27.03.2025 - OSI al LAC | Michele Mariotti | Raphaela Gromes
un caloroso benvenuto anche da parte mia! È un grande piacere per me esibirmi come solista nel Concerto per violoncello n. 1 di Camille Saint-Saëns e nel Poème per violoncello e orchestra di Henriëtte Bosmans, con la fantastica Orchestra della Svizzera italiana diretta da Michele Mariotti.
Il mio viaggio nell’esplorazione delle opere di compositrici donne è iniziato con Femmes . Ciò che inizialmente pensavo fosse un’idea impossibile o addirittura improponibile, è diventata realtà nel 2023, con l’uscita di questo album che presenta opere di 24 compositrici di varie epoche, offrendo uno sguardo inedito su una storia musicale ricca, ma spesso trascurata.
L’idea è scaturita da una mia cara amica, che lavora nel settore musicale e aveva notato che in tutti gli anni da lei trascorsi a programmare concerti, non aveva mai visto il nome di una sola compositrice donna. Questa osservazione mi ha colpito molto e mi ha spinto ad approfondire l’argomento. Durante il periodo del COVID, quando il mondo si è fermato in un assordante silenzio, ho avuto finalmente il tempo per esplorare la storia delle donne nella musica, cosa che prima non aveva mai fatto parte dei miei studi. Ho iniziato a ordinare tutte le opere per violoncello scritte da donne
che sono riuscita a trovare: e più leggevo e scoprivo, più ero ispirata, ma anche turbata: stupita dalla brillantezza di queste opere, da Hildegard von Bingen alle voci contemporanee, ma turbata per il fatto di non aver mai incontrato prima la maggior parte di queste autrici.
Nella mia ricerca ha svolto un ruolo fondamentale l’archivio “Frau und Musik” di Francoforte, fornendomi l’accesso a molti manoscritti inediti, che mi hanno aperto nuove prospettive. Ho anche ricevuto preziose partiture dagli editori HildegardPublishing (USA) e Furore Verlag , che mi hanno permesso di esplorare ulteriormente le opere di queste donne straordinarie. In questo processo ho anche scoperto Henriëtte Bosmans, una compositrice olandese il cui straordinario linguaggio sonoro e lo stretto legame con il violoncello hanno avuto su di me un effetto particolare. Il padre di Henriëtte era violoncellista solista dell’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e in seguito anche la sua compagna, Frieda Belinfante, fu una violoncellista di spicco. Bosmans ha scritto numerose opere per violoncello, tra cui il Poème , che mi commuove profondamente. La sua musica si distingue per un’impressionante gamma di timbri, per i suoi caratteristici ritmi in 5/4, simili a quelli della danza, e per l’incredibile profondità emotiva.
Spero che anche voi possiate apprezzarlo, insieme al resto del concerto, e vi ringrazio di cuore per essere qui.
Orchestra della Svizzera italiana
Sponsor di serata
Main partner
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
OSI in Tournée
Venerdì 28 marzo 2025 ore 20.30 Cremona, Teatro Amilcare Ponchielli
Michele Mariotti direttore
Raphaela Gromes violoncello
Henriëtte Bosmans (1895 – 1952)
Poème per violoncello e orchestra (1923)
Camille Saint-Saëns
(1835 – 1921)
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in la minore op. 33 (1872)
I. Allegro non troppo
II. Allegretto con moto
III. Un peu moins vite
Felix Mendelssohn (1809 – 1847)
Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 Scozzese
I. Andante con moto. Allegro un poco agitato. Assai animato
II. Scherzo assai vivace
III. Adagio cantabile
IV. Allegro vivacissimo. Allegro maestoso assai
Henriëtte Bosmans
Poème per violoncello e orchestra
Il violoncello come strumento del destino, per la compositrice olandese ancora ai primi passi, che trova il suo linguaggio ispirandosi ai modelli tardo-romantici.
Camille Saint-Saëns
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in la minore op. 33
Prima esecuzione: Parigi, Société des concerts del Conservatorio, 19 gennaio 1873. Solista Auguste Tolbecque, direttore Édouard Deldeves
L’eclettismo stilistico di un compositore fuori da ogni schema, per un concerto di affascinante bellezza musicale.
Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 Scozzese
YULI Felix Mendelssohn
Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus Saal, 3 marzo 1842. Direttore Felix Mendelssohn
Riferimenti e colori scozzesi per l’ultima sinfonia di Mendelssohn, esempio di compattezza di scrittura e di creazione di atmosfere particolari.
La voce romantica violoncello
Nata nel 1895, Henriëtte Bosmans trovò nel violoncello uno strumento del destino, poiché lo suonava il padre Henri, che morì poco dopo la sua nascita: la giovane Henriëtte studiò allora pianoforte con la madre Sarah Benedicts, insegnante al Conservatorio di Amsterdam, diventando una concertista di successo. Ma il violoncello era anche lo strumento della sua prima compagna, Frieda Belinfante, che avrebbe giocato un ruolo di primo piano nella resistenza nell’Olanda occupata dai nazisti. Per la Belinfante, Henriëtte Bosmans scrisse due Concerti per violoncello e questo Poème , il suo primo lavoro orchestrale, precedentemente realizzato con accompagnamento pianistico: composto con uno stile di evidente impronta tardo-romantica, con influssi sia di Debussy che della musica tedesca, venne presto “rinnegato” dall’autrice, che si volse verso una scrittura più moderna e aperta alla politonalità già a partire dal 1927.
romantica del
Il breve Poème , con una forma che si può ricondurre a quella del rondò, si apre con una cadenza del solista, e prosegue con un’alternanza di movimenti brillanti ed altri languidamente cantabili, con una deliziosa Valse lente al centro: ma come scrisse un anonimo recensore nel 1927, riferendo di un’esecuzione del Poème ad Amsterdam, «Henriëtte Bosmans […] non è completamente aggiornata. C’è stata troppo poca autocritica nella concezione del suo lavoro; ancora troppa selvatichezza, troppe chiacchiere superficiali e sentimentalismo». E, pur riconoscendole un’eccellente qualità di scrittura, sia per l’orchestra che per lo strumento, il critico conclude affermando che «è davvero deplorevole che una persona così giovane, vitale e favorevolmente disposta abbia potuto sembrare comprendere così poco i segni dei suoi tempi», facendo a tal proposito i nomi di Stravinskij, Mahler e Schönberg. Anche il Concerto per violoncello n. 1 di Camille Saint-Saëns sembra guardare all’indietro, ma questa volta in maniera consapevole e anzi, «all’interno troviamo un minuetto a imitazione dello stile del secolo precedente, uno dei manifesti del neoclassicismo di Saint-Saëns» (Clericetti). Composto per Auguste Tolbecque, dedicatario della partitura, si apre quasi ex abrupto , con il solista che afferma immediatamente il primo tema, perentorio e brillante: nei venti minuti scarsi (un unico blocco, in cui è però facile intravedere i tradizionali tre movimenti) troviamo l’omaggio ai grandi maestri del passato ma anche la libertà formale (oltre che il riferimento al “moderno” Liszt
La voce romantica del violoncello
con la sua forma ciclica), il gusto per gli impasti timbrici inusuali e l’abbandono a una vocalità di derivazione quasi operistica. Una fusione di Ars gallica (la fondazione a Parigi della Société Nationale de Musique è anteriore di due anni a questo Concerto) e tradizione classica, per una partitura di riuscitissimo sincretismo stilistico ed eclettismo musicale.
Il 28 luglio 1829, nel corso del suo primo viaggio oltremanica, visitando Holyrood Palace e la cappella dell’incoronazione di Maria Stuarda ad Edimburgo, Mendelssohn concepisce l’idea di una sinfonia a tema scozzese: e in una lettera alla famiglia descrive «il palazzo dove la regina Maria visse e amò. La cappella ha ora perso il tetto. Tutto è ricoperto da erba e edera […], tutto è in rovina, decadente e a cielo aperto. Penso di avere trovato qui l’inizio della mia Sinfonia scozzese». Si annota subito un tema (che, con qualche modifica ritmica, sarà l’introduzione lenta al primo movimento) e ci lavora fin dal 1831, a Roma, ma con una certa intensità solo dal 1841, per terminare nel 1842. L’anno successivo, infine, la partitura è pubblicata con una dedica alla regina Vittoria e la prescrizione, sulla prima pagina, di eseguire i quattro movimenti di fila, «senza le consuete pause» tra uno e l’altro (il che ci rimanda alle altre due pagine del concerto di questa sera).
