apprezzate anche le spazzole per le piste self ad alta pressione prodotte in Italia e distribuite con successo in tutta Europa. La gamma offerta da Eurotessuti comprende spazzole in crine naturale, miste (crine e sintetico) e la nuova crex realizzata con materiale sintetico di altissima qualità che garantisce un lavaggio efficace e delicato oltre ad una notevole durata.

FAVAGROSSA

L’azienda italiana ha recentemente presentato a Stoccarda la sua ricca gamma di prodotti. Ampio spazio è stato riservato all’innovativa spazzola Drytex, dedicata alla fase post-asciugatura degli impianti tunnel dove, con adeguati accorgimenti, può garantire la finitura di oltre 100 macchine/ora. Elevato potere assorbente, delicatezza e una notevole durata sono i segreti che hanno permesso a questa spazzola di conquistare rapidamente il mercato americano e di affermarsi nel resto del mondo. Per migliorare le prestazioni di un prodotto già eccellente sono state studiate bandiere rimovibili in modo da garantire spazzole sempre pulite e in perfette condizioni. Comunque, il prodotto di riferimento si conferma essere F-ACE, la spazzola che coniuga l’efficacia e la resistenza del Carlite con la delicatezza della microfibra. Anche qui Favagrossa ha introdotto perfezionamenti tecnici, modificando il supporto delle spazzole per garantire una ancora migliore forza lavante. Infine, accanto a prodotti consolidati, primo tra tutti il Carlite, ma anche il sempre più diffuso Filok (l’evoluzione del filo tradizionale, che migliora l’efficacia di lavaggio con setole larghe, piatte ed estremamente leggere e resistenti), Favagrossa ha proposto un nuovo tipo di cortina (mitter), studiata per limitare l’assorbimento di acqua e trattenere meglio la schiuma. Il risultato è un lavaggio ottimale senza un eccessivo appesantimento del materiale. Favagrossa sarà presente anche alla prossima edizione di Automechanika Francoforte, dove proporrà ai visitatori tutta la sua ampia scelta di spazzole e le ultime novità nel settore.

Drytex, F-Ace, Carlite e Filok sono marchi registrati da Favagrossa

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FLOWEY

Sullo stand ci accoglie Filippo Florio, titolare di Flowey: “Tanti visitatori di alto livello tecnico sia della distribuzione petrolifera, sia del lavaggio.

Così Flowey, oltre ai suoi classici cavalli di battaglia per la detergenza e la cura dell’auto, presenta qui la gamma Technic perché sempre di pulizia si tratta e ci sono dei problemi anche sul piazzale di rifornimento. Quando si fa gasolio e c’è uno sgocciolamento trascurato, l’automobilista si arrabbia perché porta lo sporco sui tappetini dell’auto. Chi ha un distributore carburanti sa che questo è un problema e costituisce anche un rischio di incidenti perché si scivola. Technic non è nuovo, è da un paio di anni che lo proponiamo e abbiamo deciso di ripresentarlo qui perché esula un po’ dal mondo del lavaggio, ma questa è una fiera molto dedicata alle stazioni di servizio e quindi esponiamo anche una compatta attrezzatura specifica per questo prodotto. Da notare che un impianto pulito non necessita di guanti di protezione e questo è un risparmio per il gestore. Lo stesso problema si pone anche per il carwash: le spazzole bisogna pulirle perché altrimenti c’è il rischio di rigare le auto. Flowey propone T4 Netral Extra Ecologic e T43 Netral Strong, prodotti di nuova generazione senza MTA o Ph0 o PH13, specifici per fare questi interventi, dal portale alla pista, e consentono al gestore di avere un impianto pulito senza fare troppa fatica. In questo ambito stiamo avendo un buon riscontro specialmente all’estero dove quest’esigenza è molto sentita, perché la pulizia degli impianti rappresenta un problema per il gestore e perché l’automobilista è più invogliato a lavare in un impianto lindo e curato.

FORTECH

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SPECIALE uniti expo

L’azienda italiana ha presentato smartOPT, la colonnina self-service intelligente e all’avanguardia che accetta tutti i sistemi di pagamento più innovativi e con cui è possibile effettuare pagamenti semplicemente avvicinando al terminale carte di credito e Bancomat di nuova generazione (tecnologia NFC), oppure direttamente da smartphone tramite l’app Mobile Payment. Il lettore di codici presente sul fronte dello smartOPT può essere usato per il recupero di eventuali resti: al termine di ogni erogazione lo smartOPT stampa un codice su uno scontrino; se sono presenti resti è sufficiente avvicinare lo scontrino al lettore di codici per recuperare l’importo; inoltre, il lettore di codici può essere l’input di infinite soluzioni come, per esempio, effettuare campagne informative o di marketing. smartOPT dispone di un grande schermo touchscreen da 12 pollici e l’interfaccia è stata appositamente studiata per essere “user friendly”: ogni operazione è estremamente intuitiva, sia dal punto di vista del gestore sia da quello del cliente finale. Il gestore può controllare e gestire lo smartOPT da remoto, può visualizzare report, allarmi, le giornate contabili e modificare i prezzi direttamente dal terminale. smartOPT è dotato di cassaforte corazzata certificata EN 1143, ha cover ignifuga, dispone di accelerometro che rileva urti e scosse innescando il sistema di allarme o l’eventuale sistema di macchiatore di banconote. Infine, il gestore è sempre informato perché può ricevere gli allarmi tramite email e sms direttamente sul suo smartphone. Per gli impianti tradizionali è possibile abbinare allo smartOPT lo smartPOS, il sistema gestionale di Fortech, anch’esso gestibile da remoto, dotato di schermo da 17”, eventualmente anche touchscreen. Le pareti dello stand hanno invece dato risalto, attraverso una colorata e schematica infografica, alla flessibilità e alla semplicità dell’infrastruttura della stazione di servizio targata Fortech.

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GAS STATION Distributori di benzina, autolavaggi e stazioni di servizio hanno spesso vaste aree di pertinenza con zone scarsamente illuminate. Le esigenze non si limitano alla semplice tutela della di Sicurezza, ma si estendono alla salvaguardia dei beni e alla prevenzione dei furti. Le telecamere della gamma Darkfighter di Hikvision, grazie alle straordinarie performance nelle situazioni di totale oscurità, all’intelligenza integrata Smart 2.0 e a un potente illuminatore IR con copertura fino a 200 metri sono la più innovativa ed efficace soluzione per il monitoraggio notturno del piazzale e delle aree perimetrali.

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GILBARCO

Gilbarco ha presentato la nuova gamma di terminali di pagamento FlexPay B2B M7 e FlexPay OPT M7 che si basano sulla nuova piattaforma SPOT M7, al top della tecnologia in termini di sicurezza e prima nel business petrolifero outdoor a essere approvata PCI 4. Il FlexPay B2B M7 ha una nuova interfaccia utente, caratterizzata da un display grafico 12’’ touch-keys, con protezione antivandalo e grafica totalmente rinnovata ad alte prestazioni funzionali. A differenza di altri terminali, ha tutte le funzioni riunite in un solo schermo 12” touch sicuro, che oltre a semplificare il rifornimento ai clienti finali costituisce una barriera certificata per i potenziali tentativi di frode informatica ai danni dell’utente finale.

In termini di sicurezza i terminali FlexPay B2B e FlexPay OPT basati su piattaforma M7 hanno tutti la nuova bocchetta antiskimming per fronteggiare potenziali tentativi di copiare la banda magnetica, mentre sono fornibili come opzione l’impilatore di banconote Spot Stacker e il macchiatore di banconote Spot Inker. Gilbarco ha poi presentato un servizio di “upselling” basato sulla recente integrazione di Odysii. Uno schermo rivolto verso il cliente propone iniziative promozionali su articoli che si presume lo possano interessare sulla base di quello che sta comprando e su altri fattori di contesto. Al momento questo servizio viene commercializzato negli Stati Uniti e si stanno raccogliendo vari feedback per capire se potrebbe essere proposto anche in Europa. Gilbarco Veeder Root ha esteso la gamma di prodotti per il controllo delle giacenze di carburante e la rilevazione di perdite o ammanchi con le nuove centraline TLS4B e TLS4, TLS 450 plus che, con la nuova interfaccia grafica e gli algoritmi ulteriormente potenziati per le valutazioni dei cali e la definizione dei profili effettivi dei serbatoi, hanno riscontrato subito un grande interesse sul mercato. I dati possono essere accessibili via WEB attraverso il cloud Gilbarco che fa ulteriori elaborazioni per attribuire le discrepanze (cali di carburante) alle specifiche cause come la temperatura, la staratura dei misuratori degli erogatori, consegne di carburante non complete o perdite di carburante dai serbatoi.

Il tema “cloud” è stato presentato a Uniti come una area chiave di sviluppo a livello globale per Gilbarco sia per applicazioni inerenti la diagnostica che l’elaborazione e presentazione dei dati di business. Sempre su global cloud Gilbarco si basa l’applicazione di mobile payment dimostrata nel padiglione Gilbarco. Una peculiarità interessante di tale applicazione è che permette di effettuare tutta l’operazione di autorizzazione al rifornimento stando comodamente seduti in auto grazie all’interazione con la strumentazione di piazzale. Esposti anche l’erogatore Adblue integrato con il nuovo terminale multimediale a 19”.

HARTMANN TRESORE ITALIA

Stoccarda ha sancito che il successo di Underground Safe, la cassaforte interrata brevettata da Hartmann Tresore Italia, è anche internazionale. A Uniti Expo ha suscitato infatti molto interesse per l’innovativo sistema di sicurezza per le colonnine self-service. Cos’è Underground Safe? In pratica è una cassaforte interrata sotto la colonnina self-service, che in caso di sradicamento o scasso della stessa, mantiene al sicuro il danaro incassato. Realizzato in collaborazione con Quant, può essere adattato a tutte le colonnine in commercio in Italia e all’estero. Lascia inalterata l’estetica dell’isola di rifornimento e al contempo scoraggia qualunque azione criminale e, unica nel suo genere, non ha problemi di infiltrazioni d’acqua ed è di facile e veloce da installare sia sulle stazioni di nuova costruzione sia su quelle esistenti. Maggiori particolari si possono trovare su questa stessa edizione di Area di Servizio in un ampio articolo pubblicato a pagina 62.

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HITECHLED

L’azienda italiana ha proposto a Stoccarda le plafoniere Canopy Led Light ideali per illuminare in modo economico ed efficiente le aree di servizio con un’offerta che si sviluppa su due modelli di lampade da 80 W o 100 W, la HTLUXC-80 e la HTLUXC-100.

Si tratta di due lampade prodotte in Italia con led ad altissima efficienza: la versione da 80 W sviluppa 10.140 Lumen, mentre la versione da 100 W arriva a 13.280 lumen.

La qualità dei componenti è elevata: i led sono prodotti della giapponese Nichia, leader mondiale e famosa per l’invenzione del led bianco. Per risolvere i problemi di surriscaldamento sono stati progettati specifici dissipatori, di dimensioni adeguate e di una particolare lega di alluminio, montati nella plafoniera dove lavorano a bassa temperatura e questo favorisce l’allungamento della vita dei led. In fiera sono state presentate lampade da interni, da capannone con un sistema di riflettori con led rientranti per limitare l’angolo di proiezione ed evitare l’abbagliamento; in pratica la versione con riflettori dei due modelli Canopy HTLUXC-80 e HTLUXC100. Si tratta di soluzioni ideali per essere montate sia negli shop, ma anche esternamente non incassate nel sotto pensilina. Esposti anche i moduli che Hitechled produce per illuminare fascioni e insegne con un nuovo sistema costituito da un tubo flessibile, ovviamente a led, per il bordo pensilina: in pratica, un’estrusione di silicone al cui interno c’è la striscia di led che illumina per rifrazione: non hanno l’effetto puntinato tipico del led e c’è anche la possibilità di averli colorati; si stanno realizzando i supporti d’alluminio per applicarli al fascione. Presentato infine un Display a 7 colori con possibilità di comporre e far scorrere messaggi promozionali e di informazione.

INTERPUMP

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Interpump Group, il più grande produttore mondiale di pompe a pistoni, esponeva le nuove serie C2W e C3W, destinate primariamente al mondo del carwash ma anche ad applicazioni industriali gravose, con acqua fino a 60°C/140°F. Progettate dal Centro Ricerca dell’azienda italiana, C2W e C3W sono ricche di soluzioni innovative, molte delle quali coperte da brevetto e sono interamente prodotte in Italia con sofisticati processi di automazione, che garantiscono i più alti livelli di affidabilità anche in condizioni particolarmente severe. Queste pompe si qualificano per i materiali impiegati e le soluzioni tecnologiche altamente innovative: la testata, solitamente realizzata in ottone, è in acciaio inox stampato, conferendo alla pompa stessa un livello decisamente superiore. Il carter, di nuovo design, è nichelato e non più ossidato, per offrire maggiore resistenza alla corrosione: Interpump ha il totale controllo del processo di nichelatura, interamente realizzato nei propri stabilimenti di Sant’Ilario. Analizzando l’interno della nuova serie di pompe, una delle particolarità di maggiore interesse è il nuovo sistema di guida brevettato che determina uno scorrimento ottimale dell’insieme guida-pistone, obbligato a muoversi in modo perfettamente rettilineo, senza produrre le tipiche oscillazioni di questa tipologia di pompe. Si riducono così notevolmente gli attriti tra il pistone e le tenute, garantendo una maggiore durata delle tenute stesse. Altro aspetto da segnalare è il nuovo design del pistone in ceramica integrale, realizzato sempre da Interpump: adottando una soluzione di fissaggio con una vite speciale, viene eliminato l’uso della Loctite (colla cianoacrilato), abitualmente utilizzata nelle pompe della concorrenza e vengono altresì rimossi i rischi di inneschi pressione all’interno del pistone. Nuovo anche il pacco pompante, con anelli di tenuta speciali per applicazioni nel Carwash dove, oltre all’acqua, possono essere utilizzati prodotti chimici aggressivi. Come era facile immaginare, le pompe hanno riscosso un notevole interesse e la loro produzione è stata avviata proprio in concomitanza con i giorni della fiera, con un portafoglio ordini già importante. Anche perché alcuni modelli in anteprima erano già stati provati da alcuni costruttori di autolavaggi con eccellenti risultati: confermando una vita lavorativa maggiore e un incremento delle performances, rispondendo così perfettamente ai bisogni delle piste self e del lavaggio auto in generale.

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ISTOBAL

La novità del colosso spagnolo era Flex5, il primo e unico portale di lavaggio capace di trasformarsi da tre a cinque spazzole, senza necessità di cambiare l’impianto e in un solo giorno di lavoro. Nella versione a tre spazzole dispone di traslazione ed elevazione delle spazzole mediante variatori di frequenza, con inclinazione di 10º delle spazzole verticali per un migliore controllo del lavaggio; configurazione flessibile per la personalizzazione dei programmi, controllo di velocità e dosaggio dei prodotti; sistema di spazzole link-it disponibile in materiale link-feel, link-foam e link-tex e in 17 colori differenti; ottimizzazione dei circuiti di risciacquo e inceratura per ottenere una finitura perfetta e poi massima flessibilità di personalizzazione con 19 colori diversi e con una gran varietà di carenature, segnali luminosi e pittogrammi. Nella versione a cinque spazzole è presente una terza ruota per aumentare la stabilità; riduzione del tempo di lavaggio e asciugatura fino un 30% in meno rispetto ai portali a tre spazzole; grande la varietà di asciugature disponibili: completa, orizzontale con diffusore orientabile e Smartflow. Flex5 è basato sul conosciuto M’Nex22 che pure presenterà delle innovazioni, ma si dovrà aspettare Automechanika per vederle. L’altra novità sono Kate e Robert, due assistenti virtuali che aiutano il cliente a scegliere il programma di lavaggio migliore: fanno domande semplici, come quando è stata l’ultima volta che ha lavato, se abita in città ecc. e, sulla base delle informazioni, consigliano il programma migliore senza necessariamente spingere il lavaggio più costoso, ma solo consigliando quello più indicato.

Questi due assistenti sono disponibili come optional sul Connect-a, il nuovo terminale di pagamento che offre all’utente un lavaggio personalizzato e intuitivo grazie alla sua avanzata tecnologia e Codec, il terminale di pagamento che unisce i due sistemi di pagamento più intuitivi del mercato: il metodo contactless o di prossimità e il codice numerico. Senza tralasciare le novità nei prodotti chimici: la linea Esens, i concentrati di lavaggio specificamente formulati per far guadagnare il lavaggista con il più alto grado di soddisfazione dei clienti, che si arricchisce di due nuovi prodotti Glossy Tears e Fresh Additive il primo un tergicristallo liquido il secondo un additivo profumatore.

KÄRCHER

Kärcher ha presentato a Stoccarda il suo portale più diffuso: il CB 3. Un impianto flessibile, veloce e conveniente che permette di essere ordinato su misura grazie alle diverse possibilità di implementazione, dalla versione base a quella full optional, partendo sempre dalla stessa solida e affidabile struttura costruttiva e dalla collaudata impiantistica elettronica. Un portale che ha diversi estimatori in Italia e che sta riscuotendo sempre maggiore successo di vendite, il 2015 per i portali Kärcher ha visto un incremento a due cifre e ora, a metà del 2016, sono già allo stesso fatturato 2015; le richieste sono in continua e costante ascesa, così come il suo apprezzamento.

I suoi punti di forza sono: un design accattivante perché Kärcher offre la possibilità all’acquirente di personalizzare al massimo il proprio impianto; un’efficace prelavaggio ottimo per eliminare insetti e sporco ostinato; le spazzole di lavaggio cerchioni (optional) garantiscono risultati di lavaggio eccellenti; le spazzole laterali lavorano in posizione verticale oppure inclinata di 15°, angolatura che permette di coprire in maniera perfetta ogni sagoma di veicolo, anche quelli più sportivi, pulendo a fondo sia la parte vetrata sia la parte bassa della fiancata. Infine, l’impianto di asciugatura monta tre motoventilatori: uno orizzontale con lama di convogliamento aria nella parte posteriore del veicolo, e due laterali, per un risultato di asciugatura sempre perfetto.

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MA-FRA

Ma-Fra ha presentato una serie di novità inserite nella collezione di prodotti Unika, un distillato di competenze ed esperienza, un approccio “a mosaico” composto da dodici prodotti-tessera “ipercompatibili” che possono essere combinati fra loro in infinite varianti per adattarsi a ogni situazione.

Unika è un concetto nuovo che Ma-Fra ha proposto per prima al mercato mondiale: prestazioni, lucentezza, compatibilità, sicurezza, profumazione uniti in una proposta imbattibile perché semplice, ma al contempo sofisticata perché frutto di cinquant’anni di esperienza nel settore. Ve ne presentiamo alcuni: The Cleaner-PR1 è un prelavaggio a effetto polish con formula tecnologicamente avanzata che garantisce la massima efficacia, sia nei confronti dello sporco stradale, sia contro i residui d’insetti e grasso; The Foamer-FO1 è uno schiumogeno concentrato ad azione detergente, con schiuma di grande persistenza e adesività; The Foamer Acid-FO2 è invece uno schiumogeno detergente tecnologicamente avanzato, caratterizzato da un elevato potere emolliente e facilmente risciacquabile; The Shinewash-SH2, preparazione attiva alla cera, è caratterizzata da una schiuma bilanciata facilmente risciacquabile; The Shiner-WX3, cera polish ultraveloce, assicura un elevato livello di brillantezza e protezione, garantendo una lucentezza paragonabile a quella delle cere bi-polish con un’ottima compatibilità con ogni tipo di acqua; Hydrocoating Wax-PO1, innovativa cera schiumogena nanoprotettiva idrorepellente a lunga durata, è in grado di proteggere l’auto dagli agenti atmosferici e di renderla brillante per almeno 15 giorni; Lotus Juice PO2, polish sigillante, crea una barriera protettiva lucente che esalta e amplifica gli effetti garantiti dal trattamento precedente, offrendo una lucentezza e un duraturo effetto idrorepellente con elevate caratteristiche autoasciuganti; infine, Mafralux Foam PO3, polish lucidante, è formulato appositamente per lavaggisti esigenti che richiedono massime prestazioni per i propri clienti.

MASER

Esposta da Maser la cassa automatica rendiresto Pay Change per cambiare monete o per incassare gli scontrini, già vista all’edizione romana di Oil&nonoil e MAC Secure Plus, una cassaforte con due serrature separate, la prima per l’accesso al solo lettore: una soluzione che rende indipendenti e sicure le operazioni di prelievo del contante e di assistenza al lettore di banconote.

Pay Change è completamente automatizzata, con le funzioni di cambio banconote e gestione immediata del resto in contanti nel caso di mancato completamento dell’erogazione, in pratica evita al cliente di ritornare presso il punto vendita in orario di apertura. Nuovo look per l’accettatore di banconote MAC Secure Plus, che offre l’opportunità di avere la raccolta delle banconote in un impilatore e non nel sacco e di stoccare il denaro in una cassaforte interrata con i vantaggi in termini di sicurezza che questa soluzione garantisce. In linea con le esigenze di sicurezza delle transazioni di pagamento elettronico, il MAC Security Plus integra moduli pagamento autonomo e indipendente per la gestione delle transazioni di pagamento con carte bancarie ed è dotato di certificazione PCI PED, EMV Level 1 ed EMV Level 2 e omologazione Microcircuito.

MICROHARD

L’azienda italiana ha presentato il sistema di pagamento PayPoint disponibile in versione a colonna e a muro. La macchina dispone di display LCD grafico ad alta risoluzione per uso esterno, possibilità di visualizzare messaggi promozionali con maggiori informazioni per il cliente e una buona praticità in fase di programmazione. È possibile selezionare fino a quattro lingue diverse (inglese, francese, tedesco e italiano) e richiedere la ricevuta. Dal controllo remoto si può verificare lo status del lettore di banconote, della gettoniera e degli hopper dispensatori del resto, oltre alla configurazione della macchina, eventualmente resettando tutte le schede a bordo macchina. È possibile anche inviare aggiornamenti prezzi e promozioni, ricevere vari allarmi, dalle effrazione ai prodotti esauriti, fino al resto mancante ed eventuali inceppamenti. Senza dimenticare il controllo delle vendite effettuate e della contabilità.

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MORELITE

Abbiamo incontrato Dino Bernardi di Morelite: “Il mercato internazionale conferma la validità della nostra offerta: l’interesse mostrato da visitatori internazionali altamente qualificati, premia la qualità del nostro prodotto, pronto per entrare anche negli Stati Uniti da dove abbiamo ricevuto richieste importanti. A breve aggiungeremo un nuovo modello, frutto di un brevetto Morelite, alla nostra gamma: si chiama Titan e, come il resto della nostra produzione, viene fabbricato interamente a San Marino.

Si tratta di una spazzola mai vista prima, unica nel suo genere e la sua presentazione ufficiale è fissata alla fiera Oil&nonoil di Verona.

Poi, nel mese di agosto, Morelite cambierà sede per spostarsi in un capannone grande il triplo dell’attuale per soddisfare la mole di lavoro legata alle richieste che definirei del tutto impreviste, considerando la giovane età dell’azienda. Altre note positive dalla fiera di Stoccarda sono stati l’apprezzamento per il tessuto Moretex e la spazzola Shape, la spazzola sagomata di Morelite ad altissimo potere lavante pur restando delicata sulla carrozzeria. Shape è prodotta con un sistema innovativo di piegatura e taglio delle bandelle che elimina gli sfridi di lavorazione mettendo a disposizione della spazzola una maggior quantità di materiale, senza aumenti di prezzo, ma aumentando il suo potere lavante senza lasciare spazi vuoti. Stiamo vivendo un periodo molto intenso, che coinvolge Morelite anche nel lavaggio dei treni con un prodotto confezionato per impieghi particolari, dove tutto è rimasto in “ibernazione” per decenni”.

MOSMATIC

Presentato in fiera il blaster laterale regolabile Tire Cleaner che è il complemento ideale per diversi programmi di lavaggio dei cerchi in impianti self automatici e tunnel; la caratteristica saliente è che la “testa” di pulizia può essere regolata liberamente in altezza e, inoltre, l’angolo del getto può pure essere ottimizzato per una pulizia finale di cerchi e parte bassa della fiancata efficiente ed ottimale per qualsiasi veicolo grazie agli ugelli rotanti ad alta pressione e ad elevati giri, per la massima efficacia nella rimozione dello sporco, questo utile accessorio che trova la sua migliore applicazione nei tunnel.

MTM HYDRO

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SPECIALE uniti expo

Quelle che all’Autopromotec erano le anteprime di MTM Hydro, a Stoccarda erano delle realtà consolidate, in produzione ormai da parecchi mesi, commercializzate e vendute con successo. Il lancio delle prossime novità è infatti affidato alla partecipazione ad Automechanika, dove sarà presentata la nuova linea Car Wash Equipment MTM Hydro, che comprenderà anche macchine realizzate in lamiera zincata, verniciata a polvere e con finiture di acciaio inox. In fiera erano invece esposte in una piacevole colorazione a sfondo blu con il bianco e reverso o rosso e bianca: il gonfiagomme TI Water con manometro analogico ed erogazione d’acqua per lavavetri e/o motore; la lavatappeti Matty per la pulizia di tappetini di tessuto o gomma fino a 80 cm di larghezza, l’aspirapolvere AS1 e la colonnina per l’erogazione del profumo SD1 Parfume che può gestire quattro diversi tipi di profumazioni utilizzando una sola pistola erogatrice ed un solo tubo di mandata a quattro vie, a garanzia che la fragranza scelta non possa mescolarsi mai con la precedente selezionata.

