Il mio Stradivari nato prima di Haydn
Caro Pubblico, il concerto per violoncello di Haydn che vi presentiamo questa sera è per me come un concentrato di luce, gioia, atmosfere scintillanti. La tonalità di do maggiore è quella della semplicità e della luminosità e, non a caso, fa risuonare gli strumenti ad arco più di qualsiasi altra tonalità.
Il Concerto n. 1 in do maggiore di Haydn è probabilmente il più grande fra tutti i concerti classici scritti per violoncello: così virtuosistico e allo stesso tempo così spiritoso e spensierato. Amo eseguirlo col mio violoncello barocco con corde di budello, per ricreare un feeling con il mondo sonoro dell’epoca. Tuttavia, dato che le moderne sale da concerto non sono sempre adatte a mettere in scena strumenti ad arco del XVIII secolo, per voi suonerò con corde di metallo, ma su un violoncello Stradivari dell’anno 1698, cioè su uno strumento costruito ben 34 anni prima che lo stesso Haydn nascesse. A pensarci, è incredibile.
Per me è anche il primo concerto a Lugano con l’Orchestra della Svizzera italiana e il Maestro Charles Dutoit: non vedo l’ora di fare musica assieme e condividerla con voi, caro pubblico, perché il destino della musica è proprio quello di essere condivisa: vive soltanto nel momento in cui ci siano almeno un musicista e un ascoltatore ad assaporarne la magia.
Buon concerto!
Orchestra della Svizzera italiana
Evento dei Concerti RSI.
Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
Con il sostegno di
Charles Dutoit Direttore Anastasia Kobekina Violoncello15’
Arthur Honegger (1892 – 1955)
Sinfonia n. 2 per orchestra d’archi in re maggiore (1941)
Molto moderato. Allegro Adagio mesto
Vivace non troppo. Presto
Franz Joseph Haydn (1732 – 1809)
24’
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in do maggiore Hob. VIIb:1 (1760-65)
Moderato
Adagio
Allegro molto
36’
Richard Strauss (1864 – 1949)
Il borghese gentiluomo. Suite per orchestra op. 60 (1919)
Ouverture all’atto I
Minuetto – moderato assai
Il maestro di scherma – animato assai
Entrata a danza dei sarti – vivace
Il minuetto di Lully – molto moderato
Courante – vivace assai
Entrata di Cleonte (da Lully) - in tempo moderato
Preludio all’atto II
Le dîner (Tafelmusik e danza dei garzoni di cucina) – moderato alla marcia, allegro molto, allegretto, andante, moderato, presto
Arthur Honegger
Sinfonia n. 2 per orchestra d’archi in re maggiore
Prima esecuzione
Zurigo, 18 maggio 1942. Collegium Musicum, direttore Paul Sacher
Lo strazio della guerra in una Sinfonia per archi che si riallaccia alla solidità formale del primo Ottocento, ma con un’inquietudine espressiva tutta novecentesca.
Franz Joseph Haydn
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in do maggiore Hob. VIIb:1
Prima esecuzione moderna
Praga, 19 maggio 1962. Orchestra della Radio Cecoslovacca, direttore Charles Mackerras, solista Milos Sádlo
Riscoperto soltanto nel 1961, ben duecento anni dopo la sua composizione, questo Concerto per violoncello è diventato un caposaldo del repertorio per la perfetta alternanza di virtuosismo e cantabilità, eleganza e intimità.
Richard Strauss
Il borghese gentiluomo. Suite per orchestra op. 60
Prima esecuzione
Vienna, Prinz-Eugen Palais, 31 gennaio 1920. Wiener Philharmoniker, direttore Richard Strauss
Dopo il fallito esperimento di unire musiche di scena e opera lirica, Strauss
recupera le prime per una Suite orchestrale che evoca un Settecento in realtà saldamente legato, a livello stilistico, al “suo” Novecento.
