Programma di sala OSI 20.04.2023

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GIO
20.04.23
20.30 Markus Poschner Direttore LAC Lugano
osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana

Al di là del tempo dei

Caro Pubblico,

confini

sono incredibilmente felice per una delle sfide artistiche più emozionanti e importanti con la mia OSI da quando sono qui a Lugano. L’incontro diretto di due compositori di epoche diverse permette di far emergere un’opera completamente nuova, al di là dei confini del tempo.

Nel bel mezzo della Svizzera, Čajkovskij trovò l’ispirazione decisiva per la sua opera più importante, l’imponente Sinfonia Manfred . Incantato dalla straordinaria bellezza delle montagne svizzere, Čajkovskij nel 1884 vagò sulle orme di Lord Byron e si lasciò travolgere da questa gigantesca composizione, che a sua volta ha ispirato il compositore contemporaneo Oscar Bianchi a scrivere il ciclo orchestrale Alfredo . Entrambe le opere si fondono questa sera in un’unica creazione sovradimensionata e dimostrano come il dialogo con il passato sia in realtà un processo vivo della nostra esistenza. O, come dice una famosa poesia, «Actually, the dead are not dead».

Buon ascolto!

tempo

Orchestra della Svizzera italiana

Markus Poschner Direttore Christina Daletska Mezzosoprano Coro Clairière Voci bianche Lunch with OSI Mercoledì 19 aprile 2023 ore 12.30 Nell’ambito della rassegna be connected Con il sostegno di Evento dei Concerti RSI. Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)

Piotr Il’ič Čajkovskij

(1840 – 1893)

57’

Sinfonia in si minore in quattro quadri op. 58 Manfred (1885)

I. Lento lugubre. Moderato con moto. Andante con duolo

II. Vivace con spirito

III. Pastorale. Andante con moto

IV. Allegro con fuoco. Andante con duolo. Largo

23’

IIntercalata ai movimenti della Sinfonia: Oscar Bianchi

(*1975)

Alfredo suite per mezzosoprano, coro di voci bianche e orchestra

In collaborazione con

Piotr Il’ič Čajkovskij

Sinfonia in si minore op. 58 Manfred

Prima esecuzione Mosca, Società Musicale Russa, 11 (23)

marzo 1886. Direttore Max Erdmannsdörfer

Sul modello dell’HaroldenItaliedi Berlioz, una grandiosa sinfonia a programma costruita sul testo di Lord Byron: un mondo sonoro e letterario iper-romantico che fa ampio uso del motivo ciclico.

Oscar Bianchi

Alfredo suite per mezzosoprano, coro di voci bianche e orchestra

Commissionato da OSI, prima esecuzione assoluta

Intrecciandosi e dialogando con la partitura di Čajkovskij, il

compositore svizzero-italiano Oscar Bianchi ambisce ad

innalzarne ulteriormente la temperatura emotiva, attraverso l’inserzione della voce umana nonché dei suoi doppi strumentali.

“Tracce” di modernità e repertorio

Nell’inverno 1867/68 Hector Berlioz diresse in Russia il suo Harold en Italie , sinfonia con viola solista ispirata a Lord Byron: colpì così tanto il compositore Milij Balakirev e il critico Vladimir Stasov che quest’ultimo arrivò a produrre un ampio programma letterario in quattro parti (corrispondenti ad altrettanti movimenti) che dovevano servire da base per un’analoga composizione, sempre tratta da Byron ma questa volta dal suo Manfred . Stasov la offrì a Balakirev stesso, il quale girò la proposta a Berlioz, che però sarebbe morto di lì a poco. Alla fine il progetto rimase dormiente finché Balakirev, nel 1882, lo sottopose a Čajkovskij, dopo avere arricchito l’originale schema di Stasov con un dettagliatissimo canovaccio musicale, che comprendeva persino l’indicazione di tutte le tonalità da usare. Čajkovskij dapprima oppose un rifiuto, poi accettò, mettendosi al lavoro nell’aprile 1885 e terminando il lavoro il 4 ottobre dello stesso anno,

passando da un iniziale rifiuto estetico del progetto e del soggetto (accettato solo per cortesia verso il collega) a un entusiasmo più convinto: ma il suo rapporto con questa sinfonia a programma fu sempre ambivalente, tra approvazione («sarà la mia migliore composizione in forma sinfonica») e disperazione («la disprezzo, ad eccezione del primo movimento»). Tratta, come si diceva, da Byron, la sinfonia descrive le peripezie di Manfred, giovane nobile distrutto dalla morte dell’amata Astarte, la cui colpa sente su di sé: cerca consolazione nel soprannaturale, evocando persino la Fata delle Alpi, ma solo nella morte troverà un’apparente pacificazione (in realtà Manfred partecipa ad un baccanale nel palazzo dello spirito del male, Arimane, quindi invoca l’ombra di Astarte che gli predice la fine delle sue sofferenze terrene: scena inventata da Balakirev, assente in Byron). Un soggetto potentemente romantico, più evocativo che coerente, che trova un corrispettivo in una musica di

