Programma di sala OSI 17.03.2022

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OSI al LAC 08

LAC — Lugano 17 marzo 2022 20.30

Orchestra della Svizzera italiana

Krzysztof Urbański direttore Dejan Lazić pianoforte


Informazioni su Kaupo Kikkas

Foto di Kaupo Kikkas pp. 1, 2, 14-15, 24 (Lugano, davanti al LAC), pp. 12-13, 16, 18 e 19.

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Parliamo tra di noi Di questi tempi, è probabilmente più evidente che mai quanto sia importante la comunicazione. Parlare tra di noi, nella tolleranza e nel rispetto, è ciò che tiene insieme una comunità, ciò che la rende così insostituibilmente preziosa. Ci sono molti tipi di linguaggio: quello parlato è uno, la musica è un altro. Non conosco una ricetta per stabilire quando sia appropriato un certo tipo di comunicazione. Ma parlo a nome dei nostri musicisti – che provengono da tante nazioni - quando scrivo che l’OSI si ritrova ogni giorno sul palco, nelle prove come nei concerti, e insieme, in una comunità, capisce come raggiungere gli obiettivi. Continuiamo dunque tutti insieme, ma ognuno a modo suo, a cambiare un po’ il mondo in futuro, con i nostri cuori e le nostre menti! Permettetemi di ricordarvi che tutti noi possiamo contribuire con una donazione - per esempio alla Catena della Solidarietà - ad alleviare almeno un po’ l’indicibile sofferenza in Ucraina. Con i migliori saluti

Christian Weidmann Direttore artistico-amministrativo Orchestra della Svizzera italiana

Donazione in favore della crisi umanitaria in Ucraina

https://donazioni.catena-della-solidarieta.ch/ukr2022


Guillaume Connesson Doppio quartetto per flauto, oboe, clarinetto, clarinetto basso e quartetto d’archi Guillaume Connesson, classe 1970, si è costruito il suo «personale complesso mosaico del mondo contemporaneo», partendo da una linea francese che da Berlioz arriva a Honegger via Ravel, Roussel, Poulenc, Messiaen. Sui modelli nazionali si è innestata l’influenza del minimalismo americano, soprattutto di John Adams. Il rifiuto dei dogmatismi delle generazioni precedenti ha prodotto, come nel caso del Double Quartet, una scrittura netta, ritmicamente incisiva, scoppiettante, impertinente, vivace. «La musica deve accompagnarci nella vita, nutrire interiormente il nostro immaginario: è qualche cosa che si dona e che gli altri possono ricevere, o meno». Sergej Rachmaninov Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore op. 18 Prima esecuzione: Mosca, Società Filarmonica di Mosca, 9 novembre 1901. Direttore Alexander Siloti, solista Sergej Rachmaninov Per uscire definitivamente dalla depressione che lo aveva afflitto dopo l’insuccesso nel 1897 della sua Prima sinfonia, Rachmaninov si recò a Yalta, in Crimea, con il grande basso e amico Fëdor Šaljapin, che lo incoraggiò a tenere un concerto assieme, eseguendo sue liriche. Alla fine del concerto un piccolo uomo barbuto gli disse: «Signor Rachmaninov, nessuno ancora vi conosce ma un giorno sarete un grande uomo». Il compositore non dimenticò mai la profezia di quell’ascoltatore: era Anton Čechov. John Williams Star Wars Suite Nel 2005 una giuria composta da 500 fra artisti, compositori, critici, musicisti e storici, selezionata dall’American Film Institute, ha proclamato “colonna sonora più memorabile di tutti i tempi” il primo episodio di Star Wars (1977), oggi inserito fra prequel e sequel della famosa saga di George Lucas come Episodio IV - Una nuova speranza. Molti dei sette brani scelti da Krzysztof Urbański provengono da quell’episodio, a partire dal grandioso incipit dei titoli di testa (Main Title) fino alla marcia ‘nuziale’ che accompagna gli eroi Luke e Han Solo a ricevere la medaglia dalla principessa Leila (Throne Room), passando per il grottesco jazz elettronico suonato da strani esseri in Cantina Band. Ma sono ben presenti anche l’Episodio V - L’impero colpisce ancora, con la celebre Imperial March e la cosmica battaglia fra gli asteroidi The Asteroid Field, e l’Episodio VI - Il ritorno dello Jedi, con il misterioso sentimento che lega Luke e Leila (Luke and Leia) e la battaglia alla Prokof’ev della Forest Battle.

