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ANDI Pavia interviene sulla questione catene
GABRIELE CONTA
ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) è un sindacato di categoria che svolge anche attività scientifiche e culturali. Fondata nel 1946, rappresenta gli odontoiatri nel dialogo con organismi nazionali e internazionali, basandosi sull’importanza della salute della persona. Oggi è la sigla più rappresentativa d’Italia, con 26 mila iscritti in tutto il Paese. In Provincia di Pavia i Soci ANDI sono oltre 400: il dottor Marco Colombo è il Presidente della Sezione Provinciale di Pavia.
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Dottor Colombo, perché il fenomeno delle catene odontoiatriche è sotto accusa?
«Il tema dell’odontoiatria commerciale low cost ha una crescente visibilità negativa dal punto di vista mediatico. Purtroppo questi gruppi, dall’approvazione della legge Bersani in poi, hanno minato la nostra professione, anche sul web, con pubblicità che poco hanno a che fare con la deontologia professionale, tralasciando la mission della nostra attività: la cura del paziente».
Questo fenomeno è diffuso in tutto il territorio italiano?
«È più diffuso di quanto si creda, e anche sul territorio pavese abbiamo già assistito alla chiusura di diversi centri che da un giorno all’altro hanno lasciato i pazienti senza cure. È un fenomeno che ha trovato diffusione soprattutto nelle città, dove il rapporto con il curante ha acquistato sempre più una connotazione commerciale. Questa situazione è oggetto di attenzione di un’apposita cabina di regia composta da ANDI, CAO e AIO».
Quali sono le proposte di ANDI in quest’ambito?
«Già molte sono le proposte nate in seno all’Esecutivo Nazionale di ANDI per cercare di contrastare questo fenomeno, soprattutto per tutelare tutti quei colleghi, in particolare i più giovani, che sono costretti a prestare la propria attività spesso sotto le direttive di una sorta di “segreteria commerciale” distante dagli obiettivi della tutela della salute del cittadino ma vicina agli interessi economici dei grandi investitori» .
Come si è posta la politica nei confronti delle catene?
«Purtroppo, nonostante le proposte di ANDI, la recente bocciatura dell’emendamento del Senatore Lorefice pesa come un’occasione persa. Nell’emendamento si chiedeva di fare chiarezza sull’esercizio dell’attività odontoiatrica: in poche parole, avremmo favorito una maggiore tutela della salute dei cittadini anche grazie a un costante controllo degli Ordini Professionali. Ma la battaglia è solo agli inizi» .
Ad un consumatore cosa consiglia di osservare in uno studio medico-dentistico?
«Il mio consiglio è di non farsi distrarre da proposte commerciali iperboliche: in uno studio odontoiatrico serio si è trattati da pazienti, non da clienti. Per fare tutto questo servono competenza e preparazione, sia dal punto di vista culturale che normativo. Come ANDI ai nostri Soci offriamo la possibilità di rimanere sempre informati e aggiornati: soltanto grazie alla giusta formazione e alla corretta preparazione, infatti, si può garantire la salute del paziente».
