Jean-Guihen
Queyras
Violoncello
GIO 02.02.23 20.30 Orchestra della Svizzera italiana Auditorio Stelio Molo RSI Lugano
Caro Pubblico,
è per me una gioia presentarvi il programma di questo concerto con i musicisti dell’OSI. Nel corso della serata sarò due volte solista, una volta primo violoncello e poi, brevemente, direttore d’orchestra per il brano di Ligeti. Queste differenti configurazioni contribuiscono a conferire una dinamica particolare a questo programma, in bilico tra musica da camera, sinfonica e concertante.
Le due opere concertanti hanno ciascuna un posto diverso nella storia dei concerti per violoncello. Cominciamo – onore al merito - con quello in do maggiore di Haydn, compositore da sempre al centro della vita di noi violoncellisti. Maestro assoluto della sinfonia, il padre del quartetto d’archi ha scritto incredibilmente bene per il nostro strumento, che conosceva alla perfezione. Lo si sente in modo particolare in questo concerto, in cui il suono del violoncello si irradia dalla corda di cui più si percepiscono caratteristiche cantabili, vocali, anche liriche.
Con C. P. E. Bach l’approccio è molto diverso, visto che il suo concerto è stato scritto contemporaneamente per tre strumenti diversissimi, il violoncello, il clavicembalo e il flauto. Il suo interesse non risiede dunque tanto a livello strumentale ma va ben oltre, nei gesti compositivi forti e innovativi per l’epoca, sia a livello delle strutture asimmetriche delle frasi musicali nel Finale, sia nell’uso estremamente avanguardistico delle sfumature sonore nel Largo centrale. Questi forte e piano inattesi, a volte in conflitto con l’armonia, danno una sensazione vertiginosa, come di una frattura emotiva: una sorta d’incarnazione musicale delle contraddizioni dell’animo umano.
L’opera di Ligeti, infine, introduce nel programma un contrasto evidente, pur rivendicando l’eredità austro-ungarica di Haydn. Nelle sue Ramifications , Ligeti ci fa vivere sottilissime trasformazioni della materia sonora, grazie a motivi volutamente aggrovigliati e all’utilizzo di micro-intervalli (una parte degli strumenti è accordata un quarto di tono sopra gli altri). Questo bisogno di fluidità assoluta e l’assenza di una struttura ritmica rendono indispensabile la presenza di un direttore d’orchestra, garante di un flusso metronomico continuo e impercettibile.
Vi auguro un buon viaggio musicale insieme a noi!
Jean-GuihenQueyras
Orchestra della Svizzera italiana
Evento dei Concerti RSI.
Diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
e Videostreaming RSI (rsi.ch/musica)
Queyras Play&Conduct
Violoncello
Jean-Guihen
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Sinfonia n. 13 in re maggiore Hob. I:13 (1763)
Allegro molto Adagio cantabile Minuetto – Trio Finale. Allegro molto
20’
Concerto per violoncello e archi in la maggiore H 439, W 172 (1753 circa)
Allegro
Largo mesto
Allegro
Ramifications per orchestra d’archi (1968)
21’ 9’ 24’
Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in do maggiore Hob. VIIb:1 (1760-65)
Moderato Adagio
Allegro molto
Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788)
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
György Ligeti (1923-2006)
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 13 in re maggiore Hob. I:13
Prima esecuzione
Reggia di Eisenstadt, prob. 1763. Orchestra di Eisenstadt, direttore F. J. Haydn
Una sinfonia del primo classicismo viennese che svela nell’Adagio
l’omaggio all’amico Joseph Franz Weigl, violoncellista di corte presso i principi Esterházy nella reggia di Eisenstadt.
Carl Philipp Emanuel Bach
Concerto per violoncello, orchestra d’archi e basso continuo in la maggiore H 439, W 172
Prima esecuzione
Non nota
I primi passi di un lento affrancamento del violoncello dal ruolo di basso continuo, nello stile cosiddetto “sentimentale” (EmpfindsamerStil) della Berlino di metà Settecento.
György Ligeti
Ramifications per orchestra d’archi
Prima esecuzione
Berlino, 2 aprile 1969
Un’alternanza di ramificazioni e unificazioni delle parti musicali, di fratture e raggruppamenti, fino a formare un inestricabile intreccio.
Franz Joseph Haydn
Concerto per violoncello e orchestra n. 1
in do maggiore Hob. VIIb:1
Prima esecuzione moderna
Praga, 19 maggio 1962. Orchestra della Radio Cecoslovacca, direttore Charles Mackerras, solista Milos Sádlo
Un concerto a lungo andato perduto e riscoperto soltanto nel 1961, a testimonianza di un lungo lavoro di ricerca e sperimentazione musicale. La prima esecuzione moderna avvenne a Praga l’anno successivo.