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Orchestra della Svizzera italiana Orchestra residente al LAC

Krzysztof Urbański direttore Dejan Lazić pianoforte

Guillaume Connesson (*1970) Doppio quartetto per flauto, oboe, clarinetto, clarinetto basso e quartetto d’archi* (1994)

8’

Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due).

*Robert Kowalski, Hans Liviabella, Jan Snakowski, Luca Magariello, Alessandra Russo, Marco Schiavon, Corrado Giuffredi, Paolo Beltramini

Sergej Rachmaninov (1873 – 1943) Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore op. 18 (1901) Moderato Adagio sostenuto Allegro scherzando

34’

_____ John Williams (*1932) Star Wars Suite 1. Main Title 2. Luke and Leia 3. The Asteroid Field 4. The Imperial March 5. Cantina Band 6. Forest Battle 7. Throne Room

32’

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Da Rachmaninov a Williams: quando la musica va al cinema Dopo l’entrée rapida e brillante del Double Quartet di Guillaume Connesson, il programma prosegue con il Secondo concerto per pianoforte e orchestra, il più popolare fra i quattro scritti da Sergej Rachmaninov per lo strumento di cui fu uno dei più grandi virtuosi-interpreti del suo tempo. Nell’immaginario collettivo è sinonimo di “grande virtuosismo” (un motivo ironizzato nel film del 1955 Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder, dove il protagonista, Tom Ewell, sogna di sedurre Marilyn Monroe suonando proprio il Secondo di Rachmaninov). Il riscontro entusiasta del pubblico inaugurò un motivo conduttore della carriera non solo americana di Rachmaninov: idolatrato come solista dalle folle, ma disprezzato come compositore da gran parte della critica moderna, che lo riteneva un “sopravvissuto” di un’epoca ormai tramontata. Spesso, per liquidarlo, si diceva che la sua era “musica da film”. A parte il fatto che il Secondo concerto fu pienamente usato come colonna sonora anche per la pellicola drammaticosentimentale Breve incontro di David Lean e Noël Coward (del 1947) sull’adulterio non consumato fra Celia Johnson e Trevord Howard, oggi quel significato peggiorativo si è completamente ribaltato. L’essere una colonna sonora non è più un elemento dispregiativo. Generazioni di musicisti che si sono applicati al genere hanno reso il soundtrack un elemento sostanziale e fondamentale per il successo di una pellicola. Si dice ad esempio che John Williams «non abbia bisogno dei film, ma 6

che siano i film ad aver bisogno di lui». Williams vanta infatti il record, dopo Alfred Newman, del maggior numero di premi Oscar vinti (cinque) per le musiche di film come Lo squalo, Guerre Stellari, E.T. e Schindler’s List. «Sono convinto che tra cinquant’anni non faremo più differenze di genere riguardo alla “musica da film”, specialmente per quella di Star Wars, che qualsiasi persona al mondo ha sentito: quanta musica è così riconoscibile?» si domanda l’ideatore e direttore di questo programma, Krzysztof Urbański. «I personaggi della saga di George Lucas fanno parte del nostro immaginario collettivo, sono “reali”: tutti sanno quali valori porta con sé un cavaliere Jedi, proprio come in un western di qualche decennio fa. Sono capolavori basati su simboli che appaiono semplici, ma che portano con sè un sistema di valori piuttosto complesso». Urbański ricorda che «trent’anni fa non avrei potuto dirigere un concerto così: la gente l’avrebbe etichettato come “pop”». Oggi invece tutto è cambiato: per festeggiare i suoi 90 anni, compiuti proprio poche settimane fa, John Williams ha tenuto concerti trionfali in tutto il mondo, anche con le prestigiose Filarmoniche di Vienna e Berlino. Giovanni Gavazzeni


Marilyn Monroe insieme a Tom Ewell nel film Quando la moglie è in vacanza (1955). Lui sogna di sedurla suonando il Secondo concerto di Rachmaninov, opera famosissima finita più volte nelle colonne sonore dei film di Hollywood.

