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Lecce, 6 novembre 2010

L’Ora del Salento

UN EURO

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Nuova serie, Anno XX, n. 37

SETTIMANALE CATTOLICO

Lecce, 6 novembre 2010

Presentati nei giorni scorsi gli Orientamenti Pastorali della Chiesa Italiana per il decennio 2010-2020

EDUCARE

OGGI

La vita buona del Vangelo

Il Card. Bagnasco: una sfida culturale, un segno dei tempi Per fortuna regge la famiglia di Nicola Paparella Per un verso è maltrattata da tutti: dalla cultura, dallo spettacolo, dalla moda, dai silenzi del legislatore, dai cattivi esempi della politica; per altro verso la famiglia è ancora un solido punto di riferimento per le fasce sociali a rischio di emarginazione, per giovani, per gli anziani, per i disabili. Con una disoccupazione giovanile che si attesta al di sopra del 25%, con punte che oltrepassano il 30% nelle regioni del Sud, senza l’aiuto economico di mamma e papà i giovani non riuscirebbero a sopravvivere. In una stagione di crisi, la famiglia non può dare molto ai giovani; ma il poco che fa, risulta decisivo. Non ostante le promesse della politica, l’unico piano casa per i giovani - che siamo riusciti a vedere, in questi anni, è quello dei genitori che affrontano il peso e gli oneri del mutuo per garantire una casa ai figlioli. Né porta serenità - ai giovani - la politica centrata sul blocco delle assunzioni e sui tagli delle spese destinate al personale. Anche per gli anziani, per fortuna che c’è la famiglia. Con un servizio sanitario sempre più ingeneroso e con il progressivo disarmo del welfare, gli anziani riescono a far fronte alla precarietà degli anni e alle debolezze della salute, soltanto con gli aiuti che vengono dai congiunti, magari con la collaborazione di una badante. È uscito recentemente un libro di alcuni demografi della Bocconi (Francesco Billari e Gianpiero Dalla Zuanna) che adoperano una immagine per descrive la rete degli aiuti che si vanno a comporre all’interno della famiglia. Essi parlano di “famiglie grappolo”, nel senso che i nonni danno una mano a favore dei nipoti e ricevono in cambio un aiuto da parte dei figli. Noi riteniamo che la situazione sia ancora più complessa. Pensiamo che, almeno nel Sud, si stia riscoprendo il senso della famiglia allargata, della famiglia di caseggiato, dove l’aiuto reciproco riesce a superare disagi ai quali nessuno sembra più attento e si sopperisce anche alla lontananza dei figli o all’essenza di alcuni componenti della famiglia anagrafica. CONTINUAA PAG. 2

L’OMELIA DELL’ARCIVESCOVO Le indicazioni di mons. D’Ambrosio in occasione dell’inizio del ministero del nuovo parroco

Sia la Chiesa Cattedrale modello di decoro liturgico, fulcro della pastorale del centro storico di Lecce

Questa sera credo di essere un bravo indovino. Sono certo che, dopo aver ascoltato la parabola evangelica del fariseo e del pubblicano, tutti noi scegliamo di essere dalla parte del fariseo e facciamo nostro il suo atteggiamento umile, dimesso, anzi contrito: Abbi pietà di me peccatore, rifiutando con decisione l’albagìa del fariseo: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri (Lc 18,11). La vita del fariseo ruota attorno a se stesso: Io non sono come…. Io digiuno, io pago le decime. Una tale vita anche se è sincera-

mente e formalmente religiosa, alla fine trasforma la preghiera in un’opera dell’uomo. È paradossale la sottile arroganza del fariseo che nella sua preghiera usurpa il diritto di Dio di essere l’unico giudice dell’agire dell’uomo: Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone…. ascolta la preghiera dell’oppresso (Sir35,15.16) , ci ha ricordato il brano del Siracide. E allora soltanto quando l’uomo riconosce la povertà e il peccato che rovinano la sua esistenza, la sua preghiera acquista verità e autenticità.

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DOPO IL CONVEGNO DIOCESANO GLI AMBITI PASTORALI

Diritto al lavoro. Diritto alla festa

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Acr e giovanissimi dal Salento al Santo Padre

Tonino Cantelmi: i “nativi digitali” nuova emergenza

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L’Ora del Salento

Lecce, 6 novembre 2010

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MAGISTERO EPISCOPALE PASTORALE UNITARIA PER IL CENTRO STORICO L’omelia dell’Arcivescovo durante l’Eucaristia per l’inizio del ministero del nuovo parroco del Duomo

IL SOGNO DEL PASTORE

Cattedrale: parrocchia significativa, modello per le altre (continua dalla prima) L’umile e povera supplica del pubblicano viene accolta da Dio perché la preghiera del povero attraversa le nubi…. non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto (Sir 35,21). Un’immagine di alcuni geroglifici egizi dice che l’anima potrà essere ammessa alla vita divina a condizione che il suo cuore sia diventato più leggero di una piuma. Questo non sta a significare che non si debba avere più nulla di cui essere perdonati ma non avere più occhi per vedere il peccato degli altri, e convinti

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seo, nulla da esigere. Può solo chiedere affidandosi a Dio e non a se stesso. Diceva Charles Peguy: “La carità di Dio non medica colui che non ha delle piaghe…. Colui che non è caduto, non sarà mai raccolto, e colui che non è sporco non sarà mai ripulito”. Abbiamo bisogno e farisei e pubblicani di conoscere le nostre miserie e gridare il nostro peccato al Padre che vede nel segreto. Sentiremo allora come il pubblicano, il bisogno di essere raccolti e ripuliti dal suo perdono.

puto fare e donare, con dedizione attenta e con serena valutazione delle circostanze, delle situazioni e delle persone. Caro don Antonio, il Signore ti fa dono di una sua grande sorpresa con un carico di gravosa responsabilità, chiamandoti ad essere a sua immagine, un pastore buono. Sono convinto che metto sulle tue spalle un grande peso ma in qualche modo lo porteremo insieme. Nella Cattedrale c’è, come ricordavo poc’anzi un segno visibile che sta a ricordare la presenza del vescovo maestro e guida: la cattedra. E da quello che essa significa che dovrà partire il tuo ministero: l’annunzio della Parola, la celebrazione dei misteri santi, la fedeltà, l’obbedienza alla Chiesa che si esprime nella comunione con l’Apostolo. b. Bisognerà, per questa sua peculiarità, dare grande spazio alle celebrazioni e al loro decoro. La liturgia deve essere al primo posto nella tua cura pastorale ben convinto che la lex orandi è la lex credendi. Le celebrazioni liturgiche della Chiesa Cattedrale, chiesa del vescovo, devono essere, dovranno diventare le celebrazioni tipo per tutta la diocesi. c. Nella Cattedrale c’è il capitolo dei canonici che deve operare secondo le finalità proprie tra le quali assolvere le funzioni liturgiche più solenni nella Chiesa Cattedrale, e le altre che il vescovo assegna. Con il rinnovo dei suoi componenti e delle sue funzioni nei prossimi mesi, anche questa antica istituzione sarà l’espressione di una particolare ricchezza della liturgia in alcune sue espressioni e nell’esercizio del ministero della riconciliazione. La parrocchia che insiste nella Chiesa Cattedrale, come le altre due del centro storico della città, soffrono di un continuo e , per ora sembra, inarrestabile calo demografico, è dunque importante la presenza, l’accompagnamento, la cura delle piccole realtà che costituiscono la pastorale ordinaria e il quotidiano servizio alla comunità parrocchiale. La novità che ho voluto per il superamento della frammentazione e la possibile conseguente insignificanza della presenza e dell’animazione delle tre parrocchie che insistono sul centro storico, affida a te e agli due parroci e sacerdoti un cammino che deve fare, delle scelte unitarie e condivise, la novità che crea e moltiplica la parteci-

2. Un motivo particolare spiega la ricchezza di segni che arricchisce questa nostra santa assemblea e dà forza nuova alle nostre invocazioni. A tutti voi presento e immetto nel suo nuovo ministero di parroco di Maria SS. Assunta nella Chiesa Cattedrale il sac. Antonio Bruno. Quale il significato di questo gesto? Quali i compiti ? Quali le urgenze? Questa è la Chiesa maior et mater di tutte le Chiese della diocesi. La Cattedrale è spazio e consapevoli dei propri pec- ta in se stessa. e tempio consacrato al Signore cati , non avere tempo per sopIl pubblicano si affaccia al “pietra angolare e pienezza del pesare la vita degli altri. tempio, è disorientato, non cer- tempo”. Essa dunque non è La parabola del Vangelo ci ca di guadagnare posizioni. solo un edificio nel quale si presenta due stili di preghiera Non sa mettersi in relazione con entra, ma un mondo di grazia, lontani tra loro: il fariseo e il Dio: non osava nemmeno al- dove tutte le stagioni e le sipubblicano. zare gli occhi al cielo ( Lc 18,13 tuazioni della vita hanno una La posizione del fariseo è ). Lui fa parte dei lontani perciò loro consacrazione. ineccepibile, è corretta: sta in si ferma a distanza. L’unica cosa Le pietre ‘scelte e levigate piedi e il movimento dello che sente e sa fare è quella di che innalzano le sue mura, sguardo indica la direzione giu- battersi il petto e gridare la sua sono segno di fede. sta: Dio. Ma allo sguardo fisi- miseria. Ma in lui c’è lo sguarIl soffitto è figura della speco non corrisponde quello del do del cuore che guadagna una ranza: ostium apertum in coecuore, l’unico che orienta in dimensione verticale e dalla sua lum. modo giusto la preghiera. Il miseria impara il giusto orienL’altare ricorda il Cenacolo cuore del fariseo è accartoccia- tamento e incrocia lo sguardo e il Calvario. to su di sé, sul proprio io. La di Dio: pietà di me, peccatore. Il Crocifisso manifesta sua preghiera è come imbriglia- Nulla da vantare come il fari- l’amore che si dona: amor sacerdos immolat. di Giuseppina Capozzi PENSANDOCI BENE... La ‘cattedra’ richiama il colle delle beatitudini, donde Cristo insegna e proclama la nuova legge per mezzo dei La delicatezza del tema “infanzia” fa appello a tutta la nostra sensibilità suoi vescovi. di essere umani e di cristiani. Sensibilizzare le coscienze sull’inviolabilità della dignità e dei diritti dei bambini è uno dei compiti precipui della Chiesa. a. In questa I bambini sono i prediletti di Gesù e rappresentano “il simbolo eloChiesa Cattedrale quente e la splendida immagine di quelle condizioni morali e spirituali che insiste la Parrocchia sono essenziali per entrare nel regno di Dio” (Christifideles laici, 47). Maria SS. Assunta Il magistero della Chiesa indica costantemente l’esigenza di rispettare che questa sera ricela dignità dei bambini e richiama la responsabilità delle istituzioni internave dal Vescovo il suo zionali tutte a tutelarne i diritti con opportune normative giuridiche. Nesnuovo Parroco nella sun Paese al mondo e nessun sistema politico, infatti, può disegnare e persona del Sac. Animmaginare il proprio avvenire se non in relazione alle nuove generazioni. tonio Bruno. Mons. L’aspetto psicologico e pedagogico diventano strumenti fondanti della Franco Leone passa personalità individuale e di relazione; formare nella fede i giovani vuol il testimone dopo dire, di conseguenza, fornirli degli strumenti e dei valori significativi per dieci intensi anni alla sviluppare se stessi come persona integrale. Il piccolo, ancora debole guida di questa conella sua personalità e nelle capacità critiche, può fornirsi così dei valori munità. A d. Franco assoluti necessari a crescere secondo dignità. la mia gratitudine per La responsabilità maggiore è affidata primariamente ai genitori: essi il tanto che ha sahanno il compito ineludibile di educare i piccoli con l’esempio e con tutti gli strumenti che la Chiesa offre. Ora la vera educazione è quella che promuove “la formazione della persona umana in vista del suo fine ultimo, DALLA PRIMA e contemporaneamente per il bene della società di cui l’uomo è membro e alle cui responsabilità, divenuto adulto, avrà parte” (Dottrina Sociale della Chiesa, 550). Si potrà parlare di educazione integrale quando i giovani saranno educati al dialogo, all’incontro, alla socialità, alla legalità, alla solidarietà e alla pace, coltivando in loro le virtù fondamentali della giustizia e della In questa ottica, difendere la famicarità. Genitori spesso disattenti ed educatori con pochi strumenti stanno glia sarebbe segno di lungimiranza, anrinunciando, in verità, al loro diritto-dovere educativo. che per i politici che però, in questi giorni Il padre e la madre lavorano e non hanno mai tempo per i figli; si sembrano molto distratti dai loro penpreoccupano di soddisfare più le loro esigenze materiali che quelle relatisieri privati. A parlare di famiglia sono ve ad una solitudine di fondo. Ma l’abbondanza di beni materiali, non rimasti in pochi e la gran parte di loro fortifica la loro volontà e l’educazione, spesso ridotta ad informazione, non appare credibile, mentre si diffonrinuncia all’autentica formazione. dono mode, costumi, ed esempi (cattiPrevale, infatti, la norma della non-direttività, in quanto si ritiene che vi) che portano un sistematico dileggio la norma danneggi i diritti dei bambini all’auto-determinazione. Ma quanai valori morali su cui si fonda il vincodo l’educatore abdica al suo ruolo, delegandolo ad internet, alla televisiolo familiare. ne e a tutti gli altri strumenti moderni, in realtà ha fallito nella sua funzione Proprio qui i cattolici e la Chiesa debdi padre, madre, insegnante. Abbandonati a se stessi, i bambini crescono bono ritrovare il gusto e la forza della secondo ideali fallaci, vedono trasformato il loro giovane cuore all’indiftestimonianza che esige anche un virile ferenza, all’egoismo, al cinismo. contrasto alle mode e ai vizi che inquiDiscernere tra il bene e il male diventa, allora, praticamente impossibile! nano la convivenza civile. info@giuseppinacapozzi.it

L’educazione dei bambini

pazione e la concreta visibilità dell’azione pastorale. In questo lavoro ci sarà la mia presenza e la mia costante vigilanza perché il coordinamento da me voluto e con me responsabile, non si insabbi nella inevitabile, comprensibili e iniziali difficoltà che una novità del genere comporterà. Si va verso una pastorale unitaria che dovrà abbattere confini ormai superati e non efficaci ai fini di un servizio pastorale che guarda in avanti e raccoglie le moderne sfide di una pastorale che non si lascia trascinare ma cerca di stare al passo frettoloso dell’oggi. Caro don Antonio, non avere fretta. Questo per te è l’anno in cui dovrai osservare, conoscere, capire e poi decidere. Non devi mordere il freno ma armarti di santa pazienza. Forse dovrai essere anche un buon incassatore. d. Una bella novità è la presenza di don Michele al tuo fianco come vicario parrocchiale. Di sicuro la responsabilità e la rappresentanza legale della Parrocchia è la tua, ma desidero e so che su questo non troverai, non troverete difficoltà particolari, che tra voi due ci sia l’espressione di una vera comunione fraterna. Mi auguro e vi augurio di poter diventare un bel segno di fraternità presbiterale non solo per la comunità ma per l’intero presbiterio. Di fronte a problemi particolari, devi sapere che c’è il vescovo e, al di là della peculiarità: la parrocchia che insiste nella Chiesa del vescovo, c’è il rapporto unico che tu vivi con me, al mio fianco più di tutti gli altri. Non devi andare lontano. Sai a chi rivolgerti. Ora mi avrai ancora di più tra i piedi. Proverò a non farti inciampare, anzi mi sforzerò di facilitare il tuo percorso con l’aiuto del Signore e la ricchezza del bene che ti porto. Ho un sogno che ho fatto in tutte le diocesi in cui sono stato chiamato a servire: fare della parrocchia della Cattedrale una parrocchia significativa e modello per tutte le altre. Per l’avverarsi di questo sogno ci aiuterà il Signore che invoco su di te, su don Michele , sui tuoi collaboratori. La Vergine Assunta in cielo, titolare della Cattedrale e della Parrocchia, vi raccolga e vi tenga unanimi nella preghiera perché siate pronti ad accogliere con generosità il dono dello Spirito che guiderà i vostri passi. Amen

Per fortuna regge la famiglia Dobbiamo rifondare l’immagine sacrale della famiglia e fornire il massimo aiuto a tutti coloro che lavorano per essa. Dobbiamo dare una mano non soltanto ai giovani che si preparano al matrimonio, ma anche agli sposi, ai genitori che educano i figlioli, ai giovani, agli anziani, alla rete delle famiglie che si costituiscono di fatto nelle comunità. Sinora la Provvidenza ci ha voluto molto bene, conservandoci la famiglia, pur fra alcune tempeste. Ora dobbiamo dare una mano anche noi, perché la famiglia è il nostro futuro. Ed ha bisogno dell’aiuto di ciascuno di noi. Nicola Paparella


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ACR E GIOVANISSIMI A ROMA LA CRONACA

