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Quale futuro per le residenze sanitarie assistenziali

GIOVANNI BELLONI

Il violento impatto del Covid si è manifestato in modo eclatante nelle RSA della nostra provincia con numerosi ospiti che hanno avuto percorsi assistenziali gravosi e spesso con exitus fatale.

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Nelle varie residenze sanitarie assistenziali si sono venute a creare minori presenze, tuttora in parte ancora presenti, che hanno creato difficoltà economiche di bilancio alle varie istituzioni predisposte per mantenere in attività le residenze. Da un punto di vista strettamente sanitario la carenza sempre più evidente di reclutamento di personale medico ed infermieristico rende assai difficoltoso programmare una adeguata assistenza per gli ospiti che a loro volta presentano sempre più pluripatologie invalidanti che necessiterebbero di una assistenza complessa multidisciplinare ed irta di difficoltà. Negli ultimi 15 anni si sono modificate le tipologie di criticità sanitarie degli ospiti con quadri rilevanti di fragilità sociosanitarie non assistibili a domicilio.

Tutto ciò porta ad una necessaria riorganizzazione delle RSA che riguarda tutto il personale assistenziale dal medico all’infermiere ed alle OSS (operatrici sociosanitarie). E’ necessario effettuare una formazione continua sulle tematiche più presenti e pregnanti nelle strutture. Formazione che non riguarda il puro aspetto assistenziale ma anche aspetti deontologici, etici e gli i aspetti legali e normativi spesso sottostimati dagli operatori. Non da ultimo è necessario rivedere l’aspetto economico della retribuzione del personale. E’ augurabile che vengano aumentati i contributi economici a tutti i livelli per poter competere con le altre istituzioni sanitarie come gli ospedali. Mi soffermo inoltre da ultimo sulla futura riforma della sanità lombarda dove sono state formulate la nascita delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità per andare incontro alle carenze assistenziali del territorio. Pur non negando la validità di tali interventi, tengo a precisare che non riusciranno a risolvere il problema dell’anziano con le sue cronicità non solo sanitarie ma soprattutto sociosanitarie. Non dimentichiamoci che gestire a domicilio un anziano fragile richiede assistenza continuativa nelle 24 ore per anni ed anni. In tal caso se per molte famiglie la gestione dei loro cari diventa difficile se non impossibile a domicilio per i più svariati motivi, l’unica risposta restano le RSA.

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