Area di servizio 1 2017

Numero 1 - anno 19 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55

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SPECIALE OIL&NONOIL VERONA

AMPLA SUL PIAZZALE E NELLO SHOP

CO.RA. SEMPRE PIÙ BUSINESS

REV PROFUMA CON DISCREZIONE ED EFFICACIA

WASHTEC UN MOMENTO DI RIFLESSIONE

White UFO IL NEBBIOGENO CHE TI DIFENDE

POLITICA, SINDACATO, GESTORI E VIA DICENDO ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

Quando si parla di tecnologia ci credono giapponesi.

Quando si parla di affidabilitĂ ci credono tedeschi.

Quando si parla di precisione ci credono svizzeri.

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Speciale Oil&nonoil Verona

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Politica, sindacato, gestori e via dicendo

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White UFO: il nebbiogeno ti difende

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Ampla: più efficienza sul piazzale e pure nello shop

WashTec: riunione agenti un momento di riflessione

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CO.RA.: di fiera in fiera sempre più business

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REV: profumare con discrezione ma con efficacia

Editoriale

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Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio

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Indirizzi utili

News

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Il Mercatino di Area di Servizio

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Caleidoscopio

Direttore Responsabile Massimo Cicalini – Caporedattrice Paola Sala Comitato di Redazione Stefano Cantarelli, Massimo Cicalini, Maurizio Micheli, Alberto Mondinelli, Luca Squeri.

Collaboratori Attilia Formigoni, Elda Frigerio, Elio Giabba, Nicoletta Lega, Andrea Pietrarota, Nicola Polidoro, The Editor (Editing), Arlina Rabbiacci, Mario Rota, dagli USA Brian Campbell.

Editore: ADV Spazio Srl, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031- Fax 02-450.72.949 e-mail: areadiservizio@advspazio.it. – web: www.areadiservizio.net Pubblicità: ADV Spazio Srl - via G. B. Piranesi, 26 - 20137 Milano - Tel. 02-7000.4031 - Fax 02-450.72.949 e-mail: advspazio@advspazio.it.

Impaginazione: Daniele Rizzi – e-mail: waikikidesign@gmail.com – Fotolito e stampa: Pinelli Printing Srl L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati degli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ADV Spazio, via G. B. Piranesi, 26 - 20137 MIlano.

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L’importante è non essere superstiziosi, se siamo sopravvissuti (e alcuni settori come l’autolavaggio anche bene) all’anno bisestile (il 2016) non vedo perché dovremmo preoccuparci di quel 17 che segna l’anno in corso. Sul fronte degli autolavaggi i segnali sono tutti positivi, un po’ più problematici da quello della distribuzione petrolifera ma, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si può dire che la situazione è in rapida evoluzione e, come sempre, per chi saprà cogliere le opportunità, da una criticità potrà nascere un’opportunità.

Questa era la sensazione che si respirava nei padiglioni di Oil&nonoil Verona a cui dedichiamo finalmente il promesso reportage. Tanto fermento che si è trasformato in un susseguirsi di impegni anche dopo la fiera e a tanti argomenti che hanno inevitabilmente fatto scivolare a questo primo numero del 2017 l’atteso articolo. Un ritardo colpevole, che speriamo di farci perdonare con la completezza del servizio che offre una panoramica esaustiva di quello che c’era da vedere nei padiglioni di VeronaFiere.

Ma adesso lo sguardo è rivolto alla nuova stagione, non solo per l’ultima ora delle date di Oil&nonoil Roma (11-12 ottobre 2017 al Palazzo dei Congressi all’Eur), ma anche per l’appuntamento più prossimo con Autopromotec a BolognaFiere dal 24 al 28 maggio. Possiamo anticipare che il mondo dell’autolavaggio e della distribuzione carburanti avranno una posizione di primo piano all’interno della grande kermesse internazionale e un ruolo centrale lo avrà anche Area di Servizio che a partire dal prossimo numero accompagnerà i propri lettori verso l’importante appuntamento e preparerà una serie di iniziative anche in fiera... ma non mettiamo troppa “carne al fuoco” e prima dedichiamoci a questo ricco numero.

Buona lettura Massimo Cicalini 1/2017

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ECONOMIA & LAVORO

POLITICA, SINDACATO, GESTORI E VIA DICENDO Ospitiamo un intervento di Giorgio Moretti che esprime in maniera schietta e chiara la sua visione sull’attuale momento della distribuzione petrolifera.

La recente vicenda della risposta della Viceministro allo sviluppo economico Bellanova sull’interrogazione parlamentare concernente ESSO ed il “modello grossista” ha lasciato basite le organizzazioni di categoria dei gestori. Il che si aggiunge a un precedente riscontro assai poco concludente – anche se tale insoddisfazione non si è espressa in sede pubblica – con il Ministero: l’incontro, richiesto alla stessa Viceministro sin dal settembre 2016, sullo “stato di crisi” del settore, accordato con notevole ritardo e al quale la Viceministro non si è neppure presentata.

Si accumula un senso di frustrazione verso una politica – e ovviamente verso le istituzioni –, che appare disinformata e sostanzialmente sfuggente e indifferente alle difficoltà del settore, per non dire poi delle difficoltà della categoria dei gestori. E ciò a maggior ragione perché è dalla politica e dalle istituzioni che ci si attenderebbe una qualche forma di tutela e di mediazione rispetto alla criticità dei rapporti interni al settore, all’evoluzione caotica del sistema e del mercato, ecc. e perché si è consapevoli, ora più che mai, parallelamente, della difficoltà di ricorrere a quelle forme di “mobilitazione” di altri tempi – che servivano a richiamare l’attenzione dei Governi e a stimolarne la funzione mediatrice –, perché il sistema distributivo, per dirla con una formula elegante, ha già elaborato gli “anticorpi” contro la dipendenza dalle tensioni sociali interne (ossia, quasi metà della rete, tra indipendenti, gestioni paradirette, figure anomale ecc., è in grado di garantire sempre il servizio e la sua interruzione non è una minaccia deterrente per nessuno).

Cosa aspettarsi dalla “politica” è difficile persino da pensare.

La politica in senso lato, almeno così come siamo abituati a vederla evolvere, in senso sempre più autoreferenziale, ha aspettative soprattutto per sé stessa, parla un suo linguaggio e celebra i suoi riti con grande distacco dai disagi reali della gente e, se anche di questi ultimi occasionalmente si occupa, lo fa difficilmente per risolverli o attenuarli, più spesso invece per usarli, l’un contro l’altro, per le risse di fazione.

Forse è un ragionamento schematico, forse non tanto.

Cosa aspettarsi dai Governi, è altrettanto difficile da pensare.

A nessuno sfugge che le stagioni della “concertazione” sono, e non da oggi, finite, che la funzione di governo è sempre più espressa per emergenze e urgenze varie, che le macro logiche di sistema non stanno neanche più nel Paese, ma sono state devolute, con una cessione di sovranità – reale se non ancora totalmente di diritto –, alla superentità dell’Unione Europea. In questo contesto diventare soggetti sociali, categorie, cittadini “residuali” (in italiano: che non contano nulla, destinati a scomparire, obsoleti) è quasi un esito scontato.

Si aggiunga che oggi parlare di “petrolio” è come essere

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un cane in chiesa. Un certo pressapochismo e una notevole ideologicità dell’approccio alle fonti energetiche alternative – per usare un termine volutamente ampio –, rendono parlare di petrolio un argomento da passatisti demodé, complici anche in questo le grandi opzioni comunitarie e l’obbligo a dovervisi adeguare, sottacendo, oltre a tante altre cose, che nell’equazione economica della sostituzione energetica il costo lo paga comunque il settore tradizionale.

Non che in passato vi sia stata molta attenzione, del resto.

Le istituzioni si sono interessate del settore sempre per la semplice ragione che i carburanti NON sono una merce normale, dal momento che lo Stato è sempre stato il “socio maggioritario” della loro distribuzione (parentesi retrospettiva: dal 1960 al 2016 parliamo di 56 anni, forse non tutti sanno o ricordano che in questo bel gruzzolo di anni l’incidenza media sul prezzo finale delle imposte è stata del 68% sulla benzina e del 54% sul gasolio).

I Governi, riservandosi sempre il diritto di prelievo a seconda delle esigenze, hanno gestito senza molto sforzo né dispendio per molti anni alcuni meccanismi di controllo dei prezzi, poi hanno affidato il tutto al mercato, talvolta – come nella stagione delle “lenzuolate” delle liberalizzazioni – prendendo misure mediatiche per dare al consumatore l’impressione che si trattasse di una merce normale, ovvero assecondando le spinte conservative o innovative di questo o quel potere forte interessato a gestire il settore, o a entrarvi, nel settore, facendo sporadica “moral suasion” sui prezzi o istituendone l’obbligo di pubblicità. Niente di più, niente di meno.

Da ultimo – e sono ormai trascorsi cinque anni –, subito dopo avere pescato a piene mani nel sacco delle imposte (“Salva Italia”), hanno fatto – e veniamo a quel che ci riguarda da vicino – una cosa che non è affatto la peggiore tra quelle fatte, ma con un suo “retrogusto” amarognolo: hanno consegnato al settore alcune generiche regolette di massima per gestirsi internamente (“Cresci Italia”, ossia la legge 27/2012 sulle liberalizzazioni), con la convinzione che fosse anche l’ultima cosa che era da fare e che da allora innanzi del settore ci si dovesse eventualmente occupare solo per aumentare le imposte all’occorrenza (e, infatti, ci risiamo).

In parole povere: “vi abbiamo dato regole, ora arrangiatevi, gestitevi e non disturbateci per inezie, vi sono ben altre gatte da pelare”. Forse anche questo è un ragionamento schematico, forse non proprio tanto.

Che, in aggiunta, cinque anni siano da allora trascorsi senza che quelle regole abbiano avuto una loro pratica applicazione (non ritorniamo a dire che la responsabilità non è a senso unico), che non ne siano state corrette le genericità, che non ne siano stati sviluppati i contenuti insufficienti (l’assenza di 1/2017

strumenti di deterrenza a eludere le finalità ed i principi della norma, l’indeterminatezza del danno e del ristoro per la parte soccombente ecc.), che il livello della conflittualità reale – quella effettiva, piuttosto che quella denunciata – nel settore sia peggiorato, che il mercato si sia incattivito e da ultimo inquinato, che primarie aziende se ne vadano dal Paese o si inventino modelli di terziarizzazione progressiva, sono fatti tutti che non sembrano idonei per concentrare – se non per brevi spot – nuove attenzioni per un settore che serve solo a fungere da vettore per “fare cassa” e che, peraltro, appare “maturo” (in italiano: vecchio), non più prioritario per il “politicamente corretto” del “dopo” petrolio.

Tutto concorre a mettere oggettivamente in difficoltà quel ruolo che le organizzazioni di categoria ritenevano tutto sommato consolidato, ed in qualche modo confermato anche nei tempi più difficili: a) da un lato, l’evoluzione di tutti i molteplici processi che hanno demolito le rappresentazioni “ideologiche” di un orizzonte di “diritti senza mercato” (il contratto unico, il margine concordato, la filosofia del “meglio vendere di meno, ma con un margine più alto”, e altre semplificazioni siffatte) e quindi reso sempre più evidente lo scarto tra rappresentazione del mondo e cruda realtà dei fatti, tra legittimazione alla rappresentanza ed efficacia della tutela degli interessi rappresentati; b) dall’altro, il progressivo affievolirsi della possibilità di avere una “istanza di appello” nelle istituzioni e nella politica, istanza disponibile a mediare i conflitti, a fissare regole buone per tutti, dettagliate e durevoli, che contribuiscano ad alleviare le criticità dei gestori, a riconfermare così, con dei risultati oggettivi dall’alto, il ruolo delle loro rappresentanze.

Il disagio delle organizzazioni di categoria verso la politica e le istituzioni distratte è, dunque, più che comprensibile, visto che il disinteresse della politica, il distacco con cui le istituzioni guardano al settore, ne mettono a rischio la loro funzione, giustificazione e riconoscibilità.

Fare reinteressare al settore, se non per amore, almeno per forza, politica e istituzioni è una fatica tutta in salita. Del resto, diciamo che il “socio di maggioranza” – lo stato, il governo – oggi potrebbe rivolgere la sua attenzione al settore solo perché, costretto a rimettere mano alla cassa, è per giunta sollecitato a intervenire per il diffondersi dell’illegalità che distoglie quote imponenti di gettito. Al di là di questo, le sue responsabilità verso il settore sembrano solo “morali”, il che non è molto.

Eppure bisogna mettere mano alle regole di cinque anni or sono, e non solo in una chiave di difesa (quella per cui si invoca il ruolo mediatore e moderatore di istituzioni sempre meno interessate a intervenire su istanze giudicate corporative e residuali), ma soprattutto di proposta che abbia un valore riconoscibile di utilità comune.

Sul primo versante, perché quelle poche e generiche regole che da ultimo sono state date vanno riempite di contenuti, dove esse sono carenti (ne abbiamo citato sopra i punti sintetici), e “rinfrescate” rispetto alle evoluzioni della rete (le cessioni dei marchi a terzi senza tutele per le gestioni), sul secondo versante, perché c’è tutta una parte non attuata – quella dei nuovi contratti, che devono essere infine “liberati” – che non può essere solo una vaga possibilità “astratta”, senza connettersi a un progetto sullo svecchiamento dei modelli relazionali, organizzativi, del settore distributivo (ne abbiamo già parlato varie volte in relazione ai prezzi, alle rigidità della filiera ecc.), una proposta complessiva che possa costituire un di più per il consumatore, per il sistema, 1/2017

oltre che per gli operatori finali della filiera, e costituire la ragione per cui politica e istituzioni possano ancora avere un qualche interesse a intervenire.

E tuttavia, per le organizzazioni di categoria, “attaccare l’asino al palo” – per usare una metafora dei tempi che furono, anzi alla parte alta del palo, cioè preoccuparsi del versante istituzionale e politico – non è né esaustivo né sufficiente.

Qualunque azione sia indispensabile per l’appello alla politica, le organizzazioni hanno bisogno di dimostrare di avere con sé una categoria.

E siamo, detto con franchezza, in una situazione non semplice: che siano le organizzazioni oggi ad avere bisogno di una categoria, probabilmente più di quanto la categoria (che poi va pensata in un insieme di persone reali, ognuna col suo disagio, con la sua percezione della situazioni, con le sue disillusioni e, non da ultimo, con la sua, come dire, “incazzatura”) non pensi di avere ancora bisogno di una rappresentanza che sempre più difficilmente percepisce come idonea a tutelarla secondo le sue aspettative, o secondo quanto era stato promesso o assicurato.

Bisogna, dunque, anche, per riprendere la stessa metafora, “attaccare l’asino alla parte bassa del palo”; riprendere l’antico mestiere – spesso dismesso – di riandare dalla nostra gente, metterla di nuovo assieme, ascoltare. Non solamente, con un utile bagno di umiltà, le sue rimostranze, ma anche coglierne i suggerimenti (oggi, probabilmente, dal duro confronto con il mercato reale il gestore ne sa più del settore di quanto non ne sappiano i suoi rappresentanti spesso – sia detto con rispetto – attardati a dover difendere quel che purtroppo non c’è più), raccontare la verità e i dubbi senza vendere certezze e dogmi, condividere una prospettiva di cose da fare – sia per tutelare l’esistente, sia per sviluppare nuovi modelli relazionali nel settore –, rifarsi dare, infine, un mandato, mandato che non è stato affatto affidato “per sempre”, ma che si rinnova solo con il rendiconto e la verifica dei risultati.

Insomma, uno sforzo immane, di lavoro, energia, cambiamento della mentalità e persino degli stili di rapporto e comunicazionali, immane – ma comune a tutta la vita associativa e a tutte le rappresentanze, ben oltre e al di fuori del nostro modesto recinto –, eppure non eludibile, né ulteriormente rimandabile: un “pacco” da caricarsi sulle spalle tutto intero, senza poterne scartare neanche un grammo.

Ovviamente sono solo opinioni. Forse troppo esplicite perché hanno l’indelicatezza di dire che, in questi difficilissimi tempi, “il re è nudo”, e bisogna aiutarlo a vestirsi, forse sono indelicate e inopportune. Quando ci diranno di piantarla lì, di dedicarci piuttosto a “portar fuori” il cane, eviteremo di esprimerci ulteriormente.

Giorgio Moretti Le opinioni e i giudizi espressi in questo articolo non riflettono necessariamente né in tutto, né in parte l’opinione di Figisc e di Area di Servizio, ma esclusivamente quella del suo estensore.

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AUTOLAVAGGI

RIUNIONE AGENTI UN MOMENTO DI RIFLESSIONE WashTec Italia incontra i suoi agenti e con Gianluca Meschi, Presidente del CDA e Amministratore Delegato, facciamo il punto sull’anno che si è appena chiuso e sulle prospettive per il 2017.

La riunione agenti è da sempre il momento in cui si fa il punto su quanto è successo l’anno precedente e si delineano gli scenari futuri. Non fa eccezione l’incontro che si è svolto a metà febbraio della forza vendita e dei servizi tecnici di WashTec Italia con il management della filiale italiana del colosso tedesco, in particolare con Gianluca Meschi, Presidente del CDA e Amministratore Delegato. “È stato un incontro molto costruttivo – spiega Meschi –, abbiamo fatto il punto degli ottimi risultati ottenuti nel 2016, con una crescita di circa il 30% sull’anno precedente, e per il 2017

abbiamo delle buone premesse per un’ulteriore crescita del 15%. Un dato significativo: il nostro “peso” a livello di Gruppo (inteso come WashTec Italia nel Gruppo WashTec) è cresciuto parecchio, adesso siamo i quarti “buyer” come numero di macchine al mondo, e questo gratifica me e tutte le persone che lavorano con noi. La crescita più significativa nel 2016 si è registrata in alcune regioni del Sud, specialmente in Sicilia, e importanti conferme arrivano dal Nord Italia, dove da sempre siamo molto presenti, inoltre in Toscana abbiamo raggiunto ottimi risultati anche grazie a un nuovo agente.

Gianluca Meschi

FoamSensation

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Poi abbiamo rinforzato la presenza in Lazio e, nel Triveneto, abbiamo introdotto un nuovo venditore diretto per rafforzare il presidio. Infine, abbiamo consolidato un rapporto che ci ha garantito risultati fantastici in Sardegna.

Non solo macchine “Durante l’incontro, abbiamo discusso anche dei prodotti chimici – prosegue Meschi –, dove abbiamo raggiunto obiettivi importanti con una crescita del 30% anche in questo comparto e dove puntiamo a raggiungere, nei prossimi tre anni, il fatturato di un milione di euro, non certo numeri da ultimi della classe. La strategia WashTec in questo ambito è di concentrarsi su chi compra i nostri impianti, naturalmente il cliente è libero di acquistare il prodotto chimico da chi vuole, ma riteniamo che chi compra i nostri impianti e la nostra chimica e poi utilizza il nostro servizio tecnico, può avere un insieme di opportunità che gli porta solo vantaggi. Questa è la strategia vincente del momento, perché con la chimica cresciamo ogni anno del 20% 30% e questo ci consente di fissare in maniera credibile il target di un

milione di euro: vuol dire che in Italia cominciamo ad avere un ruolo da protagonisti anche in questo ambito”.

“Per quello che riguarda gli impianti – continua Meschi –, crediamo che WashTec debba continuare a puntare sul segmento Premium, quindi su macchine ad alte prestazioni, come il SoftCare2 Pro, anche se negli ultimi anni siamo riusciti a introdurre un prodotto di fascia medio-alta, ma con un prezzo accessibile, come il SoftCare Primo, venendo incontro alle esigenze del mercato italiano dove non sempre il cliente ha bisogno di una macchina “superperformante”, ma molto spesso ne vuole una affidabile, con ottime performance, ma un po’ più veloce da ammortizzare.

I nostri maggiori acquirenti, i clienti storici, sono i professionisti del carwash, ma quest’anno abbiamo avuto un’impennata importante legata al ritorno dei retisti, che sono il vaso di espansione maggiore perché hanno capito che è importante differenziare per conquistare nuovi clienti. In pratica, “rubare” clienti agli altri impianti con un autolavaggio più nuovo, veloce, performante e affidabile, magari

dotato delle soluzioni tecniche e degli effetti scenografici che proponiamo con i nostri impianti”.

Servizi post-vendita “Nel nostro incontro – ricorda Meschi –, abbiamo parlato anche del servizio tecnico e infatti, a margine della riunione con gli agenti, c’è stata una riunione con tutti i tecnici con cui operiamo. Risorse umane importanti tanto quanto i commerciali, infatti la nostra strategia futura per il servizio tecnico è quella di offrire dei contratti che garantiscano al cliente la serenità di una spesa certa e del funzionamento garantito, in qualche caso è stato stipulato anche un contratto con la penale giornaliera se WashTec non dovesse mantenere quanto promesso. Con clienti molto importanti lo stiamo già facendo: se non interveniamo entro le otto ore lavorative, paghiamo una penale. L’idea è quella di dire al cliente che compra una macchina WashTec che gli garantiamo, naturalmente a pagamento, un servizio dove ha la certezza, per i prossimi cinque anni, di spesa e tipo di intervento, quindi qualunque cosa succeda

StarTrack

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MULTIFLEX, FOAM SENSATION, STARTRACK Durante la riunione un particolare accento è stato posto sui nuovi accessori: MultiFlex, Foam Sensation e StarTrack, Le spazzole verticali MultiFlex, parte dell’impianto di lavaggio a portale SoftCare2 Pro, assicurano risultati brillanti ed eliminano la sporcizia residua durante il lavaggio del posteriore. Grazie all’innovativa tecnologia di oscillazione multidimensionale si ottiene un risultato di una pulizia eccellente nei veicoli a coda spiovente, un comparto in continua espansione. Infatti, nell’autolavaggio queste auto presentano “zone problematiche” che non potevano essere pulite con risultati soddisfacenti né con la spazzola orizzontale, né con i sistemi di spazzole verticali. Ma con le spazzole verticali MultiFlex di WashTec scende in campo la multidimensionalità, un’innovazione che non si applica solo nella flessibilità laterale sul profilo del veicolo, bensì prevede anche un’oscillazione supplementare attiva di 15 gradi all’indietro per il lavaggio del posteriore. Con due assi oscillanti, le spazzole verticali MultiFlex lavano massimizzando il contatto con il veicolo intorno alle estremità posteriori del paraurti e alle colonne del tetto. Invece FoamSensation, grazie alla cascata di schiuma retroilluminata da led, trasforma il prelavaggio in uno spettacolo di colori: montato sul sistema FlexStream per l’asciugatura del tetto, regolabile in altezza, la schiuma illuminata viene applicata alla perfezione. Infine, per entrare, uscire e muoversi in sicurezza e più agevolmente dall’impianto, WashTec ha ideato i guidaruote illuminati StarTrack a led multicolore; un altro utile e scenografico accessorio. Tutti accessori che WashTec propone soprattutto per i portali top di gamma e su cui punta per continuare a crescere. è protetto e garantito. Anche perché sappiamo che se una nostra macchina viene manutenuta con regolarità, in pratica ha pochissimi fermi. Questa è la strategia che abbiamo per il futuro del service, ma anche per il futuro globale del rapporto WashTec-cliente, non dobbiamo essere solo un hub di vendita di macchine e ricambi ma anche un hub di servizi”.

“Se WashTec è diventata in Italia leader come fatturato generato sul territorio nazionale e come numero di macchine installate – ha concluso Meschi –, è perché la nostra filosofia è questa, cioè dare supporto e assistenza al cliente, non vendergli la macchina e sparire. L’anno scorso abbiamo fatturato in Italia 10 milioni di euro, non è poco. Siamo la quarta filiale diretta di WashTec come numero di macchine vendute, anche se l’Italia non è il quarto Paese al mondo come PIL, estensione o popolazione.

Abbiamo fatto numeri importanti e contiamo di continuare migliorando ulteriormente”.

Massimo Cicalini

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PIAZZALE

PIÙ EFFICIENTE SUL PIAZZALE E PURE NELLO SHOP Da Ampla una serie di soluzioni per rendere più facile e produttiva l’attività sul piazzale, ma anche tanti suggerimenti per offrire accessori utili ai clienti nello shop.

Ampla nasce nel 1960, proprio mentre l’industria iniziava a utilizzare i nuovi materiali termoplastici e a conoscere le loro vastissime possibilità applicative. Su questo trend la famiglia Ponzoni si è specializzata proprio nella lavorazione delle materie plastiche e ancora oggi la passione e l’impegno sono valori ben presenti, quindi un’azienda moderna con un’organizzazione orientata al cliente anche grazie al sistema di qualità UNI EN ISO 9001. Il successo di Ampla si basa su alcune scelte determinanti, come quella di puntare su

ricerca, tecnologia e flessibilità, che le hanno permesso di competere sui mercati internazionali.