Benché numerata come terza, la Scozzese è quindi l’ultima tra le cinque sinfonie “mature” di Mendelssohn e, pur configurandosi apparentemente nella forma classica del genere, con le sue quattro parti, è in realtà un ampio discorso proiettato verso l’ultimo tempo. La singolare compattezza musicale deriva anche dal fatto che i temi sono tutti, in qualche modo, connessi a quello dell’introduzione (quello abbozzato in Scozia) in un continuo, affascinante mutare di atmosfere: dalla suggestione paesaggistica che oboi, clarinetti, corni e viole dapprima stabiliscono (Introduzione e Allegro agitato , in forma di tema con variazioni), passando alla ricreazione di una danza scozzese nel secondo movimento (Scherzo assai vivace), fino all’Adagio cantabile , così intenso e quasi lugubre (con il tema enunciato dai violini primi, alternato ad una marcia che sa di epicedio funebre). E l’ultimo movimento ripropone sì il carattere apparentemente brillante dell’inizio, ma la coda evita la consueta ricapitolazione tematica e preferisce una conclusione di carattere trionfale, che deve suonare «chiara e forte come un coro maschile», secondo le parole di Mendelssohn stesso.
La voce romantica del violoncello
Nicola Cattò
Particolarità
Dal 2022 Michele Mariotti è il Direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, dopo esserlo stato nel decennio precedente al Teatro Comunale di Bologna. Accanto agli impegni di Roma, è ospite presso istituzioni sinfoniche e teatri prestigiosi come la Staatsoper di Vienna, dove ha diretto di recente Norma di Vincenzo Bellini.
Nel prossimo mese dirigerà a Roma l’ultimo pannello del Trittico di Puccini, ideato in una formula desueta: ogni opera è accostata a un atto unico di un altro compositore coevo o tematicamente affine. Suor Angelica sarà così eseguita insieme al Prigioniero di Luigi Dallapiccola.
Mariotti si è distinto per la sua passione verso il repertorio italiano del melodramma romantico, a partire dalle opere di Rossini: una passione cittadina e familiare, essendo Mariotti nativo di Pesaro, città nella quale suo padre, Gianfranco Mariotti, è stato indimenticato fondatore e Sovrintendente del Rossini Opera Festival.
Mariotti ritiene che quello del direttore d’orchestra sia un mestiere speciale, che non autorizza a sentirsi divi: «Mi ritengo molto fortunato perché faccio il lavoro che amo, vivo nel mondo che amo e di cui non potrei fare a meno. Lo amo e lo sogno: lo stress e la fatica mi motivano».
Cariche Riconoscimenti
Direttore Musicale Teatro dell’Opera di Roma
Premio Abbiati della Critica italiana
“Miglior direttore” 2016
Premio Abbiati della Critica italiana
“Miglior spettacolo” 2018
Premio Abbiati della Critica italiana
“Miglior spettacolo” 2025
Michele Mariotti
Particolarità
Raphaela Gromes ha iniziato i suoi studi a Lipsia, proseguendoli a Vienna e Monaco.
Nel contempo ha seguito le masterclasses di David Geringas, YoYo Ma, Wolfgang Bottcher e Anner Bijlsma. Da sempre è sensibile alle tematiche sociali come ambasciatrice della Fondazione José Carreras e di SOS Children’s Village.
Dopo i concerti a Lugano e Cremona, Raphaela sarà a Salisburgo, per un recital al Mozarteum con il suo abituale partner cameristico, il pianista Julian Riem, con il quale eseguirà anche opere di compositrici dimenticate. Quella di riportare alla luce le composizioni di autrici che la storia ha eclissato è una missione per Raphaela Gromes, che ha trovato eco nei due CD realizzati nel 2023 per la Sony sotto il titolo Femmes : vi si trovano melodie arrangiate da Riem, che vanno da Hildegard von Bingen a Clara Schumann e Pauline Viardot, da Florence Price a Nadia e Lili Boulanger.
