Numero Zero Magazine Dicembre 2013

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AUTORIZZAZIONE SANITARIA ALL’ESERCIZIO N°168 DEL 12/12/2008 RIL DAL COMUNE DI LATINA DIRETTORE SANITARIO Dott. Antonio TRANQUILLI Specializzato in Patologia Generale, iscritto all’Ordine dei Medici della provincia di Latina dal 08/06/1979 con n° Ordine 1130

RIABILITAZIONE F I S I O T E R A P I A !! ! Direttore Sanitario

S A L U S Il Medical Pontino offre, oltre ai servizi di diagnostica ambulatoriale di laboratorio, diagnostica per immagini e medicina polispecialistica anche la terapia fisica e riabilitativa.

Dr. !! RAFFELE COTRONE

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L’editoriale

Sei un uomo o un Caporale? Quando il Fatto non è reato /DWLQD GLSLQWD FRPH XQD ȤQRQ FLWW¢ȥ SLHQD GL YL]L di ALBERTO REGGIANI

E per ultimo, dalla camera oscura del Fatto Quotidiano, è arrivato Antonello Caporale a sviluppare la sua RULJLQDOLVVLPD IRWRJUDˋ D GHOOD FLWW¢ GL Latina. A giudicare dalla scarsa qualiW¢ GHOOD PHVVD D IXRFR LO JLRUQDOLVWD ha utilizzato una vecchia Polaroid, un’istantanea pronta all’uso. Che è quello del dileggio, anzi dell’oltraggio QRQ VROR DOOD FLWW¢ PD D FL´ FKH HVVD rappresenta, in quanto fondata da chi VDSSLDPR QRL H D FL´ FKH ª GLYHQWD ta negli anni, attraverso usi e (mal) costumi della sua popolazione e dei suoi governanti. Per non parlare poi dell’inquadratura. Quando il signore del Fatto ci indica come il covo malcelato del peggior riciclaggio criminaOH LQHUSLFDQGRVL ˋ QR DOOH SHQGLFL GHO monte delle Fate (il sistema Fondi) mischia le carte giudiziarie che ha in mano (capirai, ce le hanno tutti) con quelle stradali ed estende la sua spietata analisi in ambito provinciale. Quando invece, tornando al capoluoJR FL GHˋ QLVFH GL IDFLOL FRVWXPL HG LUR nizza sui nostri presunti vizi, esibizio-

nismo e gusto dell’orrido in primis, ci spia dal buco della serratura per metWHUFL D QXGR ˋ QHQGR SHU DQDOL]]DUH anche l’ombrellino dei nostri aperitivi. La reazione dei latinensi che hanno bevuto l’amaro del Caporale è stata di stupefacente consenso e masochistica soddisfazione, contravvenendo DO SULQFLSLR FKH QHVVXQR SX´ SDUODUH male dei propri familiari, ad eccezione dei familiari stessi. E invece no, JLUL GL YDO]HU FRQ LQFKLQR ˋ QDOPHQWH qualcuno che inquadra la porta, che punisce e forse redime le nostre colpe, OD VRPPDWRULD ˋ QDOH 3D]LHQ]D VH LO redentore è pretestuoso, cita Manuela Arcuri e dimentica Barbara Ensoli, fa di tutta un’erba un fascio su usura e assunzioni facili e soprattutto se deraglia sul piano delle rappresentazioQL ˋ JXUDWLYH 0D GRYH OL YHGH JOL LQFR lonnamenti di auto, le sgommate, gli strepitìi, questa penna all’arrabbiata? Come fa a sorprendersi del provinciaOLVPR GL XQD FLWW¢ GL SURYLQFLD" $K dimenticavamo, nel suo incipit dice: non scambiare mai Latina per una citW¢ $QFKH QRL QRQ VFDPELHUHPR PDL un uomo con un Caporale 12.2013 | NUMERO ZERO | 11



#11 // DICEMBRE DUEMILATREDICI

IN QUESTO NUMERO 14 Candle in the wind Il Natale di Latina, dalla fondazione ai giorni d’oggi

82 3DOORQL JRQˋ DWL

I destini incrociati di Villaggio Trieste e Gescal

Riti e convinzioni dei calciatori di seconda fascia

92 Donne sotto sforzo

Frequentazioni e mode alla biblioteca Aldo Manuzio

54 Barriere di città Il reportage dei ragazzi disabili del Centro Armonia

classe operaia 64 La in paradiso Il miracolo occupazionale e sportivo della Fulgorcavi

DIRETTORE EDITORIALE Marco Tomeo DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Reggiani COLLABORATORI DI REDAZIONE Pasquale De Rosa, Domenico Incollingo, Marco Fiorito, Marco Nardi, Alessia Fratini, Riccardo Angelo Colabattista, Marco Petrone, Chiara Bovolenta, Gianluca Amodio, Patricia Saurini, Stefania Pusterla, Ilaria Castrucci, Francesco Miscioscia

