Area di servizio 7 2017

Numero 7 - anno 19 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

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AMPLA MAI PIÙ SENZA AD BLUE

AQUARAMA UNA APP PER CRESCERE

CECCATO ANCHE A TORINO VINCE LA QUALITÀ

DEGAMA DA PARIGI CON ENTUSIASMO

DELTA A PROPOSITO DI AMBIENTE

EASY CARE TANTE SOLUZIONI TANTE OPPORTUNITÀ

FAVAGROSSA PARTNERSHIP E LAVAGGIO AL TOP

FORTECH CORRISPETTIVI SOLUZIONI SMART

ISTOBAL ATTENZIONE ALL’AMBIENTE

MARES EFFICIENZA ENERGETICA

MARK APP E IPERAMMORTAMENTO

MDS UN SOFTWARE PER I GESTORI

REV MILANO CHE PACCHIA PER LO SHOP

WASHTEC A BUSNAGO SELF O SERVITO

NOTA AI GRUPPI PARLAMENTARI ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

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Aquarama: una app per crescere... e che crescita!

Faib Fegica Figisc: Nota ai gruppi parlamentari

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Degama: da Parigi con entusiasmo

Delta: a proposito di ambiente

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WashTec: self o servito a Busnago c’è

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Editoriale

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Fortech: invio online dei corrispettivi, ecco le soluzioni smart

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News

Istobal: auto pulite ma anche attenzione all’ambiente

Easy Care: tante soluzioni tante opportunità

Mark: app e iper-ammortamento come semplificarsi la vita

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Ceccato: anche a Torino vince la qualità

Favagrossa: partnership per un lavaggio al top

Ampla: mai più senza Ad Blue

Mares: efficienza energetica ecco la soluzione

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MDS: un software dedicato per aiutare i gestori

Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio

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REV Milano: profumi di qualità che pacchia per lo shop

Il Mercatino di Area di Servizio

Direttore Responsabile Massimo Cicalini – Caporedattrice Paola Sala Comitato di Redazione Stefano Cantarelli, Massimo Cicalini, Maurizio Micheli, Alberto Mondinelli, Luca Squeri.

Collaboratori Attilia Formigoni, Elda Frigerio, Elio Giabba, Nicoletta Lega, Andrea Pietrarota, Nicola Polidoro, The Editor (Editing), Arlina Rabbiacci, Mario Rota, dagli USA Brian Campbell.

Editore: ADV Spazio Srl, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031- Fax 02-450.72.949 e-mail: areadiservizio@advspazio.it. – web: www.areadiservizio.net – : areadiservizio.carburanti.autolavaggi Pubblicità: ADV Spazio Srl - via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031 - Fax 02-450.72.949 e-mail: advspazio@advspazio.it.

Impaginazione: Daniele Rizzi – e-mail: waikikidesign@gmail.com – Fotolito e stampa: Pinelli Printing Srl Registrazione Tribunale di Milano n. 696 del 10/11/99 L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati degli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ADV Spazio, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 MIlano.

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La parola magica di questi tempi è APP. Forse, come spesso succede, se ne abusa un po’, ma è sintomatica di una rivoluzione che, lentamente ma inesorabilmente, sta cambiando il modo di lavorare sulle aree di servizio. L’informatizzazione degli impianti a tutti i livelli sta introducendo una serie di novità che negli ultimi tempi stanno diventando sempre di più e sempre più interessanti.

Certamente eventi “esterni”, come l’invio dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate, hanno accelerato questo processo, ma è indubbio che si è imboccata una strada dalla quale è impossibile, non solo tornare indietro, ma anche solo cercare di stare fermi. Informatizzare vuol dire semplificare il lavoro, fornire più servizi ai clienti, in altre parole incrementare il proprio business creando nuova redditività in prospettiva futura.

Perché il problema è proprio questo: il futuro. Il settore della distribuzione petrolifera è attraversato da molteplici tensioni, dal continuo cambio di attori nella rete, all’introduzione di sistemi di trazione alternativi, dal gas all’elettrico, che si fa sempre più pressante. Il mondo degli autolavaggi sta conoscendo pure una serie di accelerazioni, legate soprattutto alle normative fiscali e ambientali sempre più stringenti, che in pratica costringono gli operatori del settore a essere altrettanto attenti all’evoluzione del mercato quanto i colleghi delle stazioni carburanti, e spesso le due figure si sovrappongono.

Avere un quadro completo di quello che offre e si muove sul mercato diventa quindi sempre più indispensabile ed è questa la missione che Area di Servizio si è data fin dalla sua nascita, quasi vent’anni fa. Un impegno che ci siamo presi con i nostri lettori e che continuiamo a mantenere con la massima attenzione, anche aggiornando quotidianamente e in tempo reale la nostra pagina Facebook, con dirette video e le notizie che riguardano il nostro settore. Per i resoconti dal Car Wash Show di Amsterdam e da Oil&nonoil Roma vi rimandiamo al prossimo numero, ma su questo avrete comunque tanto da leggere e tante novità da scoprire.

Buona lettura

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Massimo Cicalini

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ECONOMIA & LAVORO

FAIB, FEGICA E FIGISC: NOTA AI GRUPPI PARLAMENTARI Faib, Fegica e Figisc hanno inviato una nota ai Gruppi Parlamentari incentrata sullo stato di grave crisi del settore. I punti salienti sono dedicati alla rete, all’illegalità che ne accentua il declino, all’escursione del delta prezzo tra le modalità di servizio, alle condizioni contrattuali dei gestori, ai costi della moneta elettronica e alle prospettive per una rete rinnovata alla luce delle diverse scelte energetiche e ambientali.

Egregio Onorevole, la rete di distribuzione carburanti in Italia, che garantisce il diritto alla mobilità di persone e merci, oggi presenta i tratti di una rete distributiva in una forte fase involutiva.

La realtà strutturale della rete carburanti in questo fine 2017 evidenzia un’accentuazione del processo di polverizzazione della proprietà dei punti vendita che, in combinazione con il loro eccessivo numero, non ha eguali in Europa.

Così, per un verso, con 23.000 punti vendita, la rete italiana ha un erogato medio di appena 1.345 mila litri, ben al di sotto degli indici di redditività media registrati nel resto d’Europa.

Dall’altro corrisponde una straordinaria proliferazione di operatori “privati” (vale a dire, non integrati sul piano industriale) e relativi marchi – oltre 150, secondo i dati dell’Osservatorio del Ministero dello sviluppo economico – che ormai controllano circa il 60% della rete di vendita.

Ad oggi dunque più della metà del mercato è in mano a privati e la parte residua ad Eni, Q8, TotalErg, ApiIp, Tamoil.

In questo scenario l’industria petrolifera sta rapidamente abbandonando il mercato italiano.

In particolare, il nostro Paese assiste senza alcun tipo di reazione politica alla fuga delle grandi multinazionali del petrolio: prima Shell, poi ExxonMobil, ora Total.

Ulteriore dato allarmante è l’indice di anzianità degli impianti con punti vendita vecchi, con più di 40 anni, che riguarda il 40% della rete e che si accompagna al fatto che oggi un impianto su quattro eroga meno di 400 mila litri l’anno.

Da tutto ciò dovrebbero scaturire almeno due riflessioni di carattere generale che investono direttamente la funzione regolatoria e legislativa di Governo e Parlamento.

Da un primo punto di vista, anche tenuto conto del notevole ritardo con il quale è stato approvata la “legge sulla concorrenza” che la rende di fatto già inadeguata, oltre a vigilare sulla corretta attuazione delle previsioni in essa contenute in ordine alla chiusura degli impianti cosiddetti incompatibili o insicuri, appare indispensabile immaginare immediatamente un iter legislativo che, allo scopo di ristrutturare la rete di vendita, si ponga l’obiettivo vincolante di chiudere gli impianti inefficienti, vale a dire sotto una certa soglia di

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erogato e privi di una adeguata struttura capace di offrire attività e servizi integrativi alla distribuzione carburanti.

Da un secondo punto di vista, è necessario “indagare” se non dipenda dall’evidente allentamento del sistema regolatorio e del rispetto della legalità a consentire la proliferazione di “nuovi operatori” o anche la “sopravvivenza” di impianti evidentemente improduttivi ed inefficienti, in un mercato tanto depresso da costringere alla fuga gli investimenti delle aziende petrolifere integrate.

Declino e illegalità sono un binomio in crescita. Siamo di fronte a una struttura completamente depauperata e inefficiente, in cui si sono fortemente contratti i consumi, ridotte le marginalità, amplificando le forti improduttività e incapacità di investimento, conseguenza questa che ha

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prodotto un continuo e radicale impoverimento degli asset industriali. Una rete in cui si è diffusa l’illegalità, sia in termini di quantitativi dei prodotti introdotti in evasione di Iva e accise, sia in termini qualitativi (gasolio tagliato con oli combustibili esenti da imposte di fabbricazione), sia in termini di regole di sistema (sfruttamento e lavoro nero, dumping contrattuale...). Con effetti negativi sia sui prezzi che sulla redditività delle imprese. Questo si manifesta in termini di concorrenza sleale e violazioni contrattuali, producendo una contrazione della redditività per il sistema che si riflette sui mancati investimenti, anche in termini di innovazione dei prodotti meno inquinanti.

Pubblicizzazione dei prezzi, forbice tra prezzo self e servito. La frenesia con la quale si è cercato di forzare l’ingresso di nuovi operatori, con l’obiettivo di aumentare la concorrenza e quindi avere un prezzo più vantaggioso ha finito per disorientare il consumatore stesso a scapito di un sistema di regole e controlli sia sulla qualità dei carburanti che sulla pubblicizzazione dei prezzi.

L’attenzione spasmodica e motivata esclusivamente da esigenze comunicazionali di cui è stata oggetto la norma che prevede la pubblicizzazione del prezzo più basso visibile dalla carreggiata, ha prodotto una lievitazione dei prezzi tanto ingiustificata quanto opaca per il consumatore sia dei prodotti a basso impatto ambientale, disincentivandone l’acquisto a scapito dell’inquinamento, sia delle vendite in modalità servito.

Indipendentemente da qualunque considerazione “sociologica” si creda opportuna, si ha il dovere di considerare che il mercato italiano è caratterizzato da una “domanda di servizio” del consumatore che non può e non deve essere né sottovalutata, né ingiustamente penalizzata o, peggio, truffata.

Nei fatti, invece, l’impianto regolatorio attuale consente che lo stesso identico prodotto, semplicemente perché distribuito con il servizio di un operatore (il gestore) che provvede al rifornimento, possa essere venduto presso il medesimo punto vendita con un prezzo superiore anche di 40 centesimi rispetto a quello pubblicizzato sulla strada.

In altre parole, non è raro il caso che – senza violare alcuna norma attuale – un automobilista “attirato” dal prezzo esposto all’esterno, sia costretto a pagare fino a 20 euro in più per un pieno di carburante, se una volta entrato in quel punto vendita volesse essere servito.

Se si considera, poi, che di quei 40 centesimi al litro in più, solo due servono a “pagare” il costo di chi il servizio lo offre (il gestore), si ha chiaro il livello di penalizzazione e di inganno a cui sono soggetti i consumatori in generale e le fasce di automobilisti più esposti (portatori di handicap, anziani, donne ecc.).

Oltre a questo, non sfugge come il forzato allontanamento della domanda dal servizio si ritorce negativamente sull’economia della gestione e sulla capacità occupazionale della rete, oltreché sulla qualità del servizio offerto e persino sul minimo di assistenza e presidio necessario.

Le condizioni contrattuali dei gestori, comprese quelle economiche, sono regolate dalle leggi dello Stato (D. Lgs. 32/98; L. 57/2001; L.27/2012) che espressamente affidano obbligatoriamente (stante l’evidente squilibrio esistente tra le parti) la loro determinazione alla contrattazione collettiva tra i proprietari delle reti/fornitori e le organizzazioni di categoria dei gestori.

Tuttavia, considerata l’assenza di una sanzione specifica e dell’estrema riluttanza del Ministero dello sviluppo economico ad attivare le prerogative che lo stesso impianto 7/2017

normativo pure gli affida, le suddette leggi vengono ormai quasi sistematicamente disattese.

Si tratta di un fenomeno tanto grave perché sclerotizza comportamenti palesemente illegali, quanto dilagante perché, se interessa, quasi “fisiologicamente”, solo una parte della rete di proprietà delle aziende petrolifere, travolge completamente senza alcuna eccezione il rimante 60% della rete, su cui non è ormai eccessivo parlare di “caporalato petrolifero”.

Gli effetti si manifestano con l’estromissione forzata delle stesse gestioni dagli impianti regolarmente contrattualizzate, al cui posto vengono utilizzati addetti senza contratto o, nella migliore delle ipotesi, precarizzati attraverso il ricorso a contratti illegali e/o in violazione degli accordi collettivi imposti dalla legge.

Le conseguenze, pure di per sé stesse gravissime, non si limitano agli effetti drammatici in termini di redditività e occupazione (-15.000 occupati negli ultimi cinque anni), ma si ripercuotono inevitabilmente sul grado di correttezza della competizione e quindi di violazione evidente delle regole del mercato, oltreché riflettersi sul mancato gettito erariale cha tali violazioni portano di conseguenza.

In assenza della piena assunzione di responsabilità della Politica nel ridare legalità al settore, il pericolo più concreto è che anche chi, per scelta o necessità, si è attenuto alle “regole” si orienti verso modelli operativi per mezzo dei quali poter riassorbire lo svantaggio competitivo sofferto nei confronti di quanti hanno e continuano a sfuggire alla regolamentazione di legge.

Il caso Esso è lampante: con la vendita a pacchetti della sua rete a “piccoli operatori”, l’azienda si garantisce la permanenza del marchio, lo sbocco al mercato dei suoi prodotti, la salvaguardia delle sue politiche commerciali e, allo stesso tempo, si serve – poco importa se consapevolmente o

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meno ai fini del mercato e dell’interesse collettivo prevalente – del comportamento disinvolto dei medesimi “piccoli operatori” che non si ritengono vincolati (incredibile ma vero) alle leggi dello Stato.

Prevedere un costo di distribuzione. Alla luce di quanto appena esposto, occorre dunque stabilire in forza di legge, con contrattazione nazionale di primo livello tra la rappresentanza dei gestori e la rappresentanza dei titolari di autorizzazioni (compagnie e retisti), un “costo di distribuzione minimo” valido erga omnes quale remunerazione di base dell’attività prestata.

Su questo poi innestare una negoziazione aziendale di secondo livello attraverso la quale integrare ed adattare la regolazione di base alla specifica realtà del singolo marchio e al complesso rapporto che lo lega all’attività del gestore.

Non sembra più negabile, infatti, che il corretto dispiegarsi della concorrenza e la tutela del consumatore passino necessariamente attraverso il pieno rispetto delle norme che regolano anche e soprattutto l’estremo livello della filiera della distribuzione carburanti ed il rapporto tra proprietario dell’impianto/fornitore e gestore, sia in termini di rispetto delle condizioni contrattuali ed economiche, che di fornitura dei prodotti a condizioni eque, non discriminatorie e competitive.

Costo della moneta elettronica. A maggior ragione dopo l’introduzione delle norme che impongono l’accettazione della moneta elettronica per ogni livello di transazioni, è necessario individuare interventi che rendano ragionevoli i costi sopportati dai gestori.

Nello specifico della distribuzione carburanti, dove il carico fiscale (accisa+Iva) incide per due terzi del prezzo finale, il “margine del gestore” è solo del 2% e la rimanente parte rimane al proprietario/fornitore, il costo dell’utilizzo della moneta elettronica arriva a erodere persino la metà del reddito lordo del gestore: un peso oggettivamente insostenibile e ingiusto.

Lo sviluppo della moneta elettronica è fondamentale.

Ciò potrà favorire uno sviluppo qualitativo e commerciale degli impianti e intensificare l’azione di contrasto dell’illegalità e della pratica di concorrenza sleale e di controllo della qualità certificata dei prodotti immessi al consumo.

Ma perché ciò sia compatibile con la struttura del mercato relativo e realizzabile attraverso l’adesione degli operatori

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(a cui non si può chiedere di lavorare gratis) occorre introdurre adeguati correttivi – magari attraverso lo strumento del credito d’imposta – che sterilizzi la parte di commissioni che in percentuale grava attualmente sul gestore per effetto di una composizione del prezzo dei carburanti del tutto originale.

In altre parole, l’attuale situazione determina un’inversione delle regole fin qui seguite per la riscossione delle imposte: agli uffici di esazione si riconosce una percentuale sull’incassato (o, comunque, diritti di esazione) mentre dai Gestori si pretende che l’incasso dell’accisa e dell’Iva avvenga a carico di chi presta il servizio. Per evitare situazione di vera e propria crisi del comparto – che si aggiungerebbero a quelle già illustrate – la strada non può che essere quella di “rifatturare” a ciascuno dei soggetti (Erario e compagnie petrolifere) l’onere gravante sulle transazioni con carte di credito lasciando che il Gestore paghi la commissione sulla sua quota (2% dell’intero importo), ovvero introdurre un costo del servizio da addebitare ai consumatori ad ogni singola transazione. Altre strade, non appaiono percorribili, se non quella di rifiutare l’accettazione della moneta elettronica (che oggi vale circa il 40% dell’erogato), considerato che le vendite in perdita non possono essere richieste.

La nuova rete. Si delinea in questo processo la necessità di favorire cicli di strutturazione dei soggetti imprenditoriali che operano nel settore, favorendo anche forme di aggregazione per produrre economie di scala, anche gestionali e l’incentivazione al ricorso all’introduzione di prodotti più ecologici che consentano di contribuire a contrastare l’inquinamento urbano.

Prodotti innovativi, colonnine elettriche, prodotti ecocompatibili, nuovi derivati dalla ricerca, scongiurando scorciatoie fatte di incentivi a carico della collettività a favore di una mobilità elettrica che sarebbe una forzatura delle dinamiche di mercato e senza ritorno per il nostro paese.

Come si comprende dall’analisi svolta dei diversi profili, osservati dal nostro punto di vista, risalta in modo inequivocabile una latitanza prolungata delle istituzioni governative.

Da ciò Faib, Fegica e Figisc fanno discendere la necessità di aprire subito un tavolo istituzionale con le forze politiche e il Governo finalizzato ad aprire un percorso politico in cui affrontare le varie problematiche evidenziate con tutta la filiera.

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AUTOLAVAGGI

UNA APP PER CRESCERE...

E CHE CRESCITA! Una App per dialogare con l’Agenzia delle Entrate e semplificare le pratiche burocratiche, questa è la novità proposta da Aquarama che chiude un anno davvero eccellente.

Abbiamo incontrato Davide Bosio, L’AD di Aquarama, che non nasconde la soddisfazione per i risultati commerciali, ma prima di tutto ci tiene a presentare la novità di quest’ultimo scorcio d’anno. Non è un’innovazione nel campo degli autolavaggi, bensì permetterà di semplificare l’esplicazione di una pratica burocratica che si aggiunge ai tanti doveri imposti ai gestori degli autolavaggi: la comunicazione all’Agenzia delle Entrate degli incassi delle macchine automatiche che ricevono denaro contante.

Una App semplice semplice: Semplificare la vita al gestore deve essere l’obiettivo di ogni costruttore di autolavaggi e sicuramente questa App assolve perfettamente al compito che le è stato assegnato.

“Abbiamo sviluppato un sistema per dialogare con l’Agenzia delle Entrate e inviare i corrispettivi – spiega Bosio –. È una App molto intuitiva e facile da usare, l’invio dei dati è semplicissimo.

