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Lecce, 25 dicembre 2010

UN EURO

L’Ora del Salento

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Nuova serie, Anno XX, n. 44

SETTIMANALE CATTOLICO

Lecce, 25 dicembre 2010

5 GENNAIO 2011 L’Arcivescovo di Lecce. mons. Domenico D’Ambrosio celebra il suo XXI anniversario di Ordinazione episcopale. Egli fu infatti consacrato vescovo il 6 gennaio del 1990 nella Basilica di San Pietro da Giovanni Paolo II. Per questo, la Chiesa di Lecce, la sera di mercoledì 5 gennaio 2011 si unirà intorno al suo Pastore per lodare il Signore per il grande dono del servizio episcopale e pregare per il Vescovo perché la Provvidenza lo conservi a lungo e gli conceda tutte le grazie necessarie perché

In Cattedrale nel XXI Anniversario dell’Ordinazione Episcopale

La Chiesa di Lecce in festa con l’Arcivescovo continui ad essere nella nostra Chiesa segno visibile di Cristo Servo e Sommo Sacerdote. Durante la concelebrazione eucari-

di Nicola Paparella

CONTINUAA PAG. 2

Mentre conferirà il Ministero dell’accolitato ad Alessandro Mele. L’Ora del Salento partecipa all’augurio unanime della Chiesa di Lecce.

NATALE 2010

I poveri sono sempre fra noi Ci accostiamo alle feste di fine d’anno con la sobrietà di chi prende atto, oggi, come sempre, che i poveri sono fra noi. Uno studio pubblicato in questi giorni dalla Banca d’Italia ci fa notare quanto grandi siano le disuguaglianze fra le famiglie italiane. C’è chi è molto ricco e chi arranca con fatica. C’è chi può vivere nell’agiatezza e nel lusso e chi non riesce a pagare le bollette della luce. Forse qualcuno lo aveva già intuito guardando certe vetrine e certi prezzi e confrontandoli con i pochi soldi dello stipendio o della pensione. Ora però, la Banca d’Italia ci dice le cose con molta chiarezza, precisando che appena il 10% delle famiglie italiane detiene il 44 % della ricchezza nazionale. E’ come se dinanzi ad una torta da dividere per cento persone, ce ne siano 10, più fortunati (o anche soltanto più furbi) che se ne prendono quasi la metà, lasciando la seconda metà ai novanta che stanno in fila. I primi prendono moltissimo; gli ultimi soltanto qualche briciola. Questo dato, già di per sé sconvolgente, inquieta ancora di più se pensiamo che sessanta anni fa, all’inizio della nostra storia repubblicana, la distanza fra coloro che erano molto ricchi e coloro che erano molto poveri era decisamente più corta. Né possiamo consolarci dicendo che in altri Paesi le cose stanno peggio che da noi. Incominciamo a fare chiarezza a casa nostra. Che ci possa essere un divario fra le classi sociali, nessuno lo mette in dubbio e che un operaio possa guadagnare meno del suo imprenditore tutti lo capiscono; ma è sicuramente poco accettabile che l’imprenditore possa guadagnare dieci, venti, trenta e persino cinquanta volte di più di quanto guadagna il suo operaio.

stica conferirà il Ministero del Lettorato a tre seminaristi teologi della diocesi, Emanuele Cordella, Riccardo Calabrese e Mattia Murra.

GLI AUGURI DI MONS. D’AMBROSIO

Sorpresi e stupiti dinanzi al Mistero

Scrive K. Barth: “La Parola divina abbandona la sua eternità per mettersi sullo stesso piano delle sue creature, dei suoi testimoni, dei suoi chiamati, dei suoi eletti”. Carissimi tutti, questo è veramente inaudito, continua a sorprendere e a stupire noi, destinatari primi dell’annunzio degli Angeli. “Non temete, vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc2,10-11). Per tutti voi, la grande famiglia che il Signore mi ha consegnato, il mio augurio: che sappiamo essere gli annunziatori e i testimoni della novità di Dio che si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza riscattando, nella narrazione della speranza e della condivisione della gioia, il vero volto del Natale. Il Signore ci benedica, la Vergine sorpresa e stupita che medita tutte queste cose nel suo cuore, ci accolga e ci ci presenti al Figlio. + Domenico D’Ambrosio Arcivescovo

Natività in cartapesta Marco Epicochi - Lecce, 2010 Foto: Arturo Caprioli - Lecce

IN REGALO AI LETTORI UN POSTER NATALIZIO NEL PAGINONE La Giornata della Pace

Natale in diocesi

Libertà religosa

Presepi e carità

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Unità dei Cristiani

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Sulle tracce di Karol

La Settimana 2011 La via di Cracovia

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L’Ora del Salento

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LA 44a GIORNATA MONDIALE DELLA PACE LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA PER LA PACE “In alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria fede religiosa, se non a rischio della vita e della libertà personale. In altre regioni vi sono forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti e i simboli religiosi. I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede”. Così esordisce Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale per la pace (1 gennaio 2011), che quest’anno ha per tema “Libertà religiosa, via per la pace”. Un richiamo che si pone dopo un anno, sottolinea il Papa, “segnato dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e d’intolleranza religiosa”: tra gli altri nel Messaggio menziona gli attacchi a Baghdad (Iraq) contro la cattedrale siro-cattolica e contro i cristiani nelle loro case, gli atti di violenza e intolleranza “in Asia, in Africa, nel Medio Oriente e specialmente in Terra Santa”. La dignità trascendente dell’uomo. Negare o limitare in maniera arbitraria la libertà religiosa e oscurare il ruolo pubblico della religione, secondo papa Ratzinger, vuol dire coltivare una visione parziale della persona umana, rendere impossibile l’affermazione di una pace autentica e duratura, poiché “l’essere umano non è ‘qualcosa’, ma è ‘qualcuno’, possiede una naturale vocazione a realizzarsi nella relazione con l’altro e con Dio”, e “la dignità trascendente della persona è un valore essenziale della sapienza giudaicocristiana, ma anche condiviso da grandi civiltà e religioni del mondo, perché, grazie alla ragione, è accessibile a tutti”. Il Messaggio, riprendendo quella linea di pensiero espressa dal Pontefice all’inizio del viaggio apostolico in Portogallo, lo

L’Ora del Salento SETTIMANALE CATTOLICO Iscritto al n. 517 del Registro stampa del Tribunale di Lecce

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BENEDETTO XVI

Il diritto di credere

scorso maggio, evidenzia l’importanza della dimensione religiosa non solo per l’Europa, ma per il mondo globalizzato e le diverse culture e civiltà. “L’illusione di trovare nel relativismo morale la chiave per una pacifica convivenza - dice il Papa - è

PENSANDOCI BENE...

in realtà l’origine della divisione e della negazione della dignità degli esseri umani”. Benedetto XVI cita il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2008: è inconcepibile che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi -

la loro fede - per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”. No a limitazioni, né strumentalizzazioni. Il Messaggio del Papa tocca anche le difficoltà che la libertà religiosa incontra oggi in Iraq, in Medio Oriente, in numerosi Paesi d’Africa e dell’Asia; Benedetto XVI sottolinea i pericoli della strumentalizzazione della libertà religiosa “per mascherare interessi occulti, come ad esempio il sovvertimento dell’ordine costituito, l’accaparramento di risorse o il mantenimento del potere da parte di un gruppo”. Tutto ciò, aggiunge, “può provocare danni ingentissimi alle società” ed è contrario alla natura della religione. “La professione di una religione - prosegue - non può venire impiegata per fini che le sono estranei e nemmeno può essere imposta con la forza”. Il Papa si ferma anche su quelle limitazioni della libertà religiosa più silenziose e sofisticate: “La stessa determinazione con la quale sono condannate tutte le forme di fanatismo e di fondamentalismo religioso deve animare anche l’opposizione a tutte le forme di ostilità contro la religione, che limitano il ruolo dei credenti nella vita civile e politica”. E “l’ordinamento giuridico a tutti i livelli, nazionale, regionale e internazionale, quando consente o tollera il fanatismo religioso o antireligioso, viene meno alla sua stessa missione, che consiste nel tutelare e nel promuovere la giustizia e il diritto di ciascuno”. L’appello al dialogo. Un richiamo particolare arriva da papa Ratzinger ai credenti, “chiamati non solo con un responsabile impegno civile, economico e politico, ma anche, con la testimonianza della propria carità e fede, a offrire un contribu-

di Giuseppina Capozzi

Il significato della famiglia “L’avvenire della società passa attraverso la famiglia” (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 86) e il concetto di famiglia, oggi, è sempre più fragile. Nei tempi odierni si evidenzia un problema veramente nuovo per i nuclei familiari: il rapporto uomo-donna sta perdendo il suo significato dal punto di vista essenziale, cioè “ontologico”, di conseguenza la famiglia si indebolisce. La donna oggi si relaziona normalmente con il mondo lavorativo esterno, oltre che familiare, nonostante una rigidità e resistenza del mondo del lavoro che sono ancora retaggio della suddivisione dei ruoli dell’immediato postindustriale. Le conseguenze di questa evoluzione sono evidenti negli aspetti di maggiore attacco all’integrità familiare: la precarietà che dilaziona la formazione di una famiglia; la mobilità che svuota i ruoli del loro significato; la monetizzazione del lavoro che non rende più comprensibile i “lavori” svolti in famiglia, in quanto non remunerati, l’assolutizzazione dei diritti individuali che sono concepiti come slegati da ogni forma di rapporto e che minano l’unità della famiglia stessa. Si perde così progressivamente il senso della famiglia, fondata su relazioni gratuite e di reciprocità, non su relazioni di mercato che sono oggi quelle prevalenti. L’amore personale è spesso abbassato al livello sensibile-commerciale, nel quale ciascun partner cerca il proprio profitto, secondo la legge della domanda e dell’offerta. Ben presto l’affare è liquidato e risolto come noioso e non redditizio! La donna, peraltro, non sentendosi tutelata, reagisce con la scelta di avere pochi o un solo figlio, spesso solamente per non dover rinunciare alla carriera. Le società occidentali si stanno, quindi, decostruendo come risultato delle tensioni lavorative, del secolarismo che allontana dal senso religioso e, quindi, dal dono

e dal sacrificio, dall’individualismo imperante che estrania dalla vita degli altri visti esclusivamente in funzione della loro utilità. È, invero, la famiglia che forgia il carattere a sostenere gli sforzi prolungati, i sacrifici, le regole per affrontare la vita sociale. Ecco, allora, che la rivelazione divina consente di cogliere ciò che la ragione faticosamente percepisce: la persona è relazione con l’altro diverso da sé, secondo una grammatica del dono e della comunione che mira a custodire nella propria identità l’altro, e la complementarità del femminile e maschile è inscritta nella esistenza delle specie e nella sua evoluzione. Mentre il pluralismo antropologico del presente sviluppa una molteplicità di modelli etici elaborati in modo esclusivamente umano e personale, l’amore in senso cristiano, invece, inteso come accoglienza dell’altro nella sua specificità, fa toccare all’uomo la dimensione della trascendenza. “L’amore promette una realtà più grande e totalmente altra rispetto alla quotidianità del nostro esistere” (Benedetto XVI, Deus caritas est, 5). info@giuseppinacapozzi.it

to prezioso al faticoso ed esaltante impegno per la giustizia, per lo sviluppo umano integrale e per il retto ordinamento delle realtà umane”. Primo passo per promuovere la libertà religiosa come via per la pace è il dialogo tra istituzioni civili e religiose, dal momento che “esse non sono concorrenti ma interlocutrici, perché sono tutte a servizio dello sviluppo integrale della persona umana e dell’armonia della società”. Il Papa fa appello alla verità morale nella politica e nella diplomazia, rivolgendosi in modo particolare a quei Paesi occidentali segnati dall’ostilità contro la religione fino al “rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”. Da ultimo, un appello al “dialogo interreligioso” per collaborare “per il bene comune” e uno affinché cessino i soprusi nei confronti dei cristiani che abitano in Asia, nel Medio Oriente e specialmente in Terra Santa, con l’auspicio che pure “nell’Occidente cristiano, specie in Europa, cessino ostilità e i pregiudizi contro i cristiani per il fatto che essi intendono orientare la propria vita in modo coerente ai valori e principi espressi nel Vangelo. L’Europa sappia riconciliarsi con le proprie radici cristiane, che sono fondamentali per comprendere il ruolo che ha avuto, che ha e che intende avere nella storia; saprà, così, sperimentare giustizia, concordia e pace, coltivare un sincero dialogo con i popoli non cristiani. Alcuni di essi si affacciano con speranza verso il continente europeo e vanno accolti con spirito di apertura e di fraternità radicato nel Vangelo, secondo i criteri di legalità e di sicurezza che non possono prescindere dal rispetto della comune dignità umana”.

DALLA PRIMA

I poveri sono sempre fra noi Così come, nella gamma degli stipendi, è davvero incomprensibile che ci possano essere punte massime pari a venti, trenta volte (e più) dei livelli minimi. Oltre tutto i governi hanno gli strumenti per intervenire, non soltanto equilibrando i profitti, ma anche rendendo più eque le spese e riconsiderando gli ambiti e i livelli della tassazione. Nell’accostarci alle feste di fine d’anno abbiamo il dovere di riconsiderare il peso sociale della disuguaglianza, a partire da quella che si registra fra le famiglie italiane, per passare poi a quella che contrappone nazioni e popoli. Quando la disuguaglianza raggiunge i livelli segnalatici dalla Banca d’Italia, è difficile parlare di giustizia sociale ed ancor più difficile è farsi annunciatori di pace. L’annuncio della pace sulla grotta di Betlemme è da sempre rivolto agli uomini di buona volontà. Ed oggi la buona volontà deve prendere le vie della giustizia sociale e della riduzione delle disuguaglianze. Nicola Paparella

L’Ora del Salento augura ai suoi lettori un Santo Natale e un felice 2011 dando loro appuntamento al prossimo 15 gennaio


L’Ora del Salento

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NATALE NELLA CHIESA DI LECCE/2 VIAGGIO NELLE PARROCCHIE DELLA DIOCESI NELLA VICARIA DI MONTERONI Tante iniziative nelle chiese e per le strade per ridare il gusto religioso e sacro all’evento più importante della storia umana

Presepi e solidarietà per un Natale cristiano Nel Salento non vi è città che non abbracci la magia del presepe, partendo dal più piccolo, che ritrae in miniatura la scena della natività fino ad arrivare ai presepi artistici di notevoli dimensioni, suggestive e fedeli riproduzioni della vita di un tempo che ospitano trasposizioni di mestieri oramai scomparsi, o in disuso. Toni ancora più marcati assume la suggestione nei presepi viventi, laddove gli uomini vestono abiti medievali, e gli arnesi da lavoro vengono incredibilmente rimessi nelle condizioni di funzionare come nei tempi andati.

Monteroni di Lecce A Monteroni, la Parrocchia Matrice di Maria SS. Assunta ha organizzato il presepe vivente, giunto quest’anno alla XVII edizione. Il successo di questo presepe è attribuibile non solo all’abilità degli allestitori, ma soprattutto a due elementi che lo vedono primeggiare sul piano dell’originalità: una location sempre nuova ed uno scenario che riporta, di anno in anno, storie diverse. Si è passati, infatti, dal rinascimentale Palazzo Ducale al settecentesco Palazzo Pino, dall’interno della Chiesa Madre alle corti del centro storico del paese. Per l’edizione corrente la scelta è caduta sul centro topografico del paese, l’Oratorio San Giovanni Bosco, con ambienti interni ed esterni. Quanto allo scenario, la rappresentazione è incentrata in modo particolare sulla figura di Santa Chiara di cui sono rappresentate alcune scene di vita: dalla decisione di accostarsi alla scelta radicale di San Francesco, al pronunciamento dei voti. Su questo canovaccio prenderanno vita le scene studiate e realizzate dai gruppi parrocchiali, dai cittadini e dai volontari, supportati dall’Associazione Arma Aeronautica di Monteroni. L’accurata ambientazione medievale, che ci riporta ad una tradizione cronologicamente lontana da noi almeno otto secoli, è resa ancor più suggestiva dalla presenza di alcuni bulgari con vestiti tipici e di un gruppo di sbandieratori e musici di Melendugno. Si aprono, così, ai visitatori le porte di un presepe che non è solo da vedere: un presepe che, in un’alternanza di narrazioni, gestualità e musica che partono dall’Annunciazione e proseguono fino alla nascita del Cristo, si rivelerà anche strumento di conoscenza della vita di Santa Chiara. La rappresentazione avrà luogo dalle ore 18,30 alle 21 del 25 e 26 dicembre, il 2 gennaio e si concluderà il giorno dell’Epifania con l’arrivo del Re Magi. La parrocchia di don Adolfo Putignano è, in questi giorni, anche teatro di notevoli iniziative di solidarietà, come quelle organizzate dal gruppo Caritas a favore delle famiglie che risiedono nelle zone periferiche della Parrocchia; iniziative mirate non solo al sostegno materiale per meglio far fronte a questo momento di crisi generale ma volte, altresì, ad incoraggiare un inserimento più vivo e partecipativo delle stesse all’interno della comunità. Notevole impegno è stato manifestato, inoltre, dall’Azione Cattolica Ragazzi per il particolare scenario allestito nel teatro Don Bosco, negli stessi giorni del presepe: da qualche anno, è divenuto oramai tradizione dar vita ad una esposizione di manufatti dedicati ai genitori. Nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, il Natale si è tinto di una luce particolare, quella di Betlemme. Importante responso da parte della popolazione ha, infatti, ricevuto l’iniziativa dal titolo “La Luce di Betlemme… Luce di Pace” fortemente voluta dal parroco don Luigi Lezzi e organizzata del Grup-

po Scout “Monteroni 1”. La scorsa domenica, nel piazzale della stazione ferroviaria di Lecce, è stata consegnata dalle mani degli scout triestini “la Luce di Betlemme”, dapprima accolta nella Parrocchia del Sacro Cuore di Monteroni ed in seguito posta nella Cappella di Sant’Antonio Abate della stessa città, dove rimarrà per tutto il periodo natalizio. La fiammella deve essere diffusa il più possibile tra ricchi e poveri, colti ed ignoranti, bianchi e neri, religiosi ed atei, perché la pace è patrimonio di tutti. Si vorrebbe che questa Luce arrivasse in special modo nei luoghi di sofferenza, ai gruppi emarginati, a coloro che non vedono speranza e futuro nella vita. In questa atmosfera dal 20 al 24 dicembre dalle ore 16 alle 18 la Luce di Betlemme entrerà in tutte quelle famiglie di Monteroni che, per gravi motivi, non possono recarsi presso la Cappella. Inoltre, sotto la Luce è posto un cesto della carità ove è possibile, per chi lo volesse, deporre generi alimentari a lunga scadenza che verranno in seguito distribuiti a coloro che vivono una situazione di disagio e sofferenza.