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John Williams, il sinfonista di Hollywood John Williams, che ha appena festeggiato i 90 anni (è nato l’8 febbraio del 1932), è considerato colui che ha riportato in auge lo stile sinfonico alla fine degli anni ’70, e la popolarità planetaria di Star Wars ha fatto di lui una figura celebrata e riverita. Quando, nel 1976, il regista George Lucas doveva decidere quali scelte musicali adottare per il suo nuovo film Star Wars (1977), il suo orientamento era quello di ricorrere al repertorio sinfonico tardo ottocentesco, come aveva già fatto Stanley Kubrick per 2001: Odissea nello spazio (1968). L’amico e collega Steven Spielberg gli raccomandò un compositore con cui aveva appena finito di lavorare per il film Lo squalo (1975): Williams appunto, che a quel tempo era già un affermato professionista di Hollywood. In attività dalla fine degli anni ’50, aveva imparato il mestiere direttamente da giganti della musica per film come Bernard Herrmann, Dimitri Tiomkin e Alfred Newman. A questa fondamentale formazione cine-musicale, affiancava anche una profonda formazione classica – si era distinto sin dagli anni ‘60 come autore di opere da concerto – e una consolidata pratica jazzistica, come arrangiatore ed esecutore. Questa versatilità gli aveva conquistato una salda reputazione a Hollywood, che lo aveva già premiato con due Oscar, per Il violinista sul tetto (1971) e, appunto, per Lo squalo. In quest’ultimo film, Williams aveva dimostrato di non essere soltanto un solido professionista ma anche, e soprattutto, un eccezionale maestro della narrazione musicale e della scrittura sinfonica: è sua non solo la brillante intuizione di usare quelle ormai celebri note basse per identificare il mostro marino, ma anche quella di creare vere e proprie pagine sinfoniche per le scene d’azione in alto mare. E se la scrittura sinfonica occupa ne Lo squalo

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solo alcuni episodi, Williams la estese a tutto il film Star Wars, creando una ricca trama musicale parallela a quella del film, in cui, tramite la tecnica wagneriana del Leitmotiv, ogni personaggio principale e ogni situazione ricorrente sono caratterizzati da un distinto tema musicale. A registrare le oltre 800 pagine di partitura vennero chiamati 86 elementi della rinomata London Symphony Orchestra, diretti dallo stesso Williams. Il risultato furono 88 minuti di musica sui 120 minuti totali di film: una presenza musicale così pervasiva e una varietà e interconnessione leitmotivica così forte non appariva sugli schermi dai tempi di Via col vento (1939) e Lo sparviero del mare (1940), dai giorni “antichi” di Steiner e Korngold. Nonostante le prospettive dell’operazione fossero messe in dubbio un po’ da tutti, il film ebbe un clamoroso successo: la musica stessa ottenne numerosi riconoscimenti, tra cui un terzo Oscar per il suo compositore. Ma al di là dei numerosissimi riconoscimenti in ambito cinematografico, Williams ha svolto un’azione fondamentale anche al di là degli schermi: come direttore d’orchestra. Proprio sull’onda del revival sinfonico iniziato da Star Wars, venne offerta a Williams nel 1980 la direzione artistica della Boston Pops Orchestra. I Boston Pops sono la Boston Symphony meno le prime parti: dal 1885 si sono specializzati in programmi per il grande pubblico – “musica classica per persone che credono di odiare la musica classica”, come soleva dire il loro più longevo direttore, Arthur Fiedler. Negli Stati Uniti è chiamata America’s Orchestra


John Williams in sala di registrazione insieme al regista George Lucas.

per il suo ruolo centrale nell’educazione musicale della nazione. Williams fu il primo “musicista di Hollywood” a cui fu affidata la direzione di un’istituzione così prestigiosa. Nei suoi quattordici anni di mandato, non solo continuò a portare la musica sinfonica alle masse, ma introdusse stabilmente il repertorio cinematografico, combattendo i longevi pregiudizi di coloro che consideravano la musica per film necessariamente inferiore e indegna di essere suonata in concerto. Dopo la radicale scissione tra musica popolare e musica d’arte avvenuta nel ventesimo secolo – con la prima che tende verso una massificazione e standardizzazione commerciale dello stile, e la seconda verso astrazioni esoteriche che pochi addetti ai lavori sono in grado di apprezzare – la musica per film sembra essere forse l’unico repertorio che riesca a tenere assieme l’immediatezza e la scrittura sinfonica. A livello popolare, la musica per film è stata nella seconda metà del Novecento quello cha l’opera lirica è stata nel secolo precedente. Si può dire che la musica per film abbia avuto il merito di preservare il suono orchestrale e l’idioma sinfonico in ambito popolare, aggiungendo nuovi brani a un repertorio orchestrale che non può vivere