Abbiamo voluto investire in questa soluzione per dare un servizio completo ai nostri clienti che già utilizzano la tecnologia Aquarama. Inoltre, l’App può essere utilizzata anche con casse terze, da qualunque altro accettatore o start lavaggi, possiamo dire che è universale. Così entro la fine dell’anno i nostri clienti saranno aggiornati e potranno ottemperare alle norme vigenti.

Gli step per la sua attivazione sono fondamentalmente tre. La geolocalizzazione di tutte le casse, dove per casse si intendono tutti gli accettatori che ricevono soldi, sia cartacei sia monete.

Tutte queste macchine devono essere censite e geolocalizzate tramite la App installata su uno smartphone che forniamo noi già pronto con il sistema caricato. Una volta effettuato questo passaggio viene generato un QR Code che dovrà essere apposto sulla cassa.

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Davide Bosio

Una volta che gli accettatori sono censiti e geolocalizzati, con lo smartphone si legge manualmente il QR Code che rileva l’incasso. L’App lo memorizza insieme agli altri dati che poi dovranno essere spediti all’Agenzia delle Entrate.

La App che forniamo è molto semplice e una volta che la macchina è stata censita, l’operazione di rilevazione e invio è quasi automatica.

Con questa App Aquarama ha voluto dare un servizio completo ai propri clienti creando una soluzione moderna e di facile intuizione. A partire dal 2022 invece, tutte le casse trasmetteranno in modo automatico i dati all’Agenzia delle Entrate la quale acquisirà informazioni direttamente dalle casse o dagli start lavaggio”.

Resta solo da ribadire che la App di Aquarama funziona con tutte le apparecchiature di qualunque marca e che per richiederla basta contattare direttamente Aquarama.

Un anno da incorniciare Ci avviciniamo alla fine dell’anno, è inevitabilmente tempo di bilanci e Davide Bosio non si fa pregare... “In gennaio avevamo fatto un pronostico su quest’anno – racconta –, l’anno era partito ancora meglio del 2016 che, come sappiamo, era stato un anno record. Ormai possiamo tirare la linea di fine anno, i fatturati che abbiamo ora sono quelli delle consegne di dicembre. Quindi possiamo dire che l’anno si è concluso in modo estremamente positivo, mi aspettavo dei volumi pari a quelli dello scorso anno e invece abbiamo avuto ancora un incremento di più del 10% sul mercato nazionale e anche l’estero ha dato ottimi risultati.

In generale, anche dopo il confronto che ho avuto con altri costruttori a Oil&nonoil Roma, posso affermare che la soddisfazione per l’andamento del mercato nazionale è generale, nel senso che è stato un anno di crescita 7/2017

per tutti e Aquarama ha conquistato una quota di mercato superiore. L’unico vero punto interrogativo, anche se al momento gli ordinativi per l’anno prossimo ci sono già, è cosa succederà nel 2018 in merito agli incentivi. Sarà quindi molto interessante cercare di capire quale sarà la reale portata della ripresa, se finiranno infatti gli incentivi potrebbe esserci una frenata. Nel frattempo però godiamoci questo momento, si portano a casa ordini, si installano macchine, il brand cresce.

Molto importante è anche notare che, sia sul mercato nazionale sia su quello

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europeo, c’è stato un orientamento verso una gamma più alta. Mentre prima c’era un 70% di macchine di gamma medio-bassa, ora siamo arrivati a un 55% di macchine di gamma medio-alta contro un 30% dell’anno scorso. È un chiaro segnale che, oltre alla crescita di macchine di fascia medio-alta, il mercato è florido e i lavaggisti sono contenti dei risultati e quindi possono investire anche in macchine con prestazioni e costi superiori perché il mercato è sano e vivace. Una tendenza confermata anche dalle piste: c’è un piccolo risveglio ma sostanzialmente si lavora di più con

i portali; si fanno le sostituzioni di vecchi impianti e nuove macchine ma non con la foga di 15 anni fa.

In generale c’è quindi un aumento della professionalità, quando si vendono macchine di un livello superiore normalmente vuol dire che il gestore è contento dei volumi e quindi “rischia” un investimento leggermente più importante per una qualità superiore e mantenere il trend”.

Per info: info@aquarama.it Massimo Cicalini

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AUTOLAVAGGI

ANCHE A TORINO VINCE LA QUALITÀ Giuseppe Spinnato è un fedelissimo Ceccato: il Pegasus Tech Premium che ha appena installato è il sesto portale di questa casa che sceglie e ci spiega perché.

La domanda non dobbiamo neanche porla, perché è Giuseppe Spinnato, titolare con Antonio D’Agostino dell’impianto multicarburanti e autolavaggio di Torino, in zona Mirafiori, che entra subito nel merito: “Io qui sono gestore dal 1980 e nel 1984 ho acquistato il mio primo lavaggio Ceccato. La stazione era stata ristrutturata ed è stato installato l’autolavaggio che prima non c’era. Era un portale Ceccato Oceanic che, dopo due anni, è stato sostituito perché il lavoro era iniziato a crescere e ci voleva un impianto più produttivo. La scelta è quindi caduta sul Ceccato Tandem, un doppio portale. Dopo circa sette anni lo abbiamo sostituito con un Ceccato Challenger e, dopo una decina d’anni, ecco un Ceccato Super Challenger. Dopo altri nove anni invece è stata la volta di un Ceccato Hyperion e quest’anno, a settembre, abbiamo montato questo nuovo Ceccato Pegasus Tech Premium.

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Da sinistra: Giuseppe Spinnato e Antonio D’Agostino

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Inutile sottolineare che sono fedele al marchio Ceccato e non ho mai voluto cambiare, perché mi sono sempre trovato bene con le macchine, con chi me le ha vendute e con l’assistenza. Devo dire che sono lavaggi che non arrugginiscono mai, anche nelle parti più nascoste, hanno pochissimi problemi e la componentistica è di facile reperibilità.

Più di 30 anni di Ceccato: scherzando, il vecchio venditore De Lucchi, mi diceva che io sono “una piccola petrolifera” perché ho comprato più lavaggi io di una compagnia petrolifera. È una scelta di famiglia, perché anche i miei fratelli hanno comprato autolavaggi Ceccato, in totale ne abbiamo acquistati 10. Noi “nasciamo” come famiglia di benzinai: abbiamo iniziato nel 1970 e poi abbiamo proseguito tutti in questa attività, mio padre e mio fratello erano qui prima di me, dal 1973, quando la stazione era ancora Aral e poi Mobil Oil”.

Il Pegasus Tech Premium in azione “Di questo nuovo impianto sono molto contento e sono felice di averlo acquistato – prosegue Spinnato –. La sostituzione del vecchio è stata veloce, in quattro giorni era installato e funzionava. Ci sono un po’ di innovazioni, come la robottina del lavaruote che

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eroga prodotto cerchi mentre gira, aumentando il potere di penetrazione del chimico; inoltre la macchina può fare vari tipi di lavaggio, da quello semplice, che è solo la spazzolatura e l’asciugatura, al finale con polish, alta pressione ed emollienti. Le spazzole sono fantastiche perché non segnano assolutamente le auto e lavano bene: le avevo già in neoprene, ma queste hanno le verticali modificate in basso dove vanno a lavare la parte bassa della carrozzeria e le ruote, lavano meglio.

Poi c’è l’alta pressione nel lavaruote che lava anch’essa i fianchi, con l’alta pressione inclinata verso l’alto fa tutto il fianco ed è bella da vedere, perché sembra una giostra, piace ai clienti oltre a essere efficace. Le robottine sono molto apprezzate dalla clientela, mi sono accorto che c’è gente che viene dall’altra parte di Torino per lavare l’auto in self quando siamo chiusi la domenica o il sabato pomeriggio. Questa è una zona semicentrale, Mirafiori Sud con il Fiat Motor Village di fronte. Questo anche per Ceccato è sicuramente un fiore all’occhiello, perché in una delle zone più rappresentative di Torino ha piazzato un impianto di assoluta avanguardia. Siamo anche uno dei pochi impianti con il gpl in città, a Torino siamo in cinque; per fortuna abbiamo “le distanze” dalle case e dalla strada.

Eroghiamo 3 milioni e mezzo di litri di gpl, servito dalle 7,30 alle 19,00 e poi in self, in pratica gli orari coincidono con quelli del lavaggio. Ci sono molti clienti che, mentre sono in coda per il gpl, vedono noi e l’impianto lavorare, si informano sul lavaggio e poi la volta successiva lavano anche loro l’auto.

Anche con il lavaggio facciamo il servito durante l’apertura e quando siamo chiusi lo mettiamo in self.

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CECCATO PEGASUS TECH PREMIUM Pegasus Tech è più imponente e quindi più visibile.

I display laterali “conducono per mano” il cliente, mentre quelli posti sia nella parte anteriore che posteriore si trasformano da elementi d’informazione in strumenti di promozione e in segnali di richiamo.

Le dimensioni contenute consentono di ottimizzare gli spazi e facilitano l’installazione in aree ristrette o preesistenti. Grazie agli erogatori di schiuma retrattili si possono guadagnare 30 cm. La conformazione Large è ottimale per le vetture di maggior volume come i suv e garantisce sicurezza e qualità anche in self-service.

Profil Tech è un sistema intelligente e sensibile che, mediante uno scanner, rileva e memorizza con precisione i particolari adeguando istantaneamente le componenti di lavaggio e asciugatura. Profile Tech integra queste caratteristiche con il sistema Smart Shape (controllo intelligente delle spazzole) in modo che pick-up, ski box, porta biciclette non siano, anche in self-service, più un problema.

Wheel Master è il sistema dedicato al lavaggio delle ruote e di tutte le parti basse delle vetture, arricchito da una coppia di ugelli ad alta pressione. Completamente di acciaio inox supporta diverse combinazioni d’impiego: sola erogazione del detergente, sola alta pressione, sola

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spazzolatura o la loro combinazione. Robo Wash è un ugello rotante e oscillante che, posto a fianco del lavaruote, consente un ottimo lavaggio delle parti inferiori e del passaruota.

La versione Premium si caratterizza per l’azione del dispositivo orizzontale, dotato di barre di sicurezza longitudinali, che esegue le fasi di prelavaggio, lavaggio e asciugatura. Il dispositivo asseconda perfettamente e in modo sicuro il profilo delle vetture che viene memorizzato in tempo reale. Ne risulta un movimento, quasi una pennellata, fluido, uniforme ed efficace che offre al cliente una sensazione di sicurezza e massima cura per il suo veicolo. La possibilità di programmare e ottimizzare, come ogni altro componente di Pegasus Tech, i cicli di ripasso dell’alta pressione, dell’emolliente e dell’asciugatura assicura un’evidente contrazione dei tempi di lavaggio garantendo la massima pulizia.

TSD Turbo Side Dryer (standard nella configurazione Premium) è la soluzione per eliminare “il punto morto” nelle fasi di asciugatura: infatti abitualmente l’incrocio delle correnti verticali e orizzontali crea un vortice che la rende meno uniforme. TSD si innesta tra le due correnti eliminando il vortice per asciugare meglio il veicolo.

L’asciugatura laterale a tutta altezza è di serie.

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In automatico proponiamo il lavaggio con polish, alta pressione, emolliente a 14 euro; poi c’è un altro programma alta pressione, cera, asciugatura e lavaggio a 7 euro; uno solo alta pressione, spazzole, lavaggio e asciugatura a 6 euro e uno senza spazzole e solo alta pressione a 6 euro, ideale per le auto poco sporche”.

“L’assistenza è eccellente, è sempre la stessa e mi trovo bene – ribadisce Spinnato –. I programmi li ho decisi con il tecnico che ha montato l’impianto ma, man mano che lavoriamo, li posso modificare con facilità. I tempi di lavaggio della macchina quando facciamo

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il servito sono di circa quattro minuti e mezzo, che per fare un buon lavaggio considerando che le pretrattiamo, sono sufficienti. Con il self siamo tra i cinque e i sei minuti, un po’ più lungo perché c’è l’emolliente e l’alta pressione. Negli orari del servito, prepariamo l’auto con le lance e il maialino, non facciamo il programma completo a meno che non ci siano i cerchi in lega particolarmente sporchi. Naturalmente il servito comprende un’accurata pulizia degli interni e sono in molti che vengono con auto di pregio, gente che tiene alla propria vettura; naturalmente poi ci sono altri clienti che scelgono

solo il self e vogliono anche l’aspirapolvere in self. Il portale rimane in funzione tutta la notte perché è abbastanza silenzioso, ci sono le distanze anche per questo e, trovandoci all’angolo di due importanti corsi (Orbassano e Tazzoli), il rumore della strada copre quello dell’impianto. Forse, rispetto ai vecchi impianti l’asciugatura è più potente ed efficace, anche perché è dotata del Sistema TSD, cioè un deviatore del flusso d’aria superiore che ributta il flusso d’aria superiore verso lo spigolo del tetto dei veicoli più bassi”.

Massimo Cicalini

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AUTOLAVAGGI

DA PARIGI CON ENTUSIASMO Abbiamo incontrato Alessandro Delrosso, Amministratore delegato di Degama, per avere notizie sulla partecipazione dell’azienda italiana a Equip Auto di Parigi e il resoconto è decisamente positivo.

È un Alessandro Delrosso decisamente soddisfatto quello che incontriamo negli uffici della Degama a Occimiano.

L’Amministratore delegato dell’azienda, che sta rilanciando con successo il glorioso brand Autoequip, è reduce da Equip Auto, l’importante rassegna francese del mondo dei servizi automotive che tiene da sempre gli autolavaggi in grande considerazione.

L’edizione 2017, che si è tenuta come

di consueto al Paris Expo Porte de Versailles nella capitale francese, ha confermato il buon trend del mercato transalpino, ma soprattutto il successo dei prodotti Autoequip che Degama ha presentato.

Una partecipazione di successo “Equip Auto è stata una fiera estremamente positiva – spiega Delrosso –, soprattutto riferita al mercato francese

che ha riservato molta attenzione alle macchine che abbiamo presentato.

Abbiamo venduto in fiera, cosa molto rara, quattro macchine a clienti che sono arrivati, le hanno viste e se ne sono innamorati. La cosa che mi ha fatto più piacere è che non ne hanno fatto una questione di prezzo ma piuttosto di qualità, quindi con soddisfazione posso affermare che anche il mercato francese sta puntando alla qualità.

Da sinistra: Mauro Brusco e Marco Marenco di Autoequip, Marco, Adriano e Luca Mezzalana di Tecnolec, Alessandro Delrosso di Degama, Ferruccio Marengo di Autoequip, Alessandra e Carlo Gavotto di Degama

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La Tecnolec Lavages, storico importatore del marchio, con il contributo di Degama ha realizzato uno stand elegante, bello e lineare che ha riscosso un buon successo, dimostrando quanto il “made in Italy” con il suo design e la sua cura dei dettagli può fare la differenza.

Abbiamo presentato un portale Fly nella versione Hidro Touch che, oltre a essere realizzato completamente in acciaio inox, il materiale più apprezzato dai francesi, è una macchina che può lavare il veicolo anche solo con programmi speciali di alta pressione e 7/2017

relativo dosaggio dei prodotti chimici, ma ci sono anche le spazzole che fanno il lavoro finale per chi lo desidera. Una macchina versatile per una proposta di estrema qualità a 360°: se si sceglie il lavaggio solo con l’alta pressione e il prodotto chimico i dosaggi rimangono gli stessi e questa macchina lava già senza spazzole, ma l’azione meccanica delle spazzole, soprattutto per una metropoli come Parigi dove l’inquinamento è più elevato, rimuove meglio il film statico di sporco da smog.

Comunque Degama è tra le poche, o forse l’unica, ad offrire un portale che

abbia delle tipologie di alta pressione tali da poter pulire la macchina senza l’utilizzo delle spazzole, anche se poi la maggior parte della clientela le usa.

Così come non esistono più impianti di sola alta pressione, Degama propone una macchina che offre entrambe le opportunità e risponde a tutte le esigenze del mercato. Per esempio, se c’è una Ferrari da lavare o un fuoristrada infangato, e non li si vuole toccare con le spazzole, il portale Fly può lavarle perfettamente; invece, per una normale vettura se si ha piacere di lavarla nel modo tradizionale, ecco le spazzole.

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Esposto anche un altro portale, il Net per il quale pure può essere richiesta con la doppia opzione appena descritta, ma non sul modello esposto. Abbiamo scelto di esporre due macchine con optional diversi per poterli presentare tutti: infatti, abbiamo oltre 70 optional sui portali Fly e Net, per tutti i Paesi e tutte le necessità. Quindi due macchine con gli optional migliori, una nella versione coperta con il controllo delle porte e l’altra in versione da esterni più classica”.

“Come detto, il riscontro è stato molto positivo e abbiamo avuto un costante afflusso di persone, soprattutto francesi – prosegue Delrosso –. Equip Auto è diventata una fiera prevalentemente dal taglio nazionale e la Francia è un importante mercato dove lo storico il marchio italiano occupa da sempre una posizione di rilievo. Nel fine settimana poi, sono arrivati numerosi operatori di lingua francofona: quindi dal Marocco, Algeria, Tunisia, Belgio, ma abbiamo avuto tante visite anche dal resto d’Europa.

Il tempo era primaverile, circa 25°, quindi si lavava molto e questo ha favorito una affluenza di qualità, un pubblico professionale, non perditempo, gente che voleva concretizzare ed essere contattata a fine fiera per definire l’acquisto. Quindi è stata una fiera frequentata da un pubblico professionale, positiva e lo stand era nel posto giusto al momento giusto, con il rivenditore giusto e i prodotti erano esposti al meglio.

Il marchio Autoequip è sempre stato molto presente in Francia e ora con Degama abbiamo potenziato questo aspetto siglando un contratto di esclusiva con Tecnolec Lavages. Abbiamo voluto la presenza a Parigi del nostro ufficio tecnico per poter rispondere alle esigenze di tutti e stiamo implementando la struttura post-vendita di Degama perché possa dialogare in inglese, francese e spagnolo, condizione indispensabile per sviluppare l’export a 360°; quindi la visibilità in queste fiere è decisamente importante. Abbiamo concretizzato un accordo anche con un subdistributore di Tecnolec Lavages che ha una potenzialità di una quindicina di macchine all’anno e siamo molto soddisfatti perché ne abbiamo già fornite tre, un buon lavoro in prospezione.

Da Amministratore Delegato di Degama sono stato molto soddisfatto della partecipazione a Equip Auto e della partnership con Tecnolec Lavages: è il nostro distributore storico, abbiamo siglato un contratto, ci siamo dati obiet-

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tivi, abbiamo realizzato delle macchine con loro e per il mercato francese e tutto questo è stato ripagato nel 2017, soprattutto nel secondo semestre, con un buon numero di vendite. Significa che siamo sulla strada giusta, non per caso Tecnolec Lavages quest’anno ha stabilito il suo record di vendite in Francia. Sono andati forte con macchine di qualità, non semplici ed economiche, ma impianti con un rapporto qualità/prezzo molto alto. Anche perché l’impronta di Degama, che sia chiaro al mercato, è quella della qualità, non vendere delle macchine da prezzo per entrare nelle bagarre. Noi siamo capaci di dare qualità e affidabilità al cliente, quindi puntiamo ad avere un rapporto qualità/prezzo invidiabile e di competere con le aziende top del settore”.

