GIO 02.03.23 20.30 osi.swiss Krzysztof Urbański Direttore Julia Hagen Violoncello
Lugano
Svizzera italiana
LAC
Orchestra della
H GEN
Caro Pubblico,
sono felice di essere qui a Lugano per la prima volta, per suonare il bellissimo Concerto di Dvořák.
Sebbene all’inizio Dvořák non fosse un grande fan del violoncello («un pezzo di legno che grida sopra e stride sotto»), ha creato un capolavoro assoluto che fa battere il cuore di ogni violoncellista. Si dice che lo stesso Brahms, dopo aver letto la partitura, abbia esclamato: «Ma davvero è possibile scrivere un concerto per violoncello come questo? Se l’avessi saputo, ne avrei scritto anch’io uno molto tempo fa!».
Questa pagina è come una musica da camera “sinfonica”. Certo, la mia parte è molto esposta da un punto di vista solistico, estremamente impegnativa sia dal punto di vista tecnico che musicale, ma per me la cosa più importante è l’effetto d’insieme: quante volte rispondo a una melodia dei fiati, porto avanti la linea dei clarinetti, ripeto un tema dei corni!
Nel secondo movimento, poi, Dvořák accenna alla melodia preferita dalla cognata malata terminale (nonché amante) Josephina Kounicova, un suo Lied dal titolo Kéz duch muj sám (Lasciatemi solo) . Dopo la sua morte, cambiò anche il movimento finale per includervi il Lied: un Finale che ha qualcosa di assolutamente magico. Già da bambina ero affascinata dal modo in cui Dvorak interpreta gli addii, il lasciarsi andare, il lasciare pacificamente questo mondo, trasformandoli in musica e rendendoli arte.
Buon concerto!
JuliaHagen
Orchestra della Svizzera italiana
Urbański Direttore
Violoncello
radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due) Con il sostegno di
Krzysztof
Julia Hagen
Diretta
40’
Antonín Dvořák (1841 – 1904)
Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in si minore op. 104 B. 191 (1895)
I. Allegro
II. Quasi improvvisando: Adagio ma non troppo
III. Finale: Allegro moderato
31’
Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 (1804; 1807-8)
I. Allegro con brio
II. Andante con moto
III. Allegro
IV. Allegro
Antonín Dvořák
Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in si minore op. 104 B. 191
Prima esecuzione
Londra, Philharmonic Society, 19 marzo 1896. Direttore Antonín Dvořák, solista Leo Stern
Quando morì l’amatissima cognata Josephina Kounicova, Dvořák modificò il finale del concerto per violoncello inserendo una melodia tratta dai
QuattroLieder op. 82 da lei tanto amata, Kézduchmujsám (Lasciatemi solo). La melodia del Lied è già accennata nel movimento lento, reminiscenza che il violino solo riporta come memoria ormai lontana.
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 5 in do minore op. 67
Prima esecuzione
Vienna, Theater an der Wien, 22 dicembre 1808.
Direttore Ludwig van Beethoven
«Per quanto la si ascolti molto, nelle sale pubbliche e private, ogni volta la Quinta sinfonia esercita su tutti, e a tutte le età, un fascino impressionante: come quei fenomeni della natura che, per quanto frequenti, riempiono ogni volta di sorpresa e di sbigottimento». (Robert Schumann)
Dvořák tra l’ombra di Beethoven e la protezione di Brahms
Robert Schumann legava il nome di Beethoven al Nume degli artisti romantici, William Shakespeare, eleggendo le sue sinfonie a simbolo dei popoli tedeschi: «come l’Italia ha la sua Napoli, la Francia la sua Rivoluzione, l’Inghilterra la sua flotta, i Tedeschi hanno le loro sinfonie di Beethoven. Con il suo Beethoven, il Tedesco dimentica di non avere una scuola di pittura, con Beethoven immagina di aver rovesciato l’esito delle battaglie perdute con Napoleone; ha il coraggio di porlo allo stesso livello di Shakespeare». Nel canone delle sinfonie di Beethoven, la Quinta assunse subito valore di paradigma del conflitto tra uomo e destino, della strenua lotta per vincere il caos fissata a partire dalla dialettica esasperata della forma sonata, soprattutto nello scontro tematico tra il lapidario motto del destino e quello ’umano’ nel primo movimento.
«L’inizio della Quinta» scriveva un direttore d’orchestra che ha incarnato l’eredità dell’idealismo tedesco, Wilhelm Furtwängler «è così insolito da apparire unico in tutta la storia della musica: non ci troviamo di fronte ad un tema, nel senso corrente della parola, ma a quattro battute che svolgono il ruolo di un’epigrafe, di un titolo a caratteri cubitali».
Con l’ombra di Beethoven avranno a che fare tutte le generazioni successive di compositori, da quella di Schumann a Dvořák, che fu in confidenza con i quartetti e le sinfonie di Beethoven fin dalla prima esecuzione della Nona a Praga, diretta da Louis Spohr. Dvořák scrisse la sua prima sinfonia, nel 1865, seguendo la ripartizione e il piano tonale proprio della Quinta di Beethoven che parte dal tono d’impianto (do
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l’ombra
minore), passa nel tempo lento a la bemolle maggiore, ritorna a do minore nello Scherzo e trionfa nel finale in do maggiore.