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PDQ

PDQ ha esposto il suo impianto di lavaggio appeso, monobraccio e ad alta pressione. LaserWash 360 Plus adesso ha tutti i particolari di alluminio in versione anodizzata e, rispetto allo scorso anno, è dotato di 30 ugelli in più, di asciugatura e tutti i cofani sono di disegno inedito, gusci blu come nel modello precedente ma più duraturi negli anni e con un montaggio ulteriormente evoluto. La schiuma è di tre colori e anche il quadro elettrico è di alluminio così la dispersione di calore degli inverter è maggiore ma, nel modello in fiera, mancavano degli optional perché si trattava di un impianto base, per altro già venduto. Presentato anche il portale classico a tre spazzole e poi ProTouch Tandem, un interessante modello, già presentato qualche anno fa, a due ponti appesi, dotato di due spazzole, una per i fianchi e una per la parte posteriore, una su un ponte e l’altra sull’altro, completato da alta pressione e lavaruote.

R+M DE WIT

L’azienda tedesca ha presentato due prodotti già visti ad Amsterdam: il primo è una lancia spazzola per piste self-service e schiumogeni, si chiama Turbofoam 365 Brush Lance ed è dotata di un iniettore schiuma che, seguendo la tecnologia dell’iniezione d’aria turbo della già nota pistola Turbofoam 365, produce una schiuma compatta emettendola direttamente tra le setole e creando così un cuscino che evita allo sporco sulla carrozzeria di fare danni con il movimento della spazzola. Interessante poi la lancia per il sottoscocca; questa lancia si rivela pratica e comoda per lavare efficacemente senza chinarsi anche perché è lunga e ricurva e nel terminale ci sono due ruote di nylon e tre ugelli ad alta pressione. Il tubo rigido è ricoperto di un materiale plastico morbido

che non rovina la carrozzeria in caso di contatto. Può essere utile anche nei cantieri quando i camion stanno per immettersi sulla strada e nei tunnel per il prelavaggio servito, oltre naturalmente nelle piste che prima non potevano dotarsi di questo utile servizio. Per i motociclisti è stato invece pensato Helmet Holder, un portacasco per le piste self service a forma di testa, per appoggiare il casco ed evitare che si rovini o si bagni.

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RECHARGEBOX

RechargeBox propone un servizio innovativo che può permettere a un’area di lavaggio e a una stazione carburanti di offrire un servizio sicuramente apprezzato dai clienti. L’azienda infatti propone in vendita o in affitto dei mobiletti semiblindati con sportellini e piccoli vani in cui inserire lo smartphone o il tablet per poterlo caricare grazie a un cavetto multispina in grado di essere abbinato alla totalità dei modelli in commercio. Diverse le forme e le combinazioni, in modo da avere un mobiletto ideale per le diverse esigenze e i diversi spazi degli autolavaggi. Quindi, mentre si consuma un panino, si beve una bibita oppure, più probabile, mentre si lava l’auto, si può approfittare per ricaricare il telefonino. Il servizio dovrebbe essere gratuito, ma è soprattutto la ricaduta in termini di qualità del servizio che rendono interessante questa offerta, che ha comunque un costo basso per il gestore perché il consumo elettrico è irrisorio.

TAMMERMATIC

Il più importante produttore scandinavo, che quest’anno compie i cinquant’anni d’attività ed è rappresentato in Italia da Maico, ha presentato a Stoccarda il nuovo portale della serie T700. Più volte celebrato per la qualità e l’affidabilità dei suoi impianti, Tammermatic ha realizzato un impianto molto performante che permette, partendo da un’unità base comune a tutti i modelli, di comporre l’impianto secondo le esigenze del cliente utilizzando soluzioni in grado di distinguerlo dalla concorrenza. Qualità e rapidità di lavaggio sono i punti chiave per la soddisfazione del lavaggista e l’impianto T700 risponde pienamente a questi requisiti. Molte sono le soluzioni che questa macchina porta in eredità dal precedente modello Ultralux, tra le quali vanno sicuramente ricordati il sistema di alta pressione con ugelli ad angolo zero oscillanti e orientabili, il lavaggio sottoscocca montato a bordo macchina e i sistemi di controllo remoto e videoregistrazione tramite software dedicati. Molte anche le novità, tra cui il PC industriale 17” touchscreen con intuitiva interfaccia d’uso, connessione wi-fi per accesso da tablet e smartphone, rilevamento automatico della sagoma del veicolo, innovativo sistema di erogazione degli emollienti chimici. Oltre a una gamma completa di archi per il prodotto chimico tra cui: Tire Shine (nero gomme), Lava Foam (applicazione schiumogeno a “tappeto” con led di illuminazione), RainLux e molte altre. Le altezze di lavaggio disponibili sono di 2,25 m, 2,40 m, 2,60 m e 2,80 m; le larghezze di 2,30 m, 2,50 m e 2,70 m.

TANKNOLOGY

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Tanknology ha presentato in fiera tutti i suoi prodotti per garantire un gasolio sempre pulito e fluido, nessuna novità ma tutte proposte collaudate ed efficaci. A cominciare da Tank Cam, la telecamera d’ispezione interna che fa di Tanknology il più diffuso sistema di controllo di precisione, per serbatoi interrati. Esposto anche PF50-E, in pratica un condizionatore di gasolio della PureFuel Technologies Ltd che, quando il gasolio vi passa all’interno, si crea una turbolenza e una calamita molto efficace rimuove qualsiasi micro particella ferrosa che può trovarsi nel carburante, interrompendo così la formazione del biofilm che, in caso contrario, crea una specie di ragnatela di particelle di ferro e mucillagine che blocca i filtri dell’erogatore. Per la verifica della tenuta dei serbatoi Tanknology proponeva infine l’affidabile e collaudato Vacutec il sistema di rilevazione perdite con il quale complessivamente sono state eseguite prove di tenuta su oltre un milione di serbatoi.

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SPECIALE UNITI EXPO

WASHTEC

Puntavano tutte sugli effetti cromatici e il business per i propri clienti le novità del colosso tedesco. Già il design dello stand WashTec metteva al centro dell’attenzione la “Profit Station” dove i visitatori potevano sperimentare una varietà di prodotti e soluzioni innovative per l’autolavaggio, su misura per i diversi concetti di business e le esigenze dei clienti. Riflettori puntati su FoamSensation che, grazie alla cascata di schiuma retroilluminata da led, trasforma il prelavaggio in uno spettacolo di colori. Montando il sistema nella bocchetta FlexStream per l’asciugatura del tetto, regolabile in altezza, la schiuma illuminata viene applicata alla perfezione. Inoltre, per entrare e uscire in sicurezza e più agevolmente dall’impianto, WashTec ha presentato i guidaruote illuminati StarTrack, un altro utile e scenografico accessorio.

Al centro dell’attenzione anche il nuovo sistema di inclinazione delle spazzole MultiFlex, presentato per la prima volta a Francoforte, garantisce il miglior lavaggio della parte posteriore anche sotto gli spoiler posteriori, mentre nuovi sistemi di comando innovativi vanno a completare la gamma degli impianti a portale. Grazie al concetto Drive-In, il cliente può restare seduto in auto durante il lavaggio; Wash&Pay invece semplifica la procedura di pagamento, mentre iWash consente di selezionare il programma definito dall’utente. Per le piste self, l’illuminazione a led valorizza la struttura di acciaio e garantisce una migliore visibilità anche in lontananza, mentre con SelfTecs i programmi sono ridotti a due fasi: il lavaggio e la lucidatura sono eseguiti in un’unica fase. Per quanto riguarda i prodotti chimici, ecco le innovazioni di Auwa: la nuova FoamClean Berry con risultati di pulizia ottimali accompagnati da un delizioso e intenso profumo di frutti di bosco; sono stati inoltre perfezionati due prodotti della linea Best Performance Line, ovvero ShineTecs e SelfTecs.

WAYNE

Festeggiando i suoi 125 anni di attività e la recente acquisizione da parte del colosso Dover, Wayne ha presentato alcune novità tra le quali Helix, una pompa sviluppata su un’unica piattaforma e con un design particolarmente accattivante, ma soprattutto una serie di innovazioni tecniche che la proiettano all’avanguardia assoluta anche sotto l’aspetto della sicurezza delle transazioni.

Molta attenzione anche per i sistemi di pagamento iX Pay T5 e T7 progettati secondo i più recenti standard in materia di sicurezza e adattabili a tutti i futuri sistemi di transazioni.

Ma la star dello stand era quella che è stata definita “la pompa del futuro”, caratterizzata da un grande schermo touchscreen che, con il semplice riconoscimento dell’impronta digitale, fa accedere al rifornimento: poi basta selezionare il prodotto e questo viene erogato. Nel frattempo la macchina può dare informazioni commerciali e di intrattenimento, ma la si può consultare anche su temi di pubblico interesse come traffico, meteo, ultime notizie, eventuali promozioni del lavaggio; queste ultime possono essere anche promosse con filmati o spot pubblicitari.

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AUTOLAVAGGI

IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI Un impianto Ceccato Pegasus di ultima generazione fa la differenza e il suo gestore sa bene come fare a sfruttarlo.

Sentiamo cosa ci ha raccontato.

Gilberto Quinto è un gestore Esso Express, una stazione modello in quel di Racconigi, in provincia di Cuneo.

Lavaggisti e gestori da tre generazioni, i Quinto hanno iniziato a lavare auto nel 1984 e oggi gestiscono tre impianti, sempre Esso, due con autolavaggio e uno con servizio a mano.

In tutti questi anni hanno utilizzato impianti Ceccato, questo è il quarto e hanno pazientemente aspettato un po’ a cambiarlo, dopo quello che è successo nel 2011 non avevano le idee chiare. Adesso però Ceccato è ripartita a pieno ritmo e hanno trovato un’ottima disponibilità, sia a livello economico, sia a livello tecnico con la macchina, un fiammante Pegasus Tech nella nuova versione con alta pressione potenziata, per effettuare anche lavaggi touchless, dipinto di giallo, come i Quinto volevano.

quello che voglio, mentre l’iPhone ti fa fare lui quello che vuole lui.

Anche per questo noi siamo rimasti fedeli al marchio Ceccato e siamo soddisfatti al 100%. Questo qui a Racconigi è addirittura un prototipo che ho accettato, dopo accordi, di installare: sono il primo in Italia ad avere questo Pegasus. Un po’ nasce anche da una mia richiesta: avevo infatti chiesto di

Gilberto Quinto

Innamorati di Ceccato “Le macchine sono veramente favolose – spiega Gilberto Quinto –, hanno sempre realizzato quello che chiedevamo, magari con qualche problema di tempestività nell’assistenza... l’unica pecca che non ha solo Ceccato ma che hanno un po’ tutti. L’unica azienda veramente splendida sotto questo aspetto è la Tokheim Sofitam Italia: se li chiamo nel giro di un’ora arrivano e risolvono il problema. Di solito, per il lavaggio, chiedo la disponibilità a fare un intervento anche di domenica pagando un supplemento: se ho un fermo macchina il sabato mattina perdo più di mille euro di incasso nel week-end. Ceccato è comunque l’unica azienda che consente, se la macchina non funziona dopo la garanzia, di essere riparata. Le conosciamo da tantissimi anni e sappiamo come muoverci per recuperare da soli i componenti guasti. Le Ceccato sono macchine aperte, un po’ come Samsung e iPhone: al primo faccio fare

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unificare il touchless con il lavaggio a spazzole. Ceccato produceva o una macchina o l’altra sempre sullo stesso telaio e quindi hanno accettato la sfida realizzando quello che definisco un vero capolavoro. Così soddisfo un’ampia fascia di clientela, da chi non vuole la spazzola a chi vuole la spazzola delicata, oppure chi chiede un lavaggio “forte” con alta pressione “violenta” e spazzola. Venerdì, sabato e domenica abbiamo sempre la coda e non ho dipendenti: la stazione carburanti è al 100% self e così deve essere anche il lavaggio. Sta lavorando tantissimo e vedo che la gente se gli dai la possibilità di scegliere, sceglie il meglio.

Non siamo cresciuti di pochi clienti, abbiamo decisamente incrementato il

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numero dei lavaggi! I tecnici Ceccato dicono che neppure a Torino città ci sono impianti che fanno i nostri numeri con il self puro.

Prima avevamo un Antares un po’ modificato da noi, avrete capito che siamo molto esigenti... probabilmente la pignoleria della nostra famiglia ha dato i suoi frutti, perché se vengono a lavare qui da Savigliano che dista 10 km e dove ci sono altri lavaggi, un motivo ci deve essere. Noi siamo sempre qui, dalla mattina alla sera, se però l’impianto si ferma la domenica, mi manda un messaggio sul cellulare e io lo posso riavviare, sempre con il cellulare o vengo qui, perché con le telecamere mi rendo conto dei motivi del fermo. Garantisco assistenza

ai clienti in tempo reale, in 10 minuti arrivo, se non ci sono io arriva mio padre. La stazione è così sempre presidiata 365 giorni all’anno, anche la domenica, perché per noi è importantissimo e cerchiamo di garantire il massimo del servizio”.

“Con l’autolavaggio abbiamo iniziato nel 1998 con un portale self che abbiamo cambiato con l’Antares nel 2005, i primi della zona ad avere un portale self service – prosegue Quinto –. Poi abbiamo messo le spazzole antigraffio appena sono nate nel 2006, siamo stati i primi in tutto, ovviamente della zona nostra. Seguiamo le innovazioni, andiamo a tutte le fiere, ci teniamo sempre aggiornati e la clientela è contenta. La cosa più bella è stata sentirci chiedere dai clienti perché l’abbiamo cambiato “lavava benissimo!”, poi provano il nuovo e dicono “ma è meraviglioso”. Erano contenti prima, ma noi gli diamo qualcosa in più, senza chiedere niente e con gli stessi soldi di prima. Poi offriamo dei servizi aggiuntivi a pagamento, ma il lavaggio base è sempre allo stesso prezzo, abbiamo solo aggiunto quattro programmi che quello di prima non poteva fare. Questo Pegasus è il modello più completo che Ceccato produca, oltre c’è solo il doppio portale, che lava come questo ma è un po’ più veloce. Serve dove c’è una concentrazione maggiore di auto e popolazione, ma Racconigi ha solo 10 mila abitanti e lavoriamo bene anche con Cavallermaggiore che ne ha altri 5 mila ed è a soli 6 km, perché anche loro sanno che in qualunque momento vengano trovano sempre un prodotto di alta qualità, anche alla sera”.

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Un consiglio per i lettori Quale consiglio si sentirebbe di dare ai lettori per far funzionare bene il loro lavaggio?

“Per far rendere un lavaggio la prima regola è essere all’avanguardia – risponde sicuro Gilberto Quinto –. Come esce un’innovazione la si deve adottare subito, perché oggi o ti distingui per la qualità o perché fai dei regali. Io ho scelto la prima strada, ascoltando anche quello che mi hanno insegnato in Esso, che per me sono sempre stati i numeri uno in tutto. Quando è nata la formula Express (tutto self per i carburanti) hanno comunque voluto mantenere un gestore in modo che fosse incentivato a fare sempre meglio, a tenere pulita la stazione, cambiando i soldi agli avventori sprovvisti. Così abbiamo adottato questa formula facendo “buon viso a cattivo gioco” e sfruttandola, volgendola a nostro favore.

Avevamo capito che ormai si guadagnava poco rispetto a prima e in una stazione così grande i costi sono elevati. Quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo ragionato come la GDO che ha inventato i carburanti scontatissimi per attirare i clienti nel negozio. Noi abbiamo fatto la stessa cosa per attirare i clienti al bar e al lavaggio, così ho mantenuto lo stesso guadagno di prima sulle benzine, vendo a meno ma di più, e allo stesso tempo abbiamo avuto il doppio degli incassi al bar e al lavaggio. Sono stato il primo della zona e si sa, il primo che parte è sempre avvantaggiato: poi altri mi hanno seguito, però ormai la gente è abituata a venire da me. Qui è tutto pulito e in ordine, sempre all’avan-

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guardia, quando i clienti si abituano perché cambiare?”

“Sicuramente è importante come gestisci la stazione: per esempio, una stazione dove trovi degli erogatori con i quali non ti sporchi le mani perché li puliamo due volte al giorno – prosegue Quinto –. È vero che perdo un’ora tutti i giorni, ma risparmio 1.000 euro di guanti all’anno e quindi il mio im-

pegno è ripagato dal risparmio e dalle vendite maggiori. Nessuno ci ha mai chiesto un guanto e molti clienti vengono qui proprio perché da altre parti le pompe fanno letteralmente schifo.

La stessa cosa vale anche per il lavaggio, avremmo potuto fare la piazzola in cemento come tutti gli altri, però ci siamo detti: creiamo una boutique del lavaggio, voglio la clientela che viene con il “macchinone” e spende 15 euro perché vuole il polish e trova tutto pulito: se la piazzola è ordinata prende valore anche tutto l’impianto, perché anche l’occhio vuole la sua parte. Abbiamo messo alcuni distributori automatici per l’erogazione di vari prodotti: caffè, Coca Cola, tabacchi, caramelle, snack... anche quando siamo chiusi (4 o 5 ore) manteniamo alto lo standard dell’offerta, anche di notte riusciamo a soddisfare i clienti. Non abbiamo esagerato perché, come in tutta Italia, abbiamo il problema dei ladri, altrimenti avremmo fatto anche di più.

Il ghiaccio spacca il cemento? Io ho fatto la pavimentazione di pietra per la pista del portale, così come l’ho riparato con una quinta per non bagnare le auto sulla stazione. Con questa pavimentazione posso utilizzare il sale, non il sale grezzo, ma pastiglie che fanno meno danni e il cliente non scivola”.

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Un impianto personalizzato “Il led luminoso con i colori dell’Italia è un guida-ruote di nostra concezione – ricorda Gilberto Quinto –. I binari del portale sono uniti con una saldatura e poi fresati e zincati di nuovo a caldo. Così non ci sono interruzioni e il movimento è perfetto; nessun gradino, seppur piccolo, per non avere il minimo scossone e anche il cuscinetto dura di più. I binari sono saldati a loro volta su delle travi ad H fissate su putrelle interrate per un metro e mezzo, in pratica abbiamo rifatto lo scavo e vi abbiamo affogato la trave. Abbiamo realizzato tutto di “testa nostra”, prendendo il meglio di ogni azienda che ha lavorato per noi.

Poi c’è il lavaggio automatico della piazzola, tipo irrigatore con testine che escono quando attive, lavano e poi rientrano (mai vista una cosa simile, ndr), inframezzate da punti luce a raso tipo bordo piscina per illuminare lo spazio, di notte. C’è anche il lavaggio con ugelli della canalina di scolo, molto profonda, così non ci sono ristagni e puzza. Prima di raggiungere le vasche di decantazione del depuratore, c’è una pompa con un sensore pioggia come quello degli irrigatori (un po’ più sofisticato) che quando piove, prende tutta l’acqua piovana e la smaltisce in fognatura per non far lavorare inutilmente il depuratore del lavaggio, con minori costi energetici, meno fanghi e il depuratore dura pure di più.

Ovviamente anche il Pegasus è un po’ speciale: 15 ugelli rotanti per lato, 10 sulla lama orizzontale. Le due alte pressioni funzionano in contemporanea con tre pompe da 10 cv per una 5/2016

capacità di circa 50 bar, perché se alcune auto sono già un po’ “sfogliate” non vogliamo grattare via tutto. Non abbiamo mai avuto problemi, anche se prima utilizzavo 100 atmosfere con gli ugelli rotanti, ma così consumo anche meno acqua, cosa di cui mi sono stupito io stesso. O, per meglio dire, sto consumando in totale la stessa acqua dell’Antares, ma facendo il 20% di lavaggi in più, perché lavano meglio e quindi posso permettermi di giocare sulle velocità, farle funzionare tutte insieme; mentre prima dovevo fare una mandata verticale e poi un robottino laterale, adesso posso fare tutto insieme senza perdite in prestazioni.

Ho scelto questo Pegasus perché ho trovato da parte di Ceccato una di-

sponibilità totale, seppur siano una realtà industriale, a seguire le esigenze del cliente. Anche lo scanner è eccezionale, copia il veicolo perfettamente, e se c’è un furgone con un portapacchi oppure se qualcuno lascia un’antenna o il portasci non ci sono problemi. Così non si fanno danni, non ci sono discussioni e con l’assicurazione mi sono accordato per avere pure un po’ di sconto.

Questo Pegasus lava veicoli fino a 2,60 m di altezza e mi sono accorto che con le auto auto più basse sprecava aria nella parte superiore. Allora ho chiesto a Ceccato: perché la parte sopra non la abbassiamo con l’Airplus come sull’Hydrus? Mi hanno accontentato e adesso dovrebbe essere esteso anche agli altri impianti, almeno a richiesta; così però asciuga davvero bene. Un altro “segreto” è l’acqua osmotizzata, anche se ci sono delle micro-goccioline non resta nulla sulla carrozzeria. Insomma, su un impianto self dove non può arrivare l’occhio attento dell’operatore, ci deve arrivare la tecnologia e la voglia di fare meglio”. Completissimo e personalizzato il ciclo di lavaggio, degno di un “pignolo” come Gilberto Quinto.

“La macchina parte con l’erogazione di due emollienti: anteriore, parabrezza e specchietti quello per i moscerini, il secondo da dopo la calandra fino alla parte posteriore – spiega Quinto –. Poi torna indietro con uno schiumogeno alcalino Multicolor (ho voluto i colori della bandiera italiana) che fa molta scena e aiuta ad ammorbidire lo sporco. Sui lavaggi più completi viene staccata l’alta pressione orizzontale

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per dare potenza a quella laterale, al ritorno la lama agisce contemporaneamente con il lavaruote a spazzole, poi prosegue con l’alta pressione cerchi e fiancate durante lo spazzolamento. Da notare che la lama orizzontale passa due volte, avanti e indietro sul cristallo anteriore, pulendo così perfettamente vetro e guscio degli specchietti. Poi c’è il risciacquo, sempre con le spazzole ed eventualmente il programma polish; quindi, torna indietro con l’acqua osmotizzata erogata dalle “antennine” a braccio tipiche del Pegasus e asciugatura (con un risultato eccezionale di lavaggio verificato sulla macchina bianca di un cliente, oggetto delle foto del servizio, ndr).

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Il miglior programma senza polish lo proponiamo a 8,50 euro e lavo circa 10 mila auto all’anno in self-service e senza dipendenti. In pratica ho detto alla compagnia: se non volete farmi guadagnare con la benzina mettetemi in condizioni di guadagnare con altro ed è stato meglio, perché su un lavaggio da 6 euro guadagno 4 euro, mentre con la benzina non guadagno quasi nulla.

Dal 2006 siamo completamente self, all’inizio abbiamo perso un po’ di clienti, ma poi abbiamo recuperato: facendo lavorare bene il bar, dove riponiamo la stessa cura che mettiamo nel lavaggio, siamo decisamente soddisfatti”.

Massimo Cicalini 5/2016

AUTOLAVAGGI

TEMPO DI FIERE TEMPO DI (TANTE) NOVITÀ Christ Wash Systems presenta molte novità alle fiere 2016: da Stoccarda a Francoforte i suoi stand sono pieni di innovazioni. Ecco le principali.

Christ Wash Systems conferma la sua vocazione all’innovazione e alla leadership nell’ambito carwash con una serie di novità che sono presentate negli appuntamenti fieristici internazionali di quest’anno, da Uniti Expo a Stoccarda ad Automechanika a Francoforte.

I nuovi portali Il 2016 segna un ulteriore sviluppo della gamma dei portali Christ, con innovazioni per quelli conosciuti e una nuova macchina che porta a 12 il numero totale di modelli della gamma.

La novità è Aquatus 1+1 disponibile da agosto: un doppio portale ideale per quei lavaggisti che cercano un sistema avanzato per offrire un servizio di qualità a tutti i clienti. Il modello combina un portale di asciugatura e lavaggio touchless con sistema ad alta pressione Optistream+ a un portale di lavaggio a tre spazzole. Così, l’impianto può eseguire sia un programma di lavaggio completamente senza contatto, esclusivamente con l’alta pressione e chimici specifici, sia un programma di lavaggio tradizionale con spazzole, sia qualsiasi combinazione di ambedue i sistemi. In particolare, nel portale di asciugatura e lavaggio touchless, il sistema di lavaggio senza contatto prevede sequenze innovative, con l’applicazione di due prodotti chimici di prelavaggio, tempi operativi precisi, oltre all’alta pressione oscillante Optistream+ con un totale di 24 ugelli e una portata di 120 l/min. Il sistema comprende come standard 12 ugelli “turbo”, lance rotanti per un impatto estremamente forte dell’acqua sulla vernice che garantisce la rimozione anche dello sporco più tenace. Una lama orizzontale girevole, a seguire i profili del veicolo, garantisce l’applicazione dei prodotti chimici in modo mirato ed economico, oltre a un lavaggio ad alta pressione più efficiente. Il secondo portale esegue il lavaggio a spazzo-

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Aquatus 1+1

Genius Vitesse

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le tradizionale e applica il coadiuvante dell’asciugatura. Questo portale può essere dotato di tubazioni di acciaio inox per applicare cera protettiva e polish a seconda dei programmi desiderati dal cliente. Aquatus 1+1 può essere dotato anche di due dispositivi di lavaruote paralleli, uno con spazzole di lavaggio e l’altro senza contatto con 10 ugelli ad alta pressione, una soluzione che combina i due sistemi anche per la cura delle ruote. Come tutti i portali di lavaggio Christ, anche questo permette la scelta delle colorazioni e può essere dotato di varie opzioni per individuare meglio l’impianto e ottenere la personalizzazione più attraente. Con questa combinazione di caratteristiche uniche sul mercato, Aquatus 1+1 è il portale ideale per i lavaggisti votati all’innovazione e che vogliono distinguersi dalla concorrenza con un lavaggio particolare e di alta qualità.

