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Lecce, 20 novembre 2010

UN EURO

L’Ora del Salento

Spedizione in abbonamento postale comma 27 art.2 L. 549/95 - Filiale Poste Lecce

Nuova serie, Anno XX, n. 39

SETTIMANALE CATTOLICO

Lecce, 20 novembre 2010

A LECCE UN CENTRO PER LA DISTRIBUZIONE GRATUITA E INTELLIGENTE DI BENI ALIMENTARI A OLTRE 6MIILA PERSONE

Il supermarket delle famiglie povere Una card personale per l’approvvigionamento dei prodotti di prima necessità L’EMPORIO

Nel silenzio è la nostra complicità

Per ora apre alle ‘Sorgenti’ in attesa di un posto in città

di Nicola Paparella A guardare quel che accade fra le nostre case, nei nostri Paesi, all’interno della nostra comunità, verrebbe da chiedersi: “Ma è possibile che nessuno abbia visto qualcosa?”. Ogni mattina, scorrendo le pagine dei giornali, leggiamo di clamorosi interventi delle forze dell’ordine: qui hanno sgominato una banda di spacciatori, di qua hanno sequestrato capannoni ricolmi di merce contraffatta, e un po’ più avanti hanno scoperto una truffa colossale. E allora viene da chiedersi: “Ma come è stato possibile? Come è stato possibile che certi guasti sociali possano essersi determinati senza il silenzio complice di tante brave persone? Abbiamo sentito di un asilo nido che è stato chiuso dopo che per mesi vi si sarebbero compiuti atti vessatori a danno dei bambini. Se la notizia avesse fondamento, dovremmo anche capire perché si è lasciato passare tanto tempo. Stiamo davvero attraversando un brutto periodo, fatto di incertezze, di disagi, di continui allarmi sociali e soprattutto di tanti brutti episodi di pubblica immoralità. Non c’è proprio nessuno che possa fermare questo incredibile malcostume? Occorre convincersi di quel che ci ha ricordato recentemente il card. Bagnasco: Etica pubblica e privata devono andare nella stessa direzione. Si ha invece l’impressione che tante brave persone si vadano sempre più richiudendo nella loro casa, cercando di non vedere, di non sentire, di non parlare. E così il mondo, grazie anche al loro silenzio, continua ad alimentare antichi e nuovi peccati. Non sanno queste persone per bene, che anche a loro può giungere la domanda semplice e bruciante di qualche loro figlio o di qualche loro nipote: “Ma tu dov’eri quando tutto questo accadeva?” Lo abbiamo chiesto noi ai nostri nonni, all’indomani della guerra e del fascismo. Lo chiederanno a noi coloro che oggi sono ancora troppo giovani. Lo chiederanno con veemenza coloro che domani dovranno abitare in paesi avvelenati dalle scorie, distrutti negli equilibri idrogeologici, depauperati delle loro memorie più antiche. Lo chiederanno agli amministratori che non vigilano a dovere e lasciano che si accumulino debiti e sacche mostruose di parassitismo sociale. CONTINUAA PAG. 2

LA LETTERA Mons. Ruppi ci scrive

SAN CESARIO Grazie anche all’otto per mille

Giunga a voi tutti il mio abbraccio fraterno

Restaurata in tre anni l’antica chiesa matrice

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DOPO IL CONVEGNO DIOCESANO GLI AMBITI PASTORALI

Il ruolo delle parrocchie La Giornata del Sostentamento

La solidarietà dei fedeli a sostegno dei sacerdoti

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Parte anche a Lecce l’Emporio Solidale per le famiglie povere. È il quarto in Italia. Capofila le Caritas Diocesane di Roma, Prato e Pescara. Cos’è l’Emporio Solidale? Un vero e proprio supermercato dove le “famiglie bisognose” di alimenti di prima necessità (latte, biscotti, pasta, ecc…) potranno gratuitamente rifornirsi. Non saranno soltanto quelle famiglie già raggiunte dalla Caritas Diocesana, che con i diversi Centri di Ascolto Parrocchiali aiutano circa 6.000 assistiti, ma anche quei nuclei familiari che non mettono piede in Chiesa ma vivono accanto a noi, e sono aiutati da altri organismi pubblici o privati di Assistenza e Servizio Sociale. Per la buona riuscita del progetto occorre lavorare in rete. Per questo è stato firmato un Protocollo di Intesa tra la Caritas Diocesana di Lecce e la Comunità Emmanuel. Quest’ultima ha messo a disposizione una propria struttura, denominata “Il Capannone” di circa 670 mq che si trova nel Comune di Lecce in via Della Ferrandina ma a circa 4 km dal centro abitato e sulla strada Lecce-Novoli. Certamente è il primo passo, ma si deve lavorare in rete con tutte le istituzioni pubbliche come il Comune di Lecce, la Provincia e la Confindustria, presenti nella conferenza stampa del 5 novembre alle Sorgenti, per migliorare il servizio e certamente aprire nel centro abitato un Emporio Solidale. Infatti le famiglie assistite dai Centri di Ascolto Caritas sono presenti in città, nei quartieri e qui possono gestire direttamente questa vicinanza di soccorso. Certamente l’Emporio Solidale migliorerà l’approvvigionamento, allargherà il fronte delle famiglie assistite e soprattutto permetterà una scelta diretta degli alimenti necessari. Ogni famiglia bisognosa che andrà all’Emporio avrà una scheda personale/famigliare con microchip a scalare, regolarmente ricaricata a secondo della effettiva necessità e potrà, con maggiore dignità e libertà, scegliere il prodotto necessario. L’assistito oltre a recuperare la dignità di andare quando avrà bisogno avrà soprattutto la libertà di scegliere il prodotto che in quel momento necessita. La libertà di scelta è la prima e vera forma di libertà e dignità umana! Tommaso Dimitri


L’Ora del Salento

Lecce, 20 novembre 2010

primopiano

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LA LETTERA L’ARCIVESCOVO EMERITO CI SCRIVE... Messaggio affettuoso dall’Arcivescovo Ruppi. E una raccomandazione: “Amate il vostro Vescovo. Gli uomini passano, la Chiesa resta”

Pregate per me. Giunga a tutti voi il mio abbraccio “A 16 mesi dal mio congedo, sento la gioia di visitarvi, per rispondere alle consuete domande” Ai cari fratelli sacerdoti, ai diaconi, religiosi e al popolo tutto, salute, benedizione e pace nel Signore Gesù Cristo! Col permesso di S. E. mons. Domenico D’Ambrosio, amato e stimato successore, a 16 mesi dal mio congedo, sento la gioia di visitarvi, per rispondere alle consuete domande, che spesso mi fate per telefono, per posta e nelle vostre graditissime visite: “Come sta il Vescovo Ruppi? Come va la salute? Che fai ora? Come impegni il tuo tempo? Ti ricordi di noi? Quando vieni a trovarci?”. “Come stai? Come va la salute?” Con la grazia di Dio, sto abbastanza bene, data la mia età (sono entrato nei 79 anni) e ringrazio, ogni mattina Dio, per la gioia che mi ha dato, per avermi fatto nascere alla fede col Battesimo ed avermi chiamato al sacerdozio, al servizio episcopale ed anche perché mi lascia ancora sulla terra, nella speranza di andare a vederlo in ciclo, quando Lui vuole. Dopo l’intervento, fatto a Lecce nel gennaio dell’anno scorso, sono sorti altri problemi ed ora sono in cura a Pisa, per debellare un male, che ho ai polmoni, ma sono molto grato al Signore che, dopo avermi fatto conoscere, nella fanciullezza ed anche dopo, la ricchezza della povertà, al termine del mio servizio attivo, mi prova ora con la sofferenza. Pur avendo fatto riservare nella Casa “Pastor bonus”, a mie totali spese per la costruzione e, due volte, per l’arredamento, all’indomani dell’ingresso del nuovo Vescovo, sono partito a Lourdes, per offrire a Maria il proposito di pregare di più, studiare e prepararmi all’incontro col Signore.

L’Ora del Salento SETTIMANALE CATTOLICO Iscritto al n. 517 del Registro stampa del Tribunale di Lecce

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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Vivo nella Fondazione “Giovanni XXIII” di Alberobello, che costituii 35 anni fa per l’assistenza agli anziani, con 79 ospiti, 21 dipendenti e tre brave suore della Congregazione delle Discepole del S. Cuore, di cui una superiora, una infermiera professionale ed una terza che assiste me e lavora con gli anziani. La sera ceno frugalmente, da solo, mentre a pranzo mangio con le suore ciò che mangiano gli anziani. Non mi manca nulla, tranne il vostro volto, che vedo ogni giorno nella preghiera, nella messa e nei rosari; ne recito almeno tre: uno per la diocesi di Lecce, uno per i malati e la mia prima diocesi e il terzo per le necessità della Chiesa. Il mio segretario è il telefono: 080.4321070 diretto; cellulare 338.8223001; quello della Fondazione è 080.4322792. Se non rispondo io, è sempre reperibile la Fondazione. “Cosa fai ora? Come passi il tuo tempo?”. Oltre alla preghiera, che impegna una parte della giornata, studio, scrivo e medito. Speravo di ascoltare un po’ di musica, ma... mi manca il tempo! Aiuto la parrocchia natia come posso e quando me lo chiedono: ogni domenica celebro la messa parrocchiale più accorsata e nelle feste solenni ci tengono alla celebrazione del vescovo; ci sono qui ottimi sacerdoti, molto fraterni con me. Faccio il cappellano spirituale di questa Fondazione, celebrando ogni giorno la messa e animando spiritualmente, per quanto è possibile alla loro età. Spesso mi invitano qua e là, in molte diocesi e paesi, per celebrazioni, conferenze, dibattiti e, secondo il calendario, se posso, accetto con qualche sacrificio, ma sempre con gioia. Ogni mattina a Radio Rai 1, da quattro anni, alle 5,44, all’interno del giornale radio del mattino, dò “il santo del giorno”; la domenica alle 8,30 sul canale 7 e alle 12,45 sul canale 8 di Tele-

PENSANDOCI BENE...

di Giuseppina Capozzi

La formazione giovanile Le minacce e le insidie più consistenti, per le ultime generazioni, derivano dal relativismo. Quest’ultimo porta il giovane a credere che non esistano risposte vere ai grandi interrogativi della vita, il futuro si presenta con il carattere della paura più che della speranza. Nella Enciclica Spe Salvi Benedetto XVI sottolinea come sia connaturato all’essere umano il desiderio di amore vero e di autentica felicità, anche in condizioni di penosa marginalità e disagio, quale è la situazione attuale della maggioranza della popolazione giovanile. Il concetto di marginalità, analizzato dalle scienze umane, evidenzia alcuni aspetti particolari del disagio giovanile contemporaneo. Uno di questi aspetti è nella condizione dei giovani di essere aderenti essenzialmente alla quotidianità, una spiccata centralità della vita quotidiana che sembra annullare le prospettive future. La libertà sembra consistere nel non prendere decisioni definitive. Operare delle scelte, infatti, sembra restringere gli ambiti della propria esistenza! Mentre solamente una formazione che guardi alla persona con la sua storia e il suo futuro può forgiare il carattere a sostenere sforzi prolungati, sacrifici, rispetto delle regole per affrontare la vita sociale. La vera formazione è sempre il risultato del retaggio delle precedenti generazioni, che hanno raccolto i frutti e l’impegno dei propri padri. Il futuro della società passa, perciò, da un progetto educativo che, utilizzando il linguaggio dei giovani, li sappia indirizzare a diventare protagonisti responsabili della loro esistenza umana e lavorativa. La storia, anche quella educativa e formativa, viene filtrata dagli eventi del passato. Ma acquista il vero significato quando raccoglie i contributi di valore, che superano le contingenze per avvicinarsi il più possibile alla verità. L’assenza di forti valori di riferimento fa smarrire, inoltre, ai giovani il senso della realtà. Una delle realtà percepita da ogni essere umano è relativa alla sua specificità di persona. Come afferma il Cardinale Caffarra, l’uomo non è un semplice prodotto della natura: il desiderio profondo di amare e di essere amato è dimostrazione della “capacità di Dio” che è impressa nell’animo umano. Credere che la realtà non esiste ma esiste solo l’opinione personale, vuol dire pensare ad una realtà che non è quella che è, ma quella che appare a ciascuno. La conseguenza è il chiudersi in se stessi e ridurre l’incontro con l’altro ad una contrattazione tra diritti e interessi opposti. Viene annullato, in questo modo, il bene umano comune! Ecco allora il programma di vita che Benedetto XVI propone: andare controcorrente. Nella consapevolezza della complessità dei meccanismi odierni, il Pontefice invita i giovani ad essere vigilanti e critici. Ad avere il coraggio di seguire le strade della sobrietà, dell’umiltà, dell’impegno, della vera conoscenza. info@giuseppinacapozzi.it

norba, dò il “tempo della fede” da 34 anni; ogni mese o due volte al mese, parlo il sabato, alle 9,30 a Radio Maria; mi hanno chiesto ora anche il vangelo quotidiano, per due mesi, da una consociata della Rai; ogni settimana offro al “Nostro Tempo”, un prestigioso settimanale cattolico, di Torino, il vangelo della domenica e altro ancora, sempre di pubblicistica religiosa. Da qualche settimana, le Edizioni Paoline hanno pubblicato l’ultimo mio libro sulla Madonna: “Maria, madre dei credenti”, che è già in libreria, e credo che, ai primi di dicembre, l’editrice “il Messaggero di Padova”, pubblica “Il Santo del giorno”, di cui ho già corretto le bozze. Come già molti sanno, sto scrivendo, per la Chiesa cattolica di Moldavia, il primo catechismo: è già stato pubblicato, in lingua russa, il primo volume sul “Credo”; sto ultimando il secondo sui “sacramenti”. Questa fatica, lungamente richiestami dal vescovo cattolico di Chisinau, mons. Cosa, l’ho fatta per ringraziare il Signore per l’eroico lavoro che il nostro caro don Cesare Lodeserto ha fatto tra noi e che ora sta facendo in quella nazione come “servo dei poveri”, che inviai lì come “fidei donum”. È pubblicato in lingua russa, per andare nelle mani di molti immigrati dell’Est, venuti nel nostro Paese, e potrà servire altri paesi di lingua russa, che sono molti. Lo studio è dedicato ora, quasi unicamente, ai documenti conciliari, che sto approfondendo in tutte le latitudini e non escludo che si possa lavorare, insieme a “Vivere in”, per rilanciare il Concilio a 50 anni dalla sua apertura, perché il Vaticano II, per tanti di noi, è quasi sconosciuto. Forse vi meravigliate di tanto lavoro, ma ve lo partecipo, perché, insieme a me, ringraziate anche voi il Signore, che non mi fa stare in ozio, solo in riposo. Quando, due settimane prima che uscisse la notizia dell’accettazione delle mie reiterate dimissioni, ringraziai di persona il Papa, per aver accettato le mie dimissioni, Egli mi disse, sorridendo: “Ma lei farà tanto lavoro ancora per la Chiesa!”. Il che, me l’ha fatto ribadire dal Sostituto in una sua recentissima lettera. “Ti ricordi ancora di noi? Quando vieni a trovarci?”.

