

non vedo l’ora di tornare a Lugano, dalla favolosa OSI, nel bellissimo LAC, e di eseguirvi il Quinto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven.
Ho trascorso i primi due mesi dell’anno con tutti i Concerti di Beethoven, iniziando con una tournée di 19 tappe in Germania con l’Academy of St. Martin in the Fields (compresi tre cicli beethoveniani completi ad Amburgo, Monaco e Colonia), seguita da un ciclo completo suonato e diretto con la Toronto Symphony Orchestra e, più recentemente, da un altro ciclo completo con il Maestro Urbański a Berna. È stato un grande onore trovare nuove profondità in questa incredibile musica. Eseguire tutti e cinque i concerti contemporaneamente mi ha permesso di acquisire nuove prospettive per il Quinto Concerto, che spero di condividere con il pubblico di Lugano.
Naturalmente si tratta di un capolavoro a sé stante, amato da tutto il pubblico, ma in quanto culmine dello sviluppo del genere del concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven riveste un significato ancora più importante. Beethoven ha spinto le frontiere sempre più in là sotto ogni aspetto: il suono del piano(forte), l’equilibrio tra i ruoli del solista e dell’orchestra, la struttura stessa del concerto. Un’opera davvero rivoluzionaria, in modi che vanno ben oltre il suo (successivo) soprannome.
Buon ascolto!
Caro pubblico, Jan Lisiecki
Main partner
Sponsor di serata
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) Il concerto è inoltre diffuso da Radio România nell’ambito dell’offerta Euroradio.
OSI in Tournée
Venerdì 28 febbraio 2025 ore 20.30 Piacenza, Teatro Municipale
(1770 – 1827)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73 Imperatore
I. Allegro
II. Adagio un poco mosso (si maggiore)
III. Rondò. Allegro
Johannes Brahms (1833 – 1897)
Sinfonia n. 1 in do minore op. 68
I. Un poco sostenuto. Allegro
II. Andante sostenuto
III. Un poco Allegretto e Grazioso
IV. Finale. Adagio. Più Andante. Allegro non troppo, ma con brio
Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73 Imperatore
Prima esecuzione: Lipsia, Gewandhaus, 28 novembre 1811. Direttore J. Ph. Christian Schulz, solista Friedrich Schneider
Il primo concerto per pianoforte che Beethoven non avrebbe eseguito lui stesso, a causa della sua sordità sempre più grave.
Prima esecuzione: Karlsruhe, Badisches Hoftheater, 4 novembre 1876. Direttore Felix Otto Dessoff
«Non si ha idea di cosa voglia dire sentire sempre dietro di sé i passi di un gigante come Beethoven». (Brahms a Hermann Levi, 1870)
È sorprendente come la nascita di un mito possa travisare e a volte negare la realtà, per lo meno nella misura in cui possiamo documentarla e ricostruirla. Non fu Beethoven a chiamare Imperatore il suo quinto ed ultimo concerto per pianoforte. L’edizione a stampa, pubblicata a Lipsia da Breitkopf e Härtel intorno al 1811, circa due anni dopo la composizione, riporta sul frontespizio: Grand Concerto Pour le Pianoforte avec Accompagnement de l’Orchestre composé et dédié à Son Altesse Imperiale Roudolphe Archi-Duc d’Autriche par L. v. Beethoven . Ma la dedica a sua altezza imperiale l’arciduca Rodolfo non deve trarre in inganno. Rodolfo Giovanni d’Austria, figlio ultimogenito di Leopoldo di Toscana e fratello dell’Imperatore d’Austria Francesco I, era un valente pianista. Aveva cominciato a prendere lezioni da Beethoven intorno al 1803 e il duraturo rapporto tra i due era di stima e di profonda amicizia. Questa stima è comprovata dal numero di opere che Beethoven gli dedicò: tra queste, oltre al n. 5, il Concerto per pianoforte n. 4 op. 58, completato nel 1808, la Sonata op. 81a detta Les adieux , il Trio per pianoforte op. 97 detto dell’Arci-
duca , ma soprattutto la Missa solemnis (ricordiamo che Rodolfo fece la carriera ecclesiastica e diventò arcivescovo di Olomouc nel 1819 e cardinale arcivescovo nel 1820). Cade quindi l’ipotesi che la dedica possa connotare in maniera univoca il Concerto n. 5 in virtù delle qualifiche imperiali del dedicatario. Anche l’ipotesi relativa alla difficile situazione personale del compositore, in una Vienna assediata dalle truppe napoleoniche e sotto i bombardamenti, appare fragile. Beethoven aveva già vissuto questa situazione nel 1805, quando Vienna era stata occupata dai francesi.
Il titolo Imperatore , che è ormai indissolubilmente legato all’op. 73, sembra sia da attribuire piuttosto a Johann Baptist Cramer, pianista, editore e compositore tedesco attivo a Londra. Probabilmente, le ragioni di questo titolo sono squisitamente musicali, dovute alla qualità marziale, nobile del primo e del terzo movimento, a fronte del delicato lirismo dell’Adagio centrale. Tra le caratteristiche di questo brano vi è anche l’uso insolito della cadenza: il primo movimento si apre con un ampio monologo del solista; al contrario, lì dove tradizionalmente sarebbe stato opportuno improvvisarne una, il compositore scrive: «Non si fa una cadenza ma si attacca subito il seguente».
