Una montagna d’amore
Caro Pubblico, è per me un grande piacere essere qui con voi nella splendida Lugano, per la prima volta nella mia vita, come pure è la prima volta che suono con l’OSI sotto la direzione del grande Maestro Robert Trevino.
Ma, ancora più importante, sono oltremodo entusiasta di poter condividere con voi una delle più grandi pagine mai scritte per violino e orchestra. Il Concerto in re maggiore di Ludwig van Beethoven è per ogni violinista come una gigantesca montagna: più simile a una grande sinfonia, con il violino solista che le suona attorno, come un uccellino attorno a una vetta impervia e irraggiungibile.
Quando l’ho suonato per la prima volta, più di dieci anni fa, pensavo fosse molto difficile inserirsi in quest’opera incredibile con il normale repertorio di scale e arpeggi del violinista: ma ora capisco meglio come gli spazi semplici e vuoti di questa pagina debbano essere riempiti di pura immaginazione, di magici respiri e di dialoghi con l’orchestra pieni d’amore e tenerezza.

Credo fermamente che con questa musica e questa grande Orchestra riuscirò a trasportarvi in una dimensione totalmente nuova, quella di uno dei più grandi concerti mai composti per il mio strumento. Perché questo pezzo possiede qualità quasi magiche, quando viene suonato come è stato concepito.
Spero che lo ascolterete con piacere, nel magnifico inverno di Lugano!
Bomsorimontagna

