27.02.2025 - OSI al LAC | Krzysztof Urbański | Jan Lisiecki

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Una nuova prospettiva

non vedo l’ora di tornare a Lugano, dalla favolosa OSI, nel bellissimo LAC, e di eseguirvi il Quinto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven.

Ho trascorso i primi due mesi dell’anno con tutti i Concerti di Beethoven, iniziando con una tournée di 19 tappe in Germania con l’Academy of St. Martin in the Fields (compresi tre cicli beethoveniani completi ad Amburgo, Monaco e Colonia), seguita da un ciclo completo suonato e diretto con la Toronto Symphony Orchestra e, più recentemente, da un altro ciclo completo con il Maestro Urbański a Berna. È stato un grande onore trovare nuove profondità in questa incredibile musica. Eseguire tutti e cinque i concerti contemporaneamente mi ha permesso di acquisire nuove prospettive per il Quinto Concerto, che spero di condividere con il pubblico di Lugano.

Naturalmente si tratta di un capolavoro a sé stante, amato da tutto il pubblico, ma in quanto culmine dello sviluppo del genere del concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven riveste un significato ancora più importante. Beethoven ha spinto le frontiere sempre più in là sotto ogni aspetto: il suono del piano(forte), l’equilibrio tra i ruoli del solista e dell’orchestra, la struttura stessa del concerto. Un’opera davvero rivoluzionaria, in modi che vanno ben oltre il suo (successivo) soprannome.

Buon ascolto!

Caro pubblico, Jan Lisiecki

Orchestra della Svizzera italiana

Main partner

Sponsor di serata

Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) Il concerto è inoltre diffuso da Radio România nell’ambito dell’offerta Euroradio.

OSI in Tournée

Venerdì 28 febbraio 2025 ore 20.30 Piacenza, Teatro Municipale

Krzysztof Urbański
Direttore
Jan Lisiecki
Pianoforte

Ludwig van Beethoven

(1770 – 1827)

Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73 Imperatore

I. Allegro

II. Adagio un poco mosso (si maggiore)

III. Rondò. Allegro

Johannes Brahms (1833 – 1897)

Sinfonia n. 1 in do minore op. 68

I. Un poco sostenuto. Allegro

II. Andante sostenuto

III. Un poco Allegretto e Grazioso

IV. Finale. Adagio. Più Andante. Allegro non troppo, ma con brio

Ludwig van Beethoven

Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73 Imperatore

Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus, 28 novembre 1811. Direttore J. Ph. Christian Schulz, solista Friedrich Schneider

Il primo concerto per pianoforte che Beethoven non avrebbe eseguito lui stesso, a causa della sua sordità sempre più grave.

Johannes Brahms

Sinfonia n. 1 in do minore op. 68

Prima esecuzione: Karlsruhe, Badisches Hoftheater, 4 novembre 1876. Direttore Felix Otto Dessoff

«Non si ha idea di cosa voglia dire sentire sempre dietro di sé i passi di un gigante come Beethoven». (Brahms a Hermann Levi, 1870)

È sorprendente come la nascita di un mito possa travisare e a volte negare la realtà, per lo meno nella misura in cui possiamo documentarla e ricostruirla. Non fu Beethoven a chiamare Imperatore il suo quinto ed ultimo concerto per pianoforte. L’edizione a stampa, pubblicata a Lipsia da Breitkopf e Härtel intorno al 1811, circa due anni dopo la composizione, riporta sul frontespizio: Grand Concerto Pour le Pianoforte avec Accompagnement de l’Orchestre composé et dédié à Son Altesse Imperiale Roudolphe Archi-Duc d’Autriche par L. v. Beethoven . Ma la dedica a sua altezza imperiale l’arciduca Rodolfo non deve trarre in inganno. Rodolfo Giovanni d’Austria, figlio ultimogenito di Leopoldo di Toscana e fratello dell’Imperatore d’Austria Francesco I, era un valente pianista. Aveva cominciato a prendere lezioni da Beethoven intorno al 1803 e il duraturo rapporto tra i due era di stima e di profonda amicizia. Questa stima è comprovata dal numero di opere che Beethoven gli dedicò: tra queste, oltre al n. 5, il Concerto per pianoforte n. 4 op. 58, completato nel 1808, la Sonata op. 81a detta Les adieux , il Trio per pianoforte op. 97 detto dell’Arci-

