Programma di sala OSI 31.03.2022

Page 1

www.osi.swiss

LAC – Lugano 31 marzo 2022

ČAJKOVSKIJ


Informazioni su Kaupo Kikkas

Foto di Kaupo Kikkas pp. 2, 12-13, 15 (LAC Lugano), 3, 14, 16-17, 18 e 19.

2


Uniti nella musica Gentili Signore, egregi Signori, con la musica non possiamo fermare le guerre, ma possiamo lanciare un appello a favore di valori come umanità, rispetto reciproco, pace e libertà. La nostra Orchestra della Svizzera italiana è composta da persone provenienti da tredici nazioni, tra cui anche Ucraina e Russia. Ci vedete sulla scena, uniti nella musica, uniti nel suono, uniti nell’idea di una comunità, dello stare insieme. Non c’è simbolo più forte per i nostri diritti umani fondamentali, per i nostri ideali, che fare musica insieme. Quello che oggi accade in Ucraina non si può giustificare in alcun modo: questa guerra è contraria a tutto ciò in cui crediamo. Questa sera ascolterete la Seconda Sinfonia di Čajkovskij, detta la Piccola russa o – come si potrebbe dire oggi – l’Ucraina. Un compositore russo, quasi 150 anni fa, si dedicò alla musica popolare ucraina, si sentì ispirato dalle canzoni ucraine e tradusse i suoi sentimenti in musica creando così un capolavoro, la sua Seconda Sinfonia, che abbiamo programmato per stasera nell’ambito del nostro progetto Tracce. Prima dell’inizio della Sinfonia, ascolteremo ora proprio queste canzoni dall’Ucraina, che Čajkovskij dovette avere sentito ai suoi tempi, rielaborandole nella sua opera. Le ascoltiamo eseguite da artisti provenienti dall’Ucraina, cui abbiamo chiesto qualche giorno fa di inviarcele in video.

Non lasciamo mai cadere la speranza che gli uomini e i governi si ricordino di imparare gli uni dagli altri, di lasciarsi ispirare a vicenda, anziché combattersi. La musica, in questo, ci aiuterà.

Markus Poschner Direttore principale Orchestra della Svizzera italiana


Richard Wagner Parsifal preludio per orchestra Prima esecuzione: Bayreuth, Festspielhaus, 26 luglio 1882. Direttore Hermann Levi “Amore, fede e speranza”: sono questi i temi conduttori dell’ultima opera wagneriana, dramma mistico realizzato per il nuovo Festspielhaus di Bayreuth. Mathilde Wantenaar Prélude à une nuit américaine Prima esecuzione: Rotterdam, De Doelen, 11 ottobre 2019. Direttore André de Ridder Fra atmosfere francesi e influenze jazz americane, una pagina raffinata e che, secondo l’autrice, vuole «lasciare la gente senza fiato». Claude Debussy Prélude à l’après-midi d’un faune Prima esecuzione: Parigi, Societé Nationale de Musique, 22 dicembre 1894. Direttore Gustave Doret Il manifesto dell’Impressionismo in musica, in equilibrio quasi miracoloso tra l’esattezza delle proporzioni interne e le sonorità sfumate, indistinte, sfuggenti. Piotr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 2 in do minore op. 17 Prima esecuzione (prima versione): Mosca, Società Filarmonica, 7 febbraio 1873. Direttore Nikolaj Rubinštein Prima esecuzione (seconda versione): San Pietroburgo, 12 febbraio 1881. Direttore Karl Zike Il punto di contatto tra Čajkovskij e il Gruppo dei Cinque, in una sinfonia che unisce temi popolari ucraini ad un’estrema felicità di scrittura.

4


Orchestra della Svizzera italiana Orchestra residente al LAC

Markus Poschner direttore

Evento dei concerti RSI Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due).

Richard Wagner (1813 – 1883) Parsifal preludio (1880)

13’

Mathilde Wantenaar (*1993) Prélude à une nuit américaine (2019) Claude Debussy (1862 – 1918) Prélude à l’après-midi d’un faune (1894)

9’

10’

_____ Canti popolari ucraini Fila, o mia filatrice* La Gru** Piotr Il’ič Čajkovskij (1840 – 1893) Sinfonia n. 2 in do minore op. 17 (1873) Andante sostenuto. Allegro vivo Andantino marziale, quasi moderato Scherzo. Allegro molto vivace Finale. Moderato assai

5’

32’

* Sofiya Dashak pianoforte ** Mariia Pysmenna soprano

5


Preludi, notturni e temi popolari: l’Europa in musica

Affresco di scena ispirato al Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, del pittore russo Léon Bakst. Parigi, Musée national d’Art Moderne, Centre Pompidou.