Orchestra della Svizzera italiana
Bomsori Violino Robert Trevino DirettoreGyörgy Ligeti
Melodien
Prima esecuzione Norimberga, 10 dicembre 1971. Direttore Hans Gierster
Un brano di transizione in cui «la forma musicale si dispiega come una rete distesa nel tempo che scorre continuamente - ma le singole voci non si fondono più… bensì nel loro sovrapporsi e intrecciarsi si possono distinguere individualmente».
Ludwig van Beethoven
Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61
Prima esecuzione Vienna, Theater an der Wien, 23 dicembre 1806. Solista e direttore Franz Clement Un insuccesso al quale la storia ha posto rimedio, rovesciando il primo giudizio della critica e consacrando Beethoven all’immortalità, grazie a Joseph Joachim e Felix Mendelssohn che fecero riscoprire il concerto quasi quarant’anni dopo.
Charles Edward Ives
Three Places in New England
Prima esecuzione
New York, 10 gennaio 1931 (seconda versione)
Tre rievocazioni di una storia americana in musica, tre luoghi simbolici alla ricerca di un’identità musicale americana, tra patriottismo e autobiografia.
Robert Schumann
Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 97 Renana
Prima esecuzione
Düsseldorf, 6 febbraio 1851. Direttore Robert Schumann
Non una sinfonia a programma e nemmeno musica descrittiva: il fiume Reno è il luogo poetico da cui procedono cinque episodi musicali radicati nel modello sinfonico ottocentesco.
I rimedi della
«Le voci diventano melodie individuali, con il loro stile caratteristico, il loro tempo, il loro ritmo e la loro struttura intervallare. Se la si ascolta per la prima volta, la musica sembra un caos di melodie discrepanti - ma se la si conosce meglio, si possono cogliere le connessioni interne e l’ossatura armonica nascosta nella forma». Così György Ligeti descrive Melodien , composto nel 1971 su commissione della città di Norimberga per il 500. anniversario della nascita del pittore Albrecht Dürer. In effetti, Melodien è considerato un brano di transizione: mentre la micropolifonia delle composizioni precedenti consiste in frammenti melodici disposti in canone, a formare dei blocchi verticali talmente densi da impedire all’ascoltatore di identificare le singole melodie, in Melodien questi frammenti sono più distesi. Tuttavia la trama sonora è ancora così fittamente intrecciata che, come suggerisce lo stesso Ligeti, potremmo trovare difficile seguire il loro naturale dipanarsi, se non dopo ripetuti ascolti.
Il Concerto per violino di Beethoven appartiene a quella galleria di insuccessi cui la storia ha posto rimedio. Il giorno dopo la prima, la Wiener Theaterzeitung elogiava il solista, Franz Clement, ma esprimeva il solito riserbo nei confronti del compositore: «Il giudizio degli intenditori è unanime; essi ammettono che ha alcuni passaggi di una certa bellezza, ma trovano che la sua costruzione sia disarticolata e che la ripetizione infinita di alcuni luoghi comuni possa facilmente diventare stancante». Un altro recensore esortava Beethoven a fare un uso migliore del suo talento e a continuare a produrre opere nello stile delle sue «affascinanti e spiritose» composizioni precedenti. Era successa la stessa cosa con la Sinfonia n. 3 (giudicata “assordante e astrusa”) e sarebbe successo lo stesso con la Sinfonia n. 5 , malgrado gli sforzi di E.T.A. Hoffmann affinché Beethoven
storia
fosse riconosciuto come il più romantico e geniale dei compositori viventi. Saranno il dodicenne Joseph Joachim e Felix Mendelssohn a riproporre il concerto nel 1844 e a consegnarlo alla storia. Ognuno dei tre movimenti che compongono Three Places in New England chiarisce nel titolo luoghi e momenti dalla forte valenza simbolica per la storia americana. Il primo nasce da una meditazione di fronte al Robert Gould Shaw Memorial, il monumento in memoria del 54mo reggimento del Massachusetts, composto interamente da soldati afroamericani impegnati nella guerra civile americana. La musica evoca le immagini di una lunga, lenta marcia verso sud, combinando motivi provenienti dalle piantagioni e dai salotti americani. Il secondo movimento ruota intorno alle celebrazioni del 4 luglio e nella musica si annidano canti patriottici. Nel terzo, Ives abbandona la storia
e si lascia guidare dalle atmosfere che accompagnavano le passeggiate con la moglie Harmony, durante la luna di miele. Il modernismo di stampo nazionalistico di Ives fa uso della parodia: passi di brani noti e chiaramente riconoscibili, con forti connotazioni patriottiche, formano un caleidoscopio sonoro. Dal padre egli apprese la tecnica della politonalità, usata per sovrapporre questi passaggi quasi a suggerire realisticamente il suono caotico prodotto da più bande che suonano marciando per strada.
Robert Schumann compose la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Renana a Düsseldorf nel 1850. Nelle acque del Reno faceva bagni per calmare i nervi; dalla solennità del duomo di Colonia trasse ispirazione; al Reno affidò il suo destino cercandovi, senza trovarla, la morte in un disperato tentativo di suicidio. Ma sarebbe sbagliato immaginare la sinfonia Renana come una Moldava ante litteram e tentare di riconoscere nelle sue melodie lo scorrere di un fiume, la nazione di cui è simbolo, il folclore che la anima. Il Reno è il luogo poetico da cui procedono cinque episodi musicali che evocano il fiume, superano l’aneddoto e ridefiniscono creativamente il modello sinfonico ottocentesco senza farne una sinfonia «a programma».
RUOLI ATTUALI
Direttore musicale Orchestra nazionale basca San Sebastian
Consulente artistico Orchestra sinfonica Malmö
Direttore ospite principale Orchestra nazionale RAI Torino
Particolarità
«Quando avevo nove anni vidi Seiji Ozawa in televisione e pensai: “è quello che fa per me!”. Questo è il come volli diventare direttore d’orchestra; ma il perché ho continuato ad essere un direttore d’orchestra è diverso: amo il mio lavoro, è la mia vita e quello che mi piace di più, come direttore, è il fatto che posso prendere tutti i molti talenti di un’orchestra e renderli una cosa sola che accade».
10
Riconoscimenti
James Conlon Conducting Award 2010
Aspen Music Festival & School Award 2010
Solti Foundation Career Assistance Award 2010
Robert Trevino

Bomsori

Particolarità
«Andai ad un concerto della leggendaria violinista Kyung-Wha-Chung quando avevo cinque anni. Rimasi così colpita da ricordare perfettamente che ad un certo momento piansi, tanto il suono che avevo sentito era diretto ed emozionante. Non riuscivo quasi a sopportarlo. I miei genitori [la mamma docente di pianoforte, il padre chitarrista dilettante] erano molto preoccupati che mi fossi ammalata durante il concerto. Ma in realtà ero solo profondamente commossa! In questo modo mi sono innamorata del mio strumento. Così ho chiesto ai miei genitori di comprarmi un violino, e tutto è cominciato …».
Riconoscimenti