Lo sguardo al 2018 “Per il 2018 si prospetta un’annata molto interessante – conferma Delrosso –. Il sub-distributore appena citato opera in tutta la Francia con personale tecnico e commerciale e ci ha già supportato in fiera con tre agenti: quindi avevamo il personale per far fronte alle numerose richieste dei clienti, eravamo proprio “sul pezzo”. Devo dire che anche la collaborazione anche con i nostri fornitori è stata molto positiva: abbiamo presentato delle spazzole Morelite nuove, molto efficaci, che danno sicuramente lustro al nostro prodotto.

Oltre che in fiera, anche dopo i contatti sono proseguiti e abbiamo fatto varie riunioni mirate a sviluppare alcuni optional: sono stati momenti molto propositivi e abbiamo nel cassetto molte nuove proposte, alcune davvero strabilianti. È questa la forza di un’azienda e del suo un ufficio tecnico. Un’anticipazione?

A inizio anno presenteremo il nuovo doppio portale con funzionalità incredibili. Per incredibili intendo la possibilità di partire da una macchina base molto semplice, entry level, e portarla ai livelli più sofisticati con tre o cinque spazzole, l’asciugatura, inclinazioni…

Abbiamo fatto un collage di tre modelli di successo tirandone fuori uno solo, ottimizzando la sua industrializzazione e rendendolo fruibile per tutti e, soprattutto, per tutti i budget. Poter proporre dalla macchina base alla macchina top per noi è molto importante. Il doppio portale, secondo Degama, sul mercato nel prossimo anno potrebbe avere senso perché si ritornerà ad avere degli investitori privati alla ricerca della qualità, ma che vorranno anche velocità, e quindi il doppio portale è la somma di tutto quello che di buono è stato fatto sul portale singolo.

Abbiamo una dozzina di progetti in cantiere: dal doppio portale a una serie di optional da aggiungere al portale singolo, ma anche un nuovo tunnel e degli sviluppi su alcune macchine del 7/2017

passato, che cercheremo di riportare in auge perché hanno caratteristiche uniche, ed essere unici rappresenta un vantaggio competitivo per Degama”.

Le novità “francesi” “Ma già oggi – ricorda Delrosso –, possiamo proporre una macchina totalmente di acciaio inox che è il già citato portale Fly: 100% acciaio inox dalle asciugature agli allestimenti, dal piede alle spalle interne, al quadro elettrico.

Sempre in fiera abbiamo presentato un nuovo concetto di plc della Schneider con un sistema ethernet e quindi un’informazione in tempo reale, mentre il design a led era già stato visto l’anno scorso. Per quanto concerne la tecnologia di lavaggio, da segnalare la soluzione della trave inclinata e le spazzole verticali che hanno la possibi7/2017

lità di avere l’inclinazione, non solo nel senso di apertura, ma anche per lavare meglio il posteriore, funzione che oggi è molto richiesta dal mercato. In pratica, ci siamo adeguati a tutte le nuove richieste e abbiamo tutti i sistemi di inclinazione della barra orizzontale per l’alta pressione. Il Discover è sempre sotto brevetto e quindi è un’esclusiva nostra, con l’alta pressione nel lavaruote ed erogazione del prodotto chimico. Senza dimenticare alcuni optional che favoriscono il dialogo uomo/macchina e quindi hanno i requisiti per il super-ammortamento del 250% (solo per il mercato nazionale): dei sistemi di comunicazione e gestione innovativi, veloci e consultabili da tablet, smartphone, pc... siamo entrati nel mondo multimediale con determinazione e in futuro ci saranno anche delle app di

aggiornamento che fanno parte dei progetti nel cassetto.

Net è stato invece apprezzato per il design classico italiano e mi sento di dire che Giugiaro ha “pennellato” questa macchina e l’ha resa veramente unica, bella da ogni punto di vista. Di norma i costruttori dei portali guardano solo all’aspetto frontale, quello dove entra l’auto, per intenderci, e lo rendono il più bello possibile. Invece Giugiaro, secondo me, l’ha reso bellissimo sul frontale, il posteriore e il laterale, da qualsiasi angolazione lo si guardi si vede che è una macchina professionale, curata in ogni sua parte su tutto il perimetro e questo è davvero unico.

Molto spesso noi italiani abbiamo il complesso di inferiorità nei confronti dei competitor stranieri. Degama non si sente inferiore a nessuno, né dal punto di vista tecnico né dal punto di vista qualitativo, del design e del prezzo. Rispetto ad alcuni colossi siamo più piccoli, ma non per questo siamo meno industrializzati, anzi: abbiamo quella flessibilità e un po’ di sfacciataggine per poter proporre un vestito su misura per il cliente. Abbiamo un taglio sartoriale che non è grezzo, è industriale.

Abbiamo quell’agilità e flessibilità che ci permettono di poter variare il nostro ambito produttivo senza troppi intoppi. Possiamo muoverci come dei ballerini per creare le cose e perché siamo duttili. Noi vestiamo l’impianto secondo le necessità più strane e soddisfiamo i desideri più incredibili, questo è un punto di forza importante”.

In chiusura una domanda d’obbligo: l’anno italiano com’è andato?

“Di ordini ne stanno arrivando sempre – conclude Delrosso –. Nell’ultima settimana ne sono arrivati quattro e siamo ancora in tempo per rimpolpare bene la produzione di fine anno, anche se sicuramente slitteremo qualcosa nel 2018 per overbooking. È un dato molto positivo che ci fa sperare bene per il 2018, perché storicamente gennaio e febbraio per ogni produttore sono mesi sterili. Sono periodi di messa a punto di macchine, di inventario, spesi a occupare il tempo in altre attività collaterali che preparano l’anno produttivo. Invece abbiamo già oltre dieci ordini per i primi di gennaio e ne stanno arrivando altrettanti anche per febbraio, quindi un inizio anno molto positivo. Merito anche delle agevolazioni fiscali del mercato italiano e del maggiore sviluppo export dove stiamo veramente dando il nostro meglio”.

Massimo Cicalini

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AUTOLAVAGGI

A PROPOSITO DI AMBIENTE Da Delta cere e polish senza fluoropolimeri e siliconi per un contributo concreto e positivo all’ambiente e alla qualità delle acque di scarico degli autolavaggi.

Il rispetto dell’ambiente è un argomento tanto abusato quanto, spesso, nella pratica quotidiana disatteso. Non fanno certo eccezione gli autolavaggi dove, da un po’ di tempo, si sente parlare di inquinamento da fluoropolimeri e siliconi, sostanze che rendono impermeabili tessuti e superfici in genere, rendendole idrorepellenti e lucide.

Prodotti rispettosi dell’ambiente A questo proposito abbiamo interpellato Gerardo Vuocolo, Responsabile Laboratorio Ricerca & Sviluppo di Delta, azienda fondata nel 1984 che ha sviluppato la sua attività su diverse linee di prodotti chimici: per l’industria alimentare, materie plastiche, gomma, prodotti molto particolari e tecnologici, senza dimenticare una serie di detergenti per diverse aree di impiego, dall’agroalimentare fino ai prodotti industriali per le comunità e la casa. Dalla fine degli anni Ottanta, Delta ha sviluppato una linea completa per il lavaggio di auto, camion e moto, sia per officine sia per gli impianti di autolavaggio. Il successo riscosso è sottolineato dal fatto che oggi i prodotti per il settore automotive generano circa il 50% del fatturato dell’azienda, non è quindi esagerato affermare che il principale mercato di Delta è quello dell’autolavaggio.

“I fluoropolimeri e i siliconi risultano essere presenti in maniera massiccia in alcuni detergenti e in alcune formulazioni dei prodotti polish e cere auto asciuganti e lucidanti per autolavaggi – spiega Vuocolo –. Nel caso specifico dei fluoropolimeri, non risultano ancora dei limiti precisi fissati dalla legislazione nazionale, però la regione Veneto ha intensificato i controlli sia sulle falde delle acque potabili, sia direttamente sugli abitanti, dove sono stati riscontrati valori importanti nel sangue, come è testimoniata da una serie di comuni7/2017

cati stampa della regione Veneto (dal numero 583 del 26/4/2016 e successivi, ndr) e dalle notizie, con toni piuttosto allarmanti, sono state riprese anche dai notiziari nazionali negli ultimi mesi.

Questi composti sono contenuti in una vasta famiglia di sostanze che comprende il PTFE o Politetrafluoroetilene. Pertanto, le cere definite come “teflonate”, risulterebbero altamente inquinanti per le acque e pure per l’impianto di depurazione, dal momento che disattivano sia l’attività biologica dello stesso, sia la funzione depurativa dei carboni attivi saturandone le porosità. In questo modo si annulla pure la capacità di trattare ulteriori sostanze inquinanti e, oltre alla riduzione o l’azzeramento dell’attività depurativa, risulta anche un sensibile aumento dei costi di manutenzione dell’impianto.

Superfluo ricordare che quest’ultimo, onde evitare di incorrere in multe e chiusure dell’impianto da parte delle Autorità di controllo, deve restare effi-

ciente al massimo. Infatti, i carboni attivi dove si utilizzano queste sostanze in alcuni casi risultano inattivi già solo dopo un mese, mentre normalmente dovrebbero essere sostituiti in media solo una volta l’anno.

Delta non ha mai utilizzato tali sostanze perché, oltre agli avvertimenti più volte sollevati dall’Istituto superiore di sanità, ha sempre considerato fondamentale per un buon servizio al gestore dell’autolavaggio, ma soprattutto per l’ambiente, una corretta informazione e una fornitura di prodotti facilmente depurabili”.

L’offerta di Delta Dry Tech è la cera polish di ultima generazione completamente esente da fluoropolimeri e silicone. Quindi, a differenza di altre cere presenti sul mercato, non inibisce con l’azione dei carboni attivi e non ne danneggia la funzionalità nella depurazione.

Una ricerca svolta da Delta dice che,

Gerardo Vuocolo

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soprattutto i prodotti siliconici, intasano e impediscono la respirazione con lo scambio dell’ossigeno ossidativo, invalidandone completamente la funzione e creando problemi alla depurazione.

Dry Tech invece si separa molto bene dalle acque, sia nell’impianto chimicofisico sia nel depuratore biologico. È a base di cere naturali e polimeri con una forte azione brillantante, lucidante e protettiva e dà anche meno problemi sui cristalli, perché è completamente esente da aloni e residui. Si presta molto bene pure per le acque dure, non sporca ed è quindi idonea per tutti i tipi di spazzola, sia in espanso sia di altre tipologie, non lascia residui sulla pavimentazione dell’impianto e non fa slittare i rulli del lavaggio. Lascia un film molto evidente e lucido su tutta la carrozzeria pur avendo delle concentrazioni di impiego molto basse, bastano pochi grammi per vettura.

Delta ha anche sviluppato Car Protex Dry che fa da cera autoasciugante e da polish, nel senso che è un polish con le stesse caratteristiche della Dry Tech, ma può essere utilizzato direttamente nell’archetto cera. Per esempio, chi non ha il programma polish nell’impianto automatico, può utilizzare l’archetto cera e solo Car Protex Dry, un vero e proprio polish che diversamente andrebbe applicato con un programma e un arco ad hoc, mentre così si ha il medesimo effetto protettivo sulla carrozzeria. Questo prodotto può essere utilizzato come cera autoasciugante, quindi senza spazzolatura, oppure come polish con la spazzolatura finale. Car Protex Dry è stato sviluppato in due tecnologie, schiumogeno per essere impiegato come una schiuma polish polimerica, oppure come dry cera autoasciugante. Nei portali che vogliono fare in fretta non è necessario

ripassare a secco, così da avere un programma più remunerativo per il gestore, invece chi vuole può fare la passata a secco per tirarla meglio. È una novità assoluta, molto interessante per chi, per esempio, ha un impianto vecchio e ha così la possibilità di applicare il polish direttamente con la pompa della cera che non intasa gli ugelli perché si comporta come una cera normale.

Per il suo uso sugli impianti di lavaggio muniti di pompa dosatrice automatica, si consiglia di aspirare Car Protex Dry allo stato puro, regolando al minimo il battito della pompa; per avere un miglior effetto “perlante” si consiglia una pressione molto ridotta dell’acqua.

Delta è stata tra le prime aziende a dare assistenza diretta sugli impianti per le tarature e l’analisi delle acque, ha quindi all’attivo una banca dati di circa 4 mila analisi, sia di acque di rete sia di scarico, di varie zone d’Italia e anche all’estero. Su questo ricco campione ha sviluppato la sua produzione in considerazione della tipologia delle acque utilizzate: così, quando sono interpellati, in base alla posizione geografica del cliente, sanno già che tipo di prodotto proporre, perché conoscono che acqua è utilizzata. Questa è un po’ la forza di Delta da tempo, si è sempre contraddistinta per l’assistenza rapida ed estremamente tecnica.

“La nostra modalità operativa prevede, prima ancora di proporre un prodotto, sapere che acqua si usa in ingresso e se si fa il riciclo – spiega Vuocolo –. Se è utilizzata un’acqua che non conosciamo, la analizziamo e forniamo il prodotto corretto, verificando anche lo scarico per dare assistenza anche sotto questo aspetto. Alla fine garantiamo un pacchetto completo per la detergenza, la salvaguardia dell’ambiente e il rispetto della legalità degli scarichi. Delta fornisce anche l’assistenza normativa con indicazioni su quale prodotto utilizzare se si scarica in fogna o in corsi d’acqua, a questo proposito abbiamo sviluppato una serie di prodotti specifici”.

Mario Rota

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AUTOLAVAGGI

PARTNERSHIP PER UN LAVAGGIO AL TOP Spazzole in microfibra F-ACE di Favagrossa montate su portale Aquarama Stargate S111, un test probante che le promuove a pieni voti.

Ne parliamo con un utilizzatore eccellente, Davide Bosio di Aquarama, e Leonardo Favagrossa, il produttore.

Ci troviamo alle porte di Milano per visitare un impianto che definire al top di gamma è più che corretto. Si tratta di un portale Aquarama Stargate S111, equipaggiato con le nuovissime spazzole F-ACE di Favagrossa, installato presso l’area di servizio Q8 Easy-Carrefour, in prossimità del centro commerciale Carrefour di Milanofiori ad Assago, vicino al casello dell’autostrada Milano-Genova e prossima all’uscita Assago della Tangenziale Ovest. L’impianto è di proprietà della Aquarama Gest, azienda del Gruppo Aquarama, gestito quindi da chi l’impianto lo ha prodotto. Va da sé che per le pro-

prie attività di autolavaggio, l’azienda scelga il meglio della sua produzione e faccia lo stesso per prodotti chimici e componenti, ma nella scelta delle spazzole F-ACE c’è qualcosa in più.

Ne abbiamo parlato con due interlocutori di prim’ordine: Davide Bosio, AD di Aquarama, e Leonardo Favagrossa, R&D manager di Favagrossa, che ci illustrano le caratteristiche di questa innovativa spazzola.

La parola ad Aquarama “Abbiamo voluto testare a fondo le potenzialità di questa spazzola in un’area come questa – spiega Bosio –, dove

l’alto volume di lavaggi giornaliero e la presenza di veicoli particolarmente sporchi costituiscono un banco di prova perfetto per questo innovativo materiale.

Qui in Pianura Padana dove, principalmente nel periodo estivo, i moscerini creano fastidiose incrostazioni su carrozzerie e parabrezza si apprezzano particolarmente le notevoli performance di queste nuovissime spazzole.

Notoriamente questo problema veniva risolto con l’impiego di spazzole in filo tradizionale o in tessuto, più aggressive sullo sporco ma anche meno delicate sulle vernici. Il filato tradizionale,

Leonardo Favagrossa

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F-ACE

però, sta avendo sempre una minore diffusione, sorpassato da spazzole più moderne e performanti, mentre il tessuto presenta problematiche di usura precoce e il suo elevato potere assorbente ne rende particolarmente difficile il controllo durante i vari cicli di lavaggio.

Con le spazzole F-ACE abbiamo risolto il problema dei moscerini, garantendo risultati di lavaggio ottimali, ed al contempo possiamo offrire un tocco di lavaggio delicato sulle vernici. A conti fatti, questa spazzola dà qualcosa di più delle altre, Favagrossa ha fatto proprio un buon prodotto: lunga durata, delicatezza, affidabilità e soprattutto un elevatissimo potere pulente anche sullo sporco più intenso. Siamo tra i primi ad aver creduto nelle potenzialità di queste innovative spazzole, e i positivi riscontri provenienti dal campo ci stanno dando ragione. Siamo convinti che le spazzole F-ACE possano essere un ottimo sistema per differenziarsi agli occhi degli automobilisti e per aumentare il proprio volume d’affari”.

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La parola a Favagrossa “Ultima invenzione in casa Favagrossa, F-ACE è un prodotto nato da studi mirati allo sviluppo di un materiale capace di conciliare la resistenza e l’affidabilità del Carlite con l’elevato potere lavante del feltro – spiega Leonardo Favagrossa –. Accoppiando una microfibra di alta qualità su uno speciale materiale espanso, abbiamo realizzato spazzole dalle elevate prestazioni e dal design inconfondibile, senza alcun paragone sul mercato mondiale.

Lo strato di microfibra garantisce un tocco estremamente delicato sulle vernici, salvaguardandone la lucentezza, e al contempo assicura risultati di lavaggio eccezionali, mentre la speciale struttura del prodotto consente un perfetto controllo dello spazzolone e ne preserva l’affidabilità anche dopo innumerevoli cicli di lavaggio. Inoltre, grazie alle sue straordinarie doti tecniche, F-ACE può essere utilizzata a un numero di giri al minuto decisamente più basso e con

F-ACE

quantità di shampoo ridotte.

Le spazzole F-ACE montate sull’autolavaggio di Assago sono state sviluppate per adattarsi alla perfezione a questa tipologia di impianto. Nello spazzolone orizzontale, per esempio, abbiamo utilizzato spazzole a “stella”, con setole rastremate, per una sensibile riduzione del rumore in fase di lavaggio ed un perfetto controllo dello spazzolone.

Nelle spazzole verticali, invece, abbiamo optato per una sfrangiatura molto sottile, tipo Evolution, su supporti a spirale. Questo per essere ancor

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Twister

più delicati e per garantire ottimi risultati di pulizia anche nei punti notoriamente più difficili da raggiungere.

Aquarama ha già installato una decina di macchine con le spazzole F-ACE e altre lo saranno entro fine anno.

Come Favagrossa siamo molto soddisfatti del successo che questa spazzola sta riscuotendo in tutto il mondo e siamo convinti di avere introdotto un prodotto che certamente rivoluzionerà il settore dell’autolavaggio”.

“Da segnalare su questo impianto anche il montaggio dei nuovi dischi lavaruote Twister – prosegue Favagrossa – che, grazie alla particolare inclinazione delle setole e all’utilizzo di fibre di lunghezza e densità diversificate, penetrano efficacemente nelle fessure dei cerchioni, garantendo risultati di lavaggio ottimali anche sullo sporco più ostinato. Le setole dotate di una profonda piumatura (la piumatura è il trattamento che si fa alla parte terminale delle setole in filo, per sfrangiarle e renderle morbide e capaci di asportare maggiormente lo sporco, ndr) entrano nelle razze non solo di punta, come nei dischi tradizionali, ma anche trasversalmente creando un incredibile effetto spazzolante. Integrabili con i più moderni sistemi di alta pressione, come nel caso di Assago, questi dischi brevettati permettono un lavaggio ancor più profondo, consentendo l’utilizzo di prodotti chimici meno “aggressivi” ed evitando laboriose rifiniture manuali.