Come si fa a dimenticarsi? Più di quattro lustri non sono pochi! Ricordo tutto e tutti, perché il Signore mi ha dato una buona memoria: ricordo volti, strade, parrocchie, chiese e problemi; ricordo ciascuno dei sacerdoti, i diaconi permanenti, il Seminario e i seminaristi, le comunità religiose maschili e femminili, l’AC e gli altri Movimenti e Aggregazioni laicali; ricordo i municipi e le tante Autorità, con cui ho avuto a che fare. Ricordo financo le strade, ove sono andato a trovare col parroco gli ammalati, molti dei quali sono già in ciclo. Non amo ricordare le opere fatte, le nuove chiese, il nuovo seminario, i restauri realizzati... Solo ringrazio Dio, per l’aiuto che mi hanno sempre dato il caro Vicario mons. Mannarini, il Consiglio episcopale, i Vicari di settore, la Curia con tutti i suoi membri e uffici, i due Economi diocesani, il compianto don Sandro e don Antonio Montinaro, tanti amici e benefattori, che mi hanno aiutato con sacrificio e generosità Se, però, dimentico le opere fatte, sono sempre presenti le mie lacune, gli errori, i peccati: per questo, confido nella misericordia del Signore e nella vostra amabile e ricercata preghiera. Ed ora l’ultima domanda: “Quando vieni a trovarci?”. Rispondo sempre a tutti così: “quando mi invita il Vescovo e se lui ha piacere”, potrò accertare qualche invito, se la salute me lo consentirà. Intanto, lo ringrazio di cuore per avermi invitato a celebrare il trentesimo episcopale nella nostra Cattedrale e sono stato lieto di inviare il mio saluto al vostro riuscito convegno diocesano. Invitato, col consenso del nostro Vescovo, nel ventennale dell’Issr, spero di venire, a dicembre, per parlare del Vaticano II. Amate il vostro Vescovo; aiutatelo nel lavoro e nei suoi programmi pastorali; accertate gioia i cambiamenti che, nella sua esperienza e saggezza, sta apportando. Ricordate: “nichil sine Episcopo”. Ora il vostro Vescovo è Domenico. Gli uomini passano, la Chiesa rimane! Pregate per me, abbiate tutti il mio affettuoso e grato abbraccio e la mia benedizione, Alberobello, 1 novembre 2010 + Cosmo Francesco Ruppi

DALLA PRIMA

Nel silenzio è la nostra complicità Lo potremmo chiedere anche noi, se non fossimo silenziosi, a tanti nostri parlamentari disposti ad obbedire alla ragion di partito piuttosto che a seguire la coscienza e la norma morale. E allora sarà difficile dare una risposta, almeno accettabile; sarà difficile spiegare e convincere. Come possiamo scandalizzarci dinanzi a chi non si ferma a soccorrere chi è stato aggredito e lasciato agonizzante sul pavimento in una metropolitana, se poi anche noi passiamo silenziosi dinanzi alle nefandezze del giorno? L’indifferenza ci stringe il cuore e ci oscura la mente. Ci trascina, perché tanto non costa nulla. Anzi, ci toglie persino dagli impicci. E nella nostra indifferenza, cresce l’immoralità, si organizza il malaffare, si diffondono i vizi e si corrompono i costumi. Nicola Paparella


L’Ora del Salento

Lecce, 20 novembre 2010

primopiano

CARITAS DIOCESANA IL NUOVO ANNO PASTORALE

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Inaugurazione dell’Anno pastorale della Carità Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Domenico D’Ambrosio Sabato 20 novembre 2010 - ore 18,00 Parrocchia San Giovanni Battista - Lecce

Una serie di iniziative mirate: dagli aiuti alle famiglie, all’ascolto, alle sinergie con il volontariato e le associazioni

Di fronte al dramma della povertà. I progetti di carità Partono le principali azioni della Caritas Diocesana che puntano soprattutto alla promozione delle Caritas parrocchiali. Molti sono i progetti. Alcuni sono nuovi altri sono la continuazione e avanzamento di attività già iniziate. Il decimo Rapporto sulla povertà ed esclusione sociale in Italia, curato da Caritas Italiana e Fondazione Zancan, dal titolo “In caduta Libera” ci mette di fronte al dramma della povertà. La povertà si conferma un fenomeno che riguarda soprattutto il Mezzogiorno, le famiglie numerose, quelle con 3 o più figli (soprattutto se minori), quelle monogenitoriali e coloro che hanno bassi livelli di istruzione. E purtroppo sempre più famiglie in cui uno o più membri lavorano sono povere. La famiglia è in caduta libera principalmente per tre motivi: è la prima vittima della povertà; la precarietà del lavoro impedisce alle nuove generazioni la creazione di nuovi nuclei familiari; le istituzioni e la politica non la valorizzano adeguatamente e non si impegnano a sufficienza a rimuovere gli ostacoli che la mortificano. Le Caritas diocesane - continua il Rapporto - proprio per contrastare la crisi economica sono partite con 635 iniziative, attive presso 196 diocesi (su un totale di 220 diocesi italiane dove è presente la Caritas). La Caritas Diocesana di Lecce parte con diverse azioni che abbracciano non solo l’aspetto di soccorso alle famiglie povere ma vuole promuovere e sviluppare le Caritas Parrocchiali affinché in esse maturi l’acquisizione del metodo pastorale dell’ascolto, dell’osservazione e del discernimento delle situazioni e dei bisogni dell’uomo di oggi. Vuole prendere in carico l’“Uomo” tutto intero con le sue ricchezze e le sue povertà, spesso non solo materiali: la Scuola della Carità; il progetto “Speranza”; l’“Emporio Solidale”; l’Osservatorio permanente delle Povertà e delle Risorse. Tommaso Dimitri

L’Osservatorio Permanente delle Povertà e delle Risorse

Occhi e orecchie sempre attenti L’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse sarà lo strumento che permetterà alla Caritas di conoscere i contesti e il territorio in cui opera e quindi consentirà di poter progettare, animare e sensibilizzare adeguatamente la pastorale diocesana della Carità. La Caritas, organismo prettamente pastorale, è impegnata da sempre, oltre che sul versante operativo in risposta ai bisogni e alle emergenze, anche e soprattutto sul versante pedagogico e di sensibilizzazione. In questo suo essere coscienza educativa di una carità collegata alla giustizia e alla pace, avverte la necessità di assumere il metodo dell’ascolto, dell’osservazione e del discernimento, finalizzato ad animare la comunità cristiana ed il territorio alla solidarietà, alla condivisione e alla prossimità. L’”Osservatorio delle Povertà e delle Risorse” è quindi lo strumento della Chiesa locale per rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, disagio e vulnerabilità sociale, nonché il sistema di risposte messo in atto e finalizzato al contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Il lavoro dell’Osservatorio ha come destinatario principale la comunità ecclesiale ai suoi diversi livelli, ma è altresì importante che esso si rivolga, direttamente e indirettamente, alle istituzioni civili e all’opinione pubblica nel suo complesso, offrendo signiIl progetto “Speranza” prosegue con la seconda fase. È nata la “Cooperativa Speranza”, la prima di una lunga serie. Si tratta di un “cantiere aperto” per realizzare un’azione esperienziale concreta che si misuri con la necessità primaria del nostro territorio: dare lavoro ai più poveri attraverso un itinerario di selezione, formazione ed avvio all’impresa sociale di soggetti svantaggiati ed a rischio di esclusione sociale. Per questo motivo si propone un concreto percorso d’inserimento lavorativo che riveste di dignità la persona umana e traccia percorsi di autopromozione sociale svincolan-

Nascerà presto a Lecce il supermercato dei poveri Venerdì 5 novembre presso l’Istituto di Salute e Medicina Spirituale “S. Ignazio di Loyola” (“Le Sorgenti”) è stato presentato il libro traguardo dei 30 anni della Comunità Emmanuel dal titolo “Vita con Vita”. (è disponibile la registrazione del comunicato stampa sul sito www.caritaslecce.it) Aldilà del racconto della lunga missione di Padre Mario Marafioti s.j. accanto agli “ultimi”, che gli autori Oronzo Casto e Anna Greco hanno fermato in un libro, questa produzione editoriale della Comunità Emmanuel vuole camminare ancora più avanti e contribuire ad un’”Opera socialmente utile”: il progetto dell’“Emporio Solidale”. Cos’è l’Emporio Solidale? Un vero e proprio supermercato (gross market) di medie dimensioni (circa 500 metri quadrati) con casse automatizzate, carrelli, scaffali e insegne. La Caritas di Lecce, che da più di 25 anni è intensamente impegnata nel-

l’assistenza di più di 6.000 assistiti poveri attraverso le derrate alimentari dell’AGea (Comunità Europea) e della Protezione Civile, nella scia degli empori Caritas Diocesani di Roma, Prato e Pescara, ha fortemente voluto la creazione di un “Emporio Solidale” nella Città di Lecce. Questo permetterà certamente un miglioramento sul fronte dell’approvvigionamento, sul fronte della valutazione dei casi da sostenere, sul fronte dell’integrazione dei servizi e sul fronte della promozione socio culturale. La differenze è che ad esso potranno essere inviate non solo le persone residenti, ma anche coloro che sono privi di residenza e che i centri di ascolto, i consultori diocesani e parrocchiali della Caritas hanno selezionato come “famiglie povere”. Il Direttore Caritas Diocesana di Lecce, don Attilio Mesagne, nella conferenza stampa ha rimarcato come la “Caritas non è semplicemente una sta-

zione di servizio o un supermercato ma è anzitutto e soprattutto un organismo pastorale che organizza sul territorio, senza guardare il colore della pelle, il colore politico e religioso, la testimonianza della carità. Ma la pancia vuota non permette a nessuno di fare nulla ed è per questo che la Caritas è fortemente impegnata nell’erogare percorsi formativi che portano all’autentica condivisione e facendo passare tutti da oggetto a soggetto di educazione, da oggetto a soggetto di pastorale. Non si può dare nell’umiliare ulteriormente le persone, ma dare sì nell’intento anche di ricevere da queste persone. Facciamo di tutto che la carità si traduca quanto più possibile in educazione alla verità, alla libertà, alla giustizia, all’accoglienza, alla solidarietà e all’interculturalità e alla mondialità. Per questo siamo in prima linea per questa emergenza e per la costruzione di questo Emporio Solidale”.

Dal 30 novembre alle 18 nella Parrocchia leccese di San Francesco d’Assisi

Alla scuola della carità

ficativi elementi di riflessione nell’elaParte e continua nel mese di novembre il corborazione, nel monitoraggio e nella so di formazione per gli Operatori dei Centri di valutazione delle Politiche Sociali. Ascolto parrocchiali. Questo permetterà quel proficuo Gli incontri, che saranno di circa 2 ore, iniziadialogo con le istituzioni civili in un fe- no il 30 novembre alle ore 18,00 presso le Sale condo spirito di cooperazione che po- Parrocchiali della Parrocchia di San Francesco trà incidere operativamente sulle cau- d’Assisi, in via Scalfo (nei pressi di Piazza Pase del disagio, migliorando insieme lio), a Lecce. l’azione di contraLe apposite schede per sto alla povertà, La povertà nella Provincia le iscrizioni sono disponibiazione così urgenli sul sito ufficiale della te nell’attuale condi Lecce (dati ISTAT) Caritas Diocesana: testo sociale in cui Nella provincia di Lecce: su www.caritaslecce.it o si posviviamo. Il progetto na- 811.230 abitanti, vi sono 184.150 sono richiedere direttamensce con la collabo- poveri e 62.465 assolutamente te in sede. Il cammino di formaziorazione di ForLI- poveri (circa 23.724 famiglie). FE Onlus e il parNel distretto di Lecce: su ne è fondamentale per potenariato volonta- 158.652 abitanti, vi sono 36.014 ter collaborare fattivamente nei Centri di Ascolto e rio del Dipartimento di Scienze So- poveri e 12.216 assolutamente recuperando seriamente le ciali e della Comu- poveri (circa 4.640 famiglie) indicazioni della ConferenNel solo Comune di Lecce: su za Episcopale Italiana degli nicazione dell’Università del 94.775 abitanti, vi sono 21.513 “Orientamenti pastorali Salento che ha poveri e 7.297 assolutamente po- per il decennio 2010come referente la 2020” del documento: prof.ssa Maria veri (circa 2.772 famiglie). “Educare alla vita buona Mancarella. del Vangelo”: “La carità Tra gli amici che aiuteranno questa educa il cuore dei fedeli e svela agli occhi di impresa: la Fondazione Rico Semeraro tutti il volto di una comunità che testimonia la e la Banca di Credito Cooperativo di comunione, si apre al servizio, si mette alla scuoTerra d’Otranto. Si auspica la collaborazione oltre al patrocinio del Comune la dei poveri e degli ultimi, impara a riconodi Lecce, della Provincia di Lecce e la scere la presenza di Dio nell’affamato e nell’assetato, nello straniero e nel carcerato, nelCamera di Commercio di Lecce. Elvi De Magistris l’ammalato e in ogni bisognoso”. (n. 39)

Progetto Speranza parte 2a

Infondere fiducia in condizioni difficili

do le povertà dalla logica dell’assistenzialismo fine a se stesso. I servizi offerti sono: giardinaggio, pulizia e manutenzione del verde, piccole manutenzioni di muratura, falegnameria e pitturazione, babysitter, pulizie domestiche, condominiali e luoghi di culto, assistenza agli anziani. La “Cooperativa Speranza” ha la sede in via N. Sauro, 19 a Lecce (nei pressi di Piazza Mazzini) ed è aperta tutti i giorni, mattina e pomeriggio, anche se è opportuno telefonare prima per fissare un appuntamento o chiedere informazioni (tel. 0832 524085 cell. 333 2288677). Perché utilizzare la “Cooperati-

va Speranza”? Prima di tutto perché si aiutano quelle persone che perdendo il lavoro a 50 anni difficilmente potranno trovare una nuova assunzione, si collabora ad un’azione di impegno sociale che aiuta le famiglie per la risoluzione di alcune difficoltà di manutenzione a prezzi concorrenziali e si partecipa attivamente nell’azione pedagogica di cittadinanza attiva contro il lavoro non dichiarato e in nero. Possiamo comunicare e ricevere informazioni anche sul web nel sito ufficiale della cooperativa: www.cooperativasperanza.it. (email: info@cooperativasperanza.it). Nicola Rocca


L’Ora del Salento

Lecce, 20 novembre 2010

ecclesìa IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA

di Mauro Carlino

Venga il tuo Regno

La seconda lettura della solennità di Cristo, Re dell’universo, ci ricorda che Dio Padre, per mezzo del suo Figlio, “ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio” (Col 1,12). Dunque il regno di Gesù è innanzitutto un regno di luce, dove non vi è spazio per le tenebre del peccato. Ben sappiamo, però, che Egli stesso è la vera luce che illumina ogni uomo, per cui il regno di Gesù viene a coincidere con la sua stessa Persona ed è instaurato in questa terra proprio attraverso la sua missione, che culmina nel mistero pasquale. Quando il cristiano recita la preghiera del Signore e si sofferma sull’invocazione: “Venga il tuo regno”, percepisce che sta chiedendo al Padre che instauri nel suo cuore il regno di Cristo, ossia il dominio di Cristo nella sua vita. In tal modo, il credente si rivolge al Padre invitandolo a inviare nuovamente il suo Figlio, perché dimori nella sua anima, la quale mai troverà la vera pace, finché non riposerà con Cristo. In questo senso, acquista nuova luce e nuovo significato il brano evangelico di questa solennità, che ci riporta a contemplare le scene che si svolgono sul Calvario. Il Signore, morente in croce, ascolta le insensate parole del mondo: c’è chi lo schernisce, chiedendo un grande prodigio di autosalvezza; c’è anche chi gli porge dell’aceto e chi lo insulta, prendendolo in giro e giocando con le parole che il Signore aveva pronunciato durante la sua missione. Dinanzi a tutto ciò, certamente Gesù avrà sperimentato un profondo dolore, dovuto all’incomprensione e alla cecità degli uomini, ma la pagina evangelica lascia trasparire anche l’austera solennità e superiorità con cui nostro Signore affronta la croce della passione. Non risponde agli insulti ricevuti, non si lascia trascinare dalle parole polemiche ascoltate, ma se ne sta in silenzio: il suo regno non è di questo mondo e Lui non deve trionfare seguendo gli schemi dettati dagli uomini della terra, bensì deve mostrare a tutti la differente bellezza del regno dei cieli. Proprio per questo, il Signore risponde esclusivamente all’invocazione di preghiera, che gli rivolge il buon ladrone: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Ecco che qui si rivela ancora una volta quale sia il modo privilegiato per entrare nel regno, avvertirne la realizzazione fin da questa terra, fin da quest’“oggi”: solo la preghiera, l’incontro con Lui, ci introduce nel suo regno. Pertanto, contemplando ancora una volta il volto del Signore, che soffre i patimenti della passione per noi, proclamiamo al mondo intero la necessità dell’orazione. Siamone certi, il Signore stesso instaurerà nei nostri cuori il suo regno, se solo gli diremo con fede: “Venga il tuo regno”. Che il tuo Paradiso venga e abiti i nostri cuori, perché anche noi possiamo sperimentare la bellezza dell’incontro con Dio, il quale viene a noi, accompagnato dai suoi angeli e dai suoi santi. Ecco, viene il suo Regno e l’orante ne fa quotidiana esperienza: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso”.

L’AGENDA DELL’ARCIVESCOVO

Lunedì 22 novembre 2010 Mattina - Udienze Sabato 27 novembre 2010 Ore 11 - Presenta il libro di Mario Castellana, Giovanni Paolo II, Scienza e Verità presso la Fiera del Libro di Campi

Ore 18 - Conferisce le Cresime in Cattedrale Ore 20 - Celebra la Santa Messa con gli Scout presso i Passionisti di Trepuzzi Domenica 28 novembre 2010 Ore 11.15 - Conferisce le Cresime nella Matrice di San Cesario

INSEGNANTI DI RELIGIONE

Gli incontri al nuovo seminario: laici al servizio dell’educazione Ripartire dal tema del Convegno diocesano e fissare gli obiettivi di un percorso denso e impegnativo. Sono stati questi i due aspetti che hanno caratterizzato gli incontri degli Insegnanti di religione, tenutisi nell’Aula Mons. Mincuzzi nel nuovo seminario. Convocati su invito dei nuovi direttori degli uffici Scuola e della Pastorale Scolastica rispettivamente il Preside prof. Reno Sacquegna e don Alessandro Saponaro, hanno offerto ai presenti un momento di riflessione partendo dalle conclusioni del Convegno riguardo ai lavori degli ambiti soprattutto quello della Scuola e l’Università. Il prof. Sacquegna ha individuato alcune priorità

che ogni insegnante di religione dovrebbe tener presente nel suo agire quotidiano, focalizzando l’attenzione sul significato di educare e sul rapporto tra educazione e istruzione. Al suo intervento ha fatto eco don Alessandro il quale ha presentato l’Ufficio di Pastorale Scolastica, vera novità della serata, sottolineando la piena sintonia tra i due uffici nel ricercare linee comuni di progettazione e di coinvolgimento di figure professionali non necessariamente legate ai docenti di religione, ma a tutti coloro che nella scuola sentono ancora vivo il bisogno di essere espressione di una comunità cristiana, senza falsi bigottismi, autenticamente “lai-