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travolgente potenza drammatica, che fa ampio uso (ecco un legame con il Berlioz dell’Aroldo) di un “motto”, un tema a mo’ di idea fissa, inizialmente affidato a fagotti e clarinetto basso e che riappare fino alla fine, ma trasfigurato in una sorta di conclusione trasumanata, e che contrasta con il tema di Astarte, dolce e suadente, presentato dapprima dai violini. E notevole è anche la conclusione, con l’intervento dell’organo che dà alla morte di Manfred un senso di serena mestizia. Come conclusione del pluriennale progetto Tracce , l’OSI ha commissionato ad Oscar Bianchi una suite per mezzosoprano, coro di voci bianche e orchestra dal titolo Alfredo (assonante con Manfred , di cui costituisce una sorta di doppio), che alla sinfonia di Čajkovskij si integra completamente: i movimenti di questa suite vengono alternati a quelli di Manfred , ma anche inseriti all’interno degli stessi, incontrandosi in profondità. Le due partiture sono quindi indipendenti ma, in questo caso, eseguite come un unicum , in un dialogo tra grande repertorio e musica di oggi, che si svelano quindi l’uno all’altra, parlandosi ora per associazione, ora per contrasto. Se Manfred è un lavoro grandioso (anche nella durata, quasi un’ora di musica),

iper-romantico, sopra le righe, con parti quasi allucinogene (come afferma Oscar Bianchi), l’inserto di Alfredo si spinge fino ad intervenire sulla stessa partitura di Čajkovskij, specie in quel finale che già in epoca sovietica veniva considerato poco efficace e quindi riscritto. E se la temperatura emotiva è già alta nella pagina strumentale del compositore russo, l’inserto delle voci la porta ad un grado ancora maggiore, oltre a consentire -- anche tramite lo sdoppiamento tra la tromba solista e la voce del mezzosoprano -- un riferimento concreto al tema del duplum , dell’eco, degli spiriti, così presente in Byron (e i testi selezionati da Bianchi per la sua suite sono tratti da quelli del poeta inglese, ma in italiano, in un processo di riappropriazione linguistica compiuto dal compositore italo-svizzero).

Ultimo dettaglio: poiché la struttura ciclica, con i continui ritorni tematici del “motto”, è così forte in Čajkovskij (e così adatta al delirio byroniano e al tema iper-romantico), Bianchi ha scelto di evitare qualsiasi legame diretto, si astiene da qualsiasi citazione motivica; il legame tra le due partiture è quindi di carattere emotivo, Alfredo avendo l’ambizione di alzare ancora di più il livello raggiunto da Manfred

tra Manfred e Alfredo

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Nicola Cattò

All’inizio della stagione scorsa, sullo slancio del Ludwig van Festival del 2019, l’OSI ha inaugurato il nuovo, innovativo progetto multimediale Tracce , che ha affiancato, attraverso due stagioni, l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Čajkovskij, dirette dal direttore principale OSI Markus Poschner.

Il percorso è cominciato con l’installazione multimediale “Il Quarto Paesaggio”, che ha popolato la Hall del LAC; è poi continuato a Montreux e a Clarens, dove Christian Tetzlaff e Robert Kowalski hanno raccolto le suggestioni dei luoghi dove Čajkovskij aveva scritto il Concerto per violino, per riportarle poi al LAC, sul palco e in video, nel progetto “Chants de fragilité – quatre études sur la persistence de la mémoire”, con i giovani violinisti del CSI a permeare gli spazi del LAC con la loro presenza e i loro suoni. Uno degli elementi portanti del progetto Tracce è stato infatti il mettere in valore – narrativamente, fisicamente – i luoghi in Svizzera che avevano ospitato e ispirato Čajkovskij. Ora questo percorso si avvia alla fine, culminando questa sera con l’esecuzione della gigantesca Sinfonia Manfred . Quest’opera ci consente di riprendere, rafforzare e, per così dire, suggellare la nostra intuizione a proposito del valore narrativo dei luoghi: infatti non solo la città di Ginevra ha ospitato a più riprese Čajkovskij, ma lo stesso Lord Byron, l’autore del celebre poema drammatico Manfred a cui Čajkovskij si è ispirato, ha soggiornato diverso tempo a Cologny, alla Villa Diodati, dove hanno avuto luogo tra l’altro leggendarie sessioni letterarie con Mary Shelley, Percy Bysshe Shelley e John Polidori.