Orchestra residente al LAC, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015.
Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura, l’OSI prosegue il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dal 2015. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Brucknerhaus di Linz. Da novembre 2022, direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Due le rassegne principali di cui è regolarmente protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, OSIalLAC , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, OSIinAuditorio , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso. La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricorda Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da quasi 20 anni (in passato la grande pianista argentina ha scelto Lugano quale sede del Progetto che porta il suo nome). Nel
contempo ha preso avvio una collaborazione stabile con la violoncellista Sol Gabetta, culminata in un nuovo prestigioso festival musicale pluriennale che si svolge a Lugano nel periodo di Pentecoste (Presenza , prima edizione nel 2022).
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana: già insigniti del prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno proseguito nella loro originale e intrigante produzione con una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini. Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: oltre 11’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana. Open air, cine-concerti e festival estivi -tra cui il Locarno Film Festival- completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla Vasyl Zatsikha, Prima parte Hans Liviabella, Prima parte Barbara Ciannamea-Monté Rizzi, Sostituto prima parte Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Viole Jan Snakowski, Prima parte Ivan Vukčević, Prima parte Bianca Marin, Sostituto prima parte Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte Luca Magariello, Prima parte Felix Vogelsang, Sostituto prima parte Vanessa Hunt Russell Contrabbassi Enrico Fagone, Prima parte Jonas Villegas, Prima parte Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti Bruno Grossi, Prima parte Alessandra Russo, Prima parte Oboi Federico Cicoria, Prima parte Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte Serena Basandella, Prima parte
Timpani Louis Sauvêtre, Prima parte
Musicisti OSIOggi suonano
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato
Denis Monighetti Piotr Nikiforoff
Vittorio Passerini Hana Kotkova* Mirela Lico*
Djafer Djaferi* Ildikò Nemes* Magdalena Langman*
Violini II
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Davide Gaspari*
Sebastian Canellis-Olier* Dmitriy Askerov*
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte Bianca Marin Aurélie Adolphe Andriy Burko
Diego Piccioni* Giulia Panchieri*
Violoncelli
Felix Vogelsang, Prima parte Luca Magariello
Vanessa Hunt Russell Matteo Tabbia*
Valentina Dubrovina* Fabio Fausone*
Contrabbassi
Jonas Villegas, Prima parte Enrico Fagone
Erick Martìnez Olivo Davide Galaverna*
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte Alessandra Russo
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte Marco Schiavon
Clarinetti
Corrado Giuffredi, Prima parte Paolo Beltramini
Fagotti
Enrico Bassi, Prima parte Alberto Biano Alessio Pisani*
Corni
Zora Slokar, Prima parte Vittorio Ferrari Loris Antiga* Giacomo Bianchi* Trombe Serena Basandella, Prima parte Sébastien Galley
Tromboni
Eugenio Abbiatici* Floriano Rosini* Fabio Costa*
Tube Rino Ghiretti*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Percussioni
Danilo Grassi* Stefano Barbato* Tommaso Scopsi* Isabella Rosini*
Pianoforte
Roberto Arosio*
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György Ligeti Melodien
Prima esecuzione
Norimberga, 10 dicembre 1971. Direttore Hans Gierster
Pianoforte Christian Zacharias
Un brano di transizione in cui «la forma musicale si dispiega come una rete distesa nel tempo che scorre continuamente - ma le singole voci non si fondono più… bensì nel loro sovrapporsi e intrecciarsi si possono distinguere individualmente».
Ludwig van Beethoven
Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61
osi.swiss
Prima esecuzione
Vienna, Theater an der Wien, 23 dicembre 1806. Solista e direttore Franz Clement
Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano Musiche di Fauré, Mozart, Poulenc
Un insuccesso al quale la storia ha posto rimedio, rovesciando il primo giudizio della critica e consacrando Beethoven all’immortalità, grazie a Joseph Joachim e Felix Mendelssohn che fecero riscoprire il concerto quasi quarant’anni dopo.
Galleria Anfitrite, Lugano Farmacia Internazionale Bordoni, Lugano Quartiere Maghetti, Lugano




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