Quando il violoncello divenne
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9 solista 676 parole 6 minuti DI Massimo Zicari
Quando il violoncello divenne solista
Il violoncello è certamente tra gli strumenti che più attirarono l’attenzione dei compositori alla seconda metà del Settecento. Tradizionalmente destinato alla realizzazione del basso continuo e solo occasionalmente usato nel ruolo di solista, fu proprio grazie alla sensibilità galante e sentimentale della metà del XVIII secolo che le sue potenzialità di strumento cantabile e virtuosistico vennero apprezzate e valorizzate. Tra i primi a interessarsene in area tedesca fu Johann Sebastian Bach, le cui sei Suite per violoncello solo, insieme alle Sonate e Partite per violino a solo , costituiscono un episodio quasi senza precedenti. Il ben noto caso della musica strumentale di J.S. Bach va ricondotto alle fortunate circostanze che gli permisero di sperimentare nuove modalità compositive in quel laboratorio musicale che fu la corte del principe Leopoldo von AnhaltKöthen, tra il 1717 ed il 1723.
Il caso dei tre concerti per violoncello del figlio Carl Philipp Emanuel Bach
(1714 - 1788) è emblematico dell’evoluzione successiva: tutti e tre derivano da altrettanti concerti per clavicembalo,
verosimilmente trascritti tra il 1750 ed il 1753 negli ambienti berlinesi della corte di Federico II di Prussia. Nel Concerto in la maggiore le qualità espressive del violoncello sono particolarmente enfatizzate nel movimento centrale, un «Largo mesto» con sordini, in la minore, il cui carattere empfindsamer , (sentimentale) trova nella cantabilità dello strumento tutta la sua potenza drammatica.
Ad una decina di anni più tardi risale la composizione del Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in do maggiore Hob. VIIb:1, di Joseph Haydn, la cui datazione va collocata tra il 1760 ed il 1765. Le circostanze che vedono Joseph Haydn dedicarsi al violoncello nella veste di solista richiamano da vicino quelle dei due Bach, padre e figlio: alla corte dei principi Esterhazy, Haydn godeva di una straordinaria libertà e contava su un gruppo di musicisti di ottimo livello: «Il principe era pienamente soddisfatto del mio lavoro, ero apprezzato, avevo a disposizione un’orchestra per fare esperimenti ed osservare cosa rafforzava e cosa indeboliva un effetto e quindi potevo perfezionare, cambiare, eliminare e
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Quando il violoncello divenne solista
provare soluzioni nuove; ero isolato dal mondo, non c’era nessuno intorno a me che potesse sviare o turbare il mio lavoro e così fui costretto a diventare originale». Malgrado solo una quindicina di anni lo separino da quello di Carl Ph. E. Bach, il concerto in do maggiore riflette la maturazione di Haydn verso il cosiddetto stile classico, la cui caratteristica più saliente è un sapiente equilibrio tra virtuosismo strumentale, cantabilità, eleganza e simmetria di forme.
Ma è piuttosto nei generi della sinfonia e del quartetto che questo laboratorio compositivo si rivelò particolarmente generoso di risultati. Lo rivela la Sinfonia n. 13 in re maggiore, completata nel 1763, che si articola nei quattro movimenti che diventeranno presto canonici di questo genere, adottando il modello della «forma sonata» quale elemento fondante della sua architettura musicale. Di particolare interesse in questa sinfonia è l’Adagio cantabile, che si dipana come se fosse il movimento centrale di un concerto per violoncello e orchestra, affidando a quest’ultimo l’inequivocabile ruolo di solista. Probabilmente Haydn stava renden-
do omaggio al violoncellista di corte Joseph Franz Weigl, lo stesso che avrebbe conservato l’unica copia manoscritta sopravvissuta del Concerto per violoncello n. 1, ritrovata soltanto nel 1961.
Un ultimo laboratorio musicale è quello in cui possiamo immaginare la creazione di Ramifications che György Ligeti, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita (cfr. le iniziative previste nel 2023 alle pp. 16 – 17) scrisse nel 1968. È un brano orchestrato per 12 strumenti ad arco divisi in due gruppi, uno dei quali è accordato un quarto di tono più alto dell’altro. Come spiega lo stesso compositore, questa scordatura risulta dalla ricerca di una «armonia ipercromatica», ovvero caratterizzata da intervalli più piccoli del semitono. Sempre il compositore ci spiega che il titolo si riferisce alla tecnica polifonica usata: «le singole parti, che si intrecciano le une alle altre, si muovono in direzioni divergenti in modo che il flusso di voci si sgrani gradualmente. La forma totale è costituita dall›alternanza di ramificazioni e unificazioni delle singole parti e dalle rotture o dai raggruppamenti dell’intreccio che ne consegue».
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Particolarità
«Ho sempre avuto un temperamento eclettico, ce l’ho nel sangue. Quando ero un giovane studente, sono sempre stato molto curioso di qualunque tipo di repertorio. Essere un interprete significa essere in grado di esplorare l’universo di un›altra persona: non si è mai la stessa persona quando si suona Bach o Kurtág o Saint-Saëns».