21 NOVEMBRE LA GIORNATA DEL SOSTENTAMENTO

Le donazioni dei fedeli per il servizio dei sacerdoti L’Anno sacerdotale, indetto da S.S. papa Benedetto XVI e conclusosi lo scorso 11 giugno, ha riportato al centro dell’attenzione di tutti noi fedeli laici la figura centrale delle comunità parrocchiali: il sacerdote. Parlo dell’amico al quale confido ogni preoccupazione, certo della sua discrezione e sicuro del suo giusto consiglio; del fratello che mi accompagna lungo il cammino spirituale; del padre che guida i miei passi quando tutto sembra crollarmi addosso; del maestro che insegna la “buona novella”. Parlo del mio parroco, di tutti i sacerdoti della Diocesi e dei pochi - purtroppo - ragazzi che hanno intrapreso la via sacerdotale. Quando ho attraversato periodi in cui mi sentivo a terra, senza la forza di reagire, senza volontà, lui c’è stato sempre: il mio parroco. Si è messo accanto a me, prendendomi per mano, e mi ha aperto gli occhi. Mi ha fatto capire che nei momenti in cui mi sentivo solo, realmente non ero solo: ero io che non riuscivo a “sentire” tutti coloro che mi erano attorno. Aprendo gli occhi, ho iniziato a “sentire” queste persone: gente che spende il proprio tempo per gli altri, persone apparentemente normali che donano al prossimo un sorriso, una mano, un aiuto tangibile e reale. A quel punto mi sono chiesto: “Il mio parroco ha fatto tanto per me. Cosa posso fare io per lui?”. Ed ecco che ho la possibilità di contraccambiare in parte al dono che mi è stato dato tramite il mio parroco. Domenica 21 novembre verrà celebrata nella Diocesi - come

in tutto il territorio nazionale la Giornata per il Sostentamento del Clero: quale migliore occasione per dimostrare la mia vicinanza? Mi sono informato un po’ su questo evento: ogni sacerdote, per portare avanti al meglio i suoi impegni pastorali, dipende dalla propria comunità e dalle offerte da essa donate. Ma questo copre solamente il 3% del bisogno. Come recuperare il resto? Oggi purtroppo il rimanete viene sottratto ai fondi dell’8‰ donati alla Chiesa tramite la dichiarazione dei redditi, fondi che potrebbero essere indirizzati verso attività per le quali vengono raccolti: opere di culto, carità cristiana, nuove chiese o lavori di ristrutturazione per rendere più sane ed accessibili

le chiese attuali. Un modo quindi per aiutare il mio parroco c’è: ed è proprio quello di partecipare attivamente, con una donazione, alla Giornata per il Sostentamento del Clero. Posso donare il mio contributo tramite le quattro modalità abituali messe a disposizione: bollettino di conto corrente postale, bonifico bancario, carta di credito e donazione diretta presso l’Istituto Sostentamento Clero diocesano. Oltre a queste modalità classiche, si stanno sperimentando nuovi modi di donare le offerte per i sacerdoti: si pensa ad una nuova cassetta per le offerte in chiesa, dedicata espressamente al sostentamento del clero, come anche all’utilizzo del canale internet, diretta-

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mente dal sito della parrocchia (fonte: Sovvenire, settembre 2010). Per le parrocchie in cui è partita la sperimentazione, è stato allestito il cosiddetto “bussolotto”: una nuova cassetta per le offerte destinata esclusi-

LA CURIOSITÀ

vamente al sostentamento del clero. Questa rimarrà in chiesa tutto l’anno, sempre a disposizione, così come rimarranno disponibili i nuovi bollettini postali premarcati. La seconda sperimentazione punta sul canale internet: ancora però solamente il 20% delle circa 26.000 parrocchie sparse nel territorio italiano ha un sito internet, anche se la percentuale è in rapida ascesa. Per sfruttare al meglio ed in totale sicurezza questo nuovo strumento, i siti parrocchiali potranno ospitare un banner che punterà al Servizio Promozione del sito www.offertesacerdoti.it permettendo così la donazione. Ora, quindi, non ho più giustificazioni: tocca a me! Giuliano Prontera

ci” al servizio dell’educazione e della crescita dei ragazzi. C’è pertanto bisogno di creare attorno alle figure dei responsabili degli uffici preposti, una “rete” di collaborazioni che vanno dai docenti di religione ai rappresentanti delle varie associazioni di categoria, a dirigenti scolastici, alla stessa rappresentanza degli alunni, attingendo al movimento studentesco di Azione Cattolica. A proposito di “reti” erano presenti e hanno preso la parola i responsabili dell’Ufficio Ecumenico e del Dialogo Interreligioso. In una società multi religiosa, è necessario che la scuola contribuisca a favorire il dialogo tra le religioni, le “uniche capaci di creare ponti e non muri” tra gli uomini, anche nella nostra Chiesa locale. L’incontro si è chiuso con un appuntamento al 14 dicembre nel Vecchio Seminario di Piazza Duomo, con l’Arcivescovo per un momento di preghiera nel cuore dell’Avvento. Una considerazione, prima di apporre la firma a queste righe scadenti: è la prima volta che nella nostra diocesi l’Ufficio Scuola e Irc è affidato alla guida di un laico. Non è casuale che la scelta sia caduta sul preside Sacquegna che oltre ad essere “uomo della scuola” è da sempre una figura di laico impegnato nella diocesi nelle file dell’Azione Cattolica come responsabile diocesano dell’Uciim e provinciale dell’Unicef. Ritengo che sia un segno e come tale, da insegnante di religione cattolica lo voglio interpretare. A lui l’augurio di buon lavoro e di tanta pazienza, unitamente alla gratitudine verso mons. Arcivescovo per aver scelto alla guida di questi importanti uffici, persone che amano la Chiesa. M.R.M.

Don Gino e don Nando testimonial della campagna pubblicitaria Il 21 novembre è la giornata dedicata all’ofL’aiuto che ogni fedele può donare grazie alferta per tutti i sacerdoti. Un’iniziativa nata nel l’offerta non esclude la possibilità di donare l’8 x PASTORALE VOCAZIONALE 1984 che consente di aiutare coloro che tanto mille alla Chiesa cattolica. L’8 x mille è un contrioperano per i fedeli, sempre pronti a spendersi per il prossimo. Quest’anno la nostra diocesi, insieme a quella di Macerata, è stata scelta per rappresentare la Chiesa italiana in questa particolare occasione e, nello specifico, don Gino Scardino e don Nando Capone sono stati considerati gli emblemi di due diverse generazioni di sacerdoti. Don Gino infatti, parroco di Santa Maria delle Grazie a San Cesario, ha iniziato la sua carriera ecclesiastica ben 35 anni fa, mentre don Nando, parroco di Santa Maria del Popolo a Surbo, è al suo primo incarico ricoprendo infatti questo ruolo da soli 2 mesi. L’obiettivo dell’offerta è quello di accompagnare i sacerdoti nel corso di tutta la loro esistenza, anche quando anziani e malati hanno difficoltà nel portare avanti la missione affidatagli, permettendogli di portare comunque a termine i loro progetti di carità.

buto più noto che non costa nulla, ma le offerte consentono un ulteriore aiuto soprattutto alle piccole parrocchie e ai 600 missionari nel Terzo mondo; fra l’altro si possono dedurre dal reddito imponibile nelle dichiarazioni dei redditi fino a un massimo di 1032,91 l’anno. Vi sono diversi modi per donare: con conto corrente postale n. 57803009 intestato a “Istituto centrale sostentamento clero - Erogazioni liberali” via Aurelia 796 - 00165 Roma; in banca con uno degli 8 correnti postali dedicati alle offerte (la lista è su www.offertesacerdoti.it , nella sezione “le offerte - bonifico bancario”); con un’offerta diretta donata direttamente presso la sede dell’istituto diocesano sostentamento clero della propria diocesi; con carta di credito visa e cartasì, telefonando al numero verde di CartaSi 800-825000 oppure con una donazione on line su www.offertesacerdoti.it Valentina Polimeno

Centro Diocesano Vocazioni Lecce Gruppo Miriam - www.vocazionilecce.it Adolescenti, un viaggio, un’avventura…

27 novembre 2010 - La mia adolescenza: “Che mi succede?” 18 dicembre 2010 - Le mie radici: la mia famiglia, un dialogo impossibile 22 gennaio 2010 - L’adolescente e la fede: la crisi e l’esempio di S. Maria 19 febfraio 2011 - L’amicizia: insieme è meglio 19 marzo 2011 - Innamorarsi: “Quando dico che ti amo” 16 aprile 2011 - Gesù: un amico speciale 10 maggio 2011 - La preghiera: “Ma perchè pregare?” 3-5 giugno 2011 - Libertà di... libertà per... Giornate di fraternità e condivisione Dove?: Presso la casa delle Suore Carmelitane di Arnesano, Via Materdomini n. 30 A che ora?: Dalle 17.00 alle 19.00 … sei pronta a partire.


L’Ora del Salento

Lecce, 20 novembre 2010

catholica

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CHIESA DI LECCE

Le attività di novembre Domenica 21 Giornata di preghiera per le Claustrali Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del Clero

Festa dell’Acr e Ac Giovani Oratorio Salesiani - Lecce

fede per ragazzi e ragazze delle Scuole superiori Seminario Arcivescovile, h. 19.45 / 21.30

Venerdì 26 “PrayerLab” Laboratori della

Sabato 27 Sacramento della Confermazione per giovani e adulti Cattedrale, h. 18.00

Domenica 28 Festa di apertura del Cammino verso la G.M.G. di Madrid - Cantelmo, h. 19.00

Lunedì 29 Immissione delle Sorelle Povere di S. Chiara nel Monastero “S. Nicolò” in Cattedrale, h. 16.00 e processione verso il Monastero (ex Casa Pax)

Anche a Lecce una cerimonia di investitura. Per via di una scomunica non possono utilizzare le chiese per le loro celebrazioni

Ordine dei Templari, un pò di chiarezza Sono trascorsi alcuni anni e purtroppo vengo sollecitato da atti ed eventi a scrivere sull’argomento. È stato riportato, con grande evidenza, su vari organi di stampa, che a Lecce c’è stata una “cerimonia d’investitura di Cavalieri Templari” alla presenza di tante personalità. I vari servizi non hanno spiegato chiaramente, o io non ho capito, se trattavasi di “ingresso” di nuovi soci nell’Associazione “Arcadia” o se la cerimonia era una “investitura di Cavalieri Templari”. Ma tutti indossavano mantello e spadone come da iconografia. A rafforzare questo mio modo di aver capito è anche la loro origine e storia che, riportava la stampa, risale a Ugo di Payns (che fu il fondatore dell’Ordine nel 1119). È fuori discussione che qualunque gruppo di persone aventi lo stesso scopo possono unirsi in associazione ed è, pertanto, corretto che i nostri conterranei si siano associati nella loro “Arcadia”. Non ci siamo sul gioco dell’equivoco in almeno un paio di passaggi, specie quando rivendicano la loro origine nell’abate di Cluny. Non è il caso di disquisire di storia ma un fatto certo è che, purtroppo, quella che fu il fantastico e ricco Ordine dei Cavalieri del Tempio fu annientato fisicamente completamente, improvvisamente e violentemente dal sovrano di Francia Filippo il Bello e, nello spirito cristiano, con la scomunica decretata dal papa Clemente V nel 1314. Con la morte sul rogo del Gran Maestro Jacques o James Molay e del Maestro di Normandia Charney la sera del 18 marzo 1314, finisce la Cavalleria Templare per la condanna di tutti i cavalieri e la confisca di tutti i beni che vennero divisi tra l’Ordine di Malta, Filippo il Bello e una minima parte all’Ordine del S. Sepolcro. è singolare il verificarsi dell’anatema lanciato dal Gran Maestro che, prima di morire, proferì una maledizione che si realizzò: Papa Clemente V morì il 20 aprile (1 mese dopo) e Filippo di Bello il 29 dicembre (9 mesi dopo). Infine l’ultimo re della dinastia, Luigi XVI, 22° successore di Filippo morì ghigliottinato nello stesso posto della morte di Molay, 22° ed ultimo Gran Maestro Templare. Tuttavia pare assolutamente certo che tutti gli archivi e i documenti andarono a formare falò per mano templare e nemica. Ho più volte espresso che il destino dei Templari, dopo tale vicenda, ha eccitato l’immaginazione di molti e provocato molta compassione. Moltissimi hanno ritenuto di dover parlare al loro posto, tanto che si potrebbe pubblicare un voluminoso libro di sola bibliografia; ma quanto di vero e scientificamente corretto se quasi tutti i documenti sono andati in cenere? Sicuramente tantissima letteratura è fantasia romanzata. Altra certezza è il tentativo di rinascita e ricerca della legittimazione. Desiderio sicuramente apprezzabile sotto tanti profili ma che cozza contro la storia e la legalità statuita che non li conosce e riconosce. Oggi, a seguito della scoperta casuale di documenti relativi al “processo del 1314” rinvenuti nell’Archivio Segreto Vaticano, pare che sia stato chiesto alla Santa Sede di revocare la scomunica e di riabilitare l’Ordine. Io mi auguro presto di abbracciare que-

sti nuovi cavalieri di Cristo, ma per il momento devo attendere perché non mi consta che il Vaticano abbia dato risposta. Per quanto concerne questi nostri conterranei, essi giustamente la recente cerimonia d’ingresso l’hanno fatta a Palazzo Turrisi perché non possono pretendere di organizzare una “solenne cerimonia d’investitura” in chiesa. Che loro si dedichino alla solidarietà non è condizione per avanzare richiesta di usare una chiesa per una loro cerimonia ufficiale, come stanno cercando di ottenere, significherebbe approfittare o sperare che qualche parroco potrebbe non sapere o non ricordare della “scomunica a Divinis” pendente.

Tanto per completezza ricordo che la Santa Sede “riconosce e tutela” solo gli Ordini di loro istituzione ed, in aggiunta, riconosce soltanto il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme che gode altresì di personalità giuridica vaticana di diritto canonico. Lo Stato italiano al riguardo ha codificato una legge precisa e rigorosa che vieta, persegue e sanziona (o dovrebbe sanzionare) qualsiasi altro Ordine non riconosciuto. Il codice riporta e specifica che gli Ordini S.M.O.M. e O.E.S.S.G. sono gli unici, non suoi, riconosciuti e tutelati come da Legge. Romano Santamaria

SEGNALI DI LAICALITÀ/5

di Tonio Rollo

SCUOLA E MASS MEDIA

di Adolfo Putignano

Italiano/Ecclesialese e viceversa L’ampliamento dei confini scolastici Quella appena trascorsa è stata la settimana della Conferenza Episcopale Italiana riunitasi ad Assisi per uno degli incontri annuali di rito. Gli occhi di tutti erano rivolti alla città del Santo poverello. Le orecchie forse. Certamente tutti erano in attesa delle parole che il cardinale presidente avrebbe indirizzato ai suoi vescovi, almeno quelle riguardanti la realtà sociale politica italiana. Tutti ai blocchi di partenza per il gioco del: “Cosa diranno i vescovi dell’Italia?”. La seconda manche del gioco prevede: “Traduci dall’ecclesialese all’italiano e dall’italiano all’ecclesialese!”. A questo punto c’è da fare un passo indietro per spiegare come funziona il tutto. In apertura di ogni incontro, sia esso un Consiglio Permanente (composto dal presidente e vicepresidenti della Cei, dai Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali e dai Presidenti delle commissioni episcopali), sia l’intera l’Assemblea (dove ho partecipano tutti i vescovi, qualche emerito e, tra gli altri, i rappresentanti delle associazioni laicali) il cardinal-presidente introduce i lavori con una sua prolusione, un discorso introduttivo dove espone una serie di argomenti. G

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in Inghilterra tenuto alla Westminster Hall nel corso del suo recente viaggio; del ruolo della religione in ambito politico-sociale, con il conseguente rapporto tra ragione e religione; dell’impegno dei laici all’interno della società, in quanto sale e luce e protagonisti autonomi nelle vicende quotidiane; della formazione politica da non si può improvvisare, anche in funzione di una leadership che non si spaventa dei problemi seri; infine di quella che potrebbe essere “una disfatta educativa”. Naturalmente delle 16 cartelle della discorso di Bagnasco i mass media hanno soltanto sottolineato il rigo in cui si diceva che l’Italia da un punto di vista politico rischia “di galleggiare”. Formula ristretta visto che è stato molto difficile tradurre in italiano dall’ecclesialese il passaggio che proponiamo a tutti i nostri lettori: È necessario che le riforme in agenda siano istruite nelle maniere utili, perché non si indebolisca la rappresentatività politica. Finché infatti non si profilano condizioni realistiche di una maggiore stabilità per il Paese intero, è comprensibile che si avverta una sorta di esitazione e di diffusa incertezza. Si aggiunge a livello della scena politica una caduta di qualità, che va soppesata con obiettività, senza sconti e senza strumentalizzazioni, se davvero si hanno a cuore le sorti del Paese, e non solamente quelle della propria parte. Se la gente perde fiducia nella classe politica, fatalmente si ritira in se stessa, cade lo slancio partecipativo, tutto diventa pesante e contorto, ma soprattutto viene meno quella possibilità di articolata e dinamica compattezza che è assolutamente necessaria per affrontare insieme gli ostacoli e guardare al futuro del Paese. Un rischio - lo diciamo con un senso di apprensione profonda -, è che il Paese si divida non tanto per questa o quella iniziativa di partito, quanto per i trend profondi che attraversano l’Italia e che, ancorandone una parte all’Europa, potrebbero lasciare indietro l’altra parte. Il che sarebbe un esito infausto per l’Italia, proprio nel momento in cui essa vuole ricordare - a 150 anni dalla sua unità - i traguardi e i vantaggi di una matura coscienza nazionale. Cos’ha voluto dire il Cardinalpresidente? Ce l’aveva forse con qualcuno? Non era meglio parlare solo del Messale?