Sulle...

“Tracce” di Manfred

Il nostro pellegrinaggio al lago di Ginevra ha avuto risultati entusiasmanti: sette strumentisti dell’OSI si sono ritrovati nel giardino di Villa Diodati e nel vicino Pré Byron, dove hanno registrato le varie parti delle opere che il compositore tedesco Marc Sinan, con l’intenso ed impegnativo progetto Seven Spirits , e sette giovani compositori svizzeri (Giuliano D’Agostini, Francesco Fiorenzani, Marco Infantino, Roberto Mongardini e Roberto Danielis Squillaci del CSI nonché Canberk Duman e Hugo Vasco Reis della ZHdK di Zurigo) hanno immaginato, in forme diverse, per quei luoghi e quel contesto. Le composizioni, pensate espressamente per mettere in gioco le possibilità artistiche e narrative del mezzo audiovisivo, hanno visto la luce lo scorso dicembre negli studi di montaggio del CISA a Locarno, che ci ha accompagnato lungo tutto lo svolgimento del progetto Tracce

Queste composizioni ci hanno permesso di creare “Aspettando Manfred”: un percorso che si è svolto lungo l’intera seconda parte della stagione 2022/23, appunto sulle “Tracce” del Manfred di Byron e di Čajkovskij. A partire dallo

scorso febbraio le composizioni sono state offerte al pubblico, in forma audiovisiva, su diverse piattaforme video e digitali, a cadenza regolare fino appunto al concerto di questa sera con l’esecuzione al LAC della Sinfonia Manfred . Su questo percorso abbiamo scoperto, episodio per episodio, i luoghi che hanno ispirato Lord Byron e Čajkovskij, popolandoli con i suoni dei nostri musicisti e confermando una delle intuizioni principali del progetto

Tracce : il fatto che il luogo dove un evento avviene diventa parte integrante, narrativa, dell’evento stesso. Questo percorso ci ha portato poco per volta alla Sinfonia

Manfred ; l’evento di questa sera al LAC, quindi, non è un momento isolato ma è stato concepito come il punto d’arrivo di un lungo e appassionante viaggio: le emozioni di questa serata conterranno anche le suggestioni delle tappe precedenti. Questa serata sarà anche il culmine e la conclusione di questa fase del progetto Tracce ; ma le intuizioni, le suggestioni, le immagini e i suoni che abbiamo raccolto in questi due anni ci accompagneranno ancora per lungo tempo.

Aspettando

Giuliano D’Agostini

Nei Giardini di Cologny per quintetto di fiati

Alessandra Russo, flauto; Federico Cicoria, oboe; Paolo Beltramini, clarinetto; Alberto Biano, fagotto; Vittorio Ferrari, corno

Il compositore si è lasciato affascinare dal Manfred isolandone alcuni dei temi più significativi e ricostruendoli in tre brevi brani dove riecheggiano anche, nascosti, frammenti di Mussorgsky, Dallapiccola e il Berio dei Folk Songs .

Roberto Mongardini Fragmenta per quartetto di fiati

Alessandra Russo, flauto; Federico Cicoria, oboe; Paolo Beltramini, clarinetto; Alberto Biano, fagotto

Sei brevissimi pezzi per quartetto di fiati, molto differenti tra di loro, raccolgono l’ispirazione delle note di Čajkovskij secondo l’estetica della citazione e del frammento (come suggerisce il titolo), ricomponendole in un caleidoscopio di nuove costruzioni sonore. Il settimo pezzo, più lungo, sviluppa ulteriormente le suggestioni precedenti.

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Un progetto dell’OSI in collaborazione con CISA e ZHdK osi.swiss/tracce

Manfred

Marco Infantino

Tis not so difficult to die per fagotto

Alberto Biano, fagotto

Il fagotto solista dà uno sguardo sulla conclusione della tormentata vicenda del giovane nobile Manfred . La semplice, straniata e solitaria melodia e il progressivo allontanamento prospettico del solista sono metafora del raggiungimento di Manfred della desiderata morte.