6


Ultima opera wagneriana, l’unica ad essere scritta e pensata per il Festspielhaus di Bayreuth, il Bünhenweifestspiel (ossia, più o meno, “rito per la consacrazione del palcoscenico”) Parsifal si apre con un preludio che venne presentato in anteprima da Wagner stesso a Ludwig di Baviera il 12 novembre del 1880, in un’esecuzione privata, per la quale il compositore vergò alcune annotazioni ad uso del sovrano, indicando la trinità “amore - fede - speranza” come il senso di questa pagina. Il tema dell’agape, ossia il “banchetto d’amore”, viene presentato da archi con sordina, clarinetti e fagotti e sfocia poi in quello della “promessa della redenzione attraverso la fede”, nella cui seconda parte, con il tema del Graal, si cita il celebre Amen di Dresda, già usato da Mendelssohn nella sua sinfonia La Riforma; infine ascoltiamo il tema della fede, saldo ed energico, armonicamente luminoso e sempre più affermativo nella progressione delle modulazioni. L’estrema mobilità armonica wagneriana si ritrova anche in una pagina a noi molto più vicina cronologicamente, il Prélude à une nuit américaine della giovane compositrice olandese Mathilde Wantenaar, nata nel 1993: la partitura nasce da un breve frammento melodico, “dodecafonico ma dal carattere jazz”, che la compositrice assimila al mondo sonoro di Ravel e Debussy, ma anche della Quarta sinfonia di Čajkovskij, per sua stessa ammissione. «La mia intenzione era di scrivere melodie ugualmente belle, che si distinguono per lunghe frasi degli archi […] a un certo punto, poi, si inseriscono gli ottoni, si raggiunge il climax e tutto galleggia in aria per un po’. Ho deciso di scrivere musica piena di grandi ‘gesti’ romantici, che lasci la gente senza fiato». Lo stesso titolo, definito non senza fatica dalla Wantenaar, riassume in sé le due principali fonti di ispirazione: da una parte l’atmosfera di una notte afosa, profumata, baudelairiana, tipicamente francese, dall’altra l’uso di armonie jazz e ritmi di danza che alludono alla tradizione novecentesca americana, con influssi di Sketches of Spain di Miles Davis. In questo senso, evidente è il collegamento con l’altro Prélude, quello celeberrimo “al pomeriggio di un fauno” di Debussy, che prende spunto dalla poesia di Mallarmé e che 7


doveva essere, come suggerisce il titolo, il primo pannello di un trittico (seguito da un Interludio e da una Parafrasi finale). Si tratta di una di quelle pagine che, nella storia della musica, fanno da spartiacque: dalla frase iniziale del flauto, tutto sembra proseguire in modo indistinto, incorporeo, una sauce sans lièvre (“salsa senza lepre”), per citare lo sconcerto di uno dei professori del Conservatorio parigino che assistette attonito alla prima esecuzione. Una frase celebre, come d’altronde quella dello stesso Mallarmé, secondo cui «questa musica prolunga l’emozione del mio poema e ne fissa lo scenario più appassionatamente del colore». Ma, come ha dimostrato oltre quarant’anni fa il musicologo americano Roy Howat, la pagina vive di rapporti numerici interni rigorosissimi (con una ricorrenza insistita nelle sue proporzioni della sezione aurea) oltre che di un uso inedito dell’orchestra: macchie singole di colore rivoluzionano la densità wagneriana, in una sorta di ribellione all’infatuazione per il grande Tedesco che aveva dominato la Francia (e non solo) di fine Ottocento, secondo il messaggio che Verlaine esprime, quasi come un manifesto, nella sua Art poétique: «où l’Indécis au Précis se joint». Nel caso della Seconda sinfonia di Čajkovskij, siamo davanti a quella che David Brown, uno dei più importanti studiosi del compositore russo, definisce «il più gioioso ed estroverso» dei suoi lavori maggiori, senza una nota tragica o una frase pensosa, e che Piotr stesso, in una lettera al fratello Modest, descrisse come «la mia composizione migliore per quanto riguarda la perfezione formale». Soprattutto fu significativo il fatto che piacque infinitamente ai Cinque, ossia il gruppo di compositori di ispirazione nazionalista (Musorgskij, Borodin, Kjui, Balakirev e Rimskij-Korsakov) 8