Da luglio, Christ Wash Systems propone ancora più scelte nelle misure del portale: i modelli Centus, Centus-T e Varius sono ora disponibili, non solo con altezze utili tra 2.050 e 3.100 mm, ma anche con la scelta della larghezza di 2.400, 2.550 e 2.700 mm. Questa maggiore flessibilità permette al cliente di massimizzare l’uso dello spazio disponibile e rispondere a esigenze particolari, per esempio il lavaggio di furgoni, in modo ancora più mirato.

Le nuove soluzioni di Christ Foam Splash è un inedito sistema di applicazione della schiuma attiva nella fase di prelavaggio. La schiuma, invece di essere distribuita tramite i soliti ugelli, viene erogata da uno speciale generatore di schiuma tubolare, installato nella parte superiore del portale, che

Foam Splash

crea una cortina di schiuma illuminata da led multicolori, creando anche un effetto molto scenografico che attrae i clienti già fuori dal lavaggio. Foam Splash ottimizza al massimo i tempi di erogazione del prodotto di prelavaggio rispetto ai sistemi con lama a seguire.

Un ulteriore vantaggio è la copertura in maniera più completa e omogenea

Turbo Dry

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della carrozzeria per un prelavaggio ancora più efficace. In combinazione con un prelavaggio ad alta pressione, Foam Splash garantisce un effetto spettacolare che permette al gestore di differenziarsi dai concorrenti.

Il nuovo sistema di asciugatura Turbo Dry permette un controllo dinamico delle bocchette di asciugatura del portale, ottimizzando l’operazione in modo mirato nelle zone più critiche del veicolo, utilizzando la massima potenza solo dove richiesto, con il vantaggio di un significativo risparmio energetico e una diminuzione del rumore in fase di asciugatura. Questo sistema di asciugatura orizzontale cambia dinamicamente tra tre modalità: turbo mode riserva la prestazione massima di 8 kW alle zone più delicate (per esempio, il frontale o la parte posteriore del veicolo); normal mode corrisponde alla prestazione d’asciugatura di serie ed eco mode riduce la prestazione in zone poco critiche come il cofano e il tetto a un livello più basso. Grazie alla combinazione con la lama di asciugatura Christ, a seguire e girevole di 140°, che permette di avvicinarsi alla carrozzeria a un angolo ottimale, Turbo Dry è uno dei sistemi di

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Maxi Flex+

asciugatura più efficienti sul mercato. Un indicatore acustico segnala al cliente il cambio del modo di asciugatura: è il suono delle turbine che cambiano velocità.

Inoltre, negli impianti dotati di opzioni come i display multicolore Visus e/o di illuminazione multicolore, Turbo Dry vi può essere collegato, così Visus indica la modalità utilizzata dal sistema, mentre l’illuminazione multicolore brilla nel colore assegnato: rosso per “power mode”, azzurro per “normal mode” e verde per “eco mode”. In questo modo, il cliente può capire facilmente le diverse modalità di asciugatura.

Maxi Flex+ sono le spazzole laterali con inclinazione per il lavaggio della parte posteriore dei veicoli. Il sistema raggiunge un’inclinazione massima di 25°, quasi il doppio rispetto a sistemi simili, rendendo questa tecnologia molto efficace. Solo Maxi Flex+ permette una modalità di “balletto” completo, anche con le spazzole inclinate al massimo, grazie al fatto che le spazzole verticali sono montate sulla parte anteriore del portale. Il sistema sviluppato da Christ garantisce un ottimo risultato di lavaggio sulla parte posteriore, soprattutto con i suv, ma è ideale anche con vetture con un’angolatura nella parte posteriore particolarmente inclinata, come le station wagon. Questa tecnologia è disponibile esclusivamente per i modelli Genius e Primus con spazzole laterali snodate.

Wheel Master è stato pensato per i veicoli di ultima generazione che hanno ruote sempre più grandi, un problema per il lavaggista. Christ risponde con questo sistema, un nuovo concetto di lavaruote con movimento in “quattro dimensioni” che permette un lavaggio ottimale su qualsiasi di-

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mensione. Prima del lavaggio, Wheel Master riconosce automaticamente le dimensioni delle ruote e sceglie il programma adeguato per garantire la loro copertura ottimale. Per quelle di dimensioni medio-piccole, il sistema effettua un lavaggio tradizionale, con le spazzole rotanti, uscendo ed entrando. Invece, su quelle più grandi, Wheel Master esegue una elaborata “coreografia” di nuova concezione: oltre al

programma convenzionale, si alza e abbassa mentre il portale si muove in avanti e indietro, coprendo così tutta la superfice della ruota in un movimento oscillante. Wheel Master è la soluzione ottimale per il lavaggista che voglia rivolgersi a una clientela molta ampia o per i concessionari con una vasta gamma di veicoli da lavare.

Mario Rota

Wheel Master

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AUTOLAVAGGI

LA NUOVA VITA DI AUTOEQUIP LAVAGGI Con l’accordo che cede la gestione del ramo d’azienda per 10 anni alla Degama, Autoequip Lavaggi chiude una fase della sua storia per aprirne un’altra ricca di prospettive.

Tutto è riassunto in quattro semplici punti: contratto, la genesi, il cammino fatto e i prossimi passi. Per presentare il nuovo assetto il management di Degama Srl, capitanato dall’Amministratore delegato Alessandro Delrosso, ha voluto creare un evento (i cui aspetti ludici descriviamo nel box) per incontrare la forza vendita di Autoequip Lavaggi in un contesto rilassato e sereno, presentar loro l’azienda Degama, spiegare cosa si sta facendo per il suo rilancio e quali sono i programmi dei prossimi 10 anni. Area di Servizio era l’unica testata giornalistica presente e, con la serietà professionale che ha sempre contraddistinto il nostro operato, vogliamo dare ai nostri lettori un quadro preciso del nuovo corso.

Scorrendo i nomi della compagine societaria di Degama si capisce come la società sia vicina al Gruppo Mix, un’ulteriore garanzia. Infatti l’incontro era focalizzato soprattutto sulla riunione degli agenti e concessionari italiani di Autoequip, per far conoscere loro la realtà del gruppo. Quindi visita allo stabilimento dove si sviluppa interamente la produ-

zione dei portali Pulse e dei sistemi di trattamento delle acque, con una sosta sulle linee di montaggio delle piste, da sempre fiore all’occhiello dell’azienda di Occimiano MIX e dove saranno trasferite le lavorazioni anche dei modelli Autoequip, le uniche lavorazioni a lasciare

lo stabilimento di Vesime, dove invece continuano e continueranno le altre produzioni a marchio Autoequip. Traferito a Occimiano anche il magazzino di Autoequip che è in fase di ampliamento per servire ancor meglio la produzione di Vesime e i servizi post-vendita.

Un grande gruppo per grandi progetti Ma torniamo alla cronaca della conferenza per conoscere meglio la successione degli eventi e i programmi futuri.

Come detto, il primo passo è stato il contratto, firmato all’inizio di febbraio 2016, con l’ingresso operativo di Degama il 15 dello stesso mese per assumersi la responsabilità della parte commerciale e post-vendita, compresa la gestione dei ricambi. Come detto la produzione dei portali con marchio Autoequip resta a Vesime, come pure il reparto di ricerca e sviluppo; la durata del contratto di affitto è di 10 anni con prelazione per l’acquisto definita.

Già a fine febbraio sono state consegnate le prime macchine, anche grazie alla collaborazione delle maestranze

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Alessandro Delrosso

Autoequip che hanno lavorato alacremente su questo obiettivo, dando subito una sensazione molto positiva.

Ma non sono tutte note positive: è stata chiamata “genesi”, ma in realtà si è trattato di una fotografia realistica e “cruda” della situazione trovata: magazzino dei materiali di produzione più scarno di quanto auspicato e stimato, gestionale aziendale e backup inutilizzabili (30 mila codici da codificare e 50 anni di azienda da inserire in un nuovo gestionale), trattative con fornitori molto complesse (almeno quelli comuni con Mix sono stati collaborativi e comprensivi), azioni sindacali che hanno portato al rallentamento della normale operatività con incontri in Prefettura poco redditizi e alcuni lavoratori contrari all’operazione. Degama ha risposto a questa situazione ribadendo la propria volontà di terminare entro alcuni anni il completo rilancio aziendale e l’accorpamento in un unico solido gruppo in grado di giocare un ruolo importante nel mondo del lavaggio nazionale e internazionale.

Il trasferimento di personale da Autoequip a Degama, inizialmente condiviso, è stato poi disatteso all’ultimo momento da alcuni elementi creando un iniziale rallentamento alle normali operazioni. Grazie a persone come Brusco e Marengo, responsabili dell’ufficio tecnico in AE, il nocciolo duro del reparto produttivo è rimasto attaccato al progetto ed il gruppo si è implementato quando le acque si sono calmate.

La rete commerciale, rimasta nella quasi totalità, ha sposato il progetto vendendo impianti oltre le più rosee previsioni.

Così il quadro attuale vede ben altra realtà: sono state analizzate tutte le distin5/2016

Da sinistra: Mauro Brusco, Andreina Soffiantino, Ferruccio Marengo e Alessandro Delrosso

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Uffici

te base, trascritte le anagrafiche clienti e fornitori (migliaia di file) e migliaia di codici Autoequip sul gestionale Degama, dato continuità dove si poteva ai fornitori Autoequip e come già detto, realizzato un nuovo magazzino ricambi a Occimiano. Inoltre, si stanno inserendo procedure a norma ISO 9001 nelle logiche dei rapporti tra le due aziende, si stanno traducendo nelle lingue straniere i manuali di uso e manutenzione e si stanno aggiornando i disegni delle opere murarie. Un quadro certamente non semplicissimo, ma in via di ricomposizione e questo spiega il sentito grazie che è stato rivolto a tutti coloro che in Autoequip si sono prodigati per il suo salvataggio, creando un gruppo di lavoro che sta ben funzionando.

Grazie alla continua e costante presenza del personale Degama in Autoequip si sono potute risolvere le problematiche con maggiore velocità, anche seguendo quanto fatto in Mix negli ultimi 15 anni. E i risultati già si vedono: nei primi mesi sono stati venduti e consegnati 41 impianti e ci sono ordini in consegna per 33 impianti; il fatturato di Degama si aggira intorno ai 3,5 milioni di euro con un portafoglio di altrettanta entità, al punto che durante la riunione è stato ammesso di aver sottovalutato il potenziale di Autoequip. Questo spiega gli ambiziosi obiettivi: attualmente la potenzialità produttiva è di 10/15 macchine/mese, ma si vuole arrivare a 20/25.

I prossimi passi È a questo punto che l’intervento di Alessandro Delrosso è salito di tono: “Dobbiamo aumentare la nostra autostima, che dopo un anno di sofferenza ha avuto alti e bassi, e avere un atteggiamento da numeri uno e non da buon competitor. Abbiamo un prodotto che non ha nulla da invidiare ai mi-

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gliori, è giunto il momento di esibirlo evidenziandone gli aspetti innovativi.

Dobbiamo dare la stessa immagine al cliente con un’uniformità estetica per facilitare la riconoscibilità, agendo su spazzole e colori identificativi, perché è una scelta che a lungo paga.

Abbiamo in preparazione un listino piste Mix “brandizzato” Autoequip per agevolare le offerte, oltre a un listino Autoequip più snello e rivoluzionato in alcuni concetti; sarà realizzato un configuratore multilingua ed è stata istituita un’area riservata sul sito De-

Magazzino Autoequip di Occimiano

Magazzino Autoequip di Occimiano

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gama che consentirà di consultare una parte commerciale e una tecnica, la prima per poter vendere meglio e con chiarezza, la seconda con disegni e specifiche, manuali completi d’uso e di installazione degli impianti.

Il magazzino della carpenteria è rimasto a Vesime, ma quello principale è stato trasferito a Occimiano per la sua

riorganizzazione a da lì arrivano tutti i particolari (per ogni singola macchina viene allestito uno specifico carrello) per il montaggio degli impianti e per la gestione dei ricambi post-vendita.

Ci sono alcune novità tecniche nel cassetto da sviluppare per dare nuovo impulso alla rete commerciale. Dobbiamo lavorare sui modelli One, Fly e

Net per creare gamme diverse e differenziate e avere una serie di offerte mirate a soddisfare tutte le necessità dei clienti. Svilupperemo le movimentazioni elettriche (anziché pneumatiche) e l’uso dell’acciaio inox (invece di quello zincato e verniciato); stiamo infine potenziando l’help-desk assumendo personale di supporto tecnico.

ALLA SCOPERTA DELLE BELLEZZE DI CASALE MONFERRATO

La Sinagoga di Casale Monferrato

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L’escursione alla scoperta delle bellezze di Casale Monferrato è seguita alla visita alla Mix e all’incontro del CEO di Degama Alessandro Delrosso con la forza vendita Autoequip. La prima tappa è stata la visita al Castello di Uviglie, di cui resta un bastione originario del 1300 e nelle cui cantine si produce vino dal 1491. Dai 25 ettari coltivati a vigneto nascono vini frutto dell’amore e della passione per il territorio che hanno ottenuto ottime classificazioni da guide prestigiose come il Gambero Rosso.

L’entrata in Casale Monferrato ha dato modo di ammirare la magnifica veduta sul Po che la città offre.

Casale, per chi non la conoscesse, è un susseguirsi di chiese, palazzi, antiche dimore, cortili, chiostri, una sinagoga unica nel suo genere, dal punto di vista artistico una vera bomboniera. Ad accompagnare la visita il professor Bachetta profondo conoscitore dei luoghi, che ha offerto una panoramica della città raccontandone la storia e gli aneddoti. Il pomeriggio è proseguito con la visita alla Sinagoga e al suo museo. Visita che è stata possibile grazie ad alcune volontarie che, considerata l’esiguità degli appartenenti alla comunità ebraica (solo sette vivono a Casale) si sono prese questo incarico per continuare a diffondere la conoscenza e le tradizioni del popolo d’Israele.

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L’obiettivo è incrementare la nostra penetrazione sui mercati esteri per aumentare i volumi ed essere sempre più internazionali, magari recuperando vecchi distributori “dormienti”, c’è movimento in Medio Oriente, Scandinavia, Russia, abbiamo delle offerte in Messico. Vogliamo imporre il concetto di “Autoequip = Top di gamma” e non un brand da lotta per i prezzi. Dobbiamo affermare uno stile, un’immagine professionale: il Net è simbolo del design Italiano, bellezza e qualità. Serve un’immagine ben identificata che, proposta sul mercato, diventi un “tormentone” per tutti i clienti: colore plastiche e spazzole ben definiti che portino alla standardizzazione produttiva e ad avere un’immagine ben chiara.

Ai prossimi Oil&nonoil e Autopromotec tireremo “fuori i muscoli”: Autoequip, Degama e Mix devono diventare un Gruppo di riferimento nel mondo dell’autolavaggio!”

Il dovere di cronisti ci ha quindi imposto di fare una domanda interrompendo quelle degli entusiasti venditori in sala: è stato spesso detto che il prodot-

Sito produttivo Autoequip di Vesime

to Autoequip ha cinque peculiarità che lo differenziano, quali sono?

“Anche più di cinque – ha risposto Delrosso –. L’uso dell’acciaio inox nei piedi e fianchi interni degli impianti, il design di Giugiaro che è molto apprezzato all’estero e poi, per parlare di tecnica, i cinque inverter che nessuno ha per un controllo più ampio della macchina; quindi, la gestione del software che ci consente un’ampia operatività, senza dimenticare l’esperienza di cinquant’anni dell’azienda e di chi ci lavora. Autoequip vanta la più ampia gamma di prodotti con una grande flessibilità, capace di soddisfare le richieste dei clienti. Per esempio, quasi incredibile, in Spagna abbiamo venduto un tunnel che ha due altezze diverse, praticamente non diciamo mai di no al cliente. Il cinque spazzole per auto è unico, così come il lavaggio camion a cinque spazzole e poi: la Power HP, ultima alta pressione realizzata con degli ugelli speciali americani, l’alta pressione motorizzata, il traino diretto dei verticali, il Discover, l’Hidro Touch combinato di spazzole e alta pressione: unico al mondo, Box Wash l’unico impianto autoportante insonorizzato... sono un bel po’ più di cinque!”

Massimo Cicalini Paola Sala

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5/2016

per lavare le auto scegliete chi è veramente capace

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AUTOLAVAGGI

UNA SQUADRA UNA FAMIGLIA Flowey è Filippo Florio, uno dei fondatori e guida della sua famiglia che, con la nuova generazione, è tutta occupata nell’azienda che vanta più di vent’anni di esperienza nell’autolavaggio.

Un’industria moderna e dai grandi numeri ma, come altre importanti realtà mondiali, con alle spalle un unico e solido nucleo familiare. Tutto questo comporta un diverso atteggiamento nella conduzione dell’azienda, molto più lungimirante, senza “spremere il limone” a scapito della qualità o dell’organizzazione interna, senza privilegiare solo gli utili, ma costruendo e facendo ricerca: si investe sul cliente e lo si cura. È sempre così quando l’obiettivo è dare un futuro ai propri figli e nipoti ed è questo che succede in Flowey dove Filippo Florio è il fondatore e CEO, Franco Florio export e ricerca & sviluppo manager, Ricardo Florio il responsabile della logistica e delle risorse umane, Gianna Florio segue il marketing e presto ci sarà l’ingresso di Stefano Florio, il più giovane, neolaureato in economia con master in contabilità, revisione contabile e direzione aziendale, che affiancherà Danielle Florio che da sempre segue l’amministrazione dell’azienda come manager e come mamma di tutta la squadra Florio.

Danielle e Filippo Florio

Da sinistra: Ricardo, Stefano, Filippo, Danielle, Gianna e Franco Florio

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Una storia di ricerca dell’eccellenza Flowey è stata fondata nel 1990 in Lussemburgo da Filippo Florio e Simon Weynachter e il nome deriva dall’unione delle lettere iniziali di entrambi i cognomi. I suoi prodotti sono utilizzati ogni giorno dai professionisti di tutto il mondo per la pulizia auto in Europa, una piccola azienda che è stata in grado in meno di trent’anni di raggiungere i vertici europei in un settore complesso, dove la ricerca e l’attenzione alla qualità sono molto importanti.

Infatti la ricerca nei laboratori Flowey riveste un’importanza fondamentale, con una struttura interna dedicata.

Circa il 5% del fatturato è reinvestito in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti per poi essere riversato nella produzione che si svolge interamente nell’ultramoderno stabilimento di 10 mila mq che sorge in Lussemburgo. Quando è stato progettato si è anche studiato una metodologia di produzione che consentisse di ottimizzare i tempi per ridurre il lavoro degli operai. Inoltre, è in fase di realizzazione un nuovo progetto che prevede di allargare, per il 2018, l’area produttiva e il magazzino di altri 2 mila mq.

La stessa cura è riservata alla produzione, con grande attenzione alla sicurezza delle lavorazioni e alla qualità dei prodotti: Production automatique.

Ogni miscelazione si avvale di bilance per cui si conosce sempre ed esattamente quanto prodotto è contenuto.

Una produzione precisa e a prova di errore, la migliore garanzia di qualità e di affidabilità. La formulazione del

La sede Flowey

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prodotto è definita dall’ufficio di produzione che manda un’informazione digitalizzata e la macchina pesca automaticamente dai tini la miscela necessaria. Prima però di confezionarlo nei fusti viene preso un campione che è controllato in laboratorio, mentre la verifica della materia prima è effettuata prima di stoccare il prodotto. Questi campioni restano in magazzino due anni per poter sempre verificare la loro qualità.

Quando è stato realizzato lo stabilimento si è voluto un progetto attento anche all’ambiente. Tutta l’acqua piovana viene raccolta dal tetto in una sola falda e inviata a una cisterna sotterranea di 300 mila litri, qui l’acqua è raccolta e poi filtrata per essere usata per la produzione. Così si conciliano ecologia e risparmio, ma soprattutto si ha una qualità altissima perché è praticamente acqua distilla-

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ta che evita anche tutte le problematiche legate alla possibile durezza.

Inoltre, grazie all’utilizzo di materie prime provenienti da fonti rinnovabili si riduce l’impatto ambientale delle attività senza compromettere la qualità e l’efficacia dei prodotti, che sono regolarmente testati e adattati alle esigenze e necessità dei clienti, come conferma la certificazione in tema ambientale ISO 14001.

L’offerta prodotto Per l’autolavaggio Flowey propone una gamma completa di detergenti e di prodotti professionali e per la pulizia dell’auto “fai-da-te”, ottimi quindi anche per i banconi degli shop e per gli acquisto d’impulso. Una nuova gamma di prodotti sarà presentata ad Automechanika 2016 con il nome CDS “Car Detailing Solutions”, dove tutta

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l’esperienza dell’azienda è stata finalizzata per creare soluzioni di facile uso e in dosi limitate destinate agli automobilisti che amano curare alcuni aspetti della pulizia della propria auto.

Per i professionisti del lavaggio l’offerta è declinata in quattro gamme: Experience, Evopur, una gamma rispettosa dell’ambiente, adatta a tutte le stagioni e molto profumata, specifica per i lavaggi ad alta pressione, Truck Cleaning, Technic e Auto Clean System Pro. Experience propone una serie di prodotti concentrati specifici per acque dure e acque dolci e con l’impiego della tecnologia Coatinium che garantisce una protezione che dura nel tempo con una brillantezza notevole e ravvivando la vernice. Carwash è invece una linea più tradizionale frutto di oltre vent’anni di impegno e sviluppo con un’of-

ferta completa per rispondere a tutte le esigenze di un moderno centro di lavaggio. Neppure i camion sono trascurati e per loro, ma soprattutto per i loro sporchi difficili, è stata sviluppata Truck Cleaning per tutte le diverse superfici e materiali. Una menzione a parte merita la polvere per i lavaggi self service, in pratica il miglior prodotto presente sul mercato che coniuga la massima efficacia di pulizia e la massima affidabilità delle macchine che lo utilizzano.

A queste si aggiungono le produzioni specifiche per le aziende e le officine meccaniche, i grandi uffici e ambienti pubblici. Per tutto Flowey è in grado di proporre la soluzione migliore, grazie alla grande esperienza ma anche grazie alla passione di tutta la famiglia Florio.

Elda Frigerio

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PIAZZALE

DA STOCCARDA OTTIMI SEGNALI AD Produzione archivia la partecipazione a Uniti Expo con un netto segno positivo: ecco le principali novità

È un Alfredo Deluca, Amministratore Delegato di AD Produzione, decisamente soddisfatto quello che incontriamo alla fine di Uniti Expo: “è stata proprio una bella edizione, come AD Produzione eravamo alla nostra seconda partecipazione e la sorpresa è stata scoprirla frequentata da visitatori di più Paesi europei e anche extraeuropei. Il nostro stand ha registrato una buona affluenza e il nostro prodotto è piaciuto molto, abbiamo pure superato la prevenzione dei clienti stranieri, soprattutto tedeschi, nei confronti delle aziende italiane”.

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Le novità a Uniti Expo Distributore di pacchetti SV 96.

Di questa macchina ha colpito in particolare la semplicità del design, la possibilità di distribuire diversi articoli di forma e misure diverse, con o senza imballo, organizzati su quattro colonne da 24 ripiani ciascuna. I visitatori si sono particolarmente focalizzati sulla porta centrale, che prevede due barre d’acciaio “lucchettabili” e antiscasso, con un display di comunicazione configurabile in tre lingue e la possibilità di aggiungerne ulteriori.

Il display comunica il costo del prodotto, il suo eventuale esaurimento e la configurazione della macchina.

Molto apprezzato anche il sistema di pagamento personalizzabile con gettoniera elettronica, chiavette prepagate e lettore di banconote, oltre alle finestre espositive sulla parte superiore.

Aspirapolvere AD 00 con aria compressa e turbina. Questa macchina è disponibile sia nella versione singola sia doppia, con aria compressa e turbina, soluzioni che ne amplificano notevolmente la versatilità. In fiera è stata proposto il nuovo modello con spia lampeggiante che entra in funzione nel momento in cui subentrano ostruzioni nel tubo e non è più possibile inserire monete. AD 00 ha una struttura particolarmente robusta, di acciaio inox 304 e cappello pure di acciaio, pesa 125 kg, le dimensioni sono 630x1600x560 mm nella versione singola e la struttura robusta e antivandalo ed è stata particolarmente gradita ai visitatori. In particolare, il design accattivante e la funzione del lampeggiante sono stati molto apprezzati dai visitatori svizzeri, perché il dispositivo permette la verifica dello stato a colpo d’occhio e a distanza, per un eventuale e pronto intervento sulla macchina. Ha inoltre

suscitato interesse l’alternativa tra filtro classico o autopulente: quest’ultimo permette un’aspirazione costante in qualsiasi momento ed elimina la necessità della pulizia manuale. Ottima pure la possibilità di mostrare ai visitatori e ai clienti il funzionamento “sul campo”, fornendo eventuali chiarimenti tecnici.