In particolare, per le aree di servizio ha sviluppato alcuni accessori che promettono di semplificare e velocizzare il lavoro dei gestori. Per esempio, la pompa manuale a pistone Carbuset AP50 è ideale per travasi da fusto e da serbatoi, con l’azionamento a leva che rende l’operazione facile e veloce anche grazie ai numerosi accorgimenti: tubo telescopico, che consente di arrivare sul fondo di qualunque fusto,

Carbuset AP50

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Airset Kit Tucano

Kit4truck

raccordo speciale per l’attacco rapido al tubo di mandata, beccuccio per travasi e leva ergonomica. La pompa possiede un alloggiamento per riporre il tubo di mandata e una maniglia per il trasporto, utile anche come gancio per appenderla. Carbuset AP50 è ottima anche per gli autolavaggi per il travaso dei detergenti, infatti è in grado di trasferire, declinata in quattro versioni, qualunque liquido eccetto la benzina, quindi prodotti chimici, saponi, olio combustibile, gasolio, cherosene, oli lubrificanti, AdBlue, antigelo, olio dei freni, acqua, pesticidi ed emulsioni.

Carbuset AP50 è progettata e realizzata interamente da Ampla, ogni mandata è da mezzo litro ed è pure leggera, robusta e facile da pulire.

Sempre sul piazzale si posso apprezzare le pistole per aria compressa Tucano, ideali per il lavaggio, sia self ma anche e soprattutto servito considerando la qualità e l’ergonomia: 1/2017

la leva è morbida al tatto e consente una regolazione precisissima dell’aria erogata. Sul becco della pistola c’è una punta morbida antigraffio, per non rovinare le superfici.

Airset Professional Kit Tucano, nell’apposita valigetta include, oltre alla pistola, schermo protettivo, ugello silenziato con punta morbida antigraffio, ugello Venturi e uno con il puntale di gomma antigraffio.

L’ugello Venturi aumenta la portata d’aria.

Ideale per lo shop è invece l’Airset Kit4Truck pensato, e apprezzatissimo, per i camionisti che lo utilizzano per la pulizia della cabina. Utilizzando il circuito pneumatico delle cabine dei veicoli industriali, il kit consente di pulire efficacemente l’abitacolo con l’aria compressa. Le differenti versioni disponibili permettono il suo impiego su un’ampia

Kit4truck

gamma di veicoli delle principali case (in particolare, Iveco, Scania, Renault e Mercedes) ma, nello specifico, la versione Universal può essere adattata praticamente a qualunque marca o modello di veicolo industriale.

Elda Frigerio

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HYDRUS TECH Black Edition 2.0

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INVERTER BRUSH CONTROL SPEED CONTROL PROFILE CONTROL TECH INVERTER ON SIDE BRUSH MOVEMENT TOUCH SCREEN INTERFACE 2.0 APP

PIAZZALE

IL NEBBIOGENO TI DIFENDE UFO della White Srl è un antifurto nebbiogeno completo e autonomo, in grado di rilevare l’effrazione e sventarla senza aver bisogno di essere collegato all’impianto d’allarme.

Proteggere gli shop, gli uffici e i locali in genere delle aree di servizio non poteva essere più semplice ed efficace. UFO, sviluppato e commercializzato da White Srl, è un antifurto nebbiogeno in grado di erogare, in pochissimi secondi, una fittissima nebbia che impedisce al ladro di vedere e rubare. Un furto dura in media tre minuti, ma il tempo di intervento delle forze dell’Ordine è per forza di cose nettamente superiore, di qui la necessità di installare un dispositivo che garantisca una protezione istantanea,

che non si limiti ad allarmare bensì agisca impedendo il furto in modo attivo.

La nebbia erogata da UFO è composta da alcool e glicole alimentare, certificata e atossica per persone e animali.

Una volta erogata, perché svanisca è sufficiente aerare il locale e si dissolverà in circa mezz’ora senza lasciare traccia. La nebbia non è umida, non lascia residui e non rovina arredi, apparecchiature elettriche o elettroniche.

Il prodotto ha cinque anni di garanzia: se si rompe, basta chiamare l’assisten-

za che porta una macchina nuova in sostituzione, perché è importante non restare senza antifurto, intanto la riparano e viene riconsegnata perfettamente funzionante. Un’assistenza semplice e immediata facilitata dal fatto che UFO è l’unico antifurto di questo tipo “autoinstallante”: lo si posiziona, lui verifica l’ambiente e, se attivato, alla prima intrusione scatta. È facile da usare perché può essere attivato con un telecomando o una chiave, ma anche da remoto con una App che consente pure di verificarne lo stato e avvisa se scattata la nebbia, quindi il tentativo di furto, e c’è anche una telecamera per vedere cosa succede. Il telecomando ha pure una funzione antipanico oltre che antifurto, rapina, se aggrediti lo si aziona. UFO è prodotto da White Srl nel suo stabilimento di Carbonera, in provincia di Treviso, dove è seguito anche il suo sviluppo tecnologico. Tutto è rigorosamente “Made in Italy” in ogni suo componente per la scelta aziendale di mantenere uno standard qualitativo molto alto e assicurare la sua funzionalità in qualunque situazione. White è presente in tutta Italia con un team di tecnici in grado di fornire una consulenza completa e tempestiva: i consulenti partecipano a periodici corsi di formazione ricevendo attestati rilasciati dal responsabile tecnico White. A conferma della sua efficacia UFO è stato adottato dai punti vendita aderenti a Federottica e da numerosi tabaccai.

Come è fatto Installare o spostare UFO può essere eseguito da soli in completa autonomia, si tratta infatti di un dispositivo plug&play: basta decidere dove posizionarlo, collegare la spina alla corrente ed è già pronto; non resta altro che armarlo o disarmarlo attraverso il telecomando in dotazione. UFO è il primo e unico antifurto a nebbiogeno autoin-

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stallante nato per rispondere all’esigenza del cliente di poter gestire autonomamente la sua sicurezza, senza dover ricorrere all’intervento di estranei, così è semplice da usare e, una volta alimentato, è in grado di proteggere l’ambiente in cui si trova e può essere spostato in qualunque momento, semplicemente staccando la spina. UFO è totalmente autonomo rispetto a tutti gli impianti tradizionali, evitando così costi di installazione, di manutenzione, interventi invasivi e falsi allarmi dovuti generati dagli antifurto preesistenti o a collegamenti errati. Anche i suoi componenti sono semplici quanto affidabili.

La bombola contenente la soluzione nebbiogena è stata studiata per essere sostituita in pochissimi secondi grazie all’alloggiamento predisposto all’interno di UFO. Il sensore montato di serie è volumetrico a doppia tecnologia PIR e MW e garantisce una funzionalità perfetta, senza rischi di interferenze, malfunzionamenti o falsi allarmi.

Il telecomando è bidirezionale per un controllo totale: una volta armato o disarmato, UFO invia un segnale al telecomando confermando il suo stato attraverso un led bicolore rosso o verde; il telecomando poi funziona con un “rolling code”, significa che il codice cambia ad ogni utilizzo e non è clonabile o intercettabile dai malintenzionati.

L’ugello orientabile consente di dirigere il flusso del nebbiogeno nella direzione desiderata.

La batteria tampone garantisce il funzionamento anche in caso di interruzione dell’energia elettrica con un’autonomia fino a sette ore.

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Il Kit antirapina permette di erogare la nebbia istantaneamente grazie a un apposito telecomando con pulsante singolo che può essere posizionato dove si preferisce o tenuto in tasca. In caso di rapina o aggressione sarà sufficiente premere il pulsante e UFO saturerà l’ambiente di nebbia, impedendo così al malintenzionato di vedere e agire. È possibile equipaggiare UFO con un combinatore telefonico GSM, nel quale basta inserire una normale SIM telefonica per ricevere un sms in caso di effrazione; il combinatore è molto semplice da utilizzare e può essere configurato direttamente dall’utilizzatore.

Tre i modelli disponibili: UFO M per ambienti di 70 mq, UFO L per 140 mq e UFO XL per locali di 300 mq.

Perché la nebbia, perché UFO UFO nasce dall’esperienza pluriennale di White Srl nel campo della messa in sicurezza di locali ad alto rischio di effrazione, esperienza fatta dai suoi ideatori, testando e provando in “diretta” tutti i tipi di antifurto e videosorveglianza al momento presenti in commercio. Il problema principale è che in caso di

furto anche il più evoluto degli impianti d’allarme o videosorveglianza si limita ad avvisare del furto in corso, ma non è in grado di fermarlo. Ciò significa che dal momento nel quale l’allarme scatta, al momento in cui qualcuno arriva sul posto, i ladri hanno avuto tutto il tempo per rubare ogni cosa. Sono state analizzate anche le barriere esterne come grate e serrande, ma il loro problema è, oltre a un fattore puramente estetico, di offrire tutto il tempo al ladro di pensare come metterle fuori uso e agire.

Per tutte queste ragioni il nebbiogeno si propone come la soluzione ideale: impedisce il furto e non è prevedibile.

Ma restava il problema nel caso di disattivazione dell’impianto d’allarme che rendeva inutilizzabile anche il nebbiogeno. Per rispondere a questa eventualità nasce UFO, che in qualunque caso o situazione è in grado di difendere da furti e rapine in modo efficace. Naturalmente l’utilizzo di UFO è perfettamente compatibile con l’utilizzo di antifurto, allarmi tradizionali e la videosorveglianza.

Elda Frigerio

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SHOP

DI FIERA IN FIERA SEMPRE PIÙ BUSINESS Da Oil&nonoil 2016 ad Autopromotec 2017, sono sempre di più le proposte di business a valore aggiunto di CO.RA. per il mondo delle aree di servizio.

CO.RA. Spa era presente in grande stile all’appuntamento fieristico di Verona Oil&nonoil, e non poteva essere altrimenti per una kermesse dedicata al mondo delle stazioni di servizio. Infatti, CO.RA. dal 1975 distribuisce per il settore automotive i migliori marchi presenti sul mercato, come Bosch, Ambipur-Car, Ring, Duracell e molti altri ancora, particolarmente indicati per la vendita negli shop delle aree di servizio. Come se non bastasse, la dinamica azienda da circa un anno ha raddoppiato le proprie divisioni aziendali, creandone una dedicata alle Petrol Station, forte dell’ultraquarantennale esperienza nel settore, degli importanti marchi distribuiti e di un approccio commerciale e di marketing estremamente mirato al canale. Così si è già ritagliata una posizione di alta visibilità e interesse verso i tanti gestori attenti ai fatturati aggiuntivi ai carburanti e che vogliono elevare la qualità del servizio per i propri clienti automobilisti.

Attenzione al cliente Non è un caso che alcune delle compagnie petrolifere di maggior rilevanza sul mercato italiano abbiano scelto CO.RA. come partner commerciale per la vendita dei prodotti non-oil ai loro gestori. Infatti, il comparto accessori auto e ricambi di consumo di una moderna stazione di servizio deve obbligatoriamente tenere conto di alcuni aspetti fondamentali: 1) la risorsa disponibile come spazio, che generalmente è sempre scarsa; 2) poter offrire comunque il maggior numero di categorie di prodotto alto vendenti e di impulso; 3) la mancanza in molti casi di una “vera vendita assistita”, con la conseguenza di dover offrire prodotti che non necessitino di informazioni tecniche o di montaggio particolarmente complesse;

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4) un assortimento che sia in linea con le strategie di immagine e con la qualità proposta ai propri clienti negli altri settori di sviluppo della compagnia petrolifera; 5) un fornitore “globale” che sia un vero specialista di settore e possa garantire affidabilità, collaborazione, costante presenza e sappia consigliare per far rendere al meglio gli spazi a disposizione.

Chi ha la soluzione che può rispondere a tutti questi requisiti probabilmente acquisterebbe un vantaggio competitivo notevole. L’obiettivo di CO.RA. è proprio quello di cercare il miglior compromesso possibile e di proporlo come modello base di partenza sul quale lavorare adattandolo il più possibile alle esigenze che si dovessero di volta in volta manifestare.

Per fare ciò è stata utilizzata la quarantennale esperienza nel settore e il feedback che giornalmente perviene

da migliaia di operatori del settore autoaccessori e ricambi auto, sia tradizionale sia del canale specifico delle aree di servizio.

Bisogna infatti considerare che l’automobilista (ma anche il camionista) è spesso influenzato da un acquisto cosiddetto “di impulso” (legato a variabili come il “placement” di prodotto, la promozione ecc.) e solamente in alcuni casi acquista per cause di forza maggiore o impellente necessità (per esempio, le catene da neve se con una forte nevicata in corso se ne è sprovvisti o una batteria “collassata” strada facendo). In altre parole, il cliente acquista ciò che gli viene proposto, quello che nella lista delle sue priorità in quel momento passa al primo posto per soddisfare un bisogno, un impulso che solo poco prima non era presente.

Risulta quindi chiaro come al gestore si aprano delle validissime opportuni1/2017

tà di business aggiuntivo e sarà cura della forza commerciale di CO.RA. diffondere ulteriormente il messaggio, che è supportato in modo esemplare dal catalogo CO.RA. “Il Cilindro” con oltre 12 mila referenze sempre presenti a magazzino, consultabile e scaricabile on line e comunque inviato gratuitamente ogni anno a tutti i clienti.

prodotto, accedere alla rassegna delle news e avere risposte alle domande più frequenti.

Area commerciale operativa per scaricare i listini dedicati ai gestori, richiedere un contatto commerciale, ordinare via web e aderire alle iniziative promozionali.

Il gestore che quindi vorrà distinguersi e avere sulla propria stazione di servi-

zio il valore aggiunto che solamente i grandi marchi e prodotti possono dare non potrà astenersi dal visitare all’Autopromotec, dal 24 al 28 maggio 2017, al Padiglione 16 Stand A74, tutto ciò che CO.RA. gli potrà proporre per incrementare fatturato, qualità del servizio, immagine e quindi profitto.

Elda Frigerio

Le novità all’Autopromotec Sarà infatti ad Autopromotec 2017 che verranno presentati i nuovi prodotti che saranno inseriti nell’edizione di maggio 2017 del catalogo CO.RA, ma non è tutto.

L’azienda dal proprio rinnovato sito www.coraitaly.com potrà fornire in un futuro molto prossimo (possibilità già attiva con le compagnie con le quali è stato sottoscritto un accordo di collaborazione commerciale in esclusiva) delle sezioni dedicate, in termini moderni “landing page”, dove il gestore potrà trovare tutto ciò che è dedicato al suo business. Una piattaforma interattiva che prevede varie aree.

Area informativa per sfogliare il catalogo online, vedere le novità di 1/2017

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PROFUMARE CON DISCREZIONE MA CON EFFICACIA Continua il successo di Rev Milano, l’azienda che con i suoi profumatori per auto ha saputo introdurre un’autentica rivoluzione per migliorare il piacere di stare in auto.

Rev ICF, il profumatore in plastica morbida, che ha letteralmente stravolto il mercato dei profumatori per auto. Il prodotto è molto piccolo, e una volta inserito nella bocchetta, si vede soltanto un piccolo quadratino; la morbida plastica non rovina né graffia le superfici dell’auto. Un prodotto discreto e sicuro; a questo si aggiunge il rilascio graduale della profumazione, per una lunga durata e una gradevole sensazione. Le fragranze sono scelte e testate da Rev Milano, con l’obbiettivo di cercare profumazione particolari.

Tutte certificate. Da apprezzare anche il fatto che non c’è gel o liquido: quindi nessun rischio di rovesciare liquidi in auto, sporcarla o rovinarla. Il profumatore può essere personalizzato per essere usato come veicolo promozionale da qualsiasi azienda o stazione di servizio. Il numero minimo d’ordine per la personalizzazione è molto basso. Rev Milano segue la progettazione, sviluppo, brevetto e lavorazione dei suoi prodotti. Tutto nei suoi stabilimenti.

Per chi vuole una profumazione più intensa, erogata con lo stesso principio e non ha problemi a vedere il profumatore, l’alternativa proposta da Rev Milano è Rev-Ó: un elegante profumatore, che sicuramente è in grado di dare all’auto un tocco di classe.

Rev-Ó

ICF

Arlina Rabbiacci

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SPECIALE OIL&NONOIL

SEMPRE PIÙ CENTRALE PER LA FILIERA DEI CARBURANTI L’11ª edizione di Oil&nonoil-S&TC 2016 è archiviata con un bilancio positivo grazie ai numeri in incremento sotto tutti gli aspetti, dai visitatori agli espositori.

Servizi a cura di Massimo Cicalini e Paola Sala

Per tre giornate l’intera filiera legata alla distribuzione carburanti, compreso il mondo della mobilità alternativa e sostenibile, si è dato appuntamento alla Fiera di Verona per l’11ª edizione di Oil&nonoil-S&TC 2016. Nei tre giorni è stata registrata una crescita del 7% degli afflussi rispetto al 2014 e un significativo aumento dei visitatori provenienti dal Centro-Sud; in aumento (+10%) anche la partecipazione ai 32 convegni, seminari e workshop. Detta in numeri: sono più di 4.300 i visitatori che hanno affollato i padiglioni dove erano 140 le aziende espositrici, oltre 1.000 invece le presenze nelle sale dei convegni.

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“Siamo soddisfatti del risultato raggiunto sul fronte degli operatori – ha commentato Giovanni Mantovani, Direttore generale di VeronaFiere –, soprattutto considerando che si tratta di un settore molto specialistico.

Inoltre, questa edizione rafforza il ruolo dell’evento di Verona come riferimento per tutto il comparto a livello nazionale. Infatti, oltre alle conferme da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, abbiamo registrato più visitatori dal Centro-Sud, in particolare da Sicilia, Campania, Lazio e Toscana”.

In particolare, Oil&nonoil-S&TC 2016 ha visto crescere la parte espositiva

legata all’autolavaggio, con il ritorno dell’accessoristica, oltre a un significativo spazio dedicato al segmento “nonoil”, in riferimento ai servizi complementari offerti dalle aree di servizio. Una citazione anche per gli incontri internazionali con delegazioni di buyer esteri provenienti da Iran, Egitto, Polonia, Marocco, Serbia e Bosnia Erzegovina.

Per esigenze redazionali non è stato possibile pubblicare nei precedenti numeri questo Speciale Oil&nonoil, ma ogni promessa è debito e quindi eccolo qua, completo come al solito.

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ULTIM’ORA: OIL&NONOIL RITORNA A ROMA L’11-12 OTTOBRE 2017 Ritorna al Palazzo dei Congressi di Roma, l’11 e 12 ottobre prossimo, la 12a edizione di Oil&nonoil-Stoccaggio e trasporto carburanti. Dopo la buona edizione 2016, svoltasi a Verona (di cui diamo qui di seguito il resoconto, ndr), negli anni dispari la manifestazione torna nella sede dell’Eur al centro dell’oil district italiano, che unisce alla posizione strategica (a breve distanza anche dalle sedi di ministeri e associazioni di settore) la facilità con cui può essere raggiunta dagli operatori italiani ed esteri.

Oil&nonoil è così al tempo stesso un’eccezionale vetrina per le aziende che offrono prodotti e soluzioni per erogazione, trasporto e deposito dei carburanti (metano, GNL, idrogeno ed elettrico inclusi) e un concentrato di offerte adatte a soddisfare le esigenze dei visitatori. In particolare, il programma convegnistico punterà sull’attualità,

analizzando le questioni che riguardano la rete, la sua efficienza e redditività, le soluzioni per attrarre e soddisfare gli automobilisti e offrire loro sempre più servizi.

Il settore dei carburanti sarà inevitabilmente toccato da questioni economiche, sociali e ambientali: dalle scelte internazionali delle major oil ai nuovi modelli di business dei retisti, dalle difficoltà della categoria dei gestori delle stazioni di servizio alla piaga dell’illegalità. La manifestazione mette tra i suoi compiti quello di non trascurare il confronto, di informare e formare (anche attraverso i workshop aziendali). Oil&nonoil conferma di voler essere un momento di incontro delle diverse componenti della filiera e punto di evidenza dei temi che segnano il percorso di trasformazione delle “energie, dei carburanti e dei servizi per la mobilità”.

AD PRODUZIONE

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SPECIALE OIL&NONOIL

Bissato anche a Verona il consenso raccolto a Uniti Expo per AD Produzione, che ha proposto le medesime novità, questa volta agli operatori italiani. Interesse quindi per il nuovo design di Pannomatic-N con il cappello inox, gli adesivi laterali di serie e l’opzione dei led laterali; quattro i programmi: panno imbevuto con lavavetri e multiuso, panno imbevuto con pulisci e lucida cruscotti, lucida fascioni, erogatore di due panni asciutti per la finitura. Il Lavatappeti LT 400B è piaciuto per la robustezza, semplicità di utilizzo e ingombro contenuto, con il lavaggio del tappeto semiautomatico e, di serie, il sistema antigelo, la gettoniera elettronica, il pedale elettronico e l’iniezione automatica del battericida per impedire la formazione di muffe. L’Aspirapolvere AD 00 con aria compressa e turbina era proposta sia nella versione singola sia doppia, con aria compressa e turbina, soluzioni che ne amplificano notevolmente la versatilità; la struttura, particolarmente robusta, è di acciaio inox 304 come il cappello ed è inoltre piaciuta l’alternativa tra filtro classico o autopulente, con quest’ultimo che permette

SPECIALE OIL&NONOIL

un’aspirazione sempre costante ed elimina la necessità della pulizia manuale. Del Distributore di pacchetti SV 96 ha colpito la semplicità del design, la possibilità di distribuire diversi articoli di forma e misure diverse, con o senza imballo, organizzati su quattro colonne da 24 ripiani ciascuna; altre caratteristiche: porta centrale con due barre d’acciaio “lucchettabili” e antiscasso, display di comunicazione configurabile in tre lingue che comunica il costo del prodotto, il suo eventuale esaurimento e la configurazione della macchina. Infine, spazio anche per il Gonfiagomme con manometro omologato, apprezzato sia per il design sia per la sua omologazione in base alla direttiva 86/217 CEE 2009/34/CE. ARBOH

Arboh srl si è fatta apprezzare nel corso degli anni per le continue innovazioni che ha proposto al mercato degli autolavaggi e più in generale delle aree di servizio stradali. In particolare negli ultimi tempi si sta assistendo alla consacrazione commerciale di Iorabbocco e del Robot per l’aspirazione olio che, inizialmente visti con reticenza, oggi hanno creato un nuovo modo di vendere e gestire i lubrificanti.

In un momento nel quale tutti cercano di risparmiare, queste soluzioni danno la possibilità all’automobilista di spendere meno per il cambio olio. Alcune compagnie petrolifere si stanno adeguando a questo servizio e, con IP Matic, Arboh sta realizzando un sondaggio in vari punti vendita in tutta Italia, così come con alcune reti indipendenti. I risultati sono molto soddisfacenti, con continua richieste di nuove installazioni. IoRabbocco, grazie alla collaborazione con marchi leader nel settore come Castrol, e alle nuove tecnologie distributive rende difficile rinunciare a questa opportunità. I distributori automatici olio sono tutti corredati di lettore banconote e rendiresto per incentivare le spese più consistenti, hanno una visibilità invidiabile e l’illuminazione notturna di serie, eventualmente incrementata con display a led per ogni prezzo. Quest’ultimo è il vero punto di forza: davvero competitivo per tutte le marche di olio. Poi c’è il Robot per l’aspirazione dell’olio, che consente di effettuare il cambio rispettando le normative. Il Robot, tramite una sonda standard per tutte le auto, riesce ad aspirare tutto l’olio esausto e trasferirlo in un contenitore chiuso e garantito contro le manomissioni. L’automobilista così compra l’olio da Iorabbocco e lo mette nel motore con un risparmio fino al 70%. Inoltre, grazie al Distributore Castrol con pannello touchscreen, con il semplice contatto del dito si seleziona l’auto (marca, modello, anno) e appare la confezione di olio Castrol adatta, una garanzia in più da un grande marchio.

ASPRO

Aspro è una società internazionale che produce e commercializza dal 1984 sistemi di compressione per le stazioni di metano e, attraverso la sua rete di filiali dirette (come quella italiana, l’unica in Europa) e distributori, è presente in 44 Paesi con più di 5 mila compressori installati. In fiera esponeva un compressore a proprio brand e un erogatore Graf DNG42 a quattro postazioni di ricarica con pressione massima d’erogazione di 250 bar. Grazie alla competenza dei propri dipendenti, Aspro ha saputo garantire un servizio eccellente, una costante ricerca per sviluppare nuove tecnologie, una vasta gamma di prodotti realizzati con la più evoluta tecnologia per soddisfare le esigenze di ogni cliente. A tutto questo si aggiunge, l’affidabilità dei suoi prodotti e un servizio che garantisce soluzioni efficaci per tutti gli aspetti del post-vendita. La minuziosa conoscenza della meccanica Aspro abbinata al know-how elettrico ed elettronico di Graf, hanno creato in Italia una filiale diretta composta da un pool di specialisti in grado di soddisfare qualsiasi richiesta, sviluppando anche soluzioni personalizzate. La caratteristica principale dei compressori Aspro è di essere macchine del tipo “oil-lube” o più semplicemente “lubrificate”, cioè viene iniettato olio (del tipo minerale monogrado) nei cilindri di compressione, una goccia al minuto, un quantitativo irrisorio, ma sufficiente per lubrificare le tenute di pistone e cilindri e allungarne la vita; inoltre, un particolare filtro in mandata ferma l’olio di lubrificazione evitando che arrivi all’impianto. Per consentire l’installazione dei suoi compressori nei contesti dove sono richieste bassissime emissioni acustiche, Aspro ha sviluppato (anche grazie a Graf) una gamma di macchine con raffreddamento ad acqua; soluzione che a volte è utilizzata anche nel revamping di stazioni, con il recupero del sistema di raffreddamento esistente.