Questa iniziativa avrà come sfondo la 44^ Giornata Mondiale della Pace, che verrà celebrata il 1 gennaio e si concluderà con una breve preghiera di ringraziamento nella Cappella di Sant’Antonio Abate il giorno dell’Epifania del Signore. Il 26 dicembre prossimo alle ore 19, presso l’ex casa di riposo ubicata in via Trento vi sarà la prima delle tre rappresentazioni sul tema “Natale… l’amore che unisce”; le altre saranno il 2 gennaio alle ore 19 e il 6 gennaio alle 18. Le feste saranno scandite da altri appuntamenti che vedranno protagonisti i ragazzi del catechismo in ben sei rappresentazioni teatrali che avranno luogo nei giorni 27, 28, 29, 30 dicembre 2010 e 2, 3 gennaio 2011. Da visitare, inoltre, il presepe tradizionale allestito nella sala del Comitato Feste adiacente alla Chiesa.

Carmiano Anche a Carmiano, don Franco Frassanito invita la comunità a visitare la Luce di Betlemme che, dapprima accolta nella Chiesa Madre dedi-

LECCE

cata a Maria SS. Assunta, sosterà fino al giorno dell’Epifania nella Cappella di San Francesco d’Assisi. La notte di Natale, dopo la consueta veglia di preghiera, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, si celebrerà la natività nella grotta allestita in piazza: un avvenimento semplice che serve a risvegliare semplici emozioni. Per salutare il nuovo anno che sta per iniziare, la Chiesa Matrice ospiterà il 30 dicembre alle 19.30 il concerto del tenore Andrea de Lumè. A conclusione delle festività natalizie, la festa per i bambini che si terrà il 6 gennaio. Ad accompagnare la riflessione e la preghiera della comunità di Sant’Antonio Abate di Carmiano, dal 18 dicembre al 2 gennaio, tutte le sere alle 20.30, sarà presente nella parrocchia la Croce diocesana della GMG e l’icona di Maria. Il 31 dicembre, invece, dopo il solenne Te Deum di ringraziamento di fine anno, don Gianni Ratta celebrerà l’Adorazione Eucaristica fino alla mezzanotte, attendendo in clima di preghiera il nuovo anno. Bambini e adulti facenti parte dei vari gruppi parrocchiali saranno, invece, i protagonisti

TREPUZZI

Tipografia del Commercio Un presepe di vetro

Nel centro storico rivive Betlemme

Grande interesse ha suscitato fin dall’inaugurazione, il 12 dicembre, alla presenza del dott. G. Serravezza della LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori), l’esposizione, nei locali della Tipografia Del Commercio di Alberto Buttazzo, del Presepe di vetro di Luigi Fedele, nell’ambito della Campagna “1 Euro x 1 Mattone”Centro ILMA costruiamolo insieme, promossa dalla LILT. L’opera, emozionante e di pregevole fattura, realizzata dall’artista negli anni dell’adolescenza, dalla fine degli anni Sessanta a metà degli anni Settanta del Novecento, colpisce per la modernità del simbolismo in cui si fondono la levigata perfezione delle figure e l’inquietudine degli elementi del paesaggio . Quest’ ultimo è costituito da cocci di vetro, ottenuti frantumando oggetti di uso quotidiano, variamente composti a definire, per misteriosa casualità, forme inedite di elementi tondeggianti, sbocciati come corolle, e altri aguzzi e taglienti. In questo paesaggio rarefatto, che fa pensare ad un misterioso pianeta, si muovono piccole, luminose, levigate figure di uomini, di ovini e di candidi angeli, più grandi e rilucenti, angeli senza ali, ma elevati dal suolo, che annunziano la Buona Novella. Tre sono gli ambienti che raccontano il miracolo della nascita di Gesù. Il villaggio di Betlemme, da un lato, con le sue case addossate di foggia orientale da cui si affacciano o escono gli abitanti, sorpresi, incuriositi e al tempo stesso intimoriti dall’annuncio degli angeli stagliati sui tetti. Dall’altro, la campagna dove i pastori sono colti in vari atteggiamenti: ancora addormentati, nell’attimo stupito del risveglio, ormai in piedi e pronti a raccogliere il gregge e rispondere all’invito degli angeli. Al centro della scena, al punto di incontro delle direttrici che partono dal villaggio e dalla campagna, la Natività: Maria seduta tiene dolcemente il Bambino sulle sue ginocchia, su loro veglia in piedi Giuseppe. Sono posti in un’ampolla ottenuta da due metà accostate, come in un grembo, ormai pronto a dischiudersi nel miracolo e nella speranza di una nuova vita. Il medesimo simbolismo di rinascita si può leggere nell’albero accanto alla natività: come gli altri è costituito da un ramoscello, ma, diversamente dagli altri dipinti di nero e brulli, diffonde una luminosità eterea che gli conferisce la leggerezza di un fremito di vita che palpita nelle impercettibili gemme pronte ad aprirsi alla primavera. Davanti alla grotta trasparente due pastori si prostrano, secondo l’uso islamico, altri hanno le mani giunte in atto di devoto omaggio, forse a ricordare che Dio è unico, comunque lo si invochi. Un brulichio vitale, sottolineato da un uso sapiente della luce, trascorre nello spazio dell’uomo e fa da contrappunto alla staticità lunare del paesaggio di vetro. Da quella fioca che illumina gli interni delle case a quella posta di lato che, come un piccolo faro, fa risplendere l’opalescente levità degli angeli, i colori chiari delle vesti dei pastori e degli abitanti di Betlemme, ne accentua la dimensione dinamica e si concentra sullo spazio dell’evento straordinario. Una luce che rasenta il vetro e ne rileva le sfumature di verde, marrone e bianco riflettendole in un suggestivo gioco che contrappone, come nella vita, inquietudine e sicurezza, timore e coraggio, disperazione e salvezza: un messaggio di speranza inossidabile per farsi strada tra I sentieri ambigui e a volte spigolosi e taglienti, i “cocci aguzzi di bottiglia” di cui parla Montale. Lucia Buttazzo

La Parrocchia Maria SS. Assunta di Trepuzzi organizza, in collaborazione con l’amministrazione comunale, la I edizione del Presepe Vivente. Il presepe si potrà visitare nei giorni 26 dicembre e 2 gennaio dalle 17.00 alle ore 21.00. Il presepe sarà allestito nel centro storico di Trepuzzi, e in particolare dalla Chiesa della Purificazione, Corso Umberto e Via Assunta. Il tema del presepe riprende un passo del Vangelo di Matteo: “Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi”. Al presepe parteciperanno oltre 100 comparse e la particolarità dell’evento consiste nel fatto che non sarà un semplice presepe da “osservare” ma una vera e propria storia che coinvolgerà in maniera attiva i diversi visitatori. Infatti ogni scena rivivrà nei dialoghi e nella recitazione dei vari personaggi del presepe con un accenno alle figure dell’Antico Testamento, come Elisabetta e Zaccaria. A raccontarci il loro Natale saranno i pastori, gli angeli, i magi, Giuseppe, la locandiera e altri personaggi che, in riferimento al tema, hanno realizzato una vera e propria opera teatrale itinerante. Quello che importa infatti non è tanto lo scenario, che comunque sarà suggestivo ed emozionante, ma il messaggio che i giovani e le famiglie della nostra comunità vogliono comunicare attraverso questo immaginario e affascinante viaggio nel cuore di Betlemme. Durante il percorso i visitatori, organizzati in gruppi di 30 persone, saranno accompagnati da alcune guide che avranno il compito di spiegare lungo il tragitto le varie scene e i vari momenti della vita della vita del presepe. Il tutto per 45 minuti di fede, di arte, di teatro, di storia, di Natale… quello vero! Già ad oggi oltre 2000 persone hanno prenotato la loro presenza con i biglietti messi a disposizione dalla Parrocchia. Per tutti gli altri visitatori non c’è bisogno di biglietto di prenotazione, basta presentarsi all’ingresso del Presepe (Chiesa della Purificazione) nei giorni 26 dicembre e 2 gennaio dalle 17.00 alle ore 21.00. Inoltre il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, il presepe Vivente riaprirà per il corteo storico dei personaggi e l’arrivo dei Magi. Dopo il grande successo della Passione Vivente dello scorso 30 marzo, la Comunità Parrocchiale è felice ed entusiasta di presentare alla città e ai paesi vicini questo grande momento di fede e di cultura. Già da un mese le nostre sarte, i nostri scenografi, i nostri costumisti, i nostri attori, le nostre guide stanno lavorando instancabilmente e gratuitamente di giorno… e anche di notte! Il grazie, sincero e profondo, a tutte le famiglie e i giovani della Parrocchia che con passione e tanti sacrifici stanno lavorando instancabilmente per questa bella impresa. Un grazie all’amministrazione comunale, e in particolare al sindaco dott. Cosimo Valzano e all’assessore alla cultura Anna Blasi per il contributo e la disponibilità con cui seguono i lavori del presepe. Alessandro Scevola

dello spettacolo di canti di Natale che si terrà in parrocchia il 6 gennaio alle 19.30. A termine dello stesso appuntamento, verrà comunicato l’esito del tradizionale concorso “Presepio in famiglia”, oramai giunto alla terza edizione; nella settimana dell’Epifania saranno, infatti, valutati da una giuria competente i presepi realizzati nelle case dei parrocchiani.

S. Cesario di Lecce A San Cesario, alle ordinarie attività spirituali, quali le veglie di preghiera e le liturgie penitenziali, che scandiscono il tempo dell’Avvento, si susseguono ore di impegno per l’allestimento dei tradizionali presepi all’interno delle Chiese cittadine, che rimarranno aperte ai visitatori per tutto il periodo natalizio. Oltre le rappresentazioni della natività presenti nelle Chiese dell’Addolorata, dell’Immacolata e di San Rocco, degno di attenzioni è senza dubbio il presepe artistico preparato nella Chiesa di Sant’Elia, nel centro del paese, a cura dei giovani di Azione Cattolica della Parrocchia di S. Maria delle Grazie di cui il parroco, don Luigi Scardino, ha lodato la responsabilità e la dedizione, oltre che gli ottimi risultati. Proprio nella parrocchia di S. Maria delle Grazie, inoltre, il gruppo Scout ha realizzato una meticolosa rappresentazione dei mestieri, usi e costumi dei tempi di Cristo, visitabile a partire dal giorno di Natale fino all’Epifania dalle ore 15 alle 20. Delle stesse sfumature si colora la Chiesa di Sant’Antonio di Padova, dove questa domenica si terrà la festa della sacra famiglia ideata e realizzata da tutti i gruppi parrocchiali che, per lungo tempo, hanno cooperato con zelo per la buona riuscita dell’evento. Ma, fatta eccezione per questa iniziativa e gli ordinari riti liturgici, nella parrocchia di don Giorgio Pastore, il Natale sarà prevalentemente all’insegna della musica. Il 29 dicembre alle 19.30 sarà possibile assistere al concerto d’organo con le voci dei tenori Antonio Pellegrino e Cristian Starace, accompagnati dall’organista Maurizio Mancino; il 4 gennaio, invece, sempre nella stessa parrocchia, si udiranno note settecentesche nel concerto a cura del gruppo Echi Barocchi di Lecce, con la collaborazione di Luigi Pascali.

Novoli Tra i presepi tradizionali delle varie parrocchie di Novoli spicca, per la sua singolarità, il presepe artistico in movimento, che potrà essere visitato dal 13 dicembre 2010 al 20 gennaio 2011 presso la chiesetta di S. Biagio in via Pendino. Il presepe, a cura di Raffaele e Massimiliano Vetrugno, oltre ad essere realizzato con i classici pupi in movimento, è ricco di effetti speciali: piccoli falò, tuoni, pioggia, neve, arcobaleno e la stella cometa. A Novoli, fervono i preparativi per l’edizione 2011 della magica notte della “Focara” in onore di S.Antonio Abate, che verrà, come di consueto, festeggiato il 17 gennaio. La festa avrà inizio il 7 gennaio, con il Novenario, ma il “Fuoco buono di Puglia, messaggero di pace nel Mondo” verrà acceso domenica 16 gennaio alle 19.30 in piazza Tito Schipa. Un enorme falò di tralci di vite secchi, sapientemente lavorati e messi insieme con tecniche antichissime che si tramandano di padre in figlio, daranno vita a una pira di 25 metri di altezza e 20 di diametro, che non ha pari nella penisola italiana. Fuochi pirotecnici, concerti e spettacoli si alterneranno intorno al fuoco fino all’alba. Ospiti d’eccezione, Elio e le storie tese. Serena Carbone


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Lecce, 25 dicembre 2010

ecclesìa IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA

di Mauro Carlino

È Natale: il Salvatore nasce a Betlemme

Pagine di straordinaria letteratura, musiche di intensa bellezza e opera d’arte di sublime fattura sono state dedicate al mistero del Natale. In quella notte santa gli angeli annunciano che un salvatore è nato per noi, venite adoriamo! L’invito all’adorazione è, in effetti, il contenuto essenziale dell’annuncio angelico, recepito dai pastori di Betlemme e tale invito, da oltre duemila anni, viene ripetuto in tutte le Chiese del mondo. Il Natale non è la festa delle luci e nemmeno il tempo delle vacanze mondane, quanto piuttosto il compimento di questo invito: Venite adoremus! Chi andiamo ad adorare a Betlemme? Chi andiamo a visitare spiritualmente uniti ai pastori della Giudea? Lo abbiamo ricordato durante tutta la novena di Natale: per noi, il bimbo che nasce da Maria Vergine è la Sapienza eterna del Padre, il Legislatore supremo, il Signore di Israele, la Chiave di Davide, l’Astro nascente, il Sole di giustizia, il Re delle genti e l’Atteso dei popoli. Che meraviglia! Nel corpicino inerme di Gesù si cela tutt’intera la divinità del Redentore: Venite, adoriamo! Alcuni grandi santi hanno inteso commentare questa pagina meravigliosa del progetto di salvezza voluto da Dio prendendo in considerazione la prospettiva angelica. Gli angeli, infatti, sempre rivolgono il loro sguardo verso Dio. Essi sono puri spiriti e partecipano della visione beatifica di Dio. Con la nascita di Gesù, tutte le schiere celestiali possono contemplare il volto di Dio proprio nel bimbo di Betlemme. Pertanto, la direzione del loro sguardo cambia: essi sanno che il trono dell’Altissimo si è sostanzialmente unito alla natura umana, assumendola completamente. In questo modo, le creature angeliche, nell’invito all’adorazione, non chiamano l’uomo a guardare verso il cielo, bensì verso la terra, perché è germogliato il Salvatore. Quell’uomo, creato poco meno degli angeli, Dio lo ha coronato di gloria e di onore, facendolo superiore agli angeli (Sal 8), in quanto egli vi ha preso dimora: Dio si è fatto uomo, perché l’uomo possa farsi simile a Dio: Venite adoriamo! È questo il vero natale, è questo il motivo della vera gioia: Dio ha squarciato i cieli ed è sceso. L’atteso delle genti ha visitato l’umanità, facendosi uomo, assumendo la mia stessa carne e il mio stesso sangue. Ciò che ogni uomo porta nel suo cuore si è realizzato: Dio ha visitato il suo popolo. Egli è l’Emmanuele, il Dio con noi. Proprio per questo il desiderio dell’uomo si compie. Oggi, anche in questo tempo di Natale, il consumismo induce l’uomo ad avere molti desideri ed aspirazioni, ma il vero desiderio è il desiderio di Dio, l’abitatore dei cieli. Lo stesso termine “desiderium” racchiude il termine “siderum” che significa “stella”, indicando che il vero desiderio dell’uomo è racchiuso nei cieli. Il Signore dei cieli ha assunto la natura umana, per cui il desiderio degli uomini si compie: il bimbo di Betlemme è il vero Astro, per cui Venite adoremus.