Dvořák in campo sinfonico aveva anche a che fare con la protezione e la tutela che Johannes Brahms e il più importante critico musicale del tempo, Eduard Hanslick, gli avevano concesso. Riuscire a convincerli pienamente, come fu il caso per il Concerto per violoncello, non era cosa così facile, anche per due ammiratori dei suoi talenti. Hanslick scrisse un articolo di lode sulle colonne della Neue Freie Presse all’indomani della “prima” viennese del Concerto diretta dall’autore con Hugo Becker al violoncello, apprezzamento a cui non era estraneo il giudizio di Brahms, il quale accompagnando al piano in casa sua Robert Haussmann, pare abbia esclamato: «Se avessi saputo che era possibile scrivere
un concerto come questo, avrei provato senza dubbio a scriverne uno».
Hanslick emise un giudizio tutt’ora valido: «Dvořák ha scritto un’opera magnifica che ha posto fine alla stagnazione della letteratura per violoncello. La sua invenzione melodica con sfumature slavo-meridionali uniche e magiche è ben appoggiata su un trattamento contrappuntistico consistente e su un’orchestrazione magistrale. Nella sua solida ma cristallina struttura il concerto presenta molte idee sorprendenti, come per esempio il trillo del flauto nel secondo movimento che si lega in modo squisito alla cantilena del violoncello. In questo concerto il violoncello è trattato al massimo delle sue possibilità naturali nell’energico registro basso o lirico baritonale, specialmente nel gentile Adagio».
Giovanni Gavazzeni
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RUOLI ATTUALI
Direttore ospite principale OSI
Direttore onorario ospite Trondheim
Symfoniorkester & Opera
Particolarità
«A mio parere il concerto è la parte più facile, dopo il duro lavoro delle prove dove bisogna fermarsi e fissare le cose in continuazione. È veramente come il dessert, un’esperienza piacevole che non mi rende mai nervoso. Quando c’è una buona atmosfera fra orchestra e pubblico è anche divertente, perché possono accadere cose imprevedibili».
Riconoscimenti
Leonard Bernstein Award, Schleswig-Holstein
Musikfestival 2015
Primo Premio, Prague Spring Conducting
Competition 2007
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Krzysztof Urbański
Pabianice (Polonia), 17.10.1982
RUOLO Direttore NASCITA
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Julia Hagen
STRUMENTO Violoncello NASCITA Salisburgo (Austria), 1995 12
Julia Hagen, figlia del violoncellista Clemens, indimenticato membro del Quartetto Hagen, a sua volta figlio della prima viola del Mozarteum di Salisburgo, ricorda di aver «fatto molta pratica fin da bambina, cosa che mi ha aiutato molto a dare coerenza al mio studio. Il mio insegnante era davvero fantastico e ha gestito la mia ’pratica’ con molta varietà, così lo studio non è mai stato noioso». Julia Hagen ha studiato a Salisburgo con Enrico Bronzi, prima di perfezionarsi a Vienna con Reinhardt Latzko e Heinrich Schiff.
Hajek-Boss-Wagner Kulturpreis 2017
Concorso Benedetto Mazzacurati Torino 2016
ESTA-Sonderpreis Brahms Wettbewerb
Pörtschach 2014
Cello Wettbewerb Liezen 2010
Prima la musica Preis 2010
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Particolarità Riconoscimenti
© OSI / Kaupo Kikkas
Orchestra residente al LAC, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Da novembre 2022, direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSIalLAC , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSIinAuditorio , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel
osi.swiss
contempo ha preso avvio una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste (Presenza , prima edizione nel 2022).
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana: già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali.
Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Musicisti OSI
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole
Jan Snakowski, Prima parte
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Luca Magariello, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Serena Basandella, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Ekaterina Valiulina
Vittorio Passerini
Djafer Djaferi*
Violini II
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Mirela Lico*
Dmitriy Askerov*
Viole
Bianca Marin, Prima parte
Ivan Vukčević
Andriy Burko
Aurélie Adolphe
Gustavo Fioravanti*
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Luca Magariello
Felix Vogelsang
Vanessa Hunt Russell Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas
Erick Martìnez Olivo
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo
Raffaele Bifulco*
Oboi
Marco Schiavon, Prima parte
Federico Cicoria
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Enrico Bassi, Prima parte
Caterina Madini*
Alessandro Battaglini*
Corni
Vittorio Ferrari, Prima parte
Zora Slokar
Maurizio Cavallini*
Tromba
Sébastien Galley, Prima parte
Serena Basandella
Tromboni
Eugenio Abbiatici*
Floriano Rosini*
Fabio Costa*
Tuba
Rino Ghiretti*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Percussioni
Danilo Grassi*
*sostituti e aggiunti
SAV THE
DAT
Evento
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GIOVEDÌ 9 MARZO 2023
ORE 20.30 BELLINZONA
Orchestra della Svizzera italiana
Holly Hyun Choe direttore
Maria Ioudenitch violino
Musiche di Mendelssohn, Wagner e Mozart
variante agenzia creativa Con il sostegno di Una produzione di
Prevendita www.osi.swiss
Markus Poschner
Direttore
Julia Fischer
Violino
16.03.23
JULIA FIS HER
Orchestra dellaa Svizzera
Musiche di Brahms, Čajkovskij osi.swiss
GIO
20.30 LAC Lugano
italiana
PARTNER
Galleria Anfitrite, Lugano
Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano
Quartiere Maghetti, Lugano
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FÜR KUNST UND WISSENSCHAFT
Sponsor di serata
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OSI – Locarno Film Festival
Hospitality Partner
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Fondazione
di serata
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