Tanta gioia nel credere Impegno nel testimoniare La gioia nel credere che “C’è di più” e l’impegno nel gridare al mondo: “Diventiamo grandi insieme”. Negli slogan del 30 ottobre romano l’essenza della storica giornata dell’Azione Cattolica Italiana, che nei 100mila volti della mattinata di piazza San Pietro, quelli dei ragazzi dell’Acr, dei giovanissimi, dei loro educatori e genitori, ha voluto riaffermare davanti a Benedetto XVI la bellezza del crescere insieme, l’amore per la Chiesa e l’impegno per il nostro mondo. Tra questi anche il migliaio di ragazzi e giovani dell’Azione Cattolica di Lecce e il “LecC’è di più Gospel Choir”, che ha aperto la festa del pomeriggio in Piazza del Popolo, con un’esibizione applaudita dagli oltre 50mila giovani presenti. In più tantissimi gli acierrini leccesi che hanno colorato piazza di Siena, a Villa Borgese, nella festa pomeridiana a loro misura. Foltissima la delegazione pugliese, che con i suoi 15mila iscritti era la regione più rappresentata. Intenso il dialogo con il papa, che ha risposto a tre domande di un acierrino, di un giovanissimo e di un educatore. Benedetto XVI ha messo in guardia contro l’amore promosso dai media e da internet: “Voi non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri”, ha detto il Papa. “Molto amore proposto dai media e da internet - ha continuato Benedetto XVI - non è amore ma egoismo, chiusura: vi dà l’emozione di un momento ma non vi rende felici, non vi fa grandi. Certo costa anche sacrificio vivere in modo vero l’amore. Senza rinunce non si arriva a questa strada. Ma sono sicuro che voi non avete paura della fatica di un amore impegnativo e autentico: è l’unico che, in fin dei conti, dà la vera gioia”. Tanti applausi, canti, felpe colorate e striscioni col motto “C’è di più” hanno reso felice Benedetto XVI, che ha detto: “Quando sono in mezzo a tanta gioia ed entusiasmo, anch’io sono pieno di gioia, mi sento ringiovanito”. “L’Azione Cattolica è ben radicata nel territorio e sono sicuro che ha il coraggio di essere sale e luce” come chiede il Vangelo, ha aggiunto il papa parlando a braccio. “La vostra presenza qui stamattina - ha rilevato - dice non solo a me ma a tutti che è possibile educare, che è faticoso ma bello dare entusiasmo ai ragazzi ai giovanissimi. Abbiate il coraggio, vorrei dire l’au-

dacia, di non lasciare nessun ambiente privo di Gesù, della sua tenerezza che fate sperimentare a tutti anche ai più bisognosi e abbandonati con la vostra missione di educatori”. Con i ragazzi e i giovani di Ac, il cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco, il presidente dell’associazione Franco Miano e il vescovo assistente generale Domenico Sigalini; in più 25 vescovi, 700 sacerdoti assistenti e migliaia di educatori e animatori di Ac, in rappresentanza di oltre 200 diocesi della penisola. Il “LecC’è di Più Gospel Choir”, il coro Gospel dell’Ac di Lecce diretto da Tyna Maria Casalini ha accolto i giovanissimi che hanno vissuto l’appuntamento pomeridiano di Piazza del Popolo. La grande distesa di giovani ha scandito con il battito delle mani il tempo del ritmo gospel e ha applaudito al canto del “Grida il tuo Si”, l’inno leccese scritto con i contributi del campo diocesano dello scorso anno. Tra gli intervistati del pomeriggio, inoltre, anche un educatore e un giovanissimo della nostra diocesi. Subito dopo sono saliti sullo stesso palco molti ospiti che hanno raccontato il “di più” della loro vita. Tra loro, il Commissario tecnico della nazionale di calcio Cesare Prandelli, l’attore Luca Zingaretti, la ballerina Simona Atzori, il fondatore di “Libera” don Luigi Ciotti, il cantautore Roberto Vecchioni, Pietro Napolano dei Pquadro. I bambini dell’Acr invece si sono ritrovati nel parco di Villa Borghese, accolti da una band e da personaggi mascherati che li hanno coinvolti in una serie di attività, tutte a misura di ragazzo. Sul palco anche alcuni ospiti venuti dalla Russia per presentare l’iniziativa del mese della Pace. Con “C’è di più” “l’Azione cattolica vuole riaffermare la centralità della persona, di ogni persona, che non deve mai essere considerata da sola ma in una dimensione comunitaria”, ha detto il presidente nazionale dell’Ac, Franco Miano. “L’impegno dell’Azione cattolica ha sempre visto insieme tutte le generazioni, in un dialogo vivo, secondo uno stile di famiglia che abbiamo fatto nostro. I ragazzi e i giovanissimi fanno parte della famiglia dell’Associazione e della grande famiglia della Chiesa: rappresentano l’amore di tutta l’Ac per la Chiesa, la città e il Paese”. Salvatore Scolozzi

Nella Capitale anche dalla Chiesa di Lecce per far festa col Santo Padre

C’è molto di più Diventiamo grandi insieme Raccontare in poche righe la gioia di quello che abbiamo vissuto lo scorso 30 ottobre a Roma è un’impresa difficile perché tante sono state le emozioni in poco meno di 24 ore!! Già da quando venerdi sera siamo partiti si percepiva che nell’aria c’era qualcosa di speciale, le lunghe code in autogrill per accaparrarsi un cappuccino e un cornetto, la lunga fila di pullman lungo l’autostrada, i sorrisi e le grida di gioia che ci si scambiava dal finestrino ad ogni sorpasso. Tutto sembrava ormai pronto, finalmente era arrivato quel tanto atteso 30 ottobre, il giorno dell’ Incontro con il Papa, la festa di tutta l’Acr e dei giovanissimi. Appena scesi dal pullman, in una Roma dal freddo pungente, ci siamo precipitati in Via della Conciliazione e, nelle luci ancora della notte, ecco brillare di fronte a noi l’imponente Basilica di San Pietro che con le sue luci e i suoi colori ci ha accolto nel primo vero abbraccio della giornata. Per superare il freddo e iniziare a “riscaldare le mani ma soprattutto i cuori” eccoci pronti a cantare e danzare la nostra gioia nella lunga attesa di entrare in piazza e formare così una grande sinfonia di voci e di cuori. È da poco spuntato un timido sole quando le porte della piazza si aprono e noi riusciamo ad infilarci tra i posti del

primo settore, proprio davanti al corridoio da dove sarebbe passato il Papa con la sua papa mobile. Nonostante la stanchezza per non aver dormito, nonostante il freddo della prima mattinata abbiamo ancora tanta energia per vivere pienamente ogni attimo di questa giornata straordinaria. La piazza San Pietro in meno di un’ora si riempie all’inverosimile, dal palco qualcuno annuncia che siamo oltre centomila persone, in quel momento sentiamo forte il bisogno di ringraziare il Signore di far parte di questa meravigliosa famiglia che è l’Azione Cattolica. La preghiera guidata da mons. Domenico Sigalini, l’animazione con varie testimonianze e video di alcuni gruppi di AC ci preparano all’incontro con il Santo Padre. Ed ecco, intorno alle 11, mentre tutta la piazza canta l’inno della manifestazione, spuntare l’auto del Papa nei maxi-schermi. Il cuore inizia a battere forte, le gambe iniziano a tremare, ci mettiamo sulle sedie, tra qualche istante lo potremmo vedere a pochi metri da noi. Non ci sono parole per descrivere l’attesa di quel momento, è pura gioia, è la felicità di sapere che ancora una volta Gesù sta passando in mezzo a noi, questo momento lo aspettavamo da sempre. Eccolo Papa Benedetto, eccolo in mezzo a noi, con il suo timido sorriso

IL CORO

Lec... c’è di più Gospel Choir per accendere Piazza del Popolo Il desiderio di percorrere la vita, affrontarla, a tratti sfidarla per diventare grandi è fervida maggiormente nell’età dell’adolescenza. Ma ciò che dona stupore e meraviglia è il comprendere che non si può crescere, diventare grandi se non si sperimenta la parola “insieme”, se non ci si apre all’incontro, se non ci si lascia abitare dall’Altro. Ecco allora che un giorno come tanti si trasforma in una giornata nazionale pulsante d’Amore, un semplice slogan in un invito che ha richiamato come forza gravitazionale più di centomila ragazzi esultanti da ogni parte d’Italia, e un gruppo di giovani della nostra diocesi in una straordinaria e accorata testimonianza di fede. In tanti anni di direzione corale mi sento di affermare che per essere un coro non è necessario molto

tempo...ma per diventare un corpo, ciascuno per parte sua (1 Cor 12,27), per diventare “Membra-ne vibranti”, per riascoltarsi come Grembo Armonico di vissuti condivisi, è necessario mettere in gioco la parte più intima e sensibile di noi, aprirsi e sperimentare la gioia dell’incontro. Il Lec...c’è di più Gospel Choir infatti non si è costituito come coro, ma come cammino profondo ed entusiasmante, scandito dal desiderio di cercare Gesù nella condivisione fraterna e nell’amicizia semplice che giorno dopo giorno unisce e conferma la volontà di essere strumento del Suo Amore: sin dalla significativa esperienza del Campo Diocesano dell’Estate 2009, durante il quale il nostro pregare e stare insieme si è trasformato nell’inedito inno “Grida il tuo Sì”, attra-

verso la fatica delle prove che ci ha preparato all’annuncio nei tanti concerti vissuti insieme, sino all’attesissimo appuntamento nazionale dello scorso sabato, nel quale la Piazza del Popolo di Roma è diventata la Piazza del Popolo di Dio, giovani in festa in Fiumi d’acqua viva (Gv 7,38) desiderosi di inondare il mondo, centinaia di voci in uno scroscio di energia vitale destinato a rimanere traccia indelebile dell’Opera straordinaria di Dio. Abbiamo cantato il nostro Inno, alcuni brani Gospel in inglese che non hanno impedito ai giovani presenti di con-vibrare la bellezza di Gesù, a dimostrazione di come il vero Annuncio non risiede nel semplice linguaggio verbale, bensì nella forza di un CorpoSegno di vissuti interiori capace di smuovere anche i cuori più inariditi,

capace di infondere la certezza che dentro di noi “c’è di più!” di ciò che nella nostra finitezza umana possiamo riconoscere: c’è l’Amore incondizionato di un Padre che non guarda ai nostri errori e ci chiama ad essere, come Zaccheo, suoi coraggiosi discepoli, c’è il coraggio invocato dal Santo Padre nell’incontro di preghiera del Sabato mattina, di essere preziosi raggi di Luce nel Mondo, c’è lo stupore di un coro-corpo che sente la responsabilità di essere Annuncio di Vita, sente la bellezza di “Essere Insieme” ai tanti giovani e giovanissimi di tutto il mondo, “l’asso nella manica di Gesù”, la carta vincente sulla quale senza riserve il Signore sente di puntare per trasformare il mondo in un Grembo di Reciprocità e Ascolto, in un meraviglioso Cantiere di Pace.

e la sua mano benedicente, il suo cappotto bianco e la sua voglia di essere uno con noi, accierrino come noi! È un incrocio di sguardi, il nostro, ci guarda e in quegli occhi noi abbiamo contemplato Dio. Arrivato sul palco inizia a rispondere ad alcune domande, ci dice che per diventare grandi abbiamo bisogno di crescere nell’amore, ci racconta qualcosa della sua esperienza, ci fa vibrare le corde del cuore perché parla con la semplicità dei bambini e la tenerezza dei nonni. E dopo il discorso del Papa eccoci pronti, stretti per mano, a raggiungere Piazza del Popolo per completare la gioia, per far festa con gli altri, per gridare a tutta Roma la bellezza dell’amore che vive in noi. Ci passano per la mente tutti gli inni che in questi anni di Acr abbiamo cantato e ballato nelle nostre parrocchie o nelle varie feste diocesane del Ciao, oggi però c’è qualcosa di diverso, Roma si è trasformata nella capitale del sorriso e dei ragazzi, c’è un di più che fa la differenza …. e si vede! Anzi, si sente! Dopo una corsa per prendere la metropolitana riusciamo a raggiungere il pullman, non riusciamo neanche a capire quanti chilometri abbiamo percorso, forse 10 o forse di più. Siamo stanchi ma contenti. Nel pullman, tra un sonnellino e una stornellata, ci dedichiamo un po’ di tempo per ringraziare il Signore con il Canto dei Vespri. È il momento del Magnificat, il canto di Maria, e mentre lo cantiamo per dire grazie al Signore di questa giornata ci vengono in mente tutte le cose che abbiamo vissuto. C’è di più nel donare un sorriso. C’è di più nello stare con gli altri. C’è di più nello sguardo del Papa. C’è di più nel camminare insieme. C’è di più nel sentirci l’unica famiglia di AC. C’è di più nel pregare il Padre attraverso la voce del cuore. Tornati a casa ecco l’abbraccio dei genitori, una doccia calda e via nel letto per riposare, abbiamo un po’ di sonno arretrato. E poi ci sono i nostri sogni che ci aspettano, magari sognando ci ritroveremo ancora una volta in piazza San Pietro o forse è meglio di no, non vediamo l’ora che arrivi il nuovo giorno per raccontare a tutti della nostra avventura. E quando lo faremo, ne siamo certi, tutto ciò che c’è di grigio si colorerà. Bella davvero l’Acr! Il gruppo Acr Maria SS. Assunta di Trepuzzi


L’Ora del Salento

Lecce, 6 novembre 2010

ecclesìa IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA

Se Cristo non è risorto vana è la nostra fede

“Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono”. È il fondamento del nostro credo, la speranza che anima il nostro vivere e il nostro operare. Ci definiamo candidati alla vita, alla risurrezione e questo non è soltanto il motivo centrale della nostra fede, ma anche l’anelito a cui ogni uomo naturalmente tende. Nessuno è rassegnato a calarsi per sempre nel buio di una tomba e terminare nella putredine. Noi cristiani traiamo il motivo della nostra fede dalla risurrezione di Cristo, che ci ha preceduti e ci attende nella gloria. Non riusciamo a capire come si possa vivere senza questa gioiosa certezza. I Sadducei non credevano nella risurrezione e a mo’ di sfida pongono una domanda insidiosa al Signore. È la storia di una donna che in successione era stata moglie di sette fratelli, deceduti uno dopo l’altro. E da qui la loro richiesta: “Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie?”. La risposta di Gesù non lascia dito a dubbi: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. È un passo importantissimo che ci schiude un lembo di cielo e ci proietta verso una visione escatologica della vita. È bella ed incoraggiante la definizione che Gesù fa di noi tutti: ci chiama “figli della risurrezione” e “figli di Dio”. Lo siamo sin da ora e ne godremo la pienezza nell’altra vita. Abbiamo dunque un approdo meraviglioso a cui tendere. Sappiamo del prezzo pagato perché ciò ci sia garantito, sappiamo anche di dover varcare una porta stretta, ma abbiamo ormai la certezza che il premio vale infinitamente di più di ogni sacrificio che ci possa essere richiesto in questa vita.

NELLA STORIA

(contnua) La celebrazione solenne del 22 dicembre non fu più onorata dalla presenza di Presuli come quella del tre per la promulgazione della Bolla Pontificia. Più non tornarono i venerati Arcivescovi Riezzo e Todisco: ora l’uno Servo di Dio e l’altro ancor giovanile nei suoi 86 anni suonati. Così come i tre Vescovi salentini defunti: Mincuzzi, Mennonna e Quaremba. Fu più che altro festa di famiglia per la nostra Lecce in cui autorità, popolo, clero e laicato ringraziarono il buon Dio per tanto dono ricevuto e da secoli auspicato. Si conserva ancora in archivio una minuta di mons. Minerva, in cui raccomanda alla Curia di non trascurare l’invito per alcuna autorità: magistratura compresa, che negli anni seguenti è stata spesso dimenticata. A ciò provvide egregiamente il Vicario, Servo di Dio, mons. Ugo De Blasi, con un duplice apposito invito ad Autorità, Clero, Religiosi e fedeli. Di questa festa prenatalizia oltre a L’Ora del Salento (con articoli di Marcello Semeraro, Michele Paone e dello scrivente) ne parlarono “Avvenire”, con la penna di Adolfo Putignano, delegato diocesano per le comunicazioni sociali, e la Gazzetta del Mezzogiorno con un bel pezzo di Antonio Caiaffa, titolato “Soddisfazione nel Salento”. Una festa, però, che non fu mai coronata dall’imposizione del Sacro pallio sulle stanche spalle del primo suo Metropolita, perché la prima codificazione canonica esigeva la perorazione e la concessione “in Concistoro”. E in quel semestre di governo dell’insigne metropolitano concistori non se ne celebrarono affatto. Nella medesima più volte citata cartella d’archivio del fondo “Minerva” si conservano felicitazioni ed auguri telegrafici di illustri Autorità: dal Sottosegretario Leccisi, al Presidente della Regione, Quarta, dal Prefetto Coccia al Questore Russo; dal Primo Presidente della Corte di Bari, Depalma, al Rettore dell’Università salentina, Marti, dal Presidente della Provincia, Ferrante,

L’AGENDA DELL’ARCIVESCOVO

Da lunedì 8 a giovedì 11 novembre 2010

Sabato 13 novembre 2010

Partecipa ai lavori della Cei ad Assisi

Ore 18 Celebra la S. Messa a Trepuzzi - S. Filippo per aprire la Missione Popolare

Venerdì 12 novembre 2010

Domenica 14 novembre 2010

Ore 18 Celebra la S. Messa in Seminario

Ore 10.30 - Conferisce le Cresime ad Arnesano Ore 19 - Conferisce le Cresime nella parrocchia S. Cuore di Lecce

