Programma di sala OSI 09.12.2021

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LAC – Lugano 9 dicembre 2021 20.30 / OSI al LAC 05

ČAJKOVSKIJ

© Giorgia Bertazzi

ČAJKOVSKIJ


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ČAJKOVSKIJ

09.12.21 Christian Tetzlaff Violino

10.02.22 Jan Lisiecki Pianoforte

31.03.22 Oscar Bianchi Compositore

prima mondiale, su commissione OSI

Markus Poschner Direttore

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In viaggio con Tracce #02 È come se l’avesse sempre saputo: Andrea Molino, il nostro Creative chair per il progetto Tracce, ha intitolato il suo brano, il primo in programma nel concerto di questa sera, Chants de fragilité. Oggi più che mai capiamo come siano fragili la struttura e i meccanismi del nostro mondo moderno: avendo, ancora quest’estate, delle buone ragioni per vedere la luce in fondo al tunnel, quando invece ho scritto questo testo, a soli pochi giorni dall’inizio delle prove, non sapevo se il solista di oggi, Christian Tetzlaff, sarebbe stato vittima o meno delle nuove restrizioni. Gli artisti viaggiano costantemente: solo pochi giorni prima del nostro concerto al LAC, Christian Tetzlaff era atteso a San Francisco e Los Angeles. Il grande vantaggio della mobilità è diventato un rischio.

Ma in fondo, non è sempre stato così? Gli artisti da sempre sono in viaggio: anche senza gli aerei, lo scambio con altre culture, l’ispirazione data da paesaggi diversi, lo stimolo che nasce dal vedere nuovi mondi, hanno fatto e fanno parte dello sviluppo personale dell’artista, ma anche dell’intera società. In cammino sulle Tracce di Cajkovskij, oggi accompagniamo letteralmente il grande compositore russo nel suo viaggio a Montreux. Forse avremo la possibilità di percepire almeno un soffio dell’ispirazione che lo portò a creare il suo bellissimo Concerto per violino? Lasciamoci sorprendere!

Christian Weidmann Direttore artistico-amministrativo Orchestra della Svizzera italiana


Andrea Molino Chants de fragilité – Quatre études sur la persistance de la mémoire per violino solo, 16 violini in eco, live video e orchestra Prima esecuzione: Lugano, 9 dicembre 2021. Solisti Christian Tetzlaff e Robert Kowalski, direttore Markus Poschner Chants de fragilité è il secondo episodio del progetto Tracce Čajkovskij, dopo l’installazione multimediale Il Quarto Paesaggio lo scorso settembre nella Hall del LAC. Andrea Molino è andato con Christian Tetzlaff, Robert Kowalski e i giovani videasti del CISA di Locarno nei luoghi dove Čajkovskij scrisse il suo Concerto per violino e ne ha tratto «frammenti, accenni, intuizioni, memorie» che costituiscono l’ossatura di questo prologo multimediale al Concerto stesso; un omaggio, non una citazione, che anche grazie ai 16 giovani violinisti del CSI occuperà l’intero spazio della Sala Teatro del LAC, confluendo poi, senza soluzione di continuità, nel Concerto per violino. Piotr Il’ic Cajkovskij Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 Prima esecuzione: Vienna, 4 dicembre 1881. Solista Adol’f Brodskij, direttore Hans Richter Dalla «musica che puzza» di Hanslick al successo trionfale di uno dei Concerti per violino più amati ed eseguiti dell’intero repertorio. Piotr Il’ic Cajkovskij Sinfonia n. 1 in sol minore Sogni d’inverno op. 13 Prima esecuzione: Mosca, Società Musicale Russa, 15 febbraio 1868. Direttore Nikolaj Rubinštejn Una rarità assoluta: la prima versione della prima grande pagina sinfonica del compositore russo, senza le modifiche da lui apportate sei anni dopo.

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Orchestra della Svizzera italiana Orchestra residente al LAC

Markus Poschner direttore

Evento dei Concerti RSI. Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due).

