13.02.2025 - OSI al LAC | Tabita Berglund | Ray Chen

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Ciao Lugano!

è una gioia essere qui a suonare con i meravigliosi musicisti dell’OSI. Questo concerto segna l’inizio di un viaggio incredibile: da Lugano ci sposteremo a Pordenone, Lubiana e Linz, condividendo la musica con il pubblico di diversi Paesi. Ogni luogo ha la sua lingua e la sua cultura, ma la musica è in grado di unirci al di là delle parole.

Il Concerto per violino di Cajkovskij occupa un posto speciale nel mio cuore. È un’opera che richiede passione e precisione, e ogni esecuzione porta nuove scoperte. Sono entusiasta di iniziare questa tournée con voi in un ambiente così bello.

La musica è in grado di creare legami duraturi e spero che il concerto di stasera sia un’esperienza che vi accompagnerà a lungo, dopo l’ultima nota.

Godetevi lo spettacolo!

Caro pubblico, Ray Chen

Piotr Il’ic Cajkovskij

Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35

Prima esecuzione: Vienna, 8 dicembre 1881. Direttore Hans Richter, solista Adol’f Brodskij

La prima esecuzione pubblica accertata del Concertoperviolinoeorchestra di Čajkovskij avvenne a Vienna, durante uno dei concerti guidati dal famoso direttore d’orchestra Hans Richter, solista il violinista russo Adol’f Brodskij. Verso di lui l’autore nutrì gratitudine per il coraggio di aver eseguito un’opera scritta quattro anni prima a Clarens, sulle rive Lago di Ginevra, «dichiarata assolutamente non suonabile da varie autorità russe del violino». Primo fra tutti il riottoso dedicatario, il celebre solista ungherese Leopold Auer, per mezzo secolo ammirato docente di violino al Conservatorio di Mosca, spalla dei teatri imperiali di San Pietroburgo e primo violino del Quartetto della Società musicale russa.

Franz Schubert

Sinfonia n. 8 in si minore D 759 Incompiuta

Prima esecuzione: Vienna, Burgtheater, 17 dicembre 1865. Direttore Johannes Herbeck

Il manoscritto della più celebre sinfonia “incompiuta” della storia musicale è reliquia custodita a Vienna presso la Gesellschaft der Musikfreunde: era rimasto quarant’anni nel cassetto di un amico di Schubert, Anselm Hüttenbrenner. Lì lo trovò il fratello Joseph, che lo sottopose al direttore dei concerti della Gesellschaft, Johannes Herbeck, grande sostenitore della musica di Schubert, che a quel tempo nella capitale absburgica contava sull’ammirazione di Brahms e del suo circolo.

Orchestra della Svizzera italiana

Sponsor di serata

Concerto diffuso in diretta radiofonica su RSI Rete Due (rsi.ch/rete-due)

Ray Chen appare per gentile concessione di Decca Music Group Limited

OSI in Tournée

Sabato 15 febbraio 2025 ore 20.30

Pordenone, Teatro Verdi

Domenica 16 febbraio 205 ore 20.00

Lubiana, Cankarjev dom (Teatro d’opera e balletto)

Lunedì 17 febbraio 2025 ore 19.30

Linz, Brucknerhaus

Tabita Berglund
Direttore
Ray Chen Violino

Piotr

Il’ic

Cajkovskij

(1840 – 1893)

Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 (1877)

I. Allegro moderato

II. Canzonetta. Andante

III. Finale. Allegro vivacissimo

Franz Schubert (1797 – 1828)

Sinfonia n. 8 in si minore D 759 Incompiuta

I. Allegro moderato

II. Andante con moto

Dall’età di Schubert a Čajkovskij:

quando
il bello si sostituisce al grandioso

Čajkovskij scrisse il Concerto per violino in re maggiore sull’onda dell’entusiasmo suscitatogli dalla Symphonie espagnole di Eduard Lalo. La sua ammirazione per la scuola francese (Bizet, Massenet, Delibes) nasceva dalla comune propensione per la ricerca di effetti “piccanti e belli”. Un “gusto” che dava calore ed emozione a quanto scrivevano, confinando il contenuto musicale sullo sfondo ed equilibrando l’aspetto cerebrale e costruttivo della composizione.

«Il “bello” si sostituiva al grandioso e al meraviglioso» dei romantici tedeschi: Čajkovskij definiva Mendelssohn, Chopin, Schumann e Glinka, «gli ultimi Mohicani di una tramontata età musicale dell’oro».

