N. 2 / 2021
Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Pavia
MEDICI IN PRIMA FILA Il futuro del San Matteo: l’intervista al Direttore Generale Carlo Nicora Carlo Nicora è varesino, medico igienista. Si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Pavia, dove ha conseguito anche la specializzazione in Fisiopatologia e Fisiochinesiterapia Respiratoria; nel 1992, all’Università degli Studi di Milano, si è specializzato in Igiene e Medicina preventiva.
GABRIELE CONTA
All’Ospedale Niguarda di Milano ha mosso i primi passi in una Direzione Strategica, svolgendo prima per cinque anni il ruolo di Direttore medico di presidio e, successivamente, per tre anni il ruolo di Direttore Sanitario. Ha seguito la costruzione e il trasloco del nuovo Ospedale - Blocco Sud e ha gestito progetti di cooperazione sanitaria internazionali con finanziamenti pubblici per oltre un milione di euro. All’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha curato, tra le altre cose, anche il completamento e l’avvio della nuova struttura ospedaliera ad alto tasso di innovazione e tecnologia, trasferendo in sei giorni gli ex Ospedali Riuniti. Attualmente è il Direttore Generale della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. Dottor Nicora, è dal 2019 che lei è al San Matteo: come mai, in una delle prime interviste che rilasciò appena arrivato a Pavia, disse che era «un tuffo nel passato»? «Per me è stato un ritorno alle origini. Qui mi sono laureato e ho conseguito la prima specializzazione; sempre qui ho mosso i primi passi da medico e qui sono tornato, a distanza di trent’anni, da manager. Le confesso che quando mi hanno comunicato che sarei venuto al San Matteo, mi sono emozionato. In primis perché l’IRCCS Policlinico San Matteo è un teaching & research hospital di rilievo nazionale ed internazionale di natura pubblica, un academic medical center tra i più importanti d’Europa, che si caratterizza per l’offerta di prestazioni di ricovero e cura
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di alta specialità (con molteplici aree di eccellenza) e per la forte vocazione all’integrazione di ricerca scientifica in ambito biomedico, assistenza e didattica. In secondo luogo, perché qui potrei chiudere la mia carriera professionale dove ho iniziato da giovane studente di Medicina». A un anno dal suo arrivo a Pavia vi siete trovati ad affrontare una pandemia che ha visto il San Matteo in prima linea sin dall’inizio: come avete affrontato questa situazione? «Il Covid ha riportato il San Matteo alla ribalta nazionale, come centro in grado di affrontare e reggere - dal punto di vista virologico, infettivologico ed intensivistico - anche eventuali imprevisti di alta intensità clinica e di grandi estensioni epidemiologiche, facendo così risaltare tutte le potenzialità già esistenti al suo interno. Il Policlinico, fin dal mese di gennaio 2020, era stato individuato centro di riferimento per la presa in carico dei pazienti, con il reparto di Malattie Infettive, e per la diagnosi di “nuovo coronavirus”, con il Laboratorio di Virologia Molecolare che, a metà gennaio, era già in grado di effettuare diagnosi in sicurezza