Micro images for two violins per due violini

Robert Kowalski, violino

Il luogo particolare dove Robert Kowalski, primo violino dell’OSI, ha registrato il lavoro (il cosiddetto “Pré Byron”, la spianata antistante Villa Diodati) ha suggerito al compositore una serie di sottili, nascoste relazioni con la drammaturgia del Manfred Inoltre la suggestione romantica della drammaturgia di Byron ha ispirato la... magia (anche tecnica) della doppia presenza dell’interprete.

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Hugo Vasco Reis
Dieci
video da Cologny
Luogo: giardini di Villa Diodati, Cologny (lago Lemano), dove soggiornò a lungo Lord Byron

Francesco Fiorenzani

Studio M per oboe

Federico Cicoria, oboe

Secondo le parole dello stesso compositore, «il brano prende ispirazione da una frase del primo movimento. L’ossessività meccanica della ripetizione del gesto strumentale e la ricerca della perfetta esecuzione servono a raccontare un dramma nascosto».

Francesco Fiorenzani

Binari per clarinetto e fagotto

Roberto Danielis Squillaci

Puzzle

per quintetto di fiati

Alessandra Russo, flauto; Federico Cicoria, oboe; Paolo Beltramini, clarinetto; Alberto Biano, fagotto; Vittorio Ferrari, corno

Qui l’autore ha “distillato” per ciascuno strumento diversi frammenti ispirati o direttamente tratti dal Manfred , lasciando però ampiamente libera la scelta delle combinazioni possibili del “Puzzle”, ogni volta che il brano viene eseguito.

Paolo Beltramini, clarinetto; Alberto Biano, fagotto

Lavorando su un breve estratto tematico del primo movimento del Manfred , il dramma viene presentato qui come incomunicabilità: i due strumenti si inseguono senza sosta, come un amore non corrisposto. Alla fine, però, si trovano e se ne vanno sfiniti in direzione ignota. La drammaturgia viene sottolineata dall’elegante elaborazione visiva degli allievi del CISA.

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Un progetto
in
dell’OSI
collaborazione con CISA e ZHdK

Canberk Duman

Manfretude per due flauti

Alessandra Russo, flauto

Il compositore si concentra sull’espressività della tonalità di si minore, così peculiare per Čajkovskij. Distillandone l’essenza con una tessitura avvolgente del registro più grave dei due flauti, termina poi con intensità verso l’acuto, con un grido lancinante. Come già era successo con Robert Kowalski, Alessandra Russo qui si sdoppia duettando con sé stessa.

Aere per flauto e corno

Alessandra Russo, flauto; Vittorio Ferrari, corno

Marc Sinan

Seven Spirits per cornoi

Zora Slokar, corno

Si conclude qui il nostro appassionante viaggio verso l’esecuzione della Sinfonia Manfred di Čajkovskij. Sinan, che dedica il brano al padre, anch’egli di nome Manfred, ci propone una visione fortemente contrastata della narrazione di Byron, anche in relazione ad intime esperienze personali. Le sette parti di corno solista sono state tutte registrate da Zora Slokar, ciascuna con una diversa angolatura.

L’autore si ispira alla drammaturgia del Manfred di Byron e Čajkovskij, invece che ad un particolare elemento musicale della Sinfonia, lasciandosi coinvolgere dall’idea del precario equilibrio psicologico del personaggio.

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Francesco Fiorenzani Dieci video da Cologny Luogo: giardini di Villa Diodati, Cologny (lago Lemano), dove soggiornò a lungo Lord Byron
© OSI / Kaupo Kikkas

Orchestra residente al LAC, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.

Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Da novembre 2022, direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso.

La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progettoche porta il suo nome).

osi.swiss

Nel contempo ha preso avvio una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste (Presenza , prima edizione nel 2022).

Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana: già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali.

Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.

Informazioni: www.osi.swiss

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Particolarità

Per Markus Poschner «è impossibile sfuggire al fascino della musica di Čajkovskij, sottrarsi alla sua attrazione». All’inizio del progetto Tracce , a settembre del 2021, diceva che «proprio il fatto che la scoperta delle ambivalenze e segreti delle opere di Čajkovskij sia appena iniziata, rappresenta per me la parte più affascinante del progetto Tracce . Conosco le sue sinfonie da oltre 25 anni […]: sentire la loro profondità filosofica quando le eseguo è ogni volta un’esperienza straordinaria». Un’esperienza che si ripete col Manfred : anche qui «è venuto il tempo di sgomberare il campo da vecchi malintesi e false tradizioni, per aprirsi con uno sguardo nuovo e fresco a uno dei più grandi geni musicali di tutti i tempi».

