

Ciao Lugano!

è una gioia essere qui a suonare con i meravigliosi musicisti dell’OSI. Questo concerto segna l’inizio di un viaggio incredibile: da Lugano ci sposteremo a Pordenone, Lubiana e Linz, condividendo la musica con il pubblico di diversi Paesi. Ogni luogo ha la sua lingua e la sua cultura, ma la musica è in grado di unirci al di là delle parole.
Il Concerto per violino di Cajkovskij occupa un posto speciale nel mio cuore. È un’opera che richiede passione e precisione, e ogni esecuzione porta nuove scoperte. Sono entusiasta di iniziare questa tournée con voi in un ambiente così bello.
La musica è in grado di creare legami duraturi e spero che il concerto di stasera sia un’esperienza che vi accompagnerà a lungo, dopo l’ultima nota.
Godetevi lo spettacolo!
Caro pubblico, Ray Chen


Piotr Il’ic Cajkovskij
Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35
Prima esecuzione: Vienna, 8 dicembre 1881. Direttore Hans Richter, solista Adol’f Brodskij
La prima esecuzione pubblica accertata del Concertoperviolinoeorchestra di Čajkovskij avvenne a Vienna, durante uno dei concerti guidati dal famoso direttore d’orchestra Hans Richter, solista il violinista russo Adol’f Brodskij. Verso di lui l’autore nutrì gratitudine per il coraggio di aver eseguito un’opera scritta quattro anni prima a Clarens, sulle rive Lago di Ginevra, «dichiarata assolutamente non suonabile da varie autorità russe del violino». Primo fra tutti il riottoso dedicatario, il celebre solista ungherese Leopold Auer, per mezzo secolo ammirato docente di violino al Conservatorio di Mosca, spalla dei teatri imperiali di San Pietroburgo e primo violino del Quartetto della Società musicale russa.
Franz Schubert
Sinfonia n. 8 in si minore D 759 Incompiuta
Prima esecuzione: Vienna, Burgtheater, 17 dicembre 1865. Direttore Johannes Herbeck
Il manoscritto della più celebre sinfonia “incompiuta” della storia musicale è reliquia custodita a Vienna presso la Gesellschaft der Musikfreunde: era rimasto quarant’anni nel cassetto di un amico di Schubert, Anselm Hüttenbrenner. Lì lo trovò il fratello Joseph, che lo sottopose al direttore dei concerti della Gesellschaft, Johannes Herbeck, grande sostenitore della musica di Schubert, che a quel tempo nella capitale absburgica contava sull’ammirazione di Brahms e del suo circolo.