Sono tante le possibilità gestionali dell’itinerario formativo con l’integrazione tra i vari strumenti di comunicazione sociale. Arricchire la tradizionale lezione con la moderna tecnologia e didattica sviluppando comunitariamente ricerche, argomenti e materie mediante l’impiego di termini, foto e video e programmando efficaci percorsi curricolari comporta, certamente, la scelta di vivere in modo veramente interattivo l’attività scolastica. L’utilizzazione dei libri di testo, dei consueti sussidi didattici e dei soliti elaborati nelle lezioni frontali deve essere coniugata, infatti, con le applicazioni web e il mondo virtuale proprio dell’avatar, che consente di inserirsi e relazionarsi con una comunità che può offrire molteplici elementi culturali secondo un itinerario pianificato, sia pure in modo elastico a seconda delle esigenze riscontrate nei diversi momenti di verifica. Entrambe le modalità di approccio devono condurre lo studente, e comunque ogni utente, a formarsi una precisa identità arricchita da ulteriori conoscenze e da un pensiero libero e capace d’idonea ed esperta valutazione. Proprio nella diffusa massificazione presente nell’odierna società e nell’attuale sistema economico proteso al consumo esasperato, la scuola è chiamata, infatti, a sviluppare ed incrementare, con tutti i mezzi disponibili, le capacità di analisi, la creatività, le scelte positive. La trasmissione del sapere con la consueta lezione frontale o il semplice ed iniziale apporto per l’aumento d’informazioni mediante la ricerca di una quantità enorme di dati offerti unidirezionalmente dal web o con l’attuale concorso comunitario dell’interattività deve mirare alla cooperazione dell’intera collettività d’internauti, indipendentemente se docenti o discenti, per offrire convenienti utilità con il web. Con l’iPod/iPhone, la didattica s’inserisce efficacemente nell’attuale civiltà dell’immagine con riprese video, presentazioni di Power Point e foto e con l’uso dello smartphone rende attraente ed istruttiva una proposta immediata di eventi e documentazioni della vita quotidiana o di riprese presenti inizialmente su Internet. Con l’avanzato sistema operativo

mobile dell’iPad, la scuola può usufruire di straordinarie funzionalità, per compiere, mediante evoluti software, ricerche su testi complessi e lunghi seguendo la semplice pista dell’evidenziazione di un vocabolo o di una frase, ascoltare musica in streaming, gestire database, osservare ed esaminare foto e pagine riprodotte dal web, utilizzare giochi multiplayer in social gaming, cioè giocando senza confini. Si tratta, insomma, di compiere delle opzioni tra gli strumenti che la nuova tecnologia propone, tenendo presente che occorre operare scelte che devono trovare l’opportuno equilibrio tra i mezzi che risultano davvero utili per apprendere contenuti e maturare abilità. Anche perché la valutazione di un percorso scolastico non può limitarsi al modo e alla durata di valorizzazione degli strumenti, che devono rimanere mediazioni per comunicare a livello interpersonale. Adolfo Putignano


L’Ora del Salento

Lecce, 20 novembre 2010

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di Antonio Silvestri

Cambia il portale Inps: si apre ai cittadini

Da qualche giorno ha visto la luce sul web il nuovo portale Inps. Per la campagna di lancio era stato pubblicato un banner nella testata dell’Area Informazioni del sito www.inps.it che è rimasto in linea fino alla vigilia della svolta. Il banner informativo prometteva “ tra pochi giorni.. uno sportello sempre più vicino a te”. Per il lancio, quindi per coinvolgere i cittadini interessati, Inps ha anche pianificato la pubblicazione dei banner di annuncio e mantenimento sul motore di ricerca Virgilio, che espone anche una pagina dedicata ad illustrare le principali novità del portale Inps. Mentre il banner previsto per la pubblicazione è stato inserito - e vi resterà per circa un mese - all’interno delle homepage di alcune importanti testate giornalistiche nazionali on-line: Repubblica, Corriere della sera, il Sole 24 ore, Il messaggero e TGcom. Il nuovo portale si propone in una versione più ricca di contenuti e più facile da usare. Tra le principali novità è da segnalare l’area Inps facile, il nuovo Menu progettato per facilitare gli utenti nel reperire rapidamente tutte le notizie e gli aggiornamenti effettuati, i bandi, i messaggi e le circolari, le guide “Come fare per”, l’elenco dei contenuti più richiesti dagli utenti del sito, i riferimenti del Contact Center e delle Sedi Inps e la nuova sezione Ufficio stampa con i comunicati, la rassegna stampa-radio-tv e altra documentazione multimediale. Tramite questa nuova sezione bastano pochi clic, infatti, per raggiungere le informazioni desiderate. E trovano una risposta più im-

La salute prima di tutto di Domenico Maurizio Toraldo

mediata anche le domande più comuni. Come e quando usare i buoni lavoro? Perché e come versare i contributi volontari? Come riscattare gli anni di laurea? Come assumere una colf? Per gli utenti è ora molto più semplice trovare informazioni e moduli con i percorsi semplificati della sezione Come fare per. Inoltre, il sito Inps diventa anche spazio di ascolto con alcune nuove funzionalità per dare voce ai cittadini e agli interlocutori istituzionali: l’utente potrà esprimere un giudizio sull’utilità dei contenuti consultati, lasciando commenti e suggerimenti al fine di migliorarli e sviluppare, ad esempio, la sezione “Come fare per...”. Sarà proprio grazie al contributo degli utenti che il portale Inps riuscirà nel tempo a fornire un servizio capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese, diventando nel tempo lo sportello più vicino all’utenza. Tra i principali interventi sull’area Informazioni, da sottolineare l’importante aggiornamento della sezione Lavoratori migranti, riprogettata per offrire sia ai lavoratori italiani che rientrano in Italia dopo periodi di attività all’estero, sia ai lavoratori immigrati che scelgono di lavorare in Italia, normativa, informazioni, guide e link ufficiali utili per richiedere i trattamenti pensionistici e le prestazioni a sostegno del reddito nell’ambito delle Convenzioni bilaterali. Infine, da non dimenticare l’opportunità di ottenere il Pin nella modalità online, proprio attraverso il sito www.inps.it, in alternativa al canale telefonico del Contact Center 803.164.

I COLORI DELLA VITA

di Fabio Scrimitore

Creatività di un collegio: il pentamestre C’è stato un tempo in cui in tutte le scuole del Regno, prima, ed in quelle della Repubblica, dal 1946, l’anno scolastico era rigidamente diviso in tre trimestri. Nel 1986, la legge n. 467, interruppe questa tradizione unitaria, dando facoltà ai collegi dei docenti di introdurre il quadrimestre, in sostituzione del vecchio trimestre. Al tramonto del ventesimo secolo, esattamente l’8 marzo 1999, il Regolamento sull’autonomia riconobbe al collegio dei docenti il potere di suddividere l’anno scolastico in periodi di durata corrispondente agli obiettivi di apprendimento, programmati dallo stesso collegio. La sovranità nella programmazione didattica, riconosciuta, al collegio dei docenti, ha fatto pian piano quasi svanire dalle scuole italiane il familiare trimestre, sostituito, nella gran parte delle scuole, dal quadrimestre, molto più gradito tanto dalla scuola docente, quanto da quella discente.Non vi è dubbio, infatti, che, la sostituzione del trimestre con il quadrimestre libera almeno un poco gli insegnanti dalla monotona routine di tutti quei ben noti adempimenti cartacei, che i docenti debbono preparare, prima di riunirsi in consiglio, per effettuare uno scrutinio intermedio. In qualche istituto, però, l’incontenibile creatività del collegio dei docenti ha dissolto anche l’ormai pluri-decennale esperienza del quadrimestre, superando a piè pari anche il secolare dogma che imponeva l’identica durata dei periodi didattici in cui è scandito l’anno scolastico. Tutto ciò è avvenuto con l’introduzione di un elegante, quando cacofonico, neologismo: il pentamestre, che neppure il sempre aggiornatissimo dizionario Zingarelli, forse, ha ancora acquisito. Questa nuova intuizione didattica impegna gli studenti per cinque mesi a cominciar dal 10 gennaio e si conclude alla data fissata per la fine delle lezioni. Nel corso di questi lunghi cinque mesi, ogni insegnante si dovrà impegnare a proporre agli studenti almeno tre esercitazioni scritte - per le materie in cui sia previsto il voto allo scritto - ed altrettante interrogazioni. Il giorno d’inizio dell’anno scolastico segna, in conseguenza, l’avvio del primo periodo didattico, che riprende, naturalmente, l’antica denominazione di trimestre, ed è destinato a durare, sino alla conclusione dell’Avvento. Per conoscere con quale grado di apprezzamento sia stata accolta dalle famiglie e dagli studenti l’innovazione del pentamestre, associato al trimestre, è stato organizzato più d’un sondaggio, il cui esito, però, sembra che non abbia molto confortato gli autori dell’ardita innovazione. Le risposte degli interpellati, infatti, lamentano che l’estensione a cinque mesi d’un unico periodo didattico non si concilia affatto con gli interessi delle famiglie. I genitori, in realtà, chiedono di conoscere in tempi piuttosto ravvicinati i voti che i consigli di classe pronunciano sul profitto e sul comportamento dei figli, in modo che possano avere tempo sufficiente per spronarli a migliorare. È poco generoso lasciar le famiglie per 150 giorni senza giudizi meditati sull’impegno dei loro figli. Peraltro, cinque mesi fra il primo scrutinio e l’ultimo rischiano di dare agli alunni delle scuole secondarie uno stile molto vicino a quello degli studenti universitari, che, non raramente, vengono scrutinati a conclusione di corsi semestrali.

di Vinicio Russo

ILFISCO ED I CITTADINI

Pneumologo

Donne medico: il futuro della professionalità Il futuro della professione medica è donna. Già oggi le dottoresse rappresentano il 32% dei medici del Ssn. Ma il numero è in crescita: nelle Facoltà universitarie le studentesse terminano il percorso di studio nei termini previsti (26,5 anni), le matricole sono per il 60% di sesso femminile, e su 10 laureati 8 sono donne. Ma soprattutto, la percentuale di iscritte agli Ordini sotto i 30 anni di età arriva al 70%. Sono alcuni dati di cui si discuterà al convegno ‘Donne medico: il paradigma della professionalità’, in programma sabato a Padova, organizzato dall’Ordine provinciale dei medici e dal Comitato pari opportunità dell’azienda ospedaliera della città. L’aumento delle donne in camice bianco, spiegano i promotori dell’incontro, pone problemi sul piano organizzativo che attendono risposte. Conciliare la famiglia con la professione medica non è infatti facile . “Ogni donna che diventa medico - spiega Antonella Agnello, vicepresidente dell’Ordine di Padova, sul sito della Fnomceo - deve confrontarsi con tutti questi aspetti: da una parte il desiderio di realizzare ciò per cui ha con fatica portato a termine i suoi studi e quindi aspirare a posizioni per lo meno certe e non

precarie, avere la ‘sana’ ambizione di migliorarsi e magari ambire a posizioni apicali. Dall’altra realizzarsi come donna, madre e moglie, ed è a questo punto che non diventa semplice”. E lo dimostrano i dati. “Il 30% donne ai vertici di carriera - aggiunge Agnello - sono single o separate (contro il 10% dei maschi), il 30% non ha figli (13% maschi), il 20% ha un solo figlio (16% maschi)”. Secondo la vicepresidente dell’Ordine di Padova, “se non vogliamo che la femminilizzazione della professione medica conduca ad un impoverimento dell’offerta dei servizi sanitari, perché le donne sono costrette a scegliere attività che si conciliano più facilmente con la famiglia, bisogna trovare soluzioni nell’organizzazione sanitaria, come programmi di reinserimento dopo la maternità per non perdere i ruoli precedenti, asili nido aziendali, flessibilità dell’orario di lavoro”. Secondo i dati, oggi le donne si specializzano più in branche mediche e meno in quelle chirurgiche. Per quanto riguarda invece le differenze tra i livelli retributivi, secondo Agnello c’è “ancora poco impegno per colmare queste differenze per le quali le donne medico talora possono arrivare a guadagnare fino al 50% in meno”.

L’interrogativo dei politici cattolici

Recenti novità normative in tema di riciclaggio

“In una convivenza umana, ferita dal peccato personale e mortificata da vere e proprie strutture di peccato, il cristiano deve alimentare la profezia evangelica di una civiltà fraterna, traducendola in una nuova sintesi di giustizia e di amore, capace di mettere in equilibrio, nella città degli uomini, l’obbedienza alla legge e la gratuità del dono. Come possiamo abitare il mondo dell’economia e della politica, dei mass-media e della cultura, della scienza e della tecnologia, riconoscendone le leggi costitutive, ma nello stesso tempo professandovi, in modo non retorico o indolore, il messaggio liberante del Vangelo?”. Sembra questo l’interrogativo che i politici di ispirazione cristiana debbano porsi. Ma i Vescovi danno anche l’indicazione della via da percorrere: “Questa sintesi non riguarda soltanto l’ambito immediato della testimonianza personale, ma deve attraversare in modo benefico tutti gli orizzonti più ampi della testimonianza personale e della convivenza, per i quali la mediazione della politica appare come una forma alta e irrinunciabile di servizio alla persona umana e di promozione del bene comune. La società, continuano i Vescovi, ha oggi bisogno di una rinnovata dedizione cristiana alla politica, che sappia porsi in ascolto della dottrina sociale della Chiesa, levando la sua voce, in modo realmente libero e profetico, in difesa della partecipazione e delle istituzioni democratiche, e progettando nuove forme di incontro fra etica ed economia, per sconfiggere la grande tentazione dell’individualismo. Ecco allora l’invito a costruire un progetto politico di società solidale. Solidarietà non intesa come elemosina ma come virtù che si coniuga con lo sviluppo delle persone e del territorio. Il cittadino cristiano sbaglia se pensa di poter trascurare “i propri doveri terreni e non riflette che invece proprio la fede lo obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno. Al contrario, però, non è meno in errore colui che pensa di potersi immergere talmente negli affari della terra, come se questi fossero estranei del tutto alla vita religiosa, la quale consisterebbe, secondo lui, esclusivamente in atti di culto e in alcuni doveri morali” (Giuseppe Lazzati, La città dell’uomo). Quali sono le vie da seguire per l’impegno politico dei cattolici nella società attuale attraversata da così profondi mutamenti? L’impegno del cristiano comporta il rischio di due situazioni contrapposte: da una parte la confusione tra l’ambito della fede e l’ambito dell’impegno secolare, fondendoli l’uno nell’altro; dall’altra la separazione, come se le due realtà non avessero alcun punto di contatto. Il ruolo del cristiano nella società non deve essere totalizzante, altrimenti sarebbe portato ad assumere atteggiamenti di presuntuosa certezza della verità. Il laicato cattolico è chiamato ad interloquire con tutte le altre culture nella costruzione del futuro, della nuova città dell’uomo. Alla progettazione partecipano enti, persone, partiti, gruppi culturali, ecc., “che si rifanno a concezioni dell’uomo diverse, per taluni aspetti opposte, e, quindi, a diversi modelli della città che ha per fine di servire l’uomo e che ci riesce in quanto fatta a misura d’uomo”.

Il bollettino semestrale dell’Uif relativo al periodo gennaio/giugno 2010 evidenzia che nel primo semestre del corrente anno sono state effettuate oltre 15.000 segnalazioni antiriciclaggio, con un incremento di circa il 50% rispetto al corrispondente periodo 2009. Il maggior numero di segnalazioni risulta pervenire dalle banche (10.347 segnalazioni) oltre che dagli altri intermediari finanziari (2.622) e dagli uffici postali (1.759). Insignificante, invece, il numero di segnalazioni provenienti dall’ambito professionale (81). Non è escluso che per il secondo semestre 2010 i dati potrebbero essere più importanti, tenuto conto delle novità apportate dal d.l. 31 maggio 2010, n. 78 (convertito dal l. 30 luglio 2010, n. 212) che, come noto, ha modificato la normativa antiriciclaggio, di cui al d.lgs. 21 novembre 2007, n. 231, con particolare riferimento alle soglie per l’uso del contante e dei titoli al portatore. Nel primo semestre 2010 l’Uif ha condotto 12 ispezioni antiriciclaggio ed ha segnalato all’autorità giudiziaria 103 fattispecie di possibile rilevanza penale. Questi dati, si legge nel bollettino dell’Uif, “sembrano testimoniare che nel sistema finanziario del nostro paese sta effettivamente affermandosi una cultura della prevenzione. La conoscenza della clientela, il costante monitoraggio dei rapporti, la catena informativa innescata dalle segnalazioni di operazioni sospette costituiscono presidi fondamentali per contrastare i rischi di contaminazione dell’economia legale da parte di quella criminale e la conseguente alterazione dei meccanismi concorrenziali a danno delle imprese virtuose”. I dati dei professionisti continuano ad essere particolarmente deludenti. A fronte di “sole” 83 segnalazioni pervenute nel primo semestre 2009, nel primo semestre 2010 le segnalazioni sono scese a 81.Stabile l’apporto dei dottori commerciali e dei ragionieri (13 le segnalazioni dei primi nel 2009, 12 nel 2010, 6 dei secondi nel 2009, 7 nel 2010). In decremento le segnalazioni dei notai che dalle 47 del 2009 sono passate a 26 nel 2010. Fra queste, mentre 19 segnalazioni sono state effettuate da detti professionisti direttamente all’Uif, 7 sono transitate attraverso il nuovo canale del Consiglio nazionale del notariato. In incremento, invece, le segnalazioni delle case da gioco che sono passate da 4 (1^ semestre 2009) a 13 (2^ semestre 2010). Giangaspare Toma


Lecce, 20 novembre 2010

obiettivo

L’Ora del Salento

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SCENE DA OTTO X MILLE I RESTAURI NELLA MATRICE DI SAN CESARIO Ci son voluti tre anni per terminare gli interventi strutturali grazie al contributo della Cei e alle generose offerte dei fedeli