Per il genio di Schubert, Čajkovskij nutriva riserva sull’eccesso delle ripetizioni, come nella grande Sinfonia in do maggiore («La pressione della sua ispirazione incredibilmente ricca e inesauribile gli precludeva di dedicarsi all’elaborazione impercettibile dei suoi temi»).

Non avrebbe mancato di riconoscere l’assoluta origina-

lità della Sinfonia Incompiuta , che non sappiamo se avesse potuto ascoltare. Al tempo di Čajkovskij la conoscenza di Schubert era limitata a sillogi di Lieder, alle trascrizioni di Liszt suonate da Rubinstejn, ad alcune opere pianistiche come gli Impromptus . Il riconoscimento del genio dell’autore dell’Incompiuta era un fatto, postumo, piuttosto recente e inizialmente viennese: dopo le profondità del pianissimo iniziale dei bassi e lo straordinario mormorio inquietante dei violini, la liberazione del melos (oboi e clarinetti) fece esclamare ai viennesi che riempivano il Burgtheater un celebre e unanime grido semisoffocato: “Schubert!” L’Incompiuta vedeva la luce in un ambiente dove le armonie “piccanti” e le inedite combinazioni timbriche di Čajkovskij venivano stroncate dal massimo critico dell’epoca, Eduard Hanslick: «Alla fine del primo tempo (Allegro moderato) il violino non suona più, ma ulula, grida, ruggisce. L’Andante (Canzonetta) ci riconcilia con il concerto, ma finisce presto per trasportarci (senza soluzione di continuità, Allegro vivacissimo, n.d.a.) nella gioia frusta e triste di una festa russa, dove vediamo facce selvagge, ascoltiamo frasi rivoltanti, respiriamo effluvi d’acquavite».

In una lettera alla sua mecenate Nadezhda von Meck, il compositore russo ammetteva che il Concerto per violino «come tutte le opere scritte per permettere dimostrazioni di virtuosismo, contiene molte cose freddamente calcolate, ma i temi non sono nati sotto costrizione, e tutto il piano costruttivo mi è venuto di getto, si è determinato spontaneamente».

La convivenza di spiccato virtuosismo (soprattutto nella cadenza del primo movimento, irta di salti, arpeggi, glissandi per seste), di intimo lirismo (Canzonetta) e caratteri folclorici tziganeggianti e russi dello spettacolare finale, sono le caratteristiche che hanno reso per altro questo concerto il più popolare del repertorio russo prima della comparsa dei due concerti di Prokof’ev.

Giovanni Gavazzeni

Particolarità

Tabita Berglund ha studiato violoncello all’Accademia di musica della Norvegia con Truls Mørk e direzione d’orchestra con Ole Kristian Ruud, sviluppando un rapporto privilegiato con le orchestre del suo paese natale a Trondheim, Bergen e Oslo. Parallelamente, dall’età di quattro anni ha studiato danza classica: per questo non solo ama il balletto, ma qualsiasi musica ispiri un movimento di danza. Dirigere rappresenta un passo in avanti: «Non solo puoi muoverti con la musica – sostiene – ma puoi modellarla. Non ho voluto diventare una ballerina professionista perché a 35 anni la carriera è finita, mentre come direttore puoi non ritirarti mai, puoi lavorare finché non cadi a terra. Dirigere mi consente di mettere a frutto tutto quanto ho imparato come violoncellista, musicista da camera e ballerina».

Tabita vive a Roros, piccola città mineraria norvegese, un sito patrimonio Unesco nella contea montuosa di Trondelag. È circondata dalla natura e come molti norvegesi sente molto i problemi dell’ambiente: «Siamo molto ricchi grazie al petrolio e non vogliamo sacrificare il nostro standard di vita, ma allo stesso tempo non vogliamo inquinare. Io cerco di fare piccole cose quotidiane: mangiare poca carne, tutta locale, fare la raccolta differenziata, usare i vestiti a lungo. Troppo poco, certo, rispetto a doversi spostare tutte le settimane in aereo: per i musicisti l’impatto ambientale è dovuto al viaggiare. Ma al momento non c’è modo di dirigere senza inquinare. Andare e tornare ogni settimana però non è più una cosa sostenibile. Ai suoi tempi Grieg viaggiava in Italia con il treno, a cavallo o a piedi, e stava per mesi nello stesso posto. Se è stato fatto prima, allora è possibile. Ci sono altri modi inventivi per organizzare noi stessi. E queste modalità potrebbero aprire nuove prospettive e valori alla vita musicale, cui non abbiamo nemmeno mai pensato».