con i quali il rapporto di Čajkovskij fu sempre piuttosto difficile: «Ho suonato il finale una sera da Rimskij e l’intera compagnia impazzì per l’entusiasmo, tanto che Madame Rimskaja-Korsakova mi supplicò in lacrime di permetterle di trascriverlo per piano a quattro mani». Uguale successo si ebbe alla prima esecuzione completa, nel febbraio del 1873, e ancora più alle seguenti, quando l’autore ricevette un’ovazione dopo ogni movimento: era evidente che ai Cinque, e al pubblico, piaceva l’idea di una sinfonia che facesse ampio uso di temi popolari (tra cui due canzoni ucraine: Fila, o mia filatrice e nell’ultima parte La Gru: da ciò il soprannome Piccola russa o Piccola Russia dato all’intera sinfonia). Inoltre, se la sinfonia difettava di un vero movimento lento, tanto più rispetto al fascino di quello della Prima, nello Scherzo mostra una felicità ritmica che unisce eleganza di scrittura a, ancora una volta, riferimenti alla tradizione russa (in questo caso, la Prima di Borodin). Eppure, nel 1880-1881, Čajkovskij modificò ampiamente la Seconda sinfonia: riscrisse il primo movimento, lasciando immutati solo introduzione e coda, ristrumentò il secondo, ridusse il terzo e il quarto. E la seconda versione, che si impose ovunque, ha forse proporzioni più perfette e regolari, ma manca della freschezza e dell’originalità della prima: ennesima testimonianza della perpetua insoddisfazione creativa di uno dei compositori più originali dell’800. Nicola Cattò


Čajkovskij in un celebre dipinto, opera del pittore Nikolay Kuznetsov. La sua Seconda sinfonia ebbe sin da subito un grandioso successo, anche presso il solitamente critico Gruppo dei Cinque.

9


Le origini ucraine di Čajkovskij La Sinfonia n. 2 in do minore op. 17 Piccola russa (Piccola Russia) di Piotr Il’ič Čajkovskij, scritta nel 1872 e poi revisionata per la seconda edizione del 1881, costituisce una pietra miliare sia nell’opera del compositore sia nella storia della musica ucraina ed europea in generale. Rappresenta anche una delle prime conferme artistiche delle origini ucraine del compositore. Suo padre, infatti, proveniva da una famiglia di cosacchi ucraini, originariamente con il cognome Čajka. Il bisnonno, Fedor Opanasovich Čajka (1695-1767) nacque nei pressi di Kremenčuk e prestò servizio nel reggimento dell’armata di Zaporozhia vicino alla città di Myrhorod. Suo nonno Piotr – il figlio di Fedor Opanasovich –, di cui ereditò il nome, nacque vicino alla città di Poltava, si diplomò alla famosa Accademia Mogila di Kiev (l’Università nazionale) e “raffinò” poi il suo cognome per cambiarlo in Čajkovskij. Il poeta ucraino Yevhen Hrebinka, conosciuto soprattutto come autore del testo della canzone Oci ciornie (Occhi neri), era un parente di Čajkovskij. Per Piotr Il’ič Čajkovskij l’Ucraina rimase durante tutta la vita un luogo di straordinaria energia; fino alla sua morte ci tornò ogni anno, per 28 anni, vivendo e lavorando per diversi mesi in tenute di parenti e amici, in particolare dalla sorella Alexandra Davydova nel villaggio di Kamjanka, vicino a Čerkasy. Scrisse che lì «aveva trovato la sensazione di pace nella sua anima che aveva cercato invano a Mosca e San Pietroburgo». Molte delle sue migliori opere furono composte in Ucraina. La Sinfonia n. 2 Piccola Russia per grande orchestra sinfonica con flauto piccolo si compone di quattro movimenti: I. Andante sostenuto. Allegro vivo. II. Andantino marziale, quasi moderato. III. Scherzo. Allegro molto vivace. IV. Finale. Moderato assai.

