13.03.2025 - OSI al LAC | Stefan Sbury | OSI & Ensemble900 del CSI
Una musica dal fascino unico
Cari musicisti e caro pubblico dell’OSI,
sono molto emozionato nel venire a Lugano a dirigere un programma interessantissimo, con musiche di compositori che costituiscono la base del repertorio del XX secolo. Vi proporremo in particolare pagine di autori relativamente giovani: è sempre interessante ascoltarli agli inizi della carriera, essere in qualche modo “testimoni” dello sviluppo del loro stile musicale.
Si tratta anche di un’affascinante finestra su un periodo della musica europea prima e dopo la Seconda guerra mondiale, quando i tre compositori del dopoguerra Carlos Roqué Alsina, György Ligeti e Luciano Berio furono influenzati dalle possibilità sonore della musica elettronica, dal puro suono come forma d’espressione.
Le opere di Alsina (Themen II per percussione sola e archi) e Ligeti (Apparitionsper grande orchestra) riflettono direttamente le costruzioni sonore e musicali realizzate nei primi studi di musica elettronica, anche se in questo caso vengono eseguite da musicisti dal vivo, in tempo reale. Luciano Berio è stato un compositore prolifico che ha scritto in tutti i possibili formati musicali: qui è rappresentato da un giovanile Concertino con due gruppi sonicamente indipendenti, da un lato clarinetto, violino, arpa e celesta, dall’altro un’orchestra d’archi.
L’ultimo brano in programma è un capolavoro della prima parte del XX secolo: il Mandarino meraviglioso di Béla Bartók faceva parte di un trittico di opere teatrali scritte all’inizio della sua carriera, destinate a trattare storie fantastiche (cioè di fantasia) e in qualche modo terrificanti. Come nei primi lavori di Ligeti influenzati dall’elettronica, l’orchestra produce suoni del tutto non convenzionali per l’epoca, compresi alcuni effetti tipici degli strumenti folkloristici e della musica della Transilvania, regione dell’Europa da cui Bartok era rimasto affascinato e che trascorse gran parte del suo tempo a studiare.
Spero che possiate apprezzare anche voi questa musica dal fascino unico.
Orchestra della Svizzera italiana Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera italiana
In coproduzione con 900presente –Conservatorio della Svizzera italiana.
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
Ore 19.15, Hall del LAC: “Alla scoperta del giovane Berio”
Incontro con Stefan Asbury, Barbara Widmer (direttore artistico OSI) e Francesco Bossaglia (responsabile Ensemble900). Marco Schiavon interpreta la Sequenza VII di L. Berio per oboe, insieme agli studenti CSI Rita di Perno (flauto), Guilherme Manuel Pereira Oliveira (clarinetto), Linda Guglielmi e Francesco Fadda (violini).
Stefan Asbury Direttore
Kai Strobel Percussioni
Paolo Beltramini Clarinetto
Robert Kowalski Violino
Jasmine Gitti Arpa
Daniele Cervellera Celesta
Carlos
Roqué
Alsina
(1941 – 2023)
Themen II per un percussionista e orchestra d’archi (1974)
Luciano Berio (1925 – 2003)
Concertino per clarinetto, violino, arpa, celesta e archi (1951, rev. 1970)
György Ligeti (1923 – 2006)
Apparitions per orchestra (1959)
I. Lento
II. Agitato 9’
Béla Bartók (1881 – 1945)
Il mandarino meraviglioso
Pantomima in un atto dal libretto di M. Lengyel – versione da concerto (1927)
Carlos Roqué Alsina
Themen II per un percussionista e orchestra d’archi
Prima esecuzione: 26 marzo 1975. Direttore Jean-Claude Casadesus, solista Gaston Sylvestre
Vincitore di una borsa della Fondazione Ford nel 1964, Alsina aveva conosciuto e collaborato con i colleghi Berio, Stockhausen e Maderna e fondato, cinque anni dopo a Berlino, il gruppo di improvvisazione New Phonic Art con Vinko Globokar, Michel Portal e il compositore-percussionista Jean Pierre Drouet, esibendosi in tutto il mondo con improvvisazioni libere e azioni teatrali.