Dal 18 gennaio la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

Uniti nello spezzare il pane “Uniti nell’insegnamento degli Apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera” (cfr. Atti 2, 42) “Che tutti siano una cosa sola” (cfr. Gv 17,21) La ricerca dell’Unità dei cristiani è uno degli obiettivi principali della Chiesa Cattolica, espresso in più documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Dal 1966, la commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane e il Segretariato per la promozione dell’Unità (attuale Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani) congiuntamente, decidono di preparare, ogni anno, il testo ufficiale della Settimana di preghiera. Il tema della preghiera di questo anno 2011 è tratto dagli Atti degli Apostoli (cfr. 2,42): “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera”. Il testo settimanale viene offerto dalle Chiese cristiane che sono in Gerusalemme, impegnate a lottare per l’Unità malgrado grandi problemi che fanno vivere l’attuale comunità nelle stesse gioie e negli stessi dolori della prima Chiesa. La Chiesa Madre di Gerusalemme propone un impegno concreto che orienti tutte le coscienze verso l’anticipazione della Gerusalemme celeste. L’impegno ecumenico affonda il suo punto di forza nella preghiera e nello stile di vita personale e delle comunità e deve offrire le sue costanti in tutto l’arco dell’an-

no e della vita. Quanto le diocesi e le parrocchie propongono nella settimana deve animare un impegno che deve essere di tutti i credenti, accogliendo la preghiera di Gesù sulla Croce: “Che tutti siano una cosa sola” (cfr. Gv 17,24). Programma delle iniziative diocesane nella Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani Martedì 18 gennaio: Celebrazione della Parola di Dio, parrocchia S. Giovanni Battista, Lecce, ore 19.00. Partecipazione Anglicana, Evangelica, Greco-Ortodossa, Ortodosso-Etiope. Venerdì 21 gennaio: Parrocchia Maria SS. Assunta, Magliano, ore 19.00, riflessionecondivisione sul tema “La condivisione come espressione di unità”. Interverranno: fratel Enrico Gonzales, missionario comboniano e sociologo, Tyna Maria Casalini, cantante e compositrice Gospel e MusicArTerapeuta nella globalità dei linguaggi. Sabato 22 gennaio: Parrocchia SS. Angeli Custodi, S. Pietro Vernotico, ore 19.00, riflessione-condivisione sul tema “Spezzare il pane nella speranza”. Interviene il papàs Nik Pace, protopresbitero della Chiesa Cattolica di rito Bizantino, San Nicola da Myra in Lecce. Martedì 25 gennaio: Chiesa di S. Giovanni Evangelista, Monastero delle Benedettine, ore 19.00, Celebrazione Eucari-

stica conclusiva presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Lecce, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio. Il Delegato Diocesano Massimo Vergari

L’AGENDA DELL’ARCIVESCOVO

Domenica 26 dicembre 2010

Il 29 e il 30 dicembre 2010

Ore 11 - Amministra il Battesimo a due bambini a Cavallino Ore 20 - Celebra la S. Messa in Cattedrale

Giornate di ritiro personale

Venerdì 31 dicembre 2010

Lunedì 27 dicembre 2010

Ore 18 - S. Messa in Cattedrale e canto del Te Deum

Ore 18 - Concelebrazione eucaristica nella Chiesa di S. Rosa in occasione dell’anniversario di Ordinazione episcopale del card. De Giorgi

Sabato 1 gennaio 2011

Martedì 28 dicembre 2010

Ore 11.30 - Solenne Pontificale in Cattedrale Ore 20 - S. Messa in Cattedrale

Mattina - Udienze La Segreteria dell’Arcivescovo rende noto che l’agenda settimanale delle udienze, previo appuntamento, seguirà quest’ordine: lunedì - laici; martedì - clero; mercoledì - laici e associazioni; venerdì - clero; sabato - associazioni.

ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE/Quale futuro?

Luogo privilegiato di riflessione teologica della Chiesa locale L’inculturazione della fede riguarda sia lo sviluppo del cammino spirituale del popolo cristiano sia la crescita dell’intera comunità civile, poiché essa esercita un considerevole influsso sui riferimenti fondamentali, sulle scelte profonde e sui modi di agire dei singoli e dei diversi gruppi sociali. Il riferimento a Dio e all’uomo, con l’ausilio della filosofia e delle altre scienze umane e con lo specifico apporto della teologia, costituisce, pertanto, un servizio all’intera comunità. Vivere la fede che, trasfigurata dall’amore, trasforma in bellezza la vita costituisce, pertan-

to, un compito molto significativo a livello personale, ecclesiale e civile per ogni battezzato. Con queste riflessioni, l’arcivescovo mons. Domenico D’Ambrosio offre alcune importanti considerazioni sulla ventennale attività dell’Istituto superiore di scienze religiose, proiettate verso il prossimo cammino didattico-formativo e rilevanti sia all’interno della Chiesa sia nel rapporto dei battezzati con il mondo. La crescita civile e religiosa ha, infatti, un rapporto peculiare con la cultura e quindi con l’annuncio, qualificato e proposto in modo fortemente signifi-

Caritas di Lecce: un panettone per i poveri La Caritas Diocesana di Lecce, per rendere più dolce questo Natale, agli ospiti che ogni giorno vengono accolti e ascoltati nei centri di ascolto della nostra Diocesi e delle Parrocchie, ha fatto pervenire poco più di mille panettoni. Per questo generoso regalo natalizio, a nome anche dei nostri poveri, si ringrazia di cuore il sig. Michele Posca della ditta Re.Ma.Ri di Modugno (BA) che, andando oltre ad una sua collaborazione con la nostra Caritas, ci ha voluto offrire questo gradito dono.

Il 15 gennaio l’Acr si incontra per marciare e riflettere

A Novoli la Marcia della Pace Sarà Novoli ad ospitare l’edizione 2011 della “Marcia della Pace”, organizzata dall’Azione Cattolica dei Ragazzi dell’Arcidiocesi di Lecce, in collaborazione con tutta l’Ac diocesana. Migliaia di ragazzi, giovani e adulti dell’associazione si ritroveranno nel comune nord salentino sabato 15 gennaio, alle ore 16.30, per una marcia festosa durante il mese dedicato alla pace. Sarà anche l’occasione per pregare e per riflettere. “In quei giorni a Novoli ci si prepara alla festa di S. Antonio Abate, che oltre ad essere un grande padre del deserto è stato anche un forte difensore e amico delle pace soprattutto nella lotta contro le eresie e a difesa della Chiesa - spiegano dalle equipe dell’Acr e del Settore Giovani, che curano l’iniziativa -. La stessa ‘Focara’ costruita in Suo onore sarà il segno di quel ‘fuoco di pace’ che Gesù ha portato sulla terra e che vor-

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remmo accendesse di nuova speranza il cammino della Chiesa e della nostra Associazione in questo momento così importante”. Il programma prevede l’accoglienza dei gruppi Acr, con educatori e genitori, in Piazza Regina Margherita, alle ore 16.30. Alle ore 17.00 avrà inizio la marcia con un breve passaggio presso il Santuario di S. Antonio Abate. Alle ore 18.00 i partecipanti giungeranno in piazza Tito Schipa, il piazzale dove è costruita la Focara. Qui sono previsti un momento di preghiera, il dialogo, le testimonianze e la “chiusura della Focara” con le fascine portate dai bambini e dai ragazzi. Proprio per questo, spiegano gli organizzatori, “ad ogni gruppo di Acr è stato chiesto di portare con sé, oltre ovviamente a striscioni o cartelloni, una fascina di legna decorata con dei messaggi di pace, che concorreranno a formare l’imponente

Focara in onore di S. Antonio Abate”. Ma la marcia della pace, come sempre, è anche sinonimo di solidarietà. Anche quest’anno, infatti è previsto un momento di “colletta” per sostenere il progetto di Pace 2011 proposto dall’Azione Cattolica Ragazzi. A conclusione della giornata, alle ore 20.00, gli educatori e i giovani potranno partecipare all’incontro di preghiera nel Santuario di S. Antonio Abate, curato in collaborazione con il Settore Giovani dell’Ac di Lecce e con l’Associazione dei “PapaBoys”, che vivranno il raduno regionale. La marcia della pace 2011 ha il patrocinio, il sostegno e il contributo del Comune di Novoli, della Parrocchia Sant’Antonio Abate e del Comitato festa patronale di Novoli. Per ulteriori informazioni www.azionecattolicalecce.it e il relativo profilo facebook. Salvatore Scolozzi

cativo, del messaggio cristiano: “L’Istituto costituisce per l’intero territorio del Salento un richiamo alla competenza ed alla professionalità, qualità che la formazione cristiana deve possedere”, specifica il presule. La relazione del presule non riguarda solo il laborioso iter giuridico, l’attuale sviluppo o l’esposizione delle finalità istituzionali dell’ente accademico, poiché egli pone apertamente la domanda concernente il concreto riscontro sulla validità del lavoro di formazione teologica realizzato. Di fatto, la volontà di contribuire in modo qualificato alla formazione dei battezzati, la scelta di investire pastoralmente sulla cultura, l’apporto educativo di preparazione umana e di specifica istruzione proposto dalle diverse materie, lo studio portato innanzi in modo scientifico, la ricerca teologica compiuta rendono chiaramente molto apprezzabile l’attività del centro di scienze religiose, voluto con grande impegno personale da S. E mons. Ruppi e diretto sapientemente nei primi anni da S. E. mons. Semeraro. Anzi, mons. D’Ambrosio, nel dichiarare intensa gratitudine ai due presuli, si compiace di offrire la propria testimonianza riguardo al convinto fervore e al serio impegno dei frequentanti, divenuti segno di autentica provocazione intellettuale e spirituale per persone lontane dall’esperienza cristiana. L’arcivescovo sottolinea pure il positivo rapporto con l’Università del Salento, caratterizzato da reciproca attenzione per gli approfondimenti su tematiche d’interesse comune e da fruttuosa collaborazione negli impegni di rigorosa indagine scientifica. E, considerando che l’Istituto accompagna in modo valido i vari percorsi di comprensione e di approfondimento del Vangelo inserendosi in modo qualificato nei temi e nei problemi culturali e formativi delle diverse comunità ecclesiali e civili, l’Arcivescovo ritiene che esso è chiamato ad interagire sempre più con le diverse agenzie educative del Meridione e del Salento e che può “essere il luogo privilegiato di riflessione teologica della Chiesa locale”. Per inserirsi validamente nel cammino della Chiesa italiana impegnata a proporre il Progetto culturale e ad operare secondo i nuovi Orientamenti della Cei, incentrati sulla scelta di fare delle diocesi e delle parrocchie riferimenti efficaci di formazione integrale. Adolfo Putignano


L’Ora del Salento

Lecce, 25 dicembre 2010

catholica

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CHIESA DI LECCE

Le attività di gennaio Lunedì 3 Incontro dei Giovani con l’Arcivescovo - Oasi “Tabor”, Nardò Martedì 4 Giornata di Spiritualità per il Clero giovane Mercoledì 5 XXI anniversario dell’Ordinazione Episcopale dell’Arcivescovo Solenne Concelebrazione Eucaristica - Cattedrale, h. 19.00 Giovedì 6 Solennità dell’EPIFANIA DEL SIGNORE Giornata dell’Infanzia Missionaria In Cattedrale: Conferimento del Sacramento della Confermazione, h. 11.30 Venerdì 7 Incontro di Spiritualità Irc - Antico Seminario, h. 16. Domenica 9 In Cattedrale: Amministrazione del Battesimo, h. 11.30 Ritiro mensile per le Religiose - Istituto Marcelline Martedì 11

Gruppo Giovani “Oreb” - Monastero Clarisse (via Marco Basseo), h. 20.00 Giovedì 13 Scuola di Pastorale - Parr. “S. Giovanni Battista”, h. 17.00 / 20.00 Assemblea degli Istituti Secolari - Nuovo Seminario, h. 16.30 Venerdì 14 Assemblea del Clero - Nuovo Seminario, aula Mincuzzi h 10.00 Sabato 15 Festa della Pace: Marcia a cura dell’Acr e Ac Giovani - Novoli, h. 16.30 Domenica 16 97^ Giornata del migrante e del rifugiato Incontro di Spiritualità Missionaria per Ragazzi - Cattedrale, h. 16.00 Lunedì 17 11^ Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei sul tema: “Onora il padre e la madre” - Monastero Benedettine, h. 19.00 Martedì 18

Apertura della Settimana Ecumenica: Celebrazione della Parola Parr. “S. Giovanni Battista” Lecce, h. 19.00 Giovedì 20 Scuola di Pastorale - Parr. “S. Giovanni Battista”, h. 17.00 / 20.00 Venerdì 21 Ritiro del Clero - Seminario, h. 9.30 Esercizi Spirituali dei Diaconi Riflessione-condivisione ecumenica su “La condivisione come espressione di unità” Parr. “Maria Ss. Assunta” Magliano, h. 19.00 Sabato 22 Esercizi Spirituali dei Diaconi “Incontra Samuel” - Week end vocazionali per ragazzi Seminario Arcivescovile, (inzio: sabato, h. 16.30 - fine: domenica, h. 12.00) Gruppo Adolescenti “Miriam”: “L’adolescente e la fede: la crisi e la fede di S. Maria” Suore Carmelitane - Arnesano, via Materdomini, h. 17.00 / 19.00 Riflessione-condivisione ecumenica su

“Spezzare il pane nella speranza” Parr. “SS. Angeli Custodi” S. Pietro V., h. 19.00 Domenica 23 Esercizi Spirituali dei Diaconi Martedì 25 Ecumenismo: Celebrazione Eucaristica conclusiva presieduta dall’Arcivescovo Monastero delle Benedettine, h. 19.00 Giovedì 27 Scuola di Pastorale - Parr. “S. Giovanni Battista”, h. 17.00 / 20.00 Venerdì 28 “PrayerLab” Laboratori della fede per ragazzi e ragazze delle Scuole superiori Seminario Arcivescovile, h. 19.45 / 21.30 Sabato 29 “Chi-ama-te” Incontro con i Ragazzi che si preparano a ricevere la Cresima Seminario Arcivescovile, h. 15.30 Domenica 30 Incontro dei Giornalisti con l’Arcivescovo Casa Pastor Bonus - Celebrazione Eucaristica, h. 12.00

CRACOVIA SULLE TRACCE DI GIOVANNI PAOLO II L’Associazione “Salento for Karol” promuove a partire dalla prossima primavera una serie di viaggi in Polonia. La proposta alle parrocchie

Pellegrini nei luoghi di Karol Wojtyla “Chi vuole comprendere un poeta deve recarsi nel suo Paese”. Queste le parole del grande poeta tedesco Johann Wolfgang Von Goethe, parole che un altro tedesco, Papa Benedetto XVI, volle citare per chiarire le ragioni che nel maggio 2006 lo spinsero per le strade della Polonia. Sulla scia di questo pensiero, sorgerà ufficialmente il 2 gennaio p.v. l’Associazione “Salento for Karol” che intende avviare una serie di viaggi tra la terra, i ricordi ed il vissuto di Giovanni Paolo II. L’idea, nata dai viaggi a Cracovia intrapresi dal presidente dell’associazione, Tommaso Quarta, si propone di alimentare il turismo religioso capace di far toccare con mano quanto, solitamente, si cerca di comprendere rimanendo distanti dai protagonisti, dalla storia e dagli ambienti. L’iniziativa ha richiesto diversi mesi di preparazione e grande impegno nella fase logistica che, se da un lato ha visto lo studio e la valutazione dei possibili itinerari da parte dei consociati, dall’altro ha goduto dell’indispensabile cooperazione di quanti, consacrati e laici, gestiscono in terra polacca i luoghi che interessano l’itinerario. Nella prima fase, il viaggio veste i panni di un vero e proprio pellegrinaggio dell’anima sulle orme del compianto Papa, visitando la cattedrale di Cracovia, nella cui cripta il rev. Karol Wojtyla ha celebrato la sua Prima Messa, ma anche il Quartiere Canonico, oggi sede del Museo Arcidiocesano con i ricordi dei tempi di quando ci abitava Wojtyla. A un’ora di viaggio da Cracovia, in direzione sud-ovest, troviamo Wadowice, città natale del nostro amato Papa, dove ha vissuto fino al 1938. Meta ambita è, senza dubbio, la casa di famiglia con il museo a Lui dedicato. È questo il luogo in cui tutto è cominciato: è cominciata la vita, la scuola, gli studi. È questo il luogo in cui la sua fede si è destata e maturata. Questa prima parte del pellegrinaggio porta a scrutare i luoghi in cui si è svolta l’esistenza di Karol e soprattutto i santuari che ne hanno segnato la vita: il Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, dove il giovane Wojtyla si recava a pregare, in un panorama di foreste e di monti, e quello della Divina Misericordia, a Lagiewniki, appena fuori Cracovia, dove viveva suor Fau-

SEGNALI DI LAICALITÀ/10

di Tonio Rollo

Contro l’integralismo e laicismo

stina Kowalska, portatrice del messaggio della Divina Misericordia, di cui Giovanni Paolo II si è fatto eco e interprete. Una seconda fase del viaggio propone diverse opzioni per meglio far fronte alle esigenze e ai gusti dei visitatori. Si potrà, infatti, scegliere di farsi guidare nella miniera di sale di Wieliczka, visitare la Madonna Nera del Santuario di Jasna Gora a Czèstochowa dove Giovanni Paolo II incontrò i giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù nel 1991, oppure immergersi nella natura con l’escursione sul fiume Dunajec a bordo di zattere costruite con tronchi di legno legati tra loro. Altrettanto interessante la visita a Swiebodzin, nell’ovest della Polonia, a una cinquantina di chilometri dal confine tedesco, dove il 21 novembre scorso è stata inaugurata dal cardinale Henryk Gulbinowicz la più grande statua del Cristo; questa imponente statua è alta 33 metri ma, con il piedistallo di 16 metri e la grossa corona, raggiunge in totale i 50 metri, superando così di 12 la statua de “Il Cristo Redentore” di Rio de Janeiro. Sicuramente tutt’altro sapore ha la visita al campo di sterminio nazista di Auschwitz, la più grande fabbrica di morte nella storia dell’umanità che accoglie i visitatori con la celebre “Arbeit Macht Frei”. La discrepanza tra la bel-

lezza delle parole e l’orrore del luogo, rende incomprensibile il senso della frase stessa, il senso di una libertà lì inesistente, il senso delle parole intrappolate in quel doppio filo spinato. Dietro fredde vetrate sono conservate valigie, scarpe, pettini, capelli: è come se ognuno di questi oggetti restituisse una persona la cui foto è affissa, tra le tante, alle pareti del lungo corridoio. A pochi chilometri di distanza, nel campo di Birkenau, cumuli di macerie giacciono sul terreno. Sono i resti della camera a gas, un vano tentativo di celare le prove delle atrocità commesse, quasi fosse l’ennesima condanna a morte per ricordi che, invece, hanno vita eterna. Di ritorno a Roma, ogni viaggio si concluderà con la visita alla Tomba di Giovanni Paolo II nella cripta di San Pietro. Primo Levi scrisse: “Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque Paese tu venga, tu non sei un estraneo. Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte. Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Oswiecim valgono di ammonimento: fa che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme, né domani né mai!”. Oggi, queste parole risuonano come anatema e una volta fuori dal cancello saremo fuori da Auschwitz, ma Auschwitz rimarrà nel cuore di chi l’ha visitata. Info: 3333632939 Serena Carbone