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Lavatappeti LT 400B. La peculiarità di questa lavatappeti è la robustezza, la semplicità di utilizzo e l’ingombro contenuto. Tutte caratteristiche progettuali che garantiscono all’autolavaggio un forte valore aggiunto in termini di professionalità e funzionalità. In particolare, ricordiamo che il lavaggio del tappeto è semiautomatico e, di serie, sono previsti il sistema antigelo, la gettoniera elettronica, il pedale elettronico e l’iniezione automatica del battericida per impedire la formazione di muffe che potrebbero generare cattivi odori.

Pannomatic-N. Notevole l’interesse dei visitatori per il nuovo design del distributore di panno, in particolare è stato apprezzato il cappello inox, gli adesivi laterali di serie e l’opzione dei led laterali. La composizione prevede quattro programmi: panno imbevuto con lavavetri e multiuso, panno imbevuto con pulisci e lucida cruscotti, lucida fascioni, erogatore di due panni asciutti per la finitura. Anche di questa macchina è stato apprezzato il sistema di riscaldamento per basse temperature e la struttura massiccia di acciaio inox 304.

Gonfiagomme con manometro omologato. Questa macchina è stata ammirata sia per il design sia per la sua omologazione in base alla direttiva 86/217 CEE 2009/34/CE. Tanta la curiosità dei visitatori per conoscere il funzionamento e le sue caratteristiche tecniche: non ci poteva essere occasione migliore per lanciare questo nuovo modello di gonfiagomme con compressore e manometro omologato.

Nicola Polidoro

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EVENTI

COME EVOLVE L’AFTERMARKET SECONDO AUTOPROMOTEC L’evoluzione dell’assistenza post-vendita come opportunità per il mercato e il ruolo chiave di Autopromotec nell’Aftermarket del futuro, sono stati delineati nella prima edizione di Autopromotec Conference–Stati Generali 2016.

Autopromotec, l’affermata rassegna internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, ha recentemente delineato lo scenario nel quale si muove il mondo dell’assistenza post vendita, analizzandone i principali fattori e le prossime sfide che esso offrirà a tutti gli attori della filiera. È accaduto in occasione della prima edizione di Autopromotec Conference–Stati Generali 2016, il convegno organizzato da Autopromotec a Bologna e che ha suscitato molto interesse.

Durante l’evento, gli interventi di rinomati esperti internazionali del settore hanno evidenziato come il mercato automotive stia attraversando una profonda fase di cambiamento, dettata in particolar modo dall’Internet of Things (IOT), ovvero dall’estensione di internet al mondo degli oggetti e, in questo caso specifico, dei veicoli e delle autoattrezzature. Il tema chiave che

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Renzo Servadei

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Autopromotec ha voluto approfondire è proprio legato alle nuove tecnologie applicate agli autoveicoli e a come queste impatteranno sulla filiera del post vendita e del service automotive.

L’attività quotidiana dei professionisti del mercato dovrà affrontare nuove sfide che, come ogni cambiamento, porteranno con sé nuove opportunità di crescita. Per continuare a essere competitivi e offrire un servizio professionale, sarà fondamentale essere consapevoli del contesto in cui ci si muove e delle nuove esigenze del cliente.

Tra i relatori, il Professor Dipak R. Pant (Direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’economia sostenibile Università C. Cattaneo) ha sottolineato l’importanza di saper dare più valore e versatilità all’upgrade tecnologico, rendendolo al contempo semplice e facilmente fruibile a un pubblico eterogeneo. Tutto ciò acquisisce ancor più valore nel comparto automotive aftermarket, in un’epoca di grandissime evoluzioni tecnologiche.

Con la prima edizione di Autopromotec Conference–Stati Generali 2016, Autopromotec si riconferma come un punto di incontro e di condivisione fondamentale per l’intera industria automotive. Oltre all’impegno come ente organizzatore della manifestazione fieristica, infatti, Autopromotec aggiunge alla propria mission una dimensione “conference”, ideando e promuovendo un importante momento di sintesi, che ha dato voce alle testimonianze dei protagonisti del cambiamento.

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Renzo Servadei, Amministratore Delegato di Autopromotec, ha spiegato così le motivazioni che hanno portato all’organizzazione di Autopromotec Conference: “L’importanza di una conoscenza profonda dello scenario in cui si opera è fondamentale per poter agire nel modo giusto e prendere le decisioni più corrette. Autopromotec non può quindi limitarsi a essere una vetrina di prodotti e innovazioni, ma deve rappresentare anche un momento di scambio di idee,

perché solo quando circolano le idee ci può essere sviluppo”.

Proprio in quest’ottica, l’edizione 2017 della manifestazione – che si terrà a Bologna dal 24 al 28 maggio del prossimo anno – sarà ancora di più un appuntamento cruciale per tutta la filiera automotive. Ad Autopromotec 2017, i protagonisti del settore avranno, da una parte, l’opportunità di comprendere realmente in che modo le aziende del comparto stanno affrontando questo cambiamento e di rimanere aggiornati sulle più recenti innovazioni e soluzioni. Dall’altra, grazie ad AutopromotecEDU potranno approfondire i temi inerenti alla gestione e al marketing, oltre agli aspetti normativi e di mercato legati all’introduzione della telematica a bordo vettura.

In merito alla prossima edizione della manifestazione, Servadei ha poi aggiunto: “Alla luce della rapidissima evoluzione tecnologica che sta caratterizzando il settore, Autopromotec 2017 sarà un momento irrinunciabile per tutta la filiera aftermarket. Come evidenziato durante Autopromotec Conference, nuove tecnologie e normative stanno fortemente modificando il mondo dell’assistenza post vendita e Autopromotec 2017 rappresenta l’osservatorio privilegiato per conoscere tutti questi cambiamenti, consentendo al visitatore di affrontare il futuro con maggior consapevolezza, senza doverlo subire”.

Arlina Rabbiacci

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AUTOLAVAGGI

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA Dopo un doppio portale Istobal M’Nex28 è la volta di un portale Istobal M’Nex22, quando si è soddisfatti di un produttore perché cambiare?

Questo è il pensiero di Roberto Desantis che abbiamo intervistato.

Roberto Desantis è titolare di due stazioni di servizio autostradali e di una sulla rete ordinaria ad Airasca, in provincia di Torino. Felice proprietario di un doppio portale Istobal M’Nex28 (che è stato oggetto di un servizio pubblicato su Area di Servizio 3/2014 di Area di Servizio), dopo tre anni di lavoro senza problemi, Roberto Desantis ha realizzato un altro autolavaggio, questa volta completamente Istobal.

Considerando che allora era il primo che comprava, la sua testimonianza è interessante per conoscere le motivazioni che lo hanno portato a ribadire la scelta a favore di Istobal.

Una tradizione di competenza Roberto Desantis è con Eni da 33 anni e lava auto da oltre 40 anni: il papà aveva un’officina dove si lavavano ancora le auto a mano e con un arco di asciugatura Emanuel, altri tempi.

L’impianto di Pinerolo si trova sullo stradone che porta alla città, nei pressi di un grande e frequentato centro commerciale e alla sua stazione carburanti in post-pay. La dotazione dispone

di un portale e quattro piste self e ha la particolarità di essere totalmente a marchio Istobal… compresi i cestini della carta straccia; per questo è unico in Italia, è aperto da due mesi ed è presidiato da una persona che è adibita alla pulizia della struttura e all’assistenza dei clienti per aiutarli nella scelta dei programmi di lavaggio per il portale ma soprattutto per le piste che dispongono di ben otto programmi, tra le prime con così tante possibilità.

Emolliente moscerini, liquido cerchi, schiuma attiva, shampoo con alta pressione e acqua calda, spazzola shampoo con acqua calda e vari risciacqui con la cera. La particolarità di queste piste è che ogni pistola fa il suo lavoro in modo da non mischiare i prodotti, ci sono quattro strumenti in totale per otto programmi con altre cinque funzioni.

Esistono diverse scelte per la schiuma, tra le quali per esempio Colorfusion e Master Foam, per citare le due più gettonate. Quest’ultima è stata scelta da Desantis, erogata dalla pistola, ha la particolarità di essere emulsionata con aria così da gonfiarsi e restare attaccata

al veicolo lavando meglio ed evitando che si macchi il veicolo quando c’è il sole perché crea una pellicola di protezione; successivamente si passa la spazzola con acqua calda e detergente.

Oltre alle quattro piste con copertura Istobal, l’impianto prevede un portale M’Nex22 dimensionato con un’altezza fino a 2,5 m per lavare i furgoni; poi ha il lavaruote con gli ugelli rotanti, molto efficace perché lo sporco si toglie molto bene con la pressione, e il sottoscocca. M’Nex22 è un portale di alta gamma ed è considerato un po’ il “re” dell’offerta Istobal, perché è il più prodotto in assoluto, funziona bene, è collaudato e affidabile. In questo caso si tratta di una versione “full optional” perché ha l’alta pressione laterale totale e orizzontale a copiare.

Il riscaldamento dell’acqua è garantito dai pannelli solari termici (di produzione spagnola) sul tetto, che funzionano fino a -5°C, nel weekend l’impianto ha lavorato tantissimo ed è arrivato ad avere l’acqua a 42°C (il massimo consentito è 45°C e la spesa per raggiungere i tre gradi mancanti è ridi-

Roberto Desantis

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cola) all’interno dell’accumulo, quindi risparmio ed efficienza. In inverno è prevista comunque una resistenza che quando fa molto freddo aiuta il sistema a raggiungere la temperatura.

Gli altri accessori della gamma D’tail di Istobal sul piazzale sono il soffiatore ad aria compressa, il distributore della carta, l’aspirapolvere, il gonfiagomme con erogazione dell’acqua per motore e lavavetri e la lavatappeti, quest’ultima molto apprezzata dai clienti perché li strizza, in tutta sicurezza, dopo averli lavati e quindi sono quasi asciutti quando vengono riposti nell’abitacolo.

Importante ricordare che il circuito antigelo perdente delle lance della pista self ricicla l’acqua, perché tutte le custodie delle lance sono collegate al riciclo. Inoltre nel portale il 70% dell’acqua viene riciclata tramite un sistema di riciclo e depurazione Istobal.

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Self ma con l’aiutino La domanda classica: cosa consiglierebbe ad altri lavaggisti per aumentare gli incassi?

“La mia esperienza mi insegna che aiutando l’automobilista la rendita dell’impianto cambia parecchio – spiega Roberto Desantis –. Chi arriva in un nuovo lavaggio non sa ancora cosa fare e come farlo, quindi bisogna aiutarlo perché, se si fanno i passaggi corretti, l’auto è lavata meglio. Per esempio, una signora aveva l’auto molto sporca e con tanti moscerini che, se non operi nel modo giusto, non riesci a togliere con il solo portale e poi il cliente è scontento e dà la colpa all’impianto.

Invece, le abbiamo fatto vedere che con un euro/gettone abbiamo dato il liquido cerchi, l’emolliente moscerini su anteriore, cristallo e specchietti e il risciacquo con acqua calda saponata, il

tutto per un’auto perfettamente pulita dopo il lavaggio con il portale. Il tempo gettone è di 130 secondi, quindi si riesce a fare tutto e, sul nostro impianto, se fermi la pistola per qualche attimo si ferma anche il conteggio dei secondi. Credo sia una caratteristica unica: i clienti la apprezzano molto perché se stai lavando e devi girare attorno alla vettura non bruci secondi e non perdi soldi. Non è una soluzione molto produttiva per il gestore, ma in realtà lo diventa indirettamente (e molto di più) perché gli automobilisti

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IL “CHI È” DELL’ISTOBAL M’NEX22 • Portale di lavaggio e asciugatura composto da due spazzole verticali e una spazzola orizzontale controllate mediante trasduttori di potenza

• Larghezza di lavaggio da 2.500 a 2.700 mm

• Possibilità di integrare varie combinazioni di asciugatura nello stesso portale

• Larghezza minima 4.058 mm

• Verniciatura opzionale della struttura del portale con uno spessore minimo di 60 micron (30µ imprimitura, 30µ colore)

• Lunghezza Binari da 9.000 a 11.000 mm

• Larghezza massima da 4.312 a 4.512 mm • Altezza totale da 2.900 a 3.700 mm

• Struttura di acciaio galvanizzato a caldo con spessore minimo de 50 micron • Allacciamento a impianto mediante catenaria • Circuito cera (4 ugelli) e shampoo con pompe dosatrici pneumatiche specifiche per ogni circuito • Predisposizione per connessione a terminale self-service • Circuito idraulico predisposto per lavorare con due tipi differenti di acqua • Sistema anti-gocciolamento • Altezza di lavaggio da 2.100 a 2.900 mm

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la apprezzano, ti preferiscono agli altri e tornano sempre.

Quindi, la cosa più importante, anche se l’impianto è self-service, è che ci sia sempre una persona che assista il clien-

te; e poi la pulizia, noi puliamo i vetri divisori tra le piste tre volte al giorno.

Siamo operativi da due mesi e per un mese ha sempre piovuto, così abbiamo fatto circa 1.500 lavaggi col portale,

quindi non è che non lavori e non si sporca… ma per avere l’impianto pulito, i vetri sono importanti perché così fa tutto un altro effetto: più trasparente e luminoso, trasmette anche un senso di maggiore sicurezza. Comunque, qui di sera è tutto illuminato con luci a led e poi il fondo bianco della tettoia aiuta, presto poi ci saranno altri pali luce per il piazzale”.

“Ho parlato di 1500 lavaggi in due mesi – conclude Desantis –, quindi un po’ meno di 10 mila lavaggi all’anno che è un buon livello, ma credo che arriveremo a molti di più. Abbiamo fatto la convenzione con il centro commerciale e delle chiavette a loro marchio, in questa area ha circa 6 mila e più clienti fedeli, di cui 650 sono dipendenti. La chiavetta la vendo a 5 euro, di cui 3,5 euro sono prepagati, perciò la chiavetta al cliente finale costa 1,5 euro; ma se la carica di 20 euro ha un bonus di 2 euro, quindi la chiavetta è gratis. Chi la usa ha un bonus ogni 20 euro di ricarica o un bonus di 7 euro ogni 50 euro di ricarica, circa il 15% di sconto.

La chiavetta è antifrode grazie a Istobal: una volta inserita, se non si schiaccia il pulsantino non si estrae; invece con altre basta inserirla e, se viene dimenticata, ci si ritrova senza credito.

Ho scelto Istobal anche perché ne apprezzo il design funzionale, semplice e senza fronzoli per me è un prodotto valido, sono convinto che conta molto quello che c’è dentro la macchina, inoltre ho scelto Istobal perché quando sono andato a visitare l’azienda, ho apprezzato il fatto che producono tutto loro, anche alcuni particolari all’apparenza di poco conto. Se vuoi la qualità, secondo me, devi fare proprio così!”

Massimo Cicalini

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PIAZZALE

ATTREZZATURE DI QUALITÀ SENZA COMPROMESSI Dalla pistole soffiatrici ai kit per i camionisti, tutti i prodotti Ampla della gamma Airset, sono caratterizzati da una costruzione robusta con l’impiego di materiali di prima qualità.

Ampla con la sua gamma Airset presenta una serie di pistole soffiatrici per aria, ma anche tubi raccordati e accessori. Per le pistole i modelli sono quattro: Standard, Eco, Mouse e Tucano. Le pistole sono composte da diversi materiali o accessori secondo le esigenze. La Tucano, l’ultimo progetto di Ampla, è nata come pistola ad alte prestazioni e resistenza. Sono stati pensati tre modelli con la punta morbida antigraffio, ideali per la pulizia dell’auto e l’asciugatura delle moto.

Particolarmente indicate per gli autolavaggi, le officine e le carrozzerie. Si tratta di modelli costruiti con materiali di alta qualità come il nylon, un tecnopolimero con grandi prestazioni meccaniche, ottone per la boccola di connessione e acciaio inox per il tubo metallico e le molle interne. La leva è ricoperta da una morbida gomma termoplastica e permette un controllo millimetrico del flusso d’aria. L’attenzione all’ergonomia è evidenziata dalla forma della Tucano, disegnata per consentire un’impugnatura perfetta. Seguendo il “trend” del mercato odierno Ampla consente la possibilità di personalizzazioni per avere una pistola con nome, logo e colori del cliente.

Completano l’offerta, spirali e connettori e la pistola per la pulizia dell’interno cabina dei camion Kit for truck in varie versioni e con gli attacchi delle principali marche di veicoli industriali

in una bella e pratica valigetta, prodotto ideale per gli shop delle aree di servizio stradali e autos t r adali perché apprezzato dai camionisti che ne fanno largo uso. L’ultimo progetto di Ampla è stato quello di realizzare un kit con i raccordi spiralati in plastica; perfetto per non rovinare le superfici in plastica del camion, al contrario di quelle in metallo.

Kit for truck

Mario Rota

Tucano

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PIAZZALE

INTERRATO È MEGLIO MA SOPRATTUTTO PIÙ SICURO Underground Safe, l’esclusivo progetto firmato Hartmann Tresore Italia, segna una rivoluzione per la sicurezza delle colonnine self24H nelle aree di servizio.

Il brevetto di Underground Safe è depositato al numero MI2014A001693.

Una precauzione per difendere e valorizzare il frutto della ricerca e della volontà di Hartmann Tresore Italia di introdurre nelle aree di servizio una cassaforte che resista agli attacchi sempre più numerosi di scassinatori e malintenzionati.

Il prodotto è stato sviluppato in stretta collaborazione con Quant, la consociata italiana della omonima multinazionale leader nel full service industriale, con esperienza quindicennale nella gestione della manutenzione sui punti vendita delle reti di distribuzione carburanti e nello sviluppo di sistemi e soluzioni innovative. Quindi, le esperienze congiunte di Hartmann Tresore nel settore della sicurezza e di Quant nelle applicazioni specifiche per le stazioni di servizio (Quant è anche responsabile dell’installazione), hanno portato allo sviluppo di un prodotto unico nel suo genere, della massima efficacia nel combattere gli attacchi, pur mantenendo una notevole semplicità di installazione e lasciando immutata l’estetica del punto vendita.

La mission di Hartmann Tresore Italia L’attenzione di Hartmann Tresore Italia per la sicurezza delle aree di servizio e l’intuizione nel progettare un prodotto innovativo conferisce a Underground Safe l’esclusività di poter essere interrato nel sottosuolo per la maggior parte della sua struttura, lasciando in superficie solo la colonnina adibita per l’accettazione delle banconote. Queste ultime, mediante un preciso sistema di nastri trasportatori, cadranno al sicuro nel sacco posizionato nella cassaforte sotto terra.

Per evitare che gli agenti atmosferici, le acque di scolo e gli olii di risulta presenti nell’area di servizio possano al-

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terare la struttura o filtrare all’interno, Hartmann Tresore Italia ha pensato a una verniciatura speciale per ambienti esterni, ma soprattutto ha creato un sistema di drenaggio dell’acqua attraverso un canale di raccolta e scolo, oltre a un meccanismo a tenuta stagna.

Da segnalare infine che il sistema è compatibile con gli apparecchi di Gilbarco, Maser, Tokheim, Wayne Fueling Systems e Fortech Installazione facile L’installazione dell’Underground Safe è veloce e sicura e si divide in tre fasi: Un cassone di contenimento con funzione anche di cassaforma e armatura viene inserito in uno scavo appositamente predisposto. Quindi viene eseguito il getto di calcestruzzo per la formazione del plinto di fondazione nel punto di installazione prescelto sull’isola di erogazione. Le dimensioni dello scavo sono assimilabili a quelle

per un plinto di installazione classica, mentre l’onere del getto è minore (armatura e quantità di calcestruzzo).

Il complesso cassaforte/colonnina accettatore viene inserito all’interno del cassone e ancorato con gli appositi fissaggi in modo saldo e preciso.

Underground Safe viene collegata all’impianto elettrico ed elettronico, collaudata e messa in servizio: infatti, non prevede saldature o lavorazioni meccaniche per l’installazione, operazioni sempre onerose e complesse in aree a rischio di esplosione.

Underground Safe è stata progettata e realizzata per incrementare la sicurezza nelle aree di servizio e contrastare i tentativi di scasso da parte dei rapinatori. Una soluzione innovativa e in controtendenza con i sistemi di protezione fino a oggi adottati che, oltre a rovinare l’estetica dei punti vendita, sono spesso risultati inefficaci, in quanto mirati a sopperire alle carenze intrinseche 5/2016

di un armadio blindato, inadatto alla tipologia di installazione, senza risolvere il problema alla radice.

Nel sottosuolo, cinque dei sei lati del parallelepipedo che costituisce l’armadio, sono sicuri contro eventuali attacchi da taglio a freddo o a caldo e non presentano punti di appiglio per lo strappo. La porta di accesso è di piccole dimensioni e grazie a una particolare tipologia costruttiva risulta molto più resistente all’attacco di quelle tradizionali. Inoltre, l’accettatore è dotato di un adesivo come deterrente all’attacco in cui si precisa chiaramente che la colonnina non contiene denaro.

Se nonostante ciò, Underground Safe venisse preso di mira con un mezzo meccanico, l’urto farebbe cadere la colonnina al suolo, ma la fessura di introduzione delle banconote si sigillerà automaticamente con un meccanismo a ghigliottina, impedendo qualsiasi possibilità di accesso al sacco contenente il denaro, che rimarrà così protetto nella parte interrata della struttura. I danni saranno limitati perché la colonna è fissata con bulloni a rottura prestabilita per non danneggiare le parti strutturali dell’installazione: il ripristino con gli stessi componenti, se non eccessivamente danneggiati, o con nuove parti di ricambio, sarà quindi molto rapido e poco costoso.

Invece l’attacco da esplosione è molto più complesso perché non ci sono accessi disponibili alla struttura contenente i valori per l’introduzione del gas esplosivo, come può avvenire invece nelle soluzioni fuori terra.

Il ritiro dei valori da parte dell’operatore è pratico e veloce: il cambio del sacco richiede solo pochi attimi e quello pieno si autosigilla nella fase di estrazione. L’accesso al box interrato è

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infatti riservato ai soli addetti al ritiro del denaro. Quando non è necessario, invece del sacco autosigillante può esserne fornito uno normale, con un risparmio sul costo finale. I sacchi normali e autosigillanti sono intercambiabili senza modifiche alla cassaforte.

La cassaforte, inoltre, è stata studiata in modo da tenere separato il vano che ospita il sacco, dalla parte che può necessitare di eventuali manutenzioni. Infatti, il vano della colonnina che ospita i nastri di trasporto è progettato in modo da impedire manomissioni o deviazioni di denaro da parte degli operatori che ne posseggono le chiavi.

Mario Rota

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SHOP

IL FUTURO NON-OIL PER IL GESTORE MODERNO Grazie a CO.RA. in tutti gli shop si possono avere “a portata di mano” i grandi marchi più richiesti dagli automobilisti.

Se ne sentiva veramente l’esigenza: già da molti anni girando per l’Europa si notavano nelle aree di servizio significative differenze fra l’Italia e gli altri Paesi dove, peraltro, spesso non c’è una rete di negozi specializzati nella vendita di accessori per auto come in Italia. Ma i tempi cambiano e anche nel nostro Paese le stazioni di servizio si orientano verso la vendita di prodotti non-oil per espandere i servizi offerti agli automobilisti. In questo contesto le compagnie petrolifere si stanno muovendo con iniziative più o meno organiche e articolate.

CO.RA. Spa, presente da oltre 40 anni nel settore dell’autoaccessorio e ricambio di consumo, è l’artefice di

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successi commerciali come Ambipur Car, Ring Automotive, Yara Adblue, Duracell Batterie per Auto, Thule e molti altri, per il mercato italiano. Una grande realtà aziendale con caratteristiche uniche per la proposta di prodotti, la rete di vendita, la capillarità logistica e distributiva, grazie a una stretta e sinergica collaborazione con i più importanti brand di prodotto che sono l’assortimento peculiare e “alto vendente” per lo shop delle aree di servizio.

Dopo alcuni mesi di verifica e adeguamento della propria proposta prodotti e con la definizione di una nuova struttura commerciale e di vendita sul territorio, CO.RA. ha ufficialmente

presentato la sua nuova divisione dedicata alle Stazioni di Servizio.

Non è una novità che i prodotti distribuiti da CO.RA. già fossero presenti in questo canale, le loro caratteristiche e l’importanza dei brand che li contraddistinguono hanno sempre fatto sì

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che fossero articoli indispensabili per il gestore. Però, CO.RA. Spa, impegnata da sempre nel canale tradizionale dell’autoaccessorista e ricambista, aveva fino a oggi delegato in gran parte a terzi la veicolazione dei suoi prodotti sulle aree di servizio. Gli scenari però cambiano e la scelta di alcune compagnie petrolifere di passare da una gestione diretta delle vendite ai loro gestori a partnership con aziende che si occupino dell’intera filiera cominciando dalla scelta dei prodotti per finire alla logistica, o cambiamenti di strategia commerciali per altri operatori già presenti sul canale, rischiavano di lasciare un “vuoto”. Il non-oil è ritenuto da tutte le compagnie come un complemento di servizio all’automobilista che non può mancare, pena

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il decadimento dell’immagine stessa del punto vendita e di conseguenza di chi gli affida la propria bandiera.

I risultati già si vedono: in solo un anno di presenza in questo canale CO.RA. è stata riconosciuta, e in alcuni casi specifici scelta, come “partner unico”, con caratteristiche altamente differenzianti nei confronti dei possibili concorrenti, da parte di compagnie petrolifere di primissimo piano.