Favagrossa da sempre punta sulla qualità e sull’innovazione. Creare prodotti esclusivi che permettano all’utilizzatore di differenziarsi, studiando soluzioni ad hoc mirate a soddisfare appieno ogni singola esigenza. Questa è la mission che da oltre 50 anni guida la nostra azienda”.

Massimo Cicalini *Carlite è un marchio registrato da Favagrossa Edoardo Srl

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AUTO PULITE ATTENZIONE ALL’AMBIENTE Istobal è pioniera nello sviluppo di soluzioni di lavaggio sostenibili che riducono l’impatto ambientale, con un risparmio del 32% di energia nelle sue piste di lavaggio grazie all’efficienza nell’uso dei motori.

Istobal raggiunge un risparmio del 32% nel consumo di energia nelle sue piste di lavaggio, ottenendo così una maggiore efficienza energetica. Questa riduzione di consumo è possibile grazie all’utilizzo di variatori di frequenza che permettono di regolare la velocità dei motori con differenti pressioni per le distinte fasi del lavaggio: bassa, media o alta pressione.

Con questo sistema si risparmiano più di 4.300 kWh all’anno in ogni pista, considerando un funzionamento di 10 ore al giorno di un motore di 3 kW di potenza, che è quello più abituale nei

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box di lavaggio. Un risparmio energetico che equivale a tenere accese 10 lampadine da 100 W per 180 giorni.

Nel suo impegno costante a tutela dell’ambiente, Istobal è pioniera nello sviluppo di soluzioni di lavaggio sostenibili che riducono l’impatto ambientale attraverso una diminuzione del consumo di energia, acqua e prodotti chimici, che oltretutto comporta una significativa riduzione della spesa per i gestori.

Inoltre, l’azienda spagnola ha sviluppato il sistema di alta pressione intelligente Smartpulse con cui si ottie-

ne un risparmio aggiuntivo del 5% di energia. Questa tecnologia è già stata premiata con il premio per l’Innovazione a Motortec Automechanika Madrid 2015. Si tratta di un dispositivo di avvio e arresto che gestisce automaticamente il funzionamento delle pompe dell’alta pressione e delle dosatrici di prodotto chimico. Attraverso un semplice sistema di pressostati si evita che la pompa continui a funzionare quando non si sta lavando il veicolo.

Mario Rota

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AUTOLAVAGGI

SELF O SERVITO A BUSNAGO C’È A Busnago, in provincia di Monza Brianza, un doppio impianto con l’opzione self o servito. Denominatore comune la qualità delle macchine e dei prodotti WashTec.

Siamo a Busnago, a due passi dall’autostrada A4 Milano-Venezia e al confine con la provincia bergamasca, segnata dal fiume Adda. È in questo comune di poco meno di 7 mila abitanti che Vito Simeone gestisce il proprio impianto con il fratello Angelo, il figlio Fabrizio e tre dipendenti. L’autolavaggio si trova in prossimità del Centro commerciale Il Globo, ma per stessa ammissione dello stesso Simeone: “Essere vicini al centro commerciale è importante ma non determinante, perché in zona non ci sono molti centri di lavaggio, il nostro è all’avanguardia e gli automobilisti si incuriosiscono e vengono a provarlo, piuttosto che andare nei piccoli autolavaggi qui vicino”.

“L’impianto dove ci troviamo è stato inaugurato all’inizio di marzo di quest’anno e io lavo auto da circa 15 anni – prosegue Simeone –. Prima avevo un piccolo tunnel in un altro posto e anche qui prima c’era un tunnel. Professionalmente nel lavaggio sono nato a Cinisello Balsamo, nell’immediato hinterland milanese, ormai considerato un quartiere della Milano metropolitana, in una stazione di servizio dove ho ereditato un impianto tunnel e dove si faceva anche lì servito, preparazione e finitura. 10 anni fa ho acquisito l’impianto qui vicino, sempre adiacente al centro commerciale ma sull’altro lato della strada, oggi composto da 12 piste self e tre portali. All’inizio i portali non c’erano, quindi ero alla prima esperienza con questa tipologia di macchine e con WashTec: ne ho installati due nel 2011 e uno del 2014.

Invece, in questo impianto abbiamo puntato a un servizio completo con la pulizia interna e le due attività riescono a convivere tranquillamente, anzi ci consente di offrire tutte le soluzioni di servizio di lavaggio ai clienti. Questo impianto non toglie lavoro a quello self, perché qui puntiamo solo al cliente che

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Da sinistra: Angelo, Vito e Fabrizio Simeone, Fahad Nazir, Afzal Abbas e Shahid Waqas

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vuole il servizio completo. Da quando l’abbiamo aperto, non abbiamo rilevato cali nel lavoro dell’impianto self, mentre il servito si è sviluppato da solo incrementando sempre di più il fatturato. Come dicevo, Busnago è piccola ma vengono anche dai paesi vicini”.

Il servito con il tunnel WashTec SoftLine² Linear “Quando ho rilevato questo impianto, dovendo cambiare il tunnel e la struttura, mi sono informato e ho visto diverse realtà – racconta Simeone –. Anche a Cinisello ho sostituito il tunnel, ma in quel caso ho preferito mettere un portale, sempre WashTec SoftCare2 Pro. Dopo che abbiamo verificato l’affidabilità e l’efficienza abbiamo scelto un portale che andasse anche in self, così di giorno lavora servito e durante la notte va in self: si trova in un capannone con tende automatiche ed è sempre in funzione, sono tende speciali insonorizzate che mi consentono di farlo funzionare anche di notte.

Dopo questa esperienza positiva con WashTec ho deciso l’acquisto del nuovo tunnel con un progetto innovativo e ambizioso di cui sono molto soddisfatto. Il mondo del lavaggio va in questa direzione. È un tunnel WashTec SoftLine² Linear da 25 metri con quattro spazzole verticali alte, due orizzontali e due brasiliane, le spazzole sono tutte SofTecs e tutti i gruppi spazzola sono traslanti, lavaruote compreso.

Questa macchina può arrivare fino a 60 auto/ora, ma è impostata a una velocità inferiore per una maggiore accuratezza del lavaggio, grazie anche ai gruppi traslanti che ne aumentano l’efficacia.

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È un impianto che lavora soprattutto in servito, quindi non avrebbe senso andare veloci riducendo la qualità.

All’interno delle auto eseguiamo aspirazione, cruscotto, vetri, battute portiere, vengono lavati i tappetini e anche i pannelli nel caso lo necessitino, per ultimo il profumo antibatterico con il lucido alle gomme, un servizio davvero completo, a 360 gradi.

I clienti non hanno fretta, sanno che riconsegneremo loro l’auto in perfette condizioni e attendono di buon grado.

L’impianto nasce per essere dedicato a questo tipo di servizio, per chi vuole pulire l’auto più rapidamente c’è il self-service: qui non volevamo sottrarre clienti al self, ma creare qualcosa di complementare, dando un servizio in più, scelta che è sempre più apprezzata.

Il lavaggio base costa 16 euro con la pulizia interna; invece il prezzo base

del portale self è di 6 euro e quindi chi vuole risparmiare sceglie questa soluzione o le piste self-service, perché con il costo di un servito lava l’auto due volte anche se non con la stessa cura”.

“Il tunnel WashTec SoftLine² Linear assicura un servizio eccezionale – ribadisce Simeone –. La prima erogazione è l’emolliente e un prodotto specifico per i cerchi dal primo arco, si passa sopra alla doppia fila degli ugelli del lavaggio sottoscocca, orientati per la migliore resa su posteriore e anteriore e subito dopo c’è la schiuma, così si arriva alla prima alta pressione orizzontale a copiare. Il primo gruppo spazzole è l’orizzontale con il lavaruote, tutti e due traslanti e nel lavaruote è prevista sia l’alta pressione sia l’inversione di marcia della spazzola, quindi si riesce a pulire sia in un senso sia nell’altro con il massimo risultato.

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La configurazione che abbiamo scelto è secondo noi la soluzione ottimale: la scelta degli accessori è stata fatta in funzione del programma di lavaggio per tunnel. In passato i tunnel non avevano la possibilità di variare i programmi di lavaggio e questo era un limite, così invece possiamo anche modificare verso l’alto il prezzo. Se 16 euro è la base, il servizio a mano degli interni è indifferente, la differenza è quello che può fare la macchina.

Lo chiamiamo “programma base”, ma in realtà è un programma completo,

quello che riteniamo sia indispensabile per dare un buon servizio alla nostra altezza. Manca l’alta pressione sopra orizzontale e il lavaggio sottoscocca che è nel secondo programma, che si chiama “Intensivo” e che costa 18 euro.

C’è poi uno step ulteriore che, oltre a quello che fanno i primi due programmi, eroga anche il polish dopo la cera, riuscendo a fare anche la lucidatura all’interno del tunnel, a 20 euro. Come su un portale, una spazzola orizzontale e quattro verticali sono dedicate al lavaggio con lo shampoo, quindi l’auto viene risciacquata e, subito dopo, un arco eroga il polish che viene spazzolato dalla seconda spazzola orizzontale e dalle due brasiliane, che sono al di là

del gruppo di lavaggio. Anche se non viene erogato il polish, le ultime tre spazzole abbiamo deciso di farle lavorare ugualmente, perché con una sola spazzola orizzontale sarebbe stato un po’ poco, quindi abbiamo comunque lasciato una spazzola che potrebbe essere dedicata solo al polish ma che lasciamo anche per la fase di lavaggio, comunque posizionata prima del risciacquo, della ceratura e dell’asciugatura.

Il traino è dotato di pedana di avvio, cosa che ci permette di preparare l’auto prima di entrare nel tunnel e di non spingerla a mano: quindi, facciamo scendere il cliente e la pretrattiamo con l’emolliente e un guanto insapo-

UN VIAGGIO NEL TUNNEL WASHTEC SOFTLINE² LINEAR Eccoci in un immaginario “viaggio” all’interno del tunnel WashTec SoftLine² Linear di Busnago. Partiamo da quelle che viene chiamata “reception”: una corsia coperta con sportello “drive in” per la scelta e il pagamento del lavaggio; come in tutti i drive in che si rispettano il “menù” è ben visibile di fianco allo sportello e poi eventualmente vengono illustrati anche dall’operatore: si può pagare in contanti, Bancomat o card fedeltà precaricata. Quindi, si prosegue, si fa un’inversione a 180° e, prima di entrare nel tunnel, si attende il semaforo verde vicino al cartello “Attendere l’operatore”, gli si consegna l’auto dalla quale si scende protetti dall’eventuale pioggia. Quindi l’auto, prima che entri nel tunnel, viene preparata con emolliente spruzzato con una lancetta (non un “maialino” ma un sistema fisso) e viene passato il guanto saponato nelle parti dove le spazzole non arrivano: sotto le maniglie delle portiere e del portellone, lo spoiler posteriore, i tergicristalli e i fari.

Quindi l’auto entra nel tunnel trainata dalla catena di plastica già citata, molto larga (ideale anche per le gomme

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extralarge delle auto più sportive o dei suv) e silenziosa, è chiamata “catena tapis roulant”, non c’è più quindi il classico binario di una volta con il tondino che ruotava sui cuscinetti. La catena trascina l’auto dal lato sinistro, mentre su quello destro c’è un minitraino per inserire l’auto sul tapis roulant, così il cliente può scendere in tutta sicurezza lontano dalla catena di trascinamento e, al contempo, l’operatore può inserire l’auto automaticamente senza doverla spingere a mano. Ovviamente prima c’è la pedana autocentrante con le guide.

Adesso ci possiamo accomodare nella sala d’aspetto ben attrezzata e dotata anche di una toilette a disposizione dei clienti; a breve ci sarò anche un monitor per seguire il lavoro del tunnel e mostrare a che punto è il lavaggio della propria auto, come c’è già alla cassa.

Alla fine del tunnel o si rientra da una corsia dedicata nell’area finitura degli interni o, se si è scelto solo il lavaggio esterno, con un’inversione si può uscire dall’impianto.

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nato sotto le maniglie, gli spoiler e tutti i tergicristalli. Molto importante è anche l’optional della pedana a terra che spruzza paraurti anteriore e posteriore con due file di ugelli orientate, qui usiamo un prodotto molto concentrato per sporco come i moscerini davanti e fuliggine e fango dietro. Non usiamo una pompa dosatrice ma un miscelatore per arrivare a concentrazioni molto alte, mentre per schiuma shampoo e polish preferiamo la pompa dosatrice.

Per la lama ad alta pressione ci sono dei sensori a seguire, l’alta pressione ruota a 360°, mentre i dischi lavaruote traslanti con alta pressione sono da 21” speciali su mia richiesta a WashTec che mi ha accontentato, perché lo standard è 18”; quindi arco polish che eroga ShineTecs, che non è un polish 7/2017

qualsiasi, ma accentua anche la funzione detergente grazie ai tensioattivi contenuti. Dopo risciacquiamo e l’asciugatura è a seguire il profilo con la bocchetta che ruota nei due sensi: sulla prima metà dell’auto e nell’altro sulla seconda metà. Infine, le tre spazzole d’asciugatura che completano l’opera per chi ha scelto il solo lavaggio esterno e agevolano il lavoro agli uomini del reparto finitura. La velocità è impostata attorno ai quattro minuti e così facendo il traino ha una velocità di sei metri al minuto. Da evidenziare il traino di plastica a tapis roulant che ha una durata di una volta e mezzo superiore a quello di acciaio, costa di più ma richiede una minore manutenzione, non ci sono rulli da cambiare e catene da invertire”.

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“È stata data la giusta importanza anche all’immagine esterna – conclude Simeone –, con una copertura molto caratteristica realizzata da una carpenteria italiana: WashTec è molto disponibile a studiare soluzioni “custom made” con il cliente. Il disegno della struttura è stato realizzato da Gianluca Ghezzi della Da.Ta. 87 agente WashTec per la nostra zona.

Inoltre, ricicliamo il più possibile l’acqua, non tanto per economia ma per rispetto dell’ambiente, anche se qui l’acqua non la regalano, costa circa 2 euro al metro cubo. Ovviamente, utilizziamo prodotti chimici WashTec perché oltre che efficaci sono ecologici e di qualità e sono facili da smaltire, tutte caratteristiche molto importanti.

Prodotti più energici ce ne sono, ma sono aggressivi e rovinerebbero le auto dei clienti, invece quelli WashTec proteggono la carrozzeria, la mantengono sempre lucida e io credo siano attenzioni importanti in questo lavoro.

Il cliente poi alla fine se ne accorge e infatti in molti, attenti a queste cose e con auto di un certo livello ci preferiscono ad altri lavaggi. Spesso lo dicono apertamente e per noi è una grande soddisfazione”.

Massimo Cicalini

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PIAZZALE

MAI PIÙ SENZA ADBLUE Con la pompa manuale Carbuset di Ampla si può garantire il rifornimento di AdBlue nelle aree carburanti e anche offrire un servizio in più negli autolavaggi.

La fornitura di AdBlue si sta estendendo anche alle auto Diesel, non solo ai grandi suv e ai TIR quindi, ma anche alle utilitarie (recentemente la nuova VW Polo). Non è quindi difficile immaginare che la domanda di questo additivo si farà sempre più pressante sulle aree di servizio carburanti, ma potrebbe diventare un servizio in più anche per quegli autolavaggi sensibili alle esigenze dei loro clienti. Le possibilità per soddisfare la domanda di AdBlue sono diverse, i flaconi e le tanichette sigillate, l’erogazione tramite colonnine, pompe e serbatoi fissi sul piazzale, come fosse carburante, oppure quella che pare sicuramente la più diffusa, la vendita tramite carrelli con serbatoi da un centinaio di litri e un contalitri preciso per poter garantire una vendita al pubblico corretta. La pompa Carbuset di Ampla è la miglior soluzione per travasare facilmente e in sicurezza l’additivo.

Carbuset è una pompa manuale per AdBlue (o se preferite urea) ad azionamento mediante leva, progettata per

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l’impiego con questo additivo e oli ad alta viscosità. La struttura e il design ergonomico la rendono estremamente confortevole nelle fasi di travaso di oli particolarmente viscosi. La pompa è fornita in un kit completo con tubo standard di aspirazione per fusti da 50-205 litri e tubo di mandata in pvc ondulato con erogatore incorporato. Carbuset è stata ideata, oltre con per l’AdBlue e gli oli ad alta viscosità, anche per liquidi in base acquosa, detergenti, saponi, antigelo, lavavetri, oli idraulici, lubrificanti, erbicidi e pesticidi.

Sempre da Ampla e molto utili sul piazzale, sono le pistole per aria compressa Tucano, ideali per il lavaggio, sia self ma anche e soprattutto servito considerando la qualità e l’ergonomia: la leva è morbida al tatto e consente una regolazione precisissima dell’aria erogata. Sul becco della pistola c’è una punta morbida antigraffio, per non

rovinare le superfici. Airset Professional Kit Tucano poi, nell’apposita valigetta include, oltre alla pistola, uno schermo protettivo, un ugello silenziato con punta morbida antigraffio, un ugello Venturi e uno con il puntale di gomma antigraffio. L’ugello Venturi aumenta la portata d’aria.

Elda Frigerio

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PIAZZALE

TANTE SOLUZIONI TANTE OPPORTUNITÀ Con i prodotti di Easy Care Solutions non solo si possono sfruttare le opportunità del maxi-ammortamento, ma si semplifica il lavoro sul piazzale.

L’informatizzazione dell’area di servizio è un passo obbligato, soprattutto di questi tempi dove, alla semplificazione del lavoro sul piazzale, possono corrispondere anche importanti vantaggi fiscali. Infatti, sulla base di quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2017 a favore dei processi di trasformazione tecnologica e digitale in chiave “Industria 4.0”, l’interfaccia Easy Pay Pass permette di usufruire delle agevolazioni relative a investimenti in beni strumentali fino al maxi-ammortamento del 250%. Easy Pay Pass offre una strumentazione e una componentistica intelligente per l’integrazione, sensorizzazione, interconnessione e il controllo automatico dei processi utilizzati. In particolare, consente l’adeguamento immediato alla Normativa che prevede la memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, di prossima attuazione, all’Agenzia delle Entrate attraverso l’immediato rilevamento dei dati contabili per tutti gli apparati sul piazzale che trattano denaro. Easy Pay Pass è ora disponibile anche come wi-fi sull’impianto e quindi permette l’installazione di gettoniere e attivatori selfservice senza fili; così è in grado di gestire anche le gettoniere fornendo una soluzione globale ai gestori delle stazioni di servizio e degli autolavaggi che hanno sul piazzale autolavaggi in self e macchine vending in genere. Easy Pay Pass è disponibile per device Android 4.3 e superiori e iOs 8.1 e superiori; per tutte le altre versioni si può utilizzare la WebApp compatibile con il 99% dei più comuni 7/2017

browser per pc, tablet e mobile con i quali si potranno gestire gli impianti di lavaggio anche da remoto.

Unico nel suo genere, Easy Wash Pass rende possibile, per esempio, attivare un portale self senza scendere dall’auto, molto comodo per tutti, ma indispensabile per i portatori di handicap che

direttamente dalla loro auto potranno gestire tutte le operazioni riguardanti i servizi di autolavaggio usando semplicemente il loro smartphone.

Per info: business@easycare.solutions Mario Rota

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PIAZZALE

INVIO ONLINE DEI CORRISPETTIVI ECCO LE SOLUZIONI SMART Fortech propone due soluzioni per semplificare al massimo i nuovi obblighi di legge: invio manuale dei corrispettivi attraverso una App specifica e invio automatico direttamente dallo starter lavaggi smartWash.