RUOLI ATTUALI

Direttore principale OSI

Direttore musicale Brucknerorchester

e Landestheater Linz

Primo direttore ospite Deutsches

Kammerorchester Berlin

Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2020

Professore onorario, Universität Bremen, Institut für Musikwissenschaft 2010

Deutscher Dirigentenpreis 2004

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Riconoscimenti

Markus Poschner

RUOLO Direttore NASCITA Monaco di Baviera, 01.02.1971 23

Christina Daletska

Oltre a suonare il violino, Christina Daletska è molto impegnata nei diritti umani: «Da quando ero adolescente mi chiamavano avvocato: il senso della giustizia è sempre stato importante nel mio carattere. Inoltre sono cresciuta in un paese in cui i diritti umani non sono ancora a un livello adeguato e la corruzione è percepita ovunque. Le prime tre questioni che mi preoccupano sono i diritti delle donne, il razzismo e la pena di morte. Non visito dunque paesi che l’hanno mantenuta (come Stati Uniti e Cina). Non sono la prima: Pablo Casals e Manuel de Falla hanno lasciato la Spagna di Franco e Krystian Zimerman non va più negli Stati Uniti. Quando ho visitato il sito di Amnesty International sono rimasta scioccata da tutte le ingiustizie che ho visto e nel contempo ero felice per la semplicità delle azioni di contrasto […] si può sempre fare qualcosa!».

Mezzosoprano
Leopoli
RUOLO
NASCITA
(Ucraina), 06.12.1984

Il Coro di voci bianche Clairière del Conservatorio della Svizzera italiana abbina all’impegno costante a favore dei giovani, la continua esplorazione dei repertori ed un ideale artistico perseguito con dedizione e gratificato da successi e riconoscimenti internazionali: in vent’anni di attività sotto la direzione di Brunella Clerici, oltre 500 giovani hanno formato la loro voce, la loro sensibilità artistica e la loro persona cantando nei cori del CSI. Si è esibito nel Duomo di Milano, nella Basilica di San Pietro a Roma, nella Basilica di San Francesco ad Assisi, a Betlemme nella Basilica della Natività durante la Messa di Natale, in Vaticano per Papa Giovanni Paolo II e in Eurovisione il giorno di Natale nella Chiesa sant’Abbondio- Collina d’Oro. È stato ospite di numerosi festival come l’Europäisches Jugendchor Festival Basel, Festival di Musica Sacra di Cortona, Cantar di Pietre, Vesperali, Festival Internazionale della Musica MiTo, Estival Jazz, Montreux Choral Festival. Il suo repertorio spazia dal gregoriano alla polifonia tardomedievale fino ad abbracciare le istanze moderniste e i generi di contaminazione dei secoli XX e XXI.

Calliope Anchora, Aspasia Anchora, Miyuki Bernasconi, Thais Bolgiani, Giulio Burattini, Iris Burghardt, Thérèse Cattaneo, Elisa Ceccarelli, Agata Cereda, Anita Cereda, Maria Clericetti, Giulia Clericetti, Tisbe Donno, Giorgia Febo, Bianca Ferrazzini, Eleonora Foglia, Martina Fogliani, Sara Fontana, Aynadis Garbani, Elena Gianella, Cecilia Guffi, Alice Hangxin, Nika Kancerevyciute, Diane Kauffmann, Lilian Kick, Flora Koenz, Ambra Mineo, Aygul Myazina, Anika Neumann, Matilde Peduzzi, Fausto Pianca, Delia Piffaretti, Adele Porta, Joana Porta, Aurelia Quadrelli, Agata Quadrelli, Piera Quadrelli, Rebecca Rioda, Odile Saturno, Michele Strigl, Caroline Titland, Niccolò Tonella, Alexander Yoshizumi, Alexandrina Yoshizumi, Amalia Zampa

Coro di voci bianche Clairière

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Brunella Clerici Direzione coro