ANNIVERSARIO

L’Apostolato della Preghiera da 90 anni a Monteroni Nella Chiesa Madre, a Monteroni, per il 90° anniversario di presenza dell’Apostolato della Preghiera, nella città, si è tenuta l’Assemblea diocesana mensile con la celebrazione Eucaristica, presieduta da don Giuseppe Spedicato, direttore diocesano del movimento. Ricordare il 90° anniversario dell’Apostolato della Preghiera nella nostra Monteroni è motivo di gioia e occasione quanto mai opportuna per riflettere sulle origini e le linee caratteristiche di questa realtà. L’Apostolato della Preghiera è un movimento di spiritualità; nasce in Francia, nel 1844, ad opera dei Gesuiti, si diffonde rapidamente in Europa e nel mondo e ora, conta circa 40.000.000 di aderenti. Viene promosso in Italia dove, oggi, esistono circa 20.000 centri, nel 1860, da Padre Maresca, un barnabita di origine salentina che ne assunse la direzione passata, poi nel 1917, definitivamente alla Compagnia di Gesù che ancora oggi

guida il movimento. L’A.d.P. propone la sua spiritualità attraverso la stampa e il sito web www.adp.it, le riunioni parrocchiali e diocesane, i convegni regionali, le ore di adorazione, le Eucaristie dei primi venerdì del mese. Ogni anno si convoca anche un grande convegno nazionale e vengono proposti ritiri e corsi di esercizi in varie regioni italiane. Nella nostra città viene costituito e promosso dall’Arciprete don Giuseppe Mocavero, nel 1920; trova larga adesione, documentata nei registri accuratamente conservati, nella comunità monteronese che nel 195 l, come ben dice la lapide di via Pino, si consacra solennemente al Cuore di Cristo. E, ancora, la devozione e la spiritualità del Cuore Divino è accolta e sostenuta oggi nella altre realtà parrocchiali della città. Nella nostra comunità opera, attualmente, un gruppo attivo di circa 30 “animatrici” che compie con la guida del parroco, direttore locale e l’aiuto di una responsabile un cammino di formazione con incontri mensili previsti dallo statuto. Vive, nella sua esperienza associativa, in modo semplice e concreto la diL’Apostolato della mensione apostolica della preghiera e il Preghiera è presenza culto al Cuore di Cristo. Realizza la sua discreta e diffusa in antica e sempre nuova vocazione nelquasi tutte le comunità l’offerta quotidiana, nella Consacrazioparrocchiali, circa 60 ne, nella Riparazione con una risposta della diocesi; una granesigente e coinvolgente. de famiglia che, mensilEsprime la dimensione missionaria mente, si ritrova con la nella capillare diffusione del foglietto guida del Direttore mensile alle 500 iscritte puntualmente Diocesano don Giuraggiunte dalle “animatrici”: è questa seppe Spedicato, per un un’occasione privilegiata per l’annuncammino di preghiera e cio e permette di stabilire dialogo, di tesdi formazione su alcuni sere relazioni, di diventare antenne didocumenti della Chiescrete e attive; è una forma di catechesi sa e Lettere pastorali. domestica e itinerante con l’invito conGli incontri, continuo alla preghiera dell’Offerta in sindotti con passione e tonia col Sacrificio Eucaristico. competenza e largaSvolge un servizio ecclesiale quasi mente partecipati, si riinvisibile, discreto e non ingombrante ma reale che diffonde lo spirito, l’intuizione velano arricchenti per e le forme espressive dell’A.d.P. Inoltre, le riflessioni, le sollecinelle intenzioni di preghiera, affidategli tazioni, le verifiche che dal Papa e dai Vescovi, i grandi problemi ne derivano e interessanti per lo scambio di esperienze e per la conoscenza della società e del mondo diventano ogdelle diverse realtà parrocchiali della città e delle foranie getto di attenzione, di preghiera umile e che la comunità diocesana, con spirito di Chiesa itine- sincera e lo orientano a “sentire con la Chiesa”, in spirito di profonda solidarierante, raggiunge di volta in volta. Vive momenti particolarmente intensi: come nel pel- tà e comunione ecclesiale. Sa contribuire con sollecitudine, legrinaggio a Brindisi nella venerazione delle reliquie secondo le proprie capacità, ai bisogni Santa Margherita Maria, la straordinaria custode delle della comunità parrocchiale, esprimere promesse di Gesù; nella partecipazione rilevante signifi- tangibile solidarietà e attenzione ai cativa al Congresso Eucaristico Diocesano; nel pelle- meno fortunati, assicurare preghiere e grinaggio a Lanciano e a Manoppello, luoghi che con- sostegno al Seminario. Vive e opera con servano due realtà prodigiose e misteriose. la consapevolezza del suo essere ChieIncontra il Vescovo, i responsabili del Seminario con sa, della vocazione ad essere nella pari seminaristi, l’équipe del centro diocesano vocazioni in rocchia e nella diocesi soprattutto seroccasione della Giornata per il Seminario e della Giorna- vizio nella dimensione apostolica della ta Mondiale per le Vocazioni: è un momento forte nel preghiera, con spirito di semplicità e con quale vengono presentate tantissime adesioni di pre- la gratitudine verso quanti hanno scritghiera per le vocazioni; sono offerte non solo dai mem- to una significativa pagina di storia bri dell’Apostolato della Preghiera ma anche da centi- umana e cristiana per la comunità affinaia di persone che in casa, in chiesa o altrove singolar- dandole una preziosa eredità spirituale mente o comunitariamente, ogni settimana donano il loro da custodire, sostenere, tramandare. In un mondo meraviglioso e dramimpegno. Mo- matico che ha un grande bisogno di spiritualità l’A.d.P. come organismo vivennastero Invisibile, geniale intuizione di mons. Ruppi: invisibile, sì, agli occhi degli uomini ma certamente visi- te si incarna e diffonde il suo messaggio: che non è accomodante ma esigente perbile e benedetto davanti agli occhi di Dio. R.F. ché ha scelto, pur nelle piccole cose di tutti giorni, di offrirsi al Cuore misericordioso di Cristo, Crocifisso e Risorto. Rosa Fiorentino Responsabile Diocesana

Attività e formazione

La nuova Provincia ecclesiastica e lo zelo di don Ugo De Blasi

al Sindaco, Meleleo. Ed infine dai responsabili ecclesiastici a quelli civili della natia Canosa. Quella sera, a concelelebrazione ultimata, prese la parola il Vicario Generale mons. De Blasi, leggendo anche la traduzione italiana della Costituzione Apostolica e le parole della lapide da lui dettata poi scoperta in presbiterio. Egli che, con gli altri due sacerdoti che firmarono il rogito del 3 dicembre, ne aveva personalmente perorato la causa presso l’Em.mo Baggio, prefetto dei Vescovi e firmatario, a nome del Santo Padre, del testo solenne di tanta auspicata concessione. Oronzo De Simone

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L’Ora del Salento

Lecce, 6 novembre 2010

catholica

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CHIESA DI LECCE

Le attività di novembre Martedì 9 Assemblea delle Caritas Parrocchiali - Parrocchia “S. Giovanni Battista”, h. 16.30 Gruppo “Oreb” - Seminario Arcivescovile, h. 20.30 Sabato 13 Gruppo “Davide” per adolescenti - Seminario Arcivescovile, h. 16.30 / 19.00

Domenica 14 Giornata del Ringraziamento Giornata di ritiro per le Religiose presso Suore Marcelline Da lunedì 16 a venerdì 19 Esercizi Spirituali Sacerdoti S. Giovanni Rotondo

Sabato 20 “ Incontra Samuel” Weekend vocazionali per ragazzi - Seminario Arcivescovile, (inizio: sabato, h. 16.30 - fine: domenica, h. 12.00) Inaugurazione anno pastorale della Caritas - Parrocchia “S. Giovanni Battista”, h. 18.00

Domenica 21 Giornata di preghiera per le Claustrali Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del Clero Festa dell’Acr e Ac Giovani Oratorio Salesiani - Lecce

delle Scuole superiori Seminario Arcivescovile, h. 19.45 / 21.30 Sabato 27 Sacramento della Confermazione per giovani e adulti Cattedrale, h. 18.00

Venerdì 26 “PrayerLab” Laboratori della fede per ragazzi e ragazze

Domenica 28 Festa di apertura del Cammino verso la G.M.G. di Madrid - Cantelmo, h. 19.00 Lunedì 29 Immissione delle Sorelle Povere di S. Chiara nel Monastero “S. Nicolò” in Cattedrale, h. 16.00 e processione verso il Monastero (ex Casa Pax)

CHIESA ED EDUCAZIONE ORIENTAMENTI PASTORALI PER IL DECENNIO 2010-2020 Una verifica dell’azione educativa della comunità dei credenti, un piano di lavoro per i prossimi dieci anni di pastorale

Bagnasco: una sfida culturale, un segno dei tempi L’educazione è “un’arte delicata e sublime” e oggi rappresenta “una sfida culturale e un segno dei tempi”. La Chiesa italiana ha scelto - dopo il convegno ecclesiale di Verona del 2006 di dedicare a questo tema gli “Orientamenti pastorali” per il decennio 20102020, con lo scopo primario di “rendere Dio presente in questo mondo e di far sì che ogni uomo possa incontrarlo, scoprendo la forza trasformante del suo amore e della sua verità”. Sono le parole con cui il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, presenta il documento degli “Orientamenti pastorali”, reso noto giovedì 28 ottobre col titolo “Educare alla vita buona del Vangelo”. Con questo testo si propone “un’approfondita verifica dell’azione educativa della Chiesa in Italia”, in vista di “promuovere con rinnovato slancio questo servizio al bene della società”. Nella parte introduttiva si sottolinea che la Chiesa si dedica alla “cura del bene delle persone nella prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente”. Si tratta di “educare al gusto dell’autentica bellezza della vita”, formando ad un tempo “intelligenza, volontà e capacità di amare”. Le comunità cristiane sul territorio nazionale si dovranno interrogare sul loro “agire” in quanto Chiesa che educa, confidenti “nel tesoro che il Signore ha posto nelle nostre mani”.

In un mondo che cambia Il momento attuale è segnato da profonde trasformazioni, dice il primo capitolo degli Orientamenti. C’è bisogno di “riferimenti affidabili”, mentre la cultura contemporanea sembra favorire “il disorientamento, il ripiegamento su se stessi e il narcisismo”. C’è “emergenza educativa” - come ha detto a più riprese il Papa - e la “formazione dell’identità personale” è sempre più difficile “in un contesto plurale”. L’incontro tra culture ed esperienze religiose diverse, la pretesa di un’educazione che vorrebbe essere “neutrale”, un diffuso “scetticismo e relativismo”, sempre denunciati da Benedetto XVI, fanno sì che la trasmissione dei grandi valori educativi da una generazione all’altra sia sempre più difficile. “A soffrirne di più è la famiglia”, rilevano gli Orientamenti, mentre si registra la “separazione tra le dimensioni costitutive della persona” (razionalità, affettività, corporeità e spiritualità). Armonizzare queste componenti, favorire uno “sviluppo armonioso di tutte le capacità dell’uomo” diviene quindi un compito educativo molto difficile, più che in passato.

Guardare “con speranza” ai giovani Di fronte a tali problematiche, la Chiesa sente di doversi interrogare su “come” attua la propria vocazione educativa al Vangelo e al suo messaggio di pienezza umana e cristiana. Nel

secondo capitolo del documento si sottolinea l’urgenza di una verifica delle varie “dimensioni” dell’agire ecclesiale: missionaria, ecumenica e dialogica, caritativa e sociale, escatologica. La risposta a tutte le domande dell’uomo contemporaneo viene da “Gesù, maestro di verità e di vita” (terzo capitolo). Anzitutto è la famiglia che deve educare all’incontro col Cristo, oltre che con tutti gli uomini. In questo consiste “la crescita piena del figlio”, perché sia “orientato nel mondo” e dotato di “un orizzonte di senso”. Gli adulti, quindi, e i genitori tra di loro, sono i primi “educatori”, ai quali è chiesta “autorevolezza”, “credibilità”, coerenza di vita. Gruppi parrocchiali, associazioni, movimenti, volontariato, servizio in ambito sociale e in missione possono svolgere un importante ruolo formativo dei giovani, verso i quali occorre sempre “guardare con speranza”. Così hanno fatto, del

resto, i grandi santi educatori di cui è piena la storia della Chiesa.

Formare la “coscienza credente”

SEGNALI DI LAICALITÀ/3

di Tonio Rollo

Futuro: istruzioni per... Orientarsi Tre i segnali inviati in questa settimana al mondo laicale che sembra opportuno rilevare in modo da costruire quella che si può considerare l’habitus da costruire per un laicato pronto per il futuro, almeno per i prossimi dieci anni. È proprio il tema del futuro quello che più è stato preso in considerazione in ambiti diversi. Il primo ambito e invito per programmare il prossimo futuro è venuto dal Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente che si sono riuniti per la prima volta a Roma. Nel Messaggio conclusivo (28 ottobre) hanno rivolto il loro accalorato invito anche ai fedeli laici perché siano secondo sale, lievito e luce in quella terra che ha dato le origini alle grandi religioni abramitiche e che è stata percorsa da Chi ha dato la Salvezza all’uomo. In questa terra, dicono i vescovi della zona, i fedeli laici sono chiamati a testimoniare la fede sfidando una realtà di difficile convivenza sociale e religiosa e abbiano il coraggio della verità e della obiettività. Strano invito, verrebbe da dire. Un auspicio tutto particolare l’hanno rivolta alle donne perché, in controtendenza con una visione diffusa, possano esercitare una maggiore responsabilità nella vita pubblica. Della serie: vatti a fidare degli uomini! Singolare e tragico il fatto successo pochi giorni dopo la chiusura del Sinodo. I Vescovi ricordavano nella premessa del Messaggio finale una pesante preoccupazione: la sofferenza dei fedeli cristiani iracheni. Solo alcuni giorni dopo un’altra cinquantina di nomi si sono aggiunti all’elenco dei martiri. L’immagine del sale e della luce è ritornato nel dialogo tra Benedetto XVI e l’Azione Cattolica (30 ottobre)

in Piazza San Pietro. L’incontro si è svolto a mo’ di intervista. Alla domanda dell’educatrice su quale possa essere la ricetta per essere buoni educatori, mentre tutto intorno pesa l’emergenza educativa, il Santo Padre ha risposto che è necessaria, ovviamente, la formazione, la preghiera e sostegno che viene dai sacramenti. Ma ha aggiunto qualcosa di nuovo: guai a ritenersi autosufficienti e avulsi dal sentirsi parte della Chiesa in modo da poter trasmettere la gioia di appartenerci in modo corresposabile. Mai fu così impaziente l’attesa e finalmente ecco, per la gioia dei grandi e dei piccini, sono stati pubblicati gli Orientamenti Pastorali per la Chiesa Italiana per i prossimi dieci anni. Educare alla vita buona del Vangelo, il titolo che suona nuovo. I vescovi italiani invitano alla vita nuova partendo dal principio che tutto dipenda da come si possa ripartire dopo aver riflettuto di un mondo che cambia. Il card. Bagnasco nell’introduzione nel presentare le linee guida invita all’unità le Chiese in Italia nell’arte delicata e sublime dell’educazione. In essa noi Vescovi riconosciamo una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costitutiva e permanente della nostra missione di rendere Dio presente in questo mondo e di far sì che ogni uomo possa incontrarlo, scoprendo la forza trasformante del suo amore e della sua verità, in una vita nuova caratterizzata da tutto ciò che è bello, buono e vero. Per fare si riparte dall’inizio attraverso un percorso che sia concreto, legato alla storia reale e alla realtà dell’uomo, quindi ecco la necessità di puntare all’educazione rivedendo gli itinerari formativi. Un impegno da poco?

critica” che è alla base di una partecipazione convinta alla vita sociale.

Nella cultura digitale

Il quarto capitolo è dedicato alla “Chiesa, comunità educante”, con i suoi strumenti a partire dalla famiglia stessa, chiamata alla formazione di fondo dei ragazzi. L’educazione successiva poi vede entrare in gioco la catechesi, i sacramenti, la liturgia, l’impegno di carità, quali elementi di “un potenziale educativo straordinario”. A questo livello si va formando la “coscienza credente”, che verrà corroborata - col crescere dell’età - da cammini specifici quali la scelta vocazionale, il matrimonio, la vita consacrata, il presbiterato, l’adesione ad associazioni e movimenti. Scuola e università giocano un ruolo altrettanto rilevante nell’educazione: oltre alla cultura, offrono gli strumenti per una “coscienza

Tra i fattori educativi odierni gli Orientamenti citano “la cultura digitale”, vale a dire internet, che “moltiplica a dismisura la rete dei contatti”, così che “le tradizionali agenzie educative sono state in gran parte soppiantate dal flusso mediatico”. È un campo che esige un particolare impegno della comunità cristiana. E tale impegno viene analizzato nel quinto capitolo, dove si offrono “indicazioni per la progettazione pastorale”, indicando anche “percorsi di vita buona” per la “costruzione dell’identità personale” a partire dai più piccoli. Il documento esorta infine a “promuovere nuove figure educative”, specie di fronte alle novità costituite da immigrazione, devianza, rotture familiari, carcere, nuove povertà.

SALENTO MARIANO

di Valerio Terragno

La Madonna del Verde a Maruggio A Maruggio, paese della provincia di Taranto, si festeggia la Madonna del Verde. Tale denominazione, deriva dall’attribuzione alla Vergine del potere taumaturgico di guarire il fedele, dal “Male di Verde”, ossia una malattia, molto simile all’anemia, la quale si manifestava, attraverso la colorazione verdognola della cute. Il Mal di verde era, un tempo, molto diffuso, tra le popolazioni di quei centri della Terra d’Otranto, poco distanti da paludi malsane, come nel caso di Maruggio. Gli abitanti di questo luogo festeggiano la loro Madonna, il 21 novembre, giorno nel quale si ricorda, sul calendario liturgico, la Presentazione di Maria al Tempio. Presso la chiesa della Vergine del Verde, in questa occasione, si riversano numerosi fedeli, provenienti sia da Maruggio che dai paesi più vicini. I festeggiamenti durano, in tutto, due giorni. Il giorno della vigilia, in molti, si recano a rendere omaggio alla Vergine, sin dalle prime ore del mattino. Dopo lo svolgimento di una messa solenne e l’esposizione dell’Eucarestia, dal Santuario parte una processione, durante la quale la statua mariana viene trasportata sino alla cinquecentesca chiesa Matrice di Maruggio, intitolata alla Natività di Maria. Al termine del secondo giorno, l’immagine della Madonna ritorna nel Santuario mentre i festeggiamenti si concludono con lo sparo di fuochi pirotecnici. Fino a non molti decenni fa, la Madonna del Verde era denominata anche come la Madonna “delli mienzi semienti”, poiché nel giorno della sua festa, i contadini della zona avevano l’usanza di vendere il frutto dei propri raccolti, a causa dell’imminente arrivo della stagione invernale. A Maruggio, questo culto mariano

venne introdotto da alcuni calogeri greci, nell’alto medioevo; più tardi di stanziarono, in questa parte del Salento, i Cavalieri dell’Ordine Gerosolomitano o di Malta, i quali contribuirono largamente alla diffusione della devozione nei confronti della Madre di Dio. Attualmente inglobato nel complesso cimiteriale cittadino, il Santuario della Madonna del Verde fu riedificato, nel 1585, su un preesistente edificio basiliano, per volontà di Fra’ Paolo Affaitati, religioso appartenente proprio all’Ordine dei Cavalieri di Malta. La facciata principale venne rifatta, in stile neoclassico, nel corso della seconda metà del XIX secolo. Animata dalla presenza di un colonnato dorico, sul quale poggia un grande timpano triangolare. Passando nel mezzo delle colonne, si arriva al portale principale, sovrastato da una lunetta, la quale contiene un rilievo, in ceramica, raffigurante la Madonna seduta tra i campi, realizzato nel lontano 1969. In una targa marmorea, posta in basso, si legge la scritta: “O passeggier, se lieto vuoi far la via, fermati un poco a salutar Maria”. Al’intern si possono, tuttora, ammirare alcuni affreschi secenteschi. Le pitture raffigurano San Domenico di Cuzman, fondatore dei Domenicani, la Vergine che allatta il Bambino tra Santa Caterina d’Alessandria e San Leonardo Abate ed ancora San Lorenzo Martire e Santa Brigida di Svezia. Al di la dell’arco di trionfo, in fondo alla navata, è ubicato l’Altare Maggiore, barocco, eseguito in pietra leccese, dal mastro Oronzo Di Giovanni, su commissione del commendatore Fra’ Francesco De Capua. In origine, conservato nella chiesa maruggese di San Giovanni Battista, codesto altare è abbellito da un trionfo di angioletti lapidei.