“La nostra non è “presunzione” – afferma Luigi Pini, che sovraintende a un team creato ad hoc per questo nuovo progetto e coordinato per quanto concerne la rete vendita da Giuseppe Vanin –, è piuttosto la maturazione di una concreta consapevolezza che si basa su una capacità di saper valutare i momenti migliori in relazione alle

risorse e alle prospettive che l’azienda ha nel proprio patrimonio. Partner come Bosch, P&G, Ring, Arbre Magique, STP hanno seguito da sempre con entusiasmo questa nostra idea e ci hanno appoggiato nello sviluppare prodotti specifici e di esclusiva vendita di CO.RA. in questo canale. D’altra parte la nostra azienda si caratterizza per integrare e ottimizzare quelle che sono le diversità che le grandi aziende, e quindi i grandi marchi, trovano nel mercato tradizionale in Italia. Oggi, con oltre 20 mila stazioni di differenti compagnie e una segmentazione della tipologia di punti vendita, e quindi di esigenze, non poteva che essere l’ulteriore consapevole sfida da affrontare”.

Nicola Polidoro

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PROFUMATORI INNOVATIVI E SICURI REV Milano propone per lo shop una vasta gamma di profumatori di elevata qualità, sicuri per le persone e l’auto.

REV Milano con REV-ICF Invisible Car Fragrance ha lanciato sul mercato un originale profumatore invisibile.

REV-ICF è tutto in morbida plastica profumata, non graffia le bocchette e non rovina il cruscotto, non è liquido e non c’è gel. Tutte le fragranze sono certificate IFRA (International Fragrance Association), un ente che regolamenta le profumazioni; quindi il prodotto è totalmente sicuro. Progettato per essere discreto: Si nasconde totalmente nella bocchetta e quindi “invisibile”. Stampato con uno speciale materiale diffonde in modo graduale il profumo con elevate prestazioni di durata. Rev ICF viene venduto in Italia ma anche all’estero, grazie alle sue caratteristiche e le fragranze esclusive. Rev ICF non è l’unico prodotto di Rev Milano. REV-Ò, l’elegante profumatore per auto, è un ovetto trasparente con all’interno l’innovativa plastica profumata. Amo-Rev è un profumatore a forma di cuore. Può essere impiegato in l’auto e non solo, nella versione con laccetto può essere appeso ovunque.

Rev Milano ha anche creato un prodotto utile per le attività quotidiane.

REV-Sport oltre rendere lo sport ancora più piacevole minimizzando uno dei peggiori problemi: il cattivo odore.

Può essere usato in qualsiasi ambiente, dalla casa al lavoro. I dischetti REVSport sono fabbricati in una morbida plastica che contiene oli essenziali di menta. Anche in questo caso nessun liquido, nessun gel, nessun carbone o spray è semplice e sicuro.

Tutti i prodotti Rev Milano vengono fabbricati nei suoi stabilimenti di Aicurzio, vicino a Milano; questo con-

Amo-Rev

sente all’azienda di avere una grande flessibilità tanto da permettergli di personalizzare i suoi prodotti. Ad esempio Rev Icf, il profumatore invisibile, diventa visibile grazie al sistema “promo pin” che consente ai clienti di promuovere il proprio marchio o messaggio pubblicitario.

Elda Frigerio

Rev-Ò

Rev ICF

Rev Sport

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ECONOMIA & LAVORO

NUOVO REGOLAMENTO COMUNITARIO IN MATERIA DI PRIVACY Approvato il nuovo Regolamento Comunitario sulla Privacy.

In questo articolo, grazie alla consulenza di Ecoconsult, illustriamo le novità e gli obblighi per le aziende.

Il 24 maggio 2016, è entrato di in vigore il Regolamento Comunitario n.

679/2016 sulla protezione dei dati, che sostituirà gran parte dell’attuale normativa vigente (Codice Privacy - D.lgs 196/2003), con un percorso di transizione che durerà due anni, con sanzioni che potranno arrivare fino al 4% del fatturato annuo dell’azienda.

Insieme agli esperti della società Ecoconsult (società di consulenza specializzata nella gestione di queste e altre tematiche – www.ecoconsult.it) abbiamo analizzato i principali cambiamenti rispetto allo standard uscente, gli obblighi per le aziende e l’impatto sulla vita aziendale di una normativa, molto spesso trascurata, ma di significativo rilievo; considerato che, ormai, la mag-

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gior parte dei dati risiede o transita da sistemi elettronici. Basti pensare a quanto questi influiscono nel nostro quotidiano e quindi quanto sia importante la tutela delle informazioni per il successo di qualsiasi organizzazione.

Va detto, infatti, che il Regolamento sarà una vera rivoluzione non solo per la privacy in senso stretto, ma per il mondo digitale in genere.

Internet, social network, nuovi dispostivi mobili, sono fonti e raccoglitori inesauribili di dati personali di utenti in tutto il mondo e hanno quindi in modo imprevedibile accelerato le necessità di sicurezza. Per dare un’idea di come sia necessario tenere sotto controllo questa evoluzione, si stima che le informazioni che sono state prodotte dall’origine del

mondo al 2003, ora si producono in un periodo che va dalle 24 alle 48 ore.

Considerato che il conto alla rovescia per l’adeguamento delle aziende è iniziato, analizziamo i principali cambiamenti finalizzati a una maggiore tutela dell’interessato, cioè il soggetto cui si riferiscono i dati trattati, introdotti anche per rafforzare la protezione dei soggetti dalle insidie della nuova era tecnologica, social network ed economia digitale.

Innanzitutto il Regolamento promuove la cosiddetta accountability, ovvero la responsabilizzazione dei titolari del trattamento mediante comportamenti e procedure di valutazione e controllo dei rischi che un determinato trattamento di dati personali può comportare per i diritti e le libertà degli interes-

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sati. In altre parole, sarà responsabilità di ogni impresa valutare e attuare le azioni che dovranno tutelare la sicurezza dei dati da loro trattati.

Per determinati ambiti e tipologie di trattamento e aziende, è prevista l’introduzione e quindi la nomina all’interno dell’organigramma aziendale, di una nuova figura organizzativa, il Data Protection Officer (DPO) “responsabile per la protezione dei dati”, incaricato di assicurare una gestione corretta dei dati personali e l’applicazione del Regolamento.

Verranno richiamate regole più chiare in materia di informativa e consenso, anche per il trattamento automatizzato dei dati personali, divenuto sempre più comune.

La responsabilizzazione di ogni azienda, in funzione delle proprie attività, è ripresa dal principio-chiave del Regolamento “privacy by design”, ossia l’insieme dei comportamenti finalizzati alla prevenzione di possibili problematiche, così da garantire la protezione dei dati fin dalla fase di ideazione e progettazione di un trattamento o di un sistema.

Ogni azienda, nell’impostare campagne di marketing, azioni commerciali o altre procedure che prevedano l’utilizzo di dati personali, dovrà già progettarle in funzione della tutela di questi ultimi.

Sono previste però anche diverse e notevoli semplificazioni, come l’abolizione di oneri amministrativi, l’obbligo di no-

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tificare particolari trattamenti, oppure di sottoporre a verifica preliminare dell’Autorità trattamenti considerati a rischio.

Gli esperti Ecoconsult sottolineano come alcune disposizioni rimarranno in vigore, mentre molti Provvedimenti generali adottati dal Garante in questi anni dovranno essere integrati, nella loro applicazione, con le prescrizioni aggiuntive previste dal Regolamento (si veda, per esempio, quanto scritto in un precedente articolo in materia di videosorveglianza).

Possiamo quindi affermare che gran parte delle nuove norme è già definita con un buon dettaglio e ogni azienda dovrebbe, a nostro avviso, verificare quanto sin qui prodotto per l’adeguamento alla normativa attualmente in vigore e iniziare a pensare al cambiamento concettuale (e quindi anche

operativo) con l’introduzione della nuova dottrina comunitaria. Quindi, vista la specificità degli argomenti, ogni azienda dovrà valutare se attivarsi con il supporto di consulenti preparati, credibili e professionali, specializzati sia sugli aspetti tecnici che su quelli normativi, così da non correre il rischio di incorrere in inopportune sanzioni.

Ecoconsult, società di consulenza che affianca le aziende nelle attività del rispetto della normativa in materia di privacy, è molto attenta a questi aspetti e, mediante tecnici qualificati, offre il supporto per garantire ad aziende, progettisti e installatori il rispetto di quanto previsto dal nuovo Regolamento Privacy e ai requisiti che l’attuale normativa prevede.

Elda Frigerio

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news novità news novità LA GAMMA PRO DI COMESTERO AD AUTOMECHANIKA Comestero e SuzoHapp saranno presenti dal 13 al 17 settembre ad Automechanika presso lo stand E01, Padiglione F10. L’azienda italiana, entrata nel gruppo Suzohapp nel 2014, presenterà in fiera la sua gamma PRO, l’innovazione più avanzata degli starter lavaggi e dei cambiamonete per esterni, a marchio Comestero. I dispositivi della gamma si basano su un’evoluta architettura PC-based che assicura massima sicurezza e integrano uno schermo touchscreen con guida vocale per rendere il loro utilizzo più semplice e immediato. Possono essere connessi in rete per la gestione da remoto della programmazione e degli aggiornamenti, consentendo il controllo dello stato e degli eventi a bordo macchina, inclusa la contabilità. Inoltre possono essere equipaggiati con il sistema cashless WorldKey che permette di gestire transazioni tramite card, chiavi, tag o tramite QR-code e codici a barre per fidelizzare l’utente.

Si parte con Multi PRO, il rivoluzionario dispositivo multifunzione in grado di gestire in modo integrato l’intero portale di autolavaggio. Un unico punto di riferimento per effettuare molteplici operazioni quali attivare i programmi di lavaggio, cambiare il denaro, acquistare gettoni, distribuire e ricaricare card e chiavi.

Riflettori puntati anche su Touch PRO, un vero e proprio supporto automatizzato alla vendita di servizi, oltre che un potente strumento di marketing che permette di incrementare le vendite del piazzale. Protagonisti sullo stand saranno anche Pit PRO, entry level di fascia alta,

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e Pit Start Plus, specifico per attivare piste ad alta pressione.

A completamento della gamma, in fiera saranno esposti anche i sistemi di attivazione MyNayax e MyScan, rispettivamente per pagamenti con carta di credito e con QR-code. Infine non mancherà una selezione dei migliori componenti, quali gettoniere elettroniche, sistemi cashless e accessori.

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news novità news novità MA-FRA DICHIARA GUERRA A CATTIVI ODORI E MOSCERINI Odorbact Out è stato pensato da Ma-Fra per la pulizia ordinaria del condizionatore auto. Utilizzandolo regolarmente non ci sarà più quella fastidiosa puzza dovuta alle impurità e alle muffe che si formano nel condotto di aerazione dell’abitacolo auto: aria più sana per difendere la propria salute. L’operazione inizia con la messa in moto dell’auto e la contemporanea accensione del condizionatore nel quale deve essere inserita la funzione di ricircolo dell’aria. La ventilazione deve essere regolata al massimo, con tutte le bocchette aperte. La bomboletta deve esser posata sul pavimento lato passeggero avendo cura di non dirigere il getto verso il cruscotto. Successivamente bisogna premere il tasto di erogazione fino al blocco della valvola. Poi, si esce dall’abitacolo e si richiude lo sportello controllando che anche i finestrini siano perfettamente chiusi. Una volta svuotata la bomboletta, bisogna lasciare il motore acceso per altri dieci minuti circa, poi si apre e si area l’interno dell’auto prima di riprendere la marcia. Per avere un condizionatore sempre in perfetta salute è necessario, nei periodi caldi, ripetere il trattamento ogni due mesi mentre nei periodi freddi è sufficiente farlo ogni quattro mesi. Odorbact Out è quindi un ottimo prodotto da proporre ai vostri clienti sia come acquisto o sia da utilizzare per dar loro il servizio di sanificazione dell’impianto.

Killer è invece il nuovo prodotto pensato da Ma-Fra per rimuovere dai cristalli delle vetture, dai paraurti o dai vetri della fanaleria ogni traccia lasciata dai moscerini. Killer è realizzato con nuove generazioni di tensioattivi e scioglie con estrema rapidità e senza bisogno di strofinare anche gli insetti ormai secchi, da tutte le parti di qualunque materiale dell’auto, donando in brevissimo tempo la trasparenza e la brillantezza originaria a tutte le superfici. Il prodotto, privo di ammoniaca o altri solventi, non danneggia le parti trattate ed è in vendita pronto all’uso in un pratico formato da 500 ml con nebulizzatore.

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news novità news novità SYRMA PER ILLUMINARE CON I LED IL PIAZZALE Un sistema di illuminazione che sappia rispondere alle esigenze di tutti, dal progettista all’utente, senza dimenticare il gestore, della stazione di servizio, è un obiettivo condiviso da tutti. Agla con le lampade a led Syrma (da settembre con la nuova versione a 30 led, ad alta luminosità) propone una soluzione che risponde con efficienza e risparmio alle diverse domande. Per il progettista, le plafoniere Syrma sono sottili, leggere, versatili, efficienti e belle; pensate per le nuove installazioni come per i retrofit delle pensiline classiche, ma anche per quelle “single skin” con il modello Myra. L’area di servizio che le adotta sa di acquistare un prodotto interamente realizzato in Italia, con qualità e garanzie proposte a un prezzo concorrenziale; inoltre, sono facili e rapide da installare e non richiedono cor-

nici. E poi sono efficienti, con un basso consumo, e semplici da usare perché autoregolano la propria intensità di luce in funzione di quella dell’ambiente e soprattutto, attraverso un processore elettronico a bordo, mantengono il flusso luminoso costante per l’intera durata della vita dei led. Infine, l’automobilista le apprezza perché illuminano perfettamente in ogni condizione e rendono più accogliente e sicura l’area di servizio. Tutto questo perché sia Syrma sia Myra, dietro alla semplicità delle loro linee, nascondono un progetto ottico, elettronico e meccanico sofisticato ed efficiente, frutto della ventennale esperienza di Agla nelle applicazioni del led.

“SCEGLIERE FAVAGROSSA È SCEGLIERE L’ESPERIENZA” Favagrossa, azienda leader nel settore delle spazzole per autolavaggio, scommette sul futuro del carwash, dopo Uniti Expo punta su Automechanika. Come risaputo, la fiera di Francoforte è da sempre punto di riferimento per il mercato internazionale dell’autolavaggio, per tale motivo l’azienda ha scelto questo prestigioso palcoscenico per presentare tutte le sue ultime novità.

Favagrossa sarà presente con un ampio stand dove esibirà tutte le ultime novità nel campo delle spazzole, sia per quanto riguarda il lavaggio auto che quello industriale e speciale. Suo punto di forza è da sempre l’ostinata ricerca di soluzioni e prodotti alternativi, come F-ACE, l’ultima innovativa invenzione dell’azienda: elevato potere lavante, delicatezza senza eguali ed effetto lucidante fanno di F-ACE la spazzola ideale per chi vuole fornire ai propri clienti un servizio di alto livello

che garantisca la massima cura per le vetture. Sullo stand non mancheranno inoltre le inimitabili spazzole Carlite, con le loro nuove varianti (Evolution, Pierced e Seastar), da anni punto di riferimento nel settore grazie a caratteristiche tecniche brevettate, uniche ed ineguagliabili. Infine, spazzole in Feltro sintetico per lavare e asciugare (Drytex), spazzole in Filo Tradizionale e Filok, dischi lavaruote e lavafiancate andranno a completare una gamma concepita per esaudire ogni desiderio di una clientela sempre più esigente e professionale.

Carlite e Drytex sono marchi registrati

ASPRO PENSA ANCHE ALLA FORMAZIONE Aspro non è solo uno dei leader nel settore della produzione di compressori e sistemi di rifornimenti CNG ma è anche attento alla preparazione e competenza tecnica dei suoi tecnici e installatori. Quindi, non solo vendita, ma anche formazione della rete di assistenza e installazione, solo così si è certi di garantire un servizio completo e di qualità alla clientela. Anche quest’anno, Aspro Italy Srl ha organizzato un nuovo corso per i centri di assistenza tecnica autorizzati (CAT) con la partecipazione dei tecnici delle aziende: Corima Impianti, Sami, Carignani, Metano Senigallia, Metano Toscana e tecnici di retisti clienti. Gli ar-

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gomenti trattati hanno riguardato l’intero impianto a metano, dal compressore al sistema di erogazione.

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news novità news novità HIKVISION PER LA SICUREZZA SUL PIAZZALE

Hikvision progetta e realizza soluzioni complete per la videosorveglianza: dagli apparati di ripresa a quelli di registrazione, passando per i software di gestione video. Particolarmente prolifica la sua produzione per rispondere a ogni esigenza di controllo sul piazzale. È disponibile infatti la prima dome panoramica 180° della linea PanoVu: si chiama DS-2CD6986F-(H) e offre una qualità dell’immagine senza compromessi, con risoluzione fino a 7.3 megapixel (4096×1800) e un sensore CMOS a scan progressivo 1/1.82” eccellente anche per la sua sensibilità Ultra-low light e il Wide Dynamic Range digitale. Ottima per riprese in condizioni di illuminazione ridotta ai minimi (0.002 Lux) e notturne grazie al filtro IR con auto switch supporta anche uno storage di 128G Anz.Italia_PWA_210_141mm.qxp_Layout 1 22.07.16 10:34 incorporato.

Seite 1 Il Turbo HD diventa 3.0: un quadribrido fino a 5MPX che inten-

de conquistare tutto il mondo coassiale, per poi aprire le porte all’affermazione definitiva dell’IP. La nuova gamma comprende infatti telecamere Full HD in grado di sfruttare l’infrastruttura coassiale esistente e DVR che registrano tutti i formati video: analogico, HD-TVI, AHD e IP Megapixel. Integrabili con estrema facilità in impianti basati sulle più varie tecnologie, i DVR Turbo HD 3.0 consentono di portare i sistemi all’HD 1080p senza sostituire l’infrastruttura esistente, con grandi risparmi di tempo e costi e con installazione immediata e plug&play.

Infine, la Darkfighter PTZ di Hikvision è il “prodotto CCTV dell’anno” ai PSI Premier Awards 2016 per la categoria “CCTV Product of the Year 2016”. Queste telecamere ultra-low-light garantiscono la ripresa di immagini a colori molto nitide anche con meno di 0.002 lux e di immagini in bianco e nero a 0.0002 lux (oppure a 0 lux con l’aggiunta di infrarosso).

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news novità news novità CONCORSO ARBRE MAGIQUE FREESTYLE PUZZLE “COLLEZIONA E VINCI” Arbre Magique lancia due inedite fragranze, ciascuna delle quali proposta in 15 differenti varianti grafiche da collezione, che vanno a formare un puzzle. Bubble Gum è l’innovativo cocktail, dolce e divertente, composto da un bouquet di vaniglia, frutti rossi e talco. Tropical Bay è la fragranza marina dal carattere suggestivo e fresco, composta da un mix di frutti esotici, legni morbidi e lavanda. Le due essenze sono protagoniste del nuovo concorso Arbre Magique freestyle puzzle “colleziona e vinci”, che vedrà i fan impegnati in una

vera e propria caccia al tesoro, per trovare il tassello mancante del puzzle, composto dai 15 alberelli complementari. Le modalità di partecipazione sono due. Colleziona e Vinci presentando le prove di acquisto di almeno tre varianti delle nuove profumazioni entro il 20 novembre 2016, in premio sei Iphone 6S da 64 GB. Collezionali tutti raccogliendo tutte le 15 le varianti grafiche di una delle due nuove profumazioni, Tropical Bay o Bubble Gum, entro il 20 settembre 2016, in premio dieci Ipod Nano 16GB; per chi completerà per primo il puzzle, come premio una Smart TV Led Sony da 55’’. Il prezzo delle due fragranze è di euro 1,75.

BIOMETANO ANCHE DALLE ALGHE Oggi il biometano può essere ottenuto anche dalle alghe, questo l’importante risultato ottenuto nell’ambito di un progetto di ricerca spagnolo denominato “All-gas biogas project” realizzato dalla società Aqualia nei suoi stabilimenti situati nel Sud della Spagna. Grazie a un innovativo procedimento, il biometano è ottenuto dalla lavorazione delle alghe coltivate in stabilimenti che trattano le acque reflue. Il progetto di ricerca spagnolo non si è fermato alla produzione di biometano, ma lo ha anche già utilizzato per alimentare una Volkswagen Up! Ecofuel. L’intero progetto di ricerca è stato presentato in occasione di una visita allo stabilimento di produzione da parte dei delegati del World Water Congress.

NUOS DI ARISTON: GLI SCALDACQUA A POMPA DI CALORE La gamma Nuos di Ariston può soddisfare tutte le esigenze di installazione proponendosi come la risposta ideale per chi cerca la massima efficienza, adottando le più avanzate tecnologie oggi disponibili. È infatti la gamma di scaldacqua a pompa di calore ecologica più ampia e completa del mercato, ad alto rendimento e risparmio energetico. Efficienti e capaci di scaldare una grande quantità di acqua utilizzando pochissima energia elettrica, gli scaldacqua Nuos assorbono il calore direttamente dall’aria esterna. Inoltre, la rumorosità è ridotta al minimo attraverso la Funzione Silence (Nuos Evo e Nuos Plus) o grazie all’ubicazione esterna del ventilatore (Nuos Split). La gamma è disponibile sia in versione monoblocco che split (ovvero con unità esterna), installabile sia a parete sia a pavimento e con capacità che va dagli 80 fino ai 300 litri. Nei nuovi edifici la gamma Nuos può anche essere utilizzata in alternativa al solare termico come fonte di energia rinnovabile per ottemperare alle normative legislative.

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news novità news novità LICIA BALBONI NUOVO PRESIDENTE FEDERMETANO Licia Balboni è il nuovo presidente di Federmetano, la federazione nazionale dei distributori e dei trasportatori di metano, con un mandato di quattro anni. Ad affiancare il neo presidente nelle sue attività ci sono tre vice presidenti: Stefano Franciosi, Responsabile Comparto Trasportatori, Giuseppe Fedele, Responsabile Normative Tecniche, e Angelo Bonaccorso.

Completano lo staff dirigenziale dell’associazione, Enrico Franciosi, Responsabile Comparto Officine e Andrea Serena, Responsabile Tariffe e Contrattualistica. “Gli ambiti di attività in cui oggi opera Federmetano – ha

Licia Balboni

dichiarato Licia Balboni – sono molteplici, variegati e complessi. La filiera del metano non riguarda più solo il CNG (Compressed Natural Gas, metano allo stato gassoso), ma anche LNG (Liquified Natural Gas, metano liquido) e biometano. Si tratta di nuove declinazioni del settore rispetto alle quali non possiamo essere assenti. È quindi necessaria un’attenta e costante azione di studio e la partecipazione ai tavoli tecnico-politici, che richiede lo sforzo non solo dello staff dirigenziale, ma anche di tutti gli associati, storici e nuovi, che ritengono di poter dare un contributo personale”.

CON ECOMOTIVE SOLUTIONS TUTTI EURO 6 Ecomotive Solutions è la prima azienda in Italia ad aver ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’omologazione per la trasformazione di auto e veicoli commerciali leggeri diesel (da 1496 cc fino a 3741 cc, di peso inferiore alle 3,5 tonnellate), fino alla categoria Euro 6, in mezzi dual fuel. La soluzione di Ecomotive Solutions per la conversione diesel/dual fuel è la piattaforma elettronica d-gid, in grado di alimentare un motore diesel simultaneamente con una miscela di gasolio e gas (metano/biometano, stoccato sia in forma compressa CNG sia liquida GNL/LNG, oltre che GPL, syngas, idrometano ecc.). L’applicazione del sistema d-gid non modifica in alcun modo la natura del motore Diesel mantenendone inalterate prestazioni ed efficienza iniziali. Inoltre, in mancanza di gas, il sistema torna a lavorare automaticamente al 100% con gasolio.

MOTOPARKING ANCHE A SCALO MILANO/CITY STYLE Il nuovo retail park alle porte di Milano, dedicato al design e al fashion, sarà uno spazio di oltre 60mila mq dove verranno installati i MotoParking per offrire un servizio innovativo e utile a chi si muove su due ruote a motore e non. Così MotoParking si inserisce all’interno di Scalo Milano/City Style, un format totalmente nuovo che aprirà in autunno vicino a Milano, a Locate Triulzi. Un’innovazione nel panorama distributivo italiano: il meglio di moda, design ed enogastronomia in uno spazio commerciale fortemente integrato con il tessuto urbano della capitale del fashion. In quest’area, futuro centro nevralgico per turismo, moda, acquisti, shopping e design, avranno grande risalto anche i MotoParking, che verranno installati sia per chi usa le biciclette sia per chi usa le moto, un modo innovativo per dare un ulteriore servizio al cliente finale. I MotoParking, già presenti in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Francia e

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Polonia, sono una realtà consolidata all’estero e ora si stanno affermando anche in Italia con tante soluzioni innovative che coinvolgono smart city e smart mobility.

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figisc anisa confcomMercio Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio.

Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti.

Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.

Per iscrizioni e informazioni: Figisc - Anisa - Confcommercio P.zza G.G. Belli 2, 00153 Roma - tel. 06-58.66.351-417, fax 06-58.33.1724

e-mail: figisc@confcommercio.it - visitate il sito: www.figisc.it

MERCATO, RETE, CONTRATTI, SINDACATO E VIA DICENDO...

L’articolo di Ulisse-Riccardo Piunti sul “pensionamento” del comodato (pubblicato in questa rubrica, ndr) offre lo spunto per una riflessione a tutto campo – riflessione non richiesta, e quindi discutibile, azzardata ecc. – sul mercato, la rete, i contratti, il ruolo del sindacato ecc.