Luciano Berio
Concertino per clarinetto, violino, arpa, celesta e archi
Prima esecuzione: Milano, 30 maggio 1951. Orchestra del Conservatorio, direttore Luciano Berio
Ricordando gli anni di apprendistato con Ghedini, «tra i musicisti più equipaggiati, sensibili e sapienti», Berio definirà il Concertino come uno degli ultimi “esorcismi” delle traumatiche esperienze di privazione culturale che aveva subito nell’Italia fascista, nel periodo in cui «le voci autentiche della mia eredità di europeo erano state bandite».
György Ligeti
Apparitions per orchestra
Prima esecuzione: Colonia, 19 giugno 1960, nell’ambito del 34° IGNM Festival
«Ci sono, in questo brano, due tipi fondamentali di materiale musicale: l’uno è formato da più voci in rapporto semitonale, sovrapposte e incastrate. Queste delicate ’textures’ sonore hanno una qualità differente a seconda del registro, del modo e della densità del loro intreccio. L’altro tipo di materiale musicale consiste in gruppi di suono più solidi che animano il labirinto dei rumori che viene prodotto con l’uso del primo tipo». (G. Ligeti, 1960)
Béla Bartók
Il mandarino meraviglioso versione da concerto
Prima esecuzione: Budapest, 15 ottobre 1928. Direttore Ernö von Dohnànyi
«In una miserabile stanza di periferia tre vagabondi costringono una ragazza ad adescare dalla strada gli uomini per derubarli. Un sordido cavaliere e un giovane timido, che si sono lasciati attirare, vengono messi alla porta come miseri pezzenti. Il terzo ospite è l’enigmatico Mandarino. La ragazza tenta di sciogliere la sua spaventosa immobilità con una danza, ma fugge inorridita quando egli cerca timidamente di abbracciarla. Dopo una caccia selvaggia il Mandarino la prende; in quel momento i tre vagabondi balzano fuori dal loro nascondiglio, derubano il Mandarino e cercano di soffocarlo sotto dei cuscini. Ma egli si risolleva e guarda appassionatamente la ragazza. Lo trafiggono con la spada: vacilla, ma il suo desiderio è più forte delle ferite: si scaglia sulla ragazza. Allora lo impiccano: ma egli non può morire. Solo quando, staccato il corpo dalla corda, la ragazza lo prende fra le sue braccia, le ferite cominciano a sanguinare e il Mandarino muore».
Ritratto dell’artista da giovane
L’omaggio a Luciano Berio nel centenario della nascita ritorna al giovanile Concertino . Scritto durante l’ultimo anno del corso di composizione al Conservatorio di Milano, il brano fu eseguito il 30 maggio 1951 come saggio finale di varie classi, tra cui quella di direzione d’orchestra, che Berio – sul podio per l’occasione – aveva frequentato con Carlo Maria Giulini.
È un tributo “al quadrato”, perché l’opera stessa omaggia grandi innovatori del primo Novecento (Schönberg, Hindemith, Bartók, Milhaud, Webern) assieme alla tradizione strumentale barocca, appresa sotto la stimata guida di Giorgio Federico Ghedini. I modelli settecenteschi e i loro rifacimenti (come le Kammermusiken di Hindemith) riecheggiano nella dialettica fra ’Soli’ (clarinetto e violino concertanti) e ’Tutti’ (celesta, arpa e archi) e nell’articolazione formale ternaria (Allegretto – Vivace – Allegrettocomeall’inizio). Ma timbro e silenzi riportano inequivocabilmente a Webern, mentre rimanda a Bartók il diffuso ritmo sincopato.
Il Concertino di Berio è preceduto da Themen II di Carlos Roqué Alsina, secondo di un dittico del pianista e compositore argentino naturalizzato francese.
Ritratto dell’artista da giovane
Si tratta di una commissione del Festival di Royan, generata dal ’solistico’ Themen scritto l’anno prima per le Rencontres de La Rochelle, in linea con una produzione significativamente orientata alle percussioni. La “prima” si tenne il 26 marzo 1975 con il percussionista Gaston Sylvestre, interprete e dedicatario di molte altre opere di Alsina, e Jean-Claude Casadesus, direttore dell’ensemble e percussionista anche lui. Oltre al solista, l’opera prevede una ’consolle multietnica’ di tutto rispetto (vibrafono, tamburo, cassa sinfonica a pedale, gong, ma anche bongos, campanacci intonati, sonagli metallici, nacchere, tam tam, piatto chiodato, tamburo africano, temple blocks, guiro, tom, woodchimes e persino un flauto piccolo a coulisse, battito di piedi e fischio, con cui si apre il brano) e un’orchestra d’archi, all’occasione riducibile a 12 elementi amplificati, così come è amplificata la percussione nei passaggi da eseguire con le sole dita.