Christian Tetzlaff violino

Andrea Molino (*1964) Chants de fragilité – Quatre études sur la persistance de la mémoire per violino solo, 16 violini in eco, live video e orchestra

12’

Opera commissionata dall’OSI. Prima esecuzione assoluta

Piotr Piotr Il’ic Cajkovskij (1840 – 1893) Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 (1878) - Allegro moderato - Canzonetta. Andante - Finale. Allegro vivacissimo

31’

_____ Piotr Piotr Il’ic Cajkovskij (1840 – 1893) Sinfonia n. 1 in sol minore Sogni d’inverno op. 13 (versione del 1868) - Visioni di un viaggio d’inverno (Allegro tranquillo) - Terra desolata, terra nebbiosa (Adagio cantabile ma non tanto) - Scherzo. Allegro scherzando giocoso - Finale. Andante lugubre, Allegro moderato

34’

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Sulle Tracce di Piotr Il’ič: echi, ispirazioni, visioni d’inverno Il matrimonio con Antonina Miljukova, fallito in poche settimane, diede il colpo di grazia ai nervi di Čajkovskij, che per riprendersi intraprese, tra la fine del 1877 e l’inizio dell’anno successivo, un lungo viaggio in Europa col fratello Anatolij (poi sostituito da Modest): la prima tappa fu la Svizzera, dove soggiornarono in una pensione sul lago di Ginevra tra Clarens e Montreux. Con loro c’era anche il violinista Iosif Kotek, allievo del compositore (e forse qualcosa di più…). Negli stessi luoghi, oltre che nel castello di Chillon (dal compositore russo visitato più volte), è stata registrata una parte della nuova composizione di Andrea Molino: con il materiale pre-inciso dialogano Christian Tetzlaff, l’Orchestra e 16 violinisti del Conservatorio della Svizzera italiana, disposti in sala, creando una sorta di “organismo in eco”. E la fine del brano confluisce, senza soluzione di continuità, nel Concerto di Čajkovskij, di cui costituisce un prologo e insieme una messa in discussione del “rituale” concertistico: un omaggio al compositore russo, certamente, poiché del Concerto rievoca alcune “molecole”, ma senza un vero e proprio citazionismo. Una presenza lontana, eppure persistente in questa nuova pagina: una “traccia”, per usare il termine-chiave del progetto di questa stagione dell’OSI. Tornando a Čajkovskij, il modello del suo Concerto per violino è nella Symphonie espagnole di Lalo, che «non cerca la profondità a tutti i costi, ma sta alla larga dalla routine, esplora nuove forme, si preoccupa più della bellezza musicale che dell’obbedienza alle tradizioni consolidate, come invece fanno i tedeschi». Queste parole di Čajkovskij possono descrivere anche la sua celeberrima pagina, che non fu difatti subito compresa: la partitura fu 6

dedicata a Leopold Auer, che avrebbe dovuto eseguirla nel marzo 1879, ma poi si rifiutò dichiarandola «ineseguibile». Fu solo il 4 dicembre 1881 che Adol’f Brodskij la suonò a Vienna, sotto la direzione di Hans Richter (anche se pare che nel 1879 a New York ne venne eseguita la versione con accompagnamento al pianoforte): fu l’occasione per una celebre stroncatura di Eduard Hanslick, che scrisse addirittura che «[questo Concerto] ci mette davanti all’idea che esistano composizioni di cui si può ascoltare la puzza». Al marzo del 1866, invece, risale la genesi della Prima Sinfonia: secondo il resoconto del fratello Modest, «nessun’altra opera gli costò tanto sforzo e sofferenza... Nonostante il lavoro minuzioso e arduo, la sua composizione fu irta di difficoltà e, mentre insisteva con la sinfonia, i nervi di Piotr Il’ič si logoravano sempre di più. Come risultato di questo lavoro eccezionalmente duro, cominciò a soffrire d’insonnia, e le notti insonni paralizzarono le sue energie creative». Durante l’estate di quell’anno si trasferì a Peterhof, in una dacia, dove, all’inizio di giugno, realizzò l’orchestrazione: in seguito sottopose la partitura al giudizio del “Potente mucchietto”, il celebre Gruppo dei Cinque, alle cui posizioni si stava sempre più avvicinando. Vennero “approvati”, della Sinfonia, solo l’Adagio e lo Scherzo. Entrambi i movimenti furono eseguiti in prova, prima che l’intera Sinfonia venisse ascoltata per la prima volta a Mosca il 15 febbraio 1868, con un successo che colse di sorpresa lo stesso Čajkovskij. Tuttavia il compositore ne era insoddisfatto e successivamente revisionò il lavoro nel 1874, per produrre la versione definitiva della Sinfonia in vista della pubblicazione da parte di