Intanto – non a caso, forse –, l’uscita sul pensionamento del comodato esce nel momento in cui si avvia un confronto, ancora alle prime battute, tra Unione Petrolifera e le Organizzazioni dei gestori sul contratto di commissione. Poi, per capire il senso delle aspettative da quella parte del tavolo, sembra sufficiente scorrere la parte dell’articolo in cui si parla di tutte le cose che “la Oil Company potrebbe... ma non può” proprio a causa della permanenza del comodato. Aggiungiamo anche le notizie sulla “disponibilità di prodotti petroliferi in area Adriatico a prezzi di meno 15”, a chiosa delle quali si rilevava che “i gestori delle major devono normalmente acquistare in regime di esclusiva prodotto a Platt’s da +9,8 a +11,4 cent/litro in modalità self e da +17,2 a +18,5 in modalità servito (valori medi del 2016): Platt’s meno 15 significa un delta di +25/26 cent/litro per il self e di +32/33 per il servito, e prima ancora di marginare da parte del gestore un solo millesimo!”, e c’è sufficiente carne al fuoco.

Mercato Certo esiste l’illegalità diffusa e rilevante che intossica il mercato, creando un “effetto domino” che si esprime essenzialmente nella devastazione della credibilità dei rapporti e del prezzo, in cui “...rapporti di fornitura decennali (sono) interrotti improvvisamente, spesso per inseguire il millesimo di differenza, al costo di compromettersi con operatori non qualificati, nel migliore dei casi. Tanto che, a parte la distruzione di valore, quello che sembra più pesare sul settore è lo sfilacciarsi della fiducia reciproca (citazione da Staffetta Petrolifera)”. Ma illegalità a parte il mercato “legale” sarebbe forse “lineare”?

La risposta è no, non è affatto “lineare”.

Processi connessi a una imperfetta integrazione e, all’opposto, a

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una micidiale disgregazione geopolitica, oversupply dei prodotti, fino ai traffici di entità criminali (ISIS), assenza di politiche protezionistiche hanno “bucato” i mercati regionali del mondo, né ad un tanto si può facilmente porre rimedio con la reintroduzione di barriere che, se possono avere ancora un senso di fronte all’invasione del mercato da parte di produttori o che hanno vantaggi competitivi sul piano dei fattori di produzione e/o dei vincoli ambientali, sono semplicemente improponibili, ad esempio, per quel che si movimenta dentro i confini fisici dell’Unione Europea (e, per inciso, la medesima dovrebbe decidere all’unanimità qualunque di queste misure esterne od interne che siano). Per non parlare poi, calandosi sul piano strettamente locale ed alla fine del circuito distributivo, di misure di sorveglianza del prezzo finale (chi mai scriverà in una norma, ad esempio, che “il prezzo non può essere più basso di...”, specie laddove il politically correct è fortemente antagonista dei combustibili fossili e laddove si tende ad abusare del prelievo fiscale sui carburanti?).

Né questa “non linearità” del mercato è qualcosa di congiunturale e reversibile.

Scendendo al mercato locale, anche nel nostro paese le Oil Company non sono più le monopoliste uniche del mercato. In un contesto cambiato, esse sono impegnate in un gioco sempre più complesso in tutte le direzioni, anche apparentemente contradditorie, praticabili, ossia si riservano tutte le flessibilità del momento: a) controllare fin dove possibile le pressioni competitive nel canale extrarete dove esiste il più alto grado di concorrenza; b) gestire, con un compulsivo controllo del prezzo, una problematica concorrenza interdipendente tra rete ed extrarete; c) terziarizzare, se possibile con il massimo profitto, in parte o in tutto gli asset di rete – peraltro interamente ammortizzati per le componenti materiali e fortemente svalutati in termini di avviamento a causa della perdita di ingenti quote di mercato –, con tecniche o di collocazione in blocco o di “spacchettamento”; 5/2016

figisc anisa confcomMercio d) giocare la carta della progressiva automazione della rete quale mezzo di controllo esclusivo, o comunque succedaneo, della competizione dei prezzi per il mantenimento delle quote di mercato in rete, e via discorrendo... Tranne qualche eccezione (ad esempio, l’ancor parziale, ma significativo, modello “grossista”), tutto lo spettacolo del giocoliere rimane in moto sebbene il moto delle palle da far ruotare diventi sempre maggiormente instabile. Gli esiti della vicenda sono decisamente incerti, ma è plausibile che, fra i possibili, il modello di terziarizzazione progressiva finisca nel tempo per affermarsi come prevalente, ancorché non esclusivo. Non sarà facile perseverare all’infinito, senza gravi errori, nel controllo compulsivo del prezzo finale e/o del mantenimento a tutti i costi della rete fisica in una ormai strutturale e prolungata fase di marginalità declinanti.

Un’evoluzione auspicabile – ma solo una, fra le tante possibili, per quanto discutibile ed azzardata e non certo solo univoca (non esiste un modello unico) –, potrebbe essere rappresentata da un progressivo riassestamento verso un modello misto rivenditori/ immobiliaristi: locazione d’azienda dei punti vendita, conversione diffusa dei gestori (nel termine più ampio di tale definizione e non in quello restrittivo in cui essa è codificata oggi) in tenants, fornitura in esclusiva del prodotto a prezzo di extrarete.

Maggiormente funzionale a un mercato in progressiva evoluzione post monopolista, nonché a un marcato contenimento dei costi di sistema e ad un parziale allentamento delle loro influenza sul prezzo finale alla rete, senza il difetto di dover riprodurre in scala minore (lo “spacchettamento”) il vecchio modello, comporta tuttavia il limite, rispetto alla vocazione “totalitarista” di una Oil Company, che la perdita del controllo del prezzo in rete aumenti la dipendenza dal prezzo in extrarete, in cui sono più forti le pressioni competitive, e che, alla lunga, i prodotti e la rete diventino “generalisti”, anonimi, ed i brand petroliferi un logo sulla fattura di un fornitore e basta, insomma, una versione ridimensionata del ruolo avuto finora specie in Italia, ma per nulla incompatibile con il ruolo strategico (che non è solo “totalitarista”) di una Oil Company. Ma è solo una ipotesi.

Non è semplice capire come andrà: la complessità della situazione è tale che tutto è in movimento e nel massimo della “confusione flessibile”, il che suggerisce – soprattutto alla parte della filiera che rappresenta i gestori – come sia poco saggio pensare a soluzioni uniche che possano, ancora una volta, sembrare semplici e soprattutto durevoli nel tempo, solo perché qualche segnale sembra suggerire la speranza che le Oil Company, o alcune di esse, stiano scegliendo una strada precisa.

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Rete Così come non è semplice ragionare su un sistema di rete – che, sia chiaro, non è questione distinta dal mercato –, magari non solo limitandosi a riproporre l’abusata questione della “quantità” di impianti. Di fatto, su tale argomento – ristrutturazione numerica incompiuta che si trascina sin dal 1978 (più di una generazione) a parte – anche i modelli che si sono inseguiti finora sono stati modelli più “ideologici” che di “flexability”.

Il presupposto, rivelatosi a data di scadenza, della predeterminazione di un mercato “perfetto” e non suscettibile di grandi cambiamenti (tranne forse una partita a due, tra compagnie e grande distribuzione, rivelatasi tutto sommato limitata sul piano dei numeri e risolta con un appeasement pari e patta più sul piano di accordi sul prezzo di fornitura del prodotto che altro) ha semmai accentuato il modello di rete “oilcentrico” di cui ci parla Ulisse-Riccardo Piunti, che poggia sul concetto del controllo del mercato e del prezzo e di tutte le articolazioni della marginalità lungo la filiera distributiva, gestori – nel termine più stretto della definizione – compresi... In questo modo si è sradicata parte della rete, ritenuta marginale e antimoderna, collegata ad attività di servizi “native” (cioè autonome dal rapporto con il fornitore oil) che costituivano profittabilità non oil prevalenti agli operatori finali (si chiamino come si vuole...), non si è implementato un non-oil significativo nella rete portante, che non fosse basato su almeno due fraintendimenti: a) da una parte che bastasse sovrapporre al punto vendita, a canoni speculativi, non già un know-how (e non solo un format) del non-oil, quanto una serie di contratti con fornitori imposti, dimostrando, da un lato, che essere Oil Company non significa affatto essere, ad esempio, automaticamente esperti nel food and beverage o altro; b) dall’altro lato, che si possa automaticamente diventare, per diritto, da benzinai anche baristi esperti, sempre per fare un esempio.

A queste cose, la “rete perfetta nel mercato perfetto”, hanno creduto tutti, ivi comprese le Organizzazioni di categoria che hanno inteso tale modello di rete (ancorché ristrutturata sul piano dei numeri per riversare erogati marginali a rimpolpare quelli della rete “portante”) come funzionale al complesso di fattori “attribuzione del prezzo finale al gestore”, più “margine pro-litro erogato” più “contratto di comodato e fornitura”, in una “oilcentricità” tanto intrinseca quanto inflessibile (= non flessibile). E la dipendenza esclusiva dall’oil, per inciso, non sembra essere stata assolutamente scalfita dall’irrompere sulla scena delle “pompe bianche”, anch’esse ed ancor più, “benzi-

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figisc anisa confcomMercio nocentriche”, con il vantaggio di avere accesso ad un mercato aperto e di avere flessibilità sui costi di scala. Per non parlare della notevole capriola concettuale delle compagnie petrolifere che, dopo la stagione della “rete portante”, sono passate alla santificazione del ghost... che più “oilcentrico” di così non si può. E comunque, tutto ciò ha solo accentuato la dipendenza di tutti – compagnie e gestori – dalla sola marginalità derivante dall’oil, proprio in una fase in cui questa cominciava a declinare ed infine è definitivamente declinata.

Per cui, tutto sommato e per dirla tutta, diventa accessorio che il decreto concorrenza (che contiene la razionalizzazione della rete, già da tempo faticosamente concertata dal settore) sia approvato “entro l’estate” o, come infine è appurato, “dopo le ferie”. Forse tutta la cosa è non solo certamente vecchia temporalmente, ma perfino scarsamente attuale da un punto di vista concettuale ed in prospettiva futura. Ed infine, ci si passi una boutade paradossale: più che di “meno impianti”, forse si tratta anche di “meno gestori”, con ciò intendendo esattamente meno imprese che debbano far dipendere la propria sostenibilità economica da un solo impianto.

Sindacato Riallacciandoci con il passaggio sopra riportato parlando del nesso rete-prezzo al gestore-margine pro-litro erogatocomodato, qualcosa – sempre non richiesta, s’intende! – bisognerà pur dire anche sul ruolo, certo difficile, delle rappresentanze di categoria.

La speranza di avere raggiunto, con grandissima fatica, alcune “certezze sindacali” ha per molti anni confuso l’esatta percezione dell’importanza del mercato, della sua influenza sul prezzo in generale e delle relazioni all’interno della filiera in particolare.

Per molto tempo, infatti, si è coltivata e diffusa la convinzione che si potesse contrattare, di tempo in tempo, un margine tutto sommato accettabile e che la ristrutturazione della rete avrebbe consentito di mantenere gli erogati redistribuendo più razionalmente il mercato: in sintesi, si è così congelato, anche mentalmente, il problema della competitività naturale nel mercato (come in qualunque attività commerciale), in un sistema quasi “garantito” dal tessuto della tutela sindacale che prevedeva un trattamento eguale per tutti, un margine identico, un contratto identico, ecc... (come la divisa unica dei cinesi ai tempi del Grande Timoniere). Ciò avrebbe mantenuto la solidarietà, creato lo “spirito di corpo”, rafforzato la necessità stessa e l’autorevolezza del sindacato.

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È bastato che il “mercato” virasse: a) prima verso una maggiore concorrenza al ribasso, e non al rialzo, dei prezzi, b) anche attraverso la differenziazione delle modalità di servizio e, c) poi, che si affacciassero gradatamente sulla rete soggetti nuovi con flessibilità competitiva nelle condizioni di fornitura, per far cedere le fondamenta, i muri e la copertura e sbriciolare la malta di quell’edificio, tanto “perfetto” quanto fragile nei suoi basilari presupposti: l’idea di un mercato immutabile e perfettamente “spartito” tra i suoi attori.

Con una serie di ricadute pesantissime: a) aprendo ampi varchi alla contrattualistica diversa da quella “codificata”, creando un puzzle di figure non tutelate, perché fuori dal quadro del sistema ufficiale e quindi, sottraendo parte della base rappresentabile (chi ha la sfortuna di vedersi imporre contratti “diversi” è anche fuori dalla tutela sindacale che si esercita solo su un modello standard, con una negazione “ideologica”, contro ogni evidenza, di ogni altra variabile; b) creando un divario insostenibile tra il durissimo “mercato reale” dei risultati economici materiali e il “mercato virtuale” dei diritti e delle certezze immateriali cui ai gestori era stato detto di credere e confidare, togliendo ovviamente gran parte di credibilità a chi non è in grado di modificare un mondo così diverso da quello a lungo propagandato, ed allargando il solco tra ciò che si crede /pretende di rappresentare e ciò che si riesce a tutelare.

Nello stesso tempo, anche il rapporto con il sistema, settore, aziende, è virato per forza verso una specie di schizofrenia, alternando periodici richiami al “ricompattamento del settore” a, nel recente passato, forti atteggiamenti di rottura (le “liberazioni”, le “rotture della filiera”) che esprimevano, come le minacce di divorzio al coniuge infedele, il rimpianto per quel mercato perfetto (rigorosamente monopolistico dei petrolieri) che non c’è più.

Così il gestore, “titolare del prezzo” e “garantito dal margine pro-litro” – lungi dal poter disporre di risorse per poter svolgere un ruolo parzialmente autonomo nella rete –, è stato introdotto a forza nel mercato, i cui fondamentali sono comunque indipendenti da esso (doppio canale rete – extrarete che alimenta la concorrenza in rete, prezzo di cessione del prodotto e prezzo massimo, con solo la risibile autonomia teorica di un infinitesimale overpricing impraticabile), sempre con quegli strumenti contrattuali, prima per tentare la difesa degli erogati con parte del suo margine nella lunga stagione dell’iperself (tanto per collegarci ad un concetto ampiamente inteso), e/o, comunque

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figisc anisa confcomMercio sotto il timore della propria espulsione dal sistema in caso di automazione totale (la “macchinetta” del ghost) e, più recentemente, ad ingaggiare la difficile missione di realizzare – a suo rischio e con propri fattori di impresa – col prezzo del servito quella marginalità che serve alle Oil Company per rendere competitivo il prezzo del self nei confronti di quella stessa rete indipendente che esse medesime riforniscono.

E da un po’ di tempo, dopo che il gestore è stato integralmente “spolpato”, e il rischio è anche quello della solvibilità, si apre la disponibilità delle compagnie a concludere accordi con il vecchio contratto, e perfino a discutere di nuovi strumenti contrattuali, ma permanendo sempre intatta l’ossessione del controllo del prezzo in tutte le sue fasi, permanendo sempre sospesa ed in bella vista la spada di Damocle dell’espulsione dalla rete (chi vincerà in questo o quel marchio tra i “falchi” del ghost e le “colombe” degli accordi con i gestori? è di questo che si ragiona per fare gli accordi...).

Non interessa a chi scrive questo articolo sottolineare come l’appena avviato confronto sul contratto di commissione rischia di essere letto con significati molto diversi tra le parti: un modo per sgravare il gestore sul versante sindacale, una vittoria del controllo sul versante aziendale. Ma invece interessa – ed è solo un’opinione discutibile o persino errata, come tutte le altre qui esposte – sottolineare l’assoluta necessità di non considerare affatto questa come la seconda (dopo il comodato storico) soluzione durevole, né soprattutto l’unica percorribile, pena l’incartarsi in situazioni già viste e sopra abbondantemente descritte.

Le questioni sembrano altre.

Se le Oil Company hanno per scopo quello di continuare a garantirsi tutte le libertà che sono loro suggerite dalla difficoltà di un mercato del tutto mutato – ivi comprese le contraddizioni ed i giochi sempre più difficili sopra ricordati –, anche il sindacato non può prescindere dal ragionare con la flessibilità che serve alla categoria per continuare a stare nel settore in un mercato del tutto mutato (ed in questo senso, un gestore, nel senso “largo” del termine, nel senso di un’impresa che svolge servizi di filiera o che fa vera e propria distribuzione, sarà sempre necessario anche nelle ipotesi più spinte di automazione della rete).

Il suo scopo non può più essere quello di restringere le figure da rappresentare semplificando ancora le ipotesi contrattuali cui cercare di dare tutela, ma semmai ampliare lo spettro delle possibilità di fare impresa, allargando nel contempo la sua rappresentanza: mestiere certo difficile e molto meno semplice che tutelare una sola variabile standardizzata, ma con una sola carta non si è più nelle condizioni di “vincere facile”, anzi, sicuramente di “perdere facile”, e ciò anche indipendentemente dal gioco delle controparti.

Esistono le leggi sulle tipologie contrattuali diverse, magari generiche – ma sono state lasciate al palo! –, e non sono brutte leggi perché indicano alcuni percorsi possibili.

Paradossalmente, invece di lavorare in quella direzione, si è più confidato in quella parte delle leggi che sono, invece, semplici petizioni astratte di “buonismo” (le “eque condizioni”, ad esempio). Per dirla tutta – ma non è per forza una bestemmia in chiesa! –, queste petizioni di “principi buonisti” (che vengono poi declinate negli accordi con una molto aleatoria possibilità di essere invocate per decidere se vi è un abuso e un danno, quasi che questo non debba proprio essere mestiere per avvocati) servono senz’altro alle parti in causa (Oil Company e Rappresentanze di categoria) per svolgere il loro gioco di ruolo: da un lato, di eluderli in quanto generici, dall’altro, alzare la voce quando vengo5/2016

no elusi; ma premesso che sono funzionali al ruolo delle parti, consentono anche al gestore di essere realmente tutelato?

Insomma, bisognerebbe andare in tutte le direzioni sui contratti, evitando la “camicia unica”, ricordando che esiste il mercato (che non è cosa che deve “piacere”, ma che è), che le ragioni di fare impresa sempre più difficilmente stanno nel prolitro quando non ci sono né erogati né margini, ma in una riorganizzazione del ruolo dell’impresa di servizi, o di distribuzione, diffusa e capillare, e che tutto questo, volenti o nolenti, è necessario ad una flessibilità per tutti e non solo per chi ce l’ha già e che tale flessibilità è un valore aggiunto al mercato.

Non sarebbe sbagliato tornare, in questa fase così difficile, ai gestori: uscire dal “cerchio magico” ed esclusivo del rapporto con le aziende, cui le Organizzazioni di categoria sono costrette al di là forse della loro volontà, sparigliare la ritualità stucchevole dei consueti tatticismi bizantini per cui si sa sempre in partenza a) che prima di qualunque accordo passerà troppo tempo perché le cose definite siano ancora attuali o durevoli; b) che cosa dirà l’una e l’altra parte, con quale sequenza, con quali mosse successive sulla scacchiera; c) che il dibattito rischia di essere costretto sempre dentro le logiche imposte dalla parte più potente contrattualmente; chiedere alla nostra gente – che è migliore e più attenta di quanto noi stessi non pensiamo, forse perché troppo convinti di essere la classica “avanguardia” che ne sa di più degli interessi che rappresenta – che strada si debba imboccare di fronte alla necessità di cambiare gli strumenti che finora si davano per certi ed efficaci. Non sarebbe proprio sbagliato.

E se quanto sopra detto è una opinione – magari disturbante, ma espressa non “contro”, ma “da dentro” e con totale assunzione di responsabilità per la piccola parte avuta dentro questo mondo –, sulle Rappresentanze sindacali in genere, senza personalizzazioni su questa o quella sigla (e, comunque, ognuno ne dia la lettura che vuole), una ulteriore opinione “fuori sacco” – anche questa non richiesta e magari un pizzico inopportuna, ma forse matura al punto che serve che uno qualunque lo dica, e meno autorevole è, meglio è – riguarda, invece, una marginale questione “interna” ed è sostanzialmente quella di mettere una pezza ad una “vecchia piaga”. Ci si riferisce a una storia di alcuni anni fa, quando un pezzo di rappresentanza di categoria in Veneto decise di “far da sola”, pur rimanendo dentro la casa madre di Confcommercio, una storia che è rimasta in standby fino ai giorni nostri, a seconda delle fasi temporali tra insofferenza e indifferenza. Ora, a distanza di anni, non si tratta di cercare smentite, conferme, abiure, vittorie o sconfitte postume o altro del genere, perché ciò non condurrebbe probabilmente a nulla se non a rinfocolare vecchi distinguo. Si tratta di rimarginare col “buon senso comune”, cercando, non di inseguire assimilazioni forzose, ma di valorizzare pluralità di pensiero, sforzandosi di trovare punti di convergenza, laddove possibili, e comunque anche parziali, su cose concrete, scoprendo che sono più quelle che possono far fare sinergia che quelle che dividono, e dando per scontato che entrambe le parti abbiano a cuore – e comunque abbiano per dovere! – al di là di ogni altra cosa la categoria. Tendersi la mano non dovrebbe essere poi una “mission impossible”. Le temperature medie terrestri aumentano, anche i ghiacciai si sgelano.

Giorgio Moretti NB: questo contributo riflette esclusivamente l’opinione del suo estensore e non necessariamente, né in tutto né in parte, o proprio per nulla, quella di Figisc.

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figisc anisa confcomMercio IL “VIAGGIO DI ULISSE” NELLE RETI CARBURANTI (SENZA SCOPERTE...)

Staffetta Quotidiana ha ospitato lungo l’arco di alcuni mesi (da fine gennaio ad inizio luglio) una serie di nove articoli raggruppati sotto il titolo “Le riflessioni di un novello Ulisse in giro per l’Europa”. Il “giro” è un ritorno – in perfetta sintonia con l’antico Ulisse – alla rete distributiva italiana dei carburanti dopo una partenza dalla medesima ed un viaggio temporaneo nelle reti svizzera ed austriaca. L’Ulisse (una scelta autoreferenziale più che simbolica) in oggetto è l’Ing. Riccardo Piunti, che, come presentato da Staffetta “ha lavorato nel downstream Eni occupandosi di rete, extra-rete, prezzi, marketing, pianificazione delle operazioni, prima in Agip Petroli poi nella Divisione Refining & Marketing dell’Eni. Seguendo tra l’altro tra il 2004 e il 2006, a fianco del direttore generale Mario Taraborelli, l’evoluzione del metodo di determinazione dei listini dei carburanti dell’azienda di Stato con l’introduzione di una serie di novità che hanno portato alla rarefazione delle variazioni, all’aumento della loro entità media, all’abbandono delle variazioni minime, prima sulle rete e poi in extra-rete, cambiando l’approccio alla politica seguita fino ad allora nei confronti dei gestori e dei rivenditori. Un’esperienza che gli è valsa la nomina nel dicembre 2007 a presidente e amministratore delegato di Agip Suisse (oggi Eni Suisse) e di Oleoduc du Rhone e dal maggio 2013 di Eni Austria. Rientrato in Italia nei mesi scorsi, ha lasciato l’Eni per limiti di età”. Una figura professionale importante, dunque, e soprattutto ampiamente esperta – come l’Ulisse di Omero – del settore, del quale si presume conosca vizi e virtù o, per proseguire nella similitudine, sia i relativi “talloni d’Achille” che i “cavalli di Troia”.

Pubblichiamo di seguito (per g.c. di Staffetta) la sua opinione sulla rete distributiva italiana.

Rete carburanti e italianità: perché siamo così diversi dal resto del mondo Il nostro Ulisse, dopo i resoconti dei viaggi oltre le Alpi, continua a osservare come un fotografo curioso per fare qualche istantanea di aspetti, noti o meno, che caratterizzano alcuni Paesi, fra i quali, ovviamente, l’Italia, e per riflettere sulla origine delle numerose particolarità e rimarchevoli differenze fra l’Italia e il resto d’Europa.

La domanda che si pone è: “perché? come mai l’Italia si è evoluta in modo così diverso dagli altri Paesi?”. Partendo dai numeri e dalle statistiche, cercherà cioè di individuare le principali specificità Italiche nel settore per poi risalire alle possibili cause di questi fenomeni e discendere alle conseguenze sulla evoluzione del settore.

Partiamo quindi, magari considerandole da un punto di vista diverso, delle consuete statistiche sul tema della... numerosità degli impianti (i soliti numeri, ma con qualche chiave di lettura diversa).

Abbiamo redatto alcune classifiche dei vari paesi Ue (base 2014), in ragione della numerosità dei punti vendita carburanti rispetto ad alcuni parametri; cominciamo con l’estensione della superficie del paese. In questo caso, l’Italia si colloca nella fascia di elevatissima numerosità, con ben 71 stazioni ogni 1.000 Km2, a valori ben oltre il doppio della media del campione, superata solo dai piccoli paesi. I grandi paesi sono tutti a livelli molto inferiori, attorno alla fascia di 20-40 stazioni per 1000 Km2. Un paragone estremo si può anche fare con un paese altrettanto, o meglio, ancor più orograficamente variegato e tormentato dell’Italia, come la Grecia, che ha, tuttavia, soltanto 47 stazioni per 1.000 Km2.