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ASSYTECH

Tante le novità esposte. L’erogatore alte portate AT80, nella versione equipaggiata con misuratore di massa, nel tipo apposito per gasolio, cioè per liquidi, in grado di avere il vantaggio di dare contemporaneamente sia i litri che il peso specifico e la densità, quindi i dati del DAS, il documento di accompagnamento allo scarico. È un erogatore “double face”, che può essere sia un erogatore che può erogare anche 750 l/ min, se viene corredato di pompa, arrotolatore, tubo fino a 25 metri e pistola altissima portata, che un misuratore di scarico fino a 750 l/min.

AT80 è quindi un sistema di misura del prodotto veloce e molto preciso ed è certificato MID. Già vista a Uniti Expo la serratura pneumatica per tombini/chiusini, un sistema che è sia serratura sia antifurto: senza cavi, utilizza lo stesso cavidotto dei tubi di controllo delle intercapedini che usano aria compressa, quindi nell’armadio centralina del controllo perdite si aggiunge un modulo dal quale partono i tubi che arrivano alla serratura pneumatica. Il dispositivo, usando solo aria compressa, è intrinsecamente Atex e lo si può considerare anche un antifurto pneumatico perché, se aperto, simula una perdita che viene identificata come allarme. L’additivatore ADLT16 è in pratica una centralina che consente di additivare pescando da un serbatoio, evitando così eventuali manipolazioni manuali degli additivi o dosaggi errati, perché la manualità dell’operazione comporta sempre dei rischi: si predetermina il quantitativo di additivo e il dispositivo fa tutto da solo. Water Remover VP 16/1 consente di identificare la presenza di acqua dove non ce ne dovrebbe essere: se la trova, la elimina per aspirazione ma, se trova un’opposizione attiva, provvede con un ricircolo con una pompa peristaltica e la trasferisce in una tanica o direttamente nella raccolta della prima pioggia. La centralina Master Level con celle solari rileva il dato di una sonda o di un allarme e lo trasmette via gsm, è dotata di batteria autonoma a pannelli solari con una durata decennale; in abbinamento alla centralina è stato proposto Site Info un sistema di rilevamento e acquisizione dei dati via web e riproposizione degli stessi su smartphone, tablet o una postazione remota. Water detector WDA16 invece è un sistema di rilevamento della minima presenza di acqua nel serbatoio: anche le sonde di livello rilevano il problema ma solo oltre il mezzo centimetro, mentre con il WDA16 fissato sul fondo si rilevano anche quantità minime. La postazione può essere fissa o mobile: alla prima si possono collegare fino a quattro serbatoi, la seconda utilizza una sonda magnetica che, una volta immersa, si attacca al serbatoio; la stessa versione è proposta anche a filo avvolto con un avvolgitore portatile.

BRAGAGNOLO

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SPECIALE OIL&NONOIL

L’azienda padovana è specializzata nella costruzione di nuovi punti vendita con la formula “chiavi in mano” garantendo la realizzazione completa di strutture metalliche prefabbricate, edifici in muratura a servizio oil&food, impianti di autolavaggio. Vengono inoltre eseguite attività di dismissione di stazioni di servizio con relative bonifiche del sito, smaltimento dei materiali derivanti, costruzione e installazione di impianti di bonifica con tecnologie d’avanguardia garantendo un’adeguata consulenza ambientale e il rispetto delle normative di legge. Bragagnolo Srl garantisce anche la realizzazione di adeguamenti e implementazioni su punti vendita esistenti con sostituzione di serbatoi e impiantistica e la realizzazione di opere di adeguamento fognario con l’implementazione di nuovi impianti quali gpl, metano e autolavaggi. Infine, si studiano, realizzano e installano nuovi elementi di immagine personalizzate secondo il brand del cliente, offrendo un servizio completo, a partire dalla rimozione del marchio esistente e la posa di nuovi elementi, realizzando anche le opere di verniciatura e adeguamento delle strutture.

SPECIALE OIL&NONOIL

CIMARREDI

L’azienda perugina si propone per la progettazione, produzione e posa in opera di chioschi e pensiline metalliche su tutto il territorio nazionale. L’intera progettazione e produzione delle strutture, dai serramenti ai pannelli e alla componentistica, è realizzata all’interno dell’azienda che è certificata ISO 9001:2008 e UNI EN 1090 per le strutture in acciaio e ha implementato un sistema di controllo e di incentivi per i propri dipendenti che ha consentito di non avere incidenti e infortuni sul lavoro da 19 anni. In fiera, focus puntato in particolare sul Modular Building, sistema che l’azienda ha introdotto da circa 10 anni realizzando dei chioschi modulari con i quali si rivolge soprattutto al mercato dei piccoli e grandi retisti, della GDO e delle compagnie petrolifere, curando anche l’immagine pubblicitaria, le ristrutturazioni e gli impianti fotovoltaici completi. Questi i numeri dell’azienda: 2.100 prefabbricati realizzati (da 10 a 900 mq), 1.800 pensiline costruite (da 80 a 1.600 mq), 230 Modular Building realizzati (da 10 a 250 mq).

CO.RA.

Le novità di prodotto dei numerosi e prestigiosi marchi che CO.RA. rappresenta, come Bosch, Ambipur-Car, Ring, Duracell per ricordare i più famosi, sono rimandate al 2017.

Nonostante questo il ricco catalogo “Il Cilindro”, con le sue oltre 12 mila referenze sempre presenti a magazzino, ha permesso ai visitatori dello stand di toccare con mano la vastità dell’offerta dell’azienda e, per chi se lo fosse perso, ricordiamo che il catalogo viene inviato gratuitamente ogni

anno a tutti i clienti e a chi lo richiede. Sempre a Verona, a sottolineare la sempre maggiore attenzione alle aree di servizio stradali, è stato presentato il rinnovato sito www. coraitaly.com che propone delle interessanti sezioni per poter approfondire la conoscenza con questa articolata organizzazione che promette di rifornire lo shop nel migliore dei modi e con marchi di grande appeal, ideali per gli acquisti d’impulso, ma anche per rispondere a delle esigenze che in viaggio si possono sempre presentare.

COSTANTIN

Definirla “giovane compagnia petrolifera” è certamente limitativo. Forte di oltre 70 stazioni di servizio, in cui lavorano 400 addetti dell’indotto, con un incremento di fatturato del 16% nell’ultimo anno, Costantin Spa si sta ritagliando un ruolo da protagonista nel mondo della distribuzione dei carburanti in Italia. Nata in Veneto, nella provincia padovana, Costantin Spa si è allargata in maniera capillare in tutto il Nord-Est, e oggi si sta aprendo a tutto il Centro-Nord del nostro Paese.

Rispondere con tempestività alle esigenze dei clienti, offrire un servizio completo fatto di professionalità, risparmio, garantendo al contempo un’assistenza qualificata e tempestiva, con la massima attenzione alle esigenze del mercato e alla salvaguardia dell’ambiente, sono i pilastri su cui poggia la mission della Costantin Spa. Superate le 70 stazioni di servizio (tra le ultime aperture da citare quelle di Torino e di Due Carrare, in provincia di Padova), la società di Santa Margherita d’Adige, sempre in provincia di Padova, non si ferma e ha in programma l’avvio di nuovi punti vendita, che potranno usufruire di tutti i servizi messi a disposizione dal Gruppo: fornitura di carburanti di prima qualità, puntualità di consegna, prezzi concorrenziali, partecipazione ai concorsi e alle iniziative promozionali. Negli ultimi mesi Costantin Spa ha anche sviluppato una nuova linea personalizzata di lubrificanti, un prodotto tutto italiano di alta gamma, altro grande passo verso la soddisfazione ad ampio raggio del cliente.

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DEGAMA

Nello stand che Degama ha condiviso con Mix ci ha accolto il suo AD Alessandro Delrosso che ha illustrato il nuovo portale Fly, presentato in anteprima a Verona.

Una macchina realizzata interamente in acciaio inox: struttura, copertura e anche i cofani. Caratteristica saliente e novità era anche la trave delle spazzole verticali, che si può montare su tutti i portali Degama, in grado di inclinarsi rispetto alla lunghezza dell’auto e non solo lungo i lati, in questo modo si riescono a raggiungere anche gli angoli sotto gli spoiler o le rientranze posteriori, nota “bestia nera” dei lavaggi e sempre più presenti sulle auto moderne; da notare che si inclina tutta la trave e non il singolo braccio. Presente anche uno scenografico Net 5, il doppio portale disegnato da Giugiaro, che unisce un’altissima qualità di lavaggio, grazie alle cinque spazzole di cui è dotato, a un’elevata velocità di esecuzione. La gestione individuale dei due portali è unita a un’ampia disponibilità di gruppi funzionali di alta pressione che completano la dotazione dell’impianto. Caratteristica fondamentale del Net 5 è che i due portali si sdoppiano e rendono la macchina flessibile e versatile sui vari fronti, per esempio quello di lavare contemporaneamente il frontale e il posteriore di qualsiasi veicolo.

DETAS

Detas ha presentato a Verona due linee di prodotto ben distinte: l’illuminazione a led e i sistemi di ricarica per auto elettriche, entrambi pensati specificamente per le stazioni di servizio del futuro. Uno scenario dove l’energia elettrica non solo viene utilizzata in maniera efficiente e razionale, ma contribuisce attivamente alla salvaguardia dell’ambiente riducendo le emissioni nocive. La ricarica delle auto elettriche viene oggi percepita ancora come una tecnologia di nicchia, ma tutti sono concordi nel riconoscere un sicuro e roseo sviluppo futuro. Anche durante i giorni della fiera sono stati raccolti molti spunti e testimonianze di un imminente sviluppo di questo mercato. Al contempo, la soluzione proposta da Detas per l’efficienza energetica dell’illuminazione è stata proposta con un progetto sviluppato ad hoc, nel quale la sostituzione dei corpi illuminanti esistenti sulle pensiline, o l’inserimento di torri faro per il piazzale, è sviluppato massimizzando il risultato finale e utilizzando la minore potenza possibile. Questo in sintesi è il messaggio che Detas ha trasmesso con eccellenti riscontri da chi ha visitato il suo stand: infatti, il miglioramento della performance economica di una stazione di servizio passa anche dalla sostituzione dei corpi illuminanti con quelli a tecnologia led per avvicinarsi a grandi passi alla stazione di servizio del futuro.

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ENDELBYTE

Un’importante realtà bresciana con una pluriennale esperienza nel mondo delle insegne luminose per le aree di servizio stradali; azienda in grado di garantire un solido knowhow anche nella progettazione e realizzazione di software e hardware. In fiera era proposto un sistema di prezziari a led che si distinguevano per un interfaccia utente che ne facilita l’installazione e l’utilizzo, ma anche la manutenzione: un’insegna a matrice offre la possibilità di riprodurre messaggi pubblicitari a colori e in alta definizione per permettere azioni promozionali mirate. In particolare, l’interfaccia web è governabile da computer, smartphone e ta-

blet, quindi semplice e veloce da usare per l’inserimento dei prezzi, controllo della luminosità, test e gestione della rete e dei protocolli. Il totem supporta fino a otto moduli con circuito di prenotazione sovradimensionato e un risparmio sui lavori di scavo grazie al modulo a radiofrequenza; la scheda master è compatibile con Gilbarco, Tokheim, Wayne, Maser, Fortech e può essere connessa a Internet per un controllo offsite dell’insegna, permettendo anche la manutenzione da remoto. Infine, è possibile gestire fino a 64 display di altezza 25 cm per 15 cm, di colore bianco e ambra, con sensore di luminosità e “conformal coating”.

ERREMA

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Dal 1977 Errema garantisce un imbattibile rapporto qualità/prezzo/servizio per tutto quanto necessita agli installatori, manutentori e operatori della distribuzione carburanti e relativi depositi. Anche a Verona non sono mancate le novità, come le colonnine elettriche di ricarica Lafon: quelle ad azione semirapida Pulse 22 da 22 kW e quelle ad azione rapida Pulse 50 da 50 kW: universali, sono in grado di erogare due cariche contemporanee, hanno di serie o opzionali il riconoscimento tramite sms, il lettore RFID carte badges, la connessione ed il modem GPRS, Sistemi di pagamento Barcode e Qr Code.

Sono ZE Ready, interfaccia di facile utilizzo, sono monitorabili online e possono essere colorate su richiesta del cliente. Esposti anche i prodotti della Emhkam Pumps, società greca fondata nel 1977 e apprezzata per la sua produzione di pompe ed elettropompe carrellate e non per carburanti, esplosivi e prodotti chimici; tutti prodotti certificati Atex, tra i pochi disponibili anche in acciaio inox (oppure in ghisa) con calibri da 2”, 2,5” e 3” e portate da 500, 775 e 1240 l/min. Nello stand Errema erano esposti anche gruppi elettropompa completi, disponibili con contatori volumetrici TCS, quadri elettrici antiesplosivi, il tutto installato su supporti fissi o carrellabili, ideali per il travaso dei carburanti e disponibili anche di acciaio inox per la gestione dell’AdBlue. I contatori volumetrici statunitensi TCS (Total Control System) a pistone o rotore sono progettati per svariate tipologie di prodotto, anche GPL, con una portata massima di 3.800 l/min nella versione da 6”. In particolare TCS 3000 è una potente testata elettronica progettata per controllare la maggior parte delle operazioni di consegna dell’autobotte, consentendo all’autista di fare più consegne in minor tempo e con maggiore precisione e sicurezza, quindi migliorare il flusso di cassa: facile anche l’installazione, si ha la possibilità di una semplice fornitura “Pump & Print” o di una soluzione di misura personalizzata. Errema è anche esclusivista in Italia di Thermoflex, la prima tubazione non metallica flessibile in polypropilene e fibre intrecciate di Aramid e Nylon per il trasporto del GPL in linea continua senza giunti: è garantita 10 anni ed è conforme al DPR 340/03 e DM 3/4/07. Presentati anche l’AdBlue Basf, un prodotto di sintesi ottenuto esclusivamente su di un impianto dedicato e il Biocida concentrato per Diesel: dose Killer (in presenza di inquinamento batteriologico conclamato) 2,5 litri di biocida ogni 10.000 litri di gasolio; dose di mantenimento 1,2 litri di biocida ogni 10.000 litri di gasolio nei mesi estivi.

IL TUNNEL SIAMO NOI. CON OLTRE MEZZO SECOLO DI SPECIFICA ESPERIENZA E QUASI 1000 INSTALLAZIONI, L’EVOLUZIONE DEI TUNNEL AUTOEQUIP, RAPPRESENTANO OGGI LA SINTESI DI QUANTO È STATO PROGETTATO E REALIZZATO IN TUTTI QUESTI ANNI. QUESTO IMPORTANTE PUNTO DI ARRIVO È LO STIMOLO PER IL NOSTRO SVILUPPO FUTURO.

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FIBER

L’azienda bolognese propone soluzioni innovative grazie alla provata esperienza ultradecennale, garantendo tutta l’assistenza necessaria al successo del business e dei progetti dei propri clienti con tecnologie a led o LCD. Fiber si propone come fornitore ad alto contenuto tecnologico per prezziari a led e le nuove tecnologie LCD con applicazioni web dedicate, offrendo svariate soluzioni relative all’illuminazione di pensiline, piazzale e depositi con plafoniere, proiettori e armature a led di varie potenze fino a oltre 1000 W; a questo si aggiunge l’offerta di prodotti certificati Atex. Proprio rispetto a questi ultimi in fiera erano esposte delle lampade Atex e IP68 anti acqua; da segnalare inoltre il totem LCD che può essere modificato con una App via Internet da uno smartphone o un tablet: così si possono cambiare rapidamente messaggi pubblicitari e prezzi o sviluppare delle promozioni perché metà è prezziario e l’altra metà può riprodurre immagini, filmati e qualunque documento possa essere trasmesso su uno schermo televisivo.

FLOWEY

Forte del recente accordo con Mix, Flowey a Verona ha presentato al mercato italiano la linea Technic declinata su una serie di prodotti di alta qualità. T55 è uno shampoo neutro con proprietà anticorrosione appositamente formulato per la pulizia dei treni, tram, autobus e materiale rotabile. T55 Stazione Cleaner contiene un agente sequestrante e complessante che non è aggressivo per i metalli e ha un effetto filmogeno che garantisce una asciugatura senza macchia. T52 Deox Premium è un disincrostante con passivazione disossidante, molto potente per lo sporco intenso: contiene acido fluoridrico, ma non è classificato come tossico, proponendosi quindi come un eccellente compromesso tra efficienza e sicurezza. T53 Deox Safe è un pulitore acido multiuso appositamente formulato per pulire tutti i tipi di superfici; la sua formula è molto concentrata sulla base di un acido organico di nuova generazione con un elevato potere disincrostante e disossidante; presenta numerosi vantaggi rispetto agli acidi minerali usuali, non è classificato come tossico, non è ossidante e non rilascia vapori irritanti per le vie respiratorie. EVTC1 Truck Cleaner N°1 è un prodotto di pulizia, leggermente alcalino e ad alta concentrazione, concepito in particolare per il lavaggio di camion, rimorchi e autobus; è un prodotto polivalente, ma per la sua forza di macerazione può essere utilizzato come prelavaggio, così come in archi chimici e unità ad alta pressione. T55 ed EVTC1 hanno ottenuto la Certificazione Alstom per le loro qualità contro la corrosione. La linea Technic si affianca alla nuova linea detailing presentata ad Automechanika 2016 con il nome CDS “Car Detailing Solutions”. L’offerta per il lavaggio veicoli è declinata in quattro gamme: Experience, Evopur, Truck Cleaning, Technic e Auto Clean System Pro. Experience propone una serie di prodotti concentrati specifici per acque dure e acque dolci e, con l’impiego della tecnologia Coatinium, garantisce una protezione che dura nel tempo ravvivando la vernice. Carwash è invece una linea più tradizionale, frutto di oltre vent’anni di impegno e sviluppo con un’offerta completa per rispondere a tutte le esigenze di un moderno centro di lavaggio. Neppure i camion sono trascurati e per loro, ma soprattutto per i loro sporchi difficili, è stata sviluppata Truck Cleaning per tutte le diverse superfici e materiali. Una menzione a parte merita la polvere per le piste self-service che coniuga la massima efficacia di pulizia e la massima affidabilità delle macchine che la utilizzano.

FORTECH

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SPECIALE OIL&NONOIL

Un’azienda all’avanguardia e attenta alle nuove tendenze non poteva non proporre a Oil&nonoil una colonnina per la ricarica di auto elettriche che entrerà in listino molto presto. Ne è stata infatti interfacciata una allo smartOPT, il terminale di piazzale di Fortech, che unirà il mondo oil a quello elettrico. Come funzionerà? Non verrà venduta la corrente elettrica a kW, ma sarà venduto un servizio di parcheggio a tempo, con ricarica. L’intenzione è quella di avvicinarsi al mondo delle trazioni elettriche e accontentare quegli automobilisti, sempre più numerosi, che durante la ricarica, possono usufruire di tempo e soffermarsi sul piazzale per altri acquisti. L’altra novità presentata in fiera è il Wallmount, uno smartOPT da parete con cassaforte riposta in un chiosco, pensata per garantire maggior sicurezza. Un prototipo sviluppato per verificare l’interesse e l’accoglienza del mercato rispetto a questa soluzione innovativa.

L’intelligenza del Wallmount è sempre quella dello smartOPT, la costruzione è in acciaio inox ma c’è un altro plus che lo differenzia: il sistema

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SPECIALE OIL&NONOIL

infatti è anche in grado di dare il resto grazie al suo hopper d’erogazione sia in banconote sia in monete e si ricarica automaticamente con gli incassi. Altri punti che hanno destato particolare interesse riguardano la smartSTATION, il sistema per la gestione completa di stazione di servizio e autolavaggio in self e il kit testa smartOPT, ultima novità in casa Fortech, che permette di montare la testa dello smartOPT sulle vecchie casseforti di altri marchi.

GAS NATURAL VENDITA

Gas Natural Vendita opera nel settore del metano per autotrazione dal 2008, anno in cui ha iniziato a implementare in Italia il know-how e il modello di business del Gruppo di appartenenza. Inizialmente l’azienda, che attualmente conta 11 stazioni di rifornimento a metano già attive e altre 17 in corso di attivazione sul territorio italiano, ha investito in zone dove questo carburante era meno disponibile, soprattutto nel Sud Italia, arrivando a diventare in pochi anni uno dei protagonisti dello sviluppo di questo settore. Nella piena convinzione che il metano sia una risorsa che offre vantaggi in termini ambientali e industriali per il settore dell’autotrazione, Gas Natural Vendita partecipa attivamente alle occasioni di dialogo a supporto dello sviluppo di una capillare rete nazionale di distribuzione di questo carburante, un aspetto che considera essenziale per garantirne un suo maggiore utilizzo. Gas Natural Vendita, più nello specifico, con l’offerta metano per auto si propone per la fornitura di soluzioni complete e “chiavi in mano” a tutti i distributori di carburanti interessati ad arricchire il proprio business con il metano, sia in caso di una nuova installazione, sia nel caso di rinnovo di compressori non più funzionanti o non più idonei per variazioni dei valori di pressione sui metanodotti, confermandosi così come un partner esperto e affidabile, nonché impegnato nello sviluppo in Italia di questo settore.

GECO

Geco è specializzata nella costruzione e posa in opera di strutture metalliche certificate per impianti e stazioni di distribuzione carburanti, quindi pensiline, chioschi, coperture per aree di autolavaggio e di aspirazione, box prefabbricati, magazzini. Senza dimenticare accessori complementari quali totem e monoliti, indicatori di prodotto e insegne luminose.

L’azienda propone inoltre sistemi refit e nuove soluzioni illuminanti a led con studi illuminotecnici mirati alla riduzione dei consumi energetici e ottimizzazione dell’utilizzo della luce. Soluzioni che si applicano a svariati utilizzi quali fascioni luminosi, light strip perimetrali, incassi controsoffitto pensilina e pali stradali di piazzale. Geco è anche in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta di rebranding o cambio immagine con personalizzazioni su misura, proponendo un servizio di studio e valutazione con soluzioni grafiche per visualizzare, in anteprima e durante la fase progettuale, l’effettiva fattibilità esecutiva con i migliori parametri di qualità/prezzo.

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GILBARCO

Presentato il Terminale B2B esposto con lo schermo da 12” touchscreen, disponibile anche una versione da 5,7”. La versione in fiera era dotata di antiskimming, che impedisce la clonazione delle carte magnetiche e di impilatore di banconote per facilitare la conta e aumentare il livello di sicurezza perché l’accettatore è solidale con la valigetta dove finiscono le banconote, impedendo che si possano pescare o aspirare dall’esterno. I pannelli della corazzatura possono essere dotati di un particolare materiale ad elevata resistenza che nella scala di durezza è secondo solo al diamante, predisposta anche per il collegamento ad un sistema di allarme; così la corazzatura rende ancora più lungo il tempo necessario per arrivare al danaro e può azionare l’allarme sonoro e ai centri di controllo. Era esposto anche Spot Inker, il sistema di macchiatura del danaro già visto allo scorso Oil&nonoil di Roma, dotato di un particolare sensore multi-tecnologia sensibile agli eventi di attacco, ma allo stesso tempo in grado di evitare i falsi allarmi. La macchina è stata ulteriormente sviluppata, in particolare si è lavorato a migliorare l’inchiostro per avere la certezza che la banconota macchiata non possa essere accettata dai terminali o dalle vending machine e che, sottoposta a lavaggi con vari solventi, non possa comunque essere smacchiata. È stata utilizzata la tecnologia in uso nel settore bancario personalizzandola per quello petrolifero, perché un normale Bancomat, protetto su tutti i lati tranne uno, non è uguale a un terminale di piazzale che è esposto su tutti i lati.

Presentati anche i sistemi di controllo delle giacenze di carburante con il Cloud Gilbarco, quindi non solo il controllo locale attraverso una consolle, ma anche la comunicazione attraverso un cloud Internet che può essere arricchito di servizi complementari: interfacciandosi ad altri server si possono vedere le giacenze per impianto, per gruppi di impianto, o per cluster; inoltre, segnala la presenza di acqua e le eventuali discrepanze tra la giacenza teorica e quella reale, evidenziando così perdite, furti o starature dei misuratori.

Da ricordare anche la partnership con Microhard per gli start lavaggio e una soluzione multipay sul telefono come soluzione complementare e non alternativa ai metodi attuali: c’è interesse perché apre molte prospettive, tra cui la fidelizzazione del cliente, la possibilità di promozioni ed è utile per identificare il cliente per proporgli sconti e vantaggi, eliminando le carte fedeltà. Infine, esposto anche un lettore di codici a barre o QR in 2D, ideale per buoni elettronici per lavaggi o carburante, rimborsi e codici sullo smartphone.

GREEN LINE

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Green Line Srl, azienda italiana di provata esperienza certificata ISO 9001:2008, si dedica allo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e tecnologie innovative per gli impianti di distribuzione carburanti con grande attenzione, non solo alla qualità, ma anche all’impatto ambientale dei suoi prodotti. Oltre che distributore, Green Line è produttore col proprio marchio di alcuni prodotti tra cui una linea completa di vasche e pozzetti di contenimento in polietilene, standard e preassemblati anche su disegno, realizzati artigianalmente utilizzando Smartflex, il prodotto di cui è distributore. La novità presentata in fiera erano gli erogatori Petrotec, distribuiti in esclusiva e il generatore eolico Eolicante, quest’ultimo è un brevetto di nuova concezione, adatto all’installazione in impianti di ogni dimensione, prodotto in taglie da 0,5 a 5 kW, caratterizzato da una bassa velocità periferica e un’alta coppia a ogni regime di rotazione volta ad ottenere un alto rendimento in un ampio range d’utilizzo. Gli erogatori Petrotec coprono tutte le esigenze, a partire dal modello P1000-IIR singolo disponibile anche per AdBlue fino al P5000-IIR Combo a dieci pistole, combinato con un erogatore di AdBlue o di GPL. A questi si aggiunge la colonnina per la ricarica di veicoli elettrici Electric Drive supportata dalla piattaforma ICT BOMTS (acronimo di Banking Operation Maintenance Telematics Security) per la miglior gestione di pagamenti, utenti, manutenzione, controllo telematico e videosorveglianza digitale.