solo ripetendo i grandi classici, e portando avanti quella accessibilità che è venuta a mancare nella “musica colta” contemporanea. Dopo decenni di diffidenze, anche le più blasonate compagini hanno ormai iniziato a cimentarsi con questo repertorio. Qualcuno potrebbe obiettare che avvicinarsi ad esso sia semplicemente uno “svendersi per fare cassa”. Piuttosto, occorre riconoscere che la musica per film – o meglio, la migliore musica per film – ha saputo tenere in vita un tipo di scrittura sinfonica che rischiava di svanire. Se molti giovani delle nuove generazioni hanno più volte dichiarato di aver scoperto il suono di un’orchestra proprio grazie a Star Wars, ultimamente per la stessa ragione la Royal Philharmonic Society di Londra ha assegnato a Williams la prestigiosa Gold Medal: per aver «dedicato la sua vita a far sì che la musica orchestrale potesse continuare ad affascinare e a rivolgersi alle persone di tutto il mondo». Emilio Audissino

L’articolo completo di E. Audissino è disponibile sul magazine OSI.swiss n. 3

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Dejan Lazić pianoforte Riconoscimenti Echo Klassic Award 2009 Particolarità Il pianista croato Dejan Lazić, cresciuto a Salisburgo come studente del Mozarteum, ha suonato fino a 23 anni anche il clarinetto. Dopo aver visto il film Amadeus di Miloš Forman ha deciso inoltre che avrebbe composto musica: accanto al pianoforte Lazić ha così

un’intensa attività di compositore, molto apprezzata da Krzysztof Urbański che gli ha commissionato ed eseguito per la prima volta ad Indianapolis nel 2017 il poema sinfonico Mozart e Salieri (ispirato al dramma di Puškin e Forman) e nel 2020 S.C.H.Erzo per orchestra. «Reinventarsi sempre, osare, rischiare, essere mentalmente aperti e originali» […]. L’atteggiamento di Lazić «come pianista è suonare e raggiungere il pubblico; come compositore fare le stesse cose, con l’aggiunta di vedere le facce dei musicisti contenti quando suonano la mia musica – una gioia assoluta per un compositore!».

Cognome Lazić Nome Dejan Nascita Zagabria (Croazia), 07.02.1977 Strumento Pianoforte

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Cognome Urbański Nome Krzysztof Nascita Pabianice (Polonia) 17.10.1982 Ruolo Direttore d’orchestra

Krzysztof Urbański direttore Ruoli attuali Direttore musicale Indianapolis Symphony Orchestra Direttore ospite principale NDR Elbphilharmonie Orchester Direttore onorario ospite Trondheim Symfoniorkester & Opera Riconoscimenti Leonard Bernstein Award, SchleswigHolstein Musikfestival 2015 Primo Premio, Prague Spring Conducting Competition 2007

Particolarità Ha ricordato Krzysztof Urbański, nell’intervista per il magazine dell’OSI OSI.swiss n. 3, «quando avevo forse sei o sette anni, una domenica pomeriggio in televisione, sul canale nazionale, stavano dando quello che oggi chiamiamo Episodio 4 - Una nuova speranza: all’inizio lo guardai distrattamente, perché ero più impegnato a giocare con i miei cugini, ma ben presto capii che c’era qualcosa di irresistibile, che mi attrasse come un magnete. Era la scena - lo ricordo ancora! - dei due droidi che vagano per il deserto di Tatooine: forse fu la musica ad attirarmi, perché ancora oggi è il mio momento preferito di tutta la partitura, così colorito e dallo stile all’avanguardia. [...] I film e la musica di Star Wars ebbero un grande impatto su di me nella fase in cui stavo crescendo: la celebre frase iniziale («A long time ago, in a galaxy far, far away...») mi fece riflettere tantissimo. Perché “tanto tempo fa”, se era un film di fantascienza? E allora mi appassionai all’astronomia, alla cosmologia, alla filosofia… ». 11