Il 2018 non inizierà solo con tanti buoni propositi, ma anche con l’obbligo per i gestori di inviare periodicamente i corrispettivi all’Agenzia delle Entrate per via telematica. Con il nuovo anno si aprirà infatti la seconda fase di adeguamento al decreto legislativo n.

127/2015 (e successivo provvedimento 61936). Cerchiamo di capire come agire per essere a norma e come farlo scegliendo lo strumento più adatto.

Il decreto legislativo ha stabilito che, per tutti gli apparecchi che incassano denaro con contante o carte di credito (starter autolavaggi, aspiratori, cambia gettoni, lava tappeti ecc.), vi sia l’obbligo di comunicare, almeno una volta al mese, i dati di vendita. Al fine di portare tutti gli operatori ad allinearsi a tale disposizione è stato indicato il 31 dicembre 2017 come data ultima per censire tutte le macchine automatiche che distribuiscono beni e servizi.

A conclusione di questa fase l’Agenzia delle Entrate fornirà un QR code da ap-

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plicare sul singolo distributore a certificazione della sua regolarità. Cosa accadrà dopo? Dal primo gennaio 2018 i gestori dovranno provvedere a inviare regolarmente i corrispettivi al Ministero delle entrate in via telematica.

Le soluzioni di Fortech Per rispondere agli obblighi di legge ma anche alle necessità pratiche dei professionisti del settore, Fortech prevede due modalità di invio dei corrispettivi: invio manuale tramite l’App Sitemanager utilizzabile su tutti i tipi di vending machine e apparecchiature; invio automatico dei dati direttamente da smartWash, lo starter per autolavaggi Fortech.

Nel primo caso per il gestore sarà sufficiente censire l’apparecchiatura e inviare i dati direttamente dal proprio smartphone dal quale potrà anche monitorare i dati dei suoi impianti. Infatti sia la App che la piattaforma web Sitemanger permettono di accedere

facilmente anche a report e analitiche.

L’invio automatico dei dati è invece possibile dallo starter lavaggi smartWash che, oltre ad essere un’apparecchiatura multimediale, con guida vocale e semplicissimo da utilizzare, su conferma da parte del gestore consente l’invio automatico dei corrispettivi incassati (sia per l’avvio del portale che per l’erogazione dei gettoni).

Le soluzioni Fortech non sono solo semplici e performanti, ma anche molto interessanti economicamente. Infatti, la App ha un prezzo decisamente “smart”: con un abbonamento di 120 euro all’anno (e un contributo di attivazione “una tantum” di 100 euro) si semplifica il lavoro e si rispettano gli obblighi di legge.

Per info e preordine del servizio scrivere a corrispettivi@fortech.it.

Mario Rota

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PIAZZALE

EFFICIENZA ENERGETICA ECCO LA SOLUZIONE Esperienza, responsabilità e innovazione sono i valori della rinnovata Mares Srl. Dalla costruzione e manutenzione della rete di distribuzione carburante, l’azienda si è focalizzata su altri settori: dall’ambientale all’efficienza energetica.

Abbiamo incontrato l’ingegner Francesco Cappelli, Amministratore Delegato Business & Operations di Mares, per conoscere le novità dell’azienda nel settore del risparmio energetico: “Oggi la gestione dell’energia è fondamentale per qualsiasi azienda perché rappresenta un costo sempre più importante nel bilancio economico.

Una sua gestione non efficiente ha come conseguenza costi ambientali e sociali molto alti, oltre ai costi economici diretti per la società”.

Francesco Cappelli ci ha poi illustrato la nuova politica di Mares che esplora diverse opportunità in diversi settori come l’ambiente, la formazione e l’efficienza energetica, proponendosi con soluzioni innovative.

“Mares in questi ultimi anni ha rivolto la sua attenzione allo sviluppo sostenibile, ricercando soluzioni in grado di ottimizzare il consumo energetico delle stazioni carburante – spiega Cappelli –. Questa ricerca ha permesso di sviluppare scelte strategiche in ambito di consumi energetici e tutela dell’ambiente. L’ultimo progetto sviluppato in questa direzione si chiama ECOproject (acronimo di Energy Consumption Optimization) ed è un sistema di efficientamento energetico modulabile e sviluppato per gli impianti carburante che, al contempo, può essere impiegato sugli autolavaggi e in altre attività con consumo energetico analogo. Il sistema è in grado di garantire un forte risparmio sui consumi, migliorando allo stesso tempo il rendimento e la vita utile di tutte le attrezzature elettriche presenti sul punto vendita.

Ecoproject è stato sviluppato secondo i migliori standard di progettazione e consente di monitorare in tempo reale i consumi, individuare gli interventi per l’ottimizzazione energetica e monetizzare un notevole risparmio dei costi in bolletta”.

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Francesco Cappelli , AD Business & Operation di Mares srl

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I VANTAGGI DI ECOPROJECT • • • • • •

Monitora i consumi Identifica le criticità Aiuta a programmare gli interventi per il risparmio energetico Nessuna interferenza con l’attività di vendita Nessuna incompatibilità con la strumentazione presente Ingombri e pesi contenuti

La proposta tecnica di Mares “Mares propone una soluzione chiavi in mano, dal sopralluogo all’installazione dei dispositivi sul punto vendita, fino al monitoraggio dei dati e alla consulenza per ottimizzare il “saving”

economico, ovvero il risparmio in bolletta – prosegue Cappelli –. ECOproject è una soluzione scalabile in funzione delle esigenze del cliente e del risparmio perseguito. È composta da moduli indipendenti capaci di agire singolar-

mente o sinergicamente per ottenere un risparmio energetico che, in base alle attuali esperienze, è superiore al 20% annuo, ma si sta ancora lavorando per un ulteriore miglioramento. Il modulo base e-flux posto, tra il contatore del gestore di energia e il quadro elettrico, è il cuore del sistema e agisce direttamente sul flusso di energia e la tensione di ingresso. Il dispositivo riduce la tensione di ingresso, elimina i disturbi e le anomalie elettriche e opera anche da stabilizzatore per la tensione, rimanendo nel range di funzionamento ottimale per tutti i dispositivi”.

AdS. Quali soluzioni proponete per l’accesso ai dati del punto vendita?

Cappelli. La soluzione ECOproject è comprensiva di un dispositivo di acquisizione e memorizzazione dei dati (e-trackr) con la successiva pubblicazione sul web. Attraverso questo modulo si potranno controllare da remoto tutti i consumi, infatti in tempo reale i dati vengono inviati su una piattaforma cloud accessibile su interfaccia WebBased. Il dispositivo consente inoltre di lavorare sui dati acquisiti per ripartire i consumi in base al tipo di utilizzo, alle fasce orarie o al centro di costo, identificando le criticità e i potenziali risparmi.

AdS. Ecoproject può svilupparsi in altre direzioni? Quali?

Cappelli. Come abbiamo detto la soluzione è modulare ed è in continua evoluzione. Oggi stiamo sviluppando altri moduli, il primo dei quali è il “Modulo Luci e-lux”: una soluzione in grado di rendere efficiente qualsiasi tipo di lampada. Per esempio: in condizioni normali le lampade inviano il 30% del proprio potenziale luminoso ma, quando il sensore di presenza individua l’ingresso di un’auto sull’impianto, si attivano al 100%. Dopo che l’auto ha lasciato la stazione di servizio, viene ripristinato il flusso luminoso al 30%.

I messaggi di campo ai singoli sensori saranno inviati a un concentratore (e-trackr) che a sua volta li invierà alla piattaforma in cloud.

AdS. In una frase come riassumerebbe la vostra soluzione per l’efficienza energetica?

Cappelli. ECOproject sta per “Energy Consumption Optimization Project” che rappresenta a pieno il nostro motto: “Gestisci l’energia, quindi risparmia in modo semplice e veloce con Ecoproject” Nicola Polidoro

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PIAZZALE

APP E IPER-AMMORTAMENTO COME SEMPLIFICARSI LA VITA C’è tempo fino a fine anno per approfittare delle opportunità offerte dagli incentivi di “Industria 4.0”, sapete di cosa si tratta?

Mark è pronta a consigliarvi e offrire delle interessanti opportunità.

Mark è sempre attenta all’evoluzione del mercato e supporta i propri clienti con prodotti e servizi d’avanguardia.

Per esempio, il decreto legislativo n.

127/2015 e successivo provvedimento n. 61936, stabiliscono che “tutti gli apparecchi che effettuano cessione di beni o servizi con contante o carta di credito” hanno l’obbligo dell’invio telematico dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate. Sono soggetti a quest’obbligo, per citarne alcuni: cambiagettoni, casse, starter dei portali, distributori automatici, sistemi di ricarica dei cashless (chiavi o card) e qualsiasi altra macchina che incassi denaro, reale o virtuale che sia. Ed è qui che entra in scena il primo prodotto Mark: LinkApp

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LinkApp, la soluzione semplice Il decreto legislativo prevede due fasi: la prima, già attiva da settembre 2017, richiede il censimento dei distributori e si conclude con la consegna, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di un QR Code da applicare sul distributore stesso. Il consumatore potrà così accertarsi che la macchina da cui sta acquistando sia in regola. La seconda fase, che scatta dal primo gennaio 2018, obbliga il gestore a inviare periodicamente i corrispettivi per via telematica.

La trasmissione dei dati deve avvenire nello stesso momento e luogo in cui il gestore effettua l’incasso e rileva i dati della macchina esclusivamente tramite un dispositivo mobile (smar-

tphone o tablet) con un’apposita applicazione registrata all’Agenzia delle Entrate. L’inosservanza delle norme è punita con le sanzioni previste dall’art.

6, comma 3 e art. 12, comma 2 del decreto legislativo n. 471/97. Per questo motivo è importante attivarsi per tempo e affidarsi a partner tecnologici esperti e accreditati.

LinkApp è l’applicazione progettata e realizzata da Mark per supportare i lavaggisti. È facile da usare perché guida attraverso le procedure con un’interfaccia semplice e intuitiva. Il censimento delle apparecchiature e la trasmissione periodica dei corrispettivi, così non sono più un problema. L’applicazione è utilizzabile su qualsiasi smartphone

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Link App trasmissione telematica corrispettivi

con sistema operativo Android ed è affidabile, sicura e certificata. Infatti, con LinkApp si esegue il censimento delle apparecchiature direttamente, senza dover utilizzare un browser per accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate: con lo smartphone, in automatico, si geolocalizza l’apparecchio e, in pochi semplici passaggi, il distributore è censito.

Anche nella trasmissione dei corrispettivi LinkApp è davvero semplice da usare. Si seleziona la macchina, ricercandone la matricola o semplicemente inquadrando il QR code, e si digita il dettaglio dell’incasso. L’applicazione controlla che i dati siano completi e li trasmette all’Agenzia delle Entrate, poi conferma che la trasmissione è andata a buon fine. Non è neppure un problema se non c’è campo: tutti i dati rimangono in memoria e la trasmissione riprende non appena il segnale ritorna. Inoltre si possono gestire facilmente anche gli eventi straordinari come guasti, sostituzioni e messa fuori servizio degli apparecchi, sempre direttamente dall’applicazione, con un click. Utilizzando LinkApp si avrà infine accesso gratuito a una piattaforma cloud per visualizzare lo storico di tutte le operazioni effettuate nel tempo, compiere ricerche e analisi e consultare statistiche.

Fedele al motto “I tuoi problemi, lasciali a noi”, Mark ha anche istituito un servizio di consulenza dedicato a LinkApp con un team di specialisti a disposizione per rispondere a ogni dubbio e problematica inerenti alla trasmissione dei corrispettivi. I costi sono assolutamente interessanti: • Applicazione LinkApp compresi aggiornamenti per tutto il 2018 e accesso al portale utente su Cloud, 560 euro.

• Canone annuo 2019 compresi aggiornamenti e accesso al portale utente, 120 euro.

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• Canone per 4 anni (2019-2022) compresi aggiornamenti e accesso al portale utente, 430 euro.

• Smartphone Apollo 5” Dual Sim White, 145 euro.

• Cover in silicone per smartphone Apollo 5”, 8 euro.

In più, è disponibile anche la versione LinkApp Light, a soli 175 euro.

Phoenix, lo start innovativo con l’incentivo All’Autopromotec questo starter per autolavaggi è stato una delle attrazioni dello stand Mark. La colonnina Phoenix, oltre al design accattivante, è solida e ben proporzionata, totalmente coibentata per proteggere le componenti interne dagli sbalzi di temperatura e dall’umidità atmosferica.

Altre particolarità sono le chiusure a serratura rotante per un’elevata sicu-

rezza, la nuova grafica e il frontale e vano di recupero monete illuminati.

Sotto l’aspetto più strettamente operativo, l’innovazione più evidente di Phoenix è il nuovo sistema cashless MF3 con tecnologia Mifare in grado di leggere indifferentemente chiave e card, conservando la possibilità di gestire prezzi differenziati per fascia oraria, per giorno della settimana e per tipologia di veicolo, nonché bonus e tanto altro.

Rimane tuttora operante, peraltro, la possibilità di installare, in alternativa al nuovo MF3, gli altri sistemi Mark, nonché tutti i sistemi cashless più diffusi.

Questo per consentire anche ai gestori più attenti al risparmio di adeguare i propri impianti agli standard correnti minimizzando l’investimento.

Sempre a livello di componentistica, Phoenix offre al lavaggista una grande varietà di opzioni che gli permettono di configurare lo starter secondo le proprie esigenze. La macchina, per esempio, è predisposta per l’installazione di un lettore banconote “multinote” che può restituire come resto le banconote ricevute. Stesso principio per l’erogatore moneta “multicoin” in grado di riutilizzare in forma di resto tutte le monete di vario taglio incassate dallo starter: si possono così gestire tutti i tagli di moneta e banconote correnti, dai 50 euro ai 10 centesimi. È presente anche la predisposizione per un erogatore gettoni particolarmente performante e per un comodo erogatore combinato, che distribuisce sia chiavi sia card. In aggiunta, troviamo la stampante per lo scontrino e la contabilità (visualizzabile

Phoenix + Polaris

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peraltro anche sul display); il modem gsm e la rete Ethernet per l’invio di allarmi e dati contabili; poi il lettore di carte di credito e molto altro.

Senza dimenticare Polaris Sono stati definiti “gemelli diversi” perché sono tanti i punti in comune tra lo starter Phoenix e il cambiamonete Polaris. Anche in Polaris troviamo un mobile completamente coibentato che assicura una barriera efficace contro il freddo, l’umidità e il calore. Presenti pure le chiusure a serratura rotante e l’illuminazione a led del frontale e del vano recupero monete. Numerose anche qui le opzioni disponibili per configurare la macchina secondo le proprie esigenze.

Nello specifico, il cambiamonete Polaris può ospitare due erogatori gettone/moneta o il lettore di banconote e accettatore moneta; inoltre, può erogare chiavi o card, accettare e ricaricare qualsiasi tipo di chiave cashless, oltre alle chiavi Mark, integrandosi così con tutte le attrezzature presenti sul piazzale.

Sherlock, la piattaforma ioT con l’iper-ammortamento Si chiama Sherlock la nuova piattaforma IoT di Mark, non un banale collegamento informatico per scaricare i dati contabili dalle apparecchiature automatiche, bensì un sistema fortemente innovativo, pratico e conveniente per la gestione integrata degli impianti. Oltre a questo, fino a fine anno, Sherlock offre l’opportunità di accedere alle agevolazioni previste dalla legge denominata “Industria 4.0”:

un iper-ammortamento al 250%, davvero un’opportunità allettante.

Mark non ha lesinato energie e investimenti per realizzare questa soluzione e ci crede molto. D’altra parte, l’Internet delle Cose (IoT) è il futuro con il quale si sta già convivendo. Basti pensare ai device interconnessi con elettrodomestici, automobili e cellulari che, proprio grazie alla IoT, forniscono prestazioni e servizi di qualità sempre crescente e dai costi sempre più bassi. Per quanto riguarda gli autolavaggi, le macchine Mark equipaggiate con Sherlock garantiscono costi di esercizio ridotti, servizi evoluti e personalizzati, nuove opportunità di marketing. Sherlock è sicuro e affidabile (si avvale delle collaudate piattaforme ThingWorx e Azure di Microsoft) e connette tutte le apparecchiature dell’impianto in un ecosistema tecnologico intelligente. Le macchine dialogano con il gestore in tempo reale e in modo interattivo. Attraverso lo smartphone è possibile scaricare ed elaborare una miriade di dati, contabili e tecnici, in modo sicuro e riservato. Così il gestore dispone in tempo reale di tutta la gestione documentale e dei valori economici (globali e suddivisi per singola macchina). Inoltre Sherlock dà la possibilità di interagire con le macchine via smartphone: riavviare le casse, erogare un resto, attivare un’apparecchiatura, erogare gettoni, chiavi o card. All’istante, senza muoversi dal luogo in cui ci si trova, può analizzare i fermi macchina, elaborare ed esportare dati, creare grafici che consentono di prendere decisioni con minor fatica e più efficacia.

Tra l’altro, può integrare e analizzare anche dati di altre apparecchiature presenti sul piazzale, per esempio portali, piste, depuratori e altro. Con chiavi/ card Mifare è anche possibile tracciare statisticamente le operazioni effettuate da ogni singola chiave/card. Sherlock è inoltre predisposto per segnalare in tempo reale (via email) eventuali anomalie, malfunzionamenti o raggiunta scorta minima degli hopper.

Ma non è tutto, questo sistema consente di operare online interventi diretti sulle macchine, per esempio riavviando la cassa, riconfigurare alcuni parametri operativi, erogare gettoni, chiavi o card, erogare un resto, effettuare la ricarica di una chiave o card, per citare le principali operazioni. Sherlock è stato ottimizzato per svolgere la parte più specificamente operativa tramite smartphone. Invece, per la consultazione e la gestione dei dati, il tablet o il PC sono sicuramente più comodi: con essi è possibile realizzare grafici, compiere analisi complesse ed esportarle in vari formati, quali pdf ed Excel. In pratica, con Sherlock il gestore potrà gestire a 360 gradi il proprio impianto (o i propri impianti) direttamente dal luogo in cui si trova, riducendo drasticamente i fermi macchina, gli spostamenti e il dispendio del proprio tempo. Ovviamente, tutti i prodotti Mark della serie TOP sono già predisposti per l’implementazione di Sherlock.

Per info: info@markitaly.com Nicola Polidoro

Sherlock

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Gamma completa di erogatori multifunzione

PIAZZALE

UN SOFTWARE DEDICATO PER AIUTARE I GESTORI MDS Electronics, azienda tra le leader in Italia nel settore dei sistemi di pagamento, presenta Ziwi, il software omologato per la gestione e la trasmissione dei dati contabili dei distributori automatici.

In ottemperanza alla legge che richiede l’emissione dei dati contabili dai dispositivi automatici che incassano denaro, MDS completa la sua offerta con il software Ziwi. Ziwi permette di scaricare e inviare i dati contabili dei distributori automatici all’agenzia delle entrate, velocemente e in totale sicurezza tramite smartphone o tablet.

Registrandosi al portale Ziwi (www. ziwi.it), è possibile visualizzare la mappa riassuntiva di tutte le macchine sul o sui piazzali e inoltre, si potrà stampare l’etichetta Qr Code obbligatoria da applicare ai distributori automatici (Master). La presenza di una sezione dedicata alle statistiche, permette la visione dei dati inviati alla Agenzia delle Entrate e gli stessi possono essere filtrati per una migliore ricerca e per eventuali analisi.