È la volta della libertà religiosa. La strada che porta alla pace passa proprio da lì, secondo Benedetto XVI, e lo sottolinea ampiamente nel suo tradizionale messaggio in occasione della 44ª giornata mondiale della pace e si celebrerà il prossimo 1 gennaio. Dopo aver puntato l’attenzione negli ultimi anni sulla persona umana (2007) e sulla famiglia umana (2008), sulla lotta alla povertà (2009) e sulla salvaguardia del creato (2010), quest’anno lo spunto viene da recenti tragici e attentati che hanno colpito i cristiani in Iraq, in particolare il 31 ottobre, quando durante una messa furono uccisi 50 fedeli e due sacerdoti. Le riflessioni del Pontefice, però, non sono circoscritte solo alla realtà della guerra, dove la libertà religiosa e negata in modo cruento, ma anche a tutte quelle zone in cui si tende ad oscurare il ruolo politico della religione in maniera più soft. Chiaro in questo caso il riferimento a quelle nazioni, come la Francia o l’Europa in genere, dove in nome di un esasperato laicismo, si nega ogni manifestazione della propria fede religiosa, dove la laicità anziché essere inclusiva e tollerante diventa escludente e discriminante. Il discorso del Papa parte proprio da una profonda difesa della dignità della persona e dal necessario riconoscimento del proprio essere spirituale aperto al trascendente per evitare il ripiegamento su se stessi. Tale dignità trascendente della persona, dice Benedetto XVI, è un valore essenziale della sapienza giudaico cristiana, ma, grazie alla ragione, può essere riconosciuta da tutti. La libertà religiosa viene posta all’origine della libertà morale è strettamente legata al rispetto del diritto degli altri in quanto una libertà nemica o indifferente verso Dio finisce col negare a se stessa e non garantisce il pieno

rispetto l’altro. Infatti una volontà incapace di ricercare la verità e il bene è ingabbiata nei vincoli degli interessi momentanei e contingenti, ma soprattutto limitata dalle altre volontà di coloro che hanno più forza. Il messaggio papale insiste sulla dimensione relazionale della libertà religiosa. Una libertà senza relazione non è libertà compiuta. La religione ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella edificazione delle grandi civiltà e delle grandi culture. Ha sempre contribuito con numerose istituzioni caritative e culturali, ha sempre garantito un bagaglio etico alle scelte quotidiane di carattere sociale e politico. Risulta miope lo sguardo di coloro che vorrebbero escludere dal dialogo pubblico tutti coloro che hanno nella loro fede la fonte delle scelte personali e comunitarie. Come se avessero diritto di parola solo coloro che ispirano il proprio agire a quelle grandi e più o meno antiche ideologie filosofiche che hanno combattuto e respinto le religioni dalla società. Benedetto XVI non fa un discorso di parte, infatti si limita a un forte richiamo e invito a tutti i cristiani nella parte finale quando li richiama essere i primi a gareggiare nel rispetto reciproco e nel dialogo. Dialogo che deve essere il paradigma da declinare in opposizione all’integralismo religioso, al fanatismo e al razionalismo. Ulteriori riferimenti riguardano la strumentalizzazione della religione in ambito politico, la promozione della verità morale nel campo della politica della diplomazia, al dialogo interreligioso che non va inteso come sincretismo religioso, ma con rispetto reciproco e ricerca comune della verità in diversi ambiti vitali. Quest’ultima considerazione nasce a 25 anni dalla giornata mondiale di preghiera per la pace di Assisi voluta nel 1986 da Giovanni Paolo II.


L’Ora del Salento

Lecce, 25 dicembre 2010

welfare

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i tutt e lass in c

di Antonio Silvestri

La tredicesima della colf e della badante

Anche i lavoratori domestici, quindi principalmente colf e badanti, hanno diritto in dicembre alla tredicesima mensilità. Il datore di lavoro deve confrontarsi con questo calcolo, che presenta qualche piccola difficoltà. Occorre prima di tutto valutare da quanto la colf (o la badante) lavora presso lo stesso datore, cioè presso la stessa famiglia. Se il rapporto dura da almeno un anno, spetta un’intera mensilità. Il calcolo di quanto corrispondere è facile se la collaborazione è a tempo pieno con retribuzione mensile. La stessa somma pagata quale mensilità, deve essere infatti corrisposta come tredicesima. Il calcolo è più impegnativo se la collaboratrice lavora nella famiglia solo per alcune ore alla settimana. La paga oraria, in questo caso, va moltiplicata per il numero delle ore lavorate nella settimana ed il risultato moltiplicato per 52, quante sono cioè le settimane di un anno. Si ottiene in tal modo la retribuzione corrisposta per l’intero anno. L’importo ottenuto diviso per 12 fornisce la somma da versare quale tredicesima. Tutto questo, dicevamo, se il rapporto di lavoro si è instaurato all’inizio dell’anno o da più tempo. Il calcolo è differente se il contratto di lavoro con la colf o la badante è iniziato nel corso dell’anno. In tal caso, la tredicesima “piena”, così come indicata per un rapporto di lavoro annuo, va rapportata ai mesi effettivamente lavorati. Ad esempio, ad una collaboratrice domestica assunta dal 1° maggio spettano otto dodicesimi della retribuzione dovuta per un intero anno.

La salute prima di tutto di Domenico Maurizio Toraldo

Le frazioni di mese, pari o superiori a 15 giorni, si considerano come mese lavorato per intero. Se la colf lavora presso più famiglie, ciascun datore di lavoro deve pagare la tredicesima in relazione alle ore lavorate e alla retribuzione corrisposta. Attenzione alla tredicesima nel calcolo dell’importo da versare per i contributi Inps: occorre considerare anche il valore della tredicesima. Nell’effettuare, infatti, il versamento trimestrale dei contributi all’Inps (entro il 10 dei mesi di gennaio, aprile, luglio, ottobre) occorre, com’è noto, individuare la fascia contributiva applicabile (retribuzione convenzionale), verificando qual è la retribuzione effettiva oraria corrisposta nel trimestre di riferimento. La retribuzione oraria effettiva comprende i compensi effettivamente erogati (comprensivi dell’eventuale indennità vitto e/o alloggio) e la quota parte di tredicesima mensilità. Ad esempio, nel caso di paga mensile occorre sommare alla retribuzione del mese un dodicesimo della retribuzione stessa (che rappresenta la quota di tredicesima) e il valore orario del vitto e dell’alloggio. Il tutto va diviso per le ore retribuite nel mese e così si otterrà la quota oraria di retribuzione effettiva. Il problema non si pone per i rapporti di lavoro di durata non inferiore alle 25 ore settimanali. Infatti, il contributo in questi casi è indipendente dalla retribuzione oraria corrisposta, ma si riferisce ai servizi domestici effettuati presso un medesimo datore di lavoro ed è applicato sin dalla prima delle ore lavorate nel corso della settimana.

I COLORI DELLA VITA

di Fabio Scrimitore

Per partecipare al convegno Se vorrà andare al convegno degli insegnanti di attività ginnico-sportive, caro professore, farà bene a trovarsi qualche collega che lo sostituisca nelle cinque ore di insegnamento che lei dovrà prestare il prossimo venerdì. Queste singolari parole vennero da un freddo Dirigente scolastico d’un istituto superiore della provincia più orientale dello Stivale. Quelle frasi erano state scritte sul margine inferiore del foglio, sul quale l’insegnante di educazione fisica, con gli eleganti caratteri tipografici del comic sans MS aveva composto la richiesta di autorizzazione a partecipare ad un convegno professionale. Non era un convegno del genere di quelli che le associazioni professionali o i centri studi dei sindacati organizzano, per consentire agli insegnanti di affinare la didattica attiva. No proprio! Era stato indetto dall’Ufficio Scolastico Regionale, cioè dalla più ufficiale delle istituzioni cui la legge affida il coordinamento di tutte le scuole del territorio. Con quel convegno, la Direzione Generale della Scuola regionale si era proposta di illustrare agli insegnanti di educazione fisica le regole da seguire, durante lo svolgimento delle fasi provinciali dei Campionati Studenteschi di atletica leggera. Se il convegno fosse stato organizzato nel giorno libero da impegni didattici del docente, il docente avrebbe certo ricevuto l’autorizzazione ad andarvi. Ma il fato aveva voluto che dei Campionati studenteschi si sarebbe parlato proprio nel giorno in cui il docente aveva cinque ore di insegnamento. Preoccupato dalle voci che danno per insufficienti i fondi per le supplenze, voci mai confermate dagli uffici finanziari del Ministero, il Dirigente null’altro aveva saputo escogitare per risolvere il problema del suo docente, se non il ricorso all’antica massima di Petronio: manus manum lavat, che si adatta al diritto scolastico non più della Messa in latino ad un club di metalmeccanici. Se vuole andar al convegno, si trovi un sostituto per cinque ore. Quando mio fratello, cardiologo nell’Asl provinciale, va nei convegni, il suo direttore sanitario non gli chiede mica di cercarsi un sostituto provvede la stessa Asl. L’inutilità delle parole del docente lo spinse a riportarsi alla testiera del computer, dove compose un’altra lettera, con cui chiese che gli venisse concessa la possibilità di andare al convegno a titolo di permesso retribuito, come prevede il Contratto collettivo dei docente, nell’articolo in cui dichiara che ogni professore ha diritto ad ottenere tre giorni di permesso retribuito, per motivi personali e familiari. Nessuno potrà dubitare - avrà argomentato, fra sé e sé il docente - che l’aggiornamento, prima che un dovere, è un diritto personale del professore. Lei ha perso del tempo, caro professore - replicò il determinato Preside - a scrivere una nuova lettera, per richiedere lo stesso permesso, ma io non ho i soldi per sostituirla venerdì prossimo. Mi faccia ricorso. Concluse il Preside, ben sapendo che, per far ricorso, il docente avrebbe dovuto pagar onorario d’avvocato. Meglio rinunciare al convegno. È, questa, una delle forme in cui nella scuola di oggi si può vedere uno dei volti dello Stato di diritto.

di Vinicio Russo

ILFISCO ED I CITTADINI

Pneumologo

Capodanno da brividi per 4mila medici precari Dal primo gennaio, circa la metà dell’esercito dei camici bianchi con contratti di lavoro a termine potrebbe ritrovarsi senza lavoro. Su di loro potrebbe infatti abbattersi uno degli effetti delle norme sul pubblico impiego contenute nella manovra della scorsa estate, provvedimento che oltre a bloccare i rinnovi contrattuali, e a congelare per tre anni le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici, richiede alle amministrazioni di dimezzare nel 2011 la spesa per tutte le forme di lavoro flessibile. Quindi, anche quella per i medici precari che prestano servizio nelle Asl e negli ospedali pubblici. Un esercito difficile da contare ma che, secondo un’indagine realizzata per l’Adnkronos Salute dalla Fp Cgil Medici, potrebbe arrivare a circa 8 mila camici bianchi. La riduzione del 50% della spesa potrebbe quindi significare posto a rischio per circa 4 mila di loro. Professionisti che operano soprattutto nei pronto soccorso, giovani ma non troppo (35-45 anni), nel 60% dei casi donne. La difficoltà di identificare il numero esatto di questi precari è dovuta al fatto che, come spiega il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, “non esistono dati certi a livello nazionale. Anche perché diversi precari sono ‘invisibili’ in quanto svolgono solo saltuaria-

mente prestazioni orarie o fanno capo a organizzazioni private, ma lavorano con contratti a prestazione negli ospedali pubblici. È il caso dei cosiddetti camici rossi, medici privati che prestano servizio in diversi pronto soccorso degli ospedali del Veneto”. Nel dettaglio, secondo l’indagine della Cgil Medici che in alcune regioni ha raccolto dati certi e in altre solo stime - i camici bianchi con contratto a tempo sono circa 8 mila. Suddivisi così: circa 1.000 in Lombardia; 800 in Veneto; 150 in Liguria; 500 in Emilia Romagna; 500 in Toscana; 1.200 nel Lazio; 800 in Campania; 300 in Abruzzo; 200 in Umbria; 100 nelle Marche; 500 in Puglia; 200 in Calabria; 700 in Sicilia; qualche decina in Piemonte e in Basilicata, regioni dove i medici precari sono stati quasi tutti stabilizzati. “A questi - precisa Cozza - vanno poi aggiunti i professionisti a tempo determinato che operano in Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Molise, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, dove però non siamo riusciti ad avere numeri affidabili”. Gli 8 mila camici bianchi precari del Servizio sanitario nazionale stimati dal sindacato rappresentano circa l’8% dei medici che lavorano nella sanità pubblica. Un numero in crescita rispetto all’ultimo rendiconto annuale (2008) della Ragioneria generale dello Stato.

Un Natale di pace e di accoglienza

La giustizia tributaria e i doveri dei cittadini

Il Natale non viene tanto per venire. Né può essere un altro Natale. Natale è passaggio di boa, terra di confine tra il vecchio e il nuovo della tua vita e della vita del mondo. Zona franca. È la calendarizzazione umana e divina dei verbi sperare e gioire. Amare. È richiamo interiore ad alzare la testa per guardare in alto e avanti. Per puntare l’orizzonte e scoprire che il buio è meno oscuro se solo fai qualche passo più in là. Natale è festa di famiglia. La grande famiglia umana nessuno escluso. È ricordarsi che si nasce da donna. Ecco, Natale è semplicemente il nascere. Un nascere tanto assoluto da divenire anche l’inizio di Dio. Non una festa di luce, ma la luce di una festa. Sulla nostra vita. Perché come una nostalgia, stampata nell’anima, ti è rimasta la sete di riscoprire il volto dell’altro nel tempo della festa. Nessuno escluso. Per questo il Natale è pozzo delle speranze, forno di pane caldo e profumato, terra fertile di memoria e di impegno, utero di vita nuova, cammino che apre strade non segnate sulle mappe. Da percorrere insieme. Nessuno escluso. Mi piace riprendere il messaggio di auguri di don Tonio Dell’Olio, segretario nazionale di Pax Christi perché penso che il nostro Natale debba essere vissuto all’impronta dell’accoglienza e della pace. Oggi il discorso sulla pace è diventato tutt’altro che pacifico. Prima non era così. Anzi, nelle nostre chiese, non c’era nulla di più gradito alle orecchie della gente che sentir parlare di pace, con le inesauribili “variazioni sul tema” e con tutti gli svolazzi calligrafici di cui la sacra eloquenza era maestra. È vero che il più delle volte era chiamata in causa solo la “pace eterna”, motivo indubbio di consolazione e di speranza per tutti gli inquilini di questa valle di lacrime. Ma anche quando i riferimenti erano espressamente rivolti alla pace di quaggiù, non ci si discostava gran che dal formulario delle buone intenzioni. Come se per scavalcare il confine tra la guerra e la pace non ci fosse bisogno d’altro che di un piccolo sforzo di buona volontà. Tutto sommato, un discorso d’ordine. Che non procurava fastidi. E che, al massimo, in caso di guerra, agitava lo spettro dei divini castighi su chi l’aveva provocata. Poi le cose si sono imbrogliate. Ed è finita la pace per i “discorsi sulla pace” quando è cominciato a emergere insistentemente nella coscienza della Chiesa uno splendido masso erratico, rimasto per lungo tempo inosservato nel cuore del messaggio biblico. Per chi volesse incrociarlo sulla sua rotta, eccone le coordinate: Isaia 32,17. Non ci potrà mai essere pace finché i beni della terra sono così ingiustamente distribuiti. Che guerra non è solo il tuono dei cannoni o l’esplosione delle atomiche ma la semplice esistenza di questo violento sistema economico. Che l’assurdo non è che nel mondo ci siano ricchi e poveri, ma che i ricchi diventino sempre più ricchi sulla pelle dei poveri che diventano sempre più poveri. Che l’asse della pace o della guerra passa tra nord e sud; tra popoli ricchi e terzo mondo, sprofondato nei debiti e sull’orlo dell’abisso. L’invito di don Tonino Bello alla conversione del cuore per un reale cambiamento di vita è un forte augurio di pace per tutti gli uomini.