La storia di Gusville, il paese trappola dei nazisti

26 Storie di quartiere 44 Libri aperti

Magazine mensile di attualità, costume e società

74 Idi“bastardi” Sabotino

Il gentil sesso alle prese con l’attività agonistica

104 Clamoroso a Palermo Il trionfo del Latina a Palermo raccontato da chi c’era

112 Anno funesto Scandali e arresti nel 2013 del capoluogo pontino

Si ringraziano per la gentile collaborazione i coniugi Romano e Gianna Rossi

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CON IL CONTRIBUTO DI: Santa Pazienza PROGETTO GRAFICO // Giuseppe Cesaro IMPAGINAZIONE E GRAFICA // Giuseppe Cesaro e Paola Nardi FOTOGRAFIE // Claudia Mastracco EDIZIONE E PUBBLICITÀ CNS - LATINA Via Milazzo - Tel. 327.9713164 STAMPA Tipolitografica C.O.R.E. Via Tre Ponti, sc - Loc. Rezzole - 04022 - Fondi (LT) Registrazione Tribunale concessa

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DICIOTTO DICEMBRE

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BWh]bW ! ! " # $ ! ' ! ! " ! % di ALBERTO REGGIANI

Se la fondazione di Roma, il 21 aprile del 753 a.C., è frutto dei calcoli interpretativi dello storico Vallone, quella di Latina è probabilmente la più documentata e comprovata della storia italiana. Conservare e celebrare la tappa iniziale di una città è un lusso che pochissime altre comunità si possono permettere. Non le altre realtà laziali, ad esempio. Per Rieti, Viterbo e Frosinone, la genesi si perde nella notte dei tempi, con notizie frammentarie e LQVXIˋFLHQWL DG LQGLFDUQH OD GDWD]LRQH esatta. Il 18 dicembre 1932 è realmente esistito e, sebbene anche su quella data e i giorni che l’hanno preceduta aleggino controversie storiche e concettuali, rimane pur sempre un evento da commemorare. I puristi del calendario e i

negazionisti della meritevolezza mussoliniana amano retrodatare la nascita di Littoria al 30 giugno dello stesso anno quando, assente un Duce in totale disaccordo con la celebrazione dell’evento, il Commissario governativo Valentino Orsolino Cencelli posò al Quadrato la prima pietra della città. Fu una cerimonia semplice, alla presenza del vescovo di Terracina monsignor Navarra, che provocò le ire di Mussolini, sintetizzate in uno stizzito telegramma che lui stesso inviò ai celebranti: “Tutta questa retorica a proposito di Littoria, semplice Comune e niente affatto città, è in assoluto contrasto con la politica antiurbanistica del Regime. Anche la cerimonia della posa della prima pietra è un reliquato d’altri tempi. Stop. Non tornare più sull’argomento”. Una scomunica vera e propria di chi inizialmente aveva

GHVWLQDWR /LWWRULD DOOD TXDOLˋFD GL ERUgo rurale e non aveva ancora idealizzato un piano di sviluppo urbanistico per TXHOOD ]RQD DSSHQD ERQLˋFDWD VL GLVVH in seguito che il primo piano regolatore della città fu redatto dall’architetto Oriolo Frezzotti in un solo giorno). Cosa successe nei cinque mesi e mezzo che precedettero l’arrivo delle truppe cammellate di Mussolini per l’inaugurazione in pompa magna della nuova città rimane un mistero, ma l’interpretazione ricorrente è probabilmente la più veritiera: il duce si era nottetempo convinto che la creazione dalla palude, non solo di una ma di altre città, avrebbe avuto una risonanza nazionale e internazionale tale da portare il consenso della fascistizzazione ai massimi livelli. Era al contempo, un’occasione SHU ˋGHOL]]DUH OH PDVVH GL RSHUDL H FR-


Piazza del Littorio gremita il giorno della fondazione di Littoria: è il 18 dicembre 1932

La posa della prima pietra al Quadrato presenziata dal podestà Orsolino Cencelli

ORQL YHQXWL SHU OD ERQLˋ FD H LQGRWWL D restare con la prevista urbanizzazione e soprattutto uno strumento di propaganda imperdibile per esaltare i risultati tangibili della politica fascista. L’inaugurazione di Littoria si svolse quindi in un giorno di festa e di grande enfasi rievocativa, nonostante condizioni climatiche avverse con alcune piogge improvvise: 15000 operai impegnati nell’Agro si radunarono in Piazza del Littorio ad ascoltare il discorso del Duce che inneggiava