Ai due maggiori rappresentanti della musica ungherese del XX secolo è affidata la seconda parte del concerto. György Ligeti inizia a schizzare le prime idee di Apparitions nella Budapest del 1956, quando non ha ancora realizzato le partiture che risuoneranno in 2001: Odissea nello spazio di Kubrik. Athmosphère , Requiem , Lux aeterna , Aventures lo imporranno però di lì a poco nel mondo musicale del Novecento.
Apparitions è il prototipo e segna la svolta poetica compiuta con l’abbandono dell’Ungheria. La versione definitiva, in due movimenti (I. Lento; II. Agitato) arriva dopo tre anni, con vari gradi di novità: nella strumentazione, differenziata fino a 46 archi divisi (così nel Wild
dell’Agitato), che dà vita a una micropolifonia a densità variabile; nella forma, basata sull’opposizione di ’stasi’ e ’movimento’, di superfici orchestrali formate da complessi di suoni vicini e sovrapposti (clusters), masse iridescenti prodotte da interferenze e oscillazioni (come il lungo bicordo aurorale in ppp di due contrabbassi), e climax che sembrano eruzioni.
L’ultima opera della serata, Il Mandarino meraviglioso, affonda le sue radici nel 1918, quando Bartók inizia a comporre il suo terzo e ultimo lavoro per la scena (“il mio miglior lavoro per orchestra”, l’avrebbe presentato anni dopo all’editore), una pantomima in un atto per grande orchestra. Eppure, per quasi trent’anni dopo la ’prima’ del 1926 a Colonia, l’opera non verrà mai più rappresentata come tale. Ispirata a un audace racconto dell’amico drammaturgo ungherese Melchior Lengyel, misto tra fiaba esotica, crudo realismo e fantasia onirica intorno alla figura di un Mandarino ’miracoloso’, la pantomima verrà presto censurata a causa delle sue tematiche a sfondo sessuale.
La versione da concerto (Budapest, 15 ottobre 1928) mantiene due terzi della musica originale, la stessa violenza fonica e uguali dimensioni orchestrali: all’Introduzione, musicalmente alienata come la scena urbana trasfigurata, seguono tre “giochi di seduzione”, in cui al clarinetto è associata la voce ammaliante della ragazza e ai tromboni quella del Mandarino, evocato da melodie pentatoniche. Alle percussioni sono invece affidati i suoni e i ritmi ossessivi di una periferia allucinata, interrotti bruscamente, senza lieto fine.
Claudia Vincis (Centro Studi Luciano Berio)
Ritratto dell’artista da giovane
Particolarità
Stefan Asbury dal 1995 ha lavorato presso il prestigioso Tanglewood Music Center come insegnante di direzione d’orchestra, assumendola la guida del TMC Conducting Program dal 2005.
Sviluppare la musicalità di un giovane musicista significa insegnare come “ricevere delle informazioni ed elaborarle immediatamente”, attraverso un lavoro di trasmissione del sapere orale e fisica che implica una profonda conoscenza del repertorio e di come lo si prova con un’orchestra. Un compito molto difficile che Asbury ha svolto anche alla Hochschule der Künste di Zurigo, al Conservatorio di Venezia e Ginevra, e di recente al New England Conservatory di Boston.
Nel corso della sua carriera Asbury, instancabile sostenitore della musica contemporanea, è ospite delle maggiori istituzioni sinfoniche e di ensemble di fama internazionale come Klagforum Wien, Ensemble Modern, Musikfabrik, London Sinfonietta, avendo collaborato con alcuni dei più importanti compositori come Oliver Knussen, Steve Reich, Wolfgang Rihm, Unsuk Chin, Mark-Anthony Turnage, Harrison Birtwhistle, Gerard Grisey (l’incisione dei suoi Espaces acoustiques con la WDR di Colonia ha vinto il Deutschen Schallplattenkritik Preis)
Stefan Asbury
Robert Kowalski
Il primo violino dell’Orchestra della Svizzera italiana affascina il pubblico con un suono unico, intenso e una musicalità che è allo stesso tempo vivace ed elegante. Formatosi con Waleri Gradow, Kolja Blacher e Ana Chumachenco, il suo repertorio solistico spazia dal barocco alla musica contemporanea. Appare regolarmente come solista e musicista da camera in festival musicali in Europa, Stati Uniti e Asia, in prestigiose sale da concerto come Wiener Musikverein, Wigmore Hall di Londra, Mozarteum di Salisburgo e Carnegie Hall di New York.