Il Fisco rileva l’esistenza degli errori e delle irregolarità formali, nonché reprime l’evasione e l’elusione. L’Agenzia delle entrate è competente per tutti i tributi dei quali è creditore lo Stato, fatta eccezione per le imposte doganali (dovute per l’importazione di merci provenienti da Stati extracomunitari) e le accise (ossia le imposte sulla fabbricazione e sul consumo di tutta una serie di beni di largo impiego, quali la benzina, le bevande alcoliche, ecc.) alle quali sovrintende l’Agenzia delle dogane. Gli uffici locali dell’Agenzia delle entrate hanno una diffusione capillare sull’intero territorio nazionale. Nelle grandi città ve ne è, di regola, più d’uno ed essi hanno altresì sede nei principali centri abitati di ciascuna Provincia. Nelle indagini gli uffici dell’Agenzia delle entrate sono affiancati dalla Guardia di finanza che è un Corpo di polizia militarmente organizzato e sottoposto al controllo del Ministro dell’Economia e delle Finanze, cui sono attribuiti gli stessi poteri istruttori degli uffici e che opera tanto di propria iniziativa quanto su richiesta e segnalazione degli organi delle Agenzie fiscali. I risultati dei controlli della Guardia di Finanza sono trasmessi agli uffici, che sono i soli titolari del potere di richiedere il versamento dei tributi sottratti a causa della commissione degli illeciti fiscali e di procedere all’irrogazione delle sanzioni. Prendendo in considerazione le inesattezze interpretative e formali, il Fisco è tenuto a porre rimedio a tre situazioni patologiche, potendo: a) chiedere al cittadino il tributo non corrisposto, infliggendogli altresì la sanzione repressiva della violazione compiuta; b) rimborsargli l’imposta versata in eccesso, con l’aggiunta degli interessi moratori nella misura fissata dalla legge; e) irrogare la sanzione prevista per le infrazioni che non hanno determinato il mancato o incompleto versamento del tributo. Nello svolgimento di tale compito, l’Erario può trovarsi in conflitto con il contribuente perché questi contesta l’interpretazione delle norme adottata dal primo o nega il compimento dell’illecito sanzionato o, ancora, assume di aver diritto ad un rimborso d’imposta escluso in tutto o in parte dall’Ente impositore. Il rapporto giuridico che coinvolge l’ente impositore e il contribuente è un rapporto obbligatorio. È, cioè, un rapporto di debito e credito, come quelli disciplinati dal diritto civile, ma avente ad oggetto una peculiare prestazione pecuniaria: il tributo. Il creditore del tributo non è un comune creditore per i poteri che la legge gli conferisce. Nella generalità dei casi è una pubblica amministrazione. Un soggetto, cioè, che deve agire nel rispetto dei canoni della trasparenza, della correttezza e dell’imparzialità, secondo ciò che stabilisce la Costituzione e non può disporre a proprio piacimento della prestazione tributaria, risultando vincolato dalla norma. Giangaspare Donato Toma


L’Ora del Salento

Lecce, 25 dicembre 2010

obiettivo

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UGENTO-S. MARIA DI LEUCA L’INGRESSO DEL NUOVO VESCOVO Domenica scorsa la solenne cerimonia per l’inizio del Ministero episcopale

Mons. Vito Angiuli accolto nella sua Chiesa

Oltre duemila fedeli provenienti da tutte le 22 parrocchie, e tanti altri provenienti da Sannicandro (BA) e Bari, insieme alle autorità, il 19 dicembre hanno accolto il 66° vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca. È arrivato nella cittadina nella sede episcopale dopo un vero “pellegrinaggio pastorale e storico”, che ha avuto come tappe le tombe dei suoi predecessori mons. Giuseppe Ruotolo e mons. Mario Miglietta sepolti nella Basilica di Leuca, mons. Michele Mincuzzi e mons. Vito De Grisantis sepolti a Lecce, e la tomba del servo di Dio mons. Tonino Bello ad Alessano, questo per incardinarsi attraverso i pastori che lo hanno preceduto, nella vita e nella storia di questa Chiesa. L’attesa era tanta, dopo otto mesi di sede vacante, in seguito alla morte del compianto mons. Vito De Grisantis, anche se l’amministratore diocesano, mons. Gerardo Antonazzo, si è dimostrato all’altezza del compito, affrontando con competenza e passione e umiltà l’ordinaria gestione pastorale della diocesi. Come sarà il nuovo vescovo, in cosa è simile e in cosa si distingue dal suo predecessore, quali le novità che egli porterà, saprà inserirsi lui professore di filosofia e cittadino in una realtà di periferi? Se lo chiedevano in tanti, mentre stava per arrivare alla Porta San Nicola di Ugento. E certamente la prima impressione che hanno avuto tutti, quando lo hanno visto scendere dall’auto insieme a mons. Antonazzo, con quel suo sorriso e quello sguardo e quelle mani che cercavano gli occhi e le mani del popolo, come per abbracciarli tutti, è stata di un vescovo che non si metterà in cattedra, non starà chiuso nelle sue stanze, ma cercherà di costruire un contatto continui, trasmettendo le verità della fede ma anche la evangelizzazione per contagio d’amore. E nel discorso alla città e alla diocesi è stato immediatamente esplicito con le autorità che lo hanno accolto: la Chiesa si occupa di annunciare Cristo, ma attenzione è l’Uomo vivente la via della Chiesa; e quindi c’è un dovere che deve prendere tutti, mettere al centro della azione politica e pastorale l’uomo, tutto l’uomo, maschio e femmina, nel la-

SANTA ROSA 50 ANNI DI STORIA

Come un seme gettato sulla terra… Il titolo di questo libro, voluto per commemorare mezzo secolo di storia della parrocchia di S. Rosa, richiama la breve parabola che si legge solo nel Vangelo di Marco (Mc. 4,26-28): è la parabola del seme che spunta da solo. L’evangelista ci spiega che il Regno di Dio, la cui crescita è paragonata alla crescita del seme fino al frutto maturo, è tutta opera del Signore e giungerà certamente al suo compimento, indipendentemente dall’azione positiva o negativa degli uomini. Una lezione grande, specie per chi si chiude in una concezione individualistica della storia, nella quale tutto è frutto della libertà e della fantasia del singolo uomo. Il seme, invece, porta in sé il principio dello sviluppo e della crescita: la sua forza segreta condurrà la storia al pieno compimento del Regno di Dio. Ed è questa la promessa di Dio: è come un seme gettato nel solco della storia; questo seme è Cristo Risorto che agisce, vive e opera nelle varie libertà umane ed anche nonostante esse. La sua forza vitale libera l’uomo e lo rende capace di agire e di sperare in attesa del futuro di Dio. La storia di S. Rosa, la “nostra” storia, cari amici e fratelli, vuole inserirsi in questa “idea evangelica” ed è

pronta a proseguire il suo cammino affinché - come scriveva don Tonino Bello - “la speranza cristiana non sia un’ennesima illusione offerta alla disperazione del mondo”. Il volume non ha alcuna pretesa di completezza e di esaustività ma si propone semplicemente anzitutto di richiamare gli inizi, dalla traslazione della parrocchia di S. Maria delle Grazie di piazza S. Oronzo al nuovo quartiere nascente di S. Rosa; ed, inoltre, di ripercorrere il cammino di fede, speranza e carità compiuto sotto la guida dei Pastori che la Provvidenza di Dio e la volontà dei Vescovi ha voluto per questa carissima Comunità Parrocchiale. È un “segno” di gratitudine al Signore della storia ed è testimonianza di fedeltà alla Chiesa universale e particolare; soprattutto alla Chiesa di Lecce, che è nostra “Madre” perché non solo ci ha generati alla vita di fede, ma perché ci nutre e ci educa continuamente affinchè viviamo “la vita buona del Vangelo” nel meraviglioso e terribile quotidiano in cui siamo chiamati ad incarnare la speranza cristiana. Troveremo in questo volume le tracce incancellabili di un diuturno lavoro pastorale che ha visto spendere le migliori energie dei parroci, vice parroci e collaboratori, Sacerdoti e diaco-

voro di cura, nella difesa della vita, nella promozione della famiglia, nella cultura della responsabilità personale e sociale e nella legalità, nella promozione umana, nello sviluppo delle pari opportunità; particolare attenzione il vescovo ha chiesto è stata richiesta nei confronti dei giovani, la generazione “senza lavoro e in deficit di speranza”, stretta sotto la morsa della disoccupazione che in queste zone arriva fino al 50%. Dopo il discorso più politico il vescovo si è avviato verso la Cattedrale, accompagnato da una schiera di 140 sacerdoti e seminaristi, al canto delle litanie. Giunto in Cattedrale è stato accolto dal parroco che aveva un crocifisso (dono di don Tonino Bello): il Vescovo lo ha baciato, come prevede la tradizione. Poi la lettura della Bolla Pontificia da parte dell’amministratore diocesano mons. Gerardo Antonazzo. Nell’omelia il vescovo ha spiegato concretamente il grande valore di una diocesi così piccola e così periferica, che ha Bari nella cattedrale il giorno della ordinazione non ha esitato a definire “bella”. Questa chiesa particolare ha tre fari: la fede del popolo di Dio che qui vive, una fede colma di umanità, incarnata, ricca di memoria, che si fa progetto; l’esempio della santità di mons. Tonino Bello “vescovo fatto popolo”, che sapeva servire i poveri e che passava notti insonni in ginocchio davanti al tabernacolo; la materna protezione della Vergine de finibus terrae. Il 22 mattina in tutte le parrocchie viene recapitata la prima lettera pastorale del nuovo vescovo, nella quale egli, a partire dal presepe, dà precise indicazioni sul ruolo pastorale della parrocchia: deve essere capace di vedere il volto di Dio, prostrarsi davanti alla sua infinita maestà e bellezza, adorarlo come con amore sponsale (“che vuol dire avvicinare la propria bocca quella di Dio o meglio lasciare che Dio, nella sua infinita misericordia, accosti le sue labbra a noi”) e lanciarsi infine nell’impegno missionario, ovunque ci porta il Vangelo e a qualunque costo, dove c’è fede e amore ma anche dove c’è dolore, buio, disperazione, diffidenza. Luigi Russo

Il 27 dicembre alle 19,15 la presentazione del volume commemorativo e l’Eucaristia presieduta dal Card. De Giorgi nell’Anniversario della sua ordinazione episcopale ni, tese a costruire, dopo il tempio materiale, la “chiesa viva”, fatta di pietre vive e scelte, tutte preziose per il grande mosaico del corpo mistico di Cristo. E, in questa direzione, non posso non esprimere la mia gratitudine al Signore, Pastore dei Pastori, e la gratitudine di tutto il popolo santo di Dio, che nella nostra Chiesa si raccoglie da mezzo secolo, per i primi due Parroci, S. Em. il card. Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Palermo e

mons. Vito De Grisantis, compianto Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, e per i moltissimi fedeli laici che qui si sono formati e che hanno vissuto la corresponsabilità nella piena e consapevole appartenenza alla Chiesa e nella comunione con i loro Presbìteri. In genere, queste commemorazioni appaiono come ricordi più o meno nostalgici…, ma non deve essere così: il seme gettato sulla terra della nostra vita e della nostra storia dovrà pro-

durre ancora tanti frutti perché il “braccio di Dio non si è raccorciato” e la potenza della Sua Parola opererà anche nel prossimo futuro. Dio è fedele e farà tutto questo. Antonio Montinaro


L’Ora del Salento 11

Lecce, 25 dicembre 2010

zoom MONTERONI/Festeggiato dalla cittadinanza e dai suoi 6 figli, 16 pronipoti e 23 pronipoti

VERNOLE/400 anni di storia della comunità

I primi 100 anni di nonno Cosimo Luoghi e memorie Croce al Merito di guerra, “eroe”, Cavaliere della Repubblica. Le grandi onorificenze dicono tanto, ma non tutto. In questo caso, a dire come stanno le cose è la narrazione di una esistenza vera. Sulle spalle ha un secolo di vita, ma racconta la sua storia lunga cent’anni, gli anni della guerra e le sue gesta eroiche, con la leggerezza e il trasporto di un ragazzo. Nato nella sua Monteroni il 17 novembre del 1910, Cosimo Invidia ha appena compiuto i suoi primi 100 anni. Quanto a forma fisica, tempra e lucidità mentale potrebbe far concorrenza ad un giovanotto. Un contadino dal cervello fino, che conosce il significato delle parole “valori”, “sacrificio”, “coraggio”, “altruismo”, non per averlo letto su un dizionario ma per averne dato testimonianza in prima persona. Nonno Cosimo ha combattuto la seconda guerra mondiale, arruolato nel 1932 nei Mitraglieri di Randaccio e poi sergente nel 252° nucleo antiparacadutisti di stanza in Basilicata, a Montalbano Jonico. Gli brillano ancora gli occhi quando racconta di quel giorno in cui salvò due commilitoni siciliani nelle zone di Policoro (Matera). Gettò il cuore oltre l’ostacolo e attraversò il viadotto sul fiume Cavone, un ponte che era in parte minato. Sono passati quasi 70 anni ma il ricordo è indelebile. «Ero uno dei pochi - racconta Nonno Cosimo, seduto al tavolo della cucina - che aveva una patente e che sapeva condurre un camion, toccava quindi a me. In lontananza si sentivano le esplosioni, e ad ogni boato ripetevamo: “poveri ragazzi”. Ad ogni bomba, ad ogni mina che saltava in aria, pensavamo che la prossima sarebbe toccata a noi. Anche il ponte sul fiume Cavone poteva essere minato. Dall’altra parte del cavalcavia

che era lungo alcuni chilometri c’erano due commilitoni siciliani che erano gravemente feriti. Mi ero recato a Taranto, da poco bombardata dagli aerei nemici e ridotta in macerie, per prendere scorte alimentari. Ero un sergente dell’Esercito e al rientro alla base di Montalbano un maggiore mi affidò la missione di salvare i due militari. La paura era tanta. Ricordo benissimo che mi feci il segno della croce, spinsi sull’acceleratore e alla guida di un autocarro con le gomme piene iniziai ad attraversare il ponte sul fiume Cavone. Dopo alcuni chilometri trovai i due militari feriti e stremati avvolti nelle coperte. Riuscì a farli salire sul camion e tornai indietro, correvo a tutta velocità su quel ponte trappola per il timore anche di attacchi nemici, nonostante i dolori che i sobbalzi dell’autocarro a gomme piene procuravano ai due feriti. Non c’era altra scelta E alla fine, grazie al cielo, andò tutto bene. Nel mio

RADIO E DINTORNI

reparto eravamo una ventina, tutti di Lecce e provincia, in vita sono rimasto soltanto io. Lavoravamo su una torre e per salire bisognava fare circa 400 gradini a piedi. Credevamo in qualcosa, in quei valori che oggi sembrano scontati”. Nonno Cosimo è stato insignito, nel 1973, con la croce al merito di guerra. Nelle scorse settimane è giunta dal Quirinale l’onorificenza di Cavaliere concessa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che il neocentenario, con commozione e modestia (“non la merito”, ha commentato così), ha ricevuto dalle mani del sindaco Lino Guido. Invidia è stato presidente della sezione comunale combattenti e reduci. Fino a qualche anno fa è andato in giro per le scuole della provincia per raccontare ai ragazzi la sua storia, trasmettendo alle giovani generazioni l’amore per la patria e le istituzioni. Da decenni si diletta a scrivere versi. Ha riportato su

di Alberto Marangio

dei quaderni centinaia e centinaia di canzoni e poesie della sua gioventù. Le conosce e le recita tutte a memoria. Nonno Cosimo ormai è anche bisnonno e trisavolo: ha avuto sei figli, 16 nipoti, 23 pronipoti, e un figlio da un pronipote. L’ultima nipotina arrivata è Chiara, nata il 18 settembre scorso, che nonno Cosimo, a 100 anni, tiene in braccio con commovente amorevolezza. Per il suo centesimo compleanno è stato festeggiato nel palazzo Baronale di Monteroni con una cerimonia pubblica. Al termine della festa nonno Cosimo armato della sua grande umiltà ha spiazzato tutti, niente discorsi retorici e autocelebrativi, ha semplicemente lanciato ai giovani e al paese il suo messaggio in tre parole: “Fate del bene”. Un testamento spirituale. Parole che valgono più di ogni altra cosa, un esempio difficilmente ripagabile solo con delle meritate onorificenze. Matteo Caione

“Tutto ciò che è bello è un dono di Dio, e l’arte è l’esaltazione del bello. È ciò che ci permette di rintracciare l’umanità anche nei momenti tragici, proprio come faceva Giovanni Paolo II che si dedicava al teatro durante la guerra. E così, mentre la violenza distruggeva, l’arte faceva guardare al futuro con ottimismo”. Con queste parole don Elio Quarta, parroco di Maria Assunta di Vernole ha introdotto il volume “Luoghi e memorie della devozione in Vernole”, presentato nei giorni scorsi. “Un volume semplice ha commentato il parroco - eppure realizzato da persone impegnate intellettualmente”. Il libro annovera gli interventi di persone che in Vernole hanno avuto i loro natali. Infatti, dopo la prefazione di S. E. mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, Arcivescovo Metropolita di Lecce, intervenuto alla presentazione, si possono apprezzare, fra i tanti, i ricordi del card. Salvatore De Giorgi, di mons. Alessandro Dell’Era, dei docenti universitari Raffaele De Giorgi e Luciano Graziuso, del primo cittadino Mario Mangione e del suo predecessore Ferdinando Pedaci; ma anche le memorie di gente comune. Questo secondo volume che fa parte di una collana voluta fortemente dal compianto mons. Alessandro dell’Era, è il secondo anello di una collana dal titolo “Quaderni di arte e fede - Arcidiocesi di Lecce” che ha un prodromo in “Lecce: antico seminario”. Una pubblicazione che don Sandro voleva realizzare nel tentativo di non disperdere quella cultura religiosa e di devozione che dal 1600 appartiene alla comunità vernolese. In uno degli ultimi nostri incontri mi mise a conoscenza di aver compilato i primi due capitoli, oltre ad avere accumulato una massa cospicua di documenti del ‘600 e non solo, fino ai nostri giorni. La

morte repentina però interruppe ogni cosa. Sarebbe stata una dolorosa perdita per la cultura locale se tutto il materiale raccolto e in parte elaborato da don Sandro fosse andato distrutto o disperso”. Fortunatamente non è stato così. Il lavoro di ricerca ha portato Alessia Anna De Pascali e Chiara Tommasi a fare un regalo, non solo alla comunità, ma anche allo stesso don Sandro. “Questa pubblicazione scrive mons. Domenico Umberto D’Ambrosio - in qualche modo rende giustizia e completa l’opera che con amore don Sandro aveva iniziato, e ci fa riscoprire la ricchezza di fede che la comunità di Vernole ha saputo esprimere nelle passate generazioni, lasciando di questa ricchezza le tracce che ancora oggi possiamo osservare non solo nei monumenti sacri, ricchi della bellezza di quell’arte che ci appartiene. Ma anche nella documentazione cartacea che fa emergere la cura e la responsabilità dei Pastori della Chiesa di Lecce che nelle visite pastorali sottolineavano la bontà e la cura della vita cristiana affidata ai sacerdoti ma anche le immancabili lacune per le quali non mancavano le opportune e chiare indicazioni atte a riordinare e a rimettere in un percorso di fedeltà le deviazioni che una religiosità popolare talvolta avulsa da riferimenti precisi ai fondamenti della vita cristiana poteva far insorgere”. Mi pare quanto mai opportuno lasciare la conclusione di questo servizio alla penna di don Sandro il quale scrive nel 1981: “Merita perciò tutta la nostra attenzione questa devozione secolare, portatrice di valori antichi ma sempre attuali perché legati all’uomo, onde non si disperda nella esteriorità festaiola divenendo puro oggetto di manipolazione commerciale e di massificazione consumistica”. Luca De Giorgi