Beethoven imperiale

Beetho ven

duca , ma soprattutto la Missa solemnis (ricordiamo che Rodolfo fece la carriera ecclesiastica e diventò arcivescovo di Olomouc nel 1819 e cardinale arcivescovo nel 1820). Cade quindi l’ipotesi che la dedica possa connotare in maniera univoca il Concerto n. 5 in virtù delle qualifiche imperiali del dedicatario. Anche l’ipotesi relativa alla difficile situazione personale del compositore, in una Vienna assediata dalle truppe napoleoniche e sotto i bombardamenti, appare fragile. Beethoven aveva già vissuto questa situazione nel 1805, quando Vienna era stata occupata dai francesi.

Il titolo Imperatore , che è ormai indissolubilmente legato all’op. 73, sembra sia da attribuire piuttosto a Johann Baptist Cramer, pianista, editore e compositore tedesco attivo a Londra. Probabilmente, le ragioni di questo titolo sono squisitamente musicali, dovute alla qualità marziale, nobile del primo e del terzo movimento, a fronte del delicato lirismo dell’Adagio centrale. Tra le caratteristiche di questo brano vi è anche l’uso insolito della cadenza: il primo movimento si apre con un ampio monologo del solista; al contrario, lì dove tradizionalmente sarebbe stato opportuno improvvisarne una, il compositore scrive: «Non si fa una cadenza ma si attacca subito il seguente».

L’ombra di Beethoven si staglia, ingombrante, anche sui compositori tedeschi delle generazioni successive, soprattutto in relazione a quel genere sinfonico che, proprio con Beethoven sembrava aver raggiunto una vetta insuperabile: come a dire che dopo la sua Sinfonia n. 9 nessun altro avrebbe potuto confrontarsi con questo genere senza soffrire dell’inevitabile paragone.

Eppure, a oltre 25 anni dalla morte di Beethoven, sarebbe stato Robert Schumann nel 1853 a riconoscere in Johannes Brahms il giovane talento che a lungo il mondo musicale attendeva, riprendendo la penna dopo anni di inattività editoriale per vaticinarne il destino in un celebre articolo dal titolo Vie nuove : «Ed è venuto questo giovane sangue, alla cui culla hanno vegliato Grazie ed eroi. Si chiama Johannes Brahms... Se abbasserà la sua bacchetta magica là dove le potenze delle masse corali e orchestrali gli prestano la loro forza, potremo attenderci di scoprire, nei segreti del mondo degli spiriti, paesaggi ancor più meravigliosi».

Fu questo il peso che dovette sentire sulle sue spalle Johannes Brahms quando, intorno al 1854 e a meno di un anno da quel profetico incontro, iniziò a lavo-

Beethoven imperiale

rare alla sua prima sinfonia. Ed è forse anche per questa ragione che, da quei primi abbozzi al suo completamento, passarono oltre vent’anni: infatti la prima esecuzione, diretta dall’amico Felix Otto Dessoff, avvenne soltanto il 4 novembre 1876 a Karlsruhe, una cittadina defilata, prudentemente lontana dai maggiori centri musicali. Ma la critica non mancò di invocare l’ingombrante figura di Beethoven, alludendo, per esempio, ad una citazione del tema dell’Inno alla gioia . Eppure, il successo arrise a Brahms, a dimostrazione di quanto Schumann aveva profetizzato: Eduard Hanslick suggerì che nessun altro compositore «si era tanto avvicinato alle grandi composizioni beethoveniane» e Hans von Bülow la accolse indicandola come «la decima».

Brahms fu presto riconosciuto quale rappresentante e paladino di una tradizione sinfonica austro-tedesca che, secondo parte della critica, era fortemente minacciata dalle tendenze radicali di musicisti come Richard Wagner e Franz Liszt.

Massimo Zicari

Particolarità

Nella stagione 2024/25 il Direttore ospite principale dell’OSI ha ricevuto inviti prestigiosi per tornare a dirigere i Münchener Philharmoniker, la Bayerische Staatsorchester, la Tokyo Symphony Orchestra e i Bamberger Symphoniker, oltre ad aver diretto il Fidelio di Beethoven all’Opernhaus di Zurigo in uno spettacolo con la regia di Andreas Homoki.