Jurgenson; scrisse un nuovo secondo soggetto per il primo movimento, e fece alcuni tagli e piccole modifiche ai restanti movimenti. Queste modifiche furono inserite in una partitura manoscritta della versione 1866-68 della Sinfonia e sono dettagliatamente descritte in una lettera più tarda (15 aprile 1886) allo stesso Jurgenson. Čajkovskij non diede alcuna spiegazione per i sottotitoli da lui dati alla Sinfonia (Visioni invernali) e ai primi due movimenti (Visioni di un viaggio d’inverno e Terra desolata, terra nebbiosa). È possibile che originariamente avesse previsto un elemento programmatico nell’opera che potrebbe non essere sopravvissuto nella versione finale: ma certamente nello stupendo Adagio cantabile si sente quel

clima nostalgico che sembra mediato da qualche melodia popolare russa (viceversa usata nel finale del quarto movimento). E tanti anni dopo, nel 1883, Čajkovskij confessò alla von Meck che la sua Prima Sinfonia «sebbene sia per molti versi davvero immatura, tuttavia contiene molta più sostanza ed è migliore di tante altre mie opere scritte in seguito». Nicola Cattò

Il 37enne Čajkovskij (a destra) in una foto scattata all’epoca in cui compose il celeberrimo Concerto per violino, nel marzo 1978 a Clarens sul lago di Ginevra. Con lui il violinista e allievo Iosif Kotek, che lo assistette nella scrittura della parte solistica.

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La persistenza della memoria In informatica, il concetto di persistenza si riferisce alla possibilità delle informazioni di sopravvivere all’applicazione che le ha create, arrivando così ad esistere dopo essere state svincolate dal processo che le ha portate in vita. Trovo questa espressione particolarmente intrigante anche in relazione con il rapporto che, da contemporanei, costruiamo con il nostro passato storico, con la nostra memoria collettiva - in altre parole, con la nostra cultura. Nel momento in cui, nel corso della costruzione del nostro progetto Tracce, ho avuto l’occasione di confrontarmi anche da compositore con l’appassionante

figura di Čajkovskij mi è stato quindi immediatamente e intuitivamente chiaro che l’unico modo legittimo, almeno per me, era quello di evitare di tentare di appropriarmi del suo mondo sonoro ed espressivo e di servirmene come se fosse il mio. Quelle che ho elaborato in Chants de fragilité sono dunque le... “tracce” del Concerto per violino di Čajkovskij: frammenti, accenni, intuizioni, memorie che, svincolate dal contesto compositivo nelle quali erano nate, si sono prestate a dare vita ad altre situazioni, altri organismi musicali, mantenendo però, anche se in qualche modo nascoste, il loro fascino espressivo. Chi conosce a fondo il Concerto potrà probabilmente riconoscerle, ma non è questo il mio obiettivo narrativo; in effetti quasi preferirei che questo non avvenisse, lasciando che le suggestioni di Čajkovskij rimangano subliminali, sotto la superficie, segni di un omaggio piuttosto che oggetti di manipolazione. Uno dei concetti portanti del progetto Tracce è poi l’esplorazione narrativa e la messa in valore dei luoghi legati alla presenza di Čajkovskij in Svizzera. Con Christian Tetzlaff e Robert Kowalski siamo quindi andati nei luoghi stessi dove Čajkovskij scrisse il Concerto: a Clarens, accanto a Montreux in riva al Lago di Ginevra, dove sorgeva la pensione in cui Čajkovskij soggiornava, e al Castello di Chillon, più volte visitato da Čajkovskij e preso ad ispirazione da Lord Byron (ma di questo parleremo l’anno prossimo...). Alla ricerca del “senso del luogo”: Montreux, Clarens e Chillon sono i luoghi della sua presenza e la tentazione di ripercorrere quei cammini, di rivisitare quegli spazi è stata irresistibile. È stato come andare a cercare sul lungolago di Clarens gli echi non tanto