SPECIALE OIL&NONOIL

HAM ITALIA

Il GNL (Gas Naturale Liquefatto) conosce uno sviluppo sempre più deciso e quindi anche l’attività di Ham Italia, ben supportata dalla casa madre Ham, sta conoscendo una rapida crescita puntando sulla progettazione, costruzione e manutenzione di impianti GNL per autotrazione e civili, fino alla diretta commercializzazione e al trasporto del prodotto. Gli impianti sono forniti con diverse offerte commerciali, compresi l’affitto e il comodato: infatti, Ham Italia vanta una forte esperienza nella realizzazione e fornitura di impianti di Gas Naturale Liquefatto in tre specifiche categorie: impianti per autotrazione in forma rigassificata compressa per il rifornimento di auto e bus, impianti per autotrazione in forma liquida per il rifornimento di veicoli industriali e impianti per uso civile allacciati a serbatoi con utilizzo del gas in forma rigassificata. Il successo dell’offerta di Ham Italia si fonda in particolare sui prezzi competitivi, perché gli impianti sono realizzati con personale e tecnologie proprietarie sempre all’avanguardia e la consegna di GNL è effettuata direttamente da un deposito di stoccaggio primario, proprio per garantire un prezzo decisamente competitivo. Tempi rapidi di consegna grazie al supporto logistico della casa madre e a un’eccellente organizzazione logistica che può contare su una flotta europea con oltre 90 autobotti e nella grande exspertise di Ham che da oltre venti anni è presente in Europa. Infine, garanzia e certezza del prodotto di elevata qualità e poi i clienti di Ham Italia possono contare su un servizio di assistenza efficiente, dotato di un sistema di telecontrollo degli impianti che permette di risolvere la maggior parte dei problemi senza la necessità di intervenire sul posto.

HARTMANN TRESORE ITALIA

Hartmann Tresore Italia è la consociata italiana del gruppo tedesco Hartmann Tresore AG, leader europeo nella commercializzazione di casseforti per molteplici settori. Per il mondo petrolifero ha sviluppato una soluzione che promette di resistere agli attacchi sempre più numerosi di scassinatori e malintenzionati.

Si chiama Underground Safe ed è stata sviluppata per aumentare la sicurezza delle aree di servizio con l’esclusività di poter essere interrata nel sottosuolo per la maggior parte della sua struttura, lasciando in superficie solo la colonnina adibita per l’accettazione delle banconote. Queste ultime, mediante un preciso sistema di nastri trasportatori, cadranno al sicuro nel sacco posizionato nella cassaforte sotto terra. Per evitare che gli agenti atmosferici, le acque di scolo e gli oli di risulta presenti nell’area di servizio possano alterare la struttura o filtrare all’interno, Hartmann Tresore Italia ha pensato a una verniciatura speciale per ambienti esterni, ma soprattutto ha creato un sistema di drenaggio dell’acqua attraverso un canale di raccolta e scolo, oltre a un meccanismo a tenuta stagna.

Nel sottosuolo, cinque dei sei lati del parallelepipedo che costituisce l’armadio, sono sicuri contro eventuali attacchi da taglio a freddo o a caldo e non presentano punti di appiglio per lo strappo.

La porta di accesso è di piccole dimensioni e grazie a una particolare tipologia costruttiva risulta molto più resistente all’attacco di quelle tradizionali. Inoltre, l’accettatore è dotato di un adesivo come deterrente all’attacco in cui si precisa chiaramente che la colonnina non contiene denaro. Se nonostante ciò, Underground Safe venisse presa di mira con un mezzo meccanico, l’urto farebbe cadere la colonnina al suolo, ma la fessura di introduzione delle banconote si sigillerebbe automaticamente con un meccanismo a ghigliottina, impedendo qualsiasi possibilità di accesso al sacco contenente il denaro, che rimarrà così protetto nella parte interrata della struttura. Il ritiro dei valori da parte dell’operatore è pratico e veloce: il cambio del sacco richiede solo pochi attimi e quello pieno si autosigilla nella fase di estrazione. Da ricordare che il sistema è compatibile con gli apparecchi di Gilbarco, Maser, Tokheim, Wayne Fueling Systems e Fortech.

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HITECHLED

L’azienda, specializzata nella produzione di sistemi a led per comunicare e illuminare, ha presentato le nuove lampade a led da palo serie Kanda, 80/120W, che insieme con le lampade Canopy Led Lights serie Vanya e Rayla, 80/100W, offrono una soluzione a 360 gradi per illuminare tutta l’area di servizio riducendo notevolmente i costi energetici grazie all’utilizzo di led giapponesi ad alta efficienza luminosa. Le caratteristiche principali che contraddistinguono questi apparecchi “made in Italy” sono diverse: Kanda è una lampada con corpo in alluminio pressofuso, design moderno e compatto con staffa di fissaggio regolabile su cremagliera, Vanya invece è una lampada da incasso per pensiline con ottiche e riflettori che riducono l’effetto abbagliamento e verniciatura con trattamento cataforesi, quando non è possibile incassare la lampada come, per esempio, nelle pensiline di cemento c’è Rayla che è una lampada pensata per montaggio sotto tetto, anche questa dotata di ottiche e riflettori che riducono l’effetto abbagliamento e verniciatura con trattamento cataforesi. Per la serie da incasso Vanya è disponibile un kit di fissaggio composto da due barre da appoggiare sulle travature di supporto delle doghe delle pensiline, che attraverso quattro lunghe viti viene saldamente fissato il telaietto in alluminio al quale si aggancia poi la lampada in modo sicuro e veloce. Presentato anche uno speciale interruttore crepuscolare per l’accensione dell’insegna, la particolarità sta nel fatto che questo apparecchio va collegato a uno qualsiasi dei display prezzi all’interno del totem attraverso un unico cavo, e utilizzando il dato di luminosità ambiente rilevato dal sensore esistente nei display regola l’accensione del logo, le soglie di intervento possono essere impostate dal telecomando. Presentata anche una App wifi per il controllo dei totem led (prezzi e grafiche) attraverso una piattaforma Android e una nuova tastiera LCD che si interpone tra il POS e i display. Tramite questa tastiera si possono modificare i prezzi nei display, richiamare le grafiche dei pannelli e, attraverso un PIN, si può stabilire quali display sono a disposizione del gestore e quali del proprietario dal punto di vista dell’inserimento dei prezzi o funzionalità; oppure si può bypassare il controllo manuale e dal POS vengono inviati i prezzi direttamente ai display. La nuova tastiera viene fornita con tutti i protocolli di comunicazione disponibili e selezionabili. Il programma di sviluppo dei prodotti Hitechled prevede per il futuro anche l’integrazione del controllo delle lampade nella app per smartphone. Non presenti in fiera, ma pronti al lancio, i nuovi tubi luminosi in silicone estruso per i bordi dei canopy e illuminazione di profili. A completare l’offerta una grande varietà di moduli a led per la retroilluminazione delle insegne e una completa serie di display con led smd e led radiali.

IABONI BRAND

Iaboni Brand è un’azienda italiana, nata oltre 50 anni fa nel settore delle insegne pubblicitarie, che nell’ultimo decennio si è specializzata nella progettazione e realizzazione di pensiline metalliche, chioschi e locali gestore. Gli anni di attività hanno permesso di accumulare una solida esperienza in questo ambito e la continua ricerca ha spinto l’azienda a investire su macchinari altamente tecnologici e ottenere certificazioni di qualità tra cui la Certificazione CE sulle strutture in ferro, un documento obbligatorio, previsto dalla normativa europea, che viene rilasciato al committente a chiusura lavori.

Iaboni Brand dispone di un ufficio tecnico abilitato che cura la parte progettuale e di presentazione delle pratiche presso gli organi competenti, mentre l’ufficio grafico cura l’immagine degli impianti da “colorare”, partendo dallo studio di un nuovo brand o dal brand esistente e trovando la soluzione più funzionale alle esigenze del cliente. Dal brand al rebrand, l’azienda realizza fascionature di coronamento sagomate o lineari, insegne e fasce scatolate in metacrilato e in acciaio, totem e flag, fari led sottopensilina, armature stradali, impianti di videosorveglianza, colonnine aria e acqua, mobiletti porta pos, prezziari a led, cassonetti sopracolonna e personalizzazione delle calotte degli erogatori. Tutto questo viene fornito da Iaboni Brand al cliente “chiavi in mano”, coordinando anche le fasi di montaggio dei manufatti con un’equipe di tecnici specializzati e qualificati a garanzia di installazioni realizzate a “regola d’arte”.

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ICAD SISTEMI

Icad Sistemi ha presentato OverView, un sistema avanzato di “remotizzazione” dati che consente di monitorare a distanza la propria rete vendita, offrendo consultazione e aggregazione dei dati del venduto periodico, analisi statistiche, chiusure contabili, verifica del livello dei serbatoi con archivi storici e grafici di andamento, gestione dei carichi. La ricezione degli allarmi può arrivare dalle singole stazioni di servizio per sms, e-mail o web, così come l’invio dei prezzi per impianto e per modalità di vendita, anche al Ministero. È possibile inoltre inserire i prezzi degli impianti della concorrenza e tutti i dati sono esportabili per essere rielaborati in sede: quindi lo stato di collegamento di un punto vendita è monitorato costantemente e l’utente ne trova una sintesi in home page con evidenziazione di eventuali anomalie.

SelfNetSystem è invece una piattaforma modulare e un valido strumento di marketing che consente la fidelizzazione del cliente tramite raccolta punti, credito prepagato o a fine mese, ricarica del credito, sconti e buoni. È un sistema semplice ed elimina l’uso della carta, risolvendo parecchi problemi di gestione; è anche un sistema aperto, quindi personalizzabile dalla card del circuito all’integrazione con altri sistemi informatici già presenti per la gestione delle fatture, rimborsi, anagrafica e altro.

INCOFIN

L’azienda varesina specializzata in sistemi di filtrazione ed esperta in idropneumatica, ha riproposto sostanzialmente i prodotti già visti all’edizione romana di Oil&nonoil.

Particolare interesse ha suscitato il filtro a coalescenza in grado di fermare oltre il 99% dell’acqua presente nel gasolio, oltre che eventuali morchie e alghe. Il filtro non rallenta in nessun modo l’erogazione, è prodotto dalla Parker Racor ed è dotato di indicatore di intasamento della cartuccia in testa, consentendo così di rilevare la presenza dell’acqua e spurgarla con un rubinetto posto nella parte inferiore. In abbinamento ai suoi filtri, Incofin propone anche dei biocidi per eliminare e prevenire la proliferazione batterica all’interno dei serbatoi. Esposto anche il carrello Mobiflux per la filtrazione di cisterne di carburanti (gasolio) spostandosi sulle varie cisterne per eseguire la pulizia in dialisi combinata con prodotti biocidi. Il sistema è molto veloce ed è in grado di filtrare 90 litri di gasolio al minuto. Collegando questo sistema a una cisterna sporca si va a filtrare in dialisi il contenuto depurandolo e rigenerandolo. Il carrello è dotato di una pistola di sicurezza così, quando si inserisce la pompa elettrica, l’operatore deve essere presente per accertarsi che non ci siano accidentali distacchi dei tubi. La remissione avviene attraverso la pistola che fa tenuta e, se non c’è l’operatore che la manovra, la pompa non lavora.

INFORMATICA VALDINIEVOLE

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SPECIALE OIL&NONOIL

L’azienda propone soluzioni informatiche frutto di oltre 25 anni di esperienza nel settore e del lavoro di un’equipe qualificata per una gestione completa di tutti gli aspetti tecnici, contabili e fiscali, oltre a strumenti di analisi avanzata e interfaccia diretti con impianti Tokheim, Gilbarco e Wayne. In fiera è stato presentato il Mobile Pos Wallet-Abile, uno strumento facile che permette di acquisire pagamenti con carta velocemente perché dalla ricezione dei documenti necessari all’attivazioni passano solo cinque giorni e accettare i pagamenti è una questione di secondi. Inoltre, è sicuro perché si rispettano le più severe normative dettate dei circuiti di pagamento in materia di sicurezza con la certificazione degli enti più importanti del mondo finanziario. Mobile Pos Wallet-Abile semplifica la vita del gestore grazie alla riconciliazione evoluta dei pagamenti, la gestione avanzata delle reti vendita e l’opzione Multiconto che, con un unico Mobile Pos si può scegliere fra più conti bancari di accredito per le transazioni.

Pay By Link può essere invece utilizzato come canale di pagamento a supporto sia della fase di vendita sia di post-vendita, così aiuta l’azienda a migliorare i flussi finanziari offrendo uno strumento facile e veloce che può essere integrato con il gestionale usato dal portale Wallet-E.

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SPECIALE OIL&NONOIL

INGENICO ITALIA

Ingenico Italia è la consociata italiana di Ingenico Group, azienda leader nelle soluzioni complete per i pagamenti elettronici. Per il mondo petrolifero propone moduli sicuri dedicati non solo all’accettazione indoor e outdoor dei pagamenti effettuati con carte di credito o di debito, ma anche soluzioni complete “24 ore” per la gestione delle carte petrolifere DKV e UTA, per quelle delle flotte aziendali e le carte “loyalty”.

La loro gestione può avvenire con le soluzioni di pagamento sviluppate da Ingenico in ogni punto della stazione di servizio: sul piazzale, grazie a dispositivi portatili certificati Atex, sui terminali OPT o negli erogatori dei maggiori fornitori, grazie a moduli integrati e, ancora, all’interno degli uffici o negli shop, grazie a terminali da tavolo che interagiscono con i sistemi di cassa dell’esercizio. Importante player sul mercato nazionale, Ingenico Italia è certificata ISO9001:2015 e ISO2301:2012. La fiera di Verona è stata un’ulteriore occasione di incontro con clienti e partner del settore petrolifero, colta non solo per presentare i nuovi prodotti, ma anche per conoscere nuovi attori e nuove opportunità di partnership.

INTRAPRESA

Al centro dell’attenzione nello stand Intrapresa Asso Smart Payments, la piattaforma software intelligente che integra in un solo dispositivo diversi sistemi di pagamento, quindi mai più un terminale Pos dedicato per ogni servizio, con le scrivanie ingombrate da macchinette e cavi che si intrecciano, ma soprattutto mai più spese d’acquisto e canoni d’utilizzo duplicati e, a volte, triplicati. Asso Smart Payments permette per la prima volta di gestire tutto con un solo dispositivo Pos che legge le carte, riconosce il circuito di appartenenza (Bancario, DKV, UTA, Fuel card private, Loyalty) e inoltra la richiesta all’host di comp etenz a, in un’unica e semplice operazione. Poi, a fine giornata come in qualsiasi altro momento, riepiloga tutte le informazioni sul transato in una schermata semplice, chiara e immediata. I vantaggi si possono riassumere nel maggior numero di servizi offerti e nella gestione centralizzata degli stessi, minori costi di startup e gestione, report e analisi dei flussi in tempo reale, campagne di marketing multileva, risparmi sui costi delle transazioni e, non ultima per importanza, la semplicità d’uso.

KENFITT

Questa azienda opera a livello nazionale e internazionale nel settore petrolchimico per la fornitura di filtri cartucce Faudi, Diesel, biodiesel, oli industriali, attacchi rapidi valvolati Todo per gas, gpl AdBlue e petrolchimici in generale; commercializza inoltre bracci di carico, pistole di erogazione Emco, tubi flessibili Avio e poi sistemi di rifornimento e di filtrazione per l’abbattimento delle cariche batteriche presenti nei carburanti per Diesel e biodiesel. In fiera è stato presentato l’attacco Uni-Lock 80, un attacco rapido a baionetta Femmina DN80-3 inch dotato di sistema di bloccaggio della ghiera: il serraggio richiede un minimo sforzo e si compie manualmente, non necessita di utensili garantendo così una maggiore vita al raccordo. La leva di chiusura è dotata di una molla che spinge e blocca sulla ghiera dentata la leva stessa impedendo qualsiasi movimento e sgancio dell’attacco. La guarnizione di battuta a labbro garantisce maggior tenuta; il raccordo è molto robusto, testato con una pressione di 20 bar e realizzato secondo standard Cuna, quindi non richiede nessuna modifica sulle installazioni esistenti.

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KEROPETROL

Keropetrol è un marchio storico dell’energia in Italia che nasce nel 1961 in risposta alle esigenze del boom economico e motoristico dell’epoca. Nei decenni successivi la società ha seguito i mutamenti del settore, ampliando e diversificando sempre più la propria offerta con kerosene, oli combustibili, gasoli, benzine, oli lubrificanti, gpl, metano e allargando il proprio parco clienti fino a comprendere anche grandi consumatori. Alla fine degli anni Ottanta nasce una holding di partecipazioni, Keropetrol Finanziaria Srl, che investe in società di rilevanza nazionale, come Novogas Italiana, Tradingas, Industria Gas Butano, Marcevaggi e opera anche nel settore delle costruzioni

con la consociata Keropetrol Immobiliare Srl. Oggi Keropetrol commercializza prodotti petroliferi di ogni tipo e per tutti gli usi: benzine, gpl e gasolio per autotrazione, carburanti marini, gasolio per riscaldamento, gpl per uso domestico, industriale, agricolo, in piccoli serbatoi e in bombole. Grazie ad esperti professionisti e tecnici competenti fornisce inoltre un servizio chiavi in mano, dalla progettazione alla realizzazione, per quanto riguarda l’impiantistica industriale, riscaldamento, distribuzione e deposito.

MADIC GROUP

Il Gruppo è stato creato nel 1971 a Nantes, in Francia, e da allora ha conosciuto un rapido sviluppo in vari settori, tutti legati alle attrezzature per le aree di servizio: sistemi di pagamento per la distribuzione petrolifera, colonnine di ricarica per veicoli elettrici, autolavaggi e un’altra ampia gamma di servizi per l’industria petrolifera. Oggi Madic Group impiega oltre 1000 persone, ha un giro d’affari di oltre 150 milioni di euro e fanno parte del Gruppo tre aziende che esponevano insieme anche a Verona: Lafon, GlobalCom e Mirane. Tra gli accettatori, particolarmente interessante il modello Lafon APL3 ergonomico e di facile utilizzo grazie al grande schermo touchscreen, affidabile e sicuro grazie all’adozione delle specifiche PCI 3.1; sempre a marchio Lafon, una completa serie di equipaggiamenti per il piazzale: lettori di carte, terminali, fotocamere e stampanti. Con Mirane Play si può invece fare un “pieno interattivo” perché la pistola della pompa diventa

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un joystick (grazie al grande schermo vicino alla pompa, aumentando e diminuendo la pressione sulla leva si interagisce col gioco) e l’automobilista diventa anche il protagonista di una pubblicità digitale; un nuovo metodo di comunicazione che coniuga divertimento e creatività in tempi comunque contenuti e che garantisce un impatto del 40% superiore a uno spot tradizione e incrementa del 25% la predisposizione all’acquisto, permettendo al cliente di vivere un’esperienza inedita e unica che può distinguere e fidelizzare il punto vendita. GlobalCom BV1000 è invece un compatto e affidabile accettatore di carte di pagamento, che si compone del tastierino BV1000K e del lettore BV10000R, in grado di garantire anche la massima sicurezza. Sempre da GlobaCom, anche il lettore contactless BV1000 CL che risponde alle specifiche EMV.

L’uso dei prodotti KIMAX Permette di ottenere degli ottimi risultati di pulizia, Con i programmi di lavaggio, consente di ottimizzare l’asciugatura, la ceratura e la manutenzione della carrozzeria!

Agevolando la sedimentazione dello sporco, riduce il volume dei fanghi nelle vasche di decantazione, Riduce i consumi di acqua, i costi di smaltimento dei fanghi e di pulizia dell’impianto, Permette una percentuale di riciclo, negli impianti di trattamento dell’acqua, di più del 90% - rispetta l’ambiente, 131 KIMAX Prewash Detergente forte per prelavaggio 132 KIMAX Foam Detergente forte schiumogeno 133 KIMAX Parfoam Detergente forte schiumogeno profumato 134 KIMAX Wash Shampoo per spazzoloni Nuovo! 135 KIMAX Aciwash Shampoo acido per spazzoloni Nuovo! 137 KIMAX Uniwash Detergente schiumogeno intensamente profumato Con KIMAX anche tu otterrai il meglio dal tuo impianto!!!

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MAGGI CONTROLS

Quattro le macchine al centro dell’attenzione nello stand Maggi Controls. Supercoin è stata appositamente studiata per la gestione delle aree self-service: è costituita da un cabinet di acciaio inox dello spessore di 1,5 mm con protezioni in policarbonato per le aree d’inserimento del denaro, il pannello dell’utente è incassato di 12 cm rispetto alla cornice esterna, il tastierino di comando è all’interno per la programmazione e il rilevamento dei dati d’incasso, completano la dotazione i pulsanti luminosi antivandalo e il display alfanumerico di facile lettura; il portello è posteriore dispone di una chiusura a chiave per effettuare operazioni di cassa e di manutenzione dall’interno, mentre la fidelizzazione della clientela è garantita dal sistema cashless con card a trasponder attraverso Nayax. Quest’ultimo è ideale per la gestione delle vendite di qualsiasi postazione non custodita: quindi pagamenti cashless, telemetria, monitoraggio, gestione e piattaforma business intelligence per i gestori di macchine vending con postazioni non costudite. Automatic Wash Pro presenta un cabinet con otto punti di chiusura, serratura di sicurezza a doppia mappa e cornice di incasso di acciaio inox con barra di protezione antiscasso, il tastierino di comando è all’interno per programmazione e rilevamento dell’incasso; completano la dotazione: pulsanti luminosi antivandalo, sistemi di fidelizzazione e stampante per emissioni ricevute e controllo dati. Start è invece una cassa automatica self-service, il sistema di pagamento automatizzato per portali e tunnel, costituito da un cabinet con otto punti di chiusura, serratura di sicurezza doppia, barra antiscasso, tastierino di comando esterno per scelta programmi e dati di incasso, gestione fino a 16 programmi con prezzi e tempi diversi erogazione del resto in automatico e poi sistemi di fidelizzazione, stampante e display di facile lettura.

MASER

Interesse allo stand Maser per la cassaforte interrata, una soluzione sempre più apprezzata perché il malintenzionato si concede poco tempo per effettuare il colpo e, con gli allarmi, se non riesce a raggiungere il denaro in pochi minuti, si dà alla fuga. Con questa soluzione il ladro non riesce ad arrivare al denaro perché non è all’interno del piedistallo ma nel sottosuolo, se anche viene divelto si chiude il portello traslante e quindi c’è un ulteriore ostacolo inaccessibile. I terminali hanno sempre la cassetta estraibile dell’accettatore e, tra le varie opzioni, c’è l’impilatore automatico e l’estrazione del lettore di banconote. Esposto anche il cambiamonete per cassa automatica da esterni Pay Change, pensato per le stazioni self-service quando il cliente ha necessità di cambiare i contanti in tagli più piccoli, ma anche con la funzione di restituzione del denaro in caso di mancata erogazione del carburante, invece di costringere il cliente a ritornare con lo scontrino negli orari di apertura.

Esposto anche l’erogatore metano con configurazione a 2 e 4 pistole e l’erogatore combinato, già visto anche a Oil&nonoil Roma, che ai carburanti tradizionali benzina e gasolio può abbinare metano o gpl, sfruttando la nuova normativa che permette di ospitare sulla stessa macchina tre prodotti diversi in vari abbinamenti, un’importante opportunità per chi ha esigenze particolari di spazio o di installazione.

MDS ELECTRONICS

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Queste le novità esposte da MDS Electronics Srl. Cartadis TL 12 è la soluzione ideale per l’attivazione del portale grazie alla vasta gamma di servizi a disposizione, alla semplicità di utilizzo e agli elevati standard di sicurezza che lo contraddistinguono. Munito di display grafico a colori con tastiera protetta, il dispositivo è in grado di operare in totale efficienza anche in presenza di polvere, spruzzi d’acqua e di prodotti chimici nebulizzati. Grazie alle sue numerose funzionalità è in grado di gestire 10 programmi di lavaggio, accettazione di monete e banconote, vendita gettoni, card Mifare, ricariche, bonus e promozioni e pagamenti tramite smartphone; solido e tecnologicamente avanzato permette di accedere ai dati contabili da bordo macchina, tramite Pc, smartphone o tablet. Il cambiamonete Cartadis DJ3, in versione da esterni con sistema di fissaggio a muro (disponibile anche su base), è compatibile con tutti i sistemi di pagamento: permette una rapida e sicura gestione delle operazioni di ricarica card, cambio moneta, accettazione banconote o monete, vendita gettoni (può ospitare fino a tre hopper), card, adesioni a bonus e promozioni; robusto e all’avanguardia consente anch’esso di accedere ai dati contabili da bordo macchina, tramite Pc, smartphone o tablet. Bluewash è l’innovativo sistema di pagamento dedicato all’acquisto di prodotti e servizi tramite smartphone: niente più monete, badge o chiavette, ma scaricando gratuitamente la app dal mobile store (Android o Apple), l’utente potrà effettuare con facilità e sicurezza acquisti e operazioni di ricarica direttamente dal dispositivo. Ricerca e sviluppo ad alti livelli e prestigiose partnership con i più importanti brand dei sistemi di pagamento come Nri, Cashcode, Cartadis, Moneycontroll e Mei, fanno di Mds Electronics uno dei punti di riferimento per i più importanti operatori del mercato.