Nel contempo Krzysztof Urbański ha affrontato nelle scorse settimane il ciclo integrale dei cinque Concerti per pianoforte di Beethoven con lo stesso solista del concerto di questa sera, Jan Lisiecki: concerti effettuati al Casino di Berna insieme all’orchestra di cui da questa stagione è Direttore artistico e musicale, la Berner Symphonieorchester.

Direttore ospite principale Orchestra

della Svizzera italiana

Direttore Musicale Berner

Symphonieorchester

Direttore Musicale e artistico Warsaw

Philharmonic

Direttore Onorario Ospite Trondheim

Symfoniorkester & Opera

Leonard Bernstein Award, SchleswigHolstein Musikfestival 2015

Primo Premio, Prague Spring Conducting Competition 2007

Ruoli attuali Riconoscimenti

Krzysztof Urbański

Jan Lisiecki

Particolarità

Pur avendo cominciato a bruciare le tappe di una carriera in costante ascesa fin da piccolo, Jan Lisiecki ha sempre evitato l’etichetta di fanciullo prodigio. Oggi che il ragazzo venuto da Calgary si avvia verso i trent’anni, ha già al suo attivo un’attività senza sosta. Lisiecki si è distinto come interprete del gigante del pianoforte Fryderyk Chopin, eseguito con grande successo anche nel paese dei suoi antenati (la Polonia), protagonista di registrazioni effettuate per Deutsche Grammophon di cui è artista esclusivo: gli Studi e i Concerti per pianoforte e orchestra, incisi con la NDR Elbphilharmonie-Orchester e Krzysztof Urbański, con cui ha già suonato per l’OSI nel 2018 il Concerto di Grieg.

Lisiecki ha eseguito in giro per il mondo anche la temibile cinquina dei Concerti di Beethoven, spesso nella duplice veste di direttore e solista, profondendo le sue molte energie nell’infondere una virile e corroborante vitalità al pianoforte di Beethoven in tutte le sue declinazioni stilistiche, dalle formule mozartiane agli incantati tempi lenti, alle glorie eroiche dell’Imperatore .

Nell’ascoltatore il suo modo di far musica lascia un segno non effimero, una virtuosità lirica e cantata offerta con semplicità, con piglio diretto, con franchezza, con fresco entusiasmo. Le stesse qualità con cui si è fatto apprezzare negli anni passati quando si è dedicato ai negletti e brillanti Concerti di Mendelssohn come nel campo di Schumann, quando ha suonato il celebre “la minore” e le splendide e poco praticate “perle da concerto”, Introduzioneeallegroappassionato e Introduzioneeallegro da concerto, realizzate con l’Accademia di Santa Cecilia di Roma e Antonio Pappano.

Riconoscimenti

Juno Award 2022, 2018

Diapason d’or 2019

ECHO Klassik 2016

Young Artist Gramophone Award 2013

Leonard Bernstein Award, SchleswigHolstein Musikfestival 2013

Canadian Chopin Society, Artist Recognition Award 2013

Ambasciatore UNICEF per il Canada 2012

Diapason d’Or Découverte Award 2010

Nata nel 1935 come Orchestra della Radio Svizzera Italiana, quest’anno l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia il 90mo, proseguendo il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Dal 2022 Direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Tre le rassegne principali di cui è protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, ”OSI al LAC” , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, ”OSIinAuditorio” , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso, mentre la terza, “OSI a Pentecoste” , verrà introdotta nel giugno 2025 sulla scia del fe-

osi.swiss

stival Presenza (2022-24), con l’obiettivo di stabilire un appuntamento fisso con l’OSI in un finesettimana particolarmente interessante, anche per la presenza di un potenziale pubblico internazionale.

A tutto ciò si affianca l’innovativo formato ”be connected” , con eventi e concerti particolari in tutta la Svizzera italiana per incuriosire nuovo pubblico, disseminando l’identità dell’OSI laddove certe barriere e pregiudizi nei confronti della musica classica sembrano ancora esistere.

La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta, con cui si è sviluppata una collaborazione stabile che ha portato alla nascita del festival Presenza al LAC, che ritornerà a Lugano nel 2027 (con cadenza triennale).