Orchestra della Svizzera italiana (OSI) Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC, si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio, a gennaio e febbraio nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e con numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel contempo si sta sviluppando una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata

in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolgerà a Lugano nel periodo di Pentecoste a partire dal 2022, con una prima anticipazione avvenuta a maggio 2021. Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini (pubblicati dall’etichetta Concerto Classics). Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio. Informazioni:

www.osi.swiss

Musicisti OSI VIOLINI Robert Kowalski Konzertmeister, Tamàs Major Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Vasyl Zatsikha Prima parte, Hans Liviabella Prima parte, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Sostituto prima parte, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Fabio Arnaboldi, Duilio Galfetti, Irina Roukavitsina-Bellisario, Julia Didier, Marco Norzi, Vittorio Passerini, Ekaterina Valiulina VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević Prima parte, Bianca Marin, Sostituto prima parte, Aurélie Adolphe, Andriy Burko VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Luca Magariello Prima parte, Felix Vogelsang Sostituto prima parte, Vanessa Hunt Russell CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas Prima parte, Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte FLAUTI Bruno Grossi Prima parte, Alessandra Russo Prima parte OBOI Federico Cicoria Prima parte, Marco Schiavon Prima parte CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi Prima parte FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Mathieu Brunet Prima parte CORNI Zora Slokar Prima parte, Vittorio Ferrari Prima parte TROMBE Sébastien Galley Prima parte, Serena Basandella Prima parte TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

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Oggi suonano VIOLINI I Robert Kowalski Konzertmeister, Walter Zagato Konzertmeister, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Vittorio Passerini, Ekaterina Valiulina, Ildikò Nemes*, Hana Kotkova*, Mirela Lico*

VIOLINI II Hans Liviabella Prima parte, Vasyl Zatsikha, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Fabio Arnaboldi, Duilio Galfetti, Irina Roukavitsina-Bellisario, Sebastian Canellis-Olier*, Vincenzo Quaranta*

VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević, Bianca Marin, Aurélie Adolphe, Andriy Burko, Giulia Panchieri* VIOLONCELLI Luca Magariello Prima parte, Johann Sebastian Paetsch, Felix Vogelsang, Vanessa Hunt Russell, Lorenza Baldo*, Fabio Fausone*

CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas, Erick Martinez Olivo, Giorgio Magistroni* FLAUTI Alessandra Russo Prima parte, Bruno Grossi, Alice Sabbadin*

OBOI Marco Schiavon Prima parte, Federico Cicoria, Domenico Lamacchia*

CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi, Joel Duarte Alves Cardoso* FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Enrico Bassi, Jasen Atanasov

CORNI Zora Slokar Prima parte, Debora Maffeis*, Ivan Zaffaroni*, Michele Canori*, Giuseppe Russo* TROMBE Sébastien Galley Prima parte, Serena Basandella, Marco Bellini* TROMBONI Eugenio Abbiatici*, Floriano Rosini*, Fabio Costa* TUBA Rino Ghiretti*

SAX SOPRANO Fabrizio Benevelli* SAX ALTO Marco Ferri*

SAX TENORE Stefano Franceschini* TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

PERCUSSIONI Danilo Grassi*, Paolo Nocentini*, Paolo Murena*, Alessandro Carobbi*, Andrea Dulbecco* PIANOFORTE Roberto Arosio*

CONTRABBASSO ELETTRICO Marco Antonio Ricci* ARPA Francesca Cavallo* *sostituti e aggiunti

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Incontriamo questa sera Louis Sauvêtre, timpanista prima parte dell’OSI, di cui potete leggere anche un ritratto più approfondito sul magazine OSI.swiss nr. 3.

