Il canto


canto del cigno
Caro Pubblico, è per me un onore essere stasera qui in mezzo a voi, per proporvi con l’OSI e il Maestro Madaras un capolavoro affascinante per il mio strumento, il Concerto per viola del compositore ungherese Béla Bartók, uno dei miei concerti preferiti.

Fu commissionato a Bartók negli Stati Uniti, dove si era rifugiato, dal famoso virtuoso della viola William Primrose, prima parte nell’orchestra di Toscanini. Bartók studiò a fondo le possibilità dello strumento, esplorandone molto frequentemente il registro più grave.
Permeò la pagina di sonorità magiare, atmosfere che mi sono familiari e che sento “mie” anche per aver trascorso molto tempo in Ungheria (da quando ho sposato mia moglie, ungherese).
Il Concerto è giunto fino a noi grazie al lavoro del violista ungherese Tibor Serly, che riuscì a completarlo a partire dai quattordici fogli di bozze non numerate lasciate da Bartók al momento della morte.
A Serly è toccato dunque rendere possibile l’esecuzione del “canto del cigno” di uno dei più grandi musicisti del ventesimo secolo.
Buon ascolto!
MaximRysanovOrchestra della Svizzera italiana
Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
Con il sostegno di
OSI in Tournée tuns contemporans Sabato 1. aprile 2023 ore 19.00 Theater Chur, Coira
Gergely Madaras Direttore Maxim Rysanov ViolaOscar Bianchi (*1975)
Exordium per orchestra (2015; brano commissionato da OSI nel 2013)
11’ 21’
Béla Bartók (1881 – 1945)
Concerto per viola e orchestra op. postuma (1945, compl. Tibor Serly)
Joseph Haydn (1732 – 1809)
Sinfonia n. 26 in re minore Hob. I.26
Lamentatione (1765)
I. Allegro assai con spirito
II. Adagio
III. Minuetto – Trio
I. Moderato II. Adagio religioso III. Allegro vivace 17’ 12’
György Ligeti (1923 – 2006)
Concert Românesc (1951)
I. Andantino
II. Allegro vivace
III. Adagio ma non troppo
IV. Molto vivace
Oscar Bianchi
Exordium per orchestra
Prima esecuzione Lugano, OSI al LAC , 24 novembre 2016. OSI, direttore Markus Poschner (brano commissionato da OSI nel 2013 nell’ambito del progetto Œuvres Suisses)
Oscar Bianchi ha concepito Exordium come l’ouverture di un ciclo orchestrale basato sull’arte della retorica. «La musica –nota il compositore svizzero-italiano - in quanto espressione esistenziale che abbraccia il sociale quanto l’intellettuale, può contribuire al processo di consapevolezza attraverso la condivisione di nuove forme di linguaggio, ma soprattutto di nuovi atteggiamenti d’ascolto».