Orchestra della Svizzera italiana

Musicisti OSI

Violini

Robert Kowalski, Konzertmeister

Walter Zagato, Sostituto spalla

Vasyl Zatsikha, Prima parte

Hans Liviabella, Prima parte

Barbara Ciannamea-

Monté Rizzi, Sostituto prima parte

Denis Monighetti

Piotr Nikiforoff

Katie Vitalie

Fabio Arnaboldi

Duilio Galfetti

Irina Roukavitsina-Bellisario

Vittorio Passerini

Ekaterina Valiulina

Viole

Jan Snakowski, Prima parte

Ivan Vukčević, Prima parte

Bianca Marin, Sostituto prima parte

Aurélie Adolphe

Andriy Burko

Violoncelli

Johann Sebastian Paetsch, Prima parte

Luca Magariello, Prima parte

Felix Vogelsang, Sostituto prima parte

Vanessa Hunt Russell

Contrabbassi

Enrico Fagone, Prima parte

Jonas Villegas, Prima parte

Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte

Flauti

Bruno Grossi, Prima parte

Alessandra Russo, Prima parte

Oboi

Federico Cicoria, Prima parte

Marco Schiavon, Prima parte

Clarinetti

Paolo Beltramini, Prima parte

Corrado Giuffredi, Prima parte

Fagotti

Alberto Biano, Prima parte Enrico Bassi, Prima parte

Corni

Zora Slokar, Prima parte Vittorio Ferrari, Prima parte

Trombe

Sébastien Galley, Prima parte

Serena Basandella, Prima parte

Timpani

Louis Sauvêtre, Prima parte

Oggi suonano

Violini I

Robert Kowalski, Konzertmeister

Walter Zagato

Denis Monighetti

Piotr Nikiforoff

Katie Vitalie

Ekaterina Valiulina

Vittorio Passerini

Hana Kotkova*

Sebastian Canellis-Olier*

Mirela Lico*

Violini II

Hans Liviabella, Prima parte

Vasyl Zatsikha

Barbara Ciannamea-Monté

Rizzi

Fabio Arnaboldi

Duilio Galfetti

Irina Roukavitsina-Bellisario

Fiorenza De Donatis*

Ludovica Lorenzini*

Viole

Ivan Vukčević, Prima parte

Bianca Marin

Andriy Burko

Aurélie Adolphe

Mykytka Volodymyr*

Giulia Panchieri*

Violoncelli

Johann Sebastian Paetsch, Prima parte

Luca Magariello

Felix Vogelsang

Vanessa Hunt Russell Fabio Fausone*

Lorenza Baldo*

Contrabbassi

Enrico Fagone, Prima parte

Jonas Villegas

Erick Martìnez Olivo

Alvin Staple*

Flauti

Alessandra Russo, Prima parte

Bruno Grossi

Laura Farneti*

Oboi

Marco Schiavon, Prima parte

Federico Cicoria

Domenico Lamacchia*

Clarinetti

Paolo Beltramini, Prima parte

Corrado Giuffredi, Prima parte

Stefano Bergamini*

Fagotti

Alberto Biano, Prima parte

Corrado Barbieri*

Jasen Atanasov*

Corni

Vittorio Ferrari, Prima parte

Zora Slokar

Loris Antiga*

Giuseppe Russo*

Tromba

Serena Basandella, Prima parte

Sébastien Galley

Guido Guidarelli*

Niccolò Ricciardo*

Marco Bellini*

Tromboni

Eugenio Abbiatici*

Floriano Rosini*

Fabio Costa*

Tuba

Rino Ghiretti*

Timpani

Louis Sauvêtre, Prima parte

Percussioni

Danilo Grassi*

Andrea Carattino*

Tommaso Scopsi*

Athos Bovi*

Sho Kubota*

Pianoforte

Alexander Mathas*

Arpe

Elena Piva*

Elisa Netzer*

*sostituti e aggiunti

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Domenica 23 aprile 2023

Isarphilharmonie, Monaco

Orchestra della Svizzera italiana

Markus Poschner, direttore

Rafał Blechacz, pianoforte

Musiche di Schumann, Čajkovskij

osi.swiss Orchestra della Svizzera italiana GIO 04.05.23 20.30 Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano
Poschner Direttore Musiche di Vivaldi, Sollima, Beethoven Markus Poschner Direttore principale
Markus

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Galleria Anfitrite, Lugano

Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano

Quartiere Maghetti, Lugano

SRG SSR e RSI sostengono l’OSI in qualità di acquirenti di prestazioni

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Altri Comuni Bellinzona Chiasso Mendrisio

Fondazione per l’Orchestra

della Svizzera italiana

Via Canevascini 5

6900 Lugano, Switzerland

osi@osi.swiss

www.osi.swiss

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