Fra Classico e Neoclassico
La storia della musica è fatta di “scuole” e di opposizioni ad esse, con andamento ondulatorio: questo vale anche per Arthur Honegger, nato nel 1892 a Le Havre da genitori svizzeri e oggi noto come membro del Gruppo dei Sei, il cui obiettivo era reagire sia alla moda wagneriana che a quella, più recente, debussiana. Ognuno dei Sei lo fece però a modo suo, e Honegger decise di ristabilire un ponte con la solidità formale di Bach, Beethoven e Brahms: una specie di tessuto connettivo ben avvertibile anche in questa Seconda sinfonia, portata a termine in piena Seconda Guerra mondiale ma iniziata, con una serie di appunti, fin dal 1936, quando Paul Sacher avanzò la richiesta di un brano per il decennale della sua Orchestra da Camera di Basilea. La forma in tre movimenti era d’obbligo, così come i principi ispiratori, da Honegger stesso chiariti in una lettera: condensazione della forma; ricerca di temi sufficientemente caratterizzati da catturare l’attenzione dell’ascoltatore; assenza di programmi o concetti
filosofico/letterari. Il primo movimento vive del contrasto tra il lamento angoscioso della viola solista e una sezione più spedita, dall’andamento fortemente ritmico, mentre il secondo riprende lo spunto iniziale della viola ampliandolo fino ad una dimensione tragica, che percorre l’intera orchestra d’archi fino al silenzio. Anche il Finale sfrutta la stessa tecnica di “accrescimento emotivo”, che culmina nell’intervento della tromba (indicata adlibitum) nelle ultime note del corale conclusivo, raddoppiando i violini primi.
La storia del Concerto per violoncello in do di Haydn è invece singolare: risalente probabilmente al 1765 (l’anno prima che Haydn sostituisse Gregor Werner come maestro di cappella della famiglia Esterházy) e composto per Joseph Weigl, violoncellista di corte degli Esterházy, questo Concerto venne creduto perduto fino al 1961, quando il musicologo cecoslovacco Oldrich Pulkert, bibliotecario del Museo Nazionale di Praga, ne rinvenne una copia settecentesca in una raccolta di mano-
scritti del XVIII secolo ivi conservata (la “collezione Radenin”). La nuova “prima” si tenne il 19 maggio dell’anno successivo e il Concerto ebbe subito un successo tale da renderlo, in breve, uno dei capisaldi del repertorio dei violoncellisti, affascinati dalla morbida, malinconica cantabilità dell’Adagio centrale così come dal brillante virtuosismo del finale. Si tratta, in ogni caso, di una partitura affascinante anche per il suo porsi a metà fra stili e mondi: il Moderato iniziale oscilla tra la forma del concerto di epoca barocca, con un ritornello dell’orchestra che separa gli episodi solistici, e la forma classica, poi codificata dallo stesso Haydn, che prevede una variazione del tema ad ogni riproposta. Il citato Adagio è una semplice romanza, dalla spiccata, intima cantabilità, con l’orchestra ridotta ai soli archi (oboi e corni tacciono) che dialogano con il solista. Più convenzionale, ma non meno entusiasmante è il finale, un rondò spigliato che impegna il solista in difficili passaggi di agilità, in un clima sereno e senza increspature.
La Suite dalle musiche di scena per Il Borghese gentiluomo di Molière, infine, ha una storia complessa: dopo il successo del Rosenkavalier (1911), Strauss e Hofmannsthal pensano a un genere “ibrido”, ossia una rielaborazione teatrale della commedia di Molière con musiche originali (o ispirate a quelle originali di Lully), cui segue un’opera lirica fatta rappresentare dal protagonista, il neoarricchito Monsieur Jourdain. Questa convivenza fra generi diversi non piacque però al pubblico di Stoccarda nel 1912: Strauss quindi separò opera e commedia, scrisse un nuovo prologo per l’opera e in questa nuova veste AriadneaufNaxosandò in scena a Vienna nel 1916. I nove numeri più importanti delle musiche per la commedia, però, vennero riutilizzati proprio per questa Suite da concerto che, sotto la sua veste fintamente arcaicizzante, rivela lo stile dello Strauss migliore, nella freschezza delle linee e nel vigoroso andamento della scrittura orchestrale, arricchita da un’ampia sezione di fiati, un pianoforte e un’arpa.
Nicola CattòRUOLI ATTUALI
Direttore ospite principale Filarmonica di San Pietroburgo
Co-direttore Festival MISA Shangai
Direttore musicale emerito Verbier Festival Orchestra
Membro onorario Maurice Ravel Foundation, Paris 2016
Membro onorario Igor Stravinskij Foundation, Genève 2015
Honorary Artistic Advisor Guangzhou
Opera House (Cina) –2012
Doctor of Music, Curtis Institute, Philadelphia 2012
Particolarità
«Penso che un concerto sia una combinazione di arte e di intrattenimento. Molti vanno a un concerto dopo una lunga giornata di lavoro per ascoltare la musica che amano. Dall’altro abbiamo la responsabilità di occuparci dei compositori moderni, di informare il pubblico delle cose nuove, e se solo dieci persone alla fine di un concerto dicono di aver imparato qualcosa di nuovo, allora un obiettivo è raggiunto».