Béla Bartók
Concerto per viola e orchestra op. postuma (compl. Tibor Serly)
Prima esecuzione Minneapolis, 2 dicembre 1949.
Direttore Antal Dorati, solista William Primrose
Peter Bartók, figlio del compositore, chiese a Zoltán Kodály, famoso collega del padre, di ricostruire il Concertoperviola , lasciato incompiuto alla morte e proposto in una prima ricostruzione dal violista Serly. Kodály non volle toccare la bozza, sancendo che una versione definitiva del concerto forse non esisterà mai: la sua luce, semmai, ci verrà attraverso i filtri di chi provò a completarlo.
Joseph Haydn
Sinfonia n. 26 in re minore Hob. I.26 Lamentatione
Prima esecuzione non nota
Il primo biografo A. C. Dies chiese ad Haydn se la sua musica strumentale non nascesse per caso a partire da una trama testuale. «Raramente» fu la risposta di Haydn, che spiegò: «Nella musica strumentale ho l’abitudine di lasciare libero corso alla mia fantasia puramente musicale. Mi sovviene un’eccezione nell’Adagio di una sinfonia, dove ho preso per tema una conversazione fra Dio e un peccatore».
György Ligeti
Concert Românesc
Prima esecuzione
Gibraltar (Wisconsin), 21 agosto 1971. Direttore Thor Johnson
«Sono cresciuto in Transilvania fra ungheresi – ricordava Ligeti -. A tre anni ho scoperto il folclore rumeno; la prima volta ascoltando i corni delle Alpi della Carpazia, un›altra volta incontrando “streghe” rumene mascherate – portavano una cappa in pelle di capra, maschere cornute e suonavano violino e cimpoi (una specie di cornamusa). Imitavano gli spiriti demoniaci della foresta transilvana».
Exordium e cartoline magiare
Nelle istituzioni retoriche, l’exordium ha la funzione di inizio del discorso: dunque al brano del compositore svizzero-italiano Oscar Bianchi spetta la posizione di ouverture con l’intento di «smascherare, attraverso l’introspezione e il senso critico sviluppati dalla retorica, la manipolazione mediatica e il becero populismo che corrodono e minacciano la percezione del sensibile. Riscoprire la possibile lucidità del trasmettere mi sembra un’operazione oggi più che mai necessaria, un imperativo morale da perseguire come artista e cittadino».
Dopo ’l’esordio’, comincia un viaggio musicale in terra d’Ungheria con l’incompiuto Concerto per viola di Béla Bartók, affidato per il completamento al violista Tibor Serly. Ideato in tre movimenti collegati da interludi, presenta un primo tempo, indicato Moderato , immerso in un clima di caldo lirismo
prossimo all’Allegro non troppo del secondo Concerto per violino. Il tema iniziale dal sapore modale alimenterà il materiale dei movimenti successivi: tema base del ternario movimento Lento (Serly lo ha indicato Andante religioso) e tema principale con l’aria di cornamusa del finale (Serly: Allegro vivace), un corto rondò ispirato alle vigorose danze popolari rumene in progressione agogica, dove compare anche una melodia scozzese (GinaBody MeetaBody,Comin’throtheRye) modificata nel ritmo e nel profilo modale.
Anche Franz Joseph Haydn fu profondamente influenzato dalla musica popolare magiara che lo circondava alla corte del principe Esterházy. Nelle sue sinfonie ha utilizzato però anche materiale di provenienza “sacra”, come nella Sinfonia n. 26 in re minore che un manoscritto conservato nel monastero agostiniano di Herzogenburg colle-
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ga nei primi due tempi ad una Passio e Lamentatio . Inoltre, in un passaggio declamatorio del secondo tema dell’Allegroassaiconspirito , compare l’indicazione Evang[elista]; in un altro passo la ieratica melodia è indicata Crist[us]; le furiose scale ascendenti di semicrome imitano i crucifige della folla recando Jud[aei]. Prima della succinta chiusa (un serioso Minuetto con Trio), il quieto, solenne, calmo Adagio in fa maggiore, ispirato alle Lamentationes Jeremiae Prophetae , elabora come motivo principale la melodia legata alla figura del Cristo, legando così tematicamente Passio e Lamentatio .
Come Bartók, anche György Ligeti (di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, con tutta una serie di iniziative cui partecipa anche l’Orchestra della Svizzera italiana – cfr. pag. 16 “Focus Ligeti”) nutriva «profondo affetto per la musica popolare e
per tutta la cultura della lingua rumena in generale». Il Concerto Românesc ne è il riflesso, essendo «basato su tutta una serie di melodie popolari rumene notate ascoltando dischi di cera e utilizzando giri armonici correnti nella musica contadina rumena, utilizzati maniera stilizzata». «Questa composizione è uno dei pezzi “camuffati” con i quali tentavo di sfuggire ai diktat del realismo socialista impostomi. Benché fosse conforme, il pezzo fu dichiarato “politicamente scorretto” a causa di qualche dissonanza vietata (un fa diesis in un contesto di fa maggiore): che uno scherzo tonale anodino potesse essere denunciato come “attentato alla sicurezza dello Stato” sembra impensabile ad un uditorio d’oggi, ma all’epoca fu immediatamente vietato e suonato solo qualche decennio più tardi».
Giovanni GavazzeniParticolarità
«A cinque anni – ricorda Madaras - mio padre mi portò a conoscere uno dei tipici saloni da ballo tzigani e ne rimasi affascinato. Mi portarono ad una scuola di folclore in cui mi diedero subito un violoncello dicendomi: “Vieni a suonare con noi!” Così fui iniziato alla musica. Poi proseguii con il violino e in parallelo cominciai a seguire una formazione classica. Ero l’unico che avesse due formazioni: determinante nella cultura tzigana era imparare ascoltando qualcuno che suona e guardando come si fa. È pratica pura e diretta della vista e dell’udito, senza la mediazione della partitura. Non si impara la lettura del pentagramma. Quello ’tzigano’ fu senza dubbio un inizio molto fecondo e interessante che ha segnato il mio modo di sentire».
Riconoscimenti
Sir Charles Mackerras Fellow English National Opera 2012-4
Besançon International Competition for Young Conductors, finalista 2011
Junior Prima Prize (Ungaria) 2011
Seiji Ozawa Fellowship Tanglewood 2009
RUOLI ATTUALI
Direttore Orchestre Philharmonique
Royal Liège
Fondatore IKZE Festival musica
contemporanea (Ungheria)
Gergely Madaras