Scaricando gratuitamente la App Ziwi da Google Play Store su smartphone o tablet, si potranno censire e gestire i

distributori automatici senza ulteriori costi e inviare i dati automaticamente alla Agenzia delle Entrate. In opzione, è anche disponibile la geolocalizzazione automatica in tempo reale del percorso dei terminali mobili utilizzati per la rilevazione dei dati durante il loro percorso.

MDS Electronics, rinnova la sua offerta al mondo del carwash proponendo la gamma prodotti Cartadis con attivatori per portali, cambiamonete e attivatori di piste ad alta pressione. La vasta scelta di periferiche firmata CPI (Crane Payment Innovation) dagli elevati standard qualitativi, completa la prestigiosa proposta pronta a soddisfare ogni esigenza. Con l’acquisto degli attivatori TL12 e cambiamonete DJ3, MDS offre compreso nel prezzo, il software Ziwi con una licenza valida per un anno.

Lo starter per lavaggi Cartadis TL12 è la soluzione ideale per l’attivazione del portale self grazie ai numerosi servizi a disposizione, elevata tecnologia, massima semplicità di utilizzo e agli elevati standard di sicurezza. Tra le caratteristiche, Pc based, display grafico a colori, tastiera antivandalo/waterproof, 10 programmi di lavaggio, accettazione di monete e banconote, vendita gettoni, card Mifare, ricariche, promozioni e molto altro ancora.

Il cambiamonete in versione da esterno Cartadis DJ3, compatibile con tutti i sistemi di pagamento, permette una rapida e sicura gestione delle operazioni di ricarica card, cambio moneta, accettazione di banconote o monete, vendita gettoni e card, adesioni a bonus e promozioni. È possibile installare fino a tre hopper, garantendo la più elevata erogazione di gettoni e un distributore di card.

DJ3 Il caricatore di schede Mifare

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TL12

Cartadis TLC6, compatibile con tutti i sistemi Cartadis, permette la generazione di codici prepagati per l’acquisto di programmi presso, start lavaggi, piste ad alta pressione e consente di visualizzare dati contabili, gestire bonus, promozioni, report ed emettere scontrini.

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Screenshot App ZIWI

Screenshot App ZIWI

Screenshot App ZIWI

Screenshot portale ZIWI

Vogliamo ricordare inoltre la gamma di periferiche come le gettoniere G13 NRI, hopper MK4 Money Control e i lettori di banconote Cash Code.

Infine, la soluzione cashless SelfBlue permette l’acquisto di prodotti e servizi tramite smartphone presso start 7/2017

lavaggi, distributori automatici e parcheggi. Scaricando l’applicazione gratuita su smartphone o tablet (Apple o Android) l’utente acquista con facilità e ricarica il suo conto tramite carta di credito, monete, banconote o Qr code credit. Il gestore del servizio, attraver-

so il portale web dedicato, visualizza le vendite, monitora le apparecchiature e invia promozioni e campagne marketing mirate ai clienti.

Per info: info@mdsonline.it Elda Frigerio

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SHOP

PROFUMI DI QUALITÀ CHE PACCHIA PER LO SHOP Il business nello shop è strettamente legato ai prodotti che si offrono.

Rev Milano con la sua offerta di profumi da auto e ambiente è una garanzia.

Tutti sappiamo quanto per il fatturato dello shop siano importanti le vendite di prodotti cosiddetti “d’impulso”, cioè che conquistano l’automobilista al volo, per rispondere a un’esigenza neppure troppo manifesta, ma che viene indotta dalla confezione o dalla capacità di colpire l’acquirente. Perché tutte queste condizioni si realizzino sono indispensabili prodotti utili e al tempo stesso di qualità e poi che siano “altovendenti” e, meglio ancora, con ampi margini per il gestore. E anche per gli autolavaggi, niente di meglio dei profumi per completare la pulizia dell’abitacolo. Una risposta di sicuro successo a tutte queste istanze viene da Rev Milano, l’azienda che con i suoi profumatori per auto ha saputo introdurre un’autentica rivoluzione per migliorare il piacere di viaggiare.

Per chi vuole un profumatore poco appariscente ecco Rev ICF, di plastica morbida, che ha letteralmente stravolto il mercato perché è molto piccolo e, una volta inserito nella bocchetta, si vede soltanto un piccolo quadratino, mentre la plastica soffice non graffia le superfici del cruscotto. Un prodotto discreto e sicuro, con un rilascio graduale della profumazione, per una lunga durata e una gradevole sensazione.

Pronto all’uso, Rev ICF si inserisce nella

bocchetta e inizia subito a profumare di fresco e pulito; è un prodotto 100% “made in Italy”, è proposto in blister singolo e può essere personalizzato per utilizzarlo anche come veicolo promozionale da qualsiasi azienda o stazione di servizio, perché il numero minimo d’ordine è molto basso.

Per chi vuole una profumazione più intensa, erogata con lo stesso principio e non ha problemi a vedere il profumatore, ecco invece proposta Rev-Ó: un elegante profumatore in grado di dare all’interno dell’auto un tocco di classe.

Tutte le fragranze (10 per Rev ICF, nove per Rev-Ó) sono scelte e testate da Rev Milano con l’obiettivo di proporre profumazioni particolari e tutte certificate. Da notare anche il fatto che non c’è gel o liquido: quindi nessun rischio di rovesciarli in auto, sporcarla o rovinarla.

Rev-O'

Elda Frigerio

ICF

ICF

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news novità news novità DAI CERCHI AL POLISH, QUANTE NOVITÀ DA FRA-BER Grazie all’utilizzo degli enzimi attivi, AKtiv-E Pulitore Cerchi

by Fra-Ber garantisce in ogni situazione la massima qualità di pulizia, anche di fronte allo sporco più ostinato, abbassando notevolmente l’impatto ambientale. Pensato nel Centro Ricerca e Sviluppo Fra-Ber, questo prodotto è stato realizzato per ridurre al massimo il rischio di danneggiamento da corrosione per i vari componenti e la carrozzeria di auto, moto, camper e camion, ottenendo la prestigiosa certificazione VDA. AKtiv-E Pulitore Cerchi garantisce pertanto una pulizia straordinariamente efficace rimuovendo in modo rapido i residui delle pastiglie dei freni e tutto lo sporco dai cerchi, anche quello incrostato, così da far splendere di nuova vita tutto il gruppo ruota. Si tratta di un prodotto specifico per cerchi cromati, di lega leggera, acciaio e copricerchi di plastica ed è in vendita in una confezione da 750 ml dotata di spruzzino al prezzo indicativo di euro 5,90 (Iva compresa).

A base di enzimi attivi, Polish&Protettivo della linea Aktiv-E by Fra-ber è un prodotto “3in1” ideale per la cura di tutte le parti in metallo di auto, moto, camper e camion.

La cera dona idrorepellenza, il polish dona riflessi profondi, brillanti e una maggiore protezione contro gli agenti atmosferici.

Gli enzimi penetrano nelle microporosità disgregando lo sporco organico per una pulizia e una brillantezza che dura più a lungo. Polish&Protettivo è il prodotto ideale da usare subito dopo il lavaggio per chi vuole maggiore brillantezza e protezione, senza sbiancare le parti di plastica. La sua modalità d’uso prevede di pulire e asciugare la parte da trattare: dopo aver agitato il flacone, nebulizzare il prodotto in modo uniforme operando ogni volta su parti in metallo limitate (carrozzeria, serbatoio, carena ecc.). Quindi, non lasciar seccare il prodotto ma asciugare e lucidare con movimenti circolari ripetuti con un panno in cotone o microfibra e, nel caso le parti in metallo risultassero particolarmente deteriorate, ripetere l’operazione. È importante non applicare su superfici calde o esposte direttamente al sole. Il prezzo di vendita al pubblico consigliato in confezione da 750 ml è di euro 6,90 (Iva compresa).

I DISTRIBUTORI AUTOMATICI NELL’ERA DELL’IMPRESA 4.0 Il settore della distribuzione automatica è un’eccellenza tutta italiana: non a caso oltre il 70% della produzione “made in Italy” viene esportato all’estero e il nostro Paese vanta il primato europeo di macchine installate: oltre 800 mila, davanti a Francia (590 mila), Germania (555 mila) e Regno Unito (417 mila).

Le smart vending machine sono in costante aumento e presto le vedremo ovunque e quindi anche nelle aree di servizio e negli autolavaggi. I distributori di nuova generazione sono digitali, dotati di touchscreen e connessi a Internet: grazie all’interattività, il cliente dispone di vantaggi come la possibilità di personalizzare a piacimento la composizione dei prodotti e l’opportunità di pagare tramite app. “Il vending della nuova era – ha spiegato Massimo Trapletti, Presidente del Gruppo Fabbricanti di Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica – ha un obiettivo preciso: modificare la customer experience del consumatore trasformando i distributori in strumenti interattivi. Le nuove tecnologie ampliano l’offerta e permettono al consumatore di creare un prodotto sulla base dei propri gusti.

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Paolo Andrigo e Massimo Trapletti Inoltre, attraverso la telemetria è possibile un controllo costante sulle macchine per attivare con tempismo sia le procedure di rifornimento che gli interventi di manutenzione. In parallelo allo sviluppo tecnologico, il settore della distribuzione automatica sta costantemente incrementando il livello di qualità dei prodotti, ampliando la propria offerta anche con alimenti e bevande bio, ecosostenibili e a km 0”. “Tra le sfide che il settore si prepara ad affrontare – ha osservato Paolo Andrigo, Senior Manager di Accenture –, ci sono la creazione di un unico protocollo di comunicazione per gestire più facilmente tutti i sistemi digitali dei diversi produttori e lo sviluppo del “digital merchandising”, ossia un sistema smart che consenta di verificare il corretto caricamento del prodotto all’interno della macchina.

La rivoluzione 4.0 dei distributori automatici intelligenti è destinata a completarsi con altre caratteristiche: la profilazione dei consumatori grazie a sistemi di riconoscimento vocale e facciale e ad algoritmi per l’intelligenza artificiale”.

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news novità news novità SEMPRE PIÙ API: ACQUISITO IL 100% DI TOTALERG

Api ha firmato un accordo con ERG e Total Marketing Services che porterà all’acquisizione della totalità delle azioni TotalErg. L’operazione porta a un ulteriore potenziamento di Api nel panorama della distribuzione petrolifera italiana e prevede l’acquisizione delle oltre 2.600 stazioni di servizio a marchio TotalErg, del polo logistico di Roma e di circa il 25% della raffineria di Trecate, in provincia di Novara. Così la “nuova” Api potrà vantare oltre 5 mila punti vendita su tutto il territorio nazionale e le raffinerie di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, e Trecate. Sulla base dei risultati aggregati del 2016, il nuovo gruppo raggiungerebbe un fatturato pari a circa 6 miliardi di euro. L’operazione, la cui definizione dovrebbe essere fissata per il 31 gennaio 2018, è ovviamente condizionata all’approvazione dell’Antitrust. Nell’acquisizione, UniCredit è stata financial advisor di Api, mentre UBI Banca e Banco BPM hanno sostenuto Api come “joint financial advisor” nella definizione della “capital structure” del gruppo e nella strutturazione del finanziamento.

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news novità news novità PROGETTO EVA+ PER LA RICARICA VELOCE A ROMA E CORMANO

EVA+ è il progetto di mobilità elettrica, coordinato da Enel, a cui partecipano Verbund (principale utility austriaca), Renault, Nissan, BMW e Volkswagen Group Italia e cofinanziato dalla Commissione Europea. Nell’ambito di questo intervento è stata recentemente inaugurata la stazione di ricarica veloce Fast Recharge installata da Enel presso il distributore IP del Gruppo Api, a Cormano, in provincia di Milano. È la prima di 20 colonnine posizionate sulle strade a lunga percorrenza nell’ambito EVA+, acronimo di Electric Vehicles Arteries, a cui Enel ne ha aggiunte ulteriori 10.

“La mobilità elettrica è una grande trasformazione in corso che l’evoluzione della tecnologia sta spingendo – ha detto Francesco Venturini, Direttore della Divisione Globale e-Solutions di Enel –. In questo contesto l’Italia, che è uno dei pochi paesi al mondo ad avere completamente digitalizzato la rete di distribuzione elettrica, ha una grande possibilità. Siamo partiti con un programma che doterà il Paese di un’infrastruttura moderna e capillare. Le prime 30 colonnine installate nell’ambito del progetto EVA+, tra cui questa che inauguriamo oggi con il Gruppo Api, permettono di ricaricare l’auto elettrica anche nelle aree extraurbane e in tempi rapidi, in modo da consentire l’utilizzo del veicolo elettrico non solo in città, ma anche per tratte più lunghe come quella Roma-Milano”.

A pochi giorni di distanza è seguita un’altra inaugurazione di

una stazione di ricarica veloce Fast Recharge del progetto EVA+ installata da Enel presso la stazione di servizio TotalErg di Selva Candida, tra la terza e la quarta uscita dell’anello stradale esterno di Roma. Una delle 20 colonnine posizionate sulle strade a lunga percorrenza che rientrano nell’ambito del progetto EVA+ a cui Enel ne ha aggiunte ulteriori 10.

Le infrastrutture di ricarica installate, come tutte le altre colonnine lungo le strade a lunga percorrenza, della tipologia “Enel Fast Recharge Plus” sono una tecnologia interamente sviluppata da Enel che garantisce un pieno di energia in meno di 20 minuti, compatibile con tutti i veicoli elettrici in commercio e nel rispetto dei più alti standard di sicurezza. Con EVA+ nasce la prima rete di ricarica che consentirà di utilizzare i veicoli elettrici fuori città: è infatti questo progetto di mobilità elettrica prevede l’installazione, in tre anni lungo le tratte extraurbane, di 200 colonnine di ricarica veloce, 180 in Italia e le altre 20 in Austria. Il programma, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di “Connecting Europe Facility”, vede la collaborazione di Enel, in qualità di coordinatore, e Verbund insieme ad alcuni tra i principali costruttori automobilistici di veicoli elettrici. Attraverso questo primo gruppo di installazioni è stata “elettrificata” la tratta Roma-Milano, con una infrastruttura di ricarica ogni 60 km circa. I 30 punti di ricarica si trovano principalmente in aree adiacenti agli accessi autostradali per consentirne l’uso anche a coloro che utilizzano veicoli elettrici per spostamenti extraurbani con soste compatibili con il tempo di ricarica: per esempio, nei centri commerciali.

CON ASPRO ITALY IL CNG ARRIVA IN SICILIA E NELLE MARCHE Il CNG (compressed natural gas) arriva anche in Sicilia grazie a questo impianto inaugurato recentemente da Aspro Italy, l’azienda che nasce dalla volontà di un gruppo di professionisti e esperti del settore CNG con oltre 25 anni di esperienza diretta. Questa volta la nuova stazione di trova a Siracusa, in Contrada Targia, di proprietà della MV Petroli di Vincenzo Moscuzza.

La stazione è equipaggiata con un compressore Aspro modello HRC70 e un erogatore multiprodotto, ovviamente con il metano. L’impianto, alimentato dal metanodotto cittadino, ha una Ascoli

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pressione d’ingresso di circa 4 bar, una portata di 450 Sm³/h e una potenza elettrica di 90 kW. Un altro impianto è stato inaugurato ad Ascoli Piceno, nell’area di servizio di proprietà di DiPiùEnergy Srl: la stazione è equipaggiata con un compressore Aspro modello IODM 115-4R e due erogatori a doppio attacco; l’impianto, alimentato da metanodotto cittadino, ha una pressione d’ingresso di circa 4 bar, per una portata di 750 Sm³/h e una potenza elettrica di 132 kW. Siracusa

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news novità news novità CON MICROHARD “NON SI NAVIGA PIÙ NEL BUIO…” Il tema dell’incontro era chiaro: “Per non navigare nel buio: l’invio telematico dei corrispettivi”. Questo il tema principale del primo meeting di Microhard Vending Projects, che si è svolto a inizio novembre a Zola Predosa, in provincia di Bologna. Un successo per numero di partecipanti, ma anche per le spiegazioni e le esaustive risposte dell’Agenzia delle Entrate, presentate in modo impeccabile e professionale da Emiliano Luglio (Funzionario Area Accertamento Direzione Centrale Agenzia delle Entrate), per ognuna delle innumerevoli domande di un pubblico particolarmente attento e vivace. Erano oltre 130 i partecipanti e i posti a sedere erano praticamente esauriti. Dopo i saluti dei rappresentanti istituzionali, Enza Lupardi (Responsabile Fisco e Diritto d’Impresa Confindustria Emilia), Gianluca Meschi (Federlavaggi) e Francesco Manfredi (Assogepi-CNA), ha preso la parola Emiliano Luglio. Proiezione di esaustive slide e semplici descrizioni hanno accompagnato le sue spiegazioni su quella che agli addetti ai lavori sembra essere ancora una complessa normativa: la memorizzazione e trasmissione elettronica o telematica dei corrispettivi prodotti dalle “vending machine”, termine usato per identificare tutta la serie di sistemi elettromeccanici, apparecchi automatizzati o distributori automatici provvisti di Cpu e memoria, predisposti per erogare prodotti o servizi previo pagamento in denaro. Il range di interessati a questa normativa, che intende disciplina-

re vari settori, è piuttosto vasto: dagli autolavaggi ai gestori di distributori automatici, dalle farmacie alle lavanderie a gettone, solo per citarne alcuni. Alla presentazione/spiegazione dei nuovi adempimenti previsti è seguito un colorito dibattito con il pubblico che ha rivolto a Emiliano Luglio molte domande estremamente pertinenti a cui sono state date risposte chiare ed esaustive con impeccabile professionalità.

Andrea Montanari Marketing Manager di Microhard, moderatore dell’incontro, al termine del dibattito ha presentato un nuovo prodotto appositamente creato e messo a punto per facilitare l’invio telematico ed adempiere alla normativa: Accerta è l’applicazione certificata scaricabile da Play Store che fornisce in modo semplice e intuitivo ai gestori tutti gli strumenti utili per la spedizione dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un’applicazione universale utilizzabile per il momento tramite cellulare Android (prossimamente anche per iOS), una soluzione tecnica studiata particolarmente per le vending machine non collegate direttamente in rete e non predisposte per l’invio automatico. Un menù di navigazione composto da poche voci e pochi passaggi e quindi la funzionalità/trasmissione dei dati è assicurata. Diverse le soluzioni di acquisto in funzione del tipo di contratto scelto e del numero di macchine.

I lavori si sono chiusi con la promessa che il meeting verrà replicato in altre regioni, a cominciare dal prossimo il 29 novembre a Bari. Sul sito www.microhard.it sarà pubblicato l’elenco dei luoghi e le date, mentre è ancora possibile vedere sulla pagina Facebook di Area di Servizio (https://www.facebook.com/areadiservizio.carburanti.autolavaggi) il filmato integrale, diviso in due tranche, dell’evento bolognese.

SEN: ASSOGASLIQUIDI APPREZZA LA SCELTA DEL GAS Poco dopo la presentazione della SEN, la Strategia Energetica Nazionale, è arrivato l’apprezzamento di Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi, l’Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL. “In tema di mobilità sostenibile, apprezziamo la scelta di puntare su carburanti alternativi come il gas, con particolare riferimento al GPL e al GNL – ha dichiarato Franchi –. Inoltre, condividiamo quanto indicato nel Documento, in relazione alla tematica degli impatti emissivi negativi degli impianti a biomassa, anche in relazione alla previsione di divieti di utilizzo nelle zone più sensibili. Auspichiamo pertanto che, nella revisione delle misure previste nel cosiddetto “ecobonus”, vengano inseriti fin da subito, per gli impianti a biomassa, requisiti prestazionali in linea con la tecnologia avanzata prevista oggi dalle norme di riferimento. Riteniamo altresì fondamen-

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tale l’introduzione di un controllo di manutenzione di questi impianti con cadenza annuale”.