Nuova vita per l’antica chiesa parrocchiale Restaurato anche il campanile che è stato dotato di un concerto di tre nuove campane La maestosa Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Maria delle Grazie che si innalza nella piazza principale di San Cesario di Lecce, di fronte al Palazzo Ducale, da anni richiedeva un necessario intervento di risanamento e restauro. L’attuale edificio sacro del 1855 è il risultato di un ardito ampliamento di un’antica chiesa parrocchiale del ‘600. Verso la metà del XIX secolo infatti la vecchia chiesa fu in parte abbattuta e ampliata: rimasero intatti gli altari di San Cesario, costruito nel 1697, l’altare del Crocifisso, la facciata esterna sul cui timpano è situata la statua in pietra leccese di San Cesario. Nell’abside dietro all’altare maggiore, ricostruito dopo il Concilio Vat. II, è collocata la statua in legno della Madonna del Carro, opera del noto scultore Nicola Fumo. La Chiesa Madre è formata da una immensa navata centrale lunga m.44.70 e larga m.22.20; oltre all’altare maggiore, all’altare del Crocifisso e a quello di San Cesario, vi sono altri sei altari laterali finemente lavorati in pietra leccese con colonne tortili. Due vetrate istoriate illuminano con i loro colori le facciate anteriore e posteriore della Chiesa. L’edificio sacro è stato di recente restaurato in tutte le sue parti, sia quelle visibili sia quelle che non si notano, ma che hanno richiesto importanti lavori di manutenzione. Nel 2004 sono stati restaurati dapprima la sagrestia e lo studio parrocchiale con un importo di circa 80.000 euro presi dalla cassa parrocchiale, cioè dall’offerta dei fedeli. Nell’ottobre del 2007, dopo un lungo itinenario per le varie delibere e approvazioni del progetto di restauro degli architetti Bozza e Zizza, è stato dato l’incarico dei lavori all’impresa Marullo. Sono stati necessari ben tre anni per portare a compimento i lavori preventivati e gli altri interventi imprevisti che si sono resi necessari affrontare in corso d’opera. Gli interventi più impegnativi sono stati i seguenti: Restauro della imponente facciata principale alta 29 metri, riparando le gravi fessure, estirpando la vegetazione infestante e rifacendo parti staccate e compromesse della statua di San Cesario posta sul timpano. Copertura del transetto, rimuovendo le lastre in cemento-amianto e sostituendole con tegole canadesi. Revisione dei giunti dell’intero pavimento solare della chiesa e ripulitura dai muschi e da ogni erborescenza con sostituzione delle lastre di pietra che, rovinate, causavano infiltrazioni di umidità all’interno. Restauro del campanile con rifacimento del pavimento dei tre piani. Nuovo impianto di elettrificazione e di elettromeccanizza-

zione delle campane con tecniche moderne, e incastellatura in acciaio eliminando quella esistente ormai obsoleta e pericolante. Impianto di deumidificazione elettrofisica delle murature. Sostituzione dei conci particolarmente ammalorati con la tecnica del “cuci e scuci” nella facciata principale, nella parte laterale e restrostante della chiesa in via Duomo. Sostituzione dei pluviali in rame e ghisa. Rifacimento totale del sagrato ampliato di circa 25 m2 con gradini più bassi; il Comune ha concesso l’occupazione permanente del suolo pubblico. Descialbatura e restauro di tutta la zona basamentale interna della chiesa con sostituzione di nuovi conci sempre con la tecnica del “cuci e scuci”. Tinteggiatura in bicromia della navata, del transetto, dell’abside e degli altari laterali. Nuovo impianto di illuminazione a norma secondo le leggi vigenti Restauro del pavimento mosaico fatto nel 1937 e relativa lucidatura. Il preventivo di questi lavori di restauro non doveva superare i 400.000 euro per poter entrare nei finanziamenti dell’8 per mille della Cei che sarebbe intervenuta con il 50% dell’importo, precisamente con un contributo di 197.000 euro. I lavori su indicati e altri di non minore importanza hanno fatto sforare i preventivi in progetto registrando fino ad ottobre scorso una spesa in uscita di circa 455.000 euro. Con il contributo della Cei con l’8 per mille e con le generose offerte dei fedeli sono stati affrontati gli ingenti costi coprendo gli 8/9 delle uscite. Con il restauro del campanile si è voluto creare un concerto di campane per richiamare l’intera comunità a vivere e a partecipare ai vari momenti liturgici e celebrativi. Il campanile era dotato di 4 campane: 2 storiche, fra esse il campanone e 2 moderne (una rifusa circa 30 anni fa e una di piccole dimensioni). Per un concerto di campane era necessario averne altre 3 che sono state commissionate e realizzate dalla Ditta Pellegrino di Squinzano. Le tre campane sono di diverso peso e diametro per armonizzarle con le due esistenti. Sulla più piccola di 90 Kg, a devozione di San Luigi, oltre all’immagine del Santo, patrono della gioventù, vi è la frase latina “ad maiorem Dei gloriam”. La media di 150 Kg è a devozione di Sant’Oronzo, patrono della Chiesa locale. Sulla più grande di circa 270 Kg, a devozione di San Cesario, vi sono i nomi di Papa Benedetto XVI, del Vescovo mons. D’Ambrosio, e dell’attuale parroco mons. Luigi Scardino. Lucia Pellegrino


L’Ora del Salento 11

Lecce, 20 novembre 2010

zoom

LECCE/Chiesa del Carmine, l’altare di Santa Anastasia, identificati i pezzi dispersi

1710-2010 GIUSEPPE ZIMBALO La Chiesa Cattedrale di Lecce svolge, dal punto di vista storico, un ruolo fondamentale per la comprensione della architettura barocca salentina in generale e più in particolare del modus operandi di colui che ne fu il progettista documentato e cioè Giuseppe Zimbalo. Si è già detto che la costruzione di quello che è l’edificio religioso più importante della città prese avvio il 6 gennaio del 1659 allorché l’allora Vescovo mons. Luigi Pappacoda pose la prima pietra lasciandone in più un ricordo nell’epigrafe posta sull’angolo della chiesa verso la piazza. Diciamo subito che in questa breve analisi un ruolo determinante hanno i prospetti dell’edificio: quello principale dominato dalla statua dell’Assunta cui la chiesa è dedicata; quello laterale con la statua di Sant’Oronzo sorretto da due angeli; quello con la porta di Santa Irene che con la detta porta di Sant’Oronzo crea un significativo asse trasversale nella planimetria della chiesa attraverso cui la città, o meglio, la componente urbana entra nello specifico dell’edificio stesso. La chiesa, ricordiamolo brevemente, fu terminata nel 1670 circa. Alle dette ne dovremmo aggiungere un’altra, ovvero la cosiddetta “porta piccola” che alla Cattedrale consentiva l’accesso dalla strada che costeggia la parte posteriore dell’edificio. Tale porta, oggi murata, così come una edicola che si trova sempre sullo stesso lato, presentano una decorazione

Zimbalo, la cattedrale di Lecce e gli ultimi anni della sua attività

architettonica che specialmente nei volti degli angeli sembra, appunto, compatibile con l’arte e lo stile che lo Zimbalo aveva negli anni Sessanta del Seicento. Quando si sottolineava, all’inizio, l’importanza di questo edificio si alludeva nella fattispecie al fatto che, se opportunamente messe a confronto, le sculture presenti sulla “facciata con l’Assunta” consentono di ampliare l’elenco delle opere attribuite allo scultore ed architetto leccese di cui stiamo occupandoci. Su quest’ultima porta, immediatamente a destra e sinistra della statua dell’Assunta, due figure di angeli sono compatibili con altre due che sulla stessa porta delimitano e sostengono il timpano dal profilo frastagliato che fa da cornice alla statua della titolare. D’altro canto va sottolineato che anche tutti gli altri angeli qui presenti sembrano appartenere alla stessa mano. In ogni caso, torniamo agli ultimi due di cui dicevamo. Quello di destra ha in mano una palma, quello di sinistra un giglio. Questi due angeli, per la maniera e caratterizzazione dei volti e delle anatomie, sono direttamente ricollegabili alle analoghe figure che, nella chiesa di Sant’Anna (costruita fra il 1680 ed il 1688), a Lecce, sono presenti nell’altare maggiore (si vedano in particolare quelli che nella parte bassa della colonna esterna destra sostengono lo stemma della famiglia Cigala). La struttura, come detto, dei volti, la capigliatura ma soprattutto le anatomie ovvero la maniera in cui sono articolate le

RADIO E DINTORNI

parti del corpo degli angeli di Sant’Anna appaiono “forzati e deformi” ma di quelli del Duomo ne ripropongono gli stessi “errori” figurativi. Tutto ciò lascia immaginare che l’autore sia lo stesso e cioè lo Zimbalo. Fissato tale parallelismo è possibile passare pertanto dal modus operandi che l’artista adotta negli anni Sessanta e giungere così agli anni Ottanta, Novanta del Seicento ed anche oltre fino ad arrivare al fatidico 1710, anno della sua morte. È facile a questo punto comprendere come possano essere attribuiti allo Zimbalo i tre altari che sono sempre a Lecce nella chiesa dell’Idria. Entrando essi sono in particolare i primi - l’uno a destra, l’altro a sinistra - e poi il secondo a sinistra (vanno escluse le statue che sono nelle nicchie centrali). Fra tutti, l’ultimo, è quello più importante, perché all’interno della cappella è una datata (1704) epigrafe che consente di fissare cronologicamente la costruzione dei 3 altari. Anche in questo caso i nostri occhi dovrebbero soffermarsi sulle anatomie ed i volti degli angeli in particolare perché così facendo è possibile poi identificare la stessa mano dello Zimbalo a San Cesario ed esattamente nelle figure le quali circondano il grande stemma nobiliare che domina la facciata principale del Palazzo dei Marullo e così pure l’altare maggiore della locale chiesa di Sant’Elia; a Casarano, poi, nella Matrice, gli stessi volti li si ritrovano nel primo altare en-

di Alberto Marangio

trando a destra. Il viaggio nelle forme dello Zimbalo continua fino ad arrivare a Calimera dove -ma di questo si era già accennato qualcosa in un articolo precedente- sempre della stessa mano sono il datato (1692) portale maggiore e buona parte degli altari interni escluso: quello maggiore, il terzo a sinistra (attribuibile a Antonio Fiorentino da Corigliano), alcune parti del terzo a destra (dove sono stati utilizzati pezzi provenienti da un altare attribuibile al copertinese Giovanni Donato Chiarello), le mense di tutti gli altari, due statue laterali nell’altare del transetto sinistro. Volti simili a quelli detti li si ritrovano sempre a Calimera pure sulla facciata di una cappella che è oggi sotto il titolo di Sant’Antonio. A proposito della matrice di Calimera va ricordato quanto è sulla sua facciata principale e cioè la data 1688 - probabile inizio della ricostruzione della chiesa- unitamente ai volti scolpiti che per esecuzione vanno riferiti a mano diversa da quella del portale maggiore e degli altari detti. Una indagine fatta nei documenti parrocchiali consente di dare un nome a chi forse fece quella ricostruzione. Negli atti di battesimo fra il 1688 ed il 1689 troviamo più volte il cognome Margoleo - nota famiglia di costruttori di Martano - ovvero Ignazio (16 luglio 1688, 4 maggio e 20 giugno 1689) e Valerio (28 gennaio e 6 febbraio 1689) il quale a differenza del primo, che appare senza qualifica alcuna, è ricordato come “architetto”. A questo punto è necessa-

rio ritornare al Duomo leccese e guardare la sua facciata laterale con la statua di Sant’Oronzo ed in particolare i capitelli con teste d’angelo che costeggiano la porta di ingresso. Se si osservano questi volti si nota che Zimbalo affrontava il tema delicato degli occhi adottando soluzioni formali diverse; in una di queste egli tendeva ad usare, si passi il termine, delle vere e proprie “borse” sotto gli occhi. Ciò è visibile soprattutto negli angeli frontali. Curiosamente proprio questo dettaglio minimo, questa caratterizzazione della materia in funzione della luce e della posizione dalla quale andavano viste le statue, ricompare ancora e molti anni dopo nelle statue superiori della facciata della citata chiesa di Sant’Anna (il San Giovanni Evangelista ad esempio). Le statue di quest’ultima chiesa (i cui capitelli a teste d’angelo esterni, interni e lo stesso portale sono attribuibili invece a Giuseppe Cino) rivelano una esecuzione più sbrigativa di quelle del Duomo ma il prestare attenzione a quel particolare modo di trattare gli occhi potrebbe far escludere

l’ipotesi di un aiuto. Lo studio dei volti della Cattedrale consente poi infine di riconoscere la mano dello Zimbalo a Galatina nella grande finestra centrale che domina la facciata principale della Matrice ed in particolare nei due volti di angelo che sono collocati a circa un terzo dell’altezza delle due colonne che delimitano la detta finestra (per la Cattedrale leccese il confronto è con il volto di angelo collocato nel capitello della colonna di sinistra a ridosso della facciata). Infine vorremmo sottolineare alcuni elementi (una testa d’angelo e due angeli seduti laterali) che sono nella parte superiore dell’altare oggi collocato nella parete destra -transetto destro - della leccese chiesa del Carmine. Questi pezzi, compatibili stilisticamente con la produzione dello scultore leccese, potrebbero essere quanto sopravvissuto dell’altare di Santa Anastasia presente nella chiesa precedente l’attuale e che, come ricordato da un noto atto notarile, fu realizzato dallo Zimbalo ed esisteva già al 14 ottobre 1670. Fabio Grasso

APOLOGETICA di Roberto Cavallo*

Su Radio Liberiamoci web la dura realtà carceraria

Dal Brasile di Lula alla Spagna di Zapatero

Radio Libriamoci Web nasce in provincia di Agrigento nell’ottobre del 2009. Partita inizialmente come progetto sperimentale, il 1° luglio 2010 la giovane web radio (www.rlwebradio.com) confluisce, diventandone organo di comunicazione ufficiale, nell’Associazione culturale siciliana Klarheit, dedita alla promozione della cultura e del rispetto per l’ambiente nonché allo stesso impegno sociale. Tra le attuali, numerose attività della radio, si segnalano infatti la diffusione di musica libera (pubblicata sotto licenze Creative Commons, ovvero priva di vincoli Siae) e l’offerta di una vetrina a solisti e band non legati da alcun contratto a etichette o case discografiche; la promozione del libro e della lettura fin dalla giovane età; il sostegno dell’impegno sociale, attraverso la diffusione degli spot di organizzazioni non governative (attive sui fronti di guerra, nella tutela dell’ambiente, nella ricerca medica), e la promozione del commercio equo e solidale (assieme al sostegno per le realtà nazionali che ne promuovo lo sviluppo). Nel mese in corso, il palinsesto di Radio Libriamoci ha anche iniziato ad arricchirsi con l’avvio di nuove trasmissioni; tra queste, di particolare interesse risulta soprattutto il programma-inchiesta sulla realtà carceraria italiana Mondo recluso, “voce di drammi, inefficienze e speranze che spesso si perdono nel silenzio”. A partire infatti dallo scorso 15 novembre, alle ore 11.20 di ogni lunedì la nuova trasmissione affronta nei suoi aspetti più difficili un tema delicato e sempre all’ordine del giorno, dando così vita ad uno spazio di sensibilizzazione (ancora prima che di semplice informazione) ideato, curato e condotto da Davide Pelanda - profondo conoscitore del pianeta-carcere, nonché giornalista ed autore del libro da cui la trasmissione trae il titolo (Mondo recluso, Effetà Editrice, 2010). Un viaggio nei penitenziari italiani, dunque, che riporta le storie di molti detenuti assieme alla sofferenza degli stessi, legata non soltanto alla costrizione in un istituto, quanto anche a delle condizioni di vita che spesso non permettono affatto un’esistenza dignitosa, o alle difficoltà di poter svolgere, all’interno delle stesse nelle carceri, un’attività lavorativa che possa agevolare un domani il reintegro nella società. Merita infine di essere ricordato come, con la partenza di Mondo recluso, Radio Libriamoci abbia praticamente raddoppiato il proprio spazio dedicato al sociale: in questo modo salgono infatti a cinque le produzioni di contenuto culturale interamente realizzate con le sole risorse dell’emittente.