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Un modo più facile di lettura può essere il calcolo dell’indice d’incidenza, in cui i valori di ogni paese sono riproporzionati, fatto 100 il valore della media del nostro campione europeo. Si può meglio vedere come, con un indice di 250, l’Italia abbia, pur rispetto alla sua estensione complessa e allungata, ben 2,5 volte il numero di stazioni della media del campione Ue. Con un indice superiore si registrano solo paesi di piccola taglia, nessuno fra i grandi.

Proviamo ora a fare la stessa analisi prendendo in conto la popolazione dei vari Paesi, altro parametro trainante, in modo indiretto ma decisivo, della struttura della rete. Anche qui si segnala l’Italia con 0,35 pv per 1.000 abitanti, a valori circa doppi di Francia, Gran Bretagna, Germania, tutti paesi posti ben al di sotto di 0,20 pv per 1.000 abitanti. Il paragone con i valori medi mostra, ancora una volta, il nostro paese con un rapporto elevato, 1,5 volte rispetto alla media del campione Ue, superato soltanto da qualche paese di minore taglia.

Tentiamo ora di guardare la numerosità dei pv da un punto di vista ancora diverso, cioè in rapporto all’economia nel suo insieme, il PIL, rapportando il numero d’impianti al valore del PIL in miliardi.

L’Italia ha circa 13 pv per miliardo di PIL, a fronte dei colossi Ue che sono tutti attorno a 5 o meno.

Risulta chiaro che la nostra rete è sovrabbondante qualunque sia la chiave di lettura e d’analisi adottata e inoltre che il nostro Paese non è allineato, per questo aspetto, al modello europeo prevalente anche a confronto di quei paesi centroeuropei dove la rete di distribuzione ha difeso le sue posizioni e non ha ceduto il passo né importanti quote di mercato all’avanzata dei supermercati, evitando quella che a volte viene indicata come desertificazione da ipermercati.

Riprendiamo ora le fila di tutte le differenze che abbiamo osservato finora nei nostri viaggi fra l’Italia e il modello europeo e cerchiamo di fare una sintesi complessiva. Passiamo dunque a elencare le principali specificità Italiche nel settore: – la struttura della rete Italiana è normalmente più antiquata, ma soprattutto più frammentata e dispersa; – gli impianti di piccola taglia e mal posizionati sono comunque in gran parte sopravvissuti ai piani di razionalizzazione previsti o dichiarati dall’industria; – i prezzi si sono diversificati, negli ultimi anni, in modo rilevante pure fra siti a breve distanza fra loro, anche grazie a una non sempre chiara distinzione fra servito e self service, sia all’interno della stessa stazione che fra stazioni che praticano, realmente o meno, il self; – le stazioni non sono normalmente gestite con controlli a distanza degli stoccaggi, del prezzo e delle operazioni di incasso; – il non-oil è poco sviluppato e ancor meno standardizzato a livello di Compagnia; – il rapporto gestore–compagnia è meno stretto e coeso, funziona a camere separate e, di conseguenza, si opera poco “in rete”; – gli orari di apertura non sono competitivi con quelli nella grande distribuzione; – i marchi bianchi singoli e locali si sono diffusi in modo ampio e variegato rispetto, magari, a più strutturate “reti bianche” presenti (quando presenti) all’estero.

Con lo spirito del ricercatore empirico non possiamo che cercare le spiegazioni di questi fenomeni, rispondendo alla domanda: “se questi sono i fenomeni evidenti di differenziazione del nostro Paese, qua5/2016

figisc anisa confcomMercio li sono i fattori di divergenza a monte e origine di tali fenomeni?”

Dando per scontate le differenze originate dalla mentalità e dai costumi delle genti italiane, facciamo tuttavia alcune constatazioni specifiche relative al settore in Italia: A. in Italia esiste, immutato, da sempre, il vincolo del contratto di comodato (per storia e struttura totalmente “benzinocentrico” e difficilmente adeguabile ai tempi) e di altre connesse regolamentazioni, senza uguali in Europa, che finiscono da un lato per interferire con armoniche politiche di pricing, lo sviluppo del non-oil e le ottimizzazioni logistiche e, dall’altro, per rendere più complesso il turn-over dei gestori (che, in Europa arriva a interessare quote di oltre il 5% delle stazioni ogni anno, con un forte interscambio da e verso altri settori commerciali); B. la categoria organizzata dei gestori naturalmente rafforza le barriere difensive in uscita mentre, di converso, le barriere all’ingresso permangono anche grazie alle difficoltà finanziarie derivanti dall’acquisto del prodotto anziché dalla sua gestione in commissione; il tutto rende il sistema meno aperto da e verso altre tipologie di commercio e di commercianti; C. la normativa italiana degli orari degli esercizi commerciali si è evoluta solo dove hanno agito forti istanze di settore (come ha fatto e ottenuto per sé la grande distribuzione) e non in modo organico e omogeneo fra i comparti diversi, lasciando al palo proprio il settore rete carburanti, frenato, al suo interno, da interessi solo apparentemente divergenti fra le sue diverse componenti; D. Garanti, Stato e Autorità locali (e le compagnie?) non hanno esercitato un ruolo di guida sufficientemente forte e incisivo e di respiro ampio in direzione di un’effettiva armonizzazione con l’Europa, a volte puntando più a normare i dettagli (per esempio: come adeguare comodato e non-oil? quale la trasparenza corretta dei prezzi?) che il quadro generale.

Quali sono le conseguenze di tutto ciò sulla evoluzione del settore nel tempo?

Per lunghi anni il sistema è rimasto sostanzialmente ingessato, con una dominanza nel mercato da parte delle compagnie, con un pricing molto compatto e stabile, strutture bloccate, ma pur tuttavia in grado di sopravvivere... poi le spinte del mercato sono arrivate (vieppiù a seguito della crisi, del calo drammatico dei volumi, dello

scrollone dello “scontone” e di nuove politiche di pricing differenziato, dell’aumento degli indipendenti senza marchio di Oil Company...) e hanno agito all’interno del settore in modo involutivo e, in modo trasversale, pressando dall’esterno: – i supermercati hanno finito per confiscare una parte delle prospettive future del non oil; – i prezzi sono andati verso una diversificazione alquanto disordinata e poco comprensibile, anche a causa della frammentazione dei marchi e delle aziende; – le compagnie hanno un ridotto interesse a investire sulla qualità delle strutture (automazione, controlli a distanza, non-oil...) non avendo modo né, da un lato, di meglio integrarsi con i gestori né, dall’altro, di programmare facilmente la concentrazione su un numero più limitato e selezionato di stazioni; – tutto il settore è rimasto confinato alla centralità della benzina, la cui domanda è anelastica (cioè di fatto indipendente da prezzo, qualità, marketing...) e non in grado di sostenere, nel medio-lungo termine, il costo e il valore crescenti dei beni e delle strutture impiegati; – l’illegalità è avanzata (al di là della endemica spinta della malavita) grazie alla crisi, trovando più spazi di azione, meno controllo e più domanda.

Insomma la redditività complessiva del settore, erosa dall’esterno e incapace di tenere un ritmo evolutivo sano di crescita quali-quantitativa, si sta richiudendo su se stessa, mentre la parallela crisi e razionalizzazione del sistema di raffinazione riduce l’attrattiva della rete come outlet privilegiato della produzione.

Questo è quello che si chiama (nel gergo aziendale) l’”as is” (il com’è). Si può tuttavia dire che il modello “to be” (cioè verso il quale si dovrebbe andare) esiste già... è l’Europa.

Basta varcare la frontiera, sperando di non trovare muri che ci blocchino, e percorrere le strade di Austria, Germania, Svizzera... Il primo maestro televisivo della nostra storia, Alberto Manzi, diceva sempre che... “non è mai troppo tardi”.

Nel premettere che si condividono alcune delle analisi – peraltro risapute da tempo – sulla rete italiana, va detto che le reti di cui parla, o che propone a modello, Ulisse-Piunti (in almeno sette dei nove articoli della serie), sono qualcosa di ben diverso dalla situazione italiana.

ULISSE: IL COMODATO VADA IN PENSIONE! Nel suo viaggio per le reti europee ed italiche, Ulisse alias Riccardo Piunti, ricompare ancora una volta sulla Staffetta Quotidiana, con un titolo che è già un programma in sè: “Rete carburanti, perché è ora di mandare in pensione il comodato” Vediamo (per g.c.) quale è il suo esatto pensiero in merito.

“Nel suo tour di comparazione fra Italia ed Europa, alla ricerca della via per rendere possibile ricondurre la prima (l’Italia) nella seconda (l’Europa), il nostro Ulisse ha già cercato di percorrere tutte le strade, in altre parole di analizzare tutti gli aspetti delle differenze esistenti fra le due differenti realtà. Orbene, in ognuna di queste strade, larghe o strette, tortuose come lo Stelvio o diritte come l’Appia antica, ha finito sempre per inciampare nello stesso

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sasso in mezzo alla via, nello stesso ostacolo normativo e comportamentale, il Comodato; in breve si tratta quella forma contrattuale che lega Compagnia e Gestore, imponendo alla prima di cedere la Stazione-oil in uso gratuito e vendere il carburante al gestore, il quale, a sua volta, lo rivende al consumatore, impegnandosi, peraltro, all’acquisto in esclusiva dalla compagnia stessa.

Della necessità di mettere mano al Comodato, nel mondo Italiano dei carburanti, si parla da anni, quanto meno dagli oltre venti anni trascorsi dopo la liberalizzazione definitiva dei prezzi nel 1994 (con i vari passi precedenti). È una storia un poco simile a quella delle riforme costituzionali, delle quali si parla da decenni con commissioni, dichiarazioni, programmi...

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figisc anisa confcomMercio Vale tuttavia la pena fare un salto all’indietro nel tempo a ricordare quale fosse il contesto del settore, dal punto di vista strutturale e commerciale, quando il Comodato regnava indiscusso e senza oppositori.

Per non andare troppo indietro, viaggiamo nel tempo all’inizio degli anni ’80, quando il nostro Ulisse iniziò a lavorare nel settore”.

(Nota: a questo punto del discorso, Ulisse fa una serie di grafici che rappresentano: a) la struttura della rete distributiva nel 1980 e nel 2014; b) l’evoluzione delle vendite di benzina e gasolio sulla rete nello stesso periodo; c) l’erogato medio delle stazioni, d) la situazione del parco circolante) “I dati quantitativi in sé indicano un cambiamento importante nel senso di crescita del mercato (parco circolante +97%, consumi +26%); d’altro canto va segnalato come il numero delle “vere” stazioni di servizio sia passato dal 19% del totale al 45% circa di oggi, mentre il numero complessivo dei punti vendita (grandi e piccoli) si è andato, nel contempo, praticamente dimezzando. In altri termini, in quel periodo, il numero delle stazioni ha cominciato a scendere in modo significativo, “falciando” chioschi e punti isolati (i veri figli legittimi del comodato) e riducendone il numero dell’82% (vuoi con chiusure o rifacimenti). La “vecchia rete” era quindi in gran parte una rete d’impiantini stradali, con i due erogatori sul marciapiede, gestita da un gestore che normalmente se ne occupava da solo o con il supporto della famiglia.

Come incideva il Comodato nella vita di questo gestore? Il fatto di acquistare e rivendere la benzina cosa implicava per lui e per le Oil Company?

Il gestore. Effettivamente, nel 1980, doveva comprare la benzina (con il conseguente impegno finanziario) seppure con una capacità delle cisterne e con volumi di scarico molto ridotti; all’epoca il famoso “Drop” degli studi logistici degli anni ’80 e ’90 (quello che poi dovrà essere aumentato a tutti i costi) era ancora in fase di studio e gli scarichi non erano ottimizzati, ma adattati al bisogno. Quindi, anche l’impegno finanziario era relativamente contenuto. Tuttavia il gestore: – non aveva il problema delle frequenti oscillazioni di valore della merce (i prezzi CIP di allora cambiavano con frequenza plurimensile e certo non potenzialmente giornaliera come oggi fanno i prezzi liberi); – peraltro le oscillazioni erano di ampiezza limitata e ben prevedibili nel tempo; il meccanismo del pricing era pilotato, monoliticamente, dal CIP e nessun tipo di competizione o variazione era possibile.

Inoltre, il gestore: – non doveva occuparsi della competizione nei prezzi, né di over o underpricing, sconti o promozioni o altre dinamiche legate ai prezzi; – non doveva svolgere altre attività (il non-oil) o magari in coerenza gestiva soltanto un garage o gommista; – i flussi di approvvigionamento erano univoci e stabili e, di fatto, non lo riguardavano.

In conclusione, se da un lato doveva sì comprare e rivendere il carburante, in realtà svolgeva un semplice servizio da commissionario, pur con un contratto completamente diverso. Anche il tema dei cali, che pure lo coinvolgeva, era di momento contenuto: gli approvvigionamenti provenivano in gran parte da depositi Nazionali alimentati periodicamente dai grandi SIF, secondo una modalità logistica che le successive ottimizzazioni hanno eliminato; i primi, svolgendo un ruolo di cuscinetto, garantivano temperature contenute e stabili alla consegna. Le compagnie. Le Oil Company, da parte loro, non sentivano certo il bisogno di investire in stazioni di piccola taglia, mentre il problema era di ridurne il numero; il non-oil era ancora una “diceria” su quanto avveniva all’estero, il prezzo era un problema di 5/2016

negoziazione col governo per ottenere incrementi delle voci di costo e, poi, miglioramenti sulla metodologia di confronto con l’Europa.

Anche le tecnologie di controllo a distanza, l’informatica distribuita, non offrivano, all’epoca, alcuno spunto utile per cercare di colmare il gap di continuità fra Compagnia e Gestore, anche perché praticamente non esistevano. Ricordo che i primi computer da tavolo M20 Olivetti apparvero sulle scrivanie dei più giovani e aperti impiegati nei primi anni ’80 con in dote il Multiplan (il padre di Excel) mentre gli unici telefoni mobili erano quelli fissi nelle auto di gran lusso.

Insomma, non esisteva alcuna esigenza di intervenire sul Comodato perché non era di ostacolo, da un lato, e, dall’altro, riduceva i rischi potenziali in un sistema altamente distribuito che era altrettanto poco controllabile a distanza.

La liberalizzazione. La liberalizzazione dei prezzi (avviata nel ’91 e attuata fra il ’93 e il ’94) portò scompiglio in tutto questo sistema.

Infatti le Compagnie cominciarono a cercare modalità di gestione dei prezzi, iniziando le prime differenziazioni e, quindi, diversificazioni in base alla qualità prodotti, ai costi logistici di rifornimento, avviando regionalizzazioni dei prezzi in funzione della catena logistica nonché i piccoli primi assaggi di competizione. Dall’altro lato, si cominciò a porre, anche a livello di Autorità di controllo, il tema di intervenire per evitare che la liberalizzazione (almeno queste erano le buone intenzioni) si trasformasse in cartello. Avendo dinnanzi un sistema basato sul comodato, si iniziò a ragionare su come ottenere che i gestori si comportassero in modo indipendente dalle Compagnie e molti dei loro sforzi, a cominciare dal provvedimento di condanna delle Compagnie per parallelismo nelle politiche di pricing, erano indirizzati a garantire che questo anello della catena fosse ben oliato dal punto di vista della competizione. Paradossalmente si era dimenticato che l’Europa funzionava diversamente, che in Europa il pricing era in mano alle Compagnie perché il gestore, per i carburanti, svolgeva un servizio e non era un trader intermedio.

L’Autorità argomentò a lungo sugli sconti che il gestore avrebbe dovuto fare rispetto al prezzo consigliato (vedi provvedimento Antitrust del 2000), argomentò come il fatto che il gestore non facesse sconti rispetto al prezzo consigliato fosse causato da un presunto cartello delle Oil Company. Insomma dissertarono di un sistema tutto teorico ma non indicarono quella che pur era a portata di mano, la pratica via Europea al rapporto gestore-compagnia. Ricordiamoci come

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figisc anisa confcomMercio tutti i ragionamenti allora fatti dalla Autorità nel provvedimento di condanna del 2000 si concentravano sull’underpricing che i gestori avrebbero dovuto fare rispetto al prezzo consigliato; vediamo oggi, invece, come le cose siano andate in modo diverso e il tema oggi sia, se del caso, l’overpricing (“nostra indiscussa prerogativa”, secondo alcuni gestori oggi nei loro forum); pensiamo quindi come tutte quelle riflessioni allora condotte possano oggi apparire stridenti sia con i fatti sia a confronto con il funzionamento della normale competizione in Europa che ha lasciato, senza compromettere la concorrenza, il prezzo in mano ai proprietari delle stazioni.

Veniamo ora ai nostri tempi e vediamo come, al contrario, il Comodato sia divenuto d’impaccio per una moderna gestione della catena del valore.

Il gestore. La finanza del gestore è duramente colpita da un lato dal costo di una grande cisterna da riempire; gli scarichi tendono a essere il massimo possibile o, comunque, a frequenza fissa, implicando difficoltà nella gestione della cassa di una piccola impresa come quella del Gestore. Peraltro i rischi sul valore della merce sono diventati enormi; da un giorno all’altro, siamo abituati, si possono avere oscillazioni anche di 30 usd per tonnellata (2 centesimi al litro) che, su una cisterna da 50.000 litri, assommano a 1.000 euro, così, in un lampo, fra un tramonto e un’alba. Del resto oramai tutti ben sanno come l’evoluzione del trading, il fatto che ogni carico fisico di prodotto o greggio sia moltiplicato per 100 nel mercato paper, hanno portato a un mercato sensibilissimo e, francamente, alquanto isterico. Lo sanno anche quei gestori più sofisticati che si interrogano sul trend del mercato internazionale financo prima di accettare la consegna del trasportatore della loro Oil Company. I cali, anche per le maggiori temperature di consegna a seguito dell’accorciamento della catena logistica, sono uno stabile punto di frizione con la Compagnia. La diffusione delle fuel card incrementa incroci finanziari e le pendenze nel rapporto contrattuale (basta ricordare quale sia il meccanismo formale in questo caso: la Compagnia, al momento della erogazione, riacquista il prodotto dal

gestore con il quale quindi apre una partita “anomala” di senso inverso a quello naturale...). Il pricing, al di là della pratica abbastanza normale di overpricing, è comunque un tema di attenzione e, direi, anche impegno per il gestore. Campagne promozionali, buoni sconto, gadget... tutto finisce per creare ulteriori partite aperte con la Compagnia. E conflittualità.

La compagnia.

– la Oil Company potrebbe incrementare la efficienza del sistema di trasporto usando le cisterne della stazione, sorvegliate a distanza, come proprie (peraltro lo sono), lasciando spazio alla ottimizzazione del trasporto (e al controllo della regolarità degli scarichi)... ma non può; – vorrebbe controllare direttamente il pricing senza l’anello di trasmissione del gestore che, come mostrato in precedenza, potrebbe seguire politiche diverse e potenzialmente negative per l’insieme, proprio perché viste da un solo punto di vista... ma non può; – potrebbe pilotare a distanza in modo automatico le variazioni di prezzo con frequenza elevata, anche più volte al giorno, a seguire passo passo concorrenza e flussi di traffico... ma non può; – potrebbe creare una migliore contrattualistica per separare oil e non oil, cercando poi di ricomporli assieme con una politica globale di budget di stazione e con l’integrazione informativa... ma non può.

Bene, siamo alla fine di questa descrizione d’impacci e vincoli, di questa lunga serie di condizionali tutti in qualche modo connessi o derivanti dal Comodato; questi non ne ha colpa. Quando ha iniziato la sua pur brillante carriera era forse la migliore delle soluzioni possibili.

Poi è arrivata l’informatica distribuita ma integrata, le telecomunicazioni e i telecontrolli, le Stazioni moderne, i bar, la logistica moderna con i suoi parametri di efficienza da rispettare, il mercato “un po’ isterico del trading”, il pricing libero, locale e stazione per stazione, insomma...il nostro mondo, nel quale “il vecchio Comodato” è come un anziano generale di cavalleria che va alla guerra con i droni; per lui, crediamo, è oramai giunta l’ora della pensione.

PARCO VEICOLI: COM’È CAMBIATO DAL 2005 AL 2015.

TENDENZE 2016 Un incremento in dieci anni di quasi 4,8 milioni di veicoli (+10,73%), di cui quasi 2,7 milioni di autovetture (+7,74 %) e 1,6 milioni di motocicli (+32,51%) in più: è il quadro che emerge dal confronto sui dati, forniti dall’ACI, del parco veicolare per categoria e alimentazione del 2015 rispetto al 2005.

Su un totale di 49,134 milioni di veicoli (erano 44,373 nel 2005), nella distinzione per categoria, le vetture nel 2015 ammontano a 37,351 milioni di unità, contro 34,667 nel 2005 (+7,74%, con un tasso di vetture per abitante che sale a 0,616 nel 2015 (37,351 milioni di vetture su 60,666 milioni di residenti) da 0,593 del 2005 (34,667 milioni di vetture su 58,462 milioni di residenti)), i motocicli sono 6,544 milioni contro i 4,938 di dieci anni prima (+32,51%), gli autocarri trasporto merci sono 3,944 milioni contro i 3,638 del 2005 (+8,42%); queste tre categorie costituiscono nel 2015 (e costituivano anche nel 2005) oltre il 97% del parco veicolare, nella la cui parte residuale si identificano gli autoveicoli speciali/specifici (695mila contro 542mila nel 2005, +28,23%), i motocarri e quadricicli trasporto merci

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(268mila contro 316mila nel 2005, unica categoria in diminuzione (-15,15%)), i trattori stradali e le motrici (154mila contro 148mila nel 2005, + 3,84%), gli autobus (98mila contro 94mila nel 2005, +3,76%) e, infine, i motocarri e quadricicli speciali/ specifici (81 mila unità contro le 29mila del 2005, +176,29%).

PARCO VEICOLI 2005 – ACI

Nella distinzione per alimentazione, i veicoli alimentati a benzina diminuiscono di 11,86 punti percentuali, da 28,414 nel 2005 a 25,044 milioni di unità (ossia dal 64,04% del totale al 5/2016

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figisc anisa confcomMercio 50,97%), quelli alimentati a gasolio incrementano di ben 45,27 punti percentuali, da 13,933 nel 2005 a 20,240 milioni di pezzi (ossia dal 31,40% del totale al 41,19%), quelli alimentati a GPL aumentano di un +118,99% da 0,997 nel 2005 a 2,183 milioni di unità (dal 2,25% del totale al 4,44%), mentre quelli alimentati a metano segnano un incremento di 171,31 punti percentuali, da 358mila nel 2005 a 972mila (dallo 0,81% del totale all’1,98%). Le alimentazioni diverse aumentano di 3,66 punti percentuali, da 671mila nel 2005 a 695mila unità (dall’1,51% del totale all’1,42%), con una consistenza del parco ad alimentazione elettrica di 102mila unità (0,21% del totale), con un tasso di incremento su solo due anni prima dell’84,4%.

Le statistiche relative al parco autovetture rilevano che quelle alimentate a benzina sono scese da 23,525 milioni e dal 67,86% del totale nel 2005 a 18,568 milioni di unità e al 49,71% nel 2015, quelle alimentate a gasolio sono salite da 9,811 milioni e dal 28,30% del totale nel 2005 a 15,666 milioni di unità ed al 41,94% nel 2015. Le autovetture alimentate a GPL salgono da 0,977 milioni di unità e dal 2,82% del totale nel 2005 a 2,137 milioni ed al 5,72% nel 2015, mentre quelle alimentate a metano crescono da 345mila unità e dallo 0,99% del totale nel 2005 a 883mila e al 2,36% nel 2015.

PARCO VEICOLI 2015 – ACI

Per le tendenze del 2016 nel settore dell’automobile, si registrano i dati riportati sul Focus mensile 06/2016 dell’ANFIA, la Associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica, che testualmente citiamo: “Nel cumulato da gennaio a giugno 2016 le nuove autovetture immatricolate hanno superato il milione di unità: 1.042.2391 (+19,2%), con volumi inferiori solo a quelli di gennaio/giugno 2010 (1.165.397 unità). Rispetto al volume medio delle auto immatricolate negli anni 2007- 2010 (1.245.377), il mercato, nel 1° semestre 2016, risulta inferiore del 16%.

Le immatricolazioni delle auto a benzina registrano un incremento a giugno del 20% e conquistano il 33% del mercato; le auto diesel invece registrano un incremento del 15% e una quota del 57%. Il mercato delle auto ibride registra un aumento del 29%; le auto a gpl e a metano invece perdono rispettivamente il 23% e il 32% del mercato. Complessivamente le vendite di auto ad alimentazione alternativa si riducono del 20% circa rispetto a giugno 2015 e pesano per il 10% del mercato totale, erano circa il 14% a giugno 2015.

In gennaio-giugno 2016 le auto a trazione diesel crescono del 20,5% e quelle a benzina del 32%, le vetture ibride registrano un incremento del 48%, mentre le elettriche calano del 27%.

Segno negativo del 14% circa per il mercato delle auto a trazione alternativa, per la forte contrazione del mercato delle autovetture a gas: le vetture a GPL in sei mesi perdono il 20% del mercato rispetto ad un anno fa e 2,7 punti di quota, mentre le vetture a metano perdono oltre il 23% dei volumi e 1,4 punti di quota”.