TRE DOMANDE A…

Louis Sauvêtre Conosciamo un musicista dell’OSI

Strumento Timpani, percussioni Attività artistica Timpani prima parte OSI Nascita 16.02.1971, Parigi Nazionalità Francese

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Partiamo dagli inizi: lei è originario di Parigi, com’è arrivato all’OSI? Non sono un musicista tipico, ho iniziato a suonare e a fare musica soltanto intorno ai 18 anni. In quegli anni studiavo al Liceo, ero bravo nelle materie scientifiche e, a un certo punto, scoprii un mondo che dovevo assolutamente conoscere e approfondire: non è stato facile, in molti mi dicevano che era troppo tardi per iniziare a suonare uno strumento e sarebbe stato impossibile fare della musica la propria vita a quell’età. Tuttavia non ho mai perso le speranze, diventando addirittura custode della scuola di musica in cui studiavo percussioni poiché stavo sempre lì, anche a dormire. Grazie a molto studio e determinazione, sono poi riuscito ad accedere al prestigioso Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi. Al termine degli studi ho iniziato a suonare soprattutto musica antica, insieme ad ensembles barocchi: non desideravo infatti diventare percussionista in un’orchestra della mia città poiché faticavo a capire e ad accettare la mentalità che spesso ritrovavo negli orchestrali. Ho quindi iniziato a cercare altrove, dapprima in Lussemburgo, dopodiché nelle mie ricerche ho scoperto l’Orchestra della Svizzera italiana. Un’orchestra con una storia fantastica e una lista di maestri che l’avevano diretta molto interessante. Il direttore stabile all’epoca era Alain Lombard, molto celebre in Francia, e allora mi sono detto “devo provare”. Com’è la giornata tipo di un musicista che suona in orchestra come lei? Fra lo studio e le prove d’orchestra c’è un’organizzazione mirata: le prove sono fisse e bisogna chiaramente rispettarle. Tuttavia, per un timpanista lo studio diverge molto da quello di un violinista o di altri strumenti dell’orchestra: bisogna ovviamente studiare la tecnica del proprio strumento con regolarità (nel mio caso una o due ore al giorno, per quattro o cinque giorni la settimana) ma il grosso del lavoro è lo studio della partitura orchestrale, che equivale a circa il 90% della preparazione. Conoscere perfettamente “cosa

fanno gli altri” è fondamentale - non si può sbagliare. La sicurezza nella preparazione musicale è molto apprezzata anche dai direttori: un musicista nel mio ruolo non deve contare sul maestro per sapere quando dovrà eseguire i propri interventi, deve essere sicuro di se stesso. Questa sera la ammireremo anche nella Suite da Star Wars di John Williams: musiche da film conosciutissime, ma inedite in un concerto dell’OSI. Come le affronta? È vero che questo brano è una novità per l’OSI: d’altra parte siamo tutti cresciuti con la saga di Star Wars, fa ormai parte della nostra cultura, tutti ne conosciamo la storia. Ricordo una visita con i miei figli alla villa del Balbianello, sul lago di Como, il luogo dove hanno girato una famosa scena della saga: i bambini hanno subito voluto andarci, è storia per me come per loro. Inoltre il compositore è tuttora in vita e l’approccio è dunque molto agevole, quasi più facile rispetto a compositori di due o tre secoli fa sui quali ci sono sempre tante domande e discussioni su come interpretarli. John Williams è inoltre un compositore di grande qualità: si può dibattere sullo stile, ma sulla tecnica e il talento no, l’orchestrazione è straordinaria, molto ricca e precisa. Per quanto riguarda il lavoro di preparazione, esso è sicuramente importante: sono previsti tanti strumenti a percussione diversi e tecnicamente le parti sono impegnative. In sintesi, direi che l’approccio è facile culturalmente, ma impegnativo tecnicamente. E lo si affronta con la stessa serietà e profondità richiesta da qualsiasi grande compositore classico.

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Prossimamente...

Concerto del Venerdì Santo

Chiesa Collegiata Bellinzona 15 aprile 2022 20.30 Coro della Radiotelevisione svizzera Orchestra della Svizzera italiana Diego Fasolis direttore

C. Franck Prière per organo (trascr. per grande orchestra di F. Arnaboldi) M. Duruflé Requiem per soli, coro e orchestra

Prevendita e riservazioni: www.osi.swiss e InfoPoint Bellinzona


Orchestra della Svizzera italiana

Markus Poschner direttore

LAC — Lugano 31 marzo 2022 20.30

Richard Wagner Parsifal preludio

Mathilde Wantenaar Prélude à une nuit américaine

OSI al LAC 09

Claude Debussy Prélude à l’après-midi d’un faune Piotr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 2

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Sponsor Principale Iniziative per bambini e famiglie e sponsor di serata Musikvermittlung sowie Jugend- und Talentförderung Eine kulturelle Stiftung

OSI – Locarno Film Festival

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