Riconoscimenti
Premio Una vita nella musica , Venezia 2022
Gold Medal Royal Philharmonic Society, London 2017
Lauréat Fondation Vaudoise pour la Culture, Lausanne 2016
Special Contribution Award,18th Shanghai
International Arts Festival 2016
Lifetime Honorary Professor Nanjing University of the Arts, Cina 2016
Koussevitzky Artist, Boston Symphony Orchestra (Tanglewood) 2016
Lifetime Achievement Award – ICMA,
Varsavia 2014
Tribute - The Musical Fund Society of Philadelphia 2013
Charles Dutoit
Losanna, 07.10.1936
Anastasia Kobekina
«Musicalmente mi sono formata in Russia [al Conservatorio di Mosca], Germania [alla Kronberg Academy in Assia] e poi mi sono perfezionata in Francia [con Jerome Pernoo a Parigi]: è difficile dire quale “scuola” rappresenti maggiormente il mio modo di suonare. Spero in un buon mix! La mia ricerca è orientata verso un suono il più espressivo possibile, che possa parlare al cuore e all’immaginazione delle persone».
Particolarità Riconoscimenti
Borletti-Buitoni Trust Award 2022
Čajkovskij International Competition III premio 2019
George Enescu Competition Bucarest 2016
Orchestra residente al LAC, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Da novembre 2022, direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSIalLAC , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSIinAuditorio , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel
contempo ha preso avvio una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste (Presenza , prima edizione nel 2022).
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana: già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali.
Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Musicisti OSI
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole
Jan Snakowski, Prima parte
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Luca Magariello, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Serena Basandella, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato
Ekaterina Valiulina
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Denis Monighetti
Vittorio Passerini
Hana Kotkova*
Mirela Lico*
Violini II
Hans Liviabella, Prima parte
Vasyl Zatsikha
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Fiorenza De Donatis*
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin
Andriy Burko
Aurélie Adolphe
Diego Piccioni*
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang
Vanessa Hunt Russell
Màtyàs Major*
Contrabbassi
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martìnez Olivo
Klaudia Baca*
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo
Oboi
Marco Schiavon, Prima parte
Federico Cicoria
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte Corrado Giuffredi
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari
Tromba
Serena Basandella, Prima parte
Trombone
Fabio Costa*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Percussioni
Danilo Grassi*
Paolo Nocentini*
Alessandro Carobbi*
Andrea Carattino*
Pianoforte
Roberto Arosio*
Arpa
Maria Gamboz*
OSI@ VANILLA MA 14.03 CONNECTED
DIRETTORE MARKUS POSCHNER
VANILLA BE CONNECTED
IN COLLABORAZIONE CON: MUSICHE DI CAJKOVSKIJ, REICH ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANAAmici dell’Orchestra
della Svizzera italiana (AOSI)
diventa amico
Simpatizzante da CHF 50.–/anno
Sostenitore da CHF 100.–/anno
Donatore da CHF 500.–/anno
Benefattore da CHF 3’000.–/anno
Mecenate da CHF 10’000.–/anno
Leggio d’oro
contributi straordinari nel segno della continuità
OSI in San Biagio
GIOVEDÌ 9 MARZO 2023
ORE 20.30 BELLINZONA
Orchestra della Svizzera italiana
Holly Hyun Choe direttore
Maria Ioudenitch violino
Musiche di Mendelssohn, Wagner e Mozart
PARTNER
Galleria Anfitrite, Lugano
Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano
Quartiere Maghetti, Lugano
SRG SSR e RSI sostengono l’OSI in qualità di acquirenti di prestazioni
SPONSOR
Sponsor Principale
Iniziative per bambini e famiglie e sponsor di serata
GOETHE-STIFTUNG
FÜR KUNST UND WISSENSCHAFT
Sponsor di serata
Sponsor di serata
Sponsor di serata
Eine kulturelle Stiftung
OSI – Locarno Film Festival
Hospitality Partner