L’Ora del Salento

Lecce, 6 novembre 2010

welfare

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i tutt e lass in c

di Antonio Silvestri

A dicembre un importo aggiuntivo per le pensioni basse

Con la rata di pensione di dicembre, l’Inps disporrà anche il pagamento dell’importo aggiuntivo di 154,94 euro. Sono le vecchie trecentomila lire annue, previste dall’articolo 70 della legge 23 dicembre 2000 n. 388 (finanziaria per il 2001). Il “bonus” spetta, in presenza di particolari condizioni reddituali, ai pensionati titolari di trattamenti pensionistici il cui importo complessivo annuo non superi il cosiddetto “trattamento minimo”. Si ha diritto all’importo aggiuntivo di cui parliamo, cioè, in misura intera se l’importo complessivo annuo delle pensioni di cui si è titolari non supera il trattamento minimo, che per il 2010 è di 6.147,55 euro. Se, invece, l’importo annuo delle pensioni percepite è compreso tra 6.147,82 e 6.302,49 euro (cioè l’importo del trattamento minimo più quello dell’importo aggiuntivo in questione), il “bonus” spetta in misura parziale. Per avere diritto, inoltre, i redditi personali (considerando anche quelli diversi dalle pensioni: affitti, lavoro, fabbricati, ecc.) non devono superare l’importo annuo di 8.988,92 euro (una volta e mezza il trattamento minimo), mentre quelli cumulati con il coniuge non devono superare 17.977,83 euro annui (tre volte il trattamento minimo), ma non deve comunque essere superato il limite personale di euro 8.988,92. Per chi volesse approfondire la questione, il messaggio Inps da consultare è il numero 27173 del 29 ottobre scorso. Per le pensioni con decorrenza nel corso del 2010, l’importo aggiuntivo è

La salute prima di tutto di Domenico Maurizio Toraldo

stato attribuito dall’Inps in dodicesimi ed il limite di reddito è stato rapportato ai mesi di percezione della pensione. Le procedure Inps hanno verificato che l’importo complessivo delle pensioni memorizzate sul Casellario centrale dei pensionati non superasse il limite previsto per l’anno 2010. È stata presa in considerazione la somma degli importi dell’anno 2010 e, se il pensionato era titolare anche di prestazioni liquidate in regime di convenzione internazionale, è stato considerato anche l’importo del “prorata” estero. La legge prevede che il beneficio spetti anche ai pensionati non Inps. In questi casi il pagamento dell’importo aggiuntivo, negli stessi termini e con le medesime modalità indicate dalla norma per l’Inps, deve essere corrisposto dall’Ente individuato dal Casellario centrale dei pensionati. Per tutti i pensionati Inps interessati al beneficio, la comunicazione predisposta dall’Istituto ed inviata per il tramite degli uffici pagatori relativamente all’ultima rata del 2010, riporterà l’importo aggiuntivo corrisposto. Il Mod. ObisM che sarà poi inviato al domicilio degli stessi - all’inizio dell’anno 2011 - riporterà un’apposita annotazione con l’indicazione che l’importo dell’aumento per legge finanziaria 2001 attribuito a dicembre 2010 è stato pagato provvisoriamente, in attesa della verifica dei redditi definitivi. L’importo aggiuntivo non spetta tra le altre - alle pensioni assistenziali (invalidità civile, pensione sociale, assegno sociale), a quelle ex Inpdai ed a quelle supplementari.

I COLORI DELLA VITA

di Fabio Scrimitore

Il maestro non può insegnare ginnastica

In piedi, davanti alla sua scrivania, il Dirigente scolastico continuava a leggere una domanda, che egli stesso aveva vivacizzato con l’evidenziatore. Al vicario il Dirigente lesse le parole: “Per le ragioni che ho appena indicato, il sottoscritto chiede d’ essere esonerato dall’insegnamento delle attività motorie e sportive”. Dopo quasi venticinque anni d’onorata carriera di Capo di istituto, era la prima volta che il Dirigente si trovava a dover risolvere un grave dilemma: può, un insegnante elementare di ruolo, essere esonerato da un insegnamento tanto importante nella prima fanciullezza, qual è quello delle attività fisico-sportive? Sapeva, il dirigente, che, la riforma elementare del 1990, introducendo il modulo didattico e la conseguente tripartizione degli insegnamenti elementari in tre ambiti disciplinari, aveva rotto la tradizione dell’insegnante unico e, in conseguenza di ciò, aveva generato negli insegnanti la tendenza a specializzarsi soltanto per gli insegnamenti del loro ambito disciplinare. Sapeva pure, il dirigente, che né la successiva abolizione del modulo, né la ferrea volontà della Gelmini, di reintrodurre l’insegnante unico per classe, disposta con la legge n. 169 del 2008, sono riuscite a far rinascere il vecchio insegnante unico. Tanto, perché, oggi, il maestro ha l’obbligo di stare in classe per non più di 22 ore settimanali, mentre le classi elementari funzionano con un ben più elevato numero di ore. È molto raro nella realtà trovar classi con orari settimanali di 24 ore. La maggior parte delle scuole, di ore ne fanno 27 o 30. Quelle a tempo pieno, poi, hanno orari di 40 ore per settimana. Comunque, il dirigente intuiva che nessun docente può insegnare soltanto alcune delle materie che compongono la sua cattedra, o il suo posto. Ma il caso proposto all’anziano dirigente scolastico aveva una sua singolarità: alla domanda del docente era unito un certificato, nel quale il medico curante aveva attestato che una specifica patologia neurologica - probabilmente ernia del disco - impediva al docente di insegnare le attività motorie e sportive ai bambini. Un analogo problema gli si era presentato, quand’era preside in una scuola valtellinese. Una bidella aveva lasciato in presidenza una certificazione, nella quale il medico le vietava il contatto con i detersivi d’uso comune, perché non si aggravassero le conseguenze d’un’allergia, contratta in passato. In quel tempo, il dirigente non aveva impiegato molto nel rivolgersi alla Commissione medica di verifica, perché accertasse, in primis, se vi fosse realmente un rapporto di causa-effetto fra l’uso di detersivi e la patologia della collaboratrice. Aveva chiesto, poi, alla stessa commissione di dichiarare se la signora fosse idonea al servizio totalmente o parzialmente. Il collegio medico riconobbe la patologia e, contestualmente, dichiarò idonea la dipendente alle sua mansioni. Sicchè costei restò in servizio, ma lontana da ogni detersivo. La felice conclusione fu permessa, perché il Contratto collettivo del personale non docente ammette che il collaboratore scolastico può restare in servizio, anche se è soltanto parzialmente inidoneo al lavoro per motivi di salute.

di Vinicio Russo

ILFISCO ED I CITTADINI

Pneumologo

Tutti gli alimenti che, a torto non magiamo quasi mai Certi alimenti fanno molto bene alla salute: proteggono il cuore, difendono la vista, tengono sotto controllo il colesterolo, sono antinvecchiamento… Eppure, chissà perché, quando siamo al mercato o al supermercato, sembriamo quasi non notarli. Li snobbiamo. E invece andrebbero inseriti nella nostra dieta quotidiana, perché un’alimentazione corretta non può prescinderne. Quali sono questi cibi? Ne abbiamo individuati 10. La bietola - Una verdura a foglia larga ricchissima di carotenoidi, sostanze antietà per eccellenza che proteggono gli occhi dall’invecchiamento. Un’idea per la tavola? A pezzetti, rosolata con un filo di olio extravergine di oliva. Il cavolo - Contiene tantissime sostanze nutritive molto importanti, per esempio il sulforafano, una sostanza in grado di far aumentare gli enzimi anti-cancro. Ideale per la dieta, a tavola si può mangiare in mille modi: un’idea originale è all’asiatica, in insalata, o per guarnire un hamburger o un sandwich. La cannella - Aiuta a contenere gli zuccheri nel sangue e a tenere bassi i livelli del colesterolo cattivo. Due idee per usarla: intinta nel caffè se a bastoncino, una spruzzata se in polvere. Il succo di melograno Contribuisce a tenere sotto controllo la pressione, ottimo per prevenire il tumore alla prostata, è ricco di antiossidanti. Come consumarlo?

Spremendo i chicchi, appunto; oppure usando i singoli chicchi per insaporire un’insalata. Le prugne secche - Le classiche prugne della California sono una miniera di antiossidanti, le sostanze che rallentano l’invecchiamento delle cellule. A tavola sono un ottimo antipasto, ma anche un perfetto secondo piatto. I semi di zucca - A seconda delle zone d’Italia, si chiamano “semenze” o “bruscolini”… Sono la parte più nutriente della zucca, ricchi di magnesio, un minerale prezioso, fondamentale per l’attività di tutte le cellule, per il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale e dei muscoli, compreso il cuore. A tavola: arrostiti o come snack, oppure sparsi sull’insalata. La barbabietola - Detta anche “spinacio rosso”, è fonte degli importantissimi folati e in grado di contribuire a prevenire i tumori. A tavola è sempre meglio consumarla cruda, perché la cottura abbassa sensibilmente il suo potere antiossidante. I mirtilli - Congelati si trovano in qualunque momento dell’anno e mantengono inalterate tutte le loro proprietà. Due idee per la tavola: con lo yogurt oppure cosparsi di mandorle tritate. Le sardine - Il pesce più ricco dei benefici grassi omega 3, meno a rischio di contaminazione da mercurio, con in più tanto calcio e vitamine del gruppo B.

I Christifideles laici sono il sale del mondo

Recenti novità normative in tema di riciclaggio

Perché pensare ad un progetto di comunità solidale? Perché può essere un tentativo di risposta alle grandi problematiche del momento? O forse perché come cristiani ci sentiamo obbligati a non chiuderci in noi stessi e cercare il bene comune? O “semplicemente”, perché la vocazione del laico è quella di essere il “sale del mondo” o meglio come afferma la Lettera a Diogneto: “I cristiani siano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo”. “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. L’appello della Chiesa per una nuova generazione di cattolici in politica si fa sempre più pressante. La risposta non è certamente un nuovo, ma anacronistico, partito dei cattolici. Tantomeno far sì che questi ultimi, afferenti magari a schieramenti diversi, si ritrovino in una sorta di club oltre le parti. È invece assai più importante, raccogliendo gli inviti di papa Benedetto XVI, individuare un ambito in cui credenti, non credenti e appartenenti ad altre religioni possano confrontarsi per scoprire le ragioni di una cultura che abbia a cuore l’uomo nella sua peculiare caratteristica di essere razionale e spirituale. Il fedele laico, quindi, sia lievito nella società con la propria presenza, al servizio dell’uomo. Attenzione, però, per la realizzazione di una nuova città dell’uomo è necessario il passaggio da una concezione individualistica di cittadinanza a una visione personale - comunitaria di essa. Progettare insieme la nuova città dell’uomo, con un nuovo gusto di vivere. A tal proposito sono da evidenziare due aspetti, uno legato alla dimensione comunitaria e partecipativa e non collettivistica della progettazione; l’altro al piacere che ne deriva dalla stessa partecipazione progettuale. Un gusto, perché si assaporano gli ingredienti del mettersi insieme per progettare; nuovo perché abituati ormai da troppo tempo ai soliti sapori della delega in bianco. È significativo il ruolo del cristiano nella progettazione della nuova città dell’uomo. Una progettazione partecipata che tenga conto dei rischi e dei requisiti necessari. Lazzati parlava di costruire la città, oggi, invece, è necessario ripartire dal progettare la nuova città dell’uomo. In una convivenza umana, ferita dal peccato personale e mortificata da vere e proprie strutture di peccato, il cristiano, secondo i Vescovi italiani, deve alimentare la profezia evangelica di una civiltà fraterna, traducendola in una nuova sintesi di giustizia e di amore, capace di mettere in equilibrio, nella città degli uomini, l’obbedienza alla legge e la gratuità del dono. Come possiamo abitare il mondo dell’economia e della politica, dei mass-media e della cultura, della scienza e della tecnologia, riconoscendone le leggi costitutive, ma nello stesso tempo professandovi, in modo non retorico o indolore, il messaggio liberante del Vangelo?

Il d.l. 31 maggio 2010, n. 78 (convertito dal l. 30 luglio 2010, n. 212) contiene misure urgenti finalizzate alla stabilizzazione finanziaria e alla competitività economica. Tra tali misure, significative quelle che correggono la normativa antiriciclaggio, di cui al d.lgs. 21 novembre 2007, n. 231, con specifico riferimento - per quanto attiene al tema trattato in questa sede - alle modifiche delle soglie per l’uso del contante e dei titoli al portatore. L’art. 20 del d.l. 78/2010 modifica l’art. 49, commi 1, 5, 8, 12 e 13, del d.lgs. 231/2007, comprimendo la soglia dell’utilizzo del denaro in contanti da 12.500 euro a 5.000 euro. Ne consegue che a decorrere dal 31 maggio 2010 è vietato il trasferimento di denaro contante, a qualsiasi titolo, allorché il relativo valore sia “complessivamente” uguale o superiore a 5.000 euro. Si sottolinea che il divieto sussiste anche nei casi in cui il denaro in contante sia trasferito mediante più pagamenti, anche se inferiori alla soglia di 5.000 euro, che tuttavia appaiono scientemente frazionati allo scopo di non superare la predetta soglia. Di contro, il trasferimento può effettuarsi per il tramite di banche, istituti di moneta elettronica e Poste italiane s.p.a., così da consentirne la tracciabilità - dunque, di modo che venga data la possibilità agli organi investigativi di poter risalire all’origine del denaro. La soglia di 5.000 euro per l’utilizzo del contante è stata estesa anche agli altri strumenti di pagamento individuati dall’art. 49 del d.lgs. n. 231/2007. Più precisamente, a seguito della modifica normativa de qua: - gli assegni bancari e postali emessi per importi pari o superiore a 5.000 euro devono recare l’indi cazione del nome e della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità; - il rilascio di assegni circolari, vaglia postali e cambiari di importo inferiore a 5.000 euro può essere richiesto dal cliente senza la clausola di non trasferibilità; - è vietato il trasferimento di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera quando il valore oggetto di trasferimento è complessivamente pari o superiore a 5.000 euro; - il saldo dei libretti di deposito bancari e postali al portatore non può essere pari o superiore a 5.000 euro; ne deriva che I libretti di deposito bancari e postali al portatore con saldo pari o superiore a 5.000 euro esistenti alla data del 31 maggio 2010, in cui è entrato in vigore il d.l. 78/2010, devono essere adeguati (tramite estinzione o riduzione del relativo saldo) entro il 30 giugno 2011. Il d.l. 78/2010 prevede, altresì, un inasprimento dei valori minimi e massimi delle sanzioni comminabili in caso di violazione del disposto normativo. Giangaspare Donato Toma


L’Ora del Salento

Lecce, 6 novembre 2010

obiettivo

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TONINO CANTELMI PSICHIATRI E PSICOLOGI INSIEME PER L’UOMO A colloquio con il Presidente dell’Associazione Psichiatri e Psicologi Cattolici, diacono della Chiesa di Roma

La nuova emergenza? “I nativi digitali” “Siamo ormai alle soglie di una mutazione antropologica: il sistema cervello-mente sarà diverso, più percettivo e meno simbolico, più immediato e meno riflessivo, più veloce e meno profondo” Quel simpaticone di Marzullo, anche se, purtroppo, soltanto di notte, molte volte azzecca il personaggio. E per chi di notte preferisce riposare, è più comodo cercare nella rete, magari su su You tube, qualche bella intervista del buon Gigi. Il quale dai suoi ospiti, fra una battuta e l’altra, fra il serio e il serioso, riesce a tirar fuori il meglio. Spesso anche l’inedito e il sorprendente. Lo scorso autunno ha intervistato Tonino Cantelmi. Lo psichiatra e psicoterapeuta cattolico, peraltro pure diacono permanente, e presidente degli psichiatri e degli psicologi cattolici italiani. Marzullo ha fatto centro un’altra volta. Andatelo a vedere. L’Ora del Salento ve lo consiglia ma non prima di aver letto la chiacchierata che gentilmente ha voluto concederci. Professor Cantelmi, chi è il disabile mentale o psichico che dir si voglia? Quali sono le patologie più gravi e più diffuse? L’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola che nel 2020 la depressione sarà la patologia che in tutto il mondo sarà la principale causa di disabilità. Assistiamo ad un incremento del disagio psichico: in particolare, oltre la depressione, è in vorticoso incremento la dipendenza comportamentale (cioè la dipendenza da comportamenti: dipendenza dal gioco, dal computer, dal sesso, dal lavoro, dallo shopping, ecc…). L’impatto precoce delle nuove e vecchie droghe sul cervello in via di sviluppo di adolescenti è correlato ad un incremento del rischio di patologie mentali gravi. Alcune condizioni lavorative sembrano esaltare fenomeni di mobbing e di burnout. Insomma nel complesso lo scenario mondiale sembra caratterizzato da una maggiore espressività del disagio psichico. In quale modo li percepisce la società attuale? Esiste ancora una sorta di discriminazione culturale e sociale verso questo tipo di ammalati? La società moderna è spietata: ancora oggi nei confronti della malattia mentale prevale lo stigma, cioè la vergogna, il rifiuto, l’emarginazione. In un recente sondaggio italiano, oltre il 70% degli intervistati confessava che se avesse avuto un parente malato di mente lo avrebbe nascosto o taciuto per vergogna. Lo stigma è davvero l’ultima frontiera da abbattere, perché impedisce un corretto e pieno accesso alle cure. Professor Cantelmi, parliamo di autismo. A che punto è la ricerca? Sono state individuate ipotesi di prevenzione? Per molto tempo l’autismo è stato correlato a dinamiche familiari disfunzionali. Si trattò di un grave errore, che ha colpevolizzato madri innocenti e impedito una corretta terapia. Oggi sappiamo che l’autismo è una patologia del cervello, che assume forme gravi e che mette a dura prova i terapeuti e i familiari. L’autismo è la patologia della relazione per eccellenza: il modo di relazionarsi del bambino autistico è complesso, difficile da gestire e a volte incomprensibile o sconcertante. Per questo è necessario sostenere le famiglie. La strada da percorrere è quella della solidarietà e del sostegno all’intero nucleo familiare e la creazione di una autentica rete terapeutica.