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del suono del Concerto per violino quanto dei pensieri che lo avevano creato; sempre però nella chiara consapevolezza che un esercizio di ricostruzione storica sarebbe stato un’illusione. La Montreux che abbiamo visitato è infatti la città di oggi, con il Palazzo del Montreux Jazz Festival e la statua di Freddie Mercury; il Castello di Chillon di oggi è quello rivolto ai turisti moderni, affittato regolarmente per eventi, conferenze e compleanni. Questa apparente contraddizione è in realtà un elemento drammaturgico centrale nell’intero progetto Tracce. La fragilità del titolo, infine, è quella della memoria e allo stesso tempo quella del suono: è la soglia affascinante e meravigliosamente complessa intorno alla quale lo strumento comincia a vibrare, il suono comincia ad esistere, in una infinita e quasi microscopica delicatezza e, appunto, fragilità, ma, come tutte le cose fragili,

preziosa e commovente. E’ un mondo sonoro ricchissimo e stupefacente, che amo profondamente e che frequento con passione; ho voluto esplorarlo nuovamente in questo lavoro anche perché, forse solo apparentemente, è così lontano dall’espressività piena e carnale del suono di Čajkovskij che quando, senza soluzione di continuità, il Concerto per violino comincerà, sarà come si aprisse un altro mondo. Andrea Molino, Creative chair Tracce Parigi, novembre 2021

Ulteriori riflessioni di A. Molino nel magazine OSI.swiss n. 2

Il set al Castello di Chillon. Sugli scogli Robert Kowalski, nell’altra pagina Christian Tetzlaff con Andrea Molino.

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Christian Tetzlaff violino Ruoli attuali Artist-in-Residence Wigmore Hall London Riconoscimenti Jahrespreis der Deutschen Schallplattenkritik 2018 Diapason d’or 2018 Midem Classical Award 2017 Gramophone Award Chamber Music 2014 e 2012

Particolarità Christian Tetzlaff ha vissuto con emozione l’esperienza delle riprese al Castello di Chillon: «Non mi ero mai trovato in una situazione simile... il Castello è un luogo meraviglioso. È una splendida idea, un tentativo molto bello di tornare al tempo e al luogo nei quali Čajkovskij ha scritto il suo Concerto per violino». «Per me - continua è anche interessante che quella “idée fixe” che si trova in diversi punti del Concerto - e che Andrea Molino ha utilizzato nel suo lavoro - mi riconduca a questa opera, che suono da più di trent’anni ma non ho eseguito per un certo tempo, anche a causa della pandemia: per questo sono ancora più felice di ritrovarla».

Cognome Tetzlaff Nome Christian Nascita Amburgo, 29.04.1966 Strumento Violino

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Cognome Poschner Nome Markus Nascita Monaco di Baviera, 01.02.1971 Ruolo Direttore d’orchestra

Markus Poschner direttore Ruoli attuali Direttore principale Orchestra della Svizzera italiana Direttore principale Bruckner Orchester e direttore musicale Landestheater Linz Riconoscimenti Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2020 Professore onorario, Universität Linz 2020 e Universität Bremen, Institut für Musikwissenschaft 2010 Deutscher Dirigentenpreis 2004

Particolarità Markus Poschner è l’anima del progetto Tracce, con cui l’Orchestra della Svizzera italiana si propone di rileggere le opere sinfoniche (ma non solo) di P. I. Čajkovskij. Il secondo appuntamento con Tracce incontra questa sera la Prima Sinfonia: «Per il giovane Čajkovskij, come per ogni compositore che iniziasse la carriera dopo Beethoven – spiega Poschner - il grande problema era come cominciare, soprattutto sul terreno della sinfonia. Un incubo. Brahms ci lavorò 14 anni, Bruckner finì in una crisi di nervi, Wagner e Liszt scelsero altre strade». E Čajkovskij? «Formatosi nella tradizione romantica tedesca, ammiratore di Glinka e delle nuove correnti (Berlioz, Liszt e soprattutto il Wagner di Lohengrin e Parsifal) quando nel 1826, a 26 anni, Čajkovskij iniziò a pensare a una sinfonia, fu per lui come iniziare una ricerca di se stesso, che durerà tutta la vita, tanto sono diversificate e variegate le sue risposte compositive». Secondo Poschner, si potrebbe riassumere la sua ispirazione come «il voler riunire nelle sue opere il meglio di tutte le culture con cui venne in contatto. Ne è ancora oggi la prova vivente il Concerto per violino: generazioni di violinisti hanno provato a interpretarlo alla maniera russa, oppure occidentale, o ancora folcloristica: quest’opera è tutto ciò, ma anche niente di tutto questo». «Le opere di Čajkovskij – conclude Poschner – stanno totalmente a sé, sono come personalità autonome, che ancora oggi dobbiamo di nuovo riscoprire. Il nostro grande progetto Tracce ha proprio questo scopo, e questa sera ci accompagnano lo straordinario violinista e amico Christian Tetzlaff e il compositore Andrea Molino per ricercare, passo dopo passo, nuove Tracce di Čajkovskij».