Riconoscimenti
Internationalen Musikwettbewerbs
ARD III preis 2002
Glenn Gould international Protégé Prize 2022
Concours Rostropovič Paris Prix
Jeanne Marx 1986
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Jean-Guihen Queyras
RUOLO Direttore e solista STRUMENTO Violoncello NASCITA Montréal (Canada), 11.03.1967 13 y
© OSI / Kaupo Kikkas
Orchestra residente al LAC, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Da novembre 2022, direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSIalLAC , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSIinAuditorio , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel
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contempo ha preso avvio una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste (Presenza , prima edizione nel 2022).
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana: già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali.
Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
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Orchestra della Svizzera italiana
Musicisti OSI
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole
Jan Snakowski, Prima parte
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Luca Magariello, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Serena Basandella, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Ekaterina Valiulina
Vittorio Passerini
Hana Kotkova*
Mirela Lico*
Magdalena Langman*
Violini II
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Fiorenza De Donatis*
Viole
Bianca Marin, Prima parte
Andriy Burko
Aurélie Adolphe
Gustavo Fioravanti*
Violoncelli
Luca Magariello, Prima parte
Johann Sebastian Paetsch
Felix Vogelsang
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Jonas Villegas, Prima parte
Enrico Fagone
Erick Martìnez Olivo
Flauto
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon
Fagotto
Alberto Biano, Prima parte
Corni
Vittorio Ferrari, Prima parte
Zora Slokar
Giuseppe Russo*
Debora Maffeis*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Pianoforte
Giulio Mercati*
*sostituti e aggiunti
Focus Ligeti
Lugano 2023
“per il centenario dalla nascita”
© photo Schott Music_ HJ Kropp
Focus Ligeti – Lugano 2023
Conferenza con Tobia Bezzola
01.02.2023
ore 18.30
LAC - Hall
02.02.2023
ore 20.30
Auditorio Stelio Molo RSI
11.02.2023
ore 18.30
LAC - Sala Refettorio
11.02.2023
ore 20.30
LAC - Teatro Studio
26.03.2023
ore 17.00
Cattedrale San Lorenzo
26.03.2023
ore 20.30
Auditorio Stelio Molo RSI
29.03.2023
ore 20.30
LAC - Teatro Studio
30.03.2023
ore 20.30
LAC - Sala Teatro
L’arte è inutile. Tornate a casa!
Che cosa era Fluxus?
Orchestra della Svizzera italiana
Jean – Guihen Queyras Play&Conduct
Ramifications (1968)
Ascoltare due volte Etienne Reymond presenta i 2 quartetti
Quartetto Diotima
Quartetto per archi n. 2 (1968)
Quartetto per archi n. 1, Métamorphoses nocturnes (1953-54)
Coro della Radiotelevisione
Svizzera, Francesco Bossaglia
Lux Aeterna (1966)
Cantata n. 1 (1944-45)
Cantata n. 2 (1944-45)
Ensemble900, Arturo Tamayo
Fragment (1961)
Musica Ricercata (1951)
Kammerkonzert (1969)
Doppelkonzert (1972)
Gabriele Carcano pianoforte
Etudes (selezione)
Orchestra della Svizzera italiana
Gergely Madaras
Concert Romanesc (1951)
In replica a Coira (Theater Chur) 01.04.2023 ore 19.00
Ensemble900
Francesco Angelico
24.11.2023
ore 20.30
LAC - Sala Teatro
Bölcsőtől a sírig, From the cradle to the grave (1948)
Aventures et Nouvelles Aventures (1966)
Amici dell’Orchestra
della Svizzera italiana (AOSI)
diventa amico
Simpatizzante da CHF 50.–/anno
Sostenitore da CHF 100.–/anno
Donatore da CHF 500.–/anno
Benefattore da CHF 3’000.–/anno
Mecenate da CHF 10’000.–/anno
Leggio d’oro
contributi straordinari nel segno della continuità
osi.swiss/amici
Designed by
KINA KOB Orchestra dellaa Svizzera italiana GIO 16.02.23 20.30 Musiche di Honegger, Haydn, Strauss osi.swiss Charles Dutoit Direttore Anastasia Kobekina Violoncello LAC Lugano
JULI GEN Sponsor di serata Orchestra dellaa Svizzera italiana GIO 02.03.23 20.30 Musiche di Dvořák, Beethoven osi.swiss Krzysztof Urbański Direttore Julia Hagen Violoncello LAC Lugano
PARTNER
Galleria Anfitrite, Lugano
Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano
Quartiere Maghetti, Lugano
SRG SSR e RSI sostengono l’OSI in qualità di acquirenti di prestazioni
SPONSOR
Sponsor Principale
Iniziative per bambini e famiglie
e sponsor di serata
GOETHE-STIFTUNG FÜR KUNST UND WISSENSCHAFT
Sponsor di serata
Eine kulturelle Stiftung
Sponsor di serata
OSI – Locarno Film Festival
Hospitality Partner
FINANZIATORI OSI
Altri Comuni Bellinzona Chiasso Mendrisio
Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana Via Canevascini 5 6900 Lugano, Switzerland osi@osi.swiss www.osi.swiss