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MICROHARD

Oil&nonoil è stata l’occasione per presentare la nuova collaborazione commerciale tra Microhard, produttrice di sistemi di pagamento carwash, e la multinazionale Gilbarco. Una partnership nata sotto i migliori auspici grazie ai contenuti tecnici innovativi che entrambe le aziende stanno esprimendo negli ultimi anni; il tutto accompagnato da successi commerciali. Sul piano tecnico, è stata sviluppata una perfetta interazione tra i sistemi già esistenti, dando così la possibilità al gestore di controllare “oil” e “nonoil” tramite un unico portale e la possibilità di pagare l’autolavaggio direttamente dalla stazione self-petrol (tramite barcode). Due i prodotti principali su cui ci si è concentrati: l’unità di pagamento top di gamma Paypoint per portali (con SW interattivo con prodotti Gilbarco) e il cambiamonete dal design personalizzato Change Mini. Paypoint ha contenuti all’avanguardia con tutti i sistemi di pagamento già a bordo e il controllo da remoto in modo dettagliato e analitico; Change Mini ha un forte impatto visivo, una tecnologia evoluta e un appeal commerciale in grado di soddisfare anche i più esigenti. Per il resto, l’offerta Microhard è rimasta invariata con design e soluzioni meccaniche ed elettroniche all’avanguardia.

MIX

A fare gli onori di casa nello stand Mix è il suo AD Carlo Gavotto che ci ha illustrato le macchine esposte e non ha mancato di rimarcare il buon successo riscosso in fiera, dove lo stand che Mix divideva con Degama era di riferimento per il settore lavaggi.

Nell’ambito della ricca produzione Mix è stato scelto di esporre, oltre al più sofisticato Pulse 2S, il più economico portale Pulse 1 che, pur garantendo un prezzo abbordabile, ha caratteristiche di alto livello come per esempio le superfici zincate a caldo, quindi non una pre-zincatura o una zincatura a freddo, ma un trattamento più efficace e duraturo, a cui si può aggiungere l’eventuale verniciatura, anche se già così garantisce si previene la corrosione della struttura per molti anni. I lavaggi dei veicoli industriali sono tutti zincati a caldo e non hanno problemi di ruggine, mentre una lamiera prezincata a freddo se non verniciata non può lavorare adeguatamente in un autolavaggio in presenza di prodotti chimici e salino. Per le piste è stato aggiunta la segnalazione della temperatura ambientale, ovvero non solo il cartello che avverte del rischio di scottarsi con l’acqua, ma un display che indica il tempo gettone e la temperatura in quel momento: quando si inserisce il gettone automaticamente sparisce la temperatura e viene indicato il tempo gettone. La prima cosa che si vede però è la temperatura quindi, per esempio, se è vicina o sotto lo zero avverte che c’è il rischio di scivolare. Una giusta attenzione perché la sicurezza oggi viene interpretata solo come l’obbligo di mettere un cartello di avviso, ma Mix invece ha voluto fare qualcosa in più. Sicurezza anche per i portali: quando si arriva a 2°C la macchina si ferma perché se c’è del ghiaccio sulle spazzole si rischia di rompere tutto. Per le piste invece, anche a -10°C, la macchina non si ferma perché c’è un sistema automatico antigelo, anche se il rischio di avere ghiaccio sul pavimento è elevato, anche per questo Mix propone la segregazione dei portali e le luci led che illuminano il terreno.

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MORELITE

L’azienda ha risposto alle richieste dei suoi clienti che chiedevano due diametri diversi sulla stessa spazzola, a questi sono stati aggiunti anche due inclinazioni diverse delle setole e poi due nuovi colori della spazzola Viva: cacao e lime che hanno incontrato un buon successo, specialmente da parte del pubblico femminile. Esposta anche la spazzola luminosa della Microvel, azienda tedesca con la quale Morelite vanta una partnership: infatti il modello è realizzato al 100% con Moretex di produzione Morelite e ha i led che funzionano anche cinque metri sott’acqua (come prova di tenuta), quindi sono assolutamente protetti e hanno un generatore di corrente interno, perciò senza fili esterni.

Esposta anche la conosciuta Shape, mentre una novità è da registrare nell’ambito del le spazzole in filo: invece della tra-

dizionale cucitura i mazzetti di filo sono fusi nella loro sede. Una soluzione dai molteplici vantaggi tecnici: garanzia dello stesso numero di peli per foro, perché sono contati elettronicamente, mentre il confezionamento della fusione tra il filo e l’alveolo garantisce una maggiore durata: il filo di cucitura, quando si rompe accidentalmente, causa il ben noto e temuto “effetto domino” e la spazzola si vuota dei peli in pochi minuti. A garanzia, il collaudo è stato effettuato appendendo 80 kg di peso ad ogni ciuffetto. Infine, la novità più recente: tutte le spazzole Morelite si avvolgono all’albero con un aggancio e uno sgancio rapidissimi.

OIL SERVICE

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Oil Service vive un momento di grande effervescenza, le opportunità stanno aumentando perché lo scenario della distribuzione petrolifera è in continua evoluzione: tra politiche delle compagnie e sviluppo dei retisti, le esigenze sono sempre più di ordine consulenziale, per una maggiore cura del cliente e lo sviluppo digitale per l’efficienza e l’efficacia dei processi. In particolare, si punta a promuovere le stazioni carburante senza presidio e proprio per questo si è pensato di offrire un servizio che controlla e monitora queste stazioni, dalla gestione contabile e amministrativa con i registri di carico/scarico, agli ordini di prodotto e gestione dei guasti con tempestiva apertura della chiamata e intervento di soluzione del problema.

Grandi e piccoli retisti impiegano molto tempo per la compilazione dei registri e per questo Oil Service supporta i processi di digitalizzazione dei registri nella speranza che questa venga ufficializzata. Un altro aspetto fondamentale riguarda la digitalizzazione nel servizio di manutenzione, grazie all’utilizzo di un software gestionale di evasione delle chiamate che continua a essere migliorato: per il cliente il grande vantaggio di vedere in tempo reale lo stato delle proprie chiamate.

Tutte confermate le attività già presentate a Oil&nonoil Roma, quindi prosegue il processo di allargamento del proprio raggio d’azione dal Nord-Est d’Italia anche ad altre aree del Nord-Ovest e del Centro. Si eseguono i servizi di assistenza per conto di Gilbarco (CAT) ma, grazie alla competenza maturata nel settore e alla fidelizzazione con molteplici partner locali, si è in grado di intervenire anche su altri tipi di macchine. Inoltre Oil Service, per acquisire maggiori competenze e garanzie, sta compiendo un grosso passo per l’adeguamento normativo i termini di sicurezza con la prossima Certificazione ISO 18001, a cui seguirà l’ISO 14000 in ambito ambientale. Un importante investimento economico e di energie che permetterà di distinguersi, orientandosi verso un futuro più sicuro e sostenibile.

SPECIALE OIL&NONOIL

PROTECT

C’è sempre più interesse per i nebbiogeni installati a protezione degli shop e degli uffici.

Protect Xtratus è un nebbiogeno di ultima generazione ideale per l’utilizzo negli ambienti chiusi delle aree di servizio è proposto all’interessante prezzo al pubblico di soli 598 euro oltre Iva e ricarica, senza per questo rinunciare alla qualità, grazie alla tecnologia innovativa che lo contraddistingue. Con ben tre brevetti e un cuore altamente tecnologico, Xtratus è in grado di saturare un ambiente di 100 mq nel tempo record di 16 secondi; le bombole brevettate sono a bassa pressione, permettono il montaggio in posizione verticale o orizzontale e contengono un fluido capace di garantire una bianca, fittissima, impenetrabile nebbia – innocua per persone, cose ed animali - che satura gli ambienti per lungo tempo: con il contenuto di una bombola sono possibili due erogazioni complete.

Security Sounder è invece una sirena che, combinata al nebbiogeno e alla luce stroboscopica, amplifica esponenzialmente la capacità di dissuasione dell’impianto anti intrusione: si attiva negli istanti immediatamente successivi all’effrazione emettendo un suono insopportabile ma non nocivo per la salute. Security Strobe è una luce stroboscopica in grado di applicare l’effetto disorientante della nebbia di sicurezza prodotta dal nebbiogeno: con la sua potenza e l’elevata velocità di flash trasforma la nebbia da impenetrabile ad accecante.

RAMPONI

Questa azienda vanta un’esperienza di oltre 50 anni nel settore petrolifero collaborando con le più importanti multinazionali e con molte reti indipendenti. I campi d’intervento della Ramponi comprendono la gestione ed esecuzione di cambi immagine, restyling e rebranding; nonché la progettazione, realizzazione, manutenzione e ristrutturazione di aree di servizio.

Con il Cambio Immagine “Chiavi in mano” si intende la completa gestione della commessa: dall’iter autorizzativo con le pubbliche amministrazioni alla progettazione e realizzazione finale. Con la Realizzazione immagine completa Stazione Carburanti si provvede alla realiz za zione di tutti i manufatti che costituiscono le parti in evidenza: fascionature di pensiline e chioschi, flag, totem, insegne, service board, box prezziari display e giornali luminosi a led e poi rivestimenti, pannellature, carenature e cartellonistiche, verniciature e tinteggiature con diversi cicli di realizzazione. L’operatività della Ramponi Srl prevede il Restyling e il Rebranding dell’immagine della stazione carburante senza dimenticare le Manutenzioni generali con il pronto intervento e messa in sicurezza di strutture e manufatti, ricostruzioni e ristrutturazioni strutturali, rimozione e smaltimento coperture in eternit. È proposta anche la progettazione e realizzazione di impianti elettrici con relative certificazioni per impianti fotovoltaici, TVCC, allarmi, antifurti, semafori di corsia.

Grande spazio nello stand anche per Massii, che insieme a Ramponi promuove il sistema innovativo per la pulizia, protezione e mantenimento delle superfici, per avere spazi sempre puliti e protetti con il minimo sforzo, garantendo eccezionali risparmi sui costi di mantenimento dei medesimi. Più di 10 anni di esperienza nel settore ne attestano qualità, garanzia e sicurezza. Tutto questo grazie agli esclusivi prodotti The Shield che garantiscono la perfetta tenuta di tutte le superfici per lunghi periodi, fungendo da scudo protettivo contro ogni tipo di azione: raggi UV, ossidazione e pioggia acida, antigraffiti, anticorrosione, salsedine e inquinamento urbano. Gli eventuali graffiti possono essere rimossi molto facilmente in pochi minuti con un detergente specifico e un semplice straccio.

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RIGHETTO SERBATOI

L’azienda nasce nel 1988 dall’unione di due società storiche del settore e, nonostante i grandi cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, la Righetto Serbatoi Srl ha saputo conservare ancora oggi una impostazione famigliare. La produzione si è specializzata nella costruzione in proprio di serbatoi progettati su misura per ogni esigenza di stoccaggio, trasporto, distribuzione e rifornimento. In particolare, Righetto Serbatoi si è ben inserita nella produzione di serbatoi per combustibili e negli ultimi anni si è specializzata nei sistemi integrati per antincendio a norma UNI 10779, UNI EN 12845/15 E UNI 11292, nati dall’esigenza di avere delle riserve idriche che fossero in grado di alimentare in modo autonomo tutti i sistemi di spegnimento ad acqua. La linea antincendio consiste in un’ampia gamma di soluzioni assemblate tra loro nel pieno rispetto delle normative e perfettamente conformi a quanto indicato nella norma UNI 11292. L’obiettivo è creare un pro-

dotto finito in ogni sua parte, che sia di semplice installazione e manutenzione. Ogni sistema integrato viene fornito di una certificazione CE dell’insieme e non dei singoli componenti.

Infine, per garantire sempre la perfetta efficienza dei propri sistemi, Righetto Serbatoi è in grado di fornire anche un servizio di manutenzione programmata.

SCHERMOLUX

La lampada a led con certificazione Atex è pensata per impianti a rischio esplosione e zone pericolose in presenza di gas: per esempio, durante la pulizia delle cisterne per illuminarne l’interno o in prossimità del compressore gas.

Al centro dell’attenzione anche la ormai nota plafoniera stellare SNP2, un apparecchio di illuminazione ad alta potenza da 50+50 W, per installazioni su controsoffitti a doghe e pensiline delle stazioni di servizio, che vanta la stessa efficienza luminosa di una plafoniera da 250 W a ioduri metallici. I vantaggi sono molteplici: risparmio energetico per singola plafoniera del 60% e, se si fa funzionare un solo led da 50 W nelle ore notturne di bassa affluenza, il risparmio sale al 75%. Ridotte le dimensioni del corpo plafoniera in profondità: dai 22 cm della tradizionale a 14 cm di quella a led, mentre tutte le altre quote dimensionali rimangono invariate. Da ricordare anche l’intercambiabilità del corpo illuminante: estraendolo dall’anello di contenimento già fissato al controsoffitto della pensilina è possibile sostituirlo facilmente con quello a led riducendo così i costi di acquisto. Senza dimenticare la durata nel tempo, perché la vita dei led è più lunga rispetto alle lampade tradizionali (11 anni contro un anno e mezzo) con un risparmio nei costi di manutenzione, che si riducono ulteriormente per la semplicità della componentistica (due led + due alimentatori). Poi ancora altri vantaggi: elevato rendimento e ottima luminosità, luce pulita perché priva di raggi UV e IR, colori saturi con riproduzione cromatica fedele dei colori naturali, funzionamento in sicurezza perché a bassa tensione (3-24 V), insensibilità a umidità e vibrazioni, assenza di mercurio, accensione immediata e assenza di abbagliamento.

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SIALTECH

Sialtech è l’acronimo di Società Italiana Additivi Lubrificanti & Technology e in fiera ha proposto i suoi servizi che prevedono sopralluoghi per consultazioni gratuite, corsi di formazione sui carburanti, analisi tramite laboratori certificati, Diesel Fuel Analyzer, additivatori automatici, Sistemi di monitoraggio della presenza di acqua e sistemi di filtrazione carburante. L’azienda è anche produttrice di additivi, biocidi, antigelo e vari prodotti di servizio. In particolare, i vantaggi del trattamento Sialtech biocida carburante per il controllo microbiologico di gasolio e biodiesel garantiscono il controllo della contaminazione da batteri e funghi di gasolio e biodiesel con la prevenzione della formazione di limo biologico, riduzione dell’intasamento dei sistemi di filtrazione, prevenzione delle corrosioni a carico dei serbatoi di stoccaggio e delle linee di distribuzione, prevenzione della formazione di emulsioni, quindi nessun aumento del contenuto di acqua nel gasolio per effetto dell’attività microbiologica, riduzione della manutenzione su impianti e motori, nessuna alterazione delle caratteristiche del gasolio. È garantita inoltre la massima compatibilità degli additivi per i motori Diesel, un eccellente profilo ambientale dei trattamenti con un ottimo ritorno sull’investimento anche per la sua facilità d’impiego.

TOKHEIM SOFITAM ITALIA

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Lo stand di quello che, a ragione, è considerato uno dei maggiori fornitori mondiali di sistemi per la vendita di carburante e di servizi sui piazzali delle aree stradali presentava tante proposte tra le quali ne abbiamo scelte quattro. L’accertatore Crypto VGA è un OPT (Outdoor Payment Terminal) con tecnologia touchscreen e sistemi di sicurezza in un unico prodotto omologato EMC, CB1 e CB2; le caratteristiche principali prevedono un utilizzo facile e veloce grazie alla grafica guidata, schermo da 6,4”, inserimento manuale della card (che resta sempre in mano al cliente e non può erogare senza estrarla), gestione del credito residuo, stampante con rotolo da 420 m, accettazione carte di credito e disponibilità di un lettore di codice a barre. Se termina la carta non si blocca la stazione, c’è la possibilità di richiedere la ricevuta dopo l’erogazione con la personalizzazione del logo sullo scontrino; la protezione sul lettore di banconote permette di ridurre le chiamate manutentive del 70% e viene fornito anche un adattatore per essere installato su casseforti di altri costruttori. Tra gli optional di Crypto VGA, la possibilità di montare blindature supplementari, disponibilità di sacchi autosigillanti, serrature a combinazione variabile e macchiatore delle banconote. Il mediascreen T-Media TQC-VGA da 17” pollici rende più visibili e incisive promozioni, informazioni e pubblicità, garantendo una gestione completa, sicura e personalizzabile dei contenuti pubblicitari: la promozione dei prodotti viene modulata da una varietà di eventi, quali lo stato dell’erogazione, il tipo di carburante, le carte fidelity o il momento della giornata; studi specifici hanno evidenziato che T-Media ha contribuito a incrementare i profitti fino al 40%.

Quantium 510 AdBlue conferma quanto Tokheim sia sempre all’avanguardia nella tecnologia di erogazione di questo additivo, fornendo nell’ultimo decennio soluzioni di alta qualità a migliaia di clienti in tutta Europa con una gamma di erogatori singoli o combinati, nonché una varietà di serbatoi con capienza da 1000 fino a 10 mila litri. Infine, l’accettatore è disponibile solo nella versione Slave (con Fuel Pos, Minibox e Lode): omologato a livello 1 e 2 EMV dispone dell’impilatore di banconote e ha la predisposizione ai sistemi di aspirazione delle banconote; lo schermo touchscreen garantisce un’interfaccia semplice e intuitiva che guida all’erogazione in pochissimi secondi e riduce anche la manutenzione per la sostituzione dei pulsanti.

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WASH ITALIA

Nello stand dell’azienda italiana era esposto il portale Saturno che unisce affidabilità e qualità di lavaggio grazie alla particolare tecnologia.

Infatti, come anche per gli altri portali di Wash Italia, soddisfa tutte le esigenze di lavaggio degli operatori del settore grazie a un’attenta combinazione di estetica, flessibilità e versatilità. Il movimento delle spazzole è “soft” e costante, in grado di garantire una qualità di lavaggio delicato e con pressione uniforme, sapendo adattare le spazzole a ogni tipo di superficie delle vetture, compreso il programma pick-up. La struttura è di acciaio zincato a caldo e il portale è disponibile in tre altezze: 2.000 mm, 2.400 mm e 2.800 mm. In base alle altezze si modificano anche le altre dimensioni: così l’ingombro massimo in altezza varia da 2.985 a 3.700 mm, in larghezza con i paraspruzzi è invece di 4.100 mm per tutte le versioni e la lunghezza massima dei binari varia da 10 a 12 metri. Interessante anche il nuovo sistema lavaruote 21” che, attraverso un ugello per l’erogazione emolliente e ugelli inclinati rotanti, lava perfettamente i cerchi con doppia rotazione delle spazzole. Gli ugelli rotanti ad alta pressione lavano la ruota/cerchio e la fiancata dell’auto in modo preciso ed efficace, mentre il sistema a passaggio con alta pressione è programmabile dal gestore del lavaggio.

WASH MATIC CAR

Tutta l’attenzione nello stand di Wash Matic Car era calamitata dal portale Trasformer sviluppato su un’unica struttura base: la versione più semplice ha due spazzole verticali e una orizzontale, l’asciugatura centrale a copiare, l’asciugatura laterale fissa, la doppia spazzolata posteriore e frontale, lo shampoo e la cera, due traini e il touchscreen. Una citazione particolare merita il lavaruote (optional) a spazzola orizzontale e con due bracci come quelli in uso nei tunnel, una caratteristica efficiente, affidabile, ma soprattutto unica.

Il tutto è completato da telecontrollo e sistema di allarme con modem e sim card: così il responsabile tecnico di Wash Matic Car può verificare da remoto l’impianto che ha segnalato un problema, controllare il software e dare indicazioni al cliente su come intervenire. Per il lavaggio di ruote e sottoscocca Trasformer può essere dotato di sei ugelli rotanti ad alta pressione in basso, quattro ugelli per la lama orizzontale

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e del lavaruote a rullo orizzontale descritto in precedenza.

La sala tecnica può essere ospitata in un armadio molto compatto e contiene la pompa ad alta pressione che è sempre dislocata dove il cliente vuole, anche per semplificarne la manutenzione: ha una portata di 80 litri e 150 bar di pressione e serve prima i sei ugelli sottoscocca e poi l’alta pressione sulla lama orizzontale. Si tratta di un portale dotato di soluzioni tecnologiche avanzate, che è predisposto per ulteriori espansioni e quindi può crescere insieme all’attività e al volume d’affari del suo proprietario. Inoltre, è completamente programmabile tramite touchscreen dall’operatore, che sceglie il tipo di programma e riesce così a impostare il piano di lavoro. Quindi un impianto che, pur non richiedendo un grande investimento iniziale, è in grado di garantire una programmazione semplificata, lavaruote con ricerca ruote, alta pressione ruote e laterale, arco polish per la lucidatura e touchscreen.

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news novità news novità AQUARAMA ACQUISISCE HYPROMAT Aquarama, l’azienda che fa capo alla famiglia Bosio, all’inizio gio e che le permette oggi di guadagnarsi la posizione di leader di marzo ha concluso l’importante acquisizione di Hypromat, sul mercato nazionale. L’operazione di acquisizione è stata assimultinazionale franco svizzera operante sul territorio italiano stita dallo studio legale Pedersoli di Milano, nonché dall’advisor con 19 impianti carwash di proprietà. Un’operazione che avrà finanziario Ersel e dallo studio fiscale Gianni Cappa. importanti ricadute in termini sia occupazionali, infatti non sono previsti licenziamenti né mobilità per le risorse umane, sia della presenza strategica sul territorio italiano.

L’investimento di Aquarama va ad aggiungersi a quelli già effettuati e in corso nella sede di Novello, in provincia di Cuneo, dove sono occupati oltre 110 dipendenti, nonché nelle varie filiali e uffici esteri in Svizzera, Spagna e Sud America. Aquarama ha altresì investito in altre società strategiche a monte della sua filiera come, per esempio, Saet per quanto riguarda l’elettronica, in linea con le proprie politiche di qualità potendo gestire così tutto il processo produttivo. La famiglia Bosio sta già valutando ulteriori “deal”, sempre al fine di migliorare sia il prodotto, sia i servizi nonché l’area di influenza nel mondo. Attualmente il Gruppo conta oltre Da sinistra: Samuele Bosio, Antoine Gaspar, Roberto Bosio, Yves 180 dipendenti ed esporta in oltre 40 Paesi.

Brouchet, Davide Bosio e Stefano Bracco. Rispettivamente i vertici L’acquisizione è stata effettuata attraverso la di Aquarama, GestAquarama e Hypromat. società controllata Aquarama Gest, che si occupa di gestione di impianti di autolavag-

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SUZOHAPP PRESENTA IL SUO NUOVO LOGO SuzoHapp ha annunciato il lancio del suo nuovo logo aziendale che riflette le nuove mission e vision aziendali e rappresenta un punto di rottura con il passato identificando una azienda moderna e orientata all’innovazione tecnologica. SuzoHapp è oggi un attore chiave in diversi mercati quali il retail, banking, Central Cash Processing (CCP), ticketing, parking e vending oltre ai tradizionali settori del gaming e dell’amusement. La mission dell’azienda è quella di fornire ai clienti un servizio eccellente e componenti di alta qualità, ma anche soluzioni e software in grado di dare un reale valore aggiunto al loro business. La vision è quella di divenire leader globale nel mercato perseguendo una crescita costante in tutti i mercati in cui SuzoHapp

opera, grazie all’investimento nelle risorse umane e nell’innovazione. L’icona inclusa nel logo rappresenta elementi chiave quali velocità, flessibilità ed efficienza e riproduce una pila di monete che identifica la tecnologia della gestione del denaro.

“La nostra azienda si è trasformata e oggi ci troviamo in una posizione completamente diversa rispetto al passato - ha spiegato Matthew Brown, Presidente e CFO di SuzoHapp -. Il nuovo logo rispecchia perfettamente questo cambiamento e allo stesso tempo guarda al futuro, un futuro in cui ci prefiggiamo di guidare i mercati attraverso l’impegno del nostro team e il focus costante sull’innovazione”. “Siamo entusiasti di presentare il nuovo logo – ha aggiunto Sim Bielak, Chief Marketing Officer di SuzoHapp -, che è stato ideato per veicolare al meglio la nuova mission e la nuova vision aziendale e rappresenta un vero punto di svolta nella nostra storia”.

UNITI EXPO TUTTO PRONTO PER IL 2018

Uniti Expo vanta una posizione di primo piano a livello europeo tra le fiere dedicate alla distribuzione petrolifera e agli autolavaggi. L’evento biennale, con il suo compatto programma di seminari e tre giorni di fiera, è stato pensato su misura per le esigenze del suo target di riferimento di visitatori. La fiera tedesca, in programma a Stoccarda dal 15 al 17 maggio 2018, offre un’opportunità unica a espositori e visitatori per costruire e rafforzare i rapporti commerciali con clienti e professionisti.