CHI È Medico, specializzato in Psichiatria, Tonino Cantelmi si è formato come Psicoterapeuta con Vittorio Guidano ed ha fondato in Italia la prima Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad orientamento Cognitivo Interpersonale. Il modello CognitivoInterpersonale, elaborato dal Prof. Cantelmi, è stato approvato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. È stato il primo in Italia ad occuparsi dell’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana. È autore di circa 200 pubblicazioni scientifiche e di oltre 20 libri ed è stato relatore invitato in circa 200 convegni scientifici. Ha curato il Manuale di Psicoterapia Cognitiva ed Interpersonale. Dirigente Psichiatra per il Servizio Sanitario Nazionale dal 1995. È stato docente universitario (attualmente Professore Incaricato di Psicopatologia presso l’Istituto di Psicologia dell’Università Gregoriana e presso l’Università “Regina Apostolorum” di Roma); insegna Psicologia Sociale presso i corsi Master dell’Università Europea di Roma; è docente presso i corsi Master dell’università Cattolica di Roma; è coordinatore dell’Area di Psichiatria della Scuola Medica Ospedaliera della Regione Lazio. È il direttore del Master Universitario “Psicologia della Vita Consacrata”, Università Regina Apostolorum, Roma. Diacono Parmanente della Diocesi di Roma dal 1996.

Lei ha dichiarato che tra non molto la depressione sarà l’invalidità più diffusa al mondo. Perché? Nessuno sa spiegare i dati dell’incremento delle diagnosi di depressione. Da un lato c’è sicuramente l’emersione di quadri clinici in passato nascosti: per vergogna o per ignoranza molte persone depresse non hanno potuto ricevere le cure, nascondendo la loro condizione. Dall’altro lato però c’è a mio parere un fenomeno impietoso: questa organizzazione sociale è altamente stressante e evidenzia vulnerabilità un tempo forse più facilmente compensate da relazioni più autentiche e salde, da contesti sociali più accoglienti e meno veloci. Direi che un fattore patogeno tipico della società liquida post moderna è proprio la velocità. Tutto è estremamente più veloce, forse troppo. Lei è un affermato psichiatra ma è anche uno psicoterapeuta. Cosa pensa degli psicofarmaci? Come possono dialogare la farmacoterapia con la psicoterapia? Quali risultati esso può garantire ai pazienti? I farmaci non vanno demonizzati, né idolatrati. Tuttavia nessun farmaco può essere considerato una risposta esaustiva al disagio: l’integrazione con la psicoterapia è dunque una modalità vincente per affrontare il disagio psichico. Oggi possiamo dire che 7 pazienti su 10 possono ottenere ottimi benefici dall’integrazione degli interventi. Rimane una quota di pazienti resistenti ai trattamenti moderni, per i quali è necessario un forte sostegno della comunità di appartenenza. Che cos’è la depressione? Come si riconosce? Le sue cause sono da ricercarsi in fattori chimico-organici del corpo umano da integrare con

PERCHÈ L’AIPPC Vogliamo che i valori religiosi dei pazienti credenti in psicoterapia siano rispettati, non sottovalutati, irrisi o addirittura contrastati da alcuni psicologi non credenti la farmacoterapia quando i valori biologici calano o sono invece da individuarsi nelle esperienze di vita dei pazienti? La depressione è caratterizzata da un umore depresso, una sorta di occhiali del cervello che fanno vedere tutto nero. Il paziente depresso è soprattutto una persona che ha una grave patologia della speranza: sente che la sua condizione non potrà migliorare e che nessuno lo potrà aiutare. Perde il piacere di fare ciò che in genere dà piacere, come mangiare, dormire, amare, divertirsi. Sente le energie troppo basse per affrontare la giornata. È una condizione che si associa a molte complicazioni: abuso di alcolici, uso di sostanze stupefacenti, suicidio. Tuttavia la depressione è una patologia per la quale abbiamo davvero molte risorse efficaci: farmaci sempre più moderni, psicoterapie particolarmente utili per affrontare i problemi della depressione, gruppi di auto-aiuto e di reciproco sostegno.

Come si guarisce dalla depressione? Si può convivere con essa? Cosa sono le cosiddette “ricadute”? Perché il paziente, specie dopo accurate cure a scalare, vive il ritorno al farmaco come una sconfitta personale? Come queste persone possono innalzare il livello di qualità della loro vita? Dalla depressione si guarisce. Per alcuni è necessario accettare un farmaco per molti anni, per la maggior parte un buon intervento psicoterapico e farmacologico può restituire il paziente alla normalità. Il punto fondamentale è la vulnerabilità individuale alla patologia depressiva, che ha una componente genetica, oltre che motivazioni correlate agli eventi di vita (specie quelli precoci). In altri termini ogni paziente ha una sua storia, irripetibile e personale. Lei ha condotto e conduce ricerche sulle dipendenze, anche sulla dipendenza dall’uso del pc, nei minori in particolare. Ce ne parla brevemente? Recentemente ho parlato dei nativi digitali, cioè dei bambini che crescono immersi in ambienti tecnologici (videogiochi, piattaforme, computer, telefonia digitale,social network, internet, Ipod, Mp3, ecc…). Molti sostengono che siamo alle soglie di una mutazione antropologica: il sistema cervello-mente dei nativi digitali sarà diverso, più percettivo e meno simbolico, più immediato e meno riflessivo, più veloce e meno profondo. Invece gli immigrati digitali (cioè coloro che non sono nati nell’era digitale, ma usano la tecnologia digitale) stanno sperimentando curiose forme di tecnofascinazione, che giungono a vere e proprie dipendenze da tecnologia (dal computer, dal telefonino, da internet). Parliamo di politica. Come giudi-

ca le politiche per le disabilità mentali in Italia e le politiche sociali in generale? Denuncio un clamoroso ritardo. La salute mentale è la cenerentola della sanità: si spende troppo poco e si investe nulla. Manca una coerente politica per l’inserimento lavorativo dei pazienti psichiatrici (senza il lavoro non c’è vera integrazione). C’è disattenzione e dimenticanza, salvo accendere demagogici riflettori quando alcuni fatti di cronaca ci sorprendono. C’è ancora troppa ideologia (la legge 180 è ancora vissuta come un totem intoccabile) e i servizi sono organizzati sulla base di idee di 30 anni fa. A che punto è il processo interno di umanizzazione della scienza medica? La tecnologia ha reso il paziente sempre più dipendente dalle macchine e il legittimo obiettivo di rendere la sanità sempre più efficace ed efficiente ha favorito un processo di spersonalizzazione delle cure. Umanizzare i percorsi terapeutici è oggi un obiettivo non più trascurabile: significa che i servizi per la salute vanno ridisegnati sui bisogni dei pazienti (e non viceversa). Professor Cantelmi, lei è anche Presidente dell’Associazione Italiana degli psichiatri e degli psicologici cattolici (Aippc). Perché un organismo di questo tipo? Quale il rapporto tra la fede e queste professioni? Nel 1998 abbiamo fondato l’Aippc rompendo due tabù: il tabù degli psicologi e degli psichiatri, che relegavano il fenomeno religioso ad aspetti simbolici o addirittura psicopatologici, e il tabù di alcuni settori della Chiesa, piuttosto diffidenti e resistenti al contributo che le scienze psicologiche potevano dare alla teologia e alla prassi pastorale. Abbiamo combattuto tre fenomeni: quello devastante degli psicosantoni (coloro che mescolano fede e psicologia in modo improprio), quello del riduttivismo scientifico (restituendo dignità alla dimensione spirituale dell’uomo) e quello del fideismo disincarnato (che non coglieva lo straordinario apporto della psicologia e della psichiatria alla comprensione teologica dell’uomo moderno). Abbiamo dato vita ad un intenso dialogo fra scienze diverse (teologia, antropologia, filosofia, psicologia), nel tentativo di restituire all’uomo una integrazione globale. Questa esperienza fu riconosciuta nel corso del Giubileo del 2000, quando in un incontro ufficiale l’Aippc fu presentata come esempio di diaconia moderna, utile per l’uomo di oggi. Sul piano accademico e istituzionale l’Aippc partecipa ai dibattiti in corso. Per esempio è stata ufficialmente convocata da organismi istituzionali, come recentemente è avvenuto nell’ambito del dibattito sulla riforma assistenziale che è in discussione presso la Commissione “Affari Sociali” della Camera dei Deputati. Oggi stiamo conducendo una nuova battaglia nei confronti di alcuni Ordini regionali degli psicologi: vogliamo che i valori religiosi dei pazienti credenti in psicoterapia siano rispettati, non sottovalutati, irrisi o addirittura contrastati da psicologi non credenti. Vincenzo Paticchio


L’Ora del Salento 11

Lecce, 6 novembre 2010

zoom

LECCE/Legnami per costruire il tetto della Cattedrale, la nuova campana e le porte

1710-2010 GIUSEPPE ZIMBALO Giuseppe Zimbalo fu il progettista, direttore dei lavori e parziale esecutore degli elementi scultorei della Chiesa Cattedrale di Lecce la cui costruzione durò circa dodici anni; la posa della prima pietra fu nel 1659. A proposito della fine dei lavori la nota Platea del 1672 così riporta (c. 668): “[…] dà conto di avere esatto dal primo di gennaro del 1670 per insino tutto dicembre 1670 ducati 2267:2:2. Nel qual tempo cessò di proseguire più oltre la detta fabrica; solo restò in mano del Rev. Abate Bernardino Stumeo Cantore et all’hora Auditore del Rev. Capitolo il fare alcuni risarcimenti e sgombrare e nettare il cortile del Vescovato della quantità grande di terra e pietre […]”. Una serie di documenti consentono poi di conoscere meglio un periodo importante di questa costruzione. Il 5 maggio del 1663 “[…] si scoverse il male irrimediabile […]”; in questo modo viene descritto nella stessa Platea il problema strutturale che occorse alla Cattedrale in costruzione. Il documento (c. 664) così si esprime in termini più ampi: […] posero sopra li balli mastro Gioseppe Zimbalo scultore als lo Zinganello, il quale come inesperto urtò in mille errori ne mai intendeva quello che gl’era da persone intendenti consultato. Onde avendo finita la seconda nave dell’ala destra d’essa novella chiesa li fece un malissimo motivo che per evitare maggior male obbligò il Rev. Capi-

La ricostruzione del Duomo Giuseppe Zimbalo ed Epifani

tolo e esso Illustrissimo Pappacoda a provederci, e sotto le 5 di maggio 1663 si scoperse il male irrimediabile. Onde con ordine del Dott. Francesco Antonio Agallo all’hora Giudice di Lecce instando l’Auditori del Reverendo Capitolo Abate Baccone e Abate Belli si sgarrò tutta quell’ala fabricata e voltatali sopra la lamia con poca e nulla considerazione fatta e detto mastro Zinganiello se ritirò dentro la Chiesa di Sant’Angelo da dove non uscì se prima non si convenne con esso Rev. Capitolo di rifare li danni patiti e ne stipulò instrumento a favore d’esso Rev. Capitolo. Il 13 giugno dello stesso anno Giuseppe Zimbalo assieme a Donato Epifani redigono una perizia relativa ad una bottega che era in prossimità del coro della Cattedrale. In particolare lo Zimbalo dichiara: “[…] Io per aver avuto pensiero della nova fabbrica di questa chiesa Cattedrale è vero per esser cosa pubblica e palese che li muri del coro di detta chiesa stanno così vicini ad una bottega dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità di questa città, che a mal pena ponno passare li carri e carrozze senza che faccino danno o alla fabrica di detta chiesa o alli muri di detta bottega, li quali stanno così mal posti per esser vecchi che facilmente qualche giorno pericolano per esser gittata a terra, e ci può anco pericolare la vita di qualche persona […]”. Lo Zimbalo poi continua: “[…] et io come esperto d’apprezzare le case così giudico e giudicaria anco ogniuno di sa-

RADIO E DINTORNI

vio giudizio tanto maggiormente per essere quella necessarissima per gettarsi a terra si per il passaggio comune come anco per dare lustro alle finestre del coro di detta chiesa Cattedrale et anco per la comodità della detta casa (vicina alla bottega) che resta della medesima Arciconfraternita […]”. Nella seconda parte della perizia compare Donato Epifani che così si qualifica: “Magister Donato Epifani de Campi filius quondam Alessandri commorans in hac civitate ab annis quadraginta in circa ut dixit aetatis suae annorum sexagintasex in circa ut dixit […]”. Il mastro di Campi afferma a proposito della sua presenza in questo cantiere: “[…] per avere fabricato quasi di continuo nella nova fabbrica di questa chiesa Cattedrale […]”. Egli si rivela quindi uno degli artefici più assidui nella costruzione dell’edificio religioso più importante di Lecce. Questa perizia è in Archivio Capitolare, Scritture Diverse, Mazzo XXV, Libro XV, c. 292. Un altra importante fonte di informazioni è l’atto rogato il 22 settembre 1664 per Notaio Antonio Maria Gervasi di Lecce. Tale rogito è relativo all’acquisto dei legnami necessari alla copertura della Cattedrale. In particolare il documento riporta: “Constitutis in nostri presentia Reverendo Abbate Polidoro Baglivo canonico Cathredalis ecclesie lijcien et depositario fabrice Gloriosi Sancti Horontij in dicta Cathredali ecclesia agente ad infrascritta dicto nomine et pro dicta fabrica parte ex una et Mattheo Piz-

di Alberto Marangio

zolini et Francesco (…) de Bugari patronij (…) Sancte Catherine ut se nominaverunt et cognominaverunt agentibus similiter ad infrascripta pro se ipsis et quolibet ipsorum (...) parte ex altra. Dicte partes sponte asseruerunt coram nobis come havendosi da coprire la chiesa Cathredale di detta città che si sta fabricando et per le legnami di detta fabrica hanno fatto l’infrascritti patti, promissioni et oblighi con detti Matteo e Francesco cioè […] de portare et consignare sopra del molo di Santo Cataldo marittima di detta città di Lecce franchi di dohana a peso del sudetto Abbate Horontio Polidoro il sotto numero di legnami […]: travi lunghi numero sessanta conforme la misura dataci cossi di lunghezza, cioè di palmi quarantacinque e mezzo et di grossezza di palmo uno di una faccia, et palmo uno et un duodecimo dall’altra faccia uniforme all’altra misura rimasta in podere del detto Reverendo Abbate Orontio ut supra depositario; travi numero duecento di palmi vint’otto in conformità della misura similmente datali uniforme a quella che è rimasta in podere del sudetto depositario cossi di lunghezza come di grossezza; travi di due et di tre a carro numero carre cento; et per il prezzo delle sudette legnami per accordio fatto tra detti Reverendo depositario et detti patroni è come seque cioè: per travi lunghi numero sessanta a ducati quattro l’uno, per li travi numero duecento di palmi vint’otto l’uno della medesima grossezza delli sudetti

travi lunghi a carlini vinti l’uno, per li travi piccoli di due et tre a carro a carlini sette et una cinquina il carro; et il denaro sia di moneta corrente et promettono li detti patroni […] la consegna di detti legni s’habbia da fare et consignare nel detto molo fra il termine di quattro mesi da hoggi avanti decurrendi. […]”. Altri lavori - porte e campana - furono compiuti da Mons. Antonio Pignatelli. La già citata Platea (c. 674 e succ.) riporta: “ Ne si tosto che entrò al governo di questa chiesa leccese Monsignor Illustrissimo Arciv. Pignatelli Vescovo di Lecce che non ostante le spese ancora fresche fatte d’un si lungo viaggio da Vienna in Lecce dove si ritrovava Nuntio Apostolico appresso a quella Maestà dell’Imperatore Leopol-

do I che volse dar di mano alle porte d’essa chiesa che ne stava di senza, mentre si serrava con semplici tavole rustiche per rimedio all’hora della corrente fabrica, e ne diede il pensiero a me. Nelli principij del caduto febbraro in anno 1672 e si fecero tre porte nove che sono la maggiore e le due collaterali […] quali […] si finirono felicemente a 9 del mese d’aprile del corrente anno 1672. Come ancora ritrovò il campanile con la campana grande rotta onde egli subito volse rifarla come già felicemente ha fatto havendo chiamato mastro Pietro Napoletano di Gallipoli et fatta calare la campana rotta da sopra il detto campanile alli 27 del passato febbraro. […]”. Fabio Grasso

APOLOGETICA di Roberto Cavallo*

Novità nel palinsesto di Radio Frate Sole

Cattolici e politica in Brasile

Radio Frate Sole nasce nella prima metà degli anni Ottanta all’interno della parrocchia La Pietà di Brindisi. Di ispirazione cristiana e francescana (come lo stesso nome lascia intuire), l’emittente ha sempre mantenuto vivo il proposito di diffondere via etere la voce della comunità; i risultati conseguiti nel tempo sono indissolubilmente legati al costante impegno di Frà Salvatore Giardina, religioso appartenente all’Ordine dei Frati Minori del Salento e attivo pastoralmente nella stessa parrocchia brindisina. Radio Frate Sole è ascoltabile nella città sui 94.200 MHz, e in streaming su www.radiofratesole.it; aderisce al circuito inBlu (“La radio con tante radio dentro”), consorzio nazionale di emittenti locali voluto dalla Conferenza episcopale italiana (www.radioinblu.it), e partecipa a Corallo, il Consorzio delle radio libere locali fondato nel 1981 (www.corallo.org), punto di riferimento dell’emittenza radiotelevisiva privata che dichiari adesione ai principi cristiani. Il palinsesto offerto dall’emittente è ricco di programmi di informazione, cultura, riflessione ed intrattenimento, che vanno a sommarsi agli appuntamenti religiosi quotidiani coniugando informazione nazionale e produzione locale. In aggiunta a tutto ciò, Radio Frate Sole ha ultimamente accettato anche la sfida di ampliare il proprio raggio di diffusione: un’ambizione nata dal desiderio di proseguire l’attività sociale svolta, ricorrendo a forme e strumenti nuovi. Su questi presupposti è stato di recente raggiunto un accordo finalizzato alla condivisione di parte del proprio palinsesto con Idea Radio, fondata nel 1987 ed on-air nelle province di Brindisi e Taranto (nonché sul sito www.idearadionelmondo.it); anche in questa occasione, il connubio editoriale partito nelle scorse settimane trova ovviamente il suo leit-motiv nell’ispirazione cristiana che caratterizza le due emittenti. In seguito pertanto alla collaborazione con quella che rappresenta anch’essa una realtà viva dell’informazione locale, il day-time di Radio Frate Sole è oggi affidato alla trasmissione “Il territorio in diretta”, prodotta per l’appunto da Idea Radio e condotta da Antonio Ligorio. La fascia quotidiana dalle 9 alle 12 può ritenersi pertanto la sintesi dello spirito che caratterizza entrambe le emittenti: orientato all’osservazione e alla conoscenza del territorio, ed attento alle eccellenze (rappresentate da gruppi, associazioni ed istituzioni) che con il loro lavoro quotidiano contribuiscono a rendere viva la comunità.