Ha lavorato con personalità straordinarie come Vladimir Ashkenazy, Martha Argerich e Julian Rachlin. La sua registrazione del Concerto per violino di Richard Strauss con l’OSI e Markus Poschner (etichetta CPO, 2018) ha ottenuto il plauso della critica in tutta Europa e una nomination agli ICMA. Suona un violino J.B. Vuillaume del 1860, messo a disposizione dalla Fondazione per l’Arte e la Socialità.
STRUMENTO
Violino
Paolo Beltramini
Primo clarinetto OSI e professore alla Hochschule di Lucerna, si è imposto come uno dei più interessanti virtuosi di strumento a fiato. Vincitore nel ’96 del Concorso internazionale “Primavera di Praga”, è ospite delle più importanti istituzioni concertistiche d’Europa, Africa, Asia e America. Come primo clarinetto collabora tra le altre con le Orchestre del Concertgebouw, Filarmonica della Scala e Orchestra da Camera di Losanna, con direttori quali B. Haitink, M. Jansson, V. Askenazy, L. Mazel e D. Harding. Incide tra gli altri per Aulicus, Ricordi, Fonit Cetra e Stradivarius.
Clarinetto
Kai Strobel
Vincitore del 68° Concorso Internazionale di Musica ARD 2019, il percussionista tedesco Kai Strobel si è esibito come solista tra le altre con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, i Berliner Symphoniker, la Württembergische Philharmonie Reutlingen, il Collegium Musicum di Basilea e l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo. Dal 2022 è professore di percussioni presso il Conservatorio della Svizzera italiana nonché Visiting Professor presso il Royal Northern College of Music di Manchester. È regolarmente invitato a tenere masterclass all’estero. Con il fratello Marc Strobel, suo partner cameristico, ha fondato nel 2021 vicino a Stoccarda la Boum Percussion Academy , per studenti di percussioni provenienti da tutto il mondo.
STRUMENTO
Percussioni
Jasmine Gitti
Nata a Sorengo nel 1998, l’arpista
Jasmine Gitti ha già vinto diversi concorsi musicali a livello internazionale. Si è perfezionata presso l’Accademia del Teatro alla Scala in ambito orchestrale e suona regolarmente con l’Orchestra dell’Arena di Verona. Nel 2024 ha vinto il Praktikum per la stagione 2024/2025 con la Berner Symphonieorchester.
STRUMENTO
Arpa
Daniele Cervellera
Diplomato al Conservatorio di Lecce con lode e menzione d’onore, frequenta il Master in advanced studies in Music Performance and Interpretation del CSI sotto la guida di Nora Doallo. Vincitore di numerosi concorsi, ha collaborato con l’orchestra United Soloists in progetti che spaziano anche oltre la classica. Il suo stile unisce tecnica raffinata e una particolare sensibilità interpretativa.
STRUMENTO
Pianoforte / celesta
Ideata da Giorgio Bernasconi nel 1999 e figlia della tradizione ticinese di apertura verso le avanguardie musicali, 900presente nasce come una coproduzione tra il Conservatorio della Svizzera italiana e RSI Rete Due. Dal 2011 al 2023 il consulente artistico della stagione è stato Arturo Tamayo. Accompagnata da un’affezione sempre maggiore da parte del pubblico e grazie alla qualità della proposta artistica sempre più di alto profilo, negli anni la stagione ha assunto il ruolo di principale referente nel campo della musica moderna e contemporanea in Ticino, attestandosi inoltre a livello nazionale, fino a conquistarsi una vetrina internazionale (Vienna, Firenze, Venezia, Milano, Cuenca).