Grazie alle sue quattro aree tematiche: Technology, Payment & Logistics, Carwash & Carcare, Oil Companies & Fuel Retailers e Shop & Convenience, i visitatori potranno curare i propri interessi in modo mirato e trovare ciò che stanno cercando. Posizionata nel cuore dell’Europa, a soli 250 metri dall’aero1/2017

porto internazionale di Stoccarda, dalla stazione ferroviaria e con un’uscita autostradale dedicata, il Landesmesse Stuttgart, una della più moderne strutture fieristiche e congressuali d’Europa, è facile da raggiungere anche per i visitatori internazionali.

Architettonicamente attraenti e ben attrezzati, i padiglioni espositivi offrono l’ambiente perfetto per un evento importante come Uniti Expo: le sale per i seminari sono integrate direttamente alle aree tematiche per poter ospitare conferenze e presentazioni, senza dimenticare l’attenzione riposta alle aree di ristorazione: tutto è pensato per trasformare la visita a Uniti Expo in un’esperienza divertente e interessante. Inoltre, la partecipazione a tutti i seminari e presentazioni è gratuita ed è prevista una festa speciale per gli espositori e i loro clienti, offrendo così un’ulteriore occasione ideale per incontri in un’atmosfera rilassata.

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news novità news novità PRENOTATE IL BIGLIETTO PER AUTOPROMOTEC 2017 Per visitare Autopromotec 2017, in programma a Bologna dal 24 al 28 maggio prossimi, ci si deve registrare sul sito www.autopromotec.com e si riceverà il proprio biglietto di ingresso gratuito via mail.

L’e-ticket, valido per tutti i cinque giorni di manifestazione, conterrà un QR code che, per coloro che attiveranno il relativo consenso alla privacy, potrà essere utilizzato come biglietto da visita elettronico ed essere letto dagli espositori con smartphone e tablet tramite la app Autopromotec.

Un’occasione da non perdere: la possibilità di essere presente alla rassegna tra le più complete e specializzate a livello internazionale nel settore delle attrezzature, degli autolavaggi, del car care e dell’aftermarket automobilistico.

OSRAM TRUCKSTAR, I LED PER I VEICOLI INDUSTRIALI Sono state presentate al Transpotec Logitec di Verona, il salone dell’autotrasporto e della logistica, le nuove lampade a led Truckstar per i veicoli industriali. Osram integra così nella propria offerta i led e le moderne tecnologie degli opto-semiconduttori: le altre novità di prodotto dedicate ai veicoli pesanti e commerciali sono le torce da ispezione ad alte prestazioni LEDinspect e LEDinspectPro. Le lampade Osram Truckstar surclassano quelle tradizionali a 24 V, assicurando una visibilità fino al 100% di luce in più nell’area critica antistante il veicolo compresa tra i 50 e i 100 m e un cono di illuminamento considerevolmente più lungo; grazie alla nuova tecnologia a filamento singolo garantiscono una lunga durata fino a 2,5 volte superiore. Progettate per resistere alle sollecitazioni e sopportare le condizioni più critiche di impiego, queste lampade sono dotate di una notevole robustezza che consente di ridurre sensibilmente il numero di sostituzioni, i tempi di fermo e i costi per il parco veicoli. Osram Truckstar sono capaci di fornire un’illuminazione uniforme e un fascio luminoso decisamente più efficace, che permette una migliore rilevazione dei pericoli e la possibilità di poter contare su un maggiore tempo di reazione.

Un dispositivo che azzera l’AdBlue? Arriva dall’Est La denuncia arriva dal sito dell’autorevole rivista dell’autotrasporto “Vado e Torno” che a sua volta riprende un’inchiesta del canale Tv tedesco Zdf: “...dei dispositivi elettronici che disattivano l’AdBlue installati sui camion Euro 6 con targa polacca e rumena circolanti sulle autostrade tedesche... Primo tassello della storia, la crescita a vista d’occhio di camion con targa polacca (solo loro fanno il 14,6 per cento), rumena e ceca. Nel contempo, da ormai quasi un anno, gli autotrasportatori di mezza Europa sono bombardati dalle proposte di officine rumene che, per un centinaio di euro, montano sugli Euro 5 e 6 dispositivi per “accecare”’ il sistema antinquinamento, che ridurrebbero a zero il consumo di AdBlue e ridimensionerebbero di un buon 10 per cento quello di gasolio. E tanti saluti alle emissioni che tornano all’Euro 0. Visto che si valuta siano almeno il 20% del parco circolante di quei paesi i camion taroccati, si arriva al secondo tassello. Nella trasmissione d’inchiesta Frontal 21 del canale Tv tedesco Zdf, hanno provato a valutare il vantaggio

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economico del “giochino”. Non solo sui consumi di carburante e additivo, ma soprattutto di “sconto” sulla Maut (il pedaggio delle autostrade tedesche, ndr). Dato che un bilico Euro 6 paga 13,1 centesimi al chilometro (15,2 se Euro 5), quasi la metà dei 21,4 cent/ km addebitati a un Euro 0. E partendo dal presupposto che, inquinando come un Euro 0, l’Euro 6 taroccato dovrebbe pagare la tariffa più alta, è venuto fuori che gli Euro 6 con targa polacca, rumena e ceca avrebbero truffato 110 milioni di euro di Maut”.

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news novità news novità ULTIMI FREDDI? IN SOCCORSO ARRIVANO MY CAR E STP My Car e STP propongono un kit di prodotti “intelligenti” per affrontare in modo pratico e veloce i consueti disagi che mettono a dura prova ogni auto quando le temperature si fanno più rigide. Il freddo può compromettere la fluidità del gasolio, con conseguente aumento dei consumi, e può provocare il congelamento del liquido lavavetri rovinando la gomma dei tergicristalli. Ecco quindi nell’ordine, STP Trattamento Diesel Anti Gelo specificamente formulato per evitare il congelamento del circuito di alimentazione alle basse temperature: le sue sostanze attive sono arricchite con cetano per migliorare la messa in moto, combatte la corrosione e previene la formazione dei depositi dannosi che si formano nel motore; è inoltre ideale per ridurre le emissioni di gas di scarico, la fumosità e i consumi. Disponibile nel formato da 200 ml, è adatto per tutti i motori diesel compresi i common rail a iniezione indiretta o diretta; prezzo consigliato 5,50 euro. My Car Rimuovi Ghiaccio Trattamento Istantaneo è ideale per sciogliere e rimuovere o prevenire la formazione di ghiaccio su parabrezza, vetri e serrature: contiene particolari glicoli che rendono le spazzole più morbide e quindi più scorrevoli. È dotato di una particolare cannuccia studiata per serrature e punti difficili ed è proposto nel formato di 400 ml al prezzo di 5,50 euro. My Car Lavavetro Invernale -55° per vaschetta è un prodotto superconcentrato anticongelante che riduce il punto di congelamento fino a -55°C (se usato puro); formato 250 ml, prezzo 4,90 euro. My Car Lavavetro Concentrato Invernale, monodose per vaschetta, è il prodotto sgrassante con formulazione concentrata che sgrassa e pulisce a fondo i vetri dell’auto: ogni monodose da 50 ml deve essere diluita in un litro d’acqua per una resistenza fino a -5°C, prezzo consigliato 1,50 euro.

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figisc anisa confcomMercio Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio.

Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti.

Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.

Per iscrizioni e informazioni: Figisc - Anisa - Confcommercio P.zza G.G. Belli 2, 00153 Roma - tel. 06-58.66.351-417, fax 06-58.33.1724

e-mail: figisc@confcommercio.it - visitate il sito: www.figisc.it

UP: TIPIZZAZIONE NUOVI CONTRATTI? MANCO PER SOGNO! Nelle consultazioni sulla Strategia Energetica Nazionale non si parla solo di “decarbonizzazione” o di “pari opportunità tra le varie tecnologie energetiche”, prova ne sia che nella propria “position paper” (in italiano, nella propria memoria o relazione che dir si voglia) Unione Petrolifera non disdegna di scendere a questioni di dettaglio di puro ambiente petrolifero che più downstream di così non si può.

Si dice, infatti, a pagina 18 della predetta “position paper” che “la rete carburanti continua ad essere caratterizzata dalla rigidità delle forme contrattuali nell’esercizio degli impianti. L’utilizzo di contratti diversi dagli unici previsti dalla legge per l’affidamento (comodato) e l’approvvigionamento (fornitura) degli impianti è infatti subordinato alla tipizzazione di nuove forme contrattuali mediante accordi tra le Associazioni di categoria. Accordi difficili da realizzare essendo le Associazioni dei gestori poco disponibili ad abbandonare le ampissime garanzie previste per legge dagli attuali contratti” e, quindi, a pagina 20, tra gli “interventi” pone l’obiettivo di “rimuovere le rigidità contrattuali rendendo più flessibile l’adozione di altri contratti alternativi al comodato senza una loro preventiva tipizzazione”, ossia dare libertà alle aziende di andare direttamente da vecchi e nuovi gestori a proporre qualsiasi cosa in un rapporto di diretta e individuale contrattazione (one-to-one, come si dice), togliendo di mezzo ruolo e funzioni delle associazioni di categoria.

Come si ricorderà, la questione si collega direttamente all’articolo 17, comma 2, della legge 24 marzo 2012, n. 27, che di seguito riproduciamo: 2. Al fine di incrementare la concorrenzialità e l’efficienza del mercato anche attraverso una diversificazione nelle relazioni contrattuali tra i titolari di autorizzazioni o concessioni e i gestori degli impianti di distribuzione carburanti, i commi da 12 a 14 dell’articolo 28 del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, sono sostituiti dai seguenti: “12. Fermo restando quanto disposto dal decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32, e successive modificazioni, e dalla legge 5 1/2017

marzo 2001, n. 57, in aggiunta agli attuali contratti di comodato e fornitura ovvero somministrazione possono essere adottate, alla scadenza dei contratti esistenti, o in qualunque momento con assenso delle parti, differenti tipologie contrattuali per l’affidamento e l’approvvigionamento degli impianti di distribuzione carburanti, nel rispetto delle normative nazionale e europea, e previa definizione negoziale di ciascuna tipologia mediante accordi sottoscritti tra organizzazioni di rappresentanza dei titolari di autorizzazione o concessione e dei gestori maggiormente rappresentative, depositati inizialmente presso il Ministero dello sviluppo economico entro il termine del 31 agosto 2012 e in caso di variazioni successive entro trenta giorni dalla loro sottoscrizione. Nel caso in cui entro il termine sopra richiamato non siano stati stipulati gli accordi di cui al precedente periodo, ciascuna delle parti può chiedere al Ministero dello sviluppo economico, che provvede nei successivi novanta giorni, la definizione delle suddette tipologie contrattuali. Tra le forme contrattuali di cui sopra potrà essere inclusa anche quella relativa a condizioni di vendita non in esclusiva relative ai gestori degli impianti per la distribuzione carburanti titolari della sola licenza di esercizio, purché comprendano adeguate condizioni economiche per la remunerazione degli investimenti e dell’uso del marchio.

Che si dica che gli accordi sui nuovi contratti sono “difficili da realizzare” a distanza di ben cinque anni dall’emanazione della norma è già tutto un programma.

Che UP parli di “ampissime garanzie” è da un lato sorprendente (su quanto siano “ampissime” sarebbe bene sentire l’opinione non tanto dei sindacalisti quanto quella dei gestori che ne sarebbero stati “garantiti”!) e dall’altro rivelatore del suo autentico “retropensiero” (“ampissime” o meno, sarebbero da rimuovere proprio in quanto “garanzie”!).

Il tema, tuttavia, è sempre strisciante. Si ricorderà che più volte l’Antitrust (ad esempio nella audizione per la preparazione della legge annuale sulla concorrenza del 2014) ha sottolineato che “L’Autorità auspica che la liberalizzazione delle forme contrattuali regolanti i rapporti tra proprietario dell’impianto e gestore

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figisc anisa confcomMercio non avvenga tramite accordi interprofessionali tipizzati (che inevitabilmente rischiano di ingessare i rapporti commerciali e dunque limitano la concorrenza sia a livello intrabrand che interbrand).

Si propone dunque la modifica del testo dell’articolo 17 del d.l. n.

1/2012, così come convertito in legge n. 27/2012, nella direzione di prevedere l’utilizzo di tutte le tipologie contrattuali previste dall’ordinamento, eliminando il vincolo della tipizzazione tramite accordi interprofessionali di categoria, e lasciando eventualmente al MISE il compito di definire in negativo le tipologie di contratti non applicabili al caso di specie”.

Tant’è che, sempre nel 2014, nelle prime bozze del d.d.l. concorrenza predisposto dal Governo Renzi, nella parte relativa alla distribuzione carburanti – in perfetta aderenza alle osservazioni dell’Antitrust – stava scritto: “Liberalizzazione delle forme contrattuali tra il titolare di autorizzazione e gestore: introdurre il principio della libera contrattazione nei rapporti tra proprietari degli impianti e gestori, eliminando il vincolo della tipizzazione di tali contratti tramite accordi professionali di categoria, attribuendo al MISE il compito di individuare le tipologie contrattuali non ammesse” con una formulazione in seguito accantonata...

All’ultima uscita di Unione Petrolifera le Organizzazioni di categoria, FAIB, FEGICA e FIGISC hanno replicato con una lettera in cui chiedono al Presidente Claudio Spinaci di chiarire la posizione dell’industria petrolifera e di farlo proprio in occasione (il prossimo 9 marzo) dell’incontro previsto per la discussione (la formula usata da UP per fissare l’incontro è esattamente quella, non proprio finissima, di “chiarimenti di fondo”) sull’adozione delle ipotesi di contratto di commissione. Il testo della comunicazione inviata dalle Organizzazioni ad UP in data 28 febbraio è il seguente: Oggetto: Tipizzazione nuove tipologie contrattuali ex legge 27/2012. Position paper UP su nuova SEN. Egregio Presidente, non è senza sorpresa e vivo rincrescimento che le scriventi Federazioni hanno inopinatamente dovuto prendere visione del punto di vista di Unione Petrolifera riguardo all’analisi di contesto e agli interventi richiesti al Governo in tema di contratti di gestione attraverso la “position paper” sulla nuova SEN 2017. È bene subito chiarire – per evitare qualsiasi equivoco – che non si ha alcuna intenzione in questa sede di discutere le convinzioni sclerotizzate che l’industria petrolifera che opera in Italia ha continuato stancamente a sostenere in questi anni e che sono in larga parte alla base di atteggiamenti e comportamenti che hanno concorso in maniera determinante al degrado del mercato relativo, al depauperamento degli asset industriali e alla “ridotta economicità” di cui oggi si lamenta.

Ciò che pare almeno stonato e intempestivo è la scelta di colpire con una virulenza, francamente degna di miglior causa e di altri destinatari, la legge 27/2012 e le scriventi Federazioni: la prima colpevole di individuare un percorso regolatorio per l’introduzione di nuove tipologie contrattuali; le altre accusate di essere “poco disponibili ad abbandonare le ampissime garanzie previste per legge dagli attuali contratti”. È, infatti, proprio con quelle stesse “associazioni dei gestori” e proprio in forza di quella legge che la Sua Organizzazione è impegnata a produrre un risultato condiviso – che Lei stesso ha voluto definire importante oltre lo scopo specifico – potendo essere utilizzata per ricostituire da un lato un sistema regolatorio largamente allentato che oggi finisce per punire solo chi rispetta le leggi e dall’altro il

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punto di partenza di relazioni sindacali stabili e proficue, per troppo tempo colpevolmente abbandonate.

Sarebbe fin troppo semplice riepilogare puntualmente e per tabulas gli ostacoli e i veti posti dalle sue aziende (come è noto con altri soggetti le scriventi Federazioni hanno concluso accordi depositati presso il MISE diversi anni or sono) che hanno impedito in questi anni qualsiasi confronto e risultato convergente sui contratti, ma sarebbe un esercizio utile solo a chiarire le vere responsabilità di una situazione che le scriventi, invece e senza voltarsi indietro, hanno assunto l’iniziativa di voler radicalmente sovvertire, nell’interesse dell’intero sistema.

D’altra parte, sono le stesse medesime scriventi ad essersi fatte carico di un’azione propulsiva verso tutto il settore che ha portato alla definizione di una intesa sulla razionalizzazione della rete che oggi è contenuta, pur con tutti i suoi limiti, nel ddl concorrenza all’esame del Parlamento.

Tuttavia, alla luce della posizione consegnata al Governo da Unione Petrolifera, non appare in alcun modo evitabile un chiarimento formale e inequivocabile, ove la Sua Organizzazione ritenga ancora di suo interesse ricercare un accordo con le scriventi Federazioni sulle nuove tipologie contrattuali ai sensi e per gli effetti della legge 27/2012.

Se l’industria petrolifera attraverso la sua Organizzazione intendesse confermare la propria richiesta al Governo volta a modificare la suddetta legge nei termini indicati con la position paper, alle scriventi non rimarrebbe altro che prendere atto e formulare i propri migliori auguri per il nuovo percorso intrapreso.

Ma, ovviamente, non si potrebbe di certo pretendere di continuare – rinnovando antiche consuetudini – a tenere il piede in due scarpe, spostandosi il confronto dal terreno negoziale a quello governativo prima e parlamentare dopo.

Sarebbe ardito e tutto sommato incauto assumere la responsabilità di far fallire il bene avviato lavoro di contrattazione per avventurarsi su altri percorsi, ma sarebbe ancora peggio lasciare vivere una contraddizione tanto grave e insanabile.

Per queste ragioni, le scriventi Federazioni sono a richiederLe di valutare l’opportunità di assicurare anche la Sua presenza in occasione dell’incontro già previsto per il prossimo 9 marzo, tenuto conto della delicatezza della questione posta e del chiarimento formale richiesto.

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figisc anisa confcomMercio GOVERNO: I COSTI DELLA MONETA ELETTRONICA Roma, 14 febbraio 2017 Egr. On.le Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio dei Ministri Egr. On.le Teresa Bellanova, Viceministro Sviluppo Economico Egr. On.le Filippo Bubbico, Viceministro Interno Egr. On.le Luigi Casero, Viceministro Economia e Finanze Egr. Ing. Claudio Spinaci, Presidente Unione Petrolifera Egr. Dott. Andrea Rossetti, Presidente Assopetroli-Assoenergia Oggetto: Costo moneta elettronica e tematiche connesse. Proclamazione dello stato di agitazione ed altre iniziative.

Egregio Signor Presidente del Consiglio, signori Viceministri, le scriventi Federazioni che organizzano i Gestori degli impianti stradali e autostradali di distribuzione carburanti, intendono sinteticamente porre alla loro attenzione alcuni temi che, purtroppo, giacciono irrisolti da molti e molti mesi.

Fra questi, le scriventi intendono segnalare come lo sforzo del Parlamento e del Governo per sollecitare il sempre maggiore utilizzo della moneta elettronica par pagare gli acquisti di carburante, finisce per cozzare contro l’assoluta posizione di retroguardia e di chiusura a qualsivoglia intesa delle banche che, anche su tale argomento, antepongono i loro interessi di struttura a quelli del sistema Paese.

Riservandoci di essere più dettagliati in un incontro che, ci auguriamo, vorrà essere calendarizzato con la nostra Categoria (dopo mesi e mesi di silenzi), vorremmo nel frattempo chiarire come il “sistema” sia del tutto impermeabile a qualsiasi realistica rappresentazione della realtà.

Il prezzo al pubblico del carburante è costituito, sostanzialmente, di tre componenti economiche: accise e Iva (che vale circa il 60%); ricavo industriale lordo (che vale circa il 37%); margine di gestione (che vale circa il 2,5%). Nonostante ciò il costo della transazione per l’utilizzo della moneta elettronica, grava sull’ultimo segmento della filiera, finendo per erodere circa il 50% del margine pro-litro.

Alle commissioni percentuali che oscillano da 0,50 a 1,60% (a seconda dei circuiti e che siano carte di credito o debito) infatti, si aggiungono i costi di “noleggio” dei pos e finanche i costi di telefonia che, immancabilmente, finiscono per essere conteggiati come “trasmissione dati”.

Fin troppo responsabilmente la nostra Categoria è rimasta fino

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ad ora a guardare in attesa che si concretizzassero quelle modifiche normative – auspicate da più parti politiche, ma mai realizzate – che consentissero di mettere a sistema quelle introdotte con il Decreto “Salva Italia”. Non v’è dubbio, infatti che non si possa parlare di equità se il costo della tutta l’operazione viene scaricato sull’ultimo e più debole anello della catena, in evidente “debito” di risorse.

Ma il degrado di questo settore, l’abbandono del nostro mercato da parte di “storici” operatori petroliferi, l’imbarbarimento dei rapporti come conseguenza della mancata vigilanza e della scarsa propensione della Politica a rendersi conto della strategicità del settore (che garantisce all’Erario un gettito di oltre 40 mld/anno di euro), hanno reso possibile una situazione che nemmeno dei casi di scuola sarebbe proponibile.

Per questi motivi, le scriventi Federazioni intendono preannunciare che se non interverrà una presa di coscienza della drammaticità del fenomeno, saranno costrette a scegliere la via della contrapposizione, rifiutando la moneta elettronica o introducendo una “commissione aggiuntiva”, alzando i prezzi al pubblico oltre il limite che contrattualmente si sono autoimposti.

C’è, poi, il ricorso alla Commissione Europea alla quale denunciare costi assurdi per servizi gratuiti in tutti gli altri Paesi, in aggiunta alla palese discriminazione dei Gestori verso altre categorie che, come i “benzinai” distribuiscono prodotti (come i tabacchi) ad altissimo contenuto di accisa assolta, però, al momento dell’acquisto.

Forse una soluzione equa sarebbe che ciascuno dei soggetti interessati: Erario, Fornitori e Gestori, pagassero la commissione al sistema bancario pro-quota: questo ripristinerebbe la certezza del diritto e metterebbe fine ai soprusi fin qui perpetrati.

La nostra Categoria, vessata da continui e unici adempimenti, introvabili nelle prescrizioni per altri settori similari (benzacartelloni, osservaprezzi, comunicazione elenco fatture attive e passive ed altri provvedimenti in corso di emanazione) è ora arrivata allo stremo (e si parla di nuovi aumenti d’accisa) e pronta a portare la protesta ai più alti livelli e finanche a chiudere gli impianti.

Ci auguriamo che l’incontro più volte richiesto al Mise venga infine realizzato e le tematiche accennate possano trovare una loro soluzione.

FAIB – FEGICA – FIGISC

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figisc anisa confcomMercio NEGOZIAZIONE STRAORDINARIA SUI MAGGIORI COSTI Roma, 14 Febbraio 2017 APIIP Spa - ENI Spa - Esso Italiana Srl - Kupit Spa - Tamoil Spa Totalerg Spa - Unione Petrolifera - Assopetroli - Consorzio Grandi Reti Oggetto: Nuovi costi di gestione. Criticità gestionali. Condizioni economiche gestionali e prezzo massimo di rivendita. Fase negoziale straordinaria.

Egregi Signori, come è del tutto noto, l’attività di distribuzione carburanti al dettaglio negli ultimi anni è stata fatto oggetto di numerosi provvedimenti, anche normativi, che hanno comportato per l’intero sistema un aumento sensibile degli obblighi e degli oneri ad essi collegati.

Tuttavia, se per il resto della filiera, ivi compresa la Sua Azienda, è stato possibile, anche se non certo senza difficoltà, fare comunque fronte agendo sia sulla ottimizzazione dei costi che sulla leva del prezzo, ciò si è rilevato del tutto impossibile per i Gestori degli impianti che espongono il marchio della sua Azienda.

A maggior danno, i medesimi suddetti Gestori, in questi stessi anni, hanno dovuto subire sia l’impatto di una crescente discesa dei volumi di vendita, che una difficoltà oggettiva – per evitare ogni enfasi – di dare adeguato, tempestivo e necessario seguito agli obblighi di legge che assegnano alla contrattazione collettiva il costante adeguamento delle condizioni economico/normative della relazione tra Gestore e titolare di autorizzazione/fornitore.

In un tale contesto, una lunga serie di oneri – da quelli relativi all’impatto ambientale (smaltimento dei rifiuti speciali e non, acque reflue, ecc.), a quelli legati all’uso delle carte di credito/debito, per citare solo alcuni esempi – sono stati brutalmente rovesciati iniquamente e, alcune volte, in modo anche assai discutibile sotto il profilo della legittimità stessa, sulle spalle delle piccole imprese di gestione.

Le scriventi Federazioni ritengono essenziale interesse dell’intero “sistema produttivo” che le Organizzazioni di categoria dei titolari di autorizzazione – che, non casualmente, ci leggono per opportuna conoscenza – producessero il massimo sforzo per ricostruire una relazione positiva con la Pubblica Amministrazione, affinché il settore venga necessariamente alleggerito di una tale pesante quantità di oneri, anche nell’interesse del consumatore finale.

(Ad esempio, si allega alla presente una comunicazione congiunta destinata al Governo, avente ad oggetto proprio la questione legata alla cosiddetta “monetica”).

In ogni caso, le criticità economico/finanziarie di cui sono costrette a farsi inopinatamente carico le gestioni con le solo proprie forze da ormai troppo tempo, sono talmente drammatiche da imporre alle scriventi di individuare ogni possibile azione immediatamente risolutiva.

Le leggi speciali di settore, come già accennato, impongono una contrattazione collettiva “verticale” delle condizioni economico/ normative, cui è esplicitamente rimessa anche la determinazione dei criteri di formazione dei prezzi considerati dal Regolamento (CE) 330/2010, vale a dire i prezzi di cessione, consigliato e massimo. È proprio in questo ambito “contrattuale collettivo” che si sono determinate, ormai già da 15 anni, le condizioni che hanno reso possibile – grazie alla convinta disponibilità della categoria l’introduzione

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di un c.d. “tetto massimo invalicabile” ai prezzi dei carburanti, diversamente in assoluta ed unica disponibilità del singolo Gestore. È quindi nel medesimo ambito “contrattuale collettivo” che le scriventi Federazioni immaginano che, al netto degli auspicabili ma futuribili interventi correttivi della Pubblica Amministrazione sopra evocati, sia opportuno e necessario individuare consensualmente nuove condizioni economiche che tengano inevitabilmente conto di una struttura dei “costi di sistema” emergente, del tutto differente rispetto a quella presa in considerazione nell’attualità.

Si tratta, perciò, di avviare immediatamente una fase negoziale, anche straordinaria e transitoria, che possa fornire alcune delle risposte dovute in una tale situazione emergenziale, pur nelle more della ripresa della contrattazione volta al rinnovo degli Accordi vigenti, per quanto scaduti.

Le scriventi Federazioni sono quindi a richiedere, nella motivata convinzione che la situazione rappresentata sia stata consapevolmente compresa, l’urgente riscontro con la disponibilità della Sua Azienda ad avviare entro la fine del corrente mese tale suddetta straordinaria fase negoziale.

Ove, al contrario, la Sua Azienda non ritenesse anche di suo interesse trovare le soluzioni acconce all’interno del suddetto ambito “contrattuale collettivo”, le scriventi Federazioni si troveranno costrette a dare espressa indicazione ai propri associati di provvedere a recuperare i superiori costi sopportati individualmente anche facendo ricorso alla propria inviolabile facoltà assegnata loro dalla legge di determinare il prezzo finale (ma ciò sarebbe una sconfitta per l’intero sistema in quanto certificherebbe l’incapacità di individuare soluzioni condivise). Ciò perché, nell’ambito di una piena logica di mercato, ciascuna impresa di gestione possa autonomamente valutare in quale misura ricondurre al necessario equilibrio il proprio conto economico/finanziario.

Si rimane attesa del cortese riscontro richiesto.

FAIB – FEGICA – FIGISC 1/2017

VAPORTECNIC s.r.l.

Via del Granoturco 1 - Z.I. Campolungo 63100 Ascoli Piceno T. 0736 812727 - 0736 813185 F. 0736 812728 info@vaportecnic.com

w w w. v a p o r t e c n i c . c o m

figisc anisa confcomMercio ESSO: TUTELA CONTRATTUALE UNIFORME DEI GESTORI NEL MARCHIO 15 febbraio 2017 Spett.le Esso Italiana Srl Con riferimento alla Vostra comunicazione del 15 Dicembre 2016, con cui ci avete dichiarato che il Vostro disegno di attuazione del modello “grossista con Marchio” non determina in alcun modo la vostra uscita dal mercato di distribuzione dei carburanti con la continuità della Vs/ presenza a tutela della qualità del prodotto distribuito, e non determina modifiche dei rapporti contrattuali in essere con i gestori sino a scadenza dei contratti stessi, essendo viceversa rimesse alla negoziazione fra le parti la successiva regolazione dei rapporti, intendiamo con la presente precisare alcune argomentazioni.

Nella medesima comunicazione ci avete confermato la vostra ferma intenzione di pervenire ad un nuovo accordo ex lege 57/ 2001 in rinnovazione dell’accordo da voi sottoscritto con le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative in data 16/07/2014.

Al riguardo, prendiamo atto con soddisfazione delle vostre dichiarazioni relative al mantenimento della Vostra presenza nel settore della distribuzione dei carburanti con il Vostro colore e con gli alti livelli qualitativi sinora mantenuti a soddisfazione degli utenti, nonché della Vostra ferma intenzione di procedere al rinnovo dell’accordo aziendale ex lege 57/2001.

Tuttavia, nel prendere atto di tale vostra apparente disponibilità che nostro malgrado ha dovuto registrare fino ad ora proposte economiche e normative assolutamente non in grado di ridare sostenibilità alle gestioni, non possiamo non esprimervi la nostra più viva preoccupazione in ordine all’attuazione del modello sin qui adottato che ha prodotto e sta producendo gravi ed irreparabili danni e pregiudizi alle gestioni “cedute”, che vengono da alcuni operatori invitate finanche a rimuovere cartelli espositivi e pubblicitari – prima installati dalla stessa Esso (!) – per i quali il nuovo “titolare” non intende provvedere al relativo pagamento degli oneri pubblicitari. Trattasi di materiale pubblicitario a corredo del “marchio” e dei tradizionali “segni distintivi” della Esso o della Mobil, necessari, a nostro avviso, per mantenere inalterate le condizioni di mantenimento in questo mercato petrolifero della “presenza”, come invece diversamente da Voi sostenuto.

Anche la pretesa “estraneità” della Esso Italiana Srl ai rapporti economici e contrattuali tra il nuovo operatore e il gestore “ceduto” è smentita nei fatti oltreché dalla corretta applicazione delle normative, soprattutto in considerazione che gli stessi gestori sono tenuti al rispetto dei numerosi e complessi obblighi derivanti dalla loro attività espletata appunto sotto i Marchi ed i segni distintivi della Esso, incluse le carte petrolifere e “l’ampia gamma di offerta della Esso” come sostenuto. Appare quanto mai temerario da parte vostra affermare con assoluta serenità – come derivante da una impenetrabile invulnerabilità – che il modello “grossista” assicura comunque al consumatore tutta la offerta commerciale della Esso – con gli inevitabili obblighi incombenti sui gestori ceduti – e nel contempo dichiararsi estranei e “terzi” ai nuovi rapporti intercorrenti tra i nuovi operatori grossisti e gli stessi gestori.

Inoltre, a nostro avviso, il trasferimento del Fondo di Fine Gestione – la cui natura, ovunque sia allocato per scelta del gestore, è di un ulteriore “sconto pro-litro sui carburanti” e, quindi, di un tratta-

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mento economico differito nel tempo – ai nuovi operatori appare, senza un preventivo consenso dello stesso singolo gestore, un atto illegittimo e prevaricante, oltre che di dubbia eticità, tenuto conto che gli stessi operatori acquirenti in tal modo stanno beneficiando di una improvvisa liquidità utile forse per concludere l’operazione della cessione specifica.

Si tratta di argomenti, ribadiamo, di tale entità e importanza per le gestioni nostre rappresentate che non possono essere considerate a tal punto marginali da essere classificate come estranee alla Esso Italiana Srl. Per evitare tale pericolo di future conflittualità la soluzione ottimale dovrà essere quella di legare il rinnovo dell’Accordo collettivo ex lege 57/2001 a precise clausole che uniformino le condizioni economiche ed i margini di tutti i gestori collegati al colore e alla qualità Esso, sia che siano collegati direttamente alla Esso stessa che ai nuovi grossisti con Marchio, cessionari degli impianti Esso.

In assenza di tutela contrattuale uniforme del gestore nell’ambito del sistema distributivo di prodotti petroliferi con marchio Esso, l’introduzione di soggetti intermedi, quali i grossisti con Marchio, che possano lucrare, oltre ai vantaggi derivanti dalle economie di scala nel proprio rapporto con la Esso, anche un incremento di margini derivante da una contrazione degli stessi in danno dei gestori, costituirebbe una fattispecie scolastica di abuso di dipendenza economica ex art. 9 della legge 192 del 1998, consentendoci di assumere le iniziative più opportune a tutela dei diritti negati dei gestori rappresentati, in presenza di una “triangolazione” contrattuale evidente.

Siamo certi che, alla luce delle ulteriori argomentazioni dedotte con la presente, vorrete fissare un incontro a breve per affrontare le criticità manifestate.

FAIB – FEGICA – FIGISC 1/2017

figisc anisa confcomMercio ENI: RECUPERARE LE RAGIONI DEL CONFRONTO 15 febbraio 2017 Spett.le ENI Spa Oggetto: Relazioni sindacali. Applicazione normativa di settore. Gestione, rinnovi e adeguamenti Accordi collettivi scaduti.

Iniziativa aziendale Enipay/Enjoy.

Le scriventi Federazioni debbono purtroppo evidenziare come le intenzioni a più riprese dichiarate da parte aziendale circa il ripristino di relazioni sindacali stabili e proficue, la piena applicazione della normativa speciale di settore, la gestione coerente e collaborativa delle Intese sottoscritte, il loro rinnovo ed adeguamento, continuino a rimanere lettera morta e nei fatti completamente ignorate dalla medesima Azienda.

Evitando ormai inutili infingimenti, sarà ormai bene prendere atto come l’amplissima apertura di credito e la tangibile disponibilità – allo stesso tempo progettuale e pragmatica – offerta dalle scriventi con la per niente indolore sottoscrizione dell’Accordo collettivo del 19.12.2014, sia stata maldestramente sfruttata per assecondare finalità che, ad esser cauti, appaiono di cortissimo respiro, contraddittori tra loro e comunque spesso in contrasto con il progetto iniziale condiviso.

Il trattamento riservato alla suddetta apertura di credito è tanto più deludente quanto si consideri da un lato come fosse stato offerta in un momento in cui pesavano sui Vostri Gestori (benché dalle scriventi rappresentati) drammaticamente e tutti interi gli effetti di scelte aziendali letali e persino evidentemente autolesioniste sia sul piano delle “iniziative” commerciali adottate, sia su quello della aggressiva quanto irrazionale e immotivata contrapposizione cui è stata fatta oggetto la propria “Forza Vendite”, prima ancora che le Organizzazioni che la rappresentano, e, dall’altro, dello straordinario “risultato” di cui codesta Azienda ha potuto prima interamente beneficiare e poi disporre più o meno saggiamente.

Spiace davvero constatare come la gestione delle relazioni con la categoria, complessiva e nel dettaglio, al livello apicale e, di conseguenza, a quello territoriale, venga relegato da questa Azienda

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a questione del tutto marginale e vissuta non di rado con malcelato fastidio (tranne ovviamente beneficiare dell’opportunità offerta ancora una volta dalle scriventi ad esempio nella vicenda che ha consentito a Eni di definire positivamente con i concessionari la questione emergente del perfezionamento degli affidamenti dei servizi presso le aree autostradali, altrimenti irrisolvibile).

E tuttavia è bene precisare che qui non si tratta di “riconoscimento di ruoli”. Come già ripetutamente in passato, le scriventi si sforzano nuovamente di convincere l’Azienda dell’importanza di chiarire e, ove possibile, condividere la “direzione”, la costruzione di una visione prospettica (anche e soprattutto nel critico contesto di settore) e dare coerente seguito attraverso l’assunzione di responsabilità, vale a dire di impegni di cui rispondere reciprocamente, circa gli strumenti e i comportamenti da assumere in funzione degli obiettivi prefissati. É proprio per l’assenza di una tale “chiarezza” di fondo che continuano a maturare ritardi inaccettabili sull’applicazione della normativa di settore (dal 10 ottobre non una sola parola sul rinnovo dell’Accordo autostrade), violazioni di impegni di ogni tipo (scritti o anche “solo” sulla parola) disattesi senza alcuna remora né riguardo, iniziative anche di dettaglio e la cui logica appare almeno oscura, che mettono ripetutamente a rischio sia gli obiettivi superiori condivisi che i risultati ottenuti con le Intese sottoscritte.

Ultima ma sufficientemente esplicativa in questo senso è la “richiesta pressante” che in questi giorni i Gestori di un numero di punti vendita rilevante per collocazione (Roma, Milano, Torino, Firenze, ecc.) e importanza, costituenti la cosiddetta rete portante, ad alto erogato e integrati con attività collaterali, si sono sentiti sottoporre da funzionari aziendali; richiesta avente ad oggetto la trasformazione strutturale e definitiva degli erogatori asserviti alla distribuzione selfizzata nella modalità completamente automatizzata (in altre parole da “postpay” a “prepay”).

Non ci dovrebbe essere alcun bisogno di sottolineare come una tale iniziativa, nella sua essenzialità, sia in palese contrasto con la lettera e lo spirito dell’Accordo del 2014 già citato e nemmeno solamente con il notevole sforzo prodotto e racchiuso nel “messaggio” volto a dare una nuova e credibile esaltazione al valore aggiunto

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Linea Diretta Tel. 02 3569981 • info@mafra.it • www.mafra.it

figisc anisa confcomMercio del servizio, del contatto diretto e personale, dell’assistenza all’automobile e all’automobilista. Un messaggio diretto a convincere e “motivare” dapprima la stessa struttura aziendale, i Gestori e i loro addetti, poi l’intero mercato e finalmente i consumatori, nel tentativo di far smaltire la sbornia collettiva da “macchinetta del self” (con tutto quel che ne è disceso) di cui tanti hanno goduto ma, di sicuro, né Eni né la marginalità del settore o la remunerazione degli investimenti industriali e neanche il regolare dispiegamento della competizione (volendo tacere dei Vostri Gestori).

Ove ciò non bastasse, una tale iniziativa aziendale, se concretizzata, penalizzerebbe fatalmente le attività dei Gestori coinvolti, anche quelle collaterali alla distribuzione dei carburanti, che dalla loro integrazione organizzativa stanno cercando non senza difficoltà di ricavare il necessario equilibrio economico. E tutto questo a quale scopo? Poter consentire – a sentire le spiegazioni fornite dai funzionari aziendali a Gestori increduli – a qualche centinaio di auto enjoy di rifornirsi con l’applicazione EniPay. Non sembra opportuno aggiungere altro.

In conclusione – volendo appena auspicare, per il caso specifico da ultimo illustrato, che l’Azienda voglia autonomamente recedere,

evitando di scaricare sui Gestori la responsabilità di doversi fare loro carico di respingere le richieste aziendali per manifesta irragionevolezza – le scriventi Federazioni rivolgono ad ENI un ultimo e conclusivo richiamo perché recuperi immediatamente le ragioni del confronto con la categoria. Quelle ragioni che le hanno consentito – a partire dall’Accordo del 2014 – di ottenere un biennio di lusinghieri quanto insperati risultati, in controtendenza con quelli disastrosi degli anni precedenti. È ormai giunto il momento che l’Azienda corrisponda in modo tangibile all’apertura di credito ricevuta, assuma la responsabilità che le compete in termini di prospettiva, risponda degli impegni assunti e passi a ridistribuire tra i Suoi Gestori almeno quota parte dei “dividendi” dei risultati ottenuti anche grazie alla loro collaborazione e a quanto hanno inizialmente sacrificato.

Credere o voler rappresentare che il senso di responsabilità, lo spirito di collaborazione, la paziente opera di convincimento sia un segnale di inerzia, debolezza o, peggio, arrendevolezza, potrebbe rivelarsi un (nuovo) importante errore di valutazione. Anche in una tale ottica, si rimane in attesa di un urgente riscontro.

FAIB – FEGICA – FIGISC

ILLEGALITÀ E REGOLE: PER MAGGIORE CHIAREZZA Intervenendo in merito a un comunicato stampa su TotalErg di FAIB, FEGICA e FIGISC-ANISA, Esso, per la parte che specificamente la riguarda precisa che “In riferimento all’articolo “TotalErg, offerte entro il 25 gennaio” pubblicato il 16 gennaio sulla Staffetta Quotidiana e, in particolare, a quanto riportato in virgolettato dal comunicato congiunto delle organizzazioni di categoria dei gestori... quanto indicato in merito all’uscita della Esso dal mercato italiano è privo di fondamento”.

Secondo la Direzione Relazioni Esterne e Istituzionali dell’azienda, invece “La Esso Italiana sta, piuttosto, adottando progressivamente un diverso modello di gestione delle attività Rete secondo il modello “Branded Wholesaler” (cosiddetto “grossista con marchio”). Come già evidenziato in passato e dimostrato nelle aree in cui il modello è già stato adottato, questa scelta non rappresenta l’uscita della Esso dal mercato italiano, ma una diversa opportunità strategica per sostenere il business delle attività di distribuzione e vendita carburanti Rete. ... Presso le stazioni di servizio a marchio Esso, di proprietà dei “Branded Wholesaler”, i consumatori continuano quindi a trovare prodotti Esso di alta qualità, un’ampia gamma di offerte marketing e possono utilizzare le carte carburante Esso Card”.

Una precisazione che lascia i fatti così come sono: i prodotti Esso si possono certo ancora trovare, ma Esso sta da anni gradualmente cedendo la propria rete, punto e basta. Se non è zuppa di pane chiamiamola pure pan bagnato.

A sua volta Staffetta commenta, con due distinti e successivi passaggi, la presa di posizione delle organizzazioni di categoria.

Dapprima, dopo aver aggiornato sulla situazione (“Le ultime voci danno prevalente l’interesse di fondi. E da qui, evidentemente, l’allarme dei gestori. Pur non essendo in alcuni casi nuovi al set-

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tore della distribuzione carburanti, i fondi avranno evidentemente come obiettivo quello di valorizzare i singoli asset. E d’altronde non è ancora neanche chiaro cosa sia effettivamente in vendita, se tutto il “pacchetto” TotalErg, o se l’offerta riguardi già uno “spezzatino””), afferma che “L’allarme delle associazioni dei gestori è condivisibile, forse un po’ tardivo, se non altro perché sottolinea come il settore della distribuzione carburanti in Italia non sia più attraente”. Qualche giorno dopo, aggiungendo che “Alle associazioni dei gestori va dato il merito di aver sollevato pubblicamente la questione del “significato” di questa vendita e di avere offerto l’occasione per aprire un dibattito”, pone anche alcuni fondati interrogativi: “Faib Fegica e Figisc hanno manifestato la preoccupazione che i possibili acquirenti abbiano intenzioni sostanzialmente speculative. È davvero un male che, come sembra, siano soprattutto fondi di investimento a essere interessati all’acquisto di TotalErg? Quali sarebbero gli effetti positivi, quali quelli negativi? È sensato dire, come fanno i sindacati, che l’eventuale ingresso di fondi sarebbe una porta aperta al dilagare dell’illegalità?” e, ancora: “Il richiamo alla presenza di società “sane”, forti e “integrate”, espresso di recente dal presidente UP Spinaci, troverà un riscontro nell’evoluzione del settore a partire dalle “sue” stesse società?”...

Per buona memoria, e appena un po’ prima del 16 gennaio 2017, FIGISC faceva notare che “Solo immaginiamoci – tanto per fare un esempio estremo – cosa vuol dire andare a discutere di tali rapporti, per dire, con un fondo di investimento, le cui logiche sono le più remote e le più svincolate dai contenuti e dalle forme con cui siamo avvezzi a ragionare da una vita in questo settore...”.

Quanto ai sindacati dei lavoratori – con i quali, nel comunicato del 16 gennaio, si auspica un “coordinamento” – essi si sono 1/2017

figisc anisa confcomMercio rivolti sin dal 20.10.2016 – anche senza “coordinamento” – al Ministero lamentando la “reticenza mostrata dalla società” alle richieste di informazioni di FILCTEM, Femca, Uiltec, per le quali “è l’intero sistema di approvvigionamento e distribuzione che rischia di essere messo a repentaglio nel Paese in un settore, quello energetico, strategico per l’Italia”.

Fin qui la cronaca, anche ormai datata, e restiamo in attesa di capire cosa sia successo il 25 gennaio sulla partita delle offerte e dei soggetti interessati. Tentiamo invece di contribuire agli interrogativi posti da Staffetta, ponendo semmai una ulteriore riflessione sulla “illegalità” e sulle “regole” in relazione ai rischi per entrambi questi aspetti derivanti dalla trasformazione degli assetti della rete distributiva.

L’”illegalità” nel settore è, per essere chiari, la commissione di condotte, in cui l’operazione di Venezia, coordinata da un Procuratore Capo di assoluta esperienza ed autorevolezza come Carlo Nordio, evidenzia – peraltro in quantità diciamo “industriali” – l’emersione di reati quali associazione per delinquere finalizzata alla loro commissione, violazione degli obblighi fiscali avente rilevanza penale, sottrazione dell’accisa, ricettazione, occultamento o contraffazione di documentazione, comportamento fraudolento ecc.

Le “regole” nel settore sarebbero (usiamo il condizionale e non a caso) a) il quadro degli istituti contrattuali e degli accordi economici che definiscono il rapporto tra da un lato aziende, siano esse le major petrolifere e/o comunque le imprese integrate od indipendenti che siano della distribuzione carburanti, e dall’altro “gestori”, siano essi quelli tradizionalmente codificati dalla normativa di settore tanto quelli che comunque svolgono la fase finale del servizio distributivo; b) le regole di accesso al mercato, al prodotto, al prezzo, ecc. Attengono – dal momento che esse sono regolarmente disattese, eluse, piegate alla convenienza o alle politiche commerciali del momento e che ciò determina per la parte più debole la percezione di un profondo e diffuso senso di “ingiustizia” e il patimento di un danno economico reale e gravissimo – ai rapporti commerciali ed all’abuso di dipendenza economica nei rapporti stessi, al campo della controversia, del contenzioso legale civile.

E non a caso, FIGISC faceva notare che “Oltre alle incertezze sul “chi compra” solo nel senso più banale del gossip finanziarioindustriale (individuare “il” soggetto), il “chi compra” riguarda le logiche con cui – specie se il soggetto può anche essere diverso dal tradizionale operatore del settore – si approccia al business distributivo dei carburanti, peraltro in una congiuntura di settore che è la peggiore della sua storia. Dal punto di osservazione della categoria dei gestori è un ulteriore chiodo sulla precarizzazione (e si ricorda che un accordo aziendale con TotalErg risale al 06.07.2015, appena un anno fa) di una fetta di gestori che vale oltre il 15% dell’intera categoria, la conferma del processo di terziarizzazione del settore, il progressivo smarrimento del quadro dei rapporti economici e normativi con le controparti “naturali” della rete distributiva”.

Ciò premesso, può essere che sia “mediaticamente” premiante, o conveniente, mettere questi due diversi aspetti – “illegalita” e “regole” – assieme in un unico calderone, ma forse le due cose, ancorché convivano nel settore, non sono esattamente assimilabili né è questo il servizio più utile alla comprensione delle misure da adottare per contrastare e rimuovere il dilagare della prima od il ripristino delle seconde. Anche perché le vittime reali di questo stato di cose e dei rischi presenti e futuri di un suo peggioramento non sono tanto le organizzazioni di categoria dei gestori (come qualche “sfortunata” sentenza – esempio

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Tamoil – ha sancito), quanto, in mille forme dirette e indirette, i gestori stessi che esse rappresentano (e su quanto e su come i gestori si sentano oggi rappresentati dalle medesime dovrebbe essere argomento di una sofferta riflessione).

Se, infatti, l’”illegalità” va, senza tanti giri di parole, con ogni mezzo rimossa e stroncata ovunque si annidi – essa, infatti, scontate peraltro tutte le considerazioni di ordine etico e di cultura della legalità, distorce e inquina gravemente il mercato ed è quindi una “minaccia” reale per chi vi opera –, il problema delle “regole” è questione di misure.

Grosso modo c’è uno step che riguarda un “tagliando” (ossia una revisione) da fare alle leggi di settore che già ci sono per un ripristino di regole sul versante degli accordi e dei contratti: dare “contenuti” e non solo “principi” alla legge 27/2012 in materia di contratti, ossia, a) tutelare con un principio di continuità (già adoperato per esempio nella rete autostradale con il decreto 09.08.2015) nelle fasi di dismissione delle reti i contratti dei gestori in essere; b) adottare dei deterrenti per le parti che non intendano rinegoziare gli accordi aziendali; c) idem per la mancata negoziazione di figure contrattuali alternative, che deve strutturarsi attraverso un rapporto diretto con le aziende stesse, in caso di inerzia della rappresentanza industriale, rimuovendo l’impasse determinato dall’obbligo di concertare solo con Unione Petrolifera; d) esplicitare il principio delle cosiddette “eque condizioni” in termini che consentano la determinazione del danno eventualmente apportato alla parte soccombente in caso di inosservanza; e) concordare un protocollo generale di best practices che riaffermi la giustificazione economica per la parte finale della filiera (per intenderci, sulla falsariga del “Protocollo di Berlino 2015”.

C’è poi – ma i due “gradini” sono da affrontare in contemporanea e con pari grado di rilievo – uno step che riguarda l’accesso al mercato, al prodotto e al prezzo: lo “svecchiamento” di un sistema basato su una filiera rigida del prezzo e delle figure contrattuali, che costa al consumatore più di quanto non costi nel circuito indipendente della rete, e che rappresenta il nocciolo di uno sviluppo (o di una involuzione, in senso contrario) della distribuzione, in una logica ben più innovativa di quanto non rappresenti la mera dismissione “spacchettata” della rete delle petrolifere a terzi, come è già avvenuto, sta avvenendo ed avverrà per via di una trasformazione strutturale del segmento.

Sembra – ma ovviamente è solo un’opinione personale, come sempre – che questo debba/possa essere un piano ragionevole di iniziativa e propositività da parte della Categoria. Diversamente, ovvero in assenza di una strategia di insieme, si rischia di attardarsi a confondere strumentalmente i piani tra “illegalità” e “regole”, con effetti talora francamente – ma è sempre un’opinione – sconcertanti.