Non è un’errata corrige ma una doverosa precisazione. Nella rubrica della scorsa settimana, affrontando la tematica dell’impegno dei cattolici brasiliani a difesa della vita nascente, abbiamo riferito del progetto legislativo di liberalizzazione dell’aborto volontario promosso dalla Presidente Signora Dilma Rousseff e dal Partito dei Lavoratori di Luis Inacio da Silva, detto Lula. Va detto che attualmente l’aborto è permesso negli ospedali del Brasile esclusivamente in presenza di una delle seguenti condizioni: nel caso di gravidanza seguita a violenza carnale (stupro); nel caso di concreto rischio di morte per la madre, qualora proseguisse la gravidanza; nel caso di feti anencefalici (affetti da malformazione congenita mortale). Fuori da questi pochi casi (l’ultimo peraltro è stato introdotto solo recentemente dalla magistratura) non c’è alcuna possibilità di abortire legalmente. Il dibattito dei mesi scorsi (con vari progetti di legge di stampo-femminista presentati dal partito di Lula) è dunque relativo alla possibilità di estendere queste condizioni, ritenute troppo restrittive e limitanti la libertà della donna. Ecco spiegata l’importanza della battaglia della Chiesa: tutelare uno stato di diritto che consente ai bimbi - forse ancora per poco - di non essere straziati nel seno delle madri, spesso per motivi futili o comunque diversamente superabili. ***

Ma dal Brasile di Lula alla Spagna di Zapatero il passo è breve: così nei Paesi di antica tradizione cattolica oggi a guida socialista, è quasi gara a chi è più “laicista”. È di questi giorni, infatti, la notizia (“Avvenire”, 10 novembre 2010, pag. 21) secondo cui il tribunale superiore dell’Estremadura, su richiesta del padre di due allievi, ha ordinato la rimozione dei crocifissi da due aule della scuola pubblica “Ortega y Gasset” di Almendalejo. È la seconda sentenza di questo tipo emessa da un tribunale, anche se nel 2008 i socialisti del premier Zapatero avevano detto che la questione dei crocifissi nelle scuole pubbliche sarebbe stata regolamentata da una nuova legge sulla libertà religiosa e non lasciata all’arbitrio dei magistrati. Così non è stato. Il governo spagnolo si è anche fatto promotore di una maggiore estensione dell’interruzione volontaria della gravidanza e della legalizzazione del matrimonio omosessuale. Per tutti questi motivi Benedetto XVI, nella sua recente visita in Spagna, ha indicato la necessità di superare il corto circuito fra fede e il “laicismo aggressivo”, che in questi ultimi anni si è nuovamente manifestato, dopo l’anticlericalismo degli anni ’30 che insanguinò la Chiesa iberica. Il Papa ha definito “una tragedia” il fatto che in Spagna e in Europa ci sia stato e ci sia chi a piene mani “diffonde la convinzione che Dio è l’antagonista dell’uomo e il nemico della sua libertà”. * www.recensioni-storia.it


L’Ora del Salento 12

Lecce, 20 novembre 2010

le nostre città FUORI DAI DENTI

di Loredana Di Cuonzo

LECCE/Dal 22 al 30 novembre un evento presso i Teatini

Etica e politica, quale rapporto Giuseppe Zimbalo, una mostra documentaria La disaffezione al voto è un trend costante che meriterebbe d’essere analizzato seriamente dai politici. Il calo di partecipazione appare notevole e significativo, specchio dello stato d’animo del Paese, sempre più lontano da chi gestisce la Cosa Pubblica. In realtà, i motivi della tendenza alle diserzioni dalle urne sono molteplici. Nel caso delle ultime Regionali ha avuto un peso, evidentemente, anche la modesta importanza attribuita a questo genere di consultazioni da un numero crescente di persone. Ma, a parte i dati fisiologici inseribili nell’astensione cosiddetta “necessaria”, dovuti a fattori quali malattie o impedimenti simili - eventualità non peregrina, visto l’aumento medio dell’età dei votanti - meritano di essere considerati quelli relative alle astensioni “volontarie”, legate per alcuni al fatto di non seguire del tutto la politica e di disinteressarsene e motivate per altri da un sentimento di disgusto e di protesta verso la politica stessa. La crescita delle astensioni rappresenta così un segnale molto rilevante di per sé. Il non voto, infatti, non è che la punta dell’iceberg di un fenomeno assai più esteso. L’insoddisfazione nei confronti della gestione della Cosa Pubblica è in realtà presente anche tra molti di coloro che dicono di aver comunque, alla fine, votato. È questo atteggiamento di distacco verso la politica, sempre più diffuso, che non può in ogni caso essere trascurato. Una causa attendibile ci sembra di individuarla nella attesa da parte dei cittadini di una maggiore eticità della politica. Il concetto di politica etica è, forse, scontato, ma è bene riconsiderarlo. Un governo è etico se tutti gli esseri umani come tali, e non semplicemente come oggetti di dominio.

FISCOSENZAVELI

Cittadini e non sudditi. Il regime deve godere del libero consenso dei soggetti e tutti devono essere trattati da esso come persone umane nel pieno della propria dignità. Ma oltre alla inviolabilità della persona nella sua integrità fisica e morale un governo è etico se garantisce la libertà di opinione, di espressione, di religione; l’uguaglianza dei cittadini di fronte allo Stato; la partecipazione dei cittadini all’esercizio del potere; le condizioni necessarie ad una vita dignitosa per ogni cittadino; il governo della legge (stato di diritto). Garanzie reali, concrete, non semplicemente dichiarate e non agite. A che punto siamo in Italia? Onestamente, accade di pensare che queste garanzie non sempre siano perseguite. Se la persona è inviolabile nella sua integrità, come si colloca la vicenda di Stefano Cucchi? Se la libertà di opinione e di espressione sono il fondamento della democrazia che vuol dire l’invito del capo di Governo a non leggere i giornali o ascoltare quanto dicono i media? Ancora: l’uguaglianza dei cittadini di fronte allo Stato per alcune democrazie europee è un bene primario, qualcosa da cui non si può prescindere. In Francia è violenta, in questi giorni, la polemica sul presidente Sarkozy, al momento è sotto la lente di ingrandimento per una possibile complicità in un finanziamento illecito in campagna elettorale e conflitto di interessi. Senza entrare nel dettaglio, diciamo solo che se venisse trovata la prova di tali illeciti sarebbero per lui guai enormi, perchè il Codice Penale francese punisce pesantemente come reato penale il conflitto di interessi, un reato particolare, che prevede il rovesciamento dell’onere della prova:

al Pubblico Ministero basta dimostrare cioè che si è compiuta una azione in presenza di conflitto di interessi; sta poi all’imputato provare che era tutto lecito. L’immunità in Francia c’è, ma è limitata ai reati commessi nell’esercizio delle funzioni. Nel caso citato, se reato c’è stato, è stato commesso privatamente. E Nicholas Sarkozy potrebbe essere chiamato a rispondere in Tribunale di suoi eventuali reati: a quel punto si dovrebbe dimettere. Senza andare oltre nella disamina dei singoli punti, concludiamo con una riflessione. La disaffezione al voto crea abitudine. L’abitudine favorisce l’ampliamento degli spazi vuoti di eticità. L’ampliamento di tali spazi vuoti di eticità fa sì che il limite si sposti sempre oltre. Un limite spostato ancora una volta più in là avrà solo bisogno di un piccolo lasso di tempo per essere “digerito” e generare ulteriore dissafezione… e così via. Il governo della Cosa Pubblica vede tutti responsabili. Ognuno per la sua parte.

A Lecce convegno nazionale organizzato dalla Camera minorile

Il prossimo 22 novembre e fino al 30 (tutti i giorni, ore 10.0013.00, 16.30-21) avrà inizio nella Galleria del primo piano dell’ex Convento dei Teatini a Lecce una mostra (ingresso gratuito) dedicata alle opere di Giuseppe Zimbalo (Lecce,16201710) architetto e scultore fra i più significativi del Barocco Salentino. Questo evento fa parte delle celebrazioni per i trecento anni dalla morte dell’artista cui in queste ultime settimane abbiamo dedicato una serie di articoli. Tali celebrazioni si concluderanno con una conferenza e presentazione di un libro monografico sulle opere dell’artista. La mostra sarà organizzata in due sezioni: una sezione fotografica ed una documentaria. Nella prima sezione si è proposto un percorso rapido ed essenziale delle opere dello Zimbalo, partendo dall’unica opera autografa, spostandosi alle documentate, per finire poi a quelle che gli si possono attribuire. Il lavoro non ha ovviamente la pretesa di completezza ma vuole essere l’inizio di un

percorso di conoscenza di uno degli artisti a tratti più enigmatici del barocco. Fra le sue opere più importanti a Lecce ricordiamo la Cattedrale, il Campanile e tutta una serie di altri lavori più o meno noti, prevalentemente altari. Nella seconda sezione abbiamo deciso di esporre alcuni documenti ritenuti significativi in virtù del fatto che, per quanto ci è stato possibile rilevare, alcuni di essi non erano mai stati messi a disposizione del grande pubblico dei non addetti ai lavori. Ci riferiamo in particolare a quelli relativi alle ultime volontà dell’artista oppure quelli relativi al rapporto di parentela con Francesco Antonio Zimbalo, nonno paterno di Giuseppe. Francesco Antonio fu l’autore delle tre porte della leccese chiesa di Santa Croce e all’interno di questa stessa chiesa dell’altare dedicato a San Francesco da Paola. In questo discorso fatto di parole ed immagini vorremmo dimostrare come le parole, appunto, si trasformino in pietre e come le pietre, a loro volta, si trasformino in parole, testo

scritto. Tutto ciò è solo il primo passo per riconoscere un monumento come tale e per riconoscere un tassello della nostra storia. Un ultima doverosa parola va rivolta a chi ha concesso quello che burocraticamente si definisce “patrocinio” ma che è stato molto di più perché si è tradotto in un contatto umano fondato sul rispetto e reciproca stima e fiducia. Parliamo nella fattispecie di tutte le Arcidiocesi di Terra d’Otranto -in particolare quelle di Lecce, Otranto, Taranto, Brindisi - e le Diocesi di Nardò-Gallipoli, Oria, Ugento-Santa Maria di Leuca, la città di Lecce, l’Archivio di Stato di Lecce e finendo poi con la Presidenza della Repubblica Italiana che ha voluto insignire questo nostro lavoro di ricerca con il suo Premio di Rappresentanza. La mostra dopo Lecce si trasferirà in tutti i Musei delle Arcidiocesi e Diocesi dette nonché infine nelle città interessante a questa figura di artista. Per visite guidate ed informazioni contattare Fabio Grasso, cell.: 3284544872, email: fabiograssofg@libero.it.

“Che vinca il minore!”. Questo il titolo dell’ultimo convegno nazionale organizzato dalla camera minorile di Lecce di concerto con la facoltà di giurisprudenza dell’Università del Salento. Un evento che, visto nella sua interezza, si è presentato ricco ed eterogeneo abbracciando tutti i diversi campi competenti in questo ambito così delicato del diritto. Tema fondante, nonché filo conduttore del convegno è stata la tutela del minore considerata in tutte le sue sfaccettature in un’analisi dettagliata a tutto campo che ha trattato ogni singolo aspetto delle realtà più difficili e delicate vissute dai minori. Si è partiti, pertanto, da un’attenta discussione circa l’amore

familiare e di coppia che viene continuamente affrontato da giudici e avvocati. In seguito, le drammatiche e fragili realtà dei bambini condivisi tra i due genitori che divengono quotidianamente vittime dei litigi di quest’ultimi. Al termine, un confronto diretto di quanti operano nel settore della giustizia minorile. Così come affermato dall’avvocato Luca Monticchio, presidente della Camera minorile di Lecce, si è cercato di mettere in evidenza la tutela dell’ascolto e la difesa del minore poiché rappresenta parte integrante nonché fondante dei processi in questione. “Il nostro motto è sempre stato Formarsi per Collaborare ha affermato Pietro Sgobba, pre-

sidente dell’ordine degli assistenti sociali - perché noi assistenti vediamo il contesto come una grande scatola immaginaria che deve essere riempita e colmata con il contesto famigliare, entro cui vive il minore, e soprattutto con il servizio sociale che serve per costruire i patti collaborativi”. Un utile confronto, quindi, attraverso il quale avvocati e non solo hanno potuto discutere e riflettere circa le difficoltà ed i problemi che i bambini e minori spesso vivono all’interno delle loro mura domestiche, garantendo loro una maggiore e sicura tutela grazie alla sinergica collaborazioni di tutti i membri di servizio. Marco Marangio

a cura di Elena Palladino

Avvocato Specializzato in Diritto Amministrativo e Tr ibutario

Ligonziana di Nino Ippolito

I mutui per l’acquisto della prima casa Al fine di dare attuazione al Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa, che consentirà ai richiedenti di ottenere una sospensione del pagamento delle rate di mutuo. Soggetti beneficiari I soggetti beneficiari sono i titolari di un contratto di mutuo per l’acquisto di un’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale, sita nel territorio dello Stato. Requisiti per avere accesso alle agevolazioni Per accedere alle agevolazioni i beneficiari devono essere in possesso dei seguenti requisiti soggettivi: Titolo di proprietà sull’immobile oggetto del contratto di mutuo; Titolarità di un mutuo erogato non superiore a 250.000,00 e in ammortamento da almeno un anno; L’ammissione al beneficio è subordinata all’esistenza di uno seguenti elementi: perdita del posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato o termine del contratto di lavoro parasubordinato o assimilato; morte o insorgenza di condizioni i non autosufficienza di uno dei componenti il nucleo familiare, percettore di reddito per almeno il 30% del reddito imponibile complessivo; pagamento di spese mediche o di assistenza domiciliare documentate per un importo non inferiore a 5.000,00 euro; spese di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione o di adeguamento funzionale dell’immobile oggetto di mutuo, sostenute per opere necessarie e indefettibili; aumento della rata del mutuo, regolato a tasso variabile., rispetto alla scadenza immediatamente precedente di almeno il 25% in caso di rate semestrali e del 20% in caso di rate mensili. Modalità di presentazione della domanda Il beneficiario presenta domanda di sospensione direttamente alla banca presso cui è in corso il piano di ammortamento. Nella domanda così come proposta dal richiedente deve essere allegata la documentazione indicata nel punto precedente e il periodo di tempo per il quale viene richiesta la sospensione. L’istruttoria compete alla banca È, comunque, istituito presso il Dipartimento del tesoro un apposito Ufficio dedicato all’esame della documentazione relativa alla sospensione così come trasmessa dalla banca, nonché al rimborso dei costi e degli oneri finanziari sostenuti. Proprio il suddetto ufficio rilascerà (entro venti giorni) un nullaosta alla sospensione del pagamento delle rate di mutuo, che sarà comunicato al richiedente entro i cinque giorni successivi. Si rimane a disposizione per ogni ulteriore informazione al seguente indirizzo palladino@loradelsalento.it

QUANDO LA BANDA PASSÒ Compositori e marce

di Antonio Martino

(continua) La scala discendente dei flicorni bassi e contrabbassi e il successivo tappeto realizzato da semiminime con la risposta sincopata dei corni presenta un nuovo evento melodico della marcia sinfonica “Ligonziana” di Nino Ippolito. Immediatamente i primi clarinetti soprani sviluppano un incessante percorso di semicrome che infarcisce la melodia principale affidata al colore scuro dell’organico bandistico; ne sono protagonisti, infatti, i sassofoni tenori insieme con i flicorni tenori e i flicorni baritoni che alimentano un vero e proprio tema (in tonalità maggiore) con il materiale ritmico melodico ricavato dalla prima idea musicale (in tonalità minore). La nuova melodia ha un carattere leggero e rilassante con tanta voglia di diffondere tanto entusiasmo carico di luce sonora e ricco di energia positiva. La luce sonora viene riversata dagli interventi terzinati delle cornette in sib. sempre puntuali e concisi che si intersecano sia con la melodia principale sia con le semicrome dei primi clarinetti soprani. La ricca energia positiva si rileva dal risultato uditivo di tutte le componenti dinamiche presenti in questo contesto e dall’apporto, anch’esso decisivo, delle percussioni. Una maggiore attenzione merita l’intervento ininterrotto dei primi clarinetti soprani, i quali intessono un’intricata tela di suoni ascendenti e discendenti che funge da sfondo al tema principale; la linea si snoda con determinazione e leggerezza verso l’alto per ben quattro volte; dopo ha inizio la fase del moto discendente con una formula costante di suoni, in

cui la nota reale viene sempre rappresentata dalle semicrome esterne. I due schemi individuati sono riprodotti lungo tutto l’itinerario melodico portato avanti dal suono scuro della banda; è necessario, inoltre, rilevare una scala cromatica discendente proposta come elemento innovativo all’interno dei gruppi di semicrome presenti in questa fase. La riproposta del primo tema (in minore) giunge attraverso una scala minore ascendente e l’ascoltatore viene nuovamente immerso nell’atmosfera iniziale, già affrontata nel numero precedente. Questa volta il tema viene serrato attraverso una morsa ritmico - melodica al fine di realizzare uno stretto conclusivo ed accumulare maggior energia possibile per utilizzarla nella fase finale. Il fortissimo affidato a tutto l’organico è il chiaro segnale che la composizione volge al termine: lo squillo delle cornette in sib, coadiuvate dai flicorni tenori e baritoni, innesca una repentina risposta nelle ance, nei corni e nelle percussioni; l’idea centrale è da rilevare nel ritmo: croma-due semicrome-quattro terzine, rappresenta l’elemento cardine in questa sezione conclusiva. Il riapparire del tema in maggiore è un momentaneo cambio di colore timbrico che, una volta esaurito il suo passaggio, conduce la composizione verso l’epilogo. Il ritmo evidenziato in precedenza è il medesimo materiale utilizzato per completare lo scoppiettante e divertente finale. La composizione fu dedicata nel lontano 1965 al compianto direttore Gioacchino Ligonzo, indimenticabile personaggio del mondo bandistico.


L’Ora del Salento 13

Lecce, 20 novembre 2010

le nostre città LECCE/Fabio Concato al Politeama per Life Onlus

LECCE/Una mostra fotografica a Palazzo Carafa

Un concerto per la vita

Un gran ballo ottocentesco

È ormai diventato un appuntamento fisso quello con il concerto per la vita organizzato da forLIFE Onlus. Quest’anno si è infatti svolta la quarta edizione e il 13 novembre 2010 ore 20.30 al Teatro Politeama Greco di Lecce è venuto come ospite della serata il cantautore milanese Fabio Concato. L’iniziativa umanitaria è stata organizzata dalla Onlus con il patrocinio della Provincia di Lecce e del Comune di Lecce, e sono stati presenti l’Arcivescovo mons. Domenico D’Ambrosio e il Vescovo di Akwa in Nigeria, mons. Paulinus Ezeokafor, referente di forLIFE per il territorio nigeriano. Il concerto rappresenta anche uno strumento utile per informare riguardo le iniziative portate a termine e i progetti nuovi. La prevendita dei biglietti si è conclusa in sole tre settimane e l’interesse dimostrato dalle Istituzioni locali è stato molto gratificante. Tutti gli amici e i sostenitori di forLIFE, dopo un anno di intenso lavoro, sono stati testimoni della realizzazione di nuovi progetti e del consolidarsi di quelli precedenti, cogliendo l’occasione per festeggiare insieme questa gioia. Le scuole costruite fino ad ora sono tutte in attività e ben tenute e così anche i po-

Un accordo per la ricerca scientifica tra università e privati

liambulatori, le infermerie e le attività di allevamento, agricoltura e cucito introdotte in alcune realtà dell’Africa. È prevista per quest’anno anche l’inaugurazione di una scuola primaria che accoglierà 150 bambini ad Onneh, in Nigeria e il 16 ottobre scorso 5 amici salentini di forLIFE hanno preso parte alla festa del villaggio per l’apertura ufficiale della nuova scuola. ForLife Onlus si integra sempre più nel territorio salentino grazie al crescente numero di amici, alle numerose iniziative portate avanti in diversi Istituti Scolastici della provincia e al nuovo

progetto che vede forLIFE partner, insieme al Dipartimento di Sociologia e Scienze delle Comunicazioni dell’Università del Salento e alla Fondazione Rico Semeraro, di Caritas Arcidiocesi Lecce per la realizzazione del progetto “Mappatura delle povertà e delle risorse del territorio” che darà origine all’Osservatorio Permanente Povertà e Risorse in seno alla nostra Diocesi. Il Progetto sarà più agevolmente realizzabile grazie alla collaborazione della Provincia di Lecce, del Comune di Lecce e della Camera Commercio Lecce che hanno concesso anche il patrocinio.