Ruoli attuali

Principal Guest Conductor Detroit Symphony Orchestra

Principal Guest Conductor Dresdner Philharmonie

Tabita Berglund

Ray Chen

© Decca Records

Particolarità

Ray Chen, nato a Taiwan, cresciuto in Australia, allievo del Curtis Institute di Philadelphia, vincitore del primo premio al Concorso Regina Elisabetta di Bruxelles e al Concorso per giovani violinisti Yehudi Menuhin, è oggi una “personalità online” globale. Chen ispira le generazioni più giovani attraverso la produzione di video autoprodotti che combinano musica educazione e recitazione e grazie al suo impegno nella creazione dell’app Tonic . Si tratta di una rete di supporto, nata perché i giovani musicisti possano imparare e condividere lo studio e l’esecuzione della musica in qualsiasi parte del mondo si trovino: Tonic è presente in 130 paesi diversi e ha creato più di un milione di classi online.

Chen esegue il celebre Concerto per violino di Cjaikovskij suonando il violino Stradivari Dolphin , appartenuto ad un leggendario interprete, Jascha Heifetz.

Riconoscimenti

Concours Reine Elizabeth Bruxelles 2009

Yehudi Menuhin Competition London 2008

Nata nel 1935 come Orchestra della Radio Svizzera Italiana, quest’anno l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) festeggia il 90mo, proseguendo il suo cammino di successo sotto la bacchetta di Markus Poschner, Direttore principale dal 2015. Orchestra residente al LAC Lugano Arte e Cultura (Ticino, Svizzera), l’OSI riceve accoglienze entusiastiche di pubblico e critica nei maggiori teatri e sale di tutta Europa, dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna alla Philharmonie di Berlino, dal Grosses Festspielhaus di Salisburgo alla Kölner Philharmonie di Colonia, dall’Opernhaus di Francoforte al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Dal 2022 Direttore ospite principale dell’OSI è Krzysztof Urbański, succeduto in questo ruolo a Vladimir Ashkenazy. Tre le rassegne principali di cui è protagonista l’Orchestra a Lugano: la prima, ”OSI al LAC” , si svolge da autunno a primavera nella Sala Teatro del LAC; la seconda, ”OSIinAuditorio” , nella sede storica dell’Orchestra, l’Auditorio Stelio Molo RSI a Lugano Besso, mentre la terza, “OSI a Pentecoste” , verrà introdotta nel giugno 2025 sulla scia del fe-

osi.swiss

stival Presenza (2022-24), con l’obiettivo di stabilire un appuntamento fisso con l’OSI in un finesettimana particolarmente interessante, anche per la presenza di un potenziale pubblico internazionale.

A tutto ciò si affianca l’innovativo formato ”be connected” , con eventi e concerti particolari in tutta la Svizzera italiana per incuriosire nuovo pubblico, disseminando l’identità dell’OSI laddove certe barriere e pregiudizi nei confronti della musica classica sembrano ancora esistere.

La ricca programmazione concertistica vede l’Orchestra collaborare, oltre che con Poschner e Urbański, con diversi altri direttori e numerosi solisti di fama internazionale, sia nella Svizzera italiana sia al di fuori dei confini regionali: tra tutti si ricordano Martha Argerich, con cui l’OSI gode di un rapporto privilegiato da oltre vent’anni, e la violoncellista Sol Gabetta, con cui si è sviluppata una collaborazione stabile che ha portato alla nascita del festival Presenza al LAC, che ritornerà a Lugano nel 2027 (con cadenza triennale).

In continuo sviluppo anche l’attività concertistica a Bellinzona e nel resto della Svizzera italiana, dove l’Orchestra è regolarmente presente in diversi appuntamenti annuali, soprattutto nell’ambito della mediazione culturale.

Altrettanto intensa l’attività discografica, in collaborazione con la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI): dopo un primo, prestigioso premio internazionale ICMA nel 2018 per l’Integrale delle Sinfonie di Brahms su DVD (SONY Classical), l’OSI e Poschner hanno vinto a gennaio 2025 un secondo ICMA per un CD dedicato a opere di Paul Hindemith e Alfred Schnittke (etichetta ECM New Series). Nell’originale e intrigante produzione discografica OSI rientrano anche una serie di CD dedicati alle opere inedite di Rossini e, nel 2023, alle Sinfonie n. 5 e 6 di Čajkovskij.