Il Brasile per la terza volta di seguito si avvia ad avere un Presidente scelto dalle fila del Partido dos Trabalhadores (Partito dei Lavoratori), movimento di ispirazione marxista e il cui leader carismatico è Luis Inacio da Silva, detto Lula. Già vincitore delle elezioni presidenziali nel 2002 e nel 2006, Lula quest’anno - per disposizione costituzionale - era impossibilitato a presentarsi per un terzo mandato. Ma l’esito delle recenti elezioni brasiliane ha incoronato al vertice dello Stato carioca una sua fedelissima: la signora Dilma Rousseff, ex Ministro di Lula ed ex guerrigliera. Se oggi Lula e il suo entourage sono conosciuti nel mondo come socialisti “moderati”, bisogna dire che non sempre è stato così. Nel suo passato politico rivoluzionario Lula aveva trovato negli esponenti della Teologia della Liberazione (Frei Betto in primis) degli eccellenti compagni di viaggio. Il suo modello politico restava Cuba: “Farò del Brasile una seconda Cuba”, era solito ripetere. Non a caso il marxismo, per statuto, era l’ideologia ufficiale del Partido dos Trabalhadores. Tale connotazione di evidente estremismo sociale e politico aveva però condizionato i risultati elettorali negli anni ’90, quando Lula e il suo movimento erano usciti ripetutamente sconfitti dalle elezioni del 1990, del 1994 e del 1998. Nel 2002, invece, messi da parte i toni più accesi, Lula si presenta all’elettorato e alla società brasiliana con un look decisamente moderato, perfino nell’aspetto fisico e nell’abbigliamento…Vince. Da allora è diventato non solo il Presidente del Brasile, in larga crescita economica nel rispetto delle regole del

mercato, ma quasi una star internazionale della politica. Sono gli anni in cui anche la Chiesa cattolica brasiliana gli garantisce il proprio sostegno. Ma l’idillio s’incrina proprio verso la fine del suo secondo mandato presidenziale, quando Lula promuove un disegno di legge noto come “Terzo Piano nazionale dei diritti umani” (PNDH-3). Si tratta di un documento di 230 pagine che intende creare una nuova mentalità collettiva, nella prospettiva di una società ugualitaria: torna alla ribalta, insomma, il vecchio sogno massimalista del primo Lula. Ma l’aspetto neo-collettivista non è certo il maggior tema di scontro con la Chiesa brasiliana. Per rispetto delle minoranze religiose, il “Terzo Piano nazionale dei diritti umani” prevede, infatti, che non vengano più ostentati simboli religiosi nei luoghi pubblici: ciò significa, per un Paese a stragrande maggioranza cattolico come il Brasile, togliere i crocifissi da aule scolastiche e giudiziarie, dagli ospedali e dagli angoli delle strade. Inoltre il Piano prevede nuovi istituti giuridici familiari a favore e a tutela delle unioni omosessuali, lesbiche e trans; la completa liberalizzazione dell’aborto volontario, a carico dello Stato; l’apertura all’eutanasia legale. Tale programma non passa inosservato al mondo cattolico. All’inizio di gennaio del 2010 i vertici della Conferenza Episcopale brasiliana hanno pubblicato un primo documento critico, sia pure abbastanza prudente, nei confronti del PNDH-3 di Lula. Ma già a fine gennaio una novantina di Vescovi sottoscrivevano un manifesto dai toni ben più accesi a difesa dell’identità cattolica della Nazione. * www.recensioni-storia.it


L’Ora del Salento 12

Lecce, 6 novembre 2010

le nostre città FUORI DAI DENTI

di Loredana Di Cuonzo

Disoccupati e senza futuro Una generazione che sta bruciando. Così potremmo definire quella che si identifica nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, giovani che silenziosi come fantasmi si disperdono in un mercato del lavoro negato. È altissimo il prezzo che pagano alla crisi. Noto il dato statistico diffuso in quest’ultima settimana che ci ricorda che 1 giovane su 4 non ha lavoro. Il 25% e, in alcune regioni, il dato è ancora più alto. Ancora statistica: i giovani tra i 20 e i 29 anni hanno risentito più della media del generalizzato calo degli avviamenti. Per loro un contratto a tempo indeterminato resta un sogno, mentre si schiudono contratti a tempo e di durata inferiore a quelli degli adulti precari. E nella crisi sono crollati gli avviamenti al lavoro con contratto di apprendistato, quelli che erano stati inventati proprio per convincere le imprese a aprire le porte ai giovani e che nella stragrande maggioranza dei casi portavano a una assunzione stabile. C’è un unico tipo di contratto che si sta riprendendo ed è quello interinale. Poco lavoro e brutto quello che è a disposizione dei nostri ragazzi: a differenza di 20-30 anni fa i giovani di oggi rimangono sempre deboli sul questo mercato primario. Si tratta di autentica emergenza, dobbiamo capirlo. Tutti e, in primis, la nostra classe politica ma, ad onor del vero, questa sembra esser occupata da tutt’altro, inutile commentare le ultime note vicende. Giovani che non lavorano oggi, che giungono tardi ad inserirsi nel mondo della produzione, che non hanno la possibilità di organizzare il loro progetto di vita e dunque non hanno la possibilità di “metter su famiglia”, avere figli, significa impedire al nostro Paese di avere un futuro.

FISCOSENZAVELI

Un Paese che tristemente invecchia , guidato da uomini e donne che non hanno la capacità di guardare in prospettiva perché questa, naturalmente, non gli appartiene. Dimentica questa società che tener ferma una generazione significa non saper fare neanche il proprio egoistico interesse di sopravvivenza. Lasciare che i giovani non trovino spazio significa rompere la solidarietà generazionale che permette a chi giovane non è più di godere di una pensione. Siamo di fronte alla sistematica espropriazione del futuro delle nuove generazioni. Mario Pollo, sociologo e pedagogista, commentando i dati Istat sul tasso di disoccupazione nel secondo trimestre 2010 - pari all’8,5%, il massimo dal 2003, dato nel quale la disoccupazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni è pari al 27,9%, il massimo dal secondo trimestre 1999 - osserva che le nuove generazioni “sono state in qualche modo poste da anni in una sorta di stand by con la tendenza a non consentire loro di rendersi protagonisti della vita sociale”. Secondo l’esperto, inoltre, “ai giovani viene fatto intravvedere un futuro che si presenta non più come una terra promessa dove costruire la propria vita ed anche un mondo migliore, bensì come un ambiente minaccioso, irto di insidie e ostacoli”. Per questo essi “si trovano a non poter sviluppare pienamente un percorso di costruzione di sé, né personale né professionale, e tantomeno un

progetto di vita che vada al di là del contingente. La disoccupazione è, in altri termini, uno degli indicatori più evidenti dell’attuale e profonda crisi di speranza e di futuro”. Un’incertezza che devasta qualsiasi progetto di vita. Condividiamo la veridicità di questa affermazione trovata in un blog in rete, uno dei tanti: “siamo un paese vecchio, governato da vecchi che prendono decisione per i vecchi, perché rappresentano i vecchi”. Siamo in una crisi epocale che dovrebbe far riflettere per i suoi numeri e dalla quale si uscirà solo se si riuscirà a passar la mano. Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale, ha ricordato che sono oltre 30 milioni di posti di lavoro bruciati dall’inizio di questa recessione e, in vista, ci sono altre possibili perdite per arrivare fino a 400 milioni di disoccupati. Un bollettino di guerra commentato al Forum internazionale dello sviluppo umano per tornare ad indicare l’urgenza di uno sviluppo che si concentri di più sulla creazione di occupazione. È questo deficit globale di posti di lavoro che frena la crescita economica e, soprattutto, crea tensioni sociali. Il nostro Paese non fa eccezione. Né possiamo pensare che dalla crisi si esce solo predicando ottimismo.

TORCHIAROLO/Presentato il progetto del film che si girerà nel paese

Ciak, si gira. Frassica e gli altri Presentato il progetto per il film che si girerà, principalmente, nel paese di Torchiarolo. Il sindaco Giovanni Del Coco ed i protagonisti di tale realizzazione hanno, infatti, voluto incontrare la cittadinanza per presentare loro il progetto. Il primo ciak sarà effettuato dal regista Federico Rizzo che, natio di Brindisi, ha ben pensato di girare nelle sue terre di origine le principali scene del film dal titolo “Taglionetto”. Appartenente alla casa di produzione “Margherita film”, la pellicola si presenta come un thriller poliziesco sostenuto dall’Apulia Film Commision ed ha una rosa di attori di tutto rispetto, partendo dal noto Nino Frassica sino a Dorotea Mercuri, attrice e modella molto famosa in Grecia. Trattandosi di un poliziesco si comprende facilmente come verrà parzialmente utilizzata la sede del comando della Polizia locale di Torchiarolo che, nel film, diverrà invece la sede di un commissariato della Polizia di Stato. “Il progetto mi è stato commissionato dal produttore di Roma - afferma il regista Federico Rizzo - ed il film si presenta abbastanza variegato nel suo genere poiché è sia un thriller psicologico che film d’autore, nel senso che si cercherà di conferirgli un linguaggio nuovo soprattutto giovanile e quindi di destrutturare quelli che sono i canoni del cinema. Pur non avendo collaborato attivamente nella stesura della sceneggiatura, in qualità di regista, ho proposto di girarlo nella mia provincia perché sono sempre più convinto che la Puglia dovrebbe essere invidiata da tutto il mondo per le bellezze territoriali che offre”. Il regista spiega inoltre come il progetto sia un low budget, ossia a basso costo perché, purtroppo, “il cinema odierno si sta riversando in questa nuovo modo di fare spettacolo a

causa dei grossi tagli fatti alla cultura, non essendo più lo Stato a finanziare i film. Per un certo verso è anche giusto che un produttore rischi di tasca sua”. Da far notare, infatti, come il casting presenti attori del luogo, provenienti da ogni parte della Puglia e che, nel corso delle riprese fatte in paese vi sarà la possibilità per i cittadini di partecipare alla realizzazione del progetto, nei modi più disparati. Dall’ausilio e donazione di oggetti che verranno usati nelle scenografie, sino alla scritturazione di comparse. “Io cercherò di fare un regia intelligente afferma Federico Rizzo - che non sarà assolutamente scontata. Mi ritrovo il compito e l’onere di avere una sceneggiatura già di per sé molta bella, oltre che la difficoltà di realizzare un film a basso costo che, girato in sette settimane, avrà tutte le caratteristiche principali di un film vero e proprio”. Gran parte della curiosità dei cittadini, pare essere anche nutrita per l’attore di stampo popolare Nino Frassica che, in Taglionetto, avrà un luogo non eccessivamente diverso da quello del

maresciallo Cecchini nella serie televisiva Don Matteo. “Nino Frassica - dichiara Rizzo - interpreterà un poliziotto, quindi non dovrà fare grande fatica nel passaggio dalla divisa di carabiniere. Il cambio di lavoro interpretativo è minimo. Certamente non sarà un tipo di poliziotto serioso, ma qualche elemento comico che già conosciamo lo metterà di sicuro”. Ai cittadini di Torchiarolo è stata quindi richiesta sì una proficua collaborazione nelle riprese, ma soprattutto una grande dose di pazienza poiché vedranno il proprio paese trasformarsi e, pertanto, vi saranno una serie di disservizi e strade chiuse al traffico. Il tutto verrà sicuramente curato dalla presenza delle forze dell’ordine e dalla protezione civile, così come ha voluto rassicurare il sindaco Del Coco. Un’occasione più unica che rara per Torchiarolo che, ora più che mai, potrà dar lustro al paesaggio salentino rendendo, con la collaborazione di tutti, possibile questo sogno il quale offrirà al pubblico l’immagine migliore del paese. Marco Marangio

a cura di Elena Palladino

Avvocato Specializzata in Diritto Amministr ativo e Tributario

Ligonziana di Nino Ippolito

News dalla Cassazione “Il contribuente risponde del reato di occultamento o distruzione di scritture contabili, se i verificatori non riescono a reperire le scritture contabili, successivamente reperite presso i clienti”. Tale principio è stato sancito dalla Corte di Cassazione - 3^ Sez., nella sentenza n. 38224 del 28/10/2010. Affermando ciò, la Suprema Corte ha allargato molto gli ambiti di responsabilità penale. Infatti, potrebbe essere possibile ascrivere la condotta ogni qualvolta non vengano rinvenuti i documenti fiscali. La disposizione normativa non appare, con questa statuizione, ad avviso della scrivente, rispettata appieno nella sua ratio. L’elemento soggettivo è, infatti, completamente trascurato dalla sentenza in esame, pur costituendo esso un elemento imprescindibile ai fini della concretizzazione normativa. Di segno opposto è invece, un’altra sentenza della Cassazione penale (Sezioni Unite) che sancisce: ”nessun contrasto tra falsa fatturazione e truffa aggravata”. Con ciò la Corte ha stabilito la sussistenza di un rapporto di specialità tra le due ipotesi criminose. Il reato di truffa aggravata riguarda “chiunque, con artifici e raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, se il fatto è commesso a danno dello stato”. Il reato di falsa fatturazione presuppone un quid differente, consistente nella finalità perseguita con la falsa fatturazione. Spesso le Procure hanno inteso avvalorare l’ipotesi di concorso, trascurando, invece, l’elemento soggettivo che andrebbe, ad avviso della scrivente, a differenziare le ipotesi criminose. Transazione Fiscale “L’imprenditore che presenta una proposta di concordato preventivo non deve utilizzare lo strumento della transazione fiscale, in quanto la possibilità del soddisfacimento non integrale dei crediti privilegiati, senza alcuna distinzione di sorta, é previsto dall’art. 160, secondo comma Legge Fallimentare, norma di portata generale, che non pone alcuna limitazione in relazione alla natura dei crediti falcidiati. Di conseguenza il voto contrario espresso dall’Agenzia delle Entrate e dal Concessionario della riscossione ha l’unico effetto di escludere che la società possa conseguire il consolidamento della propria esposizione debitoria nei confronti del fisco e non quella di incidere sull’ammissibilità del concordato”. Se il concordato preventivo é approvato dalla maggioranza dei crediti ammessi al voto e da tutte le classi dei creditori votanti, il tribunale non deve compiere, in sede di omologazione, alcuna valutazione della convenienza della proposta. Sul punto la scrivente rappresenterà alcuni casi pratici al fine di fare comprendere ai lettori la possibilità di addivenire ad una transazione fiscale con il fisco in sede di concordato preventivo e/o accordo di ristrutturazione. E nel prossimo numero… Suggerimenti in tema di “finanza agevolata”.

QUANDO LA BANDA PASSÒ Compositori e marce

di Antonio Martino

Un brano che merita un’attenzione particolare è la marcia sinfonica “Ligonziana” del leccese Nino Ippolito, del quale già in passato si è analizzata un’altra sua composizione. La banda presenta la prima idea tematica in tonalità minore, con interventi suddivisi per gruppi. Nel primo, composto prevalentemente dalle ance, si nota la linea principale dal carattere lineare e pacato; il tema si muove per gradi congiunti prima in senso ascendente e successivamente discendente. Nel secondo gruppo, composto dagli ottoni chiari, emerge la forza propulsiva del brano utile a contribuire alla spinta ritmico-dinamica dell’intera composizione; gli squilli, prevalentemente terzinati, infittiscono il moto della marcia e la rendono più incisiva nella memoria dell’ascoltatore. Nel terzo gruppo, in cui sono presenti i flicorni scuri, si può rilevare la profondità della composizione, utile all’inspessimento volumetrico e nettamente in contrapposizione agli ottoni chiari. Tra le due sezioni nasce un contrasto ritmico-melodico valido a consolidare una massa armonica che conferisce una particolare luce timbrica all’intero progetto compositivo dell’Ippolito. In realtà, il fruitore non riesce ad individuare con chiarezza le varie situazioni timbriche che avvengono simultaneamente, ma è inondato da un unico ed intenso campo sonoro realizzato da diverse entità all’interno dell’organico; l’unico segnale più accessibile è senza dubbio il tema affidato alle ance. A completare il quadro generale di que-

sto primo segmento è l’apporto dei flicorni bassi, corni e percussioni: tutti contribuiscono ad illuminare l’idea principale e renderla più decisa e indelebile. Al termine di questa prima parte, i flicorni bassi e corni intessono un tappeto armonico (croma-punto-semicroma) su cui si poserà la nuova idea. Il compositore ha previsto un assolo dei primi clarinetti soprani attraverso la pulsione in levare ed un immediato salto di ottava; infatti, è proprio così che s’inerpica la seconda idea tematica di “Ligonziana”. Si tratta di una melodia molto conosciuta nel mondo della banda tanto da essere utilizzata anche da altre realtà musicali vicine alla musica popolare. Dopo il salto repentino, già evidenziato, i primi clarinetti soprani presentano una serie di gruppi di semicrome con un disegno discendente sino a raggiungere il suono di partenza; il criterio che genera il susseguirsi delle semicrome è prettamente matematico e ben vicino ad un esempio di virtuosismo strumentale molto usato nella tradizione abbateana. La ricerca meticolosa dell’effetto è la virtù primaria dell’Ippolito che ha dato molta importanza alla macrostruttura senza comunque perdere di vista il particolare. Il compositore, poi, utilizza la microstruttura ai fini di una più ampia visione e molto vicina all’ascoltatore. Il tema in esame risponde pienamente al progetto compositivo sopraesposto e dimostra un’ulteriore competenza, della quale il compositore si avvale per far lievitare ulteriormente la particolare fragranza sonora.