L’Italia può fregiarsi di aver compiuto durante presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, un notevole passo in avanti, sull’esempio degli Stati Uniti d’America. Si tratta di un passo che potrebbe cambiare le sorti del Paese: è stato firmato un accordo davvero singolare, tra l’imprenditore Enrico Intini e il dott. Fabio Recchia, ricercatore di fama internazionale, primario di Anestesia e Rianimazione a New York e professore associato dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr e della stessa scuola Sant’Anna. Questi, dopo aver trascorso nove anni a New York, ha deciso di mettere in atto in Italia il tentativo di risolvere il problema dei tagli alle ricerche scientifiche attraverso i finanziamenti privati.

Raccontando la sua esperienza, egli ha affermato: “ Ho incontrato per caso Enrico Intini, che è del mio stesso paese d’origine, Noci, in provincia di Bari. Lui ha un grande gruppo nel settore costruzioni, tecnologia e sicurezza. E voleva investire in qualcosa di positivo”. L’accordo, oltre che dall’imprenditore pugliese, è stato firmato dalla prof.ssa Maria Chiara Carrozza, direttrice della scuola superiore Sant’Anna. “Per il triennio 2010-2013 - ha detto - sono arrivati 750 mila euro”. Potrebbe sembrare poco in confronto ai miliardi di dollari di donazioni private che il continente americano vede (20 miliardi per l’Harvard University, la più

di Giovanni Napolitano

VITE MIGRANTI

Regia Corvetta Caracciolo: diario del nonno La nave Caracciolo lasciò Port Jackson costeggiando il continente australiano passando per i canali interni fino allo stretto di Torres; durante la navigazione entrarono in Cleveland Bay facendo rotta sull’isola di Magnetic, ove sostarono. In fondo a quella baia c’è Townsville, città che conta circa 800 abitanti tra cui inglesi e numerosi indigeni; l’industria prevalente è quella mineraria ma si coltiva anche canna da zucchero e si esporta legname. Il primo negozio della città è di un milanese, tale sig. Armati della ditta Armati frères. Dopo il rifornimento la nave riprese il viaggio attraversando tante isole e dopo vari giorni di navigazione arrivarono a allo stretto di Torres fino a giungere alla punta più settentrionale dell’Australia. Sostarono nel paesotto di Tursday; la popolazione rappresentata da quasi tutte le

razze era per lo più dedita alla pesca delle perle, unica risorsa del paese. Il 13 febbraio 1884 partirono facendo rotta sull’isolotto Botis, a nord del golfo di Carpenteria. Fuori dal pericoloso stretto di Torres entrarono nell’Oceano Indiano percorrendo il mare di Arafura. Umberto scrive: “il monsone da nord-ovest soffiava teso e ci faceva percorrere non più di quattro miglia all’ora, perciò si decise di di ancorare in Nuova Guinea in attesa di condizioni più favorevoli”. Il giorno dopo Umberto e l’equipaggio giunsero presso l’isola inesplorata di Frederich Fleury e fecero rilevamenti circa l’idrografia che era solo supposta, all’epoca. La sera stessa la Caracciolo ripartì alla volta dell’isola di Banda per giungervi a stento solo il 24 febbraio. Il gruppo delle isole Banda è formato dalla Grande Banda che si trova a sud, delle piccole

Incastonata nella suggestiva ed elegante cornice del Palazzo Carafa, ristrutturato nel Settecento su disegni di Emanuele Manieri per volere del Vescovo Sozy-Carafa, edificio in questa occasione eccezionalmente aperto al pubblico, si è svolta tra sabato 13 novembre e domenica 14 una mostra fotografica dal titolo “Istantanee da un ballo ottocentesco”. “Questa è un’iniziativa che viene da lontano ma vuole andare ancora oltre - ha spiegato Mariangela De Carlo, Presidente della III Circoscrizione di Lecce (Leuca- Ferrovia), che ha organizzato questo evento nata dalla collaborazione tra la mia Circoscrizione e l’Associazione Culturale “Società di Danza Circolo Pugliese”. Questa mostra è collegata a “Un pomeriggio ottocentesco”, realizzato dalla società di danza il 17 ottobre, presso il salone delle feste di Palazzo Zaccaria; in quell’occasione i fotografi hanno voluto immortalare le immagini più suggestive dei balli in stile ottocentesco, e abbiamo deciso di realizzare questa mostra-concorso con le fotografie relative a quel pomeriggio, che saranno valutate per premiare la più interessante”. Un altro frutto della cooperazione tra i due enti è il corso di danza ottocentesca che si svolgerà ogni martedì dalle 20,30 alle 22,00 presso la sede della Circoscrizione, in Via Pordenone 2, gratuito per i residenti del quartiere e con uno sconto per i primi 15 iscritti. “Abbiamo avviato anche

isole Pisag e Kopal a Est, dal vulcano Gounnoy Api al Nord e dall’Isola Banda Neira dove si trova il paese. Compresi gli isolotti, le isole Banda sono dieci, tutte vicine le une alla altre, sono molto alte e perciò vi si hanno violente raffiche di vento. Il giorno, al contrario, è torrido; così scrive Umberto: ”di giorno il calore è accasciante e sono soggette a violenti maremoti che, si è notavvengono soprattutto al cambio dei monsoni. Il porto è insalubre e le eruzioni frequenti del vulcano Gounnoy e di altri alcune volte coprono il terreno di uno spesso strato di polvere. La città di Banda è piccola e composta da poche abitazioni. Qua e là sulla piaggia si vedono numerose capanne malesi, mentre un forte di origine portoghese domina tutta l’isola”. E qui i nostri eroi vivranno altre avventure.”

una collaborazione sia con la Società di Danza che con il Conservatorio di Musica “Tito Schipa”, per realizzare dei gran balli con la musica dal vivo. Probabilmente la prossima data sarà il 18 dicembre, e poi proseguiremo nel periodo di carnevale”. La sig.ra De Carlo suggerisce di far partire queste serie di gran balli da Palazzo Carafa, in occasione dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Lo scopo di questa serie di programmazioni, al di là dell’apparenza, non è il mero e superficiale intrattenimento, ma la socialità. La caratteristica delle danze ottocentesche, infatti, è quella di non avere un partner di ballo fisso, quindi ci si deve predisporre a socializzare senza pregiudizi con tutti, mettendo da parte anche le eventuali ostilità. “Dal punto di vista produttivo ed economico, di fatto afferma il Presidente - queste iniziative permettono alla nostra

importante del mondo), ma è almeno un buon punto di partenza. Quando Intini ha chiesto perché avesse scelto proprio Pisa, il professore ha risposto che è uno dei migliori posti in Italia per investire nella ricerca e l’innovazione. È arrivato il momento di smettere di lamentarsi dei tagli da parte del governo e sperare che il denaro arrivi dall’alto, è il tempo di agire e reagire coinvolgendo altre realtà e sensibilizzandole. Anche l’imprenditore si mostra molto soddisfatto dell’intesa raggiunta. “Abbiamo immediatamente intuito il valore della collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna” afferma. Questo è prova della vocazione globale del Gruppo, che diversifica le sue

città di diventare un punto di attrazione per questa società di danza nazionale, il cui calendario prevede degli appuntamenti in tutta Italia e anche in altre città europee; alcuni di questi sono aperti a tutti, in forma turistica. L’obiettivo è dare occasione al Salento di porsi in primo piano a livello nazionale ed internazionale, destagionalizzando anche al di fuori dell’estate queste iniziative, che favoriscono un turismo d’elite e di qualità, perché ogni iscritto deve acquistare un proprio abito ottocentesco”. Molto soddisfacente l’affluenza dei passanti, attratti dalla curiosità per la musica e i danzatori vestiti a tema, e colpiti dall’evento “innovativo, pur nelle sue radici molto antiche”. D’altronde quale ambientazione migliore del capoluogo in cui convivono sprazzi di ogni epoca storica, per innestare in un affascinante connubio l’antico e il moderno? Grazia Pia Licheri

attività in ambito nazionale ed internazionale, da una parte proiettato verso la collaborazione con l’estero, dall’altra ancorato alle proprie radici e ai propri valori. I settori di Business che coinvolge sono Development, Protection, Source. Le aree strategiche raggruppano più di venti società operative, presenti in Lombardia, nel Lazio, in Emilia Romagna, in Toscana, in Puglia, in Campania, in Basilicata, in Sicilia e in Sardegna. L’augurio è che l’esempio di questo nuovo modo di vivere la ricerca scientifica in Italia sia seguito e replicato, affinché si trovi un’efficace soluzione alla scarsità dei fondi statali e dell’arretratezza di molte strutture mediche o adibite agli studi sperimentali.

IN GALLERIA

di Alessandra De Matteis

Ti presento un amico dei fratelli Vanzina È arrivata sul grande schermo l’ultima opera firmata da Carlo e Enrico Vanzina “Ti presento un amico”. Questa volta la commedia, scritta insieme a Francesco Massaro, è stata presentata come un opera diversa dal loro solito, molto più sofisticata e brillante. Marco è un giovane manager italiano, che lavora a Londra nel marketing di una grande azienda di cosmetici. Lasciato dalla compagna, viene promosso e trasferito a Milano, dove però lo aspetta un compito al quanto ingrato. Toccherà a Marco occuparsi dello smaltimento dei dipendenti per far quadrare il bilancio. Nella città italiana però, non dovrà affrontare solo il lavoro, incontrerà anche quattro donne pronte a sconvolgergli l’esistenza.

Il protagonista del film è Raul Bova, perciò è facile immaginare come quattro donne si possano innamorare di lui. La cosa un po’ più difficile da immaginare è Raul Bova nei panni del cattivo, è l’unica veste in cui non l’abbiamo mai visto. Nonostante faccia del suo meglio, il passaggio da momenti comici a momenti seri non riesce proprio a convincere. La parte femminile del cast formato da: Barbora Bobulova, Martina Stella, Sarah Felberbaum e Kelly Reilly, dà una buona prestazione. Le quattro donne, dalle bellezze tutte diverse e con caratteristiche differenti, nel film vengono ben amalgamate. Tutto questo non basta però a risollevare le sorti di “Ti presento un amico”. La trama, forse sarà una coincidenza, ma è simile a quel-

la del film di Jason Retman “Tra le nuvole” con protagonista un altro sex symbol come George Clooney, a far la parte del tagliatore di teste. In entrambe le pellicole,il tema che fa partire tutto è la crisi, nel film di Clooney però tutto filava bene, riusciva ad immergersi perfettamente nel profondo del sociale, mantenendo un filo continuo con la realtà, cosa che non succede nell’opera nostrana. Per i Vanzina “Ti presento un amico”, aveva come obiettivo non solo quello di essere una commedia sentimentale, ma un film che portava alla riflessione sul difficile momento che stiamo vivendo per causa della crisi che ha investito l’intero mondo. Purtroppo, nonostante i buoni intenti ciò che né risulta è una commedia fin troppo leggera.


L’Ora del Salento 14

Lecce, 20 novembre 2010

appunti

Andrea De Carlo. Leilui È una storia di grande passione il nuovo romanzo di Andrea De Carlo, “Leielui”, edito da Bompiani. “Leielui è una storia d’amore ed il titolo è tutto unito perchè è la storia appunto di cosa succede quando lei e lui entrano in contatto e da lì passa tutto”. Così ha spiegato Andrea De Carlo in una recente intervista. Lo scrittore è nato a Milano nel 1952 e tutt’ora ci vive. Sempre a Milano ha conseguito la laurea in Lettere moderne con una tesi sulla storia contemporanea. Ha iniziato a scrivere racconti quando era ancora al liceo e, su consiglio di un amico, inviò il suo terzo romanzo, “Treno di panna”, ad Italo Calvino, all’epoca uno dei principali consulenti dell’Einaudi, che gli piacque e glielo fece pubblicare nel 1981. Da questo momento in poi inizia l’affermazione di De Carlo

che continua a scrivere passando anche dal cinema, collaborando prima con Fellini e poi con Antonioni. Ha scritto numerosi romanzi di successo tradotti in ventisei Paesi. In quest’ultima opera l’autore ha deciso di raccontare le contraddizioni dell’amore e le sue sfaccettature. Protagonisti del romanzo sono Clare Moletto, un’americana che vive in Italia da parecchi anni e che lavora al call center di una grande compagnia di assicurazioni, e Daniel Deserti, scrittore di romanzi di scarso successo ma autore del bestseller internazionale “Lo sguardo della lepre”. La storia si svolge nel corso di un’estate caldissima tra Milano, la costa della Liguria, il sud della Francia e Vancouver, in Canada. In un giorno di pioggia torrenziale, lui al volante della sua auto, ubriaco ed in

c@ttolici in rete argo

uomo, lo stesso peso”. Lo scrittore infatti, a capitoli alternati fa raccontare sia a Daniel che a Clare le sensazioni, le emozioni, i diversi punti di vista, maschile e femminile. Davvero non è semplice per uno scrittore saper parlare il linguaggio femminile, cogliere la sensibilità delle donne: “Rovesciare il punto di vista, in questo caso maschile, e sperimentare quello femminile - ha detto De Carlo - è stata un’avventura interessante: la consiglierei a qualunque uomo”. Per realizzare questo progetto De Carlo si è basato “sulle donne che conosco, cercando di calarmi nei panni di Clare e vivendo le situazioni attraverso di lei. La letteratura ha sempre raccontato i sentimenti e avevo voglia di infischiarmene del concetto che lo scrittore di qualità non se ne occupi. Anzi, l’ho fatto in modo

M U S I CALM E NTE Rebeccalibri.it portale di libri cattolici Passaggi di tempo con Franco Battiato Anna Rita Favale

IL POLLICE

QUASI A MEZZANOTTE Sarà un nostro limite, ma non abbiamo ancora capito perché e forse non lo capiremo mai tutto ciò che risulta essere una risposta alla ovvia e personale necessità di approfondimento e di riflessione (dalla storia alla scienza, dall’arte alla letteratura, dalla filosofia alla religione, alla cultura nel senso più ampio del termine), va in onda da sempre sulle televisioni italiane (quelle di Stato in testa) in un orario alquanto strano ed improponibile, al limite dell’assurdo. Nel permanere di un tale palinsesto, ecco “Speciale: ImpareRai” (Rai Storia, ore 23) l’interessante trasmissione, in onda sui canali tematici, dedicata, a cinquant’anni dalla sua prima puntata, a “Non è mai troppo tardi”, l’indimenticato programma condotto da Alberto Manzi che ebbe un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione del nostro paese, veicolando sul piccolo schermo tempi e modi del leggere e dello scrivere. Fino a costruire, in tal modo, una sorta di unificazione del linguaggio, ben oltre le singolarità delle mille città del nostro paese.

lor@delavoro di Samuele Vincenti L’Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e delle relazioni industriali, Adapt, fondata da Marco Biagi nel 2000 è una associazione senza fini di lucro, che in una ottica internazionale e comparata, promuove studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e del lavoro. L’obiettivo che intende perseguire è la promozione di un modo innovativo di “fare Università”, costruendo stabili relazioni e avviando interscambi tra le sedi della alta formazione, quelle del mondo associativo, le istituzioni e le imprese. In particolare, l’Adapt, con una esperienza ormai decenna-

piena crisi creativa, va addosso alla macchina in cui viaggia lei in compagnia del suo fidanzato, un avvocato noioso e prevedibile. Da questo evento, definiamolo pure catastrofico, nasce il loro rapporto. Inizialmente il rapporto tra i due è ostile, di diffidenza reciproca, ma la curiosità, il desiderio di andare oltre la semplice conoscenza, inaspettatamente li farà ritrovare innamorati. Avverrà gradualmente, incontrollabilmente, con tutte le contraddizioni, le difficoltà che due persone di oggi possono incontrare. “Volevo raccontare le ragioni, i dubbi, le contraddizioni profonde che una donna e un uomo di oggi si trovano a fronteggiare quando gli capita di innamorarsi davvero. La scommessa era parlarne nel modo più onesto possibile, e dare ai due protagonisti, donna e

marialucia andreassi molto diretto e facendomi molto coinvolgere”. E poi ci sono i tempi di oggi, moderni e convulsi nei quali agiscono i protagonisti: c’è l’editore Armando Zattola, interessato solo a fare soldi, c’è Pino Noce, il divo televisivo con la faccia da “cretino di successo” ed il call center dove lavora Clare, simbolo dell’eterno precariato. Questo romanzo è un viaggio interiore nell’anima dei protagonisti nei quali, sia la lettrice che il lettore, quasi inevitabilmente, si potranno identificare. ANDREA DE CARLO, Leielui, Edizioni Bompiani, 18.50, pag. 574