Orchestra della Svizzera italiana
Sponsor di serata
Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)
Ray Chen appare per gentile concessione di Decca Music Group Limited
OSI in Tournée
Sabato 15 febbraio 2025 ore 20.30
Pordenone, Teatro Verdi
Domenica 16 febbraio 205 ore 20.00
Lubiana, Cankarjev dom (Teatro d’opera e balletto)
Lunedì 17 febbraio 2025 ore 19.30
Linz, Brucknerhaus
Tabita Berglund
Direttore
Ray Chen Violino
Piotr
Il’ic
Cajkovskij
(1840 – 1893)
Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 (1877)
I. Allegro moderato
II. Canzonetta. Andante
III. Finale. Allegro vivacissimo
Franz Schubert (1797 – 1828)
Sinfonia n. 8 in si minore D 759 Incompiuta
I. Allegro moderato
II. Andante con moto
Dall’età di Schubert a Čajkovskij:
quando
il bello si sostituisce al grandioso
Čajkovskij scrisse il Concerto per violino in re maggiore sull’onda dell’entusiasmo suscitatogli dalla Symphonie espagnole di Eduard Lalo. La sua ammirazione per la scuola francese (Bizet, Massenet, Delibes) nasceva dalla comune propensione per la ricerca di effetti “piccanti e belli”. Un “gusto” che dava calore ed emozione a quanto scrivevano, confinando il contenuto musicale sullo sfondo ed equilibrando l’aspetto cerebrale e costruttivo della composizione.
«Il “bello” si sostituiva al grandioso e al meraviglioso» dei romantici tedeschi: Čajkovskij definiva Mendelssohn, Chopin, Schumann e Glinka, «gli ultimi Mohicani di una tramontata età musicale dell’oro».
Per il genio di Schubert, Čajkovskij nutriva riserva sull’eccesso delle ripetizioni, come nella grande Sinfonia in do maggiore («La pressione della sua ispirazione incredibilmente ricca e inesauribile gli precludeva di dedicarsi all’elaborazione impercettibile dei suoi temi»).
Non avrebbe mancato di riconoscere l’assoluta origina-
lità della Sinfonia Incompiuta , che non sappiamo se avesse potuto ascoltare. Al tempo di Čajkovskij la conoscenza di Schubert era limitata a sillogi di Lieder, alle trascrizioni di Liszt suonate da Rubinstejn, ad alcune opere pianistiche come gli Impromptus . Il riconoscimento del genio dell’autore dell’Incompiuta era un fatto, postumo, piuttosto recente e inizialmente viennese: dopo le profondità del pianissimo iniziale dei bassi e lo straordinario mormorio inquietante dei violini, la liberazione del melos (oboi e clarinetti) fece esclamare ai viennesi che riempivano il Burgtheater un celebre e unanime grido semisoffocato: “Schubert!” L’Incompiuta vedeva la luce in un ambiente dove le armonie “piccanti” e le inedite combinazioni timbriche di Čajkovskij venivano stroncate dal massimo critico dell’epoca, Eduard Hanslick: «Alla fine del primo tempo (Allegro moderato) il violino non suona più, ma ulula, grida, ruggisce. L’Andante (Canzonetta) ci riconcilia con il concerto, ma finisce presto per trasportarci (senza soluzione di continuità, Allegro vivacissimo, n.d.a.) nella gioia frusta e triste di una festa russa, dove vediamo facce selvagge, ascoltiamo frasi rivoltanti, respiriamo effluvi d’acquavite».
In una lettera alla sua mecenate Nadezhda von Meck, il compositore russo ammetteva che il Concerto per violino «come tutte le opere scritte per permettere dimostrazioni di virtuosismo, contiene molte cose freddamente calcolate, ma i temi non sono nati sotto costrizione, e tutto il piano costruttivo mi è venuto di getto, si è determinato spontaneamente».
La convivenza di spiccato virtuosismo (soprattutto nella cadenza del primo movimento, irta di salti, arpeggi, glissandi per seste), di intimo lirismo (Canzonetta) e caratteri folclorici tziganeggianti e russi dello spettacolare finale, sono le caratteristiche che hanno reso per altro questo concerto il più popolare del repertorio russo prima della comparsa dei due concerti di Prokof’ev.
Giovanni Gavazzeni
Particolarità
Tabita Berglund ha studiato violoncello all’Accademia di musica della Norvegia con Truls Mørk e direzione d’orchestra con Ole Kristian Ruud, sviluppando un rapporto privilegiato con le orchestre del suo paese natale a Trondheim, Bergen e Oslo. Parallelamente, dall’età di quattro anni ha studiato danza classica: per questo non solo ama il balletto, ma qualsiasi musica ispiri un movimento di danza. Dirigere rappresenta un passo in avanti: «Non solo puoi muoverti con la musica – sostiene – ma puoi modellarla. Non ho voluto diventare una ballerina professionista perché a 35 anni la carriera è finita, mentre come direttore puoi non ritirarti mai, puoi lavorare finché non cadi a terra. Dirigere mi consente di mettere a frutto tutto quanto ho imparato come violoncellista, musicista da camera e ballerina».
Tabita vive a Roros, piccola città mineraria norvegese, un sito patrimonio Unesco nella contea montuosa di Trondelag. È circondata dalla natura e come molti norvegesi sente molto i problemi dell’ambiente: «Siamo molto ricchi grazie al petrolio e non vogliamo sacrificare il nostro standard di vita, ma allo stesso tempo non vogliamo inquinare. Io cerco di fare piccole cose quotidiane: mangiare poca carne, tutta locale, fare la raccolta differenziata, usare i vestiti a lungo. Troppo poco, certo, rispetto a doversi spostare tutte le settimane in aereo: per i musicisti l’impatto ambientale è dovuto al viaggiare. Ma al momento non c’è modo di dirigere senza inquinare. Andare e tornare ogni settimana però non è più una cosa sostenibile. Ai suoi tempi Grieg viaggiava in Italia con il treno, a cavallo o a piedi, e stava per mesi nello stesso posto. Se è stato fatto prima, allora è possibile. Ci sono altri modi inventivi per organizzare noi stessi. E queste modalità potrebbero aprire nuove prospettive e valori alla vita musicale, cui non abbiamo nemmeno mai pensato».
Ruoli attuali
Principal Guest Conductor Detroit Symphony Orchestra
Principal Guest Conductor Dresdner Philharmonie
Tabita Berglund