APOLOGETICA di Roberto Cavallo*

Gmg 2011 e Radio Vaticana, nuova promozione natalizia

Medioevo e diritti umani

Sarà la Spagna ad ospitare la Giornata mondiale della gioventù dell’agosto 2011, e nella capitale Madrid già fervono i preparativi per ospitare i ragazzi provenienti da tutto il mondo. Al fine di promuovere ulteriormente l’appuntamento, e di agevolare il lavoro di una macchina organizzativa attiva ormai da tempo, è stata lanciata nei giorni scorsi una nuova campagna promozionale, realizzata appositamente per il Natale 2010 e orientata a solleticare ulteriormente la curiosità nei confronti dell’evento (oltre che a raccogliere le prime adesioni). Trasmessa da stampa, tv, internet e radio (prima fra tutte, naturalmente, Radio Vaticana), la promozione suggerisce come l’iscrizione alla Gmg di Madrid possa rappresentare proprio il pensiero da regalare per le festività di fine 2010, aggirando così il rischio di incappare in una sorpresa poco originale o per nulla significativa. Tra i testimonial dello spot l’allenatore della nazionale campione del mondo Vicente Del Bosque, il direttore di orchestra Inma Shara e lo scrittore Leopoldo Abadía, i quali invitano a donare un’iscrizione soprattutto in funzione del significato che il momento potrà acquisire nella vita di tanti; a tale proposito, lo stesso mister Del Bosque ha affermato (rifacendosi all’esempio vincente dei calciatori iberici, detentori del Mondiale conquistato in estate) che “nello sport come nella vita si devono avere valori solidi, e comportarsi di conseguenza”. Secondo Gabriel González-Andrío, direttore del marketing della Gmg, “il messaggio di questa campagna serve per far capire che si tratta di un regalo doppio, giacché le persone che s’iscrivono possono collaborare con un Fondo di solidarietà che permette di partecipare anche ai giovani senza mezzi dei paesi più poveri”. La nuova promozione, così come più in generale la stessa Giornata mondiale della gioventù di Madrid, hanno inoltre fatto da sfondo ad un altro appuntamento tipicamente natalizio tenutosi in Vaticano la scorsa settimana, dove il Papa ha presieduto la preghiera dei Vespri con gli studenti universitari appositamente arrivati da tutta Italia. L’incontro - tutt’ora ascoltabile, assieme ai relativi approfondimenti, al sito http:// www.radiovaticana.org - ha anche previsto la presenza di una delegazione giunta da Madrid a prelevare l’icona della Sedes sapientiae; l’immagine, regalata ai giovani nel 2008 da Giovanni Paolo II, sarà pellegrina per i prossimi mesi nelle varie università spagnole, in attesa ovviamente dell’inaugurazione della stessa Gmg.

Benché un ampio dibattito sui diritti umani e specialmente sulla loro globalizzazione si sia sviluppato dopo la seconda guerra mondiale, il rispetto dei diritti della persona ha rappresentato un problema fin dagli albori dell’umanità. Si andò così formando, per esempio, una concezione greca dei diritti dell’uomo, rintracciabile poi in alcuni documenti essenziali della storia dell’Occidente, come la medievale Magna Charta concessa da re Giovanni I (12 giugno 1215). Nel Medio Evo il diritto di resistenza era parte integrante dell’intera concezione politica, poiché i doveri dei sudditi non consistevano tanto nell’obbedire, quanto nella fedeltà e nell’aiuto che dovevano al signore, in cambio di protezione. E la reciprocità di questo tipo di rapporto era elemento decisivo. Il Liber de regimine principum stilò il ritratto del sovrano malvagio, che ruba e depreda i suoi. Ma l’Inghilterra non è un caso unico. Già prima della Magna Charta del 1215 nella penisola iberica si ha notizia di una sottoscrizione di diritti, cui, di solito, viene dato scarso rilievo. Nel 1188 le Cortes del Leon, e cioè l’assemblea di vescovi, nobili e cittadini di quel piccolo regno spagnolo, ottennero da re Alfonso IX la conferma dei seguenti diritti di libertà: a) il diritto di ogni abitante alla difesa delle consuetudini già riconosciute (contro il diffondersi della legislazione regia); b) il diritto dell’imputato ad un regolare processo, anche dinanzi al re; c) il diritto dei tre ceti alla convocazione e al consiglio su tutte le questioni più importanti,

come la guerra, la pace e i contratti; d) l’intangibilità della vita, dell’onore, della casa e della proprietà. Di recente lo storico Wilhelm Berges ha evidenziato la presenza di tradizioni di libertà in varie parti della Spagna: non solo nel Leon ma anche nella Castiglia. Una norma, per esempio, affermava che “i giudici devono agire a sostegno della libertà”. Nel Regno di Aragona a partire dal basso Medio Evo operò una figura istituzionale a tutela delle libertà e dei diritti: il justicia mayor, con poteri rilevanti anche nei confronti della monarchia. Ma anche in Ungheria, in Portogallo, in Polonia, in Svezia e nei territori tedeschi furono assicurati i diritti, gli usi, le consuetudini e i privilegi esistenti. I monarchi si impegnarono a consultare i ceti non soltanto per l’approvazione delle imposte, ma per concordare la garanzia del possesso, la tutela dagli arresti abusivi, la giustizia dei processi. Tali impegni sono noti in lingua tedesca come Herrschaftsvertrage (“contratti di signoria”). Certamente poteva accadere che non sempre i diritti di libertà nel Medio Evo (come del resto in tutte le epoche) trovassero concreta applicazione nella prassi. Ma la volontà di conservare il diritto e le libertà date si mantenne ben desta, grazie anche ai teologi morali e ai giuristi cristiani, che approfondendo lo studio del diritto naturale svolsero un lavoro importante di preparazione al successivo sviluppo dell’idea dei diritti dell’uomo. * www.recensioni-storia.it


L’Ora del Salento 12

Lecce, 25 dicembre 2010

le nostre città ESCLUSIVO/Intervista al dott. Carlo Cottarelli del FMI

LECCE/ Archivio Storico della Curia, un documento

Aumentano i prestiti, soffre l’economia Gabriele Riccardo, scultore ed architetto Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) fu istituito nel 1945 a seguito degli accordi raggiunti nella Conferenza di Bretton Woods del 1944. Esso è essenzialmente un’organizzazione composta da 186 Stati Membri ed ha come obiettivo statutario la promozione e la stabilizzazione delle relazioni monetarie e finanziarie internazionali. Nell’articolo 1 dell’Accordo Istitutivo gli scopi del F.M.I. sono così definiti: promuovere la cooperazione monetaria internazionale; facilitare l’espansione del commercio internazionale; promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio, evitando svalutazioni competitive; dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili, con adeguate garanzie, le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti; in relazione con i fini di cui sopra, abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri. In particolare il F.M.I. dovrebbe facilitare la convivenza economica e favorire lo sviluppo del sud del mondo (per sud si intendono i Paesi in via di sviluppo). Per l’attuazione di tali politiche il F.M.I. dispone di un capitale messo a disposizione dai suoi membri e il voto all’interno dei suoi organi è ponderato a seconda della quota detenuta. Nello specifico, il Dipartimento di Finanza Pubblica del Fondo Monetario Internazionale si occupa di: Monitorare la situazione fiscale di tutti i paesi del Mondo; Consigliare gli Stati nell’attuazione delle politiche fiscali; Partecipare, insieme ad altri dipartimenti, alle attività di prestito ai paesi in dàficoltà fi-

nanziaria. Viene riportata in seguito l’intervista, gentilmente concessa, dal dott. Carlo Cottarelli, Director Fiscal Affairs Departement - International Monetary Fund. L’attuale situazione finanziaria e dei mercati è di grave crisi, seppure con flebili segnali di ripresa (settore meccanico) in conseguenza di ciò come è cambiata l’operatività del Fondo Monetario Internazionale? L’attività del Fondo Monetario Internazionale è cambiata molto in quanto è aumentata la richiesta di prestiti, non solo da parte dei paesi in via di sviluppo ed emergenti, ma anche da parte dei paesi avanzati, (quali Islanda, Grecia e Irlanda). Inoltre, il nuovo assetto economico e finanziario ed il deterioramento dei conti pubblici a seguito della crisi globale, hanno determinato la necessità di ampliare l’attività di monitoraggio fiscale e la fornitura di supporto tecnico ai membri del Fondo per la attuazione delle riforme fiscali necessarie per affrontare la crisi.. La pressione fiscale è sentita come elevata in quasi tutti i paesi europei (e non) specie in questo particolare momento in cui le imprese hanno serie difficoltà di recupero del credito. Il settore Fiscalità del Fondo Monetario Internazionale come ha inteso, se ha inteso, recepire questo mal contento?

Il problema del debito pubblico è molto sentito a livello mondiale ed ha determinato la necessita’ di un “aggiustamento” dei conti pubblici. Conseguentemente e al momento, in termini generali, appare difficile una riduzione della pressione fiscale. Il Governo italiano aveva predisposto una misura di aiuto (proposta di legge) che prevedeva benefici fiscali al fine di consentire investimenti nelle aree svantaggiate nel nostro paese. Successivamente lo stesso governo ha eliminato la sudddetta misura per ragioni economiche e di bilancio. Lei ritiene che l’utilizzo di tali misure possa effettivamente essere di aiuto alla comunità locale oppure possa divenire strumento di false speculazioni? Il Fondo Monetario Internazionale è scettico sull‘uso di tali misure al fine di sviluppare certe aree geografiche. Semmai il singolo Stato dovrebbe puntare prima su politiche economiche e sociali volte ad eliminare il gap culturale e sociale. Elena Palladino

Gabriele Riccardo è una delle figure più rappresentative della cultura artistica del Cinquecento pugliese. Architetto e scultore, fra le sue opere più note sono il progetto della chiesa di Santa Croce e, sempre a Lecce, il Presepe posto nella Cattedrale. Non è noto con certezza quando sia nato, quando sia morto né, tanto meno, molto si sa della sua famiglia, se egli fosse cioè sposato e se avesse figli. Un atto notarile Notaio Lucrezio Perrone - del 19 gennaio 1577 (c. 27) indica lo scultore come “quondam” ovvero defunto. L’ultimo documento invece che lo riporta come vivente è un altro atto notarile rogato dallo stesso notaio il 28 febbraio 1569 (c. 71). Ad arricchire queste scarne notizie aiutano due documenti rinvenuti presso l’Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Lecce (Archivio Capitolare, Mazzo XIX, carte non numerate). Per il primo di essi si tratta in effetti di una copia - forse seicentesca, eseguita dal Notaio Diomede Falli di Carmiano - dell’atto rogato l’ultimo giorno di luglio del 1572 dal Notaio Bartolomeo Righitta (?) di Guagnano. In questo documento - una permutatio - i contraenti sono “Baptista Fresendum alias Parisium de Litio Guagnani comorantem ex una et Sibinam de magistro Grabieli Lizzardo eius uxore ex alia”. “Sibina”, forse “Sabina”, potrebbe essere la figlia del noto scultore, il quale, a giudicare da quanto qui scritto potrebbe essere stato ancora in vita quando l’atto fu rogato. Possiamo ritenere plausibile, infatti, che se egli fosse morto, ciò sarebbe stato esplicitato nel documento dalla parola “quondam”; tanto più che uno dei contraenti sembra essere un “parente stretto”. Nello stesso atto si fa riferimento inoltre ad una Margherita di Vincenzo “Lizzardo”. A questo

proposito va segnalato il secondo documento nella cui parte finale si riporta che esso copia di un atto rogato dal Notaio Cesare Pandolfo di Lecce il 5 dicembre 1573 - fu trascritto il 6 novembre 1592. Qui si legge che:“[…] Honesta Margarita Lecciarda de eodem Litio agente […] cum expresso consensu Lupi Antonij Lutati de Litio eius legittimi viri presentis et ipse Lupus Antonius cum consensu magistri Fabritij Lutati de Litio patris legittimi dicti Lupi Antonij […]”. Vincenzo, forse padre di Margherita, potrebbe essere un parente stretto - fratello o addirittura figlio - dello celebre scultore. Se fosse ulteriormente confermato il primo di questi due ultimi atti notarili diventerebbe importante perché consentirebbe di collocare la morte dello scultore Gabriele Riccardo fra l’ultimo di luglio del 1572 ed il 19 gennaio 1577. Per quest’ultimo aspetto, quello cioè dell’anno di morte dell’artista, non si può fare a meno di citare una serie di noti documenti del 1574 relativi ad una perizia fatta sul cinquecentesco campanile dell’antica Cattedrale leccese (Archivio Capitolare, Mazzo XX, cc. 206 e succ.). è necessario, per il caso di cui ci occupiamo, comprendere l’utilità e la vera natura di questa perizia. Ci limitiamo ad una semplice cronaca di

quanto affermato dagli storici. L’arch. Mario Cazzato ipotizza che il Riccardo fosse già morto al 1574 non comparendo nell’elenco dei tecnici chiamati ad eseguire tale perizia; questa conclusione non è condivisa dal prof. Hubert Houben. La prima interpretazione sembra difettare in logica la seconda sembra, invece, non considerare i detti documenti nella loro interezza. Se appare condivisibile, infatti, l’obiezione fatta dal prof. Houben alla interpretazione dell’arch. Cazzato - per cui non è logico affermare che l’architetto sia necessariamente già morto al 1574 perché non citato fra i periti - è anche vero che nella sua analisi lo stesso Houben ricorda solo “tre” periti quando, invece, furono chiamati (e ciò è più volte ribadito nelle singole carte) “ […] altri mastri esperti […]”. Non si può escludere, quindi, che il Riccardo potrebbe essere stato fra i periti non citati tanto più che non abbiamo la certezza che tutti i documenti all’epoca redatti siano quelli effettivamente pervenutici. Se ne deve concludere, allo stato attuale dei documenti, che la detta perizia (1574) è uno strumento storico indeterminante rispetto alla questione dell’anno della morte del Riccardo. F.G.

La Gioiosa di Vincenzo Napoli QUANDO LA BANDA PASSÒ Compositori e marce

di Antonio Martino

Un compositore contemporaneo, già evidenziato in un precedente brano, è il giovane messinese Vincenzo Napoli, la cui marcia sinfonica“Gioiosa” merita l’attenzione del pubblico e dei vari organici bandistici presenti sul territorio. L’apertura (in tonalità maggiore), affidata all’intera banda, crea un’immediata empatia con l’ascoltatore, il quale non può sottrarsi all’avvolgente energia scaturita da scelte compositive interessanti e d’effetto. La tripla appoggiatura iniziale è il momento in cui l’organico raccoglie e organizza le proprie forze affinché possa poi immetterle sul proprio campo sonoro e illuminare timbricamente l’imminente fase melodica. L’intervento del clarinetto piccolo in mib., dei primi clarinetti soprani, dei secondi clarinetti soprani, dei clarinetti contralti, attraverso una scala cromatica ascendente di semicrome, consente tuttavia un ulteriore e speculare utilizzo della tripla appoggiatura. L’abile intervento del compositore, il quale modifica l’assetto accordale, consente di potenziare la sua idea iniziale e nello stesso tempo ricerca una via alternativa con il suo fruitore; non soddisfatto, infatti, dell’intervento d’apertura, intende proporlo ancora per tre volte con conseguenti cambi armonici che forniscono un’intensa forza alla fase realizzatrice di tale progetto musicale. Non può sfuggire l’intervento forte delle sole trombe in sib., del flicorno sopranino e del flicorno soprano, con ribattute semicrome e squillanti arpeggi, capace di re-

alizzare l’innesto con il resto dell’organico e nello stesso tempo d’imporsi come un dialogo uditivo tra due sezioni della banda. Il piano degli strumenti precedentemente citati, con l’aggiunta del sassofono soprano, consente di modificare l’assetto generale della banda e il compositore cerca un’evidente linea melodica non ancora ben identificata e consolidata. Si tratta di una parziale continuazione della fase introduttiva: in questo caso l’attenzione è solo rivolta ai pochi strumenti evidenziati al fine di completare la loro azione melodica dal carattere sereno e molto omogeneo. Lo sfondo armonico è retto dal basso tuba, dai tromboni tenori, dai corni, dal sassofono baritono e dal clarinetto basso; il flauto, il clarinetto piccolo in mib., i primi clarinetti soprani e i secondi clarinetti soprani contribuiscono ad un’incessante fioritura melodica sui suoni lunghi (minime) degli strumenti “melodici”. Nell’azione conclusiva di questi ultimi, si rendono protagonisti i clarinetti contralti, i sassofoni contralti, i sassofoni tenori, il flicorno tenore e il flicorno baritono: sono chiamati ad intervenire in un momento in cui il compositore ha deciso di modulare nella relativa tonalità minore e con un nuovo assetto timbrico intende comunicare il suo progetto per rendere ancora protagonista l’ascoltatore. Una sensibilità fortemente costruttiva che gli consente di avere attivato un ampio campo di comunicazione molto privilegiato soprattutto per il prossimo ed accattivante tema che si analizzerà nel successivo numero.