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figisc anisa confcomMercio Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio.

Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti.

Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.

Per iscrizioni e informazioni: Figisc - Anisa - Confcommercio P.zza G.G. Belli 2, 00153 Roma - tel. 06-58.66.351-417, fax 06-58.33.1724

e-mail: figisc@confcommercio.it - visitate il sito: www.figisc.it

QUANTO VALE L’ILLEGALITÀ? IL 15% DEL MERCATO Scrive Staffetta sul numero di venerdì 20.10.2017, citando la Relazione Tecnica al disegno di legge sul bilancio dello Stato approvato dal Consiglio dei ministri del 16 ottobre che “nel 2016 dei circa 66 miliardi di litri di prodotti petroliferi immessi in consumo, una quota pari al 15% (quasi 10 miliardi di litri) sia stato distratto sul mercato parallelo in frode Iva” e che la medesima relazione tecnica “stima prudenzialmente un gettito Iva evaso di circa 1,45 miliardi. Il Governo conta di recuperare 242 milioni attraverso l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria e 200 milioni con le altre misure. L’Agenzia delle entrate quantifica in 384 milioni l’ammontare degli omessi versamenti Iva nel settore dei carburanti”.

Si riporta, di seguito, testualmente quanto precisato nello schema di bilancio: Relazione tecnica Il pacchetto di misure ha l’obiettivo di recuperare l’evasione dovuta alle frodi IVA. Sulla base dei dati forniti dalle associazioni di categoria, si stima che, nel 2016, dei circa 66 miliardi di litri di prodotti petroliferi immessi in consumo, un quota pari al 15% (quasi 10 miliardi di litri) sia stato distratto sul mercato parallelo in frode IVA. Considerando un prezzo medio (dato dalla somma del prezzo industriale e dell’accisa) di un euro a litro e abbattendo la percentuale di frode dal 15% al 10% in via prudenziale, si calcola che il gettito IVA evaso ammonti a circa 1,45 miliardi (10% x 66 x 22%), che si attribuisce interamente al settore della benzina e del gasolio (in quanto maggiormente esposti al rischio di evasione). Sottraendo alla stima del gettito IVA evaso per via delle frodi nel settore gasolio e benzina (1,45 miliardi di euro), l’ammontare che si stima di recuperare attraverso l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria (242 milioni), si ottiene il valore residuo di 1,2 miliardi di evasione IVA. Si stima prudenzialmente che, grazie all’introduzione di questo pacchetto misure di contrasto alle frodi IVA, sia possibile recuperare circa 1/6 del totale del gettito IVA evaso. Complessivamente quindi si stima che tali misure permettano un recupero di gettito IVA eva7/2017

so pari a 200 milioni di euro. A ciò occorre aggiungere gli effetti di queste misure sugli omessi versamenti. L’Agenzia delle entrate quantifica in 384 milioni l’ammontare degli omessi versamenti IVA nel settore dei carburanti. Alla stima si è pervenuti applicando l’incidenza dell’IVA evasa nel settore sull’IVA evasa in totale (1,45/32,1 mld di euro) all’ammontare complessivo degli omessi versamenti IVA (8,5 mld di euro). Si stima prudenzialmente che a seguito dell’introduzione delle misure in oggetto sia possibile recuperare circa i 1/4 di questo ammontare, pari a 96 milioni di euro su base annua. Complessivamente si stima quindi che le misure comportino un recupero di gettito IVA pari a 296 milioni di euro annui a regime e pari a 271,3 milioni di euro per l’anno 2018 (11 mesi).

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figisc anisa confcomMercio ILLEGALITÀ: IL GASOLIO RUBATO E RICICLATO DALLA LIBIA Notizie sul fronte dell’illegalità nel settore che registrano la scoperta e la repressione delle attività illecite sono ormai una ripetitività giornaliera e, pur denotando che le pratiche criminose sono ormai diffuse a macchia d’olio, marcano comunque l’efficacia crescente degli Organi di vigilanza.

Alle varie “declinazioni” dell’illegalità mancava ancora il traffico di prodotto trafugato organizzato a livello internazionale: l’operazione “Dirty Oil” messa a segno dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Catania, dopo un imponente e prolungato lavoro di indagine, ha messo insieme anche questo tassello.

In un anno, con una trentina di viaggi sono stati importati via mare dalla Libia oltre 80 milioni di kg di gasolio per un valore stimato all’acquisto di circa 30 milioni di euro: prodotto illecitamente sottratto dalla raffineria libica di Al-Zawyia, presso Tripoli che è, secondo la Procura, “carburante con tenore di zolfo minore di 0,1% e destinato al bunkeraggio ossia al rifornimento, in ambito portuale, di carburanti o di combustibili a unità navali riciclato e immesso, all’insaputa dei consumatori finali, anche presso distributori stradali. Il prodotto in questione, dopo miscelazioni presso uno dei depositi fiscali della Maxcom siti in Augusta, Civitavecchia e Venezia, veniva immesso nel mercato italiano ed europeo (Francia e Spagna in particolare) a un prezzo similare a quello dei prodotti ufficiali pur essendo la qualità dello stesso inferiore. Il flusso di gasolio libico arrivava a un prezzo ribassato rispetto alle quotazioni ufficiali (in alcuni casi anche fino al 60%) così garantendo alla società italiana acquirente un margine di profitto costante e più elevato”.

La frode avrebbe comportato mancati incassi per l’erario nazionale di imposte (Iva) per un ammontare di oltre 11 milioni di euro.

Le misure cautelari emesse dal Giudice delle indagini preliminari hanno comportato l’esecuzione di ben nove arresti (sei in carcere, tre ai domiciliari) nei confronti dei promotori, organizzatori e partecipi ad associazione a delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico illecitamente sottratto.

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La Procura catanese fa riferimento a un rapporto della Nazioni Unite del marzo 2016 nel quale il Gruppo di esperti in Libia del Consiglio di Sicurezza ONU evidenziavano l’esistenza di un vasto “contrabbando di benzina sia dentro che fuori dalla Libia, che conduce al mercato nero e che fornisce una fonte significativa di introiti per i gruppi armati locali e le reti criminali”, specificamente di prodotti provenienti dalla raffineria di Al-Zawiya e contrabbandati dalla “rete gestita da Fahmi ben Khalifa (anche conosciuto come Fahmi Salim)”, il quale soggetto sarebbe azionista di una compagnia maltese, ADJ Trading Limited, e presidente del Consiglio di Amministrazione di una compagnia libica, Tiuboda Oil and Gas Service Limited e controllerebbe nientemeno che “una milizia”. Costui, secondo le ricostruzioni degli Inquirenti, controllando le acque antistanti alcuni porti libici, “consentiva a navi cisterna di rifornirsi del gasolio proveniente dalle raffinerie attraverso pescherecci appositamente modificati e/o altre navi cisterna di piccole dimensioni.

Alcune di queste navi, giunte al largo di Malta, procedevano a un ulteriore trasbordo su natanti nella disponibilità di società maltesi, le quali s’incaricavano poi di trasportarlo presso porti italiani per conto della società Maxcom Bunker. I natanti utilizzati per l’illecito trasporto disattivavano il dispositivo di identificazione al fine di celare la loro reale posizione”.

Nella fase di distribuzione sul territorio nazionale del carburante importato dalla Libia dalla Maxcom Bunker, le Fiamme Gialle hanno tracciato casi di destinazione finale del gasolio immesso in Sicilia e in Campania riuscendo, al contempo, a smascherare una distinta associazione a delinquere, finalizzata alla sistematica evasione dell’Iva e alla vendita a distributori stradali “compiacenti” – ubicati in Catania e provincia – di gasolio “extra-rete” in frode a consumatori e compagnie di bandiera (la denuncia è infatti partita da ENI), composta da società “cartiere”, ubicate in Catania e nel siracusano, da depositi fiscali nel trapanese e depositi di stoccaggio nel catanese, unite tra loro da apparenti rapporti commerciali attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

7/2017

figisc anisa confcomMercio INTERROGAZIONE DI LUCA SQUERI SU SANZIONI MONETICA L’Onorevole Luca Squeri, Vicepresidente Nazionale di Figisc Confcommercio, in occasione del question time alla Camera dei Deputati, presente in aula il Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, ha esposto la seguente interrogazione a risposta diretta: “Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-03314 presentato da Squeri Luca testo presentato martedì 17 ottobre 2017 modificato mercoledì 18 ottobre 2017, seduta n. 873 Squeri, Baldelli. Al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere – premesso che: gli organi di informazione hanno in questi giorni riportato la notizia secondo la quale sarebbe intenzione del Governo inserire nella manovra di bilancio la sanzione per chi non accetterà pagamenti tramite carte di debito e di credito, anche di piccolo importo; questa misura, laddove confermata, avrebbe un impatto fortemente negativo su tutti gli operatori economici che vedrebbero i loro profitti, soprattutto per i consumi di piccola entità, assorbiti in parte rilevante dagli oneri per i costi bancari; ciò rischia di vanificare i primi segnali di ripresa e di incidere su prezzi e consumi al dettaglio; di fatto nel nostro Paese si sono fatti rilevanti progressi in termini di diffusione della moneta elettronica: il numero dei pos installati pari a 2,2 milioni è oggi superiore a quello dei pos installati in Francia (1,5 milioni) e in Germania (1,2 milioni) e anche il numero delle transazioni effettuate con carte di pagamento (di credito e di debito e prepagate) è cresciuto in misura molto significativa, passando da 1,7 miliardi di operazioni nel 2011 a oltre 3 miliardi di operazioni nel 2013; la recente riduzione delle commissioni interbancarie, per effetto della normativa comunitaria, non si è ancora tradotta in una contestuale, effettiva riduzione delle commissioni pagate dalle imprese di piccole dimensioni e dotate di scarso potere contrattuale nei confronti del sistema bancario: se il Governo non ritenga opportuno, prima di introdurre vincoli e sanzioni per i soggetti che non accettano pagamenti con carte di debito o di credito, procedere con misure che favoriscano l’effettivo abbassamento dei relativi costi bancari e commissioni pagati dalle imprese, in modo che la gestione del pos non rappresenti un ulteriore onere gravante sugli operatori, in particolare di piccole dimensioni.”

Risposta del Ministro Calenda Interrogazione On. Luca Squeri (FI-PdL) “In merito al quesito presentato circa l’introduzione di sanzioni per gli esercenti che non accettano pagamenti anche di piccolo importo tramite carte di debito e di credito, faccio presente che dai dati di Banca d’Italia emerge che nel nostro Paese l’utilizzo delle carte di pagamento ha registrato una forte crescita negli ultimi anni. Tra il 2011 e il 2016 il numero totale di carte di debito o di credito e carte prepagate è passato da 67 a 95 milioni, il numero di apparecchiature POS da 1,4 a 2,2 milioni e il numero di transazioni da 1,7 a 3 miliardi. Sulla base delle evidenze empiriche risulta, dunque, che negli ultimi anni la crescita dei volumi di operazioni con carte in Italia è in linea con gli obiettivi perseguiti dai più recenti provvedimenti norma7/2017

Luca Squeri

tivi, volti ad accrescere l’uso di strumenti di pagamento elettronici.

Con riferimento all’esigenza manifestata dall’interrogante circa la necessità di ridurre le commissioni applicate, si ricorda che il tema è stato già affrontato dal Consiglio dei Ministri in sede di approvazione preliminare dello schema di decreto legislativo finalizzato sia al recepimento della “direttiva PSD2” sia all’adeguamento delle disposizioni interne al regolamento UE n. 751/2015. Quest’ultimo prevede che le commissioni interbancarie per le operazioni tramite carta di debito a uso dei consumatori non potranno essere superiori allo 0,2 del valore dell’operazione, mentre quelle effettuate tramite carta di credito allo 0,3. Faccio inoltre presente che tali commissioni sono correlate al numero di operazioni effettuate e, dunque, potrebbero ridursi a fronte di una maggiore diffusione di questi strumenti di pagamento, giustificando dunque ogni iniziativa, anche di tipo sanzionatorio, per la diffusione dei citati strumenti ancora parzialmente usati in Italia rispetto alla media nell’area euro, pari a 95 verso 220 operazioni.”

Al Ministro Calenda ha controreplicato Squeri nei seguenti termini: “Prendo atto che il Ministro indirettamente concorda con me, perché ha fatto una fotografia positiva della diffusione dei POS e, nonostante ciò, ecco che arriva la sanzione. Per cui, la definiamo perciò inutilmente punitiva.

Io aggiungo che, mentre in Italia ci sono 2 milioni 200 mila POS, in Francia ce n’è un milione e mezzo e in Germania un milione e 200 mila. Negli ultimi cinque anni ogni giorno – ripeto: ogni giorno – 400 nuovi POS sono attivati, per cui davvero le sanzioni che vengono considerate le riteniamo – lo ribadisco – punizioni inutili.

Detto questo, prendendo atto che il Governo sta dando la dovuta attenzione al tema anche rispetto ad alcune categorie particolari – mi riferisco ai tabaccai e ai benzinai e alla loro funzione esattoriale, su cui davvero bisogna intervenire affinché non paghino commissioni sulle tasse che riscuotono per conto dello Stato –, mi ritengo soddisfatto nella misura in cui quello che è stato detto si traduca in fatti.

Soprattutto quando si parla delle commissioni, che sono ridotte allo 0,2 e allo 0,3, si parla delle commissioni interbancarie, che al momento sono operative per le banche, ma non vediamo ancora nessun effetto positivo per gli operatori, soprattutto per i piccoli operatori. Per cui, davvero, se il Governo agirà fortemente e in maniera incisiva affinché gli operatori traggano beneficio da questa novità, ci riterremo soddisfatti.”

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figisc anisa confcomMercio RAZIONALIZZAZIONE RETE: “CORSA” A OSTACOLI Approvata la legge 4 agosto 2017, n. 124 sulla concorrenza, è cominciata la corsa agli adempimenti necessari per osservarne le disposizioni.

Una corsa che non è affatto senza ostacoli.

A partire dalla realizzazione dell’anagrafe (termine già spirato il 1° settembre) degli impianti di distribuzione di benzina, gasolio, gpl e metano della rete stradale e autostradale (comma 100 della norma composta da un solo articolo), su cui il Ministero ha detto che “La prima attività che ci aspetta è quella sul fronte del dialogo con l’Agenzia delle Dogane facendo parlare le due banche dati che, pur esaminando lo stesso fenomeno, si differenziano per alcuni elementi a partire da uno che può sempre banalissimo: l’indirizzo degli impianti” (lanciando anche un singolare appello agli operatori: “utilizzate strumenti di georeferenziazione”).

Cominciano però a essere più chiari, si fa per dire, alcuni numeri: il Ministero, in occasione di Oil&nonOil, infatti, ha illustrato i primi dati a disposizione dopo il confronto con l’Agenzia delle Dogane: “a settembre 2017 il numero degli impianti è di circa 23.600, di questi 500 autostradali. Partiamo da un numero, da informazioni chiare. L’immagine sarà sempre più nitida e a breve avremo una risoluzione altissima della rete di distribuzione”.

Un numero tuttavia che appare almeno ampiamente sovrabbondante – e di quasi il 14% – a quello stimato da Unione Petrolifera (20.750 nella relazione annuale UP, dati riferito al 1° gennaio di quest’anno) per non dire del numero censito al 1° settembre dall’Osservatorio Prezzi Carburanti del MiSE (20.580 unità), e che corrisponde, giusto per avere un ordine di grandezza esterno, persino a un tantino di più della somma degli impianti di tutta la Germania e di tutto il Regno Unito insieme (14.500 + 8.500).

Il che la dice lunga sull’effettiva aspettativa dei risultati di questa razionalizzazione.

Sarà forse che vi è una fetta non trascurabile di impianti in sospensione di attività. Non a caso il comma 101 della norma, che impone ai titolari delle autorizzazioni o delle concessioni l’iscrizione alla anagrafe degli impianti entro 180 giorni dall’en-

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trata in vigore della norma stessa (la data di entrata in vigore decorre dal 29.08.2017), prevede di includere nell’anagrafe anche i punti vendita in regime di sospensione.

Nel medesimo termine di cui sopra, ai sensi del comma 102 i titolari di autorizzazione o concessione sono obbligati a presentare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, “indirizzata al Ministero dello sviluppo economico, alla regione competente, all’amministrazione competente al rilascio del titolo autorizzativo o concessorio e all’ufficio dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, attestante che l’impianto di distribuzione dei carburanti ricade ovvero non ricade, in relazione ai soli aspetti attinenti alla sicurezza della circolazione stradale, in una delle fattispecie di incompatibilità previste dalle vigenti disposizioni regionali e meglio precisate, ai soli fini della presentazione della dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, ai commi 112 e 113 del presente articolo, ovvero che, pur ricadendo nelle fattispecie di incompatibilità, si impegnano al loro adeguamento, da completare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”.

Quali siano le disposizioni recate dai commi 112 e 113 della norma è presto detto: “112. Con riferimento alla dichiarazione di cui al comma 102 del presente articolo, gli impianti ubicati all’interno dei centri abitati, delimitati dai comuni ai sensi dell’articolo 4 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono considerati incompatibili, in relazione agli aspetti di sicurezza della circolazione stradale, nei seguenti casi: a) impianti privi di sede propria per i quali il rifornimento, tanto all’utenza quanto all’impianto stesso, avviene sulla carreggiata, come definita all’articolo 3, comma 1, numero 7), del codice di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; b) impianti situati all’interno di aree pedonali, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, numero 2), del codice di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.”

“113. Con riferimento alla dichiarazione di cui al comma 102 del presente articolo, gli impianti ubicati all’esterno dei centri abitati, delimitati dai comuni ai sensi dell’articolo 4 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono considerati incompatibili, in relazione agli aspetti di sicurezza della circolazione stradale, nei seguenti casi: a) impianti ricadenti in corrispondenza di biforcazioni di strade di uso pubblico (incroci a Y) e ubicati sulla cuspide degli stessi, con accessi su più strade pubbliche; b) impianti ricadenti all’interno di curve aventi raggio minore o uguale a metri cento, salvo si tratti di unico impianto in comuni montani; c) impianti privi di sede propria per i quali il rifornimento, tanto all’utenza quanto all’impianto stesso, avviene sulla carreggiata, come definita all’articolo 3, comma 1, numero 7), del codice di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.”

Ovvero le “linee guida Marzano” di vetusta memoria.

Chi risulti incompatibile e non intenda adeguarsi cessa (comma 103) l’attività entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della norma, o, se si preferisce, entro tre mesi dalla scadenza del termine per presentare la dichiarazione di cui al comma 102. Per cui si può valutare che verso la metà del 2018 si possa cominciare a vedere qualche chiusura di impianti incompatibili 7/2017

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figisc anisa confcomMercio e/o di impianti in sospensione scaduta.

Naturalmente questo è il quadro generale, che ha le sue eccezioni nei fatti reali e nella lunga fase delle deroghe che da tempo hanno “tamponato” numerose casistiche di incompatibilità.

La questione delle deroghe viene affrontata nei giorni scorsi sul numero del 19.10 di Staffetta dall’Avvocato Bonaventura Sorrentino.