L’Ora del Salento 13

Lecce, 6 novembre 2010

le nostre città LECCE/Presso la Fondazione Palmieri la presentazione del nuovo libro di Marion

L’io e il tu alle origini della filosofia CHI È

Si è tenuta a Lecce, nei giorni scorsi, presso la Fondazione Palmieri (Vico dei Sotterranei 27), la presentazione dell’edizione italiana del libro di Jean-Luc Marion de l’Académie française, Questioni cartesiane sull’io e su Dio (traduzione di Igor Agostini, Firenze, Le Monnier, 2010), apparso per la prima volta a Parigi nel 1996, presso le Presses Universitaires de France, ed ora disponibile nella nostra lingua nella Collana del Centro Interdipartimentale di Studi su Descartes e il Seicento diretto dalla prof.ssa Giulia Belgioioso presso l’Università del Salento. L’iniziativa, che inaugura il protocollo di intesa fra la Fondazione Palmieri ed il Centro, e che corona idealmente il lungo rapporto di collaborazione intrattenuto, ormai dal 1986, col Centre d’études cartésiennes della Sorbona di Parigi diretto dal prof. Marion, ha offerto l’opportunità di ascoltare, attorno a due temi decisivi per la storia ed il destino della filosofia e della teologia, quali quelli dell’anima e di Dio, uno studioso non solo unanimemente stimato come uno dei massimi esperti di Descartes, ma anche esponente di spicco della filo-

Igor Agostini, Ancien pensionnaire étranger dell’Ecole Normale Supérieure, si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Firenze ed ha conseguito il Dottorato in Etica ed Antropologia filosofica presso l’Università del Salento. Autore di studi su Descartes e la storia del cartesianismo, insegna attualmente Storia della Filosofia Moderna presso l’Università del Salento, dove, dal 2000, svolge la sua attività di ricerca presso il Centro Interdipartimentale di Studi su Descartes e il Seicento.

sofia francese contemporanea, autore di opere (per non citare qui che alcune delle traduzioni italiane) quali L’idolo e la distanza (1979), Dio senza Essere (1984), Il prisma metafisico di Descartes (1998), Dato che. Saggio per una fenomenologia della donazione (2001), Il fenomeno erotico (2003). In risposta ad una delle domande dell’intenso dibattito che ha seguito la presentazione, Marion ha collocato la propria produzione filosofica in una sua “altra vita”; un’immagine che intendeva sottolineare la peculiarità dei due percorsi, quello storico e quello più propriamente teoretico, della ormai più che trentennale riflessione di Marion, ma che non voleva affatto celarne il legame che li ha sempre visti intrecciar-

si, ed in particolar modo attorno a René Descartes (meglio conosciuto, in Italia, col nome umanistico di Cartesio), padre della filosofia moderna e autore prediletto di Marion: “Potrebbe darsi - si legge a pagina IX della Prefazione di Questioni cartesiane sull’io e su Dio - la filosofia contemporanea entri in una aetascartesiana alcun cartesianismo”. La filosofia di Descartes, secondo Marion, liberata dal falso involucro di tante interpretazioni non meno tenaci che parziali, e quindi sottratta alle “inaccettabili” obiezioni che pretestuosamente sono state troppo spesso scagliate contro di essa, non risulta affatto, così come un’immagine di maniera l’ha storicamente tramandata a noi tutti, afflitta dal solipsismo (ossia la tesi se-

TREPUZZI/Ad un anno esatto dalla scomparsa della poetessa

Omaggio ad Alda Merini Lunedì 1 novembre, alle ore 19,00, presso l’Aula Consiliare, la cittadinanza di Trepuzzi ha reso omaggio alla poetessa Alda Merini, scomparsa esattamente un anno prima, e lo fa con “Diario di una donna innocua”, un reading di poesie selezionate da A. Maria De Luca e Marcella Manno, in collaborazione con la “Compagnianordsalentoteatro”. Alda Merini si è spenta a 78 anni, proprio il 1 novembre 2009, dopo una lunga malattia, privando il mondo della poesia di una geniale scrittrice. Nata in una famiglia modesta, Alda Merini studia alle Orsoline, dove impara a suonare il piano e a cucire. Respinta dal liceo Manzoni di Milano, già all’età di 15 anni è una poetessa in erba, che ama anche suonare. Ma nel ’65, a 34 anni, per Alda si apre il tunnel della malattia che durerà fino al ’79, con bre-

vi soggiorni in famiglia in una routine fatta di ospedali psichiatrici. La vita di Alda è come spezzata, in un prima e un dopo, con la malattia a fare da spartiacque. “Per me guarire è stato un modo di liberarmi del passato. Tutto è accaduto in fretta. L’ultima volta che sono stata presso l’istituto che mi aveva in cura per depressione, mi è accaduta una cosa che non avevo mai provato. Una mattina mi sono svegliata e ho detto: che ci faccio qui? Ho ripreso a scrivere e ho perfino trovato quel successo che mai avrei pensato di ottenere”. Queste le parole della poetessa dopo la guarigione, quando affermava anche: “Mi sento sana di poesia”. “Le sue poesie sgorgano infinite, come se fosse una terapia, e sono centinaia, migliaia”. Così il Sindaco Cosimo Valzano e l’assessore alla Cultura

prof.ssa Anna Blasi. “Di queste ne sono state selezionate solo alcune”, che sono state declamate con l’accompagnamento della fisarmonica del Maestro Alessandro Gaza e del sassofono del maestro Aldo Ciccarese. La cittadinanza di Trepuzzi ha reso il giusto omaggio ad una donna che, tra i dolori di una vita durissima, ha lasciato ai posteri innumerevoli versi, oggi considerati autentici capolavori. Andrea Ciardo

condo cui al mondo esisto solo “io”) che conseguirebbe dalla natura della sola certezza disponibile dopo il dubbio universale, quella del “penso, dunque sono”. Questo enunciato, su cui le storie della filosofia, come anche gli studi specialistici, continuano a far ruotare le loro ricostruzioni del pensiero cartesiano, non si trova affatto nell’opera cui Descartes ha consegnato la sua metafisica, le Meditazioni di filosofia prima (1641), e questo perché, secondo Marion, ne è assente lo stesso concetto. Il protagonista della filosofia cartesiana non è un io che, pur uscendo dal dubbio, attraverso il pensiero, resta nondimeno tutto solo nel suo percorso verso la scoperta di nuove verità; è, invece, un io che sconfigge il dubbio perché, da prima, anzi da sempre, è coinvolto in un dialogo con un “tu”. Nella lezione di Marion, la strada che apre la filosofia moderna non è il sentiero insidioso in cui si avventura un’anima solitaria (o, come Descartes preferiva chiamarla, una “mente”), ma la via maestra battuta da un io che un “altri” non lascia mai solo. Rosa Mariano

IN GALLERIA

di Alessandra De Matteis

Maschi contro femmine di Fausto Brizzi L’eterno conflitto tra uomini e donne, viene raccontato con ironia nel nuovo film “Maschi contro femmine” di Fausto Brizzi già regista di film di successo come “Notte prima degli esami” e “Ex”. In questa commedia vengono intrecciate quattro trame principali, che si incrociano ma non si scontrano mai. Walter e Monica sono alle prese con il primo figlio e non fanno l’amore da più di dieci mesi. Anche se gli amici lo spingono alla soddisfazione degli istinti, Walter sembra essere un marito fedele, ma quando le avances della bionda pallavolista Eva si fanno insistenti lui non sa resistere. Intanto, Chiara e Diego due vicini di casa non perdono occasione per offendersi e insultarsi a vicenda. Lui un don Giovanni senza

VITE MIGRANTI

scrupoli e lei infermiera, dedita fino in fondo alla causa ambientalista. Ma dopo un incontro ravvicinato fra i due, Diego entra in crisi, diventa irriconoscibile. Marta e Andrea, due studenti universitari amici del cuore, condividono un appartamento e contro il loro volere condividono anche una ragazza, tanto carina quanto confusa. Nel frattempo la madre di Andrea sta attraversando una disastrosa crisi di mezza età. “Maschi contro femmine” è una commedia leggera e divertente nella quale ci sono due universi paralleli, quello degli uomini e quello delle donne, tanto opposti quanto complementari. La cosa strana, per essere una commedia italiana, è che non cade in alcune delle trappole della volgarità propria del nostro cine-

di Giovanni Napolitano

Regia Corvetta Caracciolo: diario del nonno Navigando per tutta la notte, la nave Caracciolo costeggiò il continente australiano e all’alba del 18 settembre 1883 avvistò l’entrata di Port Jackson. L’impressione dei marinai italiani alla vista della città fu indimenticabile: nelle acque placide si riflettè la sagoma di misteriose insenature ed isolette verdeggianti, lo sguardo venne catturato dalle bellissime ville con i giardini lambiti dal mare. Tale pace era scalfita solo dal continuo movimento di battelli a vapore che circolano senza interruzione da un punto all’altro, a Sydney la Caracciolo ancorò in Farni-Cove, percorrendo la “roadstead of warships”, ovvero la

rada delle navi da guerra e il nostro Umberto rimase basito nel vedere il connubio tra tanta bellezza e belligeranza. Umberto scrive: “per strana combinazione della vita trovammo in Farni-Cove la corazzata inglese Nelson, nome dell’ammiraglio che fu carnefice del nostro concittadino Caracciolo, ammiraglio modello, una delle glorie italiane”. Proprio quell’incontro inaspettato mandò l’equipaggio in subbuglio, tral’altro composto per lo più da marinai napoletani. Per capire occorre fare una breve digressione….. Il famoso Horatio Nelson, a cui la nave era dedicata, il 28 giugno 1799, impiccò l’ammiraglio France-

sco Caracciolo, già eroe della rivoluzione napoletana, ad un’antenna della nave Minerva di fronte le acque del lungo mare di Napoli. Il re Ferdinando I, che durante i moti rivoluzioni della Repubblica Partenopea dovette abbandonare Napoli e rifugiarsi con l’aiuto di Nelson a Palermo e successivamente rimesso al trono grazie al suo intervento, alla vista del cadavere si spaventò e fuggì via. Dopodichè il cadavere fu raccolto dai marinai che tanto lo amavano, e fu sepolto nella chiesa della Madonna della Catena a Napoli. Per tornare a noi….. Durante la permanenza Umberto ce la descrive, come meravigliosa, ricca di vegetazione e bei edifici. Tra le principali stradi essa an-

novera Elizabeth street, Pitt street e Liverpool street. Egli ci descrive le bellissime chiese presenti, come la Cattedrale Cattolica, quella Anglicana e la Sinagoga degli Ebrei detta Ferwisol Sinagoghe. Ciò che colpisce di più il nostro pellegrino è la statua di Cook in College street che rappresenta la figura del grande navigatore; egli visita poi i vari musei di storia naturale e di belle arti, nonché la locale pinacoteca ricca di capolavori di artisti italiani. Infine rammenta che l’onore della scoperta delle terre australiane, benché reclamata dai francesi, appartiene all’Inghilterra che con suo figlio capitano Cook, fu lo scopritore della “Australis Incognita” o nuova Olanda.

ma. Inoltre, il film vanta un ricco e colorito cast come Fabio De Luigi, Paola Cortellesi, Giorgia Wurth, Alessandro Preziosi e Nicolas Vaporidis. Tutti i protagonisti rendono già l’idea del genere del film. In realtà, l’ultima opera di Brizzi è la prima parte di un progetto cinematografico, che avrà presto una continuazione. Il secondo capitolo che arriverà nelle sale a partire da febbraio, dal titolo “Femmine contro maschi”, vedrà come protagonisti alcuni dei personaggi secondari di questa storia come Claudio Bisio, Luciana Litizzetto, Nancy Brilli e Emilio Solfrizzi, ma anche delle new entry come Ficarra e Picone. Se il secondo atto sarà divertente come il primo, sarà l’ideale per passare una bella serata spensierata al cinema.

LA V EDIZIONE

Torna a Lecce il Galantuomo È giunto alla sua quinta edizione il concorso di poesie “Il Galantuomo”, ideato al fine di trasmettere ai giovani le amorevoli raccomandazioni di Don Bosco per una vita esemplare sull’esempio del Cristo bambino. Ai ragazzi va il nostro primo pensiero, perché sono loro ai quali Don Bosco amava rivolgere le sue amorevoli cure. Una personalità carismatica quella di Don Bosco, Apostolo della gioventù e Apostolo della Stampa, che considerava eccezionale l’importanza del libro. Il successo del concorso è sempre crescente, basti ricordare i numeri della quarta edizione che ha visto 311 partecipanti, 15 poesie dagli ospiti delle carceri leccesi, 63 premi e 1100 presenze per le premiazioni. Per scaricare regolamento e scheda di iscrizione: www.circoloculturaleilgalantuomo.org


L’Ora del Salento 14

Lecce, 6 novembre 2010

appunti

Ken Follett. La caduta dei giganti Si è fatto aspettare un bel po’, ma, in libreria solo da qualche settimana, è già in vetta a tutte le classifiche di vendita. Sto parlando dell’attesissimo nuovo romanzo di Ken Follett, “La caduta dei giganti”, edito da Mondadori. Uscito in contemporanea mondiale in ben quattordici paesi, tra cui l’Italia, “La caduta dei giganti” è il primo romanzo di quella che sarà la trilogia “The Century”, già destinata a divenire un classico. Si tratta di un libro impegnativo e complesso per stessa ammissione dell’autore: “Volevo raccontare tutto quello che era avvenuto tra l’attentato a Sarajevo e lo scoppio della guerra.. ma il romanzo doveva essere incentrato sul destino degli individui coinvolti. Questa è la nostra storia”. Ed è proprio questo il segreto di Ken Follett: racconta-

re la vita di individui più o meno importanti, con i loro meccanismi ed ingranaggi per spiegare e farci entrare dentro la vita di quel secolo complesso e ricco di storia che è il Novecento. La stesura del tomo è durata due anni e mezzo durante i quali l’autore ha consultato ben otto storici. È la storia di cinque famiglie di cinque Paesi diversi. Le vicende di queste famiglie sono destinate ad incrociarsi e ad intrecciarsi in periodo storico che va dal 1911, passando dalla prima Guerra Mondiale, fino alla Rivoluzione Russa. Il secondo volume della trilogia, che uscirà nel 2012, racconterà le vicende dei figli dei protagonisti de “La caduta dei giganti” e riguarderà il periodo storico della Depressione e della seconda Guerra Mondiale. Nel terzo volume entrerà in scena la terza dinastia delle cinque

c@ttolici in rete argo

Billy Williams compie tredici anni ed inizia a lavorare in miniera. La famiglia Williams ha legami, anche se non amichevoli, con i Fitzherberth, una tra le famiglie più ricche dell’intera Gran Bretagna, e proprietaria della miniera in cui lavora il ragazzo. Da qui parte una vera e propria saga interfamiliare, con numerosi colpi di scena. Lady Maud Fitzherberth, convinta ed appassionata sostenitrice del diritto di voto alle donne si innamorerà perdutamente del nobile ed affascinante Walter von Ulrich, spia tedesca all’ambasciata di Londra. I loro destini si incroceranno con quello di Gus Dewar, giovane assistente alla Casa Bianca dell’allora presidente Wilson. Ed è proprio l’America il Paese in cui due orfani russi, i fratelli Grigorij e Lev Pevkov , sognano di emigrare, ma i loro

progetti vengono osta cola ti dallo scoppio della grande Guerra e dalla Rivoluzione Russa. Tanti colpi di scena lo rendono un romanzo avvincente e coinvolgente. Veramente un bel libro, interessante e godibilissimo di uno scrittore che ha pubblicato ben ventisei romanzi con centotrenta milioni di copie vendute, di cui tredici solo in Italia. Vedrete, non vi deluderà. Consigliato.