L’ombra di Beethoven si staglia, ingombrante, anche sui compositori tedeschi delle generazioni successive, soprattutto in relazione a quel genere sinfonico che, proprio con Beethoven sembrava aver raggiunto una vetta insuperabile: come a dire che dopo la sua Sinfonia n. 9 nessun altro avrebbe potuto confrontarsi con questo genere senza soffrire dell’inevitabile paragone.
Eppure, a oltre 25 anni dalla morte di Beethoven, sarebbe stato Robert Schumann nel 1853 a riconoscere in Johannes Brahms il giovane talento che a lungo il mondo musicale attendeva, riprendendo la penna dopo anni di inattività editoriale per vaticinarne il destino in un celebre articolo dal titolo Vie nuove : «Ed è venuto questo giovane sangue, alla cui culla hanno vegliato Grazie ed eroi. Si chiama Johannes Brahms... Se abbasserà la sua bacchetta magica là dove le potenze delle masse corali e orchestrali gli prestano la loro forza, potremo attenderci di scoprire, nei segreti del mondo degli spiriti, paesaggi ancor più meravigliosi».
Fu questo il peso che dovette sentire sulle sue spalle Johannes Brahms quando, intorno al 1854 e a meno di un anno da quel profetico incontro, iniziò a lavo-
rare alla sua prima sinfonia. Ed è forse anche per questa ragione che, da quei primi abbozzi al suo completamento, passarono oltre vent’anni: infatti la prima esecuzione, diretta dall’amico Felix Otto Dessoff, avvenne soltanto il 4 novembre 1876 a Karlsruhe, una cittadina defilata, prudentemente lontana dai maggiori centri musicali. Ma la critica non mancò di invocare l’ingombrante figura di Beethoven, alludendo, per esempio, ad una citazione del tema dell’Inno alla gioia . Eppure, il successo arrise a Brahms, a dimostrazione di quanto Schumann aveva profetizzato: Eduard Hanslick suggerì che nessun altro compositore «si era tanto avvicinato alle grandi composizioni beethoveniane» e Hans von Bülow la accolse indicandola come «la decima».
Brahms fu presto riconosciuto quale rappresentante e paladino di una tradizione sinfonica austro-tedesca che, secondo parte della critica, era fortemente minacciata dalle tendenze radicali di musicisti come Richard Wagner e Franz Liszt.
Massimo Zicari
Nella stagione 2024/25 il Direttore ospite principale dell’OSI ha ricevuto inviti prestigiosi per tornare a dirigere i Münchener Philharmoniker, la Bayerische Staatsorchester, la Tokyo Symphony Orchestra e i Bamberger Symphoniker, oltre ad aver diretto il Fidelio di Beethoven all’Opernhaus di Zurigo in uno spettacolo con la regia di Andreas Homoki.
Nel contempo Krzysztof Urbański ha affrontato nelle scorse settimane il ciclo integrale dei cinque Concerti per pianoforte di Beethoven con lo stesso solista del concerto di questa sera, Jan Lisiecki: concerti effettuati al Casino di Berna insieme all’orchestra di cui da questa stagione è Direttore artistico e musicale, la Berner Symphonieorchester.
Direttore ospite principale Orchestra
della Svizzera italiana
Direttore Musicale Berner
Symphonieorchester
Direttore Musicale e artistico Warsaw
Philharmonic
Direttore Onorario Ospite Trondheim
Symfoniorkester & Opera
Leonard Bernstein Award, SchleswigHolstein Musikfestival 2015
Primo Premio, Prague Spring Conducting Competition 2007
Pur avendo cominciato a bruciare le tappe di una carriera in costante ascesa fin da piccolo, Jan Lisiecki ha sempre evitato l’etichetta di fanciullo prodigio. Oggi che il ragazzo venuto da Calgary si avvia verso i trent’anni, ha già al suo attivo un’attività senza sosta. Lisiecki si è distinto come interprete del gigante del pianoforte Fryderyk Chopin, eseguito con grande successo anche nel paese dei suoi antenati (la Polonia), protagonista di registrazioni effettuate per Deutsche Grammophon di cui è artista esclusivo: gli Studi e i Concerti per pianoforte e orchestra, incisi con la NDR Elbphilharmonie-Orchester e Krzysztof Urbański, con cui ha già suonato per l’OSI nel 2018 il Concerto di Grieg.
Lisiecki ha eseguito in giro per il mondo anche la temibile cinquina dei Concerti di Beethoven, spesso nella duplice veste di direttore e solista, profondendo le sue molte energie nell’infondere una virile e corroborante vitalità al pianoforte di Beethoven in tutte le sue declinazioni stilistiche, dalle formule mozartiane agli incantati tempi lenti, alle glorie eroiche dell’Imperatore .