Sono inoltre di rilievo le coproduzioni operistiche e di balletto con il LAC e con diversi partner internazionali. Straordinario infine l’impegno dell’OSI per i più giovani: circa 10’000 bambini seguono ogni anno i concerti-spettacolo ideati per loro a maggio. Nella formazione musicale dei giovani l’OSI si qualifica per una stretta collaborazione a più livelli con la Scuola universitaria di Musica del Conservatorio della Svizzera italiana.

Open air, cine-concerti e festival estivi - tra cui il Locarno Film Festival - completano la programmazione, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio.

Informazioni: www.osi.swiss

Orchestra della Svizzera italiana

Violini

Robert Kowalski, Konzertmeister

Walter Zagato, Sostituto spalla

Vasyl Zatsikha, Prima parte

Hans Liviabella, Prima parte

Barbara Ciannamea, Sostituto prima parte

Denis Monighetti

Piotr Nikiforoff

Katie Vitalie

Fabio Arnaboldi

Duilio Galfetti

Irina Roukavitsina-Bellisario

Vittorio Passerini

Ekaterina Valiulina

Asako Iimori

Viole

Ivan Vukčević, Prima parte

Bianca Marin, Sostituto Prima parte

Aurélie Adolphe

Andriy Burko

Violoncelli

Johann Sebastian Paetsch, Prima parte

Felix Vogelsang, Sostituto prima parte

Vanessa Hunt Russell

Contrabbassi

Enrico Fagone, Prima parte

Jonas Villegas, Prima parte

Erick Martinez Olivo, Sostituto prima parte

Flauti

Bruno Grossi, Prima parte

Alessandra Russo, Prima parte

Oboi

Federico Cicoria, Prima parte

Marco Schiavon, Prima parte

Clarinetti

Paolo Beltramini, Prima parte

Corrado Giuffredi, Prima parte

Fagotti

Alberto Biano, Prima parte

Enrico Bassi, Prima parte

Corni

Zora Slokar, Prima parte

Vittorio Ferrari, Prima parte

Trombe

Sébastien Galley, Prima parte

Simon Pellaux, Prima parte

Timpani

Louis Sauvêtre, Prima parte

Oggi suonano

Violini I

Robert Kowalski, Konzertmeister

Walter Zagato

Denis Monighetti

Piotr Nikiforoff

Katie Vitalie

Ekaterina Valiulina

Vittorio Passerini

Djafer Djaferi*

Mirela Lico*

Ludovica Lorenzini*

Violini II

Vasyl Zatsikha, Prima parte

Hans Liviabella

Barbara Ciannamea-Monté Rizzi

Duilio Galfetti

Irina Roukavitsina

Dmitriy Askerov*

Sebastian Canellis-Olier*

Magdalena Langman*

Viole

Ivan Vukčević, Prima parte

Andriy Burko

Clara Barrientos*

Rumen Cvetkov*

Nathalie Gazelle*

Luca Pozza*

Violoncelli

Johann Sebastian Paetsch, Prima parte

Vanessa Hunt Russell

Matteo Bassan*

Tazio Brunetta*

Matteo Tabbia*

Contrabbassi

Enrico Fagone, Prima parte

Jonas Villegas

Erick Martínez Olivo

Gerardo Theozile*

Flauti

Alessandra Russo, Prima parte

Marta Jornet*

Oboi

Marco Schiavon, Prima parte

Federico Cicoria

Clarinetti

Corrado Giuffredi, Prima parte

Paolo Beltramini, Prima parte

Fagotti

Alberto Biano, Prima parte

Enrico Bassi, Prima parte

Corni

Zora Slokar, Prima parte

Vittorio Ferrari, Prima parte

Mirko Landoni*

Tommaso Polloni*

Trombe

Simon Pellaux, Prima parte

Sébastien Galley

Tromboni

Eugenio Abbiatici*, Prima parte

Floriano Rosini*

Fabio Costa*

Timpani

Louis Sauvêtre, Prima parte *sostituti e aggiunti

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Maggiori informazioni su ffs.ch/stagione-osi

Via Canevascini 5

6900 Lugano, Switzerland osi@osi.swiss www.osi.swiss

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