A GIUGNO FLESSIONE DEI CONSUMI: BENZINA+GASOLIO -1,5%, GPL -2,9% Sulla rubrica “Rete & Extrarete” del Quotidiano Energia, titolando “Spread self-servito e consumatori” si commenta l’andamento dei consumi del primo semestre 2016: “I dati sui consumi petroliferi del primo semestre frenano gli entusiasmi suscitati dall’ottimo momento del mercato auto, che faceva prefigurare un andamento certo più brillante. Il risultato di giugno può essere forse attribuito anche alle avverse condizioni atmosferiche – e chissà, magari anche agli Europei di calcio che non hanno invitano a muoversi? Il consuntivo del semestre evidenzia comunque un risultato differenziato, per i due carburanti liquidi, fra le reti delle petrolifere e gli indipendenti. Nel caso della verde la quota di mercato di no logo+Gdo ha raggiunto il suo massimo del 24,9%, con un progresso dell’1,7% rispetto al 2015. Per le reti colorate equivale a una perdita di vendite di 156 milioni di litri e di contro un guadagno di circa 60 mln litri per le seconde. Per il diesel le prime hanno visto invece un modesto progresso di 11 mln litri e gli indipendenti di 42 mln litri. Per questo prodotto si deve tra l’altro considerare che la pesante crisi sofferta dagli impianti autostradali va a tutto svantaggio delle compagnie. ... In continua frenata intanto le vendite di Gpl, che nel solo mese di giugno sono risultate in ribasso del 2,9%: un fenomeno che potrebbe aver coinvolto anche il metano”.

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Ma nell’articolo si tocca, come annuncia il titolo, anche la questione – costantemente monitorata mensilmente da FIGISC ANISA Confcommercio – del divario crescente tra prezzi in modalità servito e self: “È possibile inoltre che il continuo allargamento della forbice fra i prezzi self e quelli con servizio praticati dagli impianti colorati – che ha raggiunto fino a 20 centesimi al litro – disorienti alcune tipologie di clienti, quasi da apparire una sorta di “tassa sui distratti“. Questa cosa riguarda in maniera molto marginale le nologo e per nulla gli impianti della Gdo, dominati dal self”.

Venendo ai numeri, dopo il segno negativo di gennaio (-1,48%, con una giornata di consegne in meno rispetto al gennaio 2015), quello assai positivo di febbraio (+6,92%, con una giornata di consegne in più rispetto allo stesso mese del 2015), quello ancora positivo di marzo ( +3,30% sul marzo 2015), quello, per contro, negativo di aprile (-2,50% sullo stesso mese del 2015), quello positivo di maggio ( +3,98% sul maggio 2015), i dati del mese di giugno per la somma dei consumi di benzina e gasolio in rete ed extrarete, diffusi dal MISE, registrano un decremento del -1,49% sul giugno 2015 (da 3,681 a 3,626 miliardi di litri), con una flessione del -0,62% in extrarete (da 1,268 a 1,260 miliardi di litri) e del -1,95% in rete (da 2,413 a 2,366 miliardi di litri).

5/2016

figisc anisa confcomMercio I consumi di benzina perdono complessivamente un -4,44% (da 1,103 a 1,054 miliardi di litri), con un segno negativo del -4,77% (da 889 ad 846 milioni di litri) in rete ed un segno meno del -3,09% anche in extrarete (da 215 a 208 milioni di litri), mentre quelli di gasolio diminuiscono in tutto di un -0,23 % (da 2,578 a 2,572 miliardi di litri) , con un decremento di -0,31% per la rete (da 1,524 a 1,520 miliardi di litri) e una flessione di -0,11% in extrarete (da 1,053 a 1,052 miliardi di litri).

I consumi di gpl del mese sono in decremento di un -2,86% sullo stesso mese del 2015 (da 255 a 247 milioni di litri).

CONSUMI GEN-GIU 2007-2016 – miliardi litri

Per quanto riguarda il periodo gennaio-giugno, si evidenzia un incremento del +1,50 % (era di +2,15% sul progressivo gennaio-maggio) sullo stesso periodo del 2015 per la somma dei consumi in rete ed extrarete di benzina e gasolio (da 20,462 a 20,769 miliardi di litri), un recupero del +1,44% (era di +1,89 % sul progressivo gennaio-maggio) in extrarete (da 7,097 a

7,199 miliardi di litri) ed un aumento del +1,53% (era di +2,29 % sul progressivo gennaio-maggio) in rete (da 13,366 a 13,570 miliardi di litri).

I consumi complessivi di benzina aumentano di +0,53% (ma era un +1,65% sul progressivo gennaio-maggio, da 5,997 a 6,029 miliardi di litri), con segno negativo di -0,58% in rete (ma era un +0,37% sul progressivo gennaio-maggio, da 4,836 a 4,808 miliardi di litri) e in incremento di +5,13% in extrarete (ma era un +6,99% sul progressivo gennaio-maggio, da 1,162 a 1,221 miliardi di litri), mentre quelli complessivi di gasolio guadagnano un +1,90% (ma era un +2,36% sul progressivo gennaio-maggio, da 14,465 a 14,740 miliardi di litri), con un aumento di +2,72% per la rete (ma era un +3,38% sul progressivo gennaio-maggio, da 8,530 a 8,762 miliardi di litri) e di +0,72% in extrarete (ma era un +0,90% sul progressivo gennaio-maggio, da 5,935 a 5,978 miliardi di litri).

I consumi di gpl autotrazione del periodo sono in incremento del +1,63% ((ma era un +2,58% sul progressivo gennaio-maggio, da 1,454 a 1,478 miliardi di litri) sullo stesso periodo del 2015.

Nell’arco di dieci anni – dal 2007 al 2016 – i consumi per prodotto del periodo gennaio-giugno si sono così modificati: benzina -37,53% in rete (da 7,697 a 4,808 miliardi di litri), +194,22% in extrarete (da 0,415 a 1,221 miliardi di litri); gasolio -10,48% in rete (da 9,788 a 8,762 miliardi di litri), +3,68% in extrarete (da 5,766 a 5,978 miliardi di litri), somma di benzina e gasolio -22,39% in rete (da 17,485 a 13,570 miliardi di litri), +16,47% in extrarete (da 6,181 a 7,199 miliardi di litri); gpl autotrazione +73,07% (da 0,854 a 1,478 miliardi di litri).

DIFFERENZIALE SERVITO VS SELF ANCORA IN AUMENTO Sulla delicata questione del delta prezzo tra la modalità “servito” e quella “self” e sulla portata che essa ha assunto nel tempo – almeno nell’analisi dei prezzi medi praticati nell’arco di un periodo che va dal febbraio 2015 al giugno 2016 –, emerge, come già segnalato più volte, una netta tendenza al suo incremento. La questione veniva segnalata in una lettera inviata a ENI del marzo di quest’anno da FAIB, FEGICA e FIGISC dove si sottolineava come “il differenziale tra prezzo self service e prezzo servito – strumento di flessibilità commerciale che le nostre Federazioni, è bene sottolinearlo, avevano lasciato alla prudente capacità dell’Azienda di dosarne gli effetti proprio per invertire la tendenza del mercato – abbia subito una incessante crescita”. E, più recentemente, nel recente accordo aziendale con API IP la tematica viene così definita: “le Parti hanno infine convenuto sull’opportunità che il differenziale fra il prezzo consigliato per le vendite in modalità self e quello consigliato per le vendite in modalità con servizio vada contenuto in un delta compatibile che non renda particolarmente oneroso per la clientela il rifornimento con tale modalità. Ciò al fine di consentire al Gestore di valorizzare il servizio svolto, rimanendo competitivo utilizzando la modalità di vendita “servito” anche nel mercato delle vendite in self oltreché con i competitor che operano nel medesimo mercato del servito”.

Prendendo in esame i prezzi – medie nazionali – realmente praticati nella rete, anche distinguendo tra impianti della rete “co5/2016

lorata” ed impianti no-logo, si osserva che: 1) nella rete “colorata” nel mese di giugno 2016 su maggio 2016 è mediamente aumentato di +0,4 cent/litro il differenziale di prezzo tra modalità “servito” e modalità “self” (da 0,115 a 0,119 euro/litro), che è, invece, aumentato solo di +0,1 cent/ litro (da 0,028 a 0,029 euro/litro) in quella no-logo; 2) da febbraio 2015 a giugno 2016 l’aumento è stato nell’ordine di +4,9 centesimi di euro nella rete “colorata”, mentre in quella no-logo si sono avute variazioni di +0,5 centesimi di euro; 3) nel dettaglio dei marchi, a giugno 2016 AGIP ENI segnala un differenziale di 14,4 eurocent/litro (+0,2 cent/litro sul delta di maggio 2016, +6,1 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 11,5 eurocent/litro; API IP segnala un differenziale di 13,5 eurocent/litro (+0,7 cent/litro sul delta di maggio, +4,4 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015- giugno 2016 di 12,1 eurocent/litro; ESSO segnala un differenziale di 9,4 eurocent/ litro (+0,3 cent/litro sul delta di maggio, +3,4 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 8,7 eurocent/litro; KUPIT Q8 segnala un differenziale di 17,7 eurocent/litro (+0,6 cent/litro sul delta di maggio, +8,7 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 16,2 eurocent/litro; ex SHELL segnala un differenziale di 8,4 eurocent/litro (+0,4 cent/litro sul

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figisc anisa confcomMercio delta di maggio, +2,5 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015- giugno 2016 di 8,6 eurocent/ litro; TAMOIL segnala un differenziale di 5,1 eurocent/litro (+0,3 cent/litro sul delta di maggio, +1,0 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 4,7 eurocent/litro; TOTALERG segnala un differenziale di 9,5 eurocent/litro (+0,3 cent/litro sul delta di maggio, +4,4 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 7,6 eurocent/litro; l’insieme della RETE COLORATA segnala un differenziale di 11,9 eurocent/litro (+0,4 cent/litro sul delta di maggio, +4,8 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 10,2 eurocent/litro; l’insieme dei NO-LOGO segnala un differenziale di 2,9 eurocent/litro (+0,1 cent/litro sul delta di maggio, +0,4 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 2,8 eurocent/litro; infine tutto il complesso della RETE COLORATA E NO-LOGO segnala un differenziale di 10,2 eurocent/litro (+0,3 cent/litro sul delta di maggio, +3,9 sul febbraio 2015) su una media dell’intero periodo febbraio 2015-giugno 2016 di 8,9 eurocent/litro.

Le aziende spiegano che l’aumento del delta prezzo tra le due modalità – ossia alzare il prezzo del servito – serve a creare marginalità per fare “difesa mercato”, ossia per rendere maggiormente competitivo rispetto ai no-logo il prezzo di marchio della modalità self . Ma quale è il risultato di tale operazione di “riequilibrio”?

Monitorando i prezzi medi nazionali nella rete, si è cercato di calcolare quale sia l’esito di tale politica commerciale. Si sono confrontate, pertanto, sia le medie del delta prezzo self tra gli impianti di marchio ed i no-logo, sia quelle del delta prezzo tra servito e self degli impianti di marchio tra il mese di febbraio 2015 ed il mese di giugno 2016. I risultati sono i seguenti: RETE COLORATA – benzina: delta self vs/ self no-logo -2,3 cent/litro, aumento delta servito vs/ self +4,3 cent/litro, gasolio: rispettivamente, -2,5 e +4,5; AGIP ENI – benzina: delta self di marchio vs/ self no-logo -2,3 cent/litro, aumento delta servito di marchio vs/ self di marchio +5,8 cent/litro, gasolio: rispettivamente, -2,3 e +6,3; API IP – benzina: delta self di marchio vs/ self no-logo -3,4 cent/litro, aumento delta servito di marchio vs/ self di marchio +4,3 cent/litro, gasolio: rispettivamente,

-3,9 e +4,3; ESSO – benzina: delta self di marchio vs/ self nologo -0,4 cent/litro, aumento delta servito di marchio vs/ self di marchio +2,8 cent/litro, gasolio: rispettivamente, -0,9 e +2,9; KUPIT Q8 – benzina: delta self di marchio vs/ self no-logo -4,9 cent/litro, aumento delta servito di marchio vs/ self di marchio +7,5 cent/litro, gasolio: rispettivamente, -4,8 e +7,3; TAMOIL – benzina: delta self di marchio vs/ self no-logo +0,1 cent/litro, aumento delta servito di marchio vs/ self di marchio +1,0 cent/ litro, gasolio: rispettivamente, -0,2 e +1,2; infine, TOTALERG – benzina: delta self di marchio vs/ self no-logo -3,0 cent/litro, aumento delta servito di marchio vs/ self di marchio +3,9 cent/ litro, gasolio: rispettivamente, -2,8 e +4,3.

Gli impianti no-logo rimangono comunque sempre più competitivi nel prezzo self rispetto alla media degli impianti di marchio, ma il gap è sceso da 5,1-5,3 cent/litro a 2,8, ossia di 2,3-2,5 cent/ litro; per ottenere tale risultato il delta prezzo tra servito e self nella rete di marchio è cresciuto da 7,3-7,5 cent/litro a 11,6-11,9, ossia di 4,3-4,4 cent/litro: in sintesi, si tratta di un rapporto di 2 contro 1, cioè mediamente l’aumento del delta prezzo tra servito e self nella rete di marchio è circa il doppio del miglioramento competitivo (comunque insufficiente a pareggiare il prezzo) ottenuto sul prezzo self di marchio rispetto al self dei no-logo.

PREZZI: IL CONFRONTO CON L’EUROPA Scriveva Staffetta Quotidiana che la “valutazione settimanale dell’andamento degli stacchi in più e in meno dei “prezzi Italia” dalle medie Ue (zona euro) sta diventando un esercizio sempre meno utile e interessante” mentre in data 7 luglio 2016 titola: ““Stacchi Italia”, diesel da cinque mesi sotto la media”.

Insomma, dopo anni e anni in cui si è discettato sul prezzo “industriale” italiano (cioè il prezzo senza imposte) più elevato della media comunitaria europea e si sono imposti provvedimenti liberalizzatori di varia natura (anche per sfumare il peso crescente del carico fiscale da un lato, per assecondare nuovi e vecchi monopoli dall’altro), si prende atto che la realtà è deci5/2016

samente cambiata e che il prezzo “industriale” italiano, quanto meno per il gasolio (che costituisce i due terzi dei consumi), è, invece, inferiore alla media comunitaria europea.

La rilevazione dei prezzi nella UE avviene in base ad un criterio ponderale per cui il prezzo del singolo Paese viene valorizzato in funzione della quota percentuale di consumi del singolo Paese sul totale dei consumi di ciascun prodotto nell’ambito dell’Unione, per cui, ad esempio, se consideriamo l’insieme dei soli Paesi che hanno come valuta l’euro, il peso di un litro di gasolio in Francia vale circa 9,2 volte il peso di un litro di gasolio in Portogallo, se consideriamo tutti i Paesi appartenenti

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figisc anisa confcomMercio all’Unione, il peso di un litro di benzina in Italia vale circa 18,5 volte il peso di un litro di benzina in Slovenia.

I dati del 2016 (rilevazioni settimanali) in entrambi i casi – confronto tra tutti Paesi e confronto tra i soli Paesi con valuta euro – da febbraio, in entrambi i sistemi, il dato del gasolio rileva uno “stacco” negativo che da febbraio a giugno è pari a quasi un centesimo/ litro, con punte anche di -1,5/-1,7 cent, e che comprendendo anche gennaio denota una media di -0,6/-0,7 cent/litro. Il dato della benzina risulta ancora superiore di +1,5 cent/litro in media nel caso del confronto tra tutti i 28 Paesi dell’Unione, dato che si riduce a +0,6 cent/litro nel confronto dei soli Paesi con valuta euro.

Nel caso della benzina, la rilevazione comunitaria non tiene conto dell’incidenza delle addizionali regionali di accisa che incidono in Italia grosso modo sul 32% dei consumi nazionali complessivi e per un valore di circa 0,9 cent/litro. Ragion per cui il dato che sarebbe giusto risultasse tenendo conto anche di tale fattore: un dato che fa ridurre lo “stacco del prezzo industriale” della benzina da +1,5 a +0,6 cent/litro nel confronto con la media comunitaria di tutti 28 Paesi e da +0,6 a -0,3 cent/ litro, quindi diventando anch’esso negativo, nel confronto con la media comunitaria dei soli 19 Paesi di area valutaria euro.

Fin qui i dati dello “stacco del prezzo industriale”, che giustificano quanto dice Stafeetta sulla scarsa attualità di continuare a gingillarsi su questo argomento, che è diventato vecchio per varie ragioni, la più importante delle quali è che sta lentamente svanendo nel nulla, ma anche perché diventa poco attendibile quando variano con una tempistica non allineata i prezzi dei Paesi più “pesanti”, ed infine anche perché il metodo di rilevazione italiano avviene sul solo prezzo in modalità “self”, circostanza che se da un lato corrisponde alla situazione europea più diffusa, dall’altro mette in ombra che le differenze di prezzo tra “self” e “servito” (se ne è parlato nell’articolo precedente di questo stesso numero) valgono, grosso modo, ormai oltre 10 cent/litro.

Ma, nel confronto dei prezzi con le medie comunitarie, il vero problema rimane (anche se parzialmente attenuato per effetto della diminuzione dei prezzi del greggio e dei prodotti lavorati che hanno avuto in indubbio effetto ad abbassare l’IVA per questa parte del prezzo totale, mentre le accise sono rimaste pressoché “inchiodate” dopo l’aumento di fine anno 2011, con relativo trascinamento dell’IVA su questa parte del prezzo totale) quello dello “stacco delle imposte”.

Dagli ultimi dati pubblicati da FIGISC ANISA Confcommercio emergono le seguenti osservazioni di massima: – nel periodo gennaio–novembre 2011 per la benzina la media dello “stacco” con l’Unione Europea era computato in +0,126 euro/litro per il prezzo al consumo, per +0,083 euro/

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litro per le imposte (ossia il 65,56% dello “stacco” totale) e per +0,044 euro/litro per il prezzo industriale (34,44% dello “stacco” totale); per il gasolio la media dello “stacco” con l’Unione Europea era computato in +0,099 euro/litro per il prezzo al consumo, per +0,062 euro/litro per le imposte (62,26% dello “stacco” totale) e per +0,037 euro/litro per il prezzo industriale (62,26% dello “stacco” totale); – nel periodo dicembre 2011–giugno 2016 (nel dicembre 2011 ci fu il più cospicuo aumento delle accise) per la benzina la media dello “stacco” con l’Unione Europea è computato in +0,248 euro/litro per il prezzo al consumo, per +0,239 euro/litro per le imposte (96,13% dello “stacco” totale) e per +0,009 euro/litro per il prezzo industriale (3,87% dello “stacco” totale); per il gasolio la media dello “stacco” con l’Unione Europea è computato in +0,237 euro/litro per il prezzo al consumo, per +0,232 euro/litro per le imposte (97,94% dello “stacco” totale) e per +0,005 euro/litro per il prezzo industriale (2,06% dello “stacco” totale); – dal gennaio 2011 al giugno 2016 lo “stacco” con l’Unione Europea per le grandezze relative alla benzina passa da +0,096 a +0,221 euro/litro (incremento di +0,125 euro/litro e del +130,21%) per il prezzo al consumo, da +0,050 a +0,227 euro/litro (incremento di +0,177 euro/litro e del +354,00%) per le imposte, nonché da +0,046 a -0,006 euro/litro (decremento di -0,052 euro/litro) per il prezzo industriale; – per le grandezze relative al gasolio, dal gennaio 2011 al giugno 2016 lo “stacco” con l’Unione Europea passa da +0,066 a +0,195 euro/litro (incremento di +0,129 euro/litro e del +195,45 %) per il prezzo al consumo, da +0,030 a +0,215 euro/litro (incremento di +0,185 euro/litro e del +616,67 %) per le imposte, e da +0,036 a -0,020 euro/litro (decremento di -0,056 euro/litro) per il prezzo industriale; – la media di giugno 2016 registra uno “stacco” con l’Unione Europea per il prodotto benzina così determinato: +0,221 euro/litro prezzo al consumo, +0,227 euro/litro imposte e -0,006 euro/litro prezzo industriale; – la media di giugno 2016 registra uno “stacco” con l’Unione Europea per il prodotto gasolio così determinato: +0,195 euro/litro prezzo al consumo, +0,215 euro/litro imposte e -0,020 euro/litro prezzo industriale.

Questi dati risultano effettuando il calcolo dello “stacco” per differenza tra dato Italia del prezzo al consumo, delle imposte e del prezzo industriale, e quello della media aritmetica (e non già ponderale in base ai volumi dei consumi dei diversi Stati, come si è spiegato sopra) delle stesse grandezze di tutti i 28 Paesi dell’Unione ed indipendentemente alla loro appartenenza

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figisc anisa confcomMercio all’area monetaria euro o meno, in quanto tutte le grandezze sono espresse in euro/litro), nonché per il prodotto benzina tenendo conto dell’imposta comprendendovi, oltre all’accisa nazionale, l’incidenza ponderata delle addizionali regionali.

In somma sintesi: nel 2016 in Italia il prezzo della benzina mediamente è stato superiore di 22,0 cent/litro e quello del gaso-

lio di 18,8 cent/litro alla media comunitaria del prezzo di questi due prodotti, e mentre il prezzo senza imposte risulta inferiore alla media comunitaria di 0,6 cent/litro per la benzina e di 2,5 cent/litro per il gasolio, le imposte sono più elevate della media comunitaria per 22,6 cent/litro per la benzina e per 21,3 cent/ litro per il gasolio.

UNA GIORNATA DI PREZZI IN PROVINCIA DI ROMA I prezzi di un giorno nella rete distributiva delle maggiori province italiane è l’argomento di una serie di articoli che pubblicheremo prossimamente e che iniziano da questo numero partendo dalla provincia di Roma (dal 2015 rinominata Città Metropolitana), che con oltre 4,310 milioni di abitanti, di cui quasi 2,865 milioni concentrati nella città capitale, è la più popolosa del Paese.

I dati prescelti sono quelli della giornata di giovedì 14 luglio 2016, quali rilevati dalla rubrica Focus di Quotidiano Energia, che giornalmente elabora i dati dell’Osservatorio Prezzi Carburanti del MISE. Nella giornata in oggetto sono stati elaborati sia i prezzi della benzina per n. 679 impianti per la modalità self e per n.

549 per la modalità servito che quelli del gasolio per n. 677 impianti per la modalità self e per n. 582 per la modalità servito.

Oltre ai prezzi medi per ciascuno dei marchi petroliferi delle major (Agip Eni, Api Ip, Esso, Q8 Kupit, Repsol, ex Shell, Tamoil e TotalErg) e di quelli connessi alla loro filiera (come è il caso di Retitalia) presenti nell’anagrafica dell’Osservatorio, considerati nel loro insieme come “rete colorata”, sono stati anche elaborati dei raggruppamenti distinti per la rete Grande Distribuzione-GDO (Auchan, Carrefour, Conad), mentre gli indipendenti sono stati raggruppati nella rete no-logo, nel quale sono inserite non solo le “pompe bianche” che non si fregiano di un marchio, ma anche quelle che invece sono in anagrafica con la propria insegna (7 sette, Blf, Blu Fuel, D’Amico, Edra Oil, Enerpetroli, Fiamma 2000, Icm, MyOil, Oil Italia, Petrol Fuel, Socomci e Toil).

I dati sono esposti nelle seguenti due tavole, distinte per prodotto, con i prezzi disposti in ordine decrescente: PREZZI BENZINA – 14.07.2016

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PREZZI GASOLIO – 14.07.2016

Dai dati elaborati per i punti vendita, il peso percentuale della rete colorata oscilla tra l’89,5% e l’89,7% (a seconda dei prodotti) del totale per la modalità self e tra l’81,6% e l’82,1% del totale per la modalità servito; il gruppo no-logo vale il 9,8÷9,9% del totale per la modalità self e il 17,7÷18,2% per la modalità servito; la rete GDO pesa solo uno 0,2÷0,6%.

Il livello dei prezzi è mediamente nel complesso della rete pari a 1,480 euro/litro per la benzina self ed a 1,580 euro/litro per la benzina servito, a 1,308 euro/litro per il gasolio self ed a 1,402 per il gasolio servito. Sopra questa media generale si posiziona ovviamente la media della rete colorata con valori di 1,483 euro/litro per la benzina in self (punte massime di 1,640), 1,600 per quella in servito (punte massime di 1,664), 1,311 per il gasolio in self (punte massime di 1,465) e 1,422 in servito (punte massime di 1,483). Sotto la media generale si posiziona la media della rete no-logo: 1,456 euro/ litro per la benzina in self, 1,489 per quella in servito, 1,279 per il gasolio in self e 1,312 in servito; ancora maggiormente inferiore sono i valori medi della rete GDO: tra 1,399 e 1,415 euro/litro per la benzina, tra 1,239 e 1,245 per il gasolio (tra l’altro, in funzione della diversità del numero dei punti vendita che applicano le due diverse modalità (il servito lo fa un solo impianto), i prezzi in servito in questo gruppo risultano inferiori alla media dei prezzi in self).

La differenza dei prezzi tra la media della rete colorata e la media di quella no-logo vale circa 2,6÷3,3 cent/litro a seconda dei prodotti nella modalità self (valore che sale a 6,6÷6,7 cent/ litro nel confronto con la media della rete GDO), nella modalità servito il delta tra la media della rete colorata verso la media di quella no-logo pesa per 11,0÷11,1 cent/litro, mentre sulla media della rete GDO sale fino a 18,3÷20,1 cent/litro.

Il delta medio tra prezzi in servito e prezzi in self nella rete colorata ammonta a 11,1÷11,8 cent/litro (con punte di 16,6÷17,4 per Q8 Kuwait, 14,0÷14,3 per Agip Eni e 12,2÷12,3 per Api Ip), un dato che scende a 3,3÷3,4 cent/litro nella media della rete no-logo.

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