Tommaso Dimitri

Il Consorzio per l’Editoria Cattolica (Cec), che riunisce importanti gruppi editoriali (Edizioni Dehoniane Bologna, Edizioni Paoline, Elledici, Messaggero Padova, Edizioni San Paolo, Cei Progetto Culturale e Informazioni Editoriali), ha creato un portale, www.rebeccalibri.it, che vuole diventare un punto di riferimento per l’editoria religiosa italiana. Rebeccalibri.it, presentato ufficialmente l’11 maggio del 2007 alla Fiera del Libro di Torino, è ormai un portale ricchissimo di recensioni che raccoglie notizie e approfondimenti relativi all’editoria religiosa in Italia, ed ospiterà una banca dati bibliografica comune per gli editori che pubblicano titoli religiosi. Attualmente (novembre 2010) ha più di 70 editori cattolici. Rebeccalibri nasce, in ricordo dell’incontro tra Rebecca e Isacco (Genesi 23, 24), come luogo nel quale il lettore, come un viandante, percorso il suo sentiero, può fermarsi ed avere il giusto conforto. Un portale di informazioni librarie è una sfida quasi controcorrente. Ha il sapore di altri tempi (l’amore per il libro), la forza dell’oggi (le nuove tecnologie), lo spirito di servizio di sempre. Il sito presenta nella home page una serie di sezioni che mostrano i vari aspetti della comunicazione del libro: una sezione “Notizie” che riporta informazioni dal mondo editoriale; una sezione “Letture” che presenta estratti dei volumi in formato Pdf per una consultazione prima dell’acquisto; una sezione “In libreria” che presenta un panorama dei titoli più recenti e che gli editori hanno deciso di porre all’attenzione dei lettori; una sezione “Pensare i/n Libri” che accoglie articoli di opinione sull’editoria, proponendo anche una attenta scelta di letture tratte dalle riviste degli editori che aderiscono al progetto; una sezione “Operatori pastorali” per una tempestiva informazione ad hoc sulle ultime uscite; un “Calendario eventi” che informa sulle presentazioni dei volumi e sui grandi appuntamenti editoriali italiani e internazionali; dei “Percorsi di lettura” in cui possiamo trovare alcune proposte editoriali raggruppate tematicamente: l’Anno Paolino, I pellegrinaggi e turismo religioso, Campi Scuola, i 140 anni di Azione Cattolica e altro; ed infine l’accesso alla Banca dati. Buona navigazione

Sono aperte le prevendite per lo spettacolo Passaggi di Tempo omaggio a Gaya Kancheli con Franco Battiato in scena al Politema di Lecce sabato 20 novembre alle ore 21.00. Giya Kancheli, georgiano, da circa venti anni occupa un posto di rilievo per lo sviluppo di una nuova sensibilità artistica legata alla più pura spiritualità. La partecipazione di Franco Battiato - da sempre attento osservatore della cultura orientale - in qualità di voce solista insieme al compositore e al Coro del Conservatorio Tito Schipa di Lecce rende questo progetto unico e prezioso. Lo spettacolo è una coproduzione Fondazione Musica per Roma e Puglia Sounds in collaborazione con Ambasciata della Georgia, Ministero Georgiano della Cultura, Accademia Nazionale Santa Cecilia e 53esima settimana di Musica Sacra di Monreale. Biglietti poltronissima intero euro 25.00, ridotto under 25 anni euro 20.00, poltrone e palchi intero euro 20.00, ridotto under 25 anni euro 15.00 prevendita botteghino Teatro Politeama di Lecce dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00 e sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e online su www.pugliasounds.it Sabato 20 novembre ore 21.00 Teatro Politeama, Lecce. Pnformazioni 080.524.30.00 e 0832.24.14.68.

L’Adapt sostiene i giovani impegnati nella ricerca

le, opera in regime di convenzione con il Centro Studi Internazionali e Comparati e con la Fondazione Marco Biagi dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; fornisce assistenza tecnica alla “Commissione di certificazione” dei contratti di lavoro dell’Università di Modena e Reggio Emilia, istituita con decreto direttoriale 22 febbraio 2005 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; svolge attività di studio, di ricerca e di assistenza progettuale strumentali al perseguimento dei propri fini sociali; promuove partnership e reti internazionali in collaborazione con istituzioni internazionali, centri di ricerca e Uni-

versità di altri Paesi, anche al fine della partecipazione a bandi e progetti di ricerca internazionali e comunitari. L’obiettivo dell’associazione, in sintesi, è quello di sostenere, attraverso queste iniziative culturali e di informazione, un sistema di relazioni industriali e un mercato del lavoro di maggiore qualità. Oggi, in linea con la propria mission e forte del sostegno di enti e istituzioni governative, l’Adapt mette a disposizione di giovani che abbiano elaborato un progetto di ricerca innovativo o di particolare interesse, la propria struttura ed il proprio network internazionale di ricerca, oltre ad un congruo co-fi-

nanziamento, per la partecipazione a bandi nazionali e internazionali su temi di comune interesse. All’ideatore della iniziativa, che verrà formalmente proposta da Adapt e/o dal Centro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi”, verrà assegnato il ruolo di coordinatore di progetto o anche di responsabile scientifico compatibilmente con i requisiti soggettivi e oggettivi di eleggibilità previsti in ciascun bando (ad esempio l’età del ricercatore e gli anni di attività nel settore della ricerca), nonché un congruo contratto di ricerca (ovviamente subordinato all’esito positivo del bando). In questo clima così diffici-

le per la ricerca in Italia, il sostegno offerto dall’associazione può costituire una reale opportunità per entrare nel mondo del lavoro e per stabilire relazioni con ditte estere che sono interessate a sviluppare le idee progettuali dei giovani ricercatori italiana. Coloro che fossero interessati a questa nuova iniziativa di Adapt possono inviare il proprio curriculum vitae unitamente a una breve traccia del progetto di ricerca contenente obbligatoriamente titolo, durata, abstract, risorse umane e finanziarie ipotizzate, linea di finanziamento suggerita (Commissione UE, World Bank, Ilo, Ocse, ecc.) all’indirizzo e-mail

del prof. Michele Tiraboschi presso l’Università di Modena e Reggio Emilia: t i r a bos c h i @ u n i m or e . i t . I progetti di ricerca che verranno ritenuti di interesse, a insindacabile giudizio del comitato scientifico internazionale di Adapt, saranno inseriti nella programmazione di Adapt per il 2011. Adapt si impegna a sostenere, in via prioritaria, progetti redatti in lingua inglese e su una specifica linea di finanziamento individuata dal promotore della iniziativa. Non ci sono date di scadenza per la richiesta di sostegno all’associazione. I contributi saranno erogati fino all’esaurimento del fondo messo a disposizione.


L’Ora del Salento 15

Lecce, 20 novembre 2010

lo sport La fragilità della squadra giallorossa è troppo evidente in trasferta. Ma tra le mura amiche il Lecce finora ha sempre dimostrato compattezza e concretezza

L’ASSIST di Paolo Lojodice

La Samp per ripartire in fretta Un Lecce fragile quello che si è visto in quel di Udine che, già all’undicesimo minuto, è andato giù di un gol, primo di una tripletta di Di Natale cui si è aggiunto quello di Floro Flores insieme ad un rigore sbagliato dal Lecce in chiusura di gara. Poco avrebbe fatto il penalty se trasformato perché non sarebbe, infatti, cambiato il risultato ma, almeno, avrebbe offerto la pur magra consolazione del gol della bandiera. Le trasferte, evidentemente, sin qui hanno rappresentato un problema per i giallorossi: solo un punto è il risicatissimo bottino rimediato in ben sette partite. Peccato, la gara di Udine poteva essere, teoricamente, una opportunità per tentare una mini-serie positiva dopo la vibrante gara contro l’Inter. Invece si è è vista una copia sbiadita e incolore di quel gruppo che al Via del Mare, decisamente, ottiene migliori risultati. De Canio, a fine gara, a caldo, ha fatto la sua analisi: “Non c’è stata la giusta aggressività, non si è riusciti a gestire gli spazi senza palla e non si è riusciti ad accorciare”. Su questi temi ha lavorato in settimana per correggere gli errori dei singoli e dei reparti. Un elemento che dà da pensare è il numero di gol al passivo. E non lascia neanche tanto tranquilli il numero di gol realizzati.

S

L’ALTRO

VOLLEY SERIE B2

Il primo è 22 ed è il peggior dato della serie A; il secondo è 8 ed è il numero più basso insieme a quello di Bari, ultimo in classifica, e del Parma, con due punti in più in classifica. Se ci si aggiunge che su 7 gare fuori casa ben 3 sono finite con il rotondo 4-0 a favore degli avversari - Milan, Juventus e Udinese - il quadro dei numeri suggerisce qualche considerazione. La difesa troppo spesso ha amnesie fatali, veri e propri black out che aprono porte più che spalancate agli avversari, cui segue una preoccupante incapacità di reazione. Nè vale il ricordare che nel reparto difensivo nell’ultima gara fuori casa erano assenti i centrali titolari. Il giovane Semeraro farà bene a cominciare a considerare concretamente la necessità di correre ai ripari del mercato di gennaio, sebbene torni alla mente la battuta più volte proposta da Corvino a difesa delle sue scelte quando era direttore sportivo del Lecce: la spesa si fa al mattino presto, se al mercato si va all’una si trova quello che rimane. In questo caso, per forza maggiore, ci sarebbe da obiettare che meglio andare all’una piuttosto che affatto. Ad ogni buon conto bisogna dar atto che il calcio, poichè gioco di squadra in senso pieno, ha bisogno che ogni reparto funzioni al meglio perchè si ottenga il risultato.

Se la difesa non va c’è da considerare che evidentemente la palla non gira sempre al meglio. Il Lecce soprattutto nelle ripartenze veloci non riesce e mantenerla e, di conseguenza, non costruisce affondi. Siamo arrivati alla vigilia di Lecce Sampdoria. I precedenti - 16 gare al via del Mare - dicono che ci sono state 5 vittorie, 3 pareggi e 8 sconfitte. Diventa importantissimo riuscire a spuntarla e portar via i tre punti. Il vantaggio in classifica è diventato ora men che esiguo: un solo punto dalla zona caldissima con tre squadre che seguo-

no a 11 punti - Cagliari, Brescia, Cesena - e, a 9 punti, fanalino di coda, il Bari. Ad un terzo del cammino della stagione un facile calcolo fa immaginare che se l’andatura dovesse essere questa a fine campionato ci sarebbero 36 punti. 42 ne aveva il Bologna lo scorso anno, come quart’ultima in classifica nella scorsa stagione; 35 l’Atalanta, prima delle retrocesse. E non si autorizzati a pensare che i numeri di questa serie A debbano discostarsi significativamente da un punto di vista statistico. Chi deve cambiar passo è il Lecce. E deve farlo subito.

PORT di Paolo Conte

Comanda Ugento, Squinzano non molla, Alessano insegue

Inutile nascondersi, la Minniebet Ugento fa un campionato, le altre ne fanno un altro. Con il quinto successo consecutivo ai danni del Galatina per 3 a 0, i Falchi di Ugento incrementano i loro numeri da “ammazza campionato” dentro e fuori dalle mura del Palazzetto dello Sport ugentino. Sono ben 15 i set vinti in questo avvio di stagione esattamente come 15 sono i punti in classifica. Con il prossimo impegno già alle porte contro l’abbordabile Galatone, gli uomini di mister Cavalera non intendono fermarsi e puntano a consolidare la loro leadership. La prestazione fornita sul campo del temibile Galatina è l’ennesimo atto di forza di una squadra che non ha ancora concesso un solo set a chiunque abbia tentato invano di rallentare il loro volo, ha definitivamente consacrato l’Ugento come la prima indiziata alla promozione in B1. In attesa di aggiornare i numeri contro il malcapitato Galatone, la Minniebet cerca la sesta meraviglia della competizione. Chi promette battaglia fino alla fine è sicuramente lo Squinzano, che con la vittoria sul Paglieta, si candida

come l’anti-Ugento piazzandosi al secondo posto della classifica con 14 lunghezze. Aver battuto gli abruzzesi ha dato consapevolezza e autostima ai ragazzi di mister De Vitis, soprattutto se si pensa che il Paglieta era reduce dal successo prestigioso sul campo del proibitivo Alessano. In virtù dei risultati ottenuti il Direttore sportivo Giuseppe Cazzorla è il primo a sostenere: “è inutile negare quali siano le nostre ambizioni; lo Squinzano è una grande realtà del volley salentino e punta indubbiamente al salto di categoria”. Intanto i gialloblu sono pronti per la sfida casalinga contro il Martina per dare un seguito alla brillante performance fornita in Abruzzo e tentare di allungare una classifica ancora troppo corta. Ad Alessano invece non si fanno proclami e la squadra è chiamata alla prova Agnone in terra molisana. Mastropasqua e compagni occupano il terzo posto in classifica con 13 punti a una sola lunghezza dallo Squinzano e a due dalla capolista Ugento. L’ultimo successo casalingo sul Martina ha ridato vigore alla squadra di mister Medico e spazzato via gli incubi di Paglieta; l’obiettivo dell’Aurispa è dare continuità e

tentare di inanellare risultati utili per rimanere agganciata al treno delle grandi. In casa Filanto Volley la trasferta barese in quel di Castellana ha ormai le ore contate. Mister Licchelli mantiene alta la tensione dei suoi giocatori e non ammette cali di concentrazione dopo il netto successo per 3 a 0 nel derby contro il Galatone. Il Casarano con 10 punti in graduatoria è al momento la quarta forza del campionato insieme al Galatina e la linea di galleggiamento tra una tranquilla salvezza e la zona play off pare essere la vera dimensione di questa squadra, capace di dare filo da torcere su tutti i campi della categoria senza però convincere fino in fondo. Vista la classifica, anche la Materdomini come il Galatone è un avversario agevole per la Filanto, che però potrà contare sull’apporto del proprio pubblico e su un umore sollevato dall’ ultima vittoria esterna contro il Francavilla. L’impressione è che sarà una battaglia fino all’ultima schiacciata; in attesa del fischio di inizio Armeti e soci scaldano già i polpastrelli. In casa Galatina è tutto pronto per la seconda sfida casalinga consecutiva; con la

guancia ancora gonfia per lo schiaffone subito dall’Ugento, la compagine di mister Montinaro rialza la guardia contro l’Altamura. Nonostante l’ultimo tremendo K.O, il Galatina conserva il quarto posto in classifica in coabitazione del Casarano ed è determinata a ripartire subito per non perdere posizioni. I baresi sono reduci dal successo casalingo sull’Oria, ma indubbiamente sono un avversario alla portata dei salentini che intendono muovere la classifica e regalare tre punti fondamentali dinanzi ai propri sostenitori. A Galatone è il momento di darsi una mossa. Archiviato l’ennesimo passo falso nel derby di Casarano, il Galatea V. si avvicina alla trasferta più difficile del torneo e per giunta nel momento più delicato della stagione: Ugento. Tanto per usare un eufemismo, il campo del Falchi ugentini non è certamente il miglior palcoscenico dove iniziare a macinare punti importanti, ma da qui alla prossima gara esterna con il Paglieta fino al match salvezza contro la Materdomini, il Galatone dovrà iniziare a dare forti segnali di ripresa prima che i buoi scappino definitivamente dalla stalla. Paolo Conte

MONDO Il Csi verso Assisi “Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa” è il titolo, argomento che ispirerà, dal 3 al 5 dicembre, i lavori del tradizionale meeting di fine anno del Csi. L’evento, che sarà ospitato dalla Domus Pacis della città francescana, costituisce uno dei due grandi appuntamenti della stagione associativa, insieme all’Agorà di primavera. Differenti le finalità: se Assisi rappresenta il momento di riflessione sulla mission associativa (previsto anche l’intervento del vescovo, mons. Domenico Sorrentino, al termine della consueta fiaccolata-pellegrinaggio fino al Sacro Convento) l’Agorà rappresenta il momento per ripensare lo sviluppo della vision comune. Il tema proposto ad Assisi si motiva nell’assunzione di responsabilità del Csi per fare dello sport uno strumento per vincere la sfida educativa e partecipare alla costruzione del bene comune. Nella tre giorni associativa saranno presenti: mons. Domenico Pompili, Luca Pancalli, Manuela Di Centa, Gianni Rivera, Antonio Rossi, Andrea Zorzi, Santo Versace e altri ospiti del mondo della Chiesa, dello Sport e della Società Civile. Le quote di partecipazione sono di 101 euro per gli under 35 e di 121 euro per gli over 35. Programma provvisorio: Venerdì 3 dicembre 2010 re 14.00 - 17.30 Arrivi e accoglienza; ore 16.30 Venite e vedrete...; ore 18.00 Desidero poco e quel poco che desidero lo desidero poco. Ore 21.30 “Un diavolo di campione, un angelo di uomo. L’avventura umana di Gino Bartali”. Sabato 4 dicembre 2010 Ore 09.00 Signore, insegnaci a pregare! Ore 09.30 Mal comune, mezzo gaudio? Era di crisi, tempi di speranza. Ore 11.30 I carismi dello sport e il bene della vita. Il possibile educare; ore 15.30 Dal time out al tie break: ora è il tempo di giocare davvero. Sfide, risorse, alleanze; ore 17.30 Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa. Ore 21.30 Pellegrinaggio. Domenica 5 dicembre 2010 Ore 09.15 Tra identità e sviluppo: il Csi al servizio del bene comune e dei giovani Ore 10.15 Presentazione del decennio di revisione ed evoluzione del progetto culturale sportivo del Csi Ore 11.00 Benedizione dei partecipanti e partenze Le iscrizioni possono essere effettuate presso la Segreteria dell’associazione in Via Siracusa n. 50, che sarà aperta il lunedì, il mercoledì ed il venerdì dalle ore 17.00 alle ore 21.00, tel. 0832.392809.


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