Ray Chen

© Decca Records
Particolarità
Ray Chen, nato a Taiwan, cresciuto in Australia, allievo del Curtis Institute di Philadelphia, vincitore del primo premio al Concorso Regina Elisabetta di Bruxelles e al Concorso per giovani violinisti Yehudi Menuhin, è oggi una “personalità online” globale. Chen ispira le generazioni più giovani attraverso la produzione di video autoprodotti che combinano musica educazione e recitazione e grazie al suo impegno nella creazione dell’app Tonic . Si tratta di una rete di supporto, nata perché i giovani musicisti possano imparare e condividere lo studio e l’esecuzione della musica in qualsiasi parte del mondo si trovino: Tonic è presente in 130 paesi diversi e ha creato più di un milione di classi online.
Chen esegue il celebre Concerto per violino di Cjaikovskij suonando il violino Stradivari Dolphin , appartenuto ad un leggendario interprete, Jascha Heifetz.
Riconoscimenti
Concours Reine Elizabeth Bruxelles 2009
Yehudi Menuhin Competition London 2008
Nata nel 1935 come Orchestra della Radio Svizzera Italiana, quest’anno l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia il 90mo, proseguendo il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Dal 2022 Direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Tre le rassegne principali di cui è protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, ”OSI al LAC” , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, ”OSIinAuditorio” , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso, mentre la terza, “OSI a Pentecoste” , verrà introdotta nel giugno 2025 sulla scia del fe-
osi.swiss
stival Presenza (2022-24), con l’obiettivo di stabilire un appuntamento fisso con l’OSI in un finesettimana particolarmente interessante, anche per la presenza di un potenziale pubblico internazionale.
A tutto ciò si affianca l’innovativo formato ”be connected” , con eventi e concerti particolari in tutta la Svizzera italiana per incuriosire nuovo pubblico, disseminando l’identità dell’OSI laddove certe barriere e pregiudizi nei confronti della musica classica sembrano ancora esistere.
La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta, con cui si è sviluppata una collaborazione stabile che ha portato alla nascita del festival Presenza al LAC, che ritornerà a Lugano nel 2027 (con cadenza triennale).
In continuo sviluppo anche l’attività concertistica a Bellinzona e nel resto della Svizzera italiana, dove l’Orchestra è regolarmente presente in diversi appuntamenti annuali, soprattutto nell’ambito della mediazione culturale.
Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): dopo un primo, prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms su DVD (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno vinto a gennaio 2025 un secondo ICMA per un CD dedicato a opere di Paul Hindemith e Alfred Schnittke (etichetta ECM New Series). Nell’originale e intrigante produzione discografica OSI rientrano anche una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini e, nel 2023, alle Sinfonie n. 5 e 6 di Čajkovskij.
Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: circa 10’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana.
Open air, cine-concerti e festival estivi - tra cui il Locarno Film Festival - completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.
Informazioni: www.osi.swiss
Orchestra della Svizzera italiana
Violini
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato, Sostituto spalla
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella, Prima parte
Barbara Ciannamea, Sostituto prima parte
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Fabio Arnaboldi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina-Bellisario
Vittorio Passerini
Ekaterina Valiulina
Asako Iimori
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Bianca Marin, Sostituto Prima parte
Aurélie Adolphe
Andriy Burko
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Felix Vogelsang, Sostituto prima parte
Vanessa Hunt Russell
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas, Prima parte
Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte
Flauti
Bruno Grossi, Prima parte
Alessandra Russo, Prima parte
Oboi
Federico Cicoria, Prima parte
Marco Schiavon, Prima parte
Clarinetti
Paolo Beltramini, Prima parte
Corrado Giuffredi, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Trombe
Sébastien Galley, Prima parte
Simon Pellaux, Prima parte
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte
Oggi suonano
Violini I
Robert Kowalski, Konzertmeister
Walter Zagato
Denis Monighetti
Piotr Nikiforoff
Katie Vitalie
Ekaterina Valiulina
Vittorio Passerini
Djafer Djaferi*
Mirela Lico*
Ludovica Lorenzini*
Violini II
Vasyl Zatsikha, Prima parte
Hans Liviabella
Barbara Ciannamea-Monté Rizzi
Duilio Galfetti
Irina Roukavitsina
Dmitriy Askerov*
Sebastian Canellis-Olier*
Magdalena Langman*
Viole
Ivan Vukčević, Prima parte
Andriy Burko
Clara Barrientos*
Rumen Cvetkov*
Nathalie Gazelle*
Luca Pozza*
Violoncelli
Johann Sebastian Paetsch, Prima parte
Vanessa Hunt Russell
Matteo Bassan*
Tazio Brunetta*
Matteo Tabbia*
Contrabbassi
Enrico Fagone, Prima parte
Jonas Villegas
Erick Martínez Olivo
Gerardo Theozile*
Flauti
Alessandra Russo, Prima parte
Marta Jornet*
Oboi
Marco Schiavon, Prima parte
Federico Cicoria
Clarinetti
Corrado Giuffredi, Prima parte
Paolo Beltramini, Prima parte
Fagotti
Alberto Biano, Prima parte
Enrico Bassi, Prima parte
Corni
Zora Slokar, Prima parte
Vittorio Ferrari, Prima parte
Mirko Landoni*
Tommaso Polloni*
Trombe
Simon Pellaux, Prima parte
Sébastien Galley
Tromboni
Eugenio Abbiatici*, Prima parte
Floriano Rosini*
Fabio Costa*
Timpani
Louis Sauvêtre, Prima parte *sostituti e aggiunti
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