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Orchestra della Svizzera italiana (OSI) Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC, si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio, a gennaio e febbraio nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e con numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel contempo si sta sviluppando una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata

in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolgerà a Lugano nel periodo di Pentecoste a partire dal 2022, con una prima anticipazione avvenuta a maggio 2021. Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini (pubblicati dall’etichetta Concerto Classics). Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio. Informazioni:

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Musicisti OSI VIOLINI Robert Kowalski Konzertmeister, Tamàs Major Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Vasyl Zatsikha Prima parte, Hans Liviabella Prima parte, Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Sostituto prima parte, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Fabio Arnaboldi, Duilio Galfetti, Irina Roukavitsina-Bellisario, Julia Didier, Marco Norzi, Vittorio Passerini, Ekaterina Valiulina VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević Prima parte, Bianca Marin, Sostituto prima parte, Aurélie Adolphe, Andriy Burko VIOLONCELLI Johann Sebastian Paetsch Prima parte, Luca Magariello Prima parte, Felix Vogelsang Sostituto prima parte, Vanessa Hunt Russell CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas Prima parte, Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte FLAUTI Bruno Grossi Prima parte, Alessandra Russo Prima parte OBOI Federico Cicoria Prima parte, Marco Schiavon Prima parte CLARINETTI Paolo Beltramini Prima parte, Corrado Giuffredi Prima parte FAGOTTI Alberto Biano Prima parte, Mathieu Brunet Prima parte CORNI Zora Slokar Prima parte, Vittorio Ferrari Prima parte TROMBE Sébastien Galley Prima parte, Serena Basandella Prima parte TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

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Oggi suonano VIOLINI I Robert Kowalski Konzertmeister, Walter Zagato Sostituto spalla, Denis Monighetti, Piotr Nikiforoff, Katie Vitalie, Marco Norzi, Ekaterina Valiulina, Vittorio Passerini, Sebastian Canellis-Olier*

VIOLINI II Vasyl Zatsikha Prima parte, Hans Liviabella, Barbara Ciannamea, Fabio Arnaboldi,

Duilio Galfetti, Irina Roukavitsina-Bellisario, Ildikò Nemes*, Andrea Mascetti*

VIOLE Jan Snakowski Prima parte, Ivan Vukčević, Bianca Marin, Aurélie Adolphe, Andriy Burko, Giulia Panchieri*

VIOLONCELLI Luca Magariello Prima parte, Johann Sebastian Paetsch, Felix Vogelsang, Alexander Kionke*, Valentina Dubrovina*, Ludovica Rana*

CONTRABBASSI Enrico Fagone Prima parte, Jonas Villegas, Erick Martinez Olivo, Alvin Staple* FLAUTI Alessandra Russo Prima parte, Bruno Grossi, Laura Farneti* OBOI Marco Schiavon Prima parte, Federico Cicoria

CLARINETTI Corrado Giuffredi Prima parte, Paolo Beltramini FAGOTTI Mathieu Brunet Prima parte, Alberto Biano

CORNI Zora Slokar Prima parte, Debora Maffeis*, Vittorio Ferrari, Giuseppe Russo* TROMBE Sébastien Galley Prima parte, Serena Basandella

TROMBONI Eugenio Abbiatici*, Floriano Rosini*, Fabio Costa*

TUBA Rino Ghiretti*

TIMPANI Louis Sauvêtre Prima parte

PERCUSSIONI Danilo Grassi*, Alessandro Carobbi* *sostituti e aggiunti

Studenti della Scuola universitaria di Musica del CSI (per Chants de fragilité – Quatre études sur la persistance de la mémoire di A. Molino): VIOLINI Giuseppe Tucci, Alice Tomada, Nadzeya Saladukhina, Teona Kazishvili, Emilie Chigioni,

Mattia Osini, Irene Lembo, Anna Merlini, Amanda Nesa, Francesca Piazza, Simone Ceriani, Sara Tellini, Aleksandra Toropova, Clementina Valente, Nicolò Vara, Laura Vannini

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Sopra, Christian Tetzlaff durante le riprese al Castello di Chillon.