Raphaela Gromes suona un violoncello italiano del liutaio Carlo Bergonzi, appartenente a una illustre famiglia di artigiani cremonesi, la cui bottega si sviluppò all’ombra di Stradivari e Guarneri del Gesù.
Nata nel 1935 come Orchestra della Radio Svizzera Italiana, quest’anno l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia il 90mo, proseguendo il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Dal 2022 Direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Tre le rassegne principali di cui è protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, ”OSI al LAC” , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, ”OSIinAuditorio” , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso, mentre la terza, “OSI a Pentecoste” , verrà introdotta nel giugno 2025 sulla scia del fe-
osi.swiss
stival Presenza (2022-24), con l’obiettivo di stabilire un appuntamento fisso con l’OSI in un finesettimana particolarmente interessante, anche per la presenza di un potenziale pubblico internazionale.
A tutto ciò si affianca l’innovativo formato ”be connected” , con eventi e concerti particolari in tutta la Svizzera italiana per incuriosire nuovo pubblico, disseminando l’identità dell’OSI laddove certe barriere e pregiudizi nei confronti della musica classica sembrano ancora esistere.
La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta, con cui si è sviluppata una collaborazione stabile che ha portato alla nascita del festival Presenza al LAC, che ritornerà a Lugano nel 2027 (con cadenza triennale).
In continuo sviluppo anche l’attività concertistica a Bellinzona e nel resto della Svizzera italiana, dove l’Orchestra è regolarmente presente in diversi appuntamenti annuali, soprattutto nell’ambito della mediazione culturale.
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): dopo un primo, prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms su DVD (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno vinto a gennaio 2025 un secondo ICMA per un CD dedicato a opere di Paul Hindemith e Alfred Schnittke (etichetta ECM New Series). Nell’originale e intrigante produzione discografica OSI rientrano anche una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini e, nel 2023, alle Sinfonie n. 5 e 6 di Čajkovskij.
Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: circa 10’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana.
Open air, cine-concerti e festival estivi - tra cui il Locarno Film Festival - completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto Prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Simon Pellaux, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Hana Kotkova*, Konzertmeister
Piotr Nikiforoff
Denis Monighetti
Katie Vitalie
Vittorio Passerini
Sebastian Canellis-Olier*
Filippo Jakova*
Magdalena Langman*
Angela Tempestini*
Violini II
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina
Mirela Lico*
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Eleonora De Poi*
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Maria Panchuk*
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang
Vanessa Hunt Russell
Lorenza Baldo*
Contrabbassi
Jonas Villegas, Prima parte
Enrico Fagone
Erick Martínez Olivo
Flauti
Alessandra Russo, Prima parte
Bruno Grossi
Lucilla Piccioni Grossi*
Oboi
Marco Schiavon, Prima parte
Federico Cicoria
Clarinetti
Corrado Giuffredi, Prima parte
Paolo Beltramini
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi
Corni
Vittorio Ferrari, Prima parte
Vincenzo di Lieto*
Zora Slokar
Federica Bazzini*
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Simon Pellaux
Tromboni
Eugenio Abbiatici*, Prima parte
Mattia De Zen*
Fabio Costa*
Tuba
Rino Ghiretti*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Percussioni
Stefano Barbato*
Andrea Carattino*
Arpa
Francesca Cavallo* *sostituti e aggiunti
naturalmente.
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Concerto del Venerdì Santo
VENERDÌ 18 APRILE 2025
ORE 20.30 CHIESA COLLEGIATA BELLINZONA
Domenico Cimarosa
Requiem per soli, coro e orchestra
Orchestra della Svizzera italiana
Coro della Radiotelevisione svizzera
Laura Lolita Perešivana soprano Dilan Şaka mezzosoprano
Aldo Sartori tenore Chao Liu baritono
Alessandro Bonato direttore
Prova generale 17 aprile 2025 . ore 20.30
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Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano
Quartiere Maghetti, Lugano
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