L’Ensemble900 è l’ensemble residente ed è formato dagli studenti dei corsi di Bachelor, Master e Formazione continua della Scuola universitaria di Musica, ai quali si sono spesso affiancati solisti di fama internazionale. Negli ultimi anni le parti solistiche sono state affidate sempre più di frequente agli stessi studenti del Conservatorio, molto spesso provenienti dal Master of Arts in Specialized Music performance ad indirizzo solistico. Dall’inizio della sua attività, 900presente ha proposto oltre 150 produzioni concertistiche, teatrali e multimediali, registrando per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) e invitando musicisti e compositori affermati quali Harrison Birtwistle, Thüring Bräm, Sylvano Bussotti, Azio Corghi, Stefano Gervasoni,
Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera italiana –
Stagione
Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera italiana –Stagione 900presente
Klaus Huber, Michael Jarrell, Betsy Jolas, Rudolf Kelterborn, Helmut Lachenmann, Johannes Schöllhorn, Salvatore Sciarrino, Heiner Goebbels.
Importanti le collaborazioni con realtà prestigiose del territorio, a partire dal settore Audio Fiction della RSI con il quale sono stati prodotti diversi radiodrammi, fra cui Il mio cuore è nel sud di Giuseppe Patroni Griffi, con musica di Bruno Maderna, Il testimone indesiderato di Gino Negri, Parole e Musica di Samuel Beckett, con musica di Morton Feldman, e Tête d’Or di Paul Claudel, con musica di Arthur Honegger, nell’arrangiamento di Pierre Boulez.
Il LAC è stato invece partner per la coproduzione dell’opera di teatro musicale I Cenci di Giorgio Battistelli, nella prima esecuzione in lingua italiana. Assieme all’Accademia Teatro Dimitri e il Corso di laurea in Comunicazione Visiva della SUPSI, 900presenteha allestito una serie di grandi spettacoli multimediali: DerGelbeKlang di Vassily Kandinskij, con musiche originali di Carlo Ciceri, Gesti vocali su composizioni di Luciano Berio e Dieter Schnebel, Dadamusica su brani di George Antheil e Erik Satie, L’Opera da tre soldi di Kurt Weill e Bertolt Brecht, Satyricondi Bruno Maderna, Kraanerg di Iannis Xenakis, The rape of Lucretia di Benjamin Britten, Le Dit des Jeux du Monde di Arthur Honegger, Le Désir attrapé par la queue di Pablo Picasso, con musiche di Igor Stravinskij, e Third Hand Socrates , ispirato dal lavoro di Erik Satie e John Cage.
Nata nel 1935 come Orchestra della Radio Svizzera Italiana, quest’anno l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia il 90mo, proseguendo il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Dal 2022 Direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Tre le rassegne principali di cui è protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, ”OSI al LAC” , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, ”OSIinAuditorio” , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso, mentre la terza, “OSI a Pentecoste” , verrà introdotta nel giugno 2025 sulla scia del fe-
osi.swiss
stival Presenza (2022-24), con l’obiettivo di stabilire un appuntamento fisso con l’OSI in un finesettimana particolarmente interessante, anche per la presenza di un potenziale pubblico internazionale.
A tutto ciò si affianca l’innovativo formato ”be connected” , con eventi e concerti particolari in tutta la Svizzera italiana per incuriosire nuovo pubblico, disseminando l’identità dell’OSI laddove certe barriere e pregiudizi nei confronti della musica classica sembrano ancora esistere.
La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta, con cui si è sviluppata una collaborazione stabile che ha portato alla nascita del festival Presenza al LAC, che ritornerà a Lugano nel 2027 (con cadenza triennale).
In continuo sviluppo anche l’attività concertistica a Bellinzona e nel resto della Svizzera italiana, dove l’Orchestra è regolarmente presente in diversi appuntamenti annuali, soprattutto nell’ambito della mediazione culturale.
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): dopo un primo, prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms su DVD (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno vinto a gennaio 2025 un secondo ICMA per un CD dedicato a opere di Paul Hindemith e Alfred Schnittke (etichetta ECM New Series). Nell’originale e intrigante produzione discografica OSI rientrano anche una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini e, nel 2023, alle Sinfonie n. 5 e 6 di Čajkovskij.
Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: circa 10’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana.