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ì o cos legat iolino. o t t v ge lare n pro certo per partico e u d a t o Con uito men vver ntrib itto il suo zione da sì storica i per o c r o a e i a scr sens go co oan di av iero hi dove h pito una in un luo o intorn rigante d s n e t p n e g o n l a c o i i e r v u i l e e n , er p e ai erma rivid pora ersa alski si i b ajkovskij ese, di av contem enzio si f rma div Kow a t I u r q S e l r o o i f i à Č Rob eister O Mi d ente a nte le rip linguagg che in s me una m m o t o a l i r a c l r t d e stret cordo, du musica del Caste ndo; era Konz e i Mi r ndo una isitatori amo fac a v v suon so, con i o che sta l inten tare quel vo. i l asco rto dal v e c n o c


Alla realizzazione delle sperimentazioni video Čajkovskij Tracce a Montreux hanno lavorato docenti e studenti del CISA:

Coordinamento Davide Grampa, docente CISA Direzione della fotografia e riprese video Andrea Mezzalira, assistente CISA Alice Priante, studentessa diplomata CISA Grieco Raphael, assistente CISA Montaggio, compositing, color correction e mix audio Matilde Casari, studentessa del terzo anno di specializzazione SPD del CISA Sophie Jean-Richard, studentessa del terzo anno di specializzazione SPD del CISA Julie Kühner, studentessa del terzo anno di specializzazione SPD del CISA Ripresa sonora Guido Lombardo

Vedi il servizio TG RSI da Montreux

Inquadrature con Robert Kowalski. Quando Čajkovskij compose il Concerto per violino, aveva davanti a sé queste vedute del lago di Ginevra.

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Istantanee da OSI al LAC 01 Tracce #01 30 settembre 2021

Markus Poschner direttore

© OSI / L. Sangiorgi

© OSI / K. Kikkas

Hugo Siegmeth sassofono

L’installazione multimediale Il Quarto Paesaggio e ambientazioni particolari - sia in sala sia nella hall - per il primo concerto del progetto Tracce.


© OSI / L. Sangiorgi

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Prossimamente...

Concerto di Natale

Lo Schiaccianoci e altre favole

Orchestra della Svizzera italiana

Tarmo Peltokoski direttore Antonio Ballerio voce narrante Photo by Paul de Hueck, Courtesy of the Leonard Bernstein Office

Prevendite www.osi.swiss

Concerto

LAC — Lugano

18 dicembre 2021 18.00 e 20.30 Musiche di Humperdinck, Vaughan Williams e Čajkovskij

Orchestra della Svizzera italiana Rune Bergmann,

Concerto di San Silvestro

Orchestradirettore della Svizzera italiana

di San Rune Bergmann direttore Silvestro LAC — Lugano

omaggio a Bernstein

31 dicembre 2021 18.00

omaggio a Bernstein

Orchestra della Svizzera italiana Rune Bergmann, direttore Antonín Dvořák

31 dicembre 2021 ore 18.00 LAC Sala Teatro www.osi.swiss

Musiche di A. Dvořák e L. Bernstein 31 dicembre 2021 ore 18.00 LAC Sala Teatro www.osi.swiss


Direttore principale OSI Markus Poschner

ABBONAMENTO

OSI in Auditorio 2022 www.osi.swiss

13.01.2022

20.01.2022

27.01.2022

03.02.2022

Robert Kowalski Konzermeister violino

Riccardo Minasi direttore

Bejun Mehta Play&Conduct controtenore

Ilya Gringolts Play&Conduct violino

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AMICI DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA

ISCRIVITI ALL’ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA IN QUALITÀ DI

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Iscrizioni su osi.swiss/it/amici o utilizzando il tagliando allegato

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Galleria Anfitrite, Lugano Ottici Bistoletti, Lugano Gioielleria @ Berardi 1999, Lugano Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano Quartiere Maghetti, Lugano 22


Finanziatori OSI

Altri Comuni Bellinzona Chiasso Locarno Mendrisio

SRG SSR e RSI sostengono l’OSI in qualità di acquirenti di prestazioni

Sponsor Principale Iniziative per bambini e famiglie e sponsor di serata Musikvermittlung sowie Jugend- und Talentförderung Eine kulturelle Stiftung

OSI – Locarno Film Festival Sponsor di serata

Hospitality Partner

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Markus Poschner direttore

Christian Tetzlaff violino

Orchestra della Svizzera italiana

Piotr Il’ič Čajkovskij

Concerto per violino Sinfonia n. 1


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