Ken Follett, La caduta dei giganti, Mondadori, 25.00, pag. 1008

Cybernauti a lezione M U S I C A L M E N T E della Parola di Dio Giardini di plastica dei Koreja Anna Rita Favale

IL POLLICE

LA VERITÀ E LA STORIA

In quel filone legato ai tanti eventi della nostra storia recente, sui quali la Rai sta costruendo una serie di fiction di alto contenuto civile, “Sotto il cielo di Roma” (Rai Uno, ore 21,10) rappresenta un’occasione importante per meglio comprendere quanto accaduto nei primissimi anni Quaranta, nell’approssimarsi della fine di una guerra orribile che aveva travolto il mondo. E non solo per quanto legato all’evento in se stesso, ma per la particolarità di una città chiamata Roma, non solo capitale d’Italia, ma sede della Santa Sede, e quindi luogo fisico della presenza del Papa. Il film scorre con equilibrio e ritmo, e mette in evidenza - finalmente e ben oltre le critiche gratuite e strumentali - le giuste e complesse riflessioni di Papa Pio XII impegnato nella salvezza fisica di tutti i cittadini della città, ben oltre le confessioni e i soprusi. E così, la storia si chiarisce, diradando i dubbi residui. Eccezionale la prova di James Cromwell e poetica la vicenda tra Miriam e Davide.

lor@delavoro di Samuele Vincenti Sono quarantatre i milioni messi a disposizione di donne, giovani, disoccupati, lavoratori in procinto di perdere il posto, cassaintegrati, ragazzi dai “Principi Attivi” e precari dal bando “Start Up” della Regione Puglia. L’avviso per lo “Start up” di microimprese realizzate da soggetti svantaggiati permetterà, non ad un’azienda già costituita, ma ad un privato cittadino, di uscire dalle difficoltà mettendosi in proprio, attraverso un “passaporto” verso una svolta esistenziale che può rivelarsi risolutiva soprattutto in tempi di crisi. La somma messa a disposizione di ciascuna microazienda è fino a 400mila euro: di questa

famiglie in questione e racconterà il periodo dalla Guerra Fredda al ’68. L’uscita dell’ultimo volume è prevista nel 2014. I protagonisti sono appunto i componenti di queste cinque famiglie, diverse per nazionalità e status. La famiglia inglese dei Fitzherberth e quella tedesca dei von Ulrich, appartengono all’aristocrazia. La famiglia russa dei Pevkov e quella gallese dei Williams, provengono dal proletariato. Nel nuovo continente, negli Stati Uniti d’America, Gus Dewar si muove sullo sfondo della Casa Bianca quando era presidente Woodrow Wilson. Il destino di queste famiglie è intrecciato a doppia trama. Tutto ha inizio nel 1911, nel giorno dell’incoronazione di Giorgio V nell’abbazia di Westmister a Londra. Quello stesso giorno, il 22 giugno ad Aberowen in Galles,

marialucia andreassi

Tommaso Dimitri

Oggi ci interessiamo di Bibbia Edu. Che cos’è Bibbia Edu? Bibbiaedu.it è un sito per incontrare e “navigare” la Bibbia nella nuova edizione Cei 2008. Un indirizzo per visionare, scomporre, richiamare, studiare la “Parola” che sta a fondamento della fede e della vita della comunità cristiana, patrimonio culturale e spirituale dell’umanità intera. Oltre alla versione Cei, in questo spazio virtuale sarà possibile mettere a confronto le tante versioni del testo sacro già presenti nella rete. Perché la Chiesa italiana immette un sito sulla Bibbia, che si aggiunge ai tanti, interessanti e originali, già esistenti? Almeno per tre obiettivi: Il principale obiettivo è certamente di tipo pastorale: l’inserimento del testo della Bibbia sul Web è un ulteriore tassello del più ampio obiettivo della Chiesa cattolica italiana di evangelizzare anche attraverso le nuove tecnologie. La collocazione del sito della Bibbia - ed è questa una seconda ragione - è in linea con uno dei temi del Progetto Culturale, quale il rapporto tra fede e altre scienze. Una sezione del sito, infatti, Bibbia e Sapere, permetterà collegamenti a siti appartenenti ad altre discipline che hanno sviluppato pensiero a partire proprio dal testo sacro. Un terzo obiettivo, infine, è la realizzazione di uno strumento di lavoro rivolto ad una utenza che tenga in conto non solo gli studiosi e i ricercatori ma anche gli operatori pastorali, i credenti e chiunque voglia fare un percorso nei testi biblici, sia a livello personale che come gruppi organizzati o centri di ascolto. Cosa troviamo nel sito? Tutti i testi, Antico Testamento, Nuovo Testamento, Libri Omogenei e Singoli Libri, sono accompagnati dalle introduzioni ufficiali. Per agevolare la navigazione, è stato realizzato un nuovo indice ad albero che potrà essere richiamato in qualsiasi momento e che permetterà all’utente di accedere con maggiore rapidità ai testi biblici. All’interno l’indice riporta in modo interattivo l’intera struttura della Bibbia ovvero l’elenco di tutti i gruppi di libri omogenei e dei singoli libri. La loro selezione permetterà l’immediata visualizzazione del testo del libro prescelto. Viene inoltre riportato il dettaglio dell’intero apparato delle note presenti sul nuovo testo biblico edizione 2008. Buona navigazione.

Domenica 14 novembre 2010 alle ore 19.00 presso il Centro Sociale Comunale, via Vecchia Carmiano, parrocchia San Vincenzo de’ Paoli il Teatro Stabile d’Innovazione Koreja porterà in scena Giardini di plastica. “Lo spettacolo cattura gli sguardi, ma lascia libera la fantasia di correre a briglia sciolta. Chi decide di subirne l’incantesimo, si prepari a un viaggio sorprendente alla scoperta di mondi magici dove colori, luci e suoni assecondano i suoi desideri. Mondi a sé, ciascuno con le proprie meraviglie, dove si possono incontrare extraterrestri, samurai, fate, angeli... Dove c’è posto per i ricordi, i sogni, le emozioni. Di grande impatto visivo, le scene suggestionano anche chi bambino non è pi e;, grazie all’originalità delle trovate e alla forza evocativa di certe immagini. Tubi, abiti, copricapo, materiale povero e riciclato di vario genere che grazie all’uso fantasioso delle luci si trasforma fiabescamente in immagini, visioni strampalate e buffe, quadri plastici di un movimento della fantasia. Non c’è in ballo una vera e propria storia che non sia quella inventata, lì al momento, dai tre attori in scena con le loro trasformazioni. E la plastica? Koreja si è divertita a trasformarla, giocando con gli oggetti semplici di ogni giorno. E lancia la sfida a riconoscerli. [...] Suggestioni orientali, ritmi e colori sudamericani, divertenti gag-battibecco, la fata degli uccelli con i due cacciatori che si mettono fuorigioco da soli, Eva con la mela e il serpente che si muovono sulle note di un motivo assai gradevole. A questo proposito vogliamo sottolineare la validità delle scelte musicali, attentissime, particolari e molto belle. Anche una scelta assolutamente non prevedibile: un brano di Battiato per intero che parla di problematiche dure, di politiche, di criminalità. Mentre la voce racconta, gli attori sulla scena disegnano bolle di sapone di tutti i formati, che le luci colorano di blu, o di rosso, trasformandone la superficie in una specie di ghirlanda di stelline. La fantasia, un effetto davvero speciale”. Da Giardini di plastica al Ridotto: la fantasia è un effetto speciale di Luisa Guarino. Ingresso libero con Giovanni De Monte, Alessandra Crocco, Antonella Iallorenzi, tecnici luci Mario Daniele e Angelo Piccinni, regia Salvatore Tramacere, collaborazione all’allestimento Maria Rosaria Ponzetta.

Start Up: incentivi alle microimprese dalla Regione Puglia

somma, 150mila euro potranno essere spesi per investimenti, acquisto di locali, suoli, strumenti e attrezzature, mentre 250mila per i costi di funzionamento di un’impresa, dunque stipendi, affitti, leasing, bollette. Il tutto per tre anni di esercizio. Un incentivo, dunque, che in pratica funziona come una specie di maxi prestito d’onore a favore di disoccupati e precari, ma che si lega anche alle politiche di imprenditorialità femminile e giovanile, che permette il sostegno dei cassaintegrati intenzionati ad uscire dall’azienda, che valorizza i giovani di Bollenti Spiriti perché mettano in piedi un’attività propria.

Inoltre, tutti gli aiuti previsti per il commercio sono destinati a quelle aree confluite o che potevano confluire nelle Zone Franche urbane per situazioni di disagio. Questa è una novità di grande rilievo: se il Governo nazionale infatti aveva istituito la categoria delle “Zone Franche”, ma ne aveva riconosciuto i benefici solo per tre, Foggia, Taranto ed Andria, la Regione Puglia invece estende l’incentivo a tutte quante le “Zone Franche”, allargando le agevolazioni nella quantità e agendo più velocemente. Si calcola che il bando “Start up” svilupperà in totale investimenti e spese di funzionamento per 90 milioni di euro, con un’inie-

zione di fondi pubblici pari a 43milioni. Il bando è consultabile, completo di allegati sul portale dell’Assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia: www.sistema.puglia.it. Potranno partecipare giovani tra i 18 e i 25 anni di età; persone tra i 26 e 35 anni che non abbiano ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito; soggetti al massimo trentacinquenni che nell’ultimo biennio dalla data di presentazione della domanda abbiano completato percorsi formativi coerenti con l’attività da intraprendere, finanziati o autorizzati dal sistema pubblico della formazione professionale (in questa categoria rientrano i

“Bollenti Spiriti”); persone di età tra i 45 e i 55 anni prive di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; disoccupati di lungo periodo, ossia persone senza lavoro per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti se hanno meno di 25 anni; donne di età superiore a 18 anni. Le microimprese che intendono avviare devono essere di nuova costituzione e inattive al momento della presentazione della domanda, per questo non saranno ritenute ammissibili iniziative che siano di fatto in continuità operativa e gestionale o che si configurino come rilevamento e ampliamento di imprese preesistenti. I settori che potrebbero ri-

cevere gli aiuti sono moltissimi. Si va dalla produzione di pasti e piatti preparati alla fabbricazione di tappeti, articoli in paglia, prodotti farmaceutici, e ancora computer, autoveicoli, costruzioni e attività di produzione cinematografica, design, interpretariato, attività di pulizia e organizzazione di convegni, imprese commerciali. La domanda di accesso deve essere presentata con raccomandata A.R., utilizzando obbligatoriamente il modulo allegato al bando (attraverso il portale www.sistema.puglia.it), e indirizzandola a Puglia Sviluppo S.p.A., via Amendola 168/5, 70126 Bari.


L’Ora del Salento 15

Lecce, 6 novembre 2010

lo sport A Bologna una partita che vale il doppio dei punti. I Felsinei vogliono invertire la rotta. I Giallorossi vogliono evitare di tornare dall’Emilia a mani vuote

L’ASSIST di Paolo Lojodice

In trasferta per la salvezza Una prova di carattere è quella del Lecce a Roma, dove i giallorossi hanno saputo dimostrare di avere carattere e personalità espresse nel gioco e nella capacità di proporsi, in un tempio del calcio come l’Olimpico, nient’affatto dimessi né condizionati dalla caratura o rabbia dell’avversario. Questo è però riuscito nell’intento di prendere tre punti per una oggettiva diversità nella caratura tecnica sia pur solo dopo il “rischio” dei salentini d’andare in gol e, nello specifico, in vantaggio. Non sono dunque bastati carattere e personalità per portar via almeno un solo punto da un campo tradizionalmente penalizzante. In settimana De Canio ha lavorato con i suoi per consolidare gli aspetti positivi e migliorare quelli ancora deficitari. La manovra varia ed organizzata vista a Roma comincia a diventare una capacità costante dei salentini che si esprime nel saper mantenere una propria fisionomia in ogni partita, al di là di chi sia l’avversario di turno. Da migliorare sicuramente è la capacità di mantenere la freddezza giusta in fase di conclusione a rete. Certo, a Roma la casualità ha responsabilità pressoché totali ma, in altri casi, una migliore lucidità

S

L’ALTRO

avrebbe fruttato altri punti preziosi. 7 i gol realizzati sin qui, su 9 gare. Per una squadra che vuole salvarsi qualcosa in più non può che giovare. Per il resto De Canio ha da registrare meglio la struttura difensiva, anche se la gara contro la Roma non è per nessun aspetto paragonabile alle gare contro Juventus e, più lontano, Milan. In questo turno, per la seconda volta di seguito si gioca di sabato, ci si ritrova di fronte il Bologna, ultimo in classifica con 8 punti. Il tecnico materano per questa gara, importantissima nell’economia generale del poker di gare iniziato proprio con

i capitolini, rischia di avere importanti defezioni. Out Reginiussen e Fabiano, Ferrario, al momento in cui andiamo in stampa, potrebbe essere in dubbio. La squalifica di Olivera, espulso dopo il secondo gol dei romani insieme al capitano di questi, Totti, imporrà altre scelte nel reparto avanzato. Che partita sarà lo si potrà, come sempre, dire a posteriori ma a giudicare dagli elementi a disposizione verrebbe da dire che tra le quattro di questa mini-serie è la più difficile perché, contro una pari-grado, è seconda gara fuori casa che segue a una sconfitta non meritata.

Per di più l’avversario è già ai ferri corti con questo campionato ed ha voglia di riscattarsi per dimostrare d’avere ampi margini di recupero. I precedenti in terra felsinea sono costituiti da 18 incontri, tra i quali ricordiamo 2 vittorie - nell’87-‘88 e nel ’92-’93 - 7 pareggi e 9 sconfitte. Il bilancio dei gol vede gli avversari in vantaggio con 29 reti fatte e 18 subìti. Dalla sua il Lecce ha la migliore posizione di classifica: tre punti di differenza che potrebbero essere un tesoretto da utilizzare come “quota-tranquillità” per ottenere il meglio su un campo a volte infuocato come quello di Bologna.

PORT di Paolo Conte

VOLLEY SERIE B2

La Filanto e i gialloblu giungono alle insidiose trasferte di Agnone e Castellana con un obiettivo comune: continuare la striscia positiva. A pochi giorni dalla seconda trasferta consecutiva sul campo dell’Agnone la Filanto Volley Casarano si allena con costanza e traccia i primi bilanci di questo concitato inizio stagione. Al termine delle prime tre giornate del Campionato Maschile di serie B2 i rossoblu hanno racimolato quattro punti in classifica con due vittorie e una sconfitta. Un inizio positivo se si pensa all’esordio amaro contro l’Alessano (sconfitta per 3 a 1 fuori casa) e un roster in gran parte rivoluzionato dal nuovo progetto tracciato dalla società casaranese. Nonostante gli ultimi due successi maturati entrambi al tie-break per 3 a 2 contro Francavilla e Fasano, Cosi e compagni sono ancora in cerca della vittoria da tre punti che darebbe maggiore sicurezza nei propri mezzi facendo lievitare le ambizioni di tutto l’ambiente. Infatti dopo

La marcia trionfale dello Squinzano Le incertezze del Casarano l’ultimo derby infuocato in quel di Fasano, i rossoblu hanno ancora l’amaro in bocca per i presunti favori arbitrali concessi ai locali durante il quarto set e soprattutto per i guasti degli impianti di luce che hanno condizionato le sorti del match. Aldilà dei verdetti del campo vanno evidenziati i sacrifici della società nell’ allestire una squadra che punta sui giovani e sul valore di un tecnico come Fabrizio Lichelli. Per la stagione in corso la società salentina non si pone obiettivi specifici se non quello di allargare sempre di più il movimento pallavolistico nel nostro territorio valorizzando giovani talenti. Di fondamentale importanza è la nuova figura del direttore sportivo Claudio Carbone che ha detto “si” a un progetto finanziato dal gruppo Filanto, sponsor storico che ha permesso acquisti del calibro di Angelo Armeti, Cristian Sacco, Luigi Monticelli, Lamberto Cosi e Davide Chiga; giocatori giovani ma già esperti per la categoria pronti a dare il loro contributo insieme ai volti noti di Andrea Anastasia, Roberto Torsello e Lorenzo Coi. Non sarà facile

per mister Lichelli in quella che molti definiscono la cosiddetta “amalgama”; il nuovo tecnico dovrà far presto a indossare l’elmetto e a dirigere i lavori di quello che è ufficialmente un cantiere aperto. Non a caso la squadra manifesta ancora deficit di gioco sia nella fase offensiva che in quella difensiva, conseguenza figlia dei tanti cambiamenti tecnici e tattici. Ma uno dei neo acquisti Luigi Monticelli invita tutti alla calma sostenendo: “ci vorrà ancora del tempo per mettere insieme tanti pezzi del nuovo puzzle; di sicuro tra noi la sintonia cresce giorno per giorno, allenamento dopo allenamento e sono certo che questo Casarano se la giocherà con tutti”. Tutt’ altra musica quella che suona la banda di mister De Vitis con il suo Squinzano, capace di inanellare tre vittorie consecutive e fare l’ en plein in classifica con ben nove punti. In tre partite i gialloblu hanno concesso un solo set nell’ ultimo match contro l’Agnone dopo i doppi 3 a 0 rifilati a Fasano e Galatone. Un inizio di stagione con i fiocchi che tiene con i piedi

per terra i salentini in vista della trasferta di Castellana Grotte. Guardando la classifica, con i baresi fanalino di coda, è facile prevedere un altro largo successo degli squinzanesi; ma mister De Vitis non si fida e preferisce mantenere alta la concentrazione del suo roster. Linea moderata a cui fa eco anche la società e in particolare il direttore sportivo Giuseppe Cazorla che afferma: “Niente proclami o dichiarazioni azzardate; l’unico credo è pensare ad una partita per volta cercando sempre di ottenere il massimo da ogni singolo elemento; la squadra sta lavorando bene e tutti e 13 gli elementi mettono in difficoltà le scelte del tecnico. Il campionato è solo agli inizi e siamo felici di essere partiti con il piede giusto”. Senza alcun dubbio la scaramanzia non è il solo marchio di fabbrica della casa ed è chiaro che l’azzeccata campagna acquisti (Filippo Scrimieri, Gianmarco Trovè e Fabio Giorlando su tutti) coadiuvata da una precoce intesa tra i volti vecchi e quelli nuovi, ha permesso alla squadra di partire in quarta e candidarsi tra le principali protagoniste del capitanato.

MONDO Vivere il Csi rende la vita più bella Al via i campionati di calcio a 5, pallavolo, tennis - tavolo del Centro Sportivo Italiano. Il presidente nazionale Achini: “Vivere il Csi rende la vita più bella”. Ricomincia l’attività sportiva al Centro Sportivo Italiano di Lecce: la squadra del giovane presidente Marco Calogiuri è già a lavoro per affrontare l’anno sportivo 2010/2011 che si prospetta più ricco ed entusiasmante di quello appena trascorso. Anche quest’anno l’associazione da lo start-up alla centrale attività istituzionale, con i campionati di calcio a 5, pallavolo, tennis tavolo, corsa campestre. L’accesso alle successive fasi regionali, interregionali e nazionali che si svolgeranno in forma residenziale, è riservato solo alle società con il miglior punteggio tecnico e il miglior punteggio fair play. La novità dell’anno è sicuramente il campionato di calcio a 5 femminile, riservato alla cat. Open (16 anni in su) e per organizzare e programmare insieme questa importante possibilità, la Direzione Tecnica Provinciale ha indetto per il prossimo 10 novembre alle ore 18.30 una riunione con tutte le realtà sportive interessante alla proposta. Altra novità dell’anno è sicuramente “L’Oratorio Cup”: sport all’ombra del campanile. Fortemente voluto dal presidente Marco Calogiuri, l’evento prevede in varie parrocchie nei mesi di gennaio - marzo 2011 un percorso formativo rivolto alla formazione di arbitri e di animatori sportivi, ed in parallelo campionati polisportivi (calcio, pallavolo, tennistavolo). Sono, infine, in programmazione varie misure per promuovere l’attività giovanile sul territorio. A sostegno di essa ci sarà la “Gazzetta Cup”, una manifestazione promossa dalla Gazzetta dello Sport che vede la partecipazione di atleti di età compresa fra i 9 e i 13 anni. “Vivere il Csi rende la vita più bella” questa l’esortazione alla condivisione dei valori ciessini che arriva dal massimo rappresentante, il presidente nazionale Massimo Achini e nella quale ci rispecchiamo appieno e ancoriamo il nostro servizio alla Comunità. Le iscrizioni sono aperte possono essere effettuate presso la Segreteria dell’associazione in Via Siracusa n°50, che sarà aperta il lunedì, il mercoledì ed il venerdì dalle ore 17.00 alle ore 21.00, tel. 0832.392809. Marco Calogiuri


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