Maxim Rysanov

«La viola è uno strumento molto vibrante, con una grande gamma di colori. Il processo di ricerca dei colori giusti mi rende felice. È come la mia personalità, che ama i cambiamenti e le cose nuove: non posso stare più di una settimana nello stesso luogo. La viola è la voce dell’anima: ha un timbro meno aperto del violino ed è per questo che è molto più misteriosa. La chiamo “voce dell’anima” perché, rispetto al violino, dà un risultato molto più vero rispetto alla qualità del suono che l’interprete produce».
Particolarità Riconoscimenti
Gramophone Young Artist of The Year
Award 2008
BBC Radio 3 New Generation Award 2007
Concours de Genève 2005
Concorso Lionel Tertis Port Erin (UK) 2003
Concorso Valentino Bucchi Perugia 1995


Orchestra residente al LAC, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Da novembre 2022, direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSI al LAC , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSI in Auditorio , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso.
La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progettoche porta il suo nome).
Nel contempo ha preso avvio una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste (Presenza , prima edizione nel 2022).
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana: già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali.
Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Musicisti OSI
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea-
Monté Rizzi, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole
Jan Snakowski, Prima parte
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Luca Magariello, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Serena Basandella, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato
Denis Monighetti
Katie Vitalie
Ekaterina Valiulina
Vittorio Passerini
Alessandro Milano*
Mirela Lico*
Vincenzo Quaranta*
Violini II
Hans Liviabella, Prima parte
Vasyl Zatsikha
Barbara CiannameaMonté Rizzi
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Sebastian Canellis-Olier*
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin
Andriy Burko
Aurélie Adolphe
Diego Piccioni*
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang
Vanessa Hunt Russell
Fabio Fausone*
Contrabbassi
Jonas Villegas, Prima parte
Enrico Fagone
Erick Martìnez Olivo
Flauti
Alessandra Russo, Prima parte
Bruno Grossi
Lucilla Piccioni Grossi*
Oboi
Marco Schiavon, Prima parte
Federico Cicoria
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi
Stefano Bergamini*
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari
Federica Bazzini*
Tromba
Serena Basandella, Prima parte
Sébastien Galley
Niccolò Gaudenzi*
Tromboni
Eugenio Abbiatici*
Floriano Rosini*
Tuba
Rino Ghiretti*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Percussioni
Danilo Grassi*
Paolo Nocentini*
Pianoforte
Alexander Mathas*
Clavicembalo
Giulio Mercati*
Focus Ligeti
Lugano 2023

“per il centenario dalla nascita”© photo Schott Music_ HJ Kropp
A pranzo con l’OSI
1904 2023
Lunch with OSI ore 12:30 | LAC Lugano
Music behind the scenes
Markus Poschner, direttore
Musiche di P. I. Čajkovskij

Amici dell’Orchestra
della Svizzera italiana (AOSI)
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Simpatizzante da CHF 50.–/anno
Sostenitore da CHF 100.–/anno
Donatore da CHF 500.–/anno
Benefattore da CHF 3’000.–/anno
Mecenate da CHF 10’000.–/anno
Leggio d’oro contributi straordinari nel segno della continuità

Designed by
Concerto del Venerdì Santo
VENERDÌ 7 APRILE 2023 ORE 20.30
CHIESA COLLEGIATA BELLINZONA

Gaetano Donizetti Messa di Requiem
Orchestra della Svizzera italiana
Coro della Radiotelevisione svizzera
Minji Kim soprano
Gabriella Sborgi contralto
Alessandro Fisher tenore

Marco Bussi basso
Carlo Lepore basso

Diego Fasolis direttore
Prova generale 6 aprile 2023 . ore 20.30
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Orchestra della Svizzera italiana

MANFRED
GIO 20.04.23 20.30

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Galleria Anfitrite, Lugano

Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano
Quartiere Maghetti, Lugano

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OSI – Locarno Film Festival
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