Nell’ascoltatore il suo modo di far musica lascia un segno non effimero, una virtuosità lirica e cantata offerta con semplicità, con piglio diretto, con franchezza, con fresco entusiasmo. Le stesse qualità con cui si è fatto apprezzare negli anni passati quando si è dedicato ai negletti e brillanti Concerti di Mendelssohn come nel campo di Schumann, quando ha suonato il celebre “la minore” e le splendide e poco praticate “perle da concerto”, Introduzioneeallegroappassionato e Introduzioneeallegro da concerto, realizzate con l’Accademia di Santa Cecilia di Roma e Antonio Pappano.
Juno Award 2022, 2018
Diapason d’or 2019
ECHO Klassik 2016
Young Artist Gramophone Award 2013
Leonard Bernstein Award, SchleswigHolstein Musikfestival 2013
Canadian Chopin Society, Artist Recognition Award 2013
Ambasciatore UNICEF per il Canada 2012
Diapason d’Or Découverte Award 2010
Nata nel 1935 come Orchestra della Radio Svizzera Italiana, quest’anno l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia il 90mo, proseguendo il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Dal 2022 Direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Tre le rassegne principali di cui è protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, ”OSI al LAC” , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, ”OSIinAuditorio” , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso, mentre la terza, “OSI a Pentecoste” , verrà introdotta nel giugno 2025 sulla scia del fe-
osi.swiss
stival Presenza (2022-24), con l’obiettivo di stabilire un appuntamento fisso con l’OSI in un finesettimana particolarmente interessante, anche per la presenza di un potenziale pubblico internazionale.
A tutto ciò si affianca l’innovativo formato ”be connected” , con eventi e concerti particolari in tutta la Svizzera italiana per incuriosire nuovo pubblico, disseminando l’identità dell’OSI laddove certe barriere e pregiudizi nei confronti della musica classica sembrano ancora esistere.
La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta, con cui si è sviluppata una collaborazione stabile che ha portato alla nascita del festival Presenza al LAC, che ritornerà a Lugano nel 2027 (con cadenza triennale).
In continuo sviluppo anche l’attività concertistica a Bellinzona e nel resto della Svizzera italiana, dove l’Orchestra è regolarmente presente in diversi appuntamenti annuali, soprattutto nell’ambito della mediazione culturale.
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): dopo un primo, prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms su DVD (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno vinto a gennaio 2025 un secondo ICMA per un CD dedicato a opere di Paul Hindemith e Alfred Schnittke (etichetta ECM New Series). Nell’originale e intrigante produzione discografica OSI rientrano anche una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini e, nel 2023, alle Sinfonie n. 5 e 6 di Čajkovskij.
Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: circa 10’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana.
Open air, cine-concerti e festival estivi - tra cui il Locarno Film Festival - completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Asako Iimori
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto Prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Simon Pellaux, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Vittorio Passerini
Djafer Djaferi*
Hana Kotkova*
Magdalena Langman*
Mirela Lico*
Christina Neufeld*
Violini II
Hans Liviabella, Prima parte
Vasyl Zatsikha
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina
Birgit Katriin Born*
Sebastian Canellis-Olier*
Alice Milan*
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Andriy Burko
Nathalie Gazelle*
Vladyslav Osadachyi*
Volodymyr Mykytka*
Luca Pozza*
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang
Vanessa Hunt Russell
Eugenio Catale*
Valentina Dubrovina*
Contrabbassi
Jonas Villegas, Prima parte
Enrico Fagone
Erick Martínez Olivo
Christian Hamann*
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo
Oboi
Marco Schiavon, Prima parte
Federico Cicoria
Clarinetti
Corrado Giuffredi, Prima parte
Federico Scarso*
Fagotti
Enrico Bassi, Prima parte
Alberto Biano
Alessandro Battaglini*
Corni
Vittorio Ferrari, Prima parte
Zora Slokar
Nicola Scaramuzza*
Paolo Armato*
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Simon Pellaux
Tromboni
Diego Di Mario*, Prima parte
Mattia De Zen*
Fabio Costa*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte *sostituti e aggiunti
Cornèr Banca è lieta di sostenere il concerto dell’Orchestra della Svizzera italiana e vi augura una magica serata musicale.
Cornèr Banca SA // Via Canova 16 // 6901 Lugano_Switzerland
Tel. +41 91 800 51 11 // corner.ch
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Sostenitore da CHF 100.–/anno
Donatore da CHF 500.–/anno
Benefattore da CHF 3’000.–/anno
Mecenate da CHF 10’000.–/anno Leggio d’oro contributi straordinari nel segno della continuità
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Stefan Asbury Direttore OSI e Ensemble900 del CSI
Musiche di Roqué Alsina, Berio, Ligeti, Bartók
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Sponsor Principale
Sponsor di serata
Fondazione per l’Orchestra
della Svizzera italiana
Novità!
Viaggio gratuito con i trasporti pubblici incluso nel biglietto d’entrata per i concerti OSI in stagione.
Maggiori informazioni su ffs.ch/stagione-osi
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