In continuo sviluppo anche l’attività concertistica a Bellinzona e nel resto della Svizzera italiana, dove l’Orchestra è regolarmente presente in diversi appuntamenti annuali, soprattutto nell’ambito della mediazione culturale.

Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): dopo un primo, prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms su DVD (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno vinto a gennaio 2025 un secondo ICMA per un CD dedicato a opere di Paul Hindemith e Alfred Schnittke (etichetta ECM New Series). Nell’originale e intrigante produzione discografica OSI rientrano anche una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini e, nel 2023, alle Sinfonie n. 5 e 6 di Čajkovskij.

Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: circa 10’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana.

Open air, cine-concerti e festival estivi - tra cui il Locarno Film Festival - completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.

Informazioni: www.osi.swiss

Orchestra della Svizzera italiana

Violini

Robert Kowalski, Konzertmeister

Walter Zagato, Sostituto spalla

Vasyl Zatsikha, Prima parte

Hans Liviabella, Prima parte

Barbara Ciannamea, Sostituto prima parte

Denis Monighetti

Piotr Nikiforoff

Katie Vitalie

Fabio Arnaboldi

Duilio Galfetti

Irina Roukavitsina-Bellisario

Vittorio Passerini

Ekaterina Valiulina

Asako Iimori

Viole

Ivan Vukčević, Prima parte

Bianca Marin, Sostituto Prima parte

Aurélie Adolphe

Andriy Burko

Violoncelli

Johann Sebastian Paetsch, Prima parte

Felix Vogelsang, Sostituto prima parte

Vanessa Hunt Russell

Contrabbassi

Enrico Fagone, Prima parte

Jonas Villegas, Prima parte

Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte

Flauti

Bruno Grossi, Prima parte

Alessandra Russo, Prima parte

Oboi

Federico Cicoria, Prima parte

Marco Schiavon, Prima parte

Clarinetti

Paolo Beltramini, Prima parte

Corrado Giuffredi, Prima parte

Fagotti

Alberto Biano, Prima parte

Enrico Bassi, Prima parte

Corni

Zora Slokar, Prima parte

Vittorio Ferrari, Prima parte

Trombe

Sébastien Galley, Prima parte

Simon Pellaux, Prima parte

Timpani

Louis Sauvêtre, Prima parte

Oggi suonano

Violini I

Robert Kowalski, Konzertmeister

Denis Monighetti

Piotr Nikiforoff

Katie Vitalie

Vittorio Passerini

Djafer Djaferi*

Hana Kotkova*

Magdalena Langman*

Mirela Lico*

Christina Neufeld*

Violini II

Hans Liviabella, Prima parte

Vasyl Zatsikha

Barbara Ciannamea-Monté Rizzi

Duilio Galfetti

Irina Roukavitsina

Birgit Katriin Born*

Sebastian Canellis-Olier*

Alice Milan*

Viole

Ivan Vukčević, Prima parte

Andriy Burko

Nathalie Gazelle*

Vladyslav Osadachyi*

Volodymyr Mykytka*

Luca Pozza*

Violoncelli

Johann Sebastian Paetsch, Prima parte

Felix Vogelsang

Vanessa Hunt Russell

Eugenio Catale*

Valentina Dubrovina*

Contrabbassi

Jonas Villegas, Prima parte

Enrico Fagone

Erick Martínez Olivo

Christian Hamann*

Flauti

Bruno Grossi, Prima parte

Alessandra Russo

Oboi

Marco Schiavon, Prima parte

Federico Cicoria

Clarinetti

Corrado Giuffredi, Prima parte

Federico Scarso*

Fagotti

Enrico Bassi, Prima parte

Alberto Biano

Alessandro Battaglini*

Corni

Vittorio Ferrari, Prima parte

Zora Slokar

Nicola Scaramuzza*

Paolo Armato*

Trombe

Sébastien Galley, Prima parte

Simon Pellaux

Tromboni

Diego Di Mario*, Prima parte

Mattia De Zen*

Fabio Costa*

Timpani

Louis Sauvêtre, Prima parte *sostituti e aggiunti

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Maggiori informazioni su ffs.ch/stagione-osi

Via Canevascini 5 6900 Lugano, Switzerland osi@osi.swiss www.osi.swiss

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