Numero Zero Magazine Marzo 2014

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E i leoni e le leonesse del sabato sera? La loro sarà senz’altro una “domenica lunatica”. I postumi si fanno sentire, e non c’è pisolino pomeridiano che possa vagamente concorrere a sostituire la sana veglia notturna. Ma va bene così, ogni tanto si può anche fare. Anche perché poi finiscono i tempi delle uscite spensierate, si cresce e si cambiano le prospettive. Basta aperitivi, cocktail e movida. Largo a cervicale, stanchezza cronica, lavatrici da stendere e figli da accompagnare qua e là. Ma la domenica non è solo la giornata del bradipo. Gli sportivi, ad esempio, di solito hanno appuntamento con la partita, il match, la gara del momento. I campi di calcetto della città ospitano tornei di vario tipo, pullman per le trasferte che si muovono tra le strade latinensi. Annesse fidanzate o mogli al seguito, o a sbrigare faccende personali, ognuno nei

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Ci si alza senza il trauma della sveglia ma il riposo è diverso per ognuno Moto per gli sportivi, letto per i pigri Cura del corpo e shopping (anche visivo) per le donne già col pensiero al lunedì propri spazi insomma. Rita Pavone e la sua “domenica di pallone” ha fatto il suo tempo, ecco. Ma una delle pietre miliari della tradizione italiana è sicuramente il pranzo della domenica. Per le famiglie più abbienti sicuramente la domenica è un’occasione per pranzare tutti insieme al ristorante; per la maggior parte è il pranzo da nonna.

Generazioni a confronto, abitudini, slang, mentalità e stili diversi, ma tutti concordi nell’assurgere a mito il menù tipico della domenica. Cascasse il mondo, ma massimo alle 14 anche i più giovani e dormiglioni si siedono a tavola, a gustare fior di pietanze che potrebbero sfamare tranquillamente il doppio delle persone effettivamente convenute a mensa.


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