10

Il compositore utilizza alcuni temi popolari ucraini; nel finale, cita in modo espressivo e raffinato la canzone umoristica La Gru, usando vari strumenti e gruppi orchestrali per ottenere delle sonorità variegate e di intensità crescente, fino a giungere a un suono solenne ed eroico. Ma non sono solo le citazioni di canzoni popolari a testimoniare del carattere nazionale ucraino della sinfonia: tutto il suo materiale sonoro è impregnato dello spirito della tradizione popolare ucraina, in tutta la sua varietà di emozioni e realtà, dall’espressione lirica al ritmo incalzante della


danza, dall’elegia pastorale all’espressione del potente spirito cosacco. Ma perché la sinfonia venne soprannominata Piccola russa (Piccola Russia) e non Ucraina? L’opera venne composta nel periodo della più grave persecuzione della lingua e cultura ucraina all’interno dell’impero russo. La Circolare di Valuev del 1863, così come il Decreto di Ems del 1876, imponendo misure drastiche che in sostanza significavano il genocidio culturale degli ucraini, miravano a cancellare la parola stessa “Ucraina” dal lessico dei cittadini dell’impero dei Romanov. In assenza di conferme, non possiamo sapere con certezza che Čajkovskij abbia condannato la persecuzione degli ucraini. Sappiamo però che sostenne il compositore e musicista ucraino Mykola Lysenko,

considerato il “padre” della musica ucraina. Ma soprattutto, le numerose opere di Čajkovskij su temi ucraini sono la migliore prova che lo spirito dei suoi antenati cosacchi continuava a risuonare nella sua anima e nel suo cuore, trovando una geniale incarnazione nella sua musica. Lyubov Kyyanovska Musicologa, direttrice Dipartimento Storia della musica National Lysenko Music Academy, Leopoli (Ucraina)

Čajkovskij in uno dei suoi molti soggiorni in Ucraina, nella tenuta della sorella Alexandra Davydova, nel villaggio di Kamjanka. Scrisse che lì «aveva trovato la sensazione di pace nella sua anima che aveva cercato invano a Mosca e San Pietroburgo». Molte delle sue migliori opere furono composte in Ucraina.

11


12


13


Cognome Poschner Nome Markus Nascita Monaco di Baviera, 01.02.1971 Ruolo Direttore d’orchestra

Markus Poschner direttore Ruoli attuali Direttore principale Orchestra della Svizzera italiana Direttore principale Brucknerorchester e direttore musicale Landestheater Linz Primo direttore ospite Deutsches Kammerorchester Berlin Riconoscimenti Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2020 Professore onorario, Universität Bremen, Institut für Musikwissenschaft 2010 Deutscher Dirigentenpreis 2004

14

Particolarità Markus Poschner, anima del progetto Tracce alla riscoperta di aspetti inediti delle opere sinfoniche di Piotr Il’ič Čajkovskij (in tutto sette appuntamenti: i prossimi tre nella stagione 2022/23), nel quarto concerto della serie ci porta ad esplorare da nuovi punti di vista la Sinfonia n. 2 in do minore, detta Piccola russa o Piccola Russia. Un’occasione, per il direttore principale OSI, di riflettere sui drammatici avvenimenti che in questi giorni colpiscono le terre d’origine del grande compositore. Nella convinzione che la musica sia più che mai forza di unione, armonia e ispirazione gli uni dagli altri.


Orchestra della Svizzera italiana (OSI) Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC, si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio, a gennaio e febbraio nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e con numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel contempo si sta sviluppando una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in

un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolgerà a Lugano nel periodo di Pentecoste a partire dal 2022, con una prima anticipazione avvenuta a maggio 2021. Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini (pubblicati dall’etichetta Concerto Classics). Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio. Informazioni:

www.osi.swiss 15


Musicisti OSI VIOLINI Robert Kowalski Konzertmeister Tamàs Major Konzertmeister Walter Zagato Sostituto spalla Vasyl Zatsikha Prima parte Hans Liviabella Prima parte Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Sostituto prima parte Denis Monighetti Piotr Nikiforoff Katie Vitalie Fabio Arnaboldi Duilio Galfetti Irina Roukavitsina-Bellisario Vittorio Passerini Ekaterina Valiulina VIOLE Jan Snakowski Prima parte Ivan Vukčević Prima parte Bianca Marin Sostituto prima parte Aurélie Adolphe Andriy Burko VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte Luca Magariello Prima parte Felix Vogelsang Sostituto prima parte Vanessa Hunt Russell CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte Jonas Villegas Prima parte Erick Martinez Olivo Sostituto prima parte

16

FLAUTI Bruno Grossi Prima parte Alessandra Russo Prima parte OBOI Federico Cicoria Marco Schiavon