Sul tema così si pronuncia il Legale: “...occorre chiarire se si è in presenza di una norma interpretativa, che fa salvi i diritti acquisiti, oppure di una norma dispositiva, che regolamenta ulteriori casi di incompatibilità. In questa seconda ipotesi si potrebbe correre il rischio di rendere inefficaci le deroghe concesse dalle precedenti fonti normative regionali. Ma se così fosse, si aprirebbe uno squarcio che potrebbe ledere un principio fondamentale del nostro diritto, seppure non scritto: il legittimo affidamento nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Il principio di legittimo affidamento viene a realizzarsi in tutte le ipotesi nelle quali una situazione giuridica favorevole al soggetto viene a creare un determinato grado di stabilità nella sfera giuridica del destinatario...

Sostanzialmente la problematica, nello specifico, potrebbe riguardare la posizione dei titolari dell’autorizzazione che, confidando nei provvedimenti di deroga legittimamente rilasciati (legittimo affidamento) hanno fatto scelte di compatibilità, magari anche

costose, potendosi ritrovare, eventualmente, alla luce delle nuove disposizioni normative, con un provvedimento inefficace... ...appare iniquo ed illegittimo che, in ambito amministrativo, non sia tutelata in modo chiaro una situazione prolungata di “apparentia iuris” che genera nell’incolpevole terzo, in buona fede, uno stato di fatto che riproduce, nella realtà giuridica, gli stessi effetti di una situazione di diritto.”

Di qui, conclude il Legale “una delle questioni da approfondire con riferimento alle deroghe alle incompatibilità”.

Non tutto – anzi non molto, visto che non ci siamo neppure coi numeri e che l’obiettivo quantitativo non è neppure mai (bisognerebbe risalire ad alcune generiche indicazioni, chiamiamole “implicite”, del decreto 32/1998) stato individuato –, pertanto, appare scontato in un processo, la razionalizzazione, che comunque interviene con ritardo pluridecennale a settore ormai, per usare un eufemismo, “maturo” anche per scelte politiche di natura fortemente alternativa in materia energetica.

E sulle caratteristiche della rete italiana val la pena di rammentare solo per inciso la “impietosa fotografia” scattata da Unione Petrolifera quasi un anno fa sui dati del 2015: “Occorre infine tener presente un altro numero preoccupante: considerando il totale dei 21.000 punti vendita ci sono almeno 5.000 impianti che hanno erogati sotto i 350 mc/anno e che quindi, in via teorica, hanno scarsi requisiti di redditività.”

PRIMO SEMESTRE 2017: VENDITE RETE -1,5% SUL 2016 Pubblicata nei giorni scorsi la Newsletter Vendite Consumi N.154/2017 in data 11 ottobre 2017: l’elaborazione contiene i dati delle vendite progressive per il periodo gennaio-giugno 2017, ufficialmente da poco diffusi sul Bollettino Petrolifero dal Ministero per lo sviluppo economico, che riguardano i prodotti benzina e gasolio, distinti in rete ed extrarete, e per la rete suddivisi tra rete ordinaria e autostradale, mentre per il gpl la distinzione è tra rete ed extrarete. I dati sono relativi alle singole regioni e alle singole province.

I dati pubblicati sono stati confrontati per le variazioni percentuali con il medesimo periodo progressivo a giugno dell’anno precedente 2016. I dati, pubblicati in unità di misura tonnellata o multiplo, sono stati anche convertiti in equivalenti milioni di litri da Figisc/Anisa secondo le densità correnti, e confrontati sia con i dati dei consumi provvisori – relativi alle consegne di prodotto – pubblicati per il progressivo gennaio-giugno 2017 dal Ministero dello sviluppo economico, sia con i volumi delle immissioni al mercato interno – rete per il progressivo gennaiogiugno 2017 I dati più significativi sono quelli qui evidenziati: i consumi complessivi di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-giugno 2017 sono pari i 19,835 miliardi di litri contro i 19,890 dello stesso periodo 2016, con una variazione negativa assoluta di -54,5 milioni di litri ed una variazione di -0,27 punti percentuali;

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i consumi complessivi di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-giugno 2017 nel circuito della rete sono pari a 11,739 miliardi di litri contro gli 11,920 dello stesso periodo 2016, con una variazione negativa assoluta di -181,3 milioni di litri e una variazione di -1,52 punti percentuali; i consumi complessivi di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-giugno 2017 nel circuito extrarete sono pari a 8,097 miliardi di litri contro i 7,970 dello stesso periodo 2016, con una variazione positiva assoluta di +126,8 milioni di litri e una variazione di +1,59 punti percentuali; i consumi complessivi di benzina e gasolio nel periodo gennaiogiugno 2017 nel circuito della rete, segmento rete ordinaria, sono pari a 10,359 miliardi di litri contro i 10,478 dello stesso periodo 2016, con una variazione negativa assoluta di -119,1 milioni di litri e una variazione di -1,14 punti percentuali; i consumi complessivi di benzina e gasolio nel periodo gennaiogiugno 2017 nel circuito della rete, segmento rete autostradale, sono pari a 0,673 miliardi di litri contro i 0,719 dello stesso periodo 2016, con una variazione negativa assoluta di -45,3 milioni di litri e una variazione di -6,31 punti percentuali; i consumi complessivi di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-giugno 2017 sono ripartiti secondo le seguenti quote: benzina 24,04% (nello stesso periodo 2016 pari al 24,69%), gasolio 68,33% (nello stesso periodo 2016 pari al 67,76 %), gpl 7,63% (nello stesso periodo 2016 pari al 7,55%); 7/2017

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figisc anisa confcomMercio i consumi complessivi di benzina nel periodo gennaio-giugno 2017 sono ripartiti secondo le seguenti quote: rete 74,34% (nello stesso periodo 2016 pari al 75,10%), extrarete 25,66% (nello stesso periodo 2016 pari al 24,90%); i consumi complessivi di gasolio nel periodo gennaio-giugno 2017 sono ripartiti secondo le seguenti quote: rete 55,24% (nello stesso periodo 2016 pari al 55,71%), extrarete 44,76% (nello stesso periodo 2016 pari al 44,29%); i consumi complessivi di gpl nel periodo gennaio-giugno 2017 sono ripartiti secondo le seguenti quote: rete 46,67% (nello stesso periodo 2015 pari al 48,18 %), extrarete 53,33% (nello stesso periodo 2015 pari al 51,82%); i consumi complessivi di benzina, gasolio e gpl nel periodo gennaio-giugno 2017 sono ripartiti secondo le seguenti quote: rete 59,18% (nello stesso periodo 2016 pari al 59,93%), extrarete 40,82% (nello stesso periodo 2016 pari al 40,07%); i consumi complessivi sommati di benzina e gasolio nel circuito della rete nel periodo gennaio-giugno 2017 sono ripartiti tra i segmenti secondo le seguenti quote: rete ordinaria 93,90% (nello stesso periodo 2016 pari al 93,58%), rete autostradale 6,10% (nello stesso periodo 2016 pari al 6,42%).

Di quale entità si siano modificate nel medio periodo le vendite si può valutare se si confrontano le grandezze nell’arco di un quindicennio (ossia rispetto al primo semestre del 2002): rispetto a tale periodo, le vendite complessive sommate di benzina, gasolio e gpl in rete ed extrarete si sono ridotte di un -17,84% e di 4,307 miliardi di litri, con un crollo delle vendite di benzina del 54,16% (-5,634 miliardi di litri), compensate solo parzialmente da un aumento di quelle di gasolio (+1,008 miliardi di litri) e di gpl (+0,318 miliardi di litri); ma, sempre rispetto a tale periodo, la rete perde vendite per un -34,35%, pari a -6,141 miliardi di litri (benzina -64,93%, gpl -0,67% e solo gasolio +6.05%), l’extrarete guadagna 1,833 miliardi di litri e il 29,27% (benzina +316,05%, gpl +66,74% e gasolio +10,59%);

sempre con lo stesso confronto temporale, limitatamente ai consumi di benzina e gasolio sommati, nella rete complessiva quella ordinaria perde 4,840 miliardi di litri e un -31,85%, quella autostradale collassa di 1,296 miliardi di litri e di un -65,80%; le quote di vendita dei prodotti (gasolio, benzina e gpl in rete ed extrarete) si modificano per la benzina dal 43,09% al 24,04%, per il gasolio dal 51,96% al 68,33% e per il gpl dal 4,95% al 7,63%; si modifica significativamente la ripartizione delle quote delle vendite sommate di benzina, gasolio e gpl tra rete ed extrarete: la rete passa dal 74,06% del totale al 59,18%, l’extrarete dal 25,94% al 40,82%; con riferimento ai consumi sommati di benzina e gasolio nella rete, si modifica anche notevolmente il rapporto delle vendite tra rete ordinaria e rete autostradale: dall’88,53% del totale al 93,90% per la rete ordinaria, dall’11,47% del totale al 6,10% per la rete autostradale.

COMMISSIONE FINANZE CAMERA: NO OBBLIGO CARD CARBURANTI Nei giorni scorsi la Commissione Permanente VI della Camera dei Deputati – Finanze nell’esprimere il proprio parere sullo schema di decreto legislativo sui servizi di pagamento nel mercato interno (pagamenti con card) ha proposto l’esclusione dall’obbligo (e relative sanzioni in caso di rifiuto) di accettare pagamenti a mazzo carte di debito e di credito di alcuni settori, tra cui quello della distribuzione carburanti, per i quali valutare in alternativa interventi di incentivazione.

Il parere è stato approvato mercoledì 25 ottobre mediante introduzione di integrazioni normative all’articolo 5-bis. Secondo la Commissione l’obbligo (decorrente dal 30 giugno 2014 secondo la Direttiva Comunitaria) non trova applicazione nei casi di “oggettiva impossibilità tecnica”, nonché nella vendita di valori bollati, nel pagamento delle tasse automobilistiche, nel pagamento

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delle sanzioni per le violazioni del Codice della strada, nella vendita di carburanti per autotrazione, nell’esercizio di attività professionale nell’ambito esclusivo dei rapporti tra professionisti.

La Commissione, invece, chiede al Governo di optare per “la possibilità di introdurre misure volte a incentivarne l’accettazione, con particolare riguardo a talune categorie di prodotti ad uso dei consumatori e soggetti ad accisa, quali ad esempio i carburanti”. Si ricorderà che, in merito, era stata presentata al Ministro Calenda una interrogazione a risposta immediata dell’on.le Luca Squeri, Di seguito il testo risultante dagli Atti della Commissione: “Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva (UE) 2015/2366 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/110/CE 7/2017

figisc anisa confcomMercio e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE, nonché di adeguamento delle disposizioni interne al regolamento (UE) n. 751/2015 relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carta. Atto n. 458.

La VI Commissione Finanze della Camera dei deputati esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni: “ART. 5-bis.–(Modifiche all’articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179). 1. Il comma 4 dell’articolo 15 del decreto – legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, è sostituito dal seguente: “ 4. A decorrere dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito; tale obbligo non trova applicazione nei casi di oggettiva impossibilità tecnica e nelle seguenti fattispecie: a) vendita di valori bollati; b) pagamento delle tasse automobilistiche; c) pagamento delle sanzioni per le violazioni del Codice della strada; d) vendita di carburanti per autotrazione; e) esercizio di attività professionale esclusivamente nei rapporti tra professionisti.

Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231.”

TOTALERG AD API-IP... ANZI, ALLE BANCHE Le ultime news sulla cessione di TotalErg Italia riportano lo stato dell’arte di una trattativa assai complessa tra il Gruppo Api IP e la joint venture TotalErg per l’acquisizione della rete distributiva. Secondo gli organi di stampa, si tratta di un’operazione il cui valore è di 680 milioni di euro, che dovrebbe essere finanziata da un pool delle maggiori banche italiane, quali Intesa SanPaolo, Unicredit, Banca Popolare di Milano, Popolare di Sondrio, Monte Paschi, Banca Popolare Emilia Romagna, istituti che vorrebbero in cambio, o pegno che dir si voglia, il 51,31% del Gruppo.

Commentando la notizia, Staffetta ha pubblicato sul numero di venerdì 27 ottobre un acuto articolo dal significativo titolo La fine del “petrolio Italia”, di cui pubblichiamo di seguito ampi passaggi: “La notizia non è stata smentita: la famiglia Brachetti Peretti (o meglio la sua holding) darebbe in pegno il 51,31% di Api a un pool formato dalle maggiori banche italiane, Intesa San Paolo e Unicredit in testa, per accendere un prestito di 680 milioni e acquisire così la polpa di TotaErg, cioè la rete carburanti, forte di oltre 2.500 punti vendita. Scavalcando la Esso Italiana, al secondo posto, dopo Eni, nella classifica dei maggiori operatori petroliferi italiani con una quota di mercato di circa il 15%. Un’operazione che consentirebbe alla francese Total, una volta piazzati anche la partecipazione del 24% nella raffineria di Trecate e il deposito di Pantano di Grano, di uscire dal mercato italiano e alla Erg della

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famiglia Garrone di uscire completamente dal settore petrolifero.

Un evento che, se verrà confermato, darebbe un’ulteriore spallata a quello che da anni la Staffetta chiama il “petrolio Italia” così come si era venuto strutturando al culmine degli anni d’oro dell’industria petrolifera italiana, dopo la fase pionieristica che arriva fino alla seconda guerra mondiale e quella della ricostruzione postbellica. Che poggiava su tre grandi DNA: quello dell’Agip (costituita nel 1926 ai primordi dell’epoca autarchica), confluita poi nel 1953 nell’Eni al culmine dell’intervento dello Stato nell’economia; quello di tre fra le più importanti major internazionali (Esso, Shell e Mobil), incardinate in tre grandi filiali che affondavano le loro radici nel nostro Paese ai primordi del 900; quello lasciato in eredità da Nando Peretti, Edoardo Garrone e Angelo Moratti, incardinate a loro volta nell’Api e nella Erg, nate negli anni ’30, e nella Saras, che ha mosso i primi passi nel 1948.

Questo è stato grosso modo per decenni il “petrolio Italia”, di cui il fatto che una quota consistente fosse appannaggio di Esso Italiana, Mobil Oil Italiana e Shell Italiana non veniva percepita come una forzatura in quanto si trattava di società a tutti gli effetti genuinamente italiane, dotate di notevole autonomia e indipendenza rispetto alle case madri.

Di certo non semplici “terminali” di decisioni prese su modelli pensati e coniati all’estero come accade, spesso e volentieri, oggi.

Cosa resta oggi di quel complesso pilastro industriale e commerciale, segnato da un singolare rapporto tra pubblico e privato, che per 7/2017

figisc anisa confcomMercio tanti anni ha garantito la copertura del fabbisogno petrolifero del Paese e la sicurezza degli approvvigionamenti? E fino a che punto si può ancora chiamare “petrolio Italia”?

Eni è diventata una major e oggi nel suo “core business” il downstream petrolifero italiano è ancora un asset importante, soprattutto per quel che riguarda i biocarburanti avanzati, ma resta giocoforza in subordine rispetto a quello dell’upstream mondiale; la Esso Italiana, che oggi fa capo a ExxonMobil, si è progressivamente disfatta, sulla base del “modello grossista”, della proprietà della rete carburanti che era la seconda dopo quella dell’Agip; la Mobil Oil Italiana non c’è più dal 1990 e i suoi asset sono confluiti nella Kupit nata nel 1984 sulla radici italiane della Gulf; la Shell Italiana è praticamente sparita dagli schermi con i suoi asset oggi sparpagliati tra Eni, IP e Kupit; la Erg si è data alle rinnovabili e i suoi asset petroliferi sono finiti in parte in mani russe e in parte in condominio con la Total, quella appunto che ora dovrebbe confluire nell’Api; la Saras è ancora in mano a Gian Marco e Massimo Moratti dopo essere stata corteggiata dai russi e potrebbe finire in mani cinesi. In compenso il cosiddetto “petrolio Italia” può oggi contare, oltreché sulla Kupit, sulla Tamoil nata nel 1983 sulle radici italiane dell’Amoco e passata indenne attraverso la crisi libica e su una pluralità di operatori italiani e stranieri che controllano ormai una bella fetta della rete, dell’extra-rete e della logistica.

Nulla a che vedere comunque con il “petrolio Italia” di un tempo che a tutti gli effetti si può definire finito. Un nuovo amalgama, infiltrato tra l’altro da sacche vistose di illegalità, che si prepara ad affrontare una fase non facile di transizione verso un mercato italiano sempre meno assetato di petrolio, dove più nessuno è tentato dal prende-

re impegni a lungo termine, costretto sempre di più a vivere alla giornata. Con gli stessi rappresentanti sindacali che ritengono che i nuovi soggetti che si stanno sostituendo alle compagnie petrolifere non sembrano avere la capacità di dare nel tempo le stesse garanzie di relazioni industriali a cui questo settore era abituato.”

FISCALITÀ ED ILLEGALITÀ SECONDO UNIONE PETROLIFERA Secondo il Presidente di Unione Petrolifera, Claudio Spinaci, che è intervenuto nei giorni scorsi presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, nello scorso esercizio 2016 ben l’81% del gettito di tutta la fiscalità energetica è stato prodotto dai prodotti petroliferi, i quali assorbono solamente il 34,2% della domanda di energia totale per un ammontare di 26,4 miliardi di euro di accise, cui si devono aggiungere 12 miliardi di Iva, per un totale di 38,4.

Unione Petrolifera ribadisce che il carico fiscale sui prodotti petroliferi per autotrazione è già tra i maggiormente elevati nell’Europa Comunitaria, con un delta verso la media su benzina e gasolio, rispettivamente di 11 e 17 centesimi al litro.

Per la verità, il delta medio del 2017 è più elevato. Benzina solo accisa: euro 0,577 al litro per la media comunitaria dei 19 Paesi di area valutaria euro contro 0,728 nazionale (delta=15,1 cent/litro); benzina accisa+IVA su accisa: euro 0,698 al litro per la media comunitaria dei 19 Paesi di area valutaria euro contro 0,889 nazionale (delta=19,1 cent/litro); gasolio solo accisa: euro 0,451 al litro per la media comunitaria dei 19 Paesi di area valutaria euro contro 0,617 nazionale (delta=16,6 cent/litro); gasolio accisa+IVA su accisa: euro 0,545 al litro per la media comunitaria dei 19 Paesi di area valutaria

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euro contro 0,753 nazionale (delta=20,8 cent/litro).

In ogni caso, valori e dati di gettito che attestano come sui prodotti petroliferi gravi “un carico fiscale decisamente sproporzionato rispetto alle altre fonti di energia usate sia per scopi termici che per autotrazione”.

Secondo il Presidente di Unione Petrolifera, con questo preciso sistema fiscale “è aumentata l’illegalità sia sul fronte delle accise che per quanto riguarda l’evasione dell’Iva. È un fenomeno, questo, che butta fuori i gestori onesti che sempre di più sono minacciati dalla criminalità”.

Spinaci ha sostenuto che le norma di contrasto contenute nella manovra di bilancio “sono molto importanti, non vanno depotenziate, e noi siamo pronti a qualsiasi approfondimento sul tema” essendo opportune e necessarie sia per reprimere l’illegalità innescata da una tassazione eccessivamente elevata che per fronteggiare la criminalità che tenta di inserirsi nel settore “come emerge dagli sviluppi emersi con l’operazione Dirty Oil”.

“L’attuale fiscalità energetica – sostiene con un eufemismo UP – deriva solo marginalmente da criteri ambientali, essendosi concretizzata attraverso lo stratificarsi negli anni di interventi legati ad esigenze di bilancio dello Stato”.

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