Open air, cine-concerti e festival estivi - tra cui il Locarno Film Festival - completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto Prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Simon Pellaux, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Robert Kowalski*, Konzertmeister
Hana Kotkova***
Vittorio Passerini*
Denis Monighetti*
Katie Vitalie*
Kira van der Woerd**
Magdalena Langman***
Jana Vukicevic**
Piotr Nikiforoff*
Cecilia Michieletto**
Stefan Meier***
Matilde Sotgiu**
Ildiko Nemes***
Annachiara Capogni**
Violini II
Vasyl Zatsikha*, Prima parte
Hans Liviabella*
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi*
Linda Guglielmi**
Irina Roukavitsina*
Francesco Fadda**
Duilio Galfetti*
Federico Rovagnati**
Irenè Fiorito***
Aurora Serena Ritorto**
Sebastian Canellis-Olier***
Cristina Ballarini**
Giulia Durante**
Viole
Ivan Vukčević*, Prima parte
Aurélie Adolphe*
Volodymyr Mykytka***
Marko Thanasi**
Andriy Burko*
Gaia Malandrin**
Giulia Wechsler***
Nicolo Corsaro**
Pedro Jesus Gomez Briceno**
Lichun Zhang**
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch*,
Prima parte
Felix Vogelsang*
Vanessa Hunt Russell*
Jorge Gresa Ostos**
Matteo Bassan***
Sylvain Debray**
Chiara Kaufman**
Sofia Egea Tapetado**
Contrabbassi
Enrico Fagone*, Prima parte
Jonas Villegas*
Erick Martínez Olivo*
Jesmar Rojas Rodriguez***
Elisey Chomyl**
Filippo Raviola**
Flauti
Bruno Grossi*, Prima parte
Alessandra Russo*
Rita Di Perna**
Oboi
Marco Schiavon*, Prima parte
Federico Cicoria*
Edoardo Pedrelli**
Clarinetti
Corrado Giuffredi*, Prima parte
Francesco Bertuccio***
Guillherme Manuel Pereira
Oliveira**
Fagotti
Enrico Bassi*, Prima parte
Alberto Biano*
Chorche Manso**
Corni
Zora Slokar*, Prima parte
Vittorio Ferrari*, Prima parte
Diana Gargano**
Antonio Di Rese**
Filippo Chinnici**
Sergio Notarangelo**
Trombe
Simon Pellaux*, Prima parte
Juan Mayorca**
Giacomo Pinna**
Sébastien Galley*
Tromboni
Salvatore Cantali**
Nicolo Bombelli**
Vittorio Grassi**
Tuba
Rino Ghiretti***
Timpani
Louis Sauvetre*, Prima parte
Percussioni
Tommaso Scopsi***
Koichi Kameo**
Igor Tiozzo Netti**
Francesco Pedrazzini**
Vincent Pastor Mari**
Arpa
Jasmine Gitti**
Tastiere
Roberto Arosio***
Daniele Cervellera**
Marco Borghetto**
Focus Berio – Lugano 2025
19.01.2025
ore 18.00
Studio 2
RSI Besso
19.01.2025
ore 20.30
Auditorio Stelio
Molo RSI
28.01.2025
ore 19.00
LAC - Teatrostudio
Incontrando Berio: una conversazione con Angela Ida De Benedictis e Luisa Castellani. Modera Massimo Zicari
Laborintus
Francesco Bossaglia direttore Chamber Music (1953) • Boris Vian/Luciano Berio
Le déserteur (ca. 1968) • Laborintus II (1965)
Unheavenly Lullaby
Early Night Modern
Sarah Maria Sun soprano
Dmitry Batalov pianoforte
30.01.2025
ore 20.30
Auditorio Stelio
Molo RSI
23.02.2025
ore 11.00
LAC - Hall
25.02.2025
ore 18.00
LAC - Sala 4
Osi in Auditorio
Holly Hyun Choe direttore Corrado Giuffredi clarinetto Johannes Brahms/Luciano Berio
Sonata op. 120 n. 1 per clarinetto e orchestra
Una mattina con Berio Hall in musica - LACedu moderazione Francesco Bossaglia
Conferenza con Valentina Bensi
Dal vecchio al nuovo mondo: un inedito viaggio musicale da Busoni a Berio
13.03.2025
ore 20.30
LAC - Sala Teatro
19.09.2025
ore 19.00
San Nicolao, Lugano ottobre 2025 luogo da definire
Ritratto dell’artista da giovane Osi al LAC
Stefan Asbury direttore
Concertino per clarinetto, violino, arpa, celesta e archi (1950)
Rassegna organistica
della Svizzera italiana
Luca Maresca
Fa Si per organo
Anteprima documentario RSI e Luciano Berio
ROSI Rassegna organistica della Svizzera italiana
Ricerche musicali nella Svizzera italiana
Ricerche musicali nella Svizzera italiana
Rassegna organistica della Svizzera italiana
della Svizzera italiana (AOSI)
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