Ad esempio, per dirne uno: Unione Petrolifera sembra dire – ma a questo punto pare avere trovato più di una sponda! – che non vi è “legalità” se non all’interno del proprio sistema di mercato e relazioni e che ciò che è al di fuori è tout court illegale, per il solo fatto di essere “fuori”. Eppure sono le aziende petrolifere che – oltre a praticare una concezione delle “regole” assai opinabile con i propri gestori (stiamo usando eufemismi) – mettono in vendita le proprie reti (o determinano accessi “condizionati” al mercato, al prodotto e al prezzo (stiamo sempre usando eufemismi)) che creano quei rischi di “illegalità” che vengono paventati nel comunicato del 16 gennaio. Decisamente sembra che le questioni siano altre...

G.M. 1/2017

figisc anisa confcomMercio IL CASO DI UNA IMPROBABILE...

“VITTIMA” (& ALTRO...)

Fedro, un greco “romanizzato”, duemila anni fa scrisse la famosa favola del lupo e dell’agnello. La storia è la seguente: un lupo e un agnello assetati capitano allo stesso ruscello, il lupo però stava più in alto e l’agnello assai più in basso; il lupo, che aveva anche fame, volle attaccare lite. “Perché – disse – mi stai intorbidando l’acqua? Non vedi che sto bevendo?”. L’agnello, che aveva capito l’antifona, gli risponde: “E come potrei intorbidarti l’acqua se essa scende proprio dalla tua parte in alto?”.

C’era del ragionevole nella risposta dell’agnello, per cui il lupo dovette cambiare pretesto: “Sarà, però so che sei mesi fa tu hai parlato male di me”. Allora l’agnello disse: “Manco ero nato io, sei mesi fa!”. “E allora sarà stato sicuro quel caprone di tuo padre a parlar male di me” gli rispose il lupo che aveva bisogno di una giustificazione per mangiarselo. E difatti se lo mangiò sul momento, ma non senza aver cercato prima – come si è visto – di farsi passare per vittima.

Duemila anni dopo, in un contesto che è quello del nostro ambiente, la favola si ripete. Un nostro amico – che ogni tanto ci segnala i fatti della vita (oltre a quelli che già sappiamo per conto nostro) – ci racconta (e l’ha già anche raccontata ovviamente ad altri) una storia vera.

“Una compagnia petrolifera, ora in lite giudiziaria con un proprio gestore – racconta il nostro – lo discriminava, e tutt’ora continua a farlo, sul prezzo di acquisto dei carburanti, in pratica lo ha messo completamente fuori mercato nei confronti della concorrenza locale, e fin qui “tutto bene”, ma la discriminazione vale anche verso gli altri impianti della compagnia, e mica cosina da poco: 10 centesimi al litro più dei colleghi e ben 16 più dei ghost con lo stesso marchio.

Chiaro che le vendite sono drasticamente crollate, ben un milione di litri persi per strada. La compagnia petrolifera è andata a piangere miseria dal giudice lagnandosi che il comportamento del gestore ha gravemente compromesso la redditività dell’impianto”.

Niente di nuovo, si dirà: è pari pari la vecchia storia del lupo e dell’agnello. Senonché il nostro scopre che alla versione dei giorni nostri della antica favola si aggiunge un ulteriore elemento: il lupo, oltretutto, aveva già mangiato quando ha attaccato lite con l’agnello.

Considerando che i prezzi di acquisto del prodotto li fissa l’azienda, e parimenti fissa quelli di vendita (prezzo consigliato, prezzo massimo), la compagnia ha realizzato su quei volumi a prezzi più elevati, margini corrispondentemente più elevati. E infatti il nostro favolista ha correttamente calcolato che l’ammontare del margine lordo realizzato dall’azienda sui pur ridotti quantitativi di quell’impianto – che il gestore avrebbe “sfasciato”, e per la quale ragione è stato portato in giudizio – corrisponde nientemeno che all’ammontare del margine realizzabile in un impianto con volumi di vendita quasi doppi, se si parla di impianti dello stesso marchio, diciamo così, “non discriminati”, corrisponde addirittura all’ammontare del margine realizzabile in un impianto con volumi di vendita tripli, se si parla di impianti ghost dello stesso marchio.

In sostanza, l’azienda vuole disfarsi del gestore e – considerando, come dice Unione Petrolifera che il medesimo è coperto da “ampissime garanzie” – lo mette fuori mercato con prezzi esorbitanti (con tutte le conseguenze economiche per la sua gestione), acconciandosi a perdere erogato consapevolmente,

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ma tuttavia realizzando margini n volte superiori a quelli ordinari e, infine, gli muove causa per un presunto danno che in ogni caso essa stessa ha generato.

Oltre alla antica favola di Fedro, in questa vicenda sembra appropriato anche di aggiungere un vecchio aneddoto dell’ambiente dei tribunali: un tale uccide il padre e la madre; preso e tradotto a processo, fa invocare (per lucrare il relativo sconto di pena) dal proprio avvocato l’attenuante di essere un povero “orfano”.

La storia che abbiamo raccontato rimanda, ovviamente, al valore delle famose “eque condizioni”, di cui alla legge 27/2012, che nel caso di fattispecie l’azienda ha invece reso studiatamente e particolarmente “inique”.

Dicevamo, oltre un anno fa (nello studio “Eque condizioni”: un “caso di scuola” sulla discriminazione dei prezzi del 21 febbraio 2016) quanto segue: “Il “micro mercato”, si può dire in due parole, è l’orizzonte concorrenziale del gestore, un orizzonte assai limitato territorialmente che si stende fin dove è possibile individuare le politiche commerciali dei competitori, comunque con un’ottica forzatamente di “vicinato”.

L’azienda petrolifera, che opera su una scala complessiva di Paese o superiore, ha necessariamente una visione che trascende il “micro mercato” e la cui risultante non è esattamente la somma dei singoli micro mercati. Non si tratta semplicemente di un problema di “scala”, cioè di “piccolo” e di “grande”, ma di una diversa, estremamente significativa, diversificazione della gestione della distinta mission economica: la gestione singola, il punto vendita singolo, giocano le loro opportunità o scontano le loro limitazioni in un ambito ristretto in cui si “decide” tutta la singola partita senza

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figisc anisa confcomMercio possibilità di compensazioni, l’azienda nazionale o multinazionale può compensare su diversi e infiniti teatri risultati meno positivi che consegue nelle singole realtà di micro mercato con risultati positivi che consegue in altre, ed infine trarre un risultato generale. In altre parole, la compagnia petrolifera qua perde, là vince, e può trovare complessivamente un proprio equilibrio trovando corrispondenza tra aspettativa e risultato; il gestore vive o muore o sta in agonia solo nel suo micro mercato, e in nessun modo può compensare una situazione preventivamente discriminante e di svantaggio.

Per questa ragione, le sensibilità e le finalità – che solo apparentemente potrebbero sembrare comuni (vendere di più, marginare di più, acquisire quote di mercato) tra le due parti della filiera, il marchio petrolifero e il suo gestore – sono invece estremamente diverse e influenzate da variabili molteplici, oltre che dallo squilibrio strutturale del diverso ruolo delle parti nonché dell’orizzonte fisico-quantitativo nel quale cui operano.

In parole più semplici, se l’azienda è in grado di perdere erogati pur guadagnando in margine lordo unitario, se è in grado di differenziare i prezzi, e comunque di perdere e vincere potendo contare su migliaia di punti vendita su cui attuare politiche commerciali n volte mille diverse, su cui realizzare risultati n volte mille diversi, il gestore può contare invece su uno solo e su quest’unica possibilità non vi è altro dominus che la compagnia: essa decide a chi fornire il prodotto e a quali condizioni, a qual prezzo fornirlo, essa decide a quale prezzo preferibilmente il prodotto dovrà essere venduto infine al consumatore finale e quale è il tetto massimo del prezzo di vendita.

E ciò rende assai labile pensare di trovare tutela nelle norme del settore. Vi è da augurarsi – ma doverselo augurare è, come abbiamo detto più volte, assai poco rassicurante – che chi deve giudicare di queste controversie tenga in debito conto queste due, tanto gigantesche quanto evidenti, sperequazioni tra gli attori in causa.

Paradossalmente, mentre vi è, ovviamente sul lato delle controparti dei gestori, chi punta il dito per intervenire sulla legge dei contratti – lo fa in questi giorni Unione Petrolifera dicendo che è ora di finirla con l’obbligo di tipizzare i contratti e che bisogna puntare alla trattativa individuale a senso unico –, dalla parte opposta nessuno (se si eccettuano le opinioni personali) ha sollevato l’esigenza di apportare modifiche a quella medesima legge né in generale, né in particolare sui contratti, né in particolare sulle condizioni di mercato cui si dovrebbero applicare le cosiddette “eque condizioni”.

Eppure vi è stata in questi giorni una ampia ripresa delle iniziative delle Organizzazioni di categoria (dalla negoziazione straordinaria degli oneri negli accordi scaduti alla questione dei costi della moneta elettronica, dagli obblighi fiscali delle vending machine alle vertenze sui cocci della rete Esso, per non parlare delle gravissime criticità aperte con tutte le aziende petrolifere, che vi siano o meno con esse accordi vigenti). Al di là di questo attivismo a 360 gradi, che produce sicuramente molte comunicazioni e prese di posizione, insomma molti spot, non sono ancora pienamente decifrabili – quantomeno a noi profani, s’intende! – tanto gli effetti che tutto questo potrà produrre, quanto il disegno generale verso cui si pensa di andare, mentre è chiarissimo che si mira quanto meno a ottenere l’attenzione da un lato della parte industriale dall’altro della politica e/o delle istituzioni, sembra però ancora difficile – o quantomeno a noi profani, s’intende – intuire il disegno d’insieme.

Se si deve interessare la politica, dopo lunghissimi anni di crisi che ha dissestato economia, imprese e famiglie, è difficile pensa-

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re che questa categoria abbia più meriti, più rappresentatività o più potere contrattuale di tante altre parimenti disastrate per attirare l’attenzione se si tratta solo di aggiungere, ai tanti che tutti presentano, un ennesimo quaderno di lamentele e reclami.

Per interessare la politica con qualche (limitata) alea di riuscita bisognerebbe riuscire a proporre qualcosa che possa essere percepito come utile alla comunità in quanto innovativo: 1) ad esempio, ammodernare le relazioni commerciali all’interno di questo settore, renderle conformi a quanto succede nel resto del mondo del commercio, significa – senza rubare nulla a nessuno – rendere più uniformi le condizioni di accesso al prodotto con un innegabile effetto sui prezzi al consumo; 2) ad esempio, il superamento del regime concessorio in autostrada per la parte che consente di lucrare rendite parassitarie su beni e servizi rimuoverebbe un macigno che pesa sul principio costituzionale di offrire ai consumatori finali un livello minimo ed uniforme di condizioni di accessibilità all’acquisto di prodotti e servizi sul territorio nazionale, con un ulteriore innegabile effetto sui prezzi; e via dicendo.

Bisognerebbe cioè dire cose diverse da quelle che non siano gli abusati richiami alla “specialità” di questo settore, che invece ha, più che mai, bisogno di “normalità” e regole ordinarie di buon mercato.

Insomma, sarebbe il caso di cambiare paradigmi. Più difficile è il rapporto con una parte industriale che è sempre più insofferente (e non si cura affatto di nasconderlo) dei riti della concertazione e che è invece occupata dagli scenari evolutivi del mercato, tra addii alla rete e irruzione dei fondi di investimento – i quali, come scrive in questi giorni acutamente UlisseRiccardo Piunti, hanno come mission di “comprare a un prezzo particolarmente favorevole, attività in settori in crisi creando valore sin dall’inizio col prezzo basso di acquisto...” , insomma, nuovi entranti che “guarderanno al nostro business della distribuzione come una opportunità da cogliere nei momenti di bassa per poi rapidamente abbandonarlo”, ma che, nonostante appunto più complesse preoccupazioni, non esita en passant a prendersela con le “ampissime garanzie” dei gestori.

E anche qui sarebbe il caso di cambiare paradigmi. Quegli stessi paradigmi per cui, in assenza di regole di mercato “normale” in questo settore “speciale”, sono possibili, nello stesso tempo e luogo, sia le vacue norme piene di bei principi sulle “eque condizioni” (e, si noti, che per questo settore speciale si sono dovuti scrivere principi che sarebbero normali in un settore normale, il che è tutto dire), sia le versioni “speciali” della favola del lupo e dell’agnello di cui sopra abbiamo riferito.

Anche se non sembra ancora chiarissimo, come diceva Totò, il “per dove dobbiamo andare dove dobbiamo andare” – ossia le prospettive –, ed è magari più importante ora concentrarsi per dare l’impressione di essere sul pezzo – ossia fare molto movimento –, è senza dubbio probabile che molto presto le prospettive di fondo, le strategie, insomma, dovranno chiarirsi.

Le Organizzazioni di categoria, infatti, con lettera del 23 febbraio, hanno chiesto al Segretario Generale del Ministero dello sviluppo economico – in qualità di “terminale di una filiera prima industriale e poi commerciale che viene considerata, a giusta ragione e a diversi titolo, strategica per il “sistema Paese” in generale e di precipuo interesse per il cittadino e il consumatore” – di partecipare alle audizioni per la formulazione del Documento della Strategia Energetica Nazionale, “allo scopo di poter sottoporre analisi, scenari di prospettiva e progetti”.

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figisc anisa confcomMercio ALTRI ADEMPIMENTI FISCALI? ALLORA CHIUDIAMO IL SELF! La selfizzazione obbligatoria degli impianti di distribuzione carburanti risale al 2011: precisamente al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, che, all’articolo 28, commi 5 e 6, stabilisce quanto segue: 5. Al fine di incrementare l’efficienza del mercato, la qualità dei servizi, il corretto ed uniforme funzionamento della rete distributiva, gli impianti di distribuzione dei carburanti devono essere dotati di apparecchiature per la modalità di rifornimento senza servizio con pagamento anticipato.

6. Per gli impianti già esistenti, l’adeguamento alle disposizioni di cui al comma 5 ha luogo entro un anno a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto. In caso di mancato adeguamento entro i termini fissati si applica una sanzione amministrativa pecuniaria, da determinare in rapporto all’erogato dell’anno precedente, da un minimo di mille euro a un massimo di cinquemila euro per ogni mese di ritardo nell’adeguamento.

Su questa selfizzazione obbligata, ormai datata, si innestano oggi nuovi, particolari adempimenti di natura fiscale – ovviamente obbligatori –, che si sommano ai tantissimi adempimenti già in capo ai gestori della distribuzione carburanti.

Infatti, il Decreto legislativo del 05/08/2015 n. 127 (“Trasmissione telematica delle operazioni IVA e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici”), all’articolo 2, comma 2, reca testualmente che “A decorrere dal 1° gennaio 2017, la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi di cui al comma 1 sono obbligatorie per i soggetti passivi che effettuano cessioni di beni tramite distributori automatici”.

La norma, come poi modificata dall’articolo 4, comma 6, lettera a), del D.L. 22 ottobre 2016, n. 193, convertito con modificazioni nella Legge 1 dicembre 2016, n. 225, stabilisce anzi, più precisamente, che: “dal 1° aprile 2017 la trasmissione telematica dei corrispettivi di cui al comma 1 è obbligatoria “per i soggetti passivi che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi tramite distributori automatici”.

Nei vari provvedimenti succedutisi da parte del Direttore dell’Agenzia delle Entrate sono state definite le caratteristiche tecniche di quelli che si possono definire “distributori automatici” – soggetti ai nuovi obblighi – e, ancorché niente di preciso

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sia stato espressamente detto sui self della rete carburanti, le analogie sono decisamente rilevanti.

Sull’argomento, FAIB, FEGICA e FIGISC-ANISA hanno scritto nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio, ai Ministri competenti, ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari finanze ed attività produttive di Camera e Senato, ad Unione Petrolifera e Assopetroli, la lettera che di seguito si pubblica.

Facendo doverosamente notare che la categoria “sia detto chiaro, è veramente stufa di essere periodicamente gravata di costi ed adempimenti che sarebbero di altri soggetti economici, al fine di sopperire all’incapacità di trovare altri e più stringenti strumenti di controllo”, le tre organizzazioni, chiedendo di essere convocate, avvisano che “si vedrebbero costrette a ricorrere all’azione sindacale: in primis chiudendo i self service pre-pagamento e successivamente a proclamare la chiusura degli impianti su tutto il territorio nazionale”.

Egregio Signor Presidente del Consiglio, signori Viceministri e Presidenti di Commissione, le scriventi Federazioni, che organizzano i Gestori degli impianti stradali e autostradali di distribuzione carburanti, intendono sottolineare, con forza, come alcune norme di carattere generale, messe a punto per combattere elusione ed evasione, finiscano invece per penalizzare una Categoria, quale la nostra, che della trasparenza ha fatto uno dei suoi tratti distintivi.

Purtroppo, per scarsa conoscenza dei fenomeni e dei meccanismi regolatori sedimentatisi nel corso di decenni nel settore, si rischia di far assimilare, nel caso di specie, i distributori automatici di alimenti e bevande alle apparecchiature self-service che, presso gli impianti di distribuzione carburanti, assicurano il servizio di rifornimento anche durante l’orario di chiusura del servizio manuale. E le differenze fra questi “segmenti” dell’attività economica, non è banale.

Per chiarire il quadro, proviamo a riassumere quali siano gli adempimenti del Gestore di un impianto di distribuzione carburanti lasciando che sia Lei, signor Presidente, a valutare se la natura del servizio prestata (ed i controlli) possono essere assimilati: – i carburanti, prima di essere consegnati ai distributori, devono essere “nazionalizzati”, ovvero autorizzati preventivamente, per determinare l’equivalente Accisa che dovrà essere versata all’Erario; – i carburanti escono dal deposito muniti di certificati (DAS), vidimati dall’Ufficio delle Dogane nei quali vengono riportati i volu-

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figisc anisa confcomMercio mi per ogni “scarico”, il peso delle singole quantità volumetriche e la temperatura del prodotto. Vengono quindi consegnati al Gestore che li immette nei serbatoi interrati; – il Gestore che riceve il prodotto ha l’obbligo annotare i volumi introdotti nelle cisterne interrate in un apposito registro fiscale (UTF), vidimato annualmente dall’Agenzia delle Dogane; – il Gestore, al momento dell’inizio dell’attività di distribuzione carburanti, ha l’obbligo di acquisire la licenza di esercizio (UTF): nella stessa licenza sarà chiaramente evidenziata la composizione dell’impianto e, cioè, quanti serbatoi, quanta capacità per ogni serbatoio (con vidimazione di una tabella di ragguaglio con la quale si dichiara il volume corrispondente ai centimetri “pescati” da un’asta metrica al momento della verifica delle giacenze anche da parte degli organi preposti), quante colonnine erogatrici (con modello e portata) e finanche le aste metriche graduate con le quali si misura il livello del carburante nelle cisterne interrate sono periodicamente controllate.

– ogni sera, alla chiusura dell’impianto, il Gestore ha l’obbligo di trasferire sul registro UTF la lettura dei contatori bollati presenti in ogni colonnina erogatrice che registra quanti litri sono stati venduti nell’arco della giornata: le colonnine sono legalizzate prima di essere installate, sona bollate nelle parti che potrebbero alterare la quantità e sono costantemente controllate dagli uffici metrici (o laboratori autorizzati dallo Stato) per verificare che non ci siano anomalie; – circa una volta l’anno gli Uffici statali preposti ai controlli e, cioè, GdF e Agenzia delle Dogane, effettuano presso gli impianti di distribuzione verifiche periodiche per accertare la corrispondenza fra le quantità acquistate e immesse nei serbatoi e quelle vendute come risultanti dalle annotazioni sul registro UTF di “carico e scarico” vidimato dall’Agenzia delle Dogane ed annualmente chiuso, previo deposito dell’estratto della chiusura alla medesima struttura periferica dello Stato; – il Gestore ha poi altri obblighi rispetto allo Stato ed al consumatore: comunicare il prezzo praticato all’Osservatorio Prezzi gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ogni qualvolta subisca una variazione (e comunque almeno ogni sette giorni) e rendere ben visibile dalla carreggiata il totem recante i prezzi; in autostrada implementando il sistema cosiddetto di “benzacartellone“; – il Gestore ha poi il registro dei corrispettivi sul quale annota, giornalmente gli incassi ( che non è altro il moltiplicatore dei litri erogati per il prezzo praticato al pubblico) e le fatture emesse (che verranno poi spedite all’Agenzia delle Entrate), il misuratore fiscale bollato per l’emissione di scontrini fiscali e il registro delle fatture e delle ricevute fiscali; – il Gestore, al momento dello “scarico” (acquisto del carburante), paga interamente il prezzo industriale, l’Accisa e l’Iva al suo fornitore: Iva che, trimestralmente (salvo anticipi), versa allo Stato, e che corrisponde a quella sul proprio margine (considerando un margine medio di 3 eurocent/l il conto è presto fatto); – in considerazione del sistema di controlli appena accennato il Gestore è stato esonerato (cfr. L. 413/1991 art. 12 c.2) dalla emissione di certificazione fiscale per la cessione di carburanti e lubrificanti per uso di autotrazione; – i ricavi del Gestore vengono determinati al netto del prezzo corrisposto al fornitore così come disciplinato dal DPR 600/73, art.

18 c.10 come modificato dalla L. 232/2016 ART. 1. C.10) Ci sembra di poter dire, sulla scorta di questa incompleta e sommaria elencazione che se si intendono scovare veramente gli evasori o gli elusori, bisogna volgere lo sguardo verso soggetti che non hanno neppure la centesima parte degli oneri e dei controlli cui è posta la

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nostra Categoria. Una Categoria che, sia detto chiaro, è veramente stufa di essere periodicamente gravata di costi ed adempimenti che sarebbero di altri soggetti economici, al fine di sopperire all’incapacità di trovare altri e più stringenti strumenti di controllo.

Infine, le scriventi intendono richiamare la loro attenzione sull’affastellamento di norme e provvedimenti che appaiono contraddittori quando non direttamente assunti al fine di penalizzare un operatore economico anziché un altro; l’esempio migliore è quello delle colonnine erogatrici che sono affidate al Gestore per svolgere la sua attività: qualcuno immaginando di poterle equiparare alle bilance ha stabilito che “l’utente metrico” cioè il soggetto che ha le responsabilità di tutelare la fede pubblica, sia egli stesso anche se non può, a pena di rescissione hic e nunc del contratto di affidamento (e relativa denuncia penale per manomissione dei sigilli) in uso gratuito, intervenire in alcun modo sull’attrezzatura.

Stesso ragionamento per le acque di prima pioggia delle quali il Gestore – responsabile penalmente – deve garantire che non siano inquinate e correttamente immesse in fogna, con una ulteriore aggravante, più piove e più paga: ma il Gestore non può fare alcun lavoro sull’impianto e non si capisce, poi, se la stessa norma sia stata applicata ad altre Categorie che, pure, dovrebbero garantire la corretta raccolta e smaltimento delle acque (cortili, marciapiedi, fermate degli autobus ecc.).

I Gestori non possono più essere considerati (cfr. onerosità sulle transazioni con moneta elettronica che erodono circa il 60% del loro margine lordo, tassa camerale calcolata sul volume d’affari complessivo e non al netto del prezzo riconosciuto al fornitore come previsto dalla norma) il “capro espiatorio” che consente il superamento di tutte le contraddizioni del sistema: occorre ripristinare quella certezza del diritto che non può essere garantita ad alcuni (con esclusione decretata dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate) e negata ad altri.

I Gestori chiedono che siano loro riservate le stesse condizioni ed aspettano che, per una questione di equità, altre Categoria siano obbligate alla comunicazione dei prezzi (a pena di sanzione – se non c’è recidiva – di oltre 1.000,00 euro per ogni mancata comunicazione settimanale), che anche altri (a partire da tutti i generi di prima necessità) siano sottoposti allo stesso trattamento, che venga rispettato il proprio lavoro al servizio della comunità.

Signor Presidente, le scriventi Federazioni che da mesi chiedono invano ed inutilmente a Governo e Parlamento l’apertura di un tavolo di confronto sulle modificazioni strutturali del settore e sulle contraddizioni del sistema, intendono mettere la parola fine ad una “rappresentanza per interposto soggetto” e chiedono, quindi di partecipare attivamente – apportando la loro conoscenza dei fenomeni – alla costruzione delle decisioni. Anche rappresentando le difficoltà ad utilizzare (spesso in due mq.) attrezzature informatiche complesse ed a stipulare, obbligatoriamente, contratti per la gestione di posta elettronica e posta certificata.

Infine, visto che fino ad ora la pazienza non ha consentito di cogliere alcun risultato, nel caso perdurasse il silenzio ed i processi trovassero conclusione ed applicazione fuori dalle norme che il Parlamento ha varato a “tutela” di questa Categoria in un mercato che non esiste in quanto saldamente in mano a soggetti che controllano – direttamente o indirettamente – tutta la filiera, le scriventi Federazioni si vedrebbero costrette a ricorrere all’azione sindacale. In primis chiudendo i self service pre-pagamento e, successivamente, a proclamare la chiusura degli impianti su tutto il territorio nazionale.

Le scriventi, in attesa della fissazione della data per realizzare l’incontro richiesto, rimangono a disposizione per ogni ulteriore e necessario approfondimento.

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