Prima parte Prima parte

CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte Corrado Giuffredi Prima parte FAGOTTI Alberto Biano Prima parte Enrico Bassi Prima parte CORNI Zora Slokar Prima parte Vittorio Ferrari Prima parte TROMBE Sébastien Galley Prima parte Serena Basandella Prima parte TIMPANI Louis Sauvêtre

Prima parte


Oggi suonano VIOLINI I Robert Kowalski Konzertmeister, Tamàs Major Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto prima parte, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Vittorio Passerini, Ekaterina Valiulina, Hana Kotkova*, Alessandro Milani* VIOLINI II Hans Liviabella Prima parte, Vasyl Zatsikha, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Fabio Arnaboldi, Duilio Galfetti, Irina Roukavitsina-Bellisario, Sebastian Canellis-Olier*, Mirela Lico*

VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević, Bianca Marin, Aurélie Adolphe, Andriy Burko, Giulia Panchieri*

VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Luca Magariello, Felix Vogelsang, Vanessa Hunt Russell, Alexander Kionke*, Luigi Colasanto* CONTRABBASSI Jonas Villegas Prima parte, Erick Martinez Olivo, Miguel Jimenez*, Clea Garzon Tenorio* FLAUTI Bruno Grossi Prima parte, Alessandra Russo, Maurizio Simeoli*

OBOI Marco Schiavon Prima parte, Federico Cicoria, Domenico Lamacchia*

CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi, Matteo Genini* FAGOTTI Enrico Bassi Prima parte, Corrado Barbieri*, Jasen Atanasov*

CORNI Zora Slokar Prima parte, Giuseppe Russo*, Andrea Albori*, Federica Bazzini* TROMBE Serena Basandella Prima parte, Sébastien Galley, Milko Raspanti* TROMBONI Eugenio Abbiatici*, Floriano Rosini*, Fabio Costa* TUBA Rino Ghiretti*

TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

PERCUSSIONI Danilo Grassi*, Alessandro Carobbi* CELESTA Roberto Arosio*

ARPA Cornelia Lootsmann*, Francesca Cavallo* *sostituti e aggiunti

17


Prossimamente...

Concerto del Venerdì Santo

Chiesa Collegiata Bellinzona 15 aprile 2022 20.30 Coro della Radiotelevisione svizzera Orchestra della Svizzera italiana Diego Fasolis direttore

Marie-Claude Chappuis mezzosoprano Riccardo Novaro baritono

C. Franck Prière per organo (trascr. per grande orchestra di F. Arnaboldi) M. Duruflé Requiem per soli, coro e orchestra

18


LAC — Lugano 28 aprile 2022 20.30 OSI al LAC 10

Musiche di J. Brahms, R. Schumann

Orchestra della Svizzera italiana Markus Poschner direttore

Francesco Piemontesi pianoforte

Prevendita e riservazioni: www.osi.swiss e InfoPoint Bellinzona

19


AMICI DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA IN QUALITÀ DI

Simpatizzante da CHF 50.– anno Sostenitore da CHF 100.– anno Donatore da CHF 500.– anno Benefattore da CHF 3’000.– anno Mecenate da CHF 10’000.– anno Leggio d’oro contributi straordinari nel segno della continuità

Iscrizioni su osi.swiss/it/amici o utilizzando il tagliando allegato

20


DESIDERO ADERIRE IN QUALITÀ DI Simpatizzante

Benefattore

Sostenitore

Mecenate

Donatore

Leggio d’oro

Nome

Cognome

Via

CAP, Località

E-mail

Telefono mobile

Polizza di versamento necessaria? Data

No

Firma

Cornèr Banca SA, 6901 Lugano Intestato a: Associazione degli Amici dell’Orchestra della Svizzera italiana 6900 Lugano IBAN: CH68 0849 0000 2874 0700 1

21


Partner

Galleria Anfitrite, Lugano Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano Quartiere Maghetti, Lugano 22


Finanziatori OSI

Altri Comuni Bellinzona Chiasso Locarno Mendrisio

SRG SSR e RSI sostengono l’OSI in qualità di acquirenti di prestazioni

Sponsor Principale Iniziative per bambini e famiglie e sponsor di serata Musikvermittlung sowie Jugend- und Talentförderung Eine kulturelle Stiftung

OSI – Locarno Film Festival

Hospitality Partner

23


Markus Poschner direttore

Orchestra della Svizzera italiana

Wagner

Parsifal preludio

Wantenaar

Prélude à une nuit américaine

Debussy

Prélude à l’après-midi d’un faune

Čajkovskij Sinfonia n. 2

www.osi.swiss


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.