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Lecce, 25 dicembre 2010

le nostre città SQUINZANO/Il Banco delle Opere di Carità compie un anno

Il muletto e la cella in regalo Compie un anno il Banco delle Opere di Carità di Squinzano e non poteva non essere festeggiato nella sua sede in via Stazione. Nato come una filiale della sede provinciale di Alessano, ha saputo in soli 12 mesi ingrandirsi a tal punto da inglobare una gran parte del Nord Salento fra enti e comuni che usufruiscono dei suoi prodotti. Pur esistendo in Puglia sin dal 1994, don Nicola Macculi e don Lucio Ciardo, constatando l’aumento esponenziale delle persone che vivono nella povertà sui nostri territori, hanno deciso, di comune accordo, l’apertura di questa nuova sede che, numeri alla mano, ha dato i suoi copiosi frutti. Il solo banco di Squinzano, nel 2010, ha assistito ben 3962 persone con una previsione di crescita per il 2011 fino a 6645 persone. La posizione strategica di Alessano e Squinzano permette di coprire non solo tutta la provincia di Lecce, ma anche buona parte di quella di Brindisi. In effetti, usufruiscono dei servizi del Banco 75 dei 95 comuni leccesi e 8 dei 20 comuni

brindisini. N e l 2010, inoltre, il Banco di Squinzano ha partecipato attivamente alla raccolta alimentare tenutasi il 6 marzo che ha permesso di raccogliere 90 tonnellate di cibo grazie al preziosissimo aiuto dei 4000 volontari e l’adesione di 350 esercizi commerciali. Ovviamente questo successo non sarebbe stato possibile senza l’apporto dei singoli cittadini che, nonostante il periodo di crisi, hanno dimostrato la loro generosità donando al Banco i prodotti da loro acquistati e riconoscendone quindi il ruolo indispensabile nel sostenere le persone bisognose. Il 2010 è stato anche un anno di crescita strutturale; il Banco ha infatti acquistato una cella frigorifera di m. 4,60 x 6 x 3 e ha ricevuto in dono un muletto. Proprio l’arrivo del muletto, in concomitanza con il primo

anno di vita del Banco, è stato motivo di visita per Sua Eccellenza mons. Domenico D’Ambrosio che è stato il tramite tra don Nicola e l’azienda donatrice Dimensione Laser di Agrate Brianza. Il Vescovo, in effetti, è amico di vecchia data dei proprietari della ditta che, devoti di Padre Pio, hanno avuto modo di conoscerlo quando svolgeva il suo ministero a Foggia. Non è la prima volta che la generosità di questa famiglia aiuta concretamente coloro che ne hanno bisogno; infatti, ogni anno offre la propria disponibilità ai seminaristi che non hanno la possibilità di pagare la retta di poter continuare gli studi. Valentina Polimeno

Misteri, malombre e prodigi nei racconti di Silvano Trevisani

Storie di terre e di sole I racconti popolari come “momento di vita vissuta” o “memoria storica di gruppo”, rappresentano uno degli itinerari possibili alla riscoperta della storia popolare, ossia del patrimonio di memorie, avvenimenti, credenze e principi che hanno percorso la vita delle generazioni che ci hanno preceduto. Silvano Trevisani, giornalista professionista, responsabile dei servizi culturali del “Corriere del giorno”, ha raccolto nel volume “Storie di terre di sole”,

edito da Capone, quelli che il sottotitolo specifica essere: “Misteri, malombre e prodigi nei racconti popolari del Sud”. Si tratta, in realtà, della riproposizione di una raccolta apparsa nel 1987, con la prefazione del prof. Donato Valli, ripresa in questa edizione, che è sostanzialmente rivista e modificata per una maggiore completezza narrativa. “Storie di terre di sole si muove - avverte nella premessa l’autore - come struttura narrativa, su due binari: il fil rouge

narrativo, rappresentato dalla vicenda di un ragazzo, Tommaso, costretto a emigrare agli inizi degli anni Sessanta, epigono di una lunga schiera di emigranti, insieme alla famiglia, e i racconti che rappresentano, per lui, il legame emozionale con la terra in cui ha lasciato gli affetti e gli amici”. I racconti popolari, a differenza delle fiabe, fanno espresso riferimento ad avvenimenti accreditati come realmente accaduti. Quelli proposti sono stati selezionati tra i più suggestivi, tramandati dalle comunità del Sud e, in maniera più specifica, della Puglia. Tra di loro anche la storia di Sofronia, che ormai quasi nessun più ricorda. Santa Sofronia è una santa tarantina, la prima e dimenticata santa tarantina, la cui storia è davvero affascinante e che Trevisani racconta in “Storie di terre di sole”. Il libro è stato presentato a Grottaglie lunedì 20 dicembre nel corso di una suggestiva manifestazione organizzata dal Liceo “Moscati” di Grottaglie, allietata dal gruppo teatrale del “Moscati” che ha messo in scena una delle storie di impronta natalizia: “La leggenda di Santo Stefano”. È seguito un recital di canti popolari della tradizione natalizia, a cura del Canzoniere popolare grottagliese, diretto da Salvatore Abatematteo.

SQUINZANO/Concorso canoro per solisti e gruppi locali

Rockin’ Christmas A Squinzano si prepara un Natale in musica che sicuramente non deluderà nessuno. Da decenni questo paese del Nord Salento è fucina di talenti musicali: da Nicola Arigliano al tenore Antonio Corianò, a Antonio Maggio degli Aram Quartet. Il 28 dicembre alle ore 20,00 in Piazza San Nicola si terrà la prima edizione del concorso “Rockin’ Christmas” rivolto ai solisti e ai gruppi locali emergenti che dovranno esibirsi in massimo tre brani ciascuno (fra cui facoltativamente un inedi-

to). Patrocinata dal comune di Squinzano, in collaborazione con l’Associazione Artès, la serata sarà presentata da GeNnie e i partecipanti saranno valutati da una commissione di qualità composta da almeno tre persone più un delegato dell’amministrazione comunale. Saranno ammessi tutti i generi musicali sia in lingua italiana che straniera e verranno assegnati diversi premi: primo classificato, migliore interpretazione e migliore tecnica esecutiva.

Il primo classificato, in particolare, vincerà un buono acquisto da 200,00 euro da spendere presso Guitarsland a Lecce, e a tutti verrà assegnata una targa/attestato di partecipazione. Scopo della serata è coniugare la passione per la musica, che diventa arte, con il divertimento e augurare a tutti un buon Natale in un modo forse insolito, ma sicuramente carico di tutti quei sentimenti positivi che questa festività non manca mai di farci riscoprire. V.P.

SQUINZANO/ Incontro promosso da “Il sogno di Geppetto”

Disabili e comunità: costruire la rete Conoscere le diverse realtà associative presenti sul territorio, incontrare le istituzioni, i cittadini e i genitori dei ragazzi diversamente abili per creare una rete di collaborazione sempre più forte che si ponga come punto di forza e di crescita per l’intero territorio. È con questo spirito che l’associazione di volontariato “Il Sogno di Geppetto” di Squinzano ha organizzato, giovedì 16 dicembre, l’incontro-dibattito dal titolo “L’uomo non è un’isola”. La serata, alla quale hanno preso parte numerosi cittadini, esponenti delle istituzioni, volontari, genitori e ragazzi, è stata moderata da Rita Sarinelli, socio-psicologa, ed ha visto gli interventi del Presidente dell’Associazione squinzanese, Lorenzo Bandello; dell’Assessore Provinciale alle Pari Opportunità, Filomena Dantini Solero; del Sindaco di Squinzano, Gianni Marra; di Marina Mazzotta, psicologa e psicoterapeuta specializzata nella terapia multisistemica in acqua; di Paola Martino, progettista ed esperta in politiche sociali; della pedagogista clinico dell’Associazione “Comunicare” di Trepuzzi, Anna Sava e della Presidente dell’Ambito Territoriale e Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Campi Salentina, Alessandra Schiavone. È stato, quello di giovedì, un momento di dibattito e di apertura ai cittadini affinché l’associazione non sia più un’isola in mezzo ad un oceano, ma diventi uno spazio aperto nel quale poter parlare e confrontarsi perché troppo spesso le famiglie dei diversamente abili sono costrette a dover superare difficoltà legate alla carenza di servizi e di strutture dedicate ai loro figli. Ecco perché l’associazione “Il sogno di Geppetto”, nata nel 2002 per volontà di alcuni genitori, oggi,

grazie al sostegno delle famiglie e degli operatori volontari che lavorano con amore e passione, vuole diventare un luogo in cui dare ai ragazzi la possibilità di avere uno stile di vita più accessibile e sentirsi così meno diversi dagli altri. “Perché - come ha detto il Presidente Bandello - la differenza è solo negli occhi di chi la vuole vedere”. Un progetto, quello dell’associazione, che “inizialmente - come ha spiegato il vicepresidente e assessore alle politiche sociali per il mondo giovanile del Comune di Squinzano, Vincenzo Vespucci - ha incontrato non poche difficoltà nell’avvicinare gli altri genitori perché ognuno era un’isola. Oggi, invece, grazie al lavoro e alla passione dei tanti operatori sta raggiungendo grandi traguardi”. Cuore della serata è stata la presentazione di alcune risorse territoriali quali la Terapia Multisistemica in Acqua (TMA), praticata dalla dott.ssa Mazzotta presso la piscina di Trepuzzi, che con l’aiuto dell’acqua spinge i soggetti autistici o con disturbi della comunicazioni a gestire le emozioni e migliorare l’autostima e l’autosufficienza. La dott.ssa Martino ha

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ribadito con forza l’importanza del diritto allo studio e l’impegno che l’Università del Salento pone nel venire incontro alle esigenze degli studenti diversamente abili. Impegno che anche l’Azione di Promozione Turistica sta portando avanti nell’ambito del progetto “Città Aperte” che mette a disposizione di turisti e cittadini guide in brille, tour in barca, visite nei parchi e nelle aree protette, interpreti del linguaggio dei segni. Obiettivo: eliminare definitivamente le barriere architettoniche e rendere la città più accessibile. Significativa è stata la presenza dei rappresentanti delle istituzioni. Tutti concordi nell’affermare l’importanza delle iniziative messe in campo in tutto il territorio da parte dell’associazione “Il Sogno di Geppetto”, hanno ribadito il loro impegno a sostenere, rafforzare e rendere tali spazi non più delle “scatole vuote”, bensì dei luoghi di crescita, confronto, formazione e progettualità. Spazi, quindi, produttivi per tutti alla cui base deve esserci sempre l’impegno a fare rete e dare vita così alla Welfare Community. Lucia Carbone Sarinelli

di Alessandra De Matteis

Natale in Sudafrica di Christian De Sica Che Natale sarebbe senza il cinepanettone di Christian De Sica e company? Difficile a dirsi, perché come ogni anno il film natalizio della squadra dei De Laurentis è arrivato sul grande schermo, questa volta ci portano a passare un “Natale in Sudafrica”. Carlo, in vacanza in Sudafrica con la sua seconda moglie incontra il fratello Giorgio, che in passato lo ha truffato e gli ha portato via la moglie Marta. Ora però è Giorgio a trovarsi sul lastrico mentre Carlo si è

arricchito. O almeno così crede perché è nuovamente vittima di una truffa e si trova senza un euro. Decide allora di architettare un grosso imbroglio ai danni del fratello. Massimo Rischio e Tagliabue l’uno chirurgo e l’altro macellaio si trovano in Sudafrica con i loro figli Laura e Vitellozzo che hanno una storia d’amore. I due padri, sono però molto attratti da una entomologa, Angela, la quale è alla ricerca della Farfalla del Paradiso. Dopo aver cercato inutilmente di sedurla i due correran-

no diversi rischi per aiutarla a trovare il lepidottero. Intanto Laura viene raggiunta dall’altro ragazzo con cui ha una relazione, Mario. Il quale diventa amico di Vitellozzo senza sapere che sono lì entrambi per la stessa fanciulla. Quest’anno il film di De Sica ha contato su un cast con nomi veramente di rilievo nel mondo dello spettacolo, per citarne alcuni: Max Tortora, Giorgio Panariello, Belen Rodriguez, Serena Autieri e persino Laura Esquivel de “Il mondo di Patty”.


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appunti

Giusella De Maria. Suona per me “Suona per me” è il romanzo d’esordio di Giusella De Maria, giovane scrittrice di Cava dei Tirreni, in Campania, che con questo lavoro ha vinto la prima edizione del “Premio Nanà: nuovi scrittori per l’Europa”. “Suona per me” ha convinto una giuria di quattrocento studenti provenienti da tutta Italia e si è lasciato alle spalle altri duecento testi concorrenti. Il romanzo è un canto all’amore ed alla musica, almeno al primo impatto. Ma è anche un vero e proprio romanzo di formazione che racconta un viaggio. Quel particolare viaggio tra gli intrecci e gli smarrimenti esistenziali, e le possibili soluzioni per riuscire ad essere ciò che desideriamo essere, o quantomeno a provarci. Provare a realizzare il sogno di noi, di ciò che vogliamo realizzare, anche a costo di scontrarsi con

una realtà che non sempre rispecchia ciò a cui ambivamo. E magari è proprio ripartendo da noi e dai nostri sogni che sembrano perduti, che possiamo trarre l’amore, la fantasia, la forza, il coraggio per ritentare. “Suona per me” è la storia di Diana, che crede ancora nell’amore nonostante il mondo che la circonda. È stanca delle solite amicizie e della routine della vita di provincia. “Sai qual è il tuo problema, Dì? Tu leggi troppi libri. Dovresti provare a guardare un po’ più di tv. I libri ti stanno fumando il cervello”. Questo il consiglio della sua migliore amica, Valentina, per placare l’inquietudine. Si definisce “una ragazzina sognante e passionale” e racconta, con estrema sincerità le sue vicissitudini sentimentali. Per fuggire dalla monotonia decide di fare un viaggio nella Borgogna francese con una zia che fa l’agen-

te di moda ed ama la mondanità. La vita di Diana diventa più frizzantina ed eccitante, tra caffè parigini e lunghe passeggiate al lago di Torcy. La sua esistenza si arricchisce ogni giorno di più. E poi, in uno splendido mattino d’estate, in riva al lago, incontra Victor. Li accomuna la grande passione che hanno per la musica. Da quell’istante in poi Diana mette in discussione qualsiasi cosa della sua vita fino a quel momento. Victor è bello e misterioso. Pelle ambrata, occhi scuri, lunatico, pieno di rabbia e di rimorsi. Un ragazzo scontroso ma terribilmente affascinante. Nasconde un segreto. Diana se ne innamora perdutamente. E Victor si lascia amare. Si abbandona a quel sentimento che gli permette di evitare di cadere nel baratro in cui stava precipitando. Insieme trascorrono momenti indimenticabili,

assaporando ogni istante travolti dall’amore che li pervade. Ma il destino li ha uniti ed il destino li separa. Diana è costretta ad una partenza improvvisa. I due amanti si perdono. Il ricordo di Victor è sempre vivo nel cuore della ragazza, ma ormai ne ha perse le tracce. Dopo alcuni anni Diana si trova a Praga e Victor non lo ha mai dimenticato. Ed ecco il destino che si riaffaccia nelle vite di entrambi concedendogli la magia di un nuovo incontro. Sono molto cambiati. Attorno alla storia dei due protagonisti, girano la musica, la passione per i viaggi e la scoperta di nuove culture, il sogno sempre vivo di una vita migliore, con tanti colori e ricca di avventure. “Suona per me”, è una frase che si ripeterà spesso nel libro, e che ogni volta toccherà il cuore del lettore con emozioni diverse ma sempre intense.

c@ttolici in rete IL POLLICE Tra i tanti professionisti che si alternano sugli schermi delle nostre reti televisive, pubbliche private e locali, riteniamo che Fiorello meriti un’attenzione particolare, vuoi per la maniera con cui ha modificato il suo ruolo di intrattenitore, divenendo un personaggio che ha la capacità di divertire in maniera immediata e rispettosa, vuoi per la capacità e la sapienza di interloquire con il pubblico secondo differenti e multiple modalità. Sempre nuove, e sempre rispettose delle regole dello spettacolo e del buon vivere. Abbiamo quindi apprezzato, con piacere, il fatto che “Speciale Tg1” (Rai Uno, ore 23,40) abbia voluto dedicare tutto il suo spazio ad una sorta di carrellata storica sul personaggio, in realtà la messa in onda di una precedente trasmissione, aggiungendovi una sorta di divertita intervista/dialogo in diretta, abilmente condotta da Vincenzo Mollica, tra il serio e il faceto e con l’inedito di una canzone natalizia per la voce di Fiorello. E, così, piacevolmente soddisfatti, ci siamo augurato alla fine “buona notte”.

lor@delavoro di Samuele Vincenti L’associazione culturale Jump In con sede a Poggiardo è promotrice di una importante iniziativa che si svolgerà in Francia dal 28 febbraio al 10 marzo 2011 dal nome Living together and nonviolence. L’ssociazione salentina, in collaborazione con il gruppo giovanile francese Solkafrica, propone infatti un progetto di scambio culturale internazionale per 6 giovani. Il progetto rientra nell’ambito di “Gioventù in azione”, il programma europeo di educazione non formale che promuove progetti di mobilità internazionale dedicati ai giovani dai 13 ai 30 anni, attraverso scambi ed attività di volontariato all’estero. La lingua di lavoro sarà l’in-

Tommaso Dimitri

GIUSELLA DE MARIA, Suona per me, Avagliano Editore, 10.00, pag.120

M U S I CALM E NTE

Paolo Lojodice Zenit, un dono speciale per Natale Al via la Stagione Lirica 2011

argo

CHE BEL DIVERTIMENTO

marialucia andreassi Questa frase, infatti, rappresenta l’anima della storia racch iud en do un significato che non poteva essere trasmesso meglio di così. Il libro è scorrevole e di facile lettura, la storia accattivante. È un romanzo destinato soprattutto ad un pubblico giovane, di studenti, che facilmente si possono ritrovare negli ambienti e nelle dinamiche del racconto. Ma io lo consiglio a tutti coloro i quali riescono a credere ancora nei loro sogni.

Il prossimo 8 gennaio alle 20.45 al Teatro Politeama di Lecce si aprirà il sipario sulla Stagione Lirica 2011. Nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia anche la Provincia di Lecce ha voluto sottolineare in uno degli eventi culturali più importanti del Territorio l’importanza della ricorrenza. Una Festa Teatrale dedicata appunto all’anniversario farà da prologo alla Stagione. L’idea del maestro Filippo Zigante ruota intorno alla intenzione di rievocare la storia del nostro Paese attraverso un excursus che parte dall’antica latinità al Medioevo, sino al Risorgimento. Saranno le voci dei poeti e musicisti che hanno cantato l’amore per la nostra Patria ad essere le protagoniste. Il vice presidente della Provincia, Simona Manca, ha sottolineato come si sia riusciti a declinare le tappe “del più importante momento culturale del Territorio con la dovuta razionalità ed oculatezza che i tempi impongono. Siamo riusciti - ha concluso l’avvocato Manca - a costruire comunque un percorso di qualità, e di questo siamo soddisfatti”. Dopo la Festa Teatrale, la prima opera ad essere rappresentata sarà, il 21 gennaio, “La Fanciulla del West” di Giacomo Puccini, un’opera in tre atti che manca da Lecce dal lontano 1948. Il grande compositore trasse ispirazione durante la recita a New York, nel 1910, di un Belasco, The Girl of Golden West, ambientato nel periodo della cosiddetta “febbre dell’oro”. Della “Fanciulla del West” ricorre quest’anno il centenario della prima rappresentazione. Per l’occasione è stata allestita una nuova produzione particolarmente accattivante. Secondo titolo in cartellone, a partire da venerdì 4 febbraio, l’opera buffa di Donizetti “Don Pasquale”. Anche questa rappresentazione manca dalle tavole del Politeama da diciassette anni. La prima recita sarà preceduta, il 3 febbraio, da un matinèe dedicato ai ragazzi delle scuole che si vorrebbero avvicinare alla fruizione dello spettacolo lirico. Infine, ultima opera in cartellone la terza della “trilogia popolare” verdiana aperta nel 2009 con Rigoletto, con la logica continuazione di Traviata dello scorso anno. Quattro parti e otto quadri tratti dal dramma El Trovador di Antonio Garzia Gutierrez. Anche in questo caso ci sarà un doppio cast che si alternerà nelle rappresentazioni. Spicca il nome del soprano greco Dimitra Thodossiou, una delle migliori interpreti verdiane che ci siano attualmente sulla scena.

Che cos’è Zenit? È un’agenzia di informazione internazionale senza scopo di lucro, realizzata da un’equipe di professionisti e volontari: www.zenit.org. È nata dall’iniziativa di alcuni giornalisti convinti del successo che avrebbe potuto avere in tutto il mondo la diffusione dell’informazione religiosa, e in particolare dell’attualità riguardante il Papa e la vita della Chiesa cattolica, utilizzando le grandi opportunità comunicative che all’epoca (nel 1997) lo sviluppo tecnologico stava iniziando a rendere accessibili a tutti, con costi estremamente limitati: in particolare la posta elettronica e Internet. Nei primi tre anni di vita, alcune consistenti donazioni dell’organizzazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, della Conferenza Episcopale Italiana e della Congregazione dei Legionari di Cristo hanno dato fiducia a questo progetto e hanno permesso la nascita dell’agenzia e la sua crescita iniziale. Nel maggio del 1997 sono iniziati i servizi informativi di Zenit in lingua spagnola. Successivamente, con la crescita dell’agenzia, sono via via iniziate le edizioni nelle altre lingue: nel gennaio del 1998 in inglese, nel gennaio del 1999 in francese, nell’ottobre del 1999 in tedesco, nell’aprile del 2003 in portoghese, nel marzo del 2004 in Italiano e infine nel movembre del 2006 in arabo. Ricevono Zenit per e-mail più di 500.000 persone, ma i mezzi di comunicazione che riproducono le notizie in tutto il mondo sono più di 20.000. Proprietaria ed editrice di Zenit in tutte le lingue è Innovative Media Inc., Società no-profit dello Stato di New York (Usa) che è anche titolare del sito web. I servizi giornalieri e settimanali, per uso personale, sono gratuiti. La rassegna giornaliera internazionale, ricevuta sempre per posta elettronica, è a pagamento, ma permette di avere notizie di prima mano in lingua originale e sempre accompagnate da una breve sintesi, in italiano, della notizia. La caratteristica di questa fonte di notizie è quella di avere, quotidianamente, una selezione internazionale degli eventi più importanti della Chiesa Cattolica. Oggi sono più di 500.000 i lettori on-line che ricevono gratuitamente le notizie. Come tutti gli anni, in questo periodo, si attiva la campagna di diffusione e Zenit si presenta come possibilità di un regalo diverso da far recapitare agli amici. Tutta l’operazione è gratuita. Buona navigazione e Buon Natale.

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“Living together and nonviolence” Scambio giovanile in Francia

glese, anche per la promozione della più diffusa lingua europea, e varie saranno le attività che si svolgeranno durante lo scambio: workshop interculturali, visite in città, oltre a workshop artistico creativo. Indicando i riferimenti al progetto, qui di seguito riportati, occorre inviare una mail di candidatura all’indirizzo di posta elettronica: selezionejumpin@hotmail.it entro il 14 gennio 2011. Nella candidatura occorre indicare il nome del progetto: Living together and nonviolence, le date: 28 febbraio - 10 marzo 2011; il luogo: Lesponne - Toulouse - France; i paesi coinvolti: Turkey, Estonia, Italy, Slovakia and France. Il tema dello scambio cultu-

rale è la lotta contro l’esclusione sociale e la discriminazione: come vivere insieme pacificamente nella nostra società? Questo progetto si svolgerà in una zona rurale a sud di Tolosa (Francia), vicino ai Pirenei, nella provincia di Lesponne . I paesi partecipanti sono Turchia, Estonia, Italia, Slovacchia e Francia, e per ogni paese parteciperanno 1 group leader e 5 giovani. Gli obiettivi generali saranno la promozione dello scambio, della cooperazione e delle dinamiche di gruppo tra i partecipanti attraverso giochi di ruolo e attività di educazione non formale; il coinvolgimento dei giovani sui temi delle discriminazioni e del “vivere insieme” attraverso laboratori sul

tema dello scambio, teatro, film e dibattiti; la creazione di materiali didattici che possono essere usati per workshop futuri. La sfida consiste nel sottolineare fra tutte le differenze ciò che ci unisce e trovare l’unità nella diversità. G

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dotte a 100 euro per la partecipazione allo scambio e per la quota associativa, mentre il vitto e l’alloggio sono coperti dall’associazione ospitante che rimborserà anche il 70 % delle

spese di viaggio che i partecipanti dovranno sostenere. Tutti i dettagli e le informazioni inerenti alla candidatura sono disponibili sul sito: www.jumpinweb.eu.


L’Ora del Salento 15

Lecce, 25 dicembre 2010

lo sport La beffa di Napoli ha però rivelato la crescita di una squadra che con i giusti rinforzi potrà dire la sua nella corsa per salvarsi. Il 6 gennaio il Bari al Via del mare

L’ASSIST di Paolo Lojodice

Lecce, il mercato e il derby A Natale siamo tutti più buoni; a Natale è bello fare regali; A Natale si può dare di più… e a questa fiera dei buoni sentimenti, legittima e coerente con l’atmosfera di questi giorni, si è adattato alla perfezione il Lecce di Piatti, con l’argentino delizia e croce della squadra in appena due settimane. Tanta generosa bontà, di contro, ha reso un novello Grinch il perfido Rosati, così poco incline a regalare goal agli avversari, in più di una occasione. Morale della favola per il Napoli al San Paolo, anche il Grinch-Rosati si converte allo spirito natalizio e giocoforza concede la rete della vittoria ad un favoloso colpo di Cavani, per la gioia del popolo biancazzurro. Con la beffa del San Paolo il Lecce di De Canio conclude il 2010 con la legittima recriminazione del risultato e anche della classifica. La squadra finalmente sembra recepire le richieste del tecnico e pur non vicina, in alcuni frangenti, a livelli di rassicurante affidabilità di reparto - tanto per cambiare la difesa ha vacillato pericolosamente ma senza franare come in altre occasioni - sembra giunta ad un buon livello di reattiva concretezza sul campo e evidenzia costanti miglioramenti nell’organizzazione

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L’ALTRO

generale sia in fase di impostazione del gioco che di contenimento. Addirittura c’è da sperare che la pausa per le festività Natalizie non rallenti il processo evolutivo dei giallorossi. Che l’equilibrio alla base delle alchimie del tecnico materano sia molto delicato e necessiti di tempo per stabilizzarsi, è cosa ormai risaputa ai più; meglio deve esserlo anche alla stessa dirigenza della Società, così come lo è realmente alle intenzioni del Patron. L’intera dirigenza dovrebbe “blindare” De Canio, con-

sentirgli di gestire, a cominciare dal derby, prossimo cruciale appuntamento di calendario, senza inutili e presuntuose interferenze che hanno fatto correre il rischio di mandare a carte quarantotto tutto il castello, subito dopo la la squadra, insomma resistere alla tentazione di improprio protagonismo tecnico, in buona sostanza, assecondare De Canio quantomeno per non far danno. Dunque il Bari al Via del Mare, per un confronto molto sentito dalle tifoserie e c’è da augurarsi che la tradizionale equivocata rivalità non

sfoci in stupidi e deprecabili incidenti, così come accaduto in passato, soprattutto nel prima e dopo partita. Il derby dovrebbe far paura più al bari in ritardo in classifica, meno al Lecce impegnato, se non fosse per la componente campanilistica, a scendere in campo solo in funzione di un proprio miglioramento in vista di traguardi più sostanziosi del singolo derby, ma questa è solo una ragionevole opinione che però si completa nel sapere, in fondo, che nel derby la ragionevolezza si riduce a poca cosa. Buone Feste.

PORT di Paolo Conte

VOLLEY SERIE B2

L’albero di natale del pianeta-volley si colora di giallorosso. Tutto merito della Minniebet Ugento che con la nona gemma del campionato ai danni del Fasano, saluta il 2010 dalla vetta della classifica. Ornare l’albero di tanti piccoli “falchi” è il giusto premio per giocatori e dirigenza, determinati a far tornare la gloriosa piazza ugentina ai fasti di un tempo. Tra un brindisi e l’altro coach Cavalera pensa già al prossimo impegno esterno con la rivale Squinzano, in quello che sarà il battesimo del fuoco dei suoi Falchi. Dopo la sosta natalizia la madre di tutti i derby inaugura il nuovo anno con la sfida che può indicare quale sia la vera forza del campionato. Gli ugentini godono di un ottimo stato di salute e dopo il classico 3 a 0 inflitto al malcapitato Fasano, intendono difendere la leadership (28 punti in graduatoria) e staccare le inseguitrici. I dati statistici della Minniebet ci parlano di una squadra incapace di vincere per meno di 3 a 0 con 27 set vinti e i restanti 3 persi tutti contro il sorprendente Galatone. Con 586 punti subiti i giallorossi hanno la difesa meno battuta della competi-

L’Ugento chiude in vetta un anno di soddisfazioni. Squinzano insegue a un punto zione; retroguardia che è chiamata a rispondere ai colpi dello Squinzano, formazione che vanta il miglior attacco con ben 869 punti all’attivo. La truppa di coach De Vitis, reduce dalla convincente vittoria per 3 a 0 sul campo del Francavilla, non teme nessuno, e con 27 punti in classifica è pronta a strappare lo scettro dalle mani degli ugentini. Complice le feste, il momento della verità si lascia ancora attendere. Se vale il proverbio che tra i due litiganti il terzo gode, l’Aurispa Alessano potrebbe approfittare del big-match tra Squinzano e Ugento per avvicinarsi in classifica (22 punti) e consolidare il terzo posto della graduatoria. Archiviate le due vittorie consecutive contro Galatina prima e Castellana poi, Mastropasqua e compagni pensano al prossimo impegno casalingo contro il Francavilla, per dare continuità di risultati e tenere a bada le inseguitrici Domar Altamura (20p.) e S.B.V Galatina (17p.). La vittoria sofferta in quel di Galatina ha ridato entusiasmo al Casarano, che con 12 lunghezze si porta fuori dalla zona calda della classifica. Il successo nel derby ha regalato alla Filanto Volley un natale

meno amaro a fronte di un inizio stagione più complicato del previsto; Armeti e soci intendono iniziare il 2011 con il giusto piglio a partire dal match casalingo contro la temibile Altamura, con l’obiettivo di invertire la rotta e mirare ad una salvezza meno tribolata. Ormai è ufficiale: il Galatina non sa più vincere. Dopo la terza sconfitta di fila rimediata nell’ ultimo derby casalingo a beneficio del Casarano, la S.B.V. chiude un dicembre nero. Visto il delicato momento, la sosta di fine anno potrebbe rivelarsi un vero toccasana per la squadra di coach Montinaro, che ha il tempo necessario per ritrovare gli stimoli e quello spirito vincente che ha contraddistinto i galatinesi nelle prime gare di stagione. In vista dell’ ostica trasferta in terra fasanese, riorganizzare le idee e riassaporare il gusto della vittoria è l’imperativo categorico. Solo la sosta natalizia riesce a fermare la marcia del Galatone. I salentini riflettono di luce propria e archiviata la vittoria di Oria, agganciano il sesto posto del torneo con 15 lunghezze in coabitazione del Fasano. Considerando le condizioni deficitarie di classica in tempi non sospetti, i regali scar-

tati dalla Galetea sono quelli della determinazione e della fame di vittorie. Nel prossimo turno il Galatone affronterà tra le mura amiche il Martina; i tarantini sono reduci da tre successi consecutivi e con 14 punti insidiano il sudato sesto posto dei salentini.

MONDO Csi Lecce.... straordinari momenti di vita associativa In questi giorni che precedono il Santo Natale il Csi di Lecce vive l’esperienza di un Csi che non ha paura di crescere, di pensare in grande, di accettare le sfide del proprio tempo... ma anche un Csi che sa mettere “sempre e comunque “ al centro le persone; un Csi che sa essere prima di ogni altra cosa una vera “famiglia associativa”; un Csi dove l’amicizia e le relazioni sono un valore vero, vissuto e non negoziabile con qualsiasi successo associativo. Un Csi che è capace di vivere il Vangelo nella vita quotidiana, testimoniando i valori che ci appartengono con la nostra vita più che con le parole. Capace di farlo con quella correzione fraterna che è scritta nel nostro dna e con quella voglia di aiutarci e sostenerci, da fratelli, ogni giorno. Un Csi che è capace di non accontentarsi delle soddisfazioni, dei successi, dei riconoscimenti, dei numeri... Un Csi capace di avere ogni giorno sete di felicità e di senso della vita. Un Csi assetato di incontrare nuove persone, nuovi ragazzi, nuove sfide... per portare nel cuore di altre persone un pizzico di felicità nella vita. Il Csi di Lecce, nei giorni scorsi nella prestigiosa cornice della sala delle scuderie del castello Gian Giacomo dell’Acaya ha premiato il “suo movimento sportivo”, i “suoi Campioni” che nella stagione 2009/2010 hanno gioito, sudato e vinto importanti percorsi associativi sportivi. Da segnalare la società sportiva dell’Oratorio di Martano la PGS Pneuma Martano che a livello nazionale si è classificata al primo posto della classifica Fair Play del campionato di calcio a 5 cat. Open. Il “Natale degli Sportivi” è invece il tradizionale appuntamento del Csi di Lecce con il mondo dell’associazionismo di ispirazione cristiana. In un clima di festa, guidati dalle riflessioni del parroco della Comunità di Giorgilorio don Antonio Murrone sul senso più vero e profondo dello sport, i partecipanti si sono confrontati in un sano divertimento sportivo e gustato la gioia dello stare insieme. “Natale degli Sportivi” è, soprattutto, occasione privilegiata di incontro tra coloro che amano e vivono lo sport, da chi tira i primi calci sul campo dell’oratorio, al dirigente impegnato tutto l’anno nella promozione dello sport, dai partecipanti alle numerose associazioni sportive di base: tutti nello stesso luogo a testimoniare che lo sport è strumento di relazione al servizio della persona. Ed così che la Comunità Parrocchiale di Giorgilorio e il suo bellissimo Oratorio, hanno accolto la manifestazione del Csi Lecce che ha ospitato circa 200 ragazzi provenienti da tutta la provincia con la celebrazione eucaristica e poi sana competizione fino alle 13 con il calcio a 4, calcio balilla e tennis tavolo. Le iscrizioni alle attività Csi possono essere effettuate presso la Segreteria dell’associazione in Via Siracusa n°50, che è aperta il lunedì, il mercoledì ed il venerdì dalle ore 17.00 alle ore 21.00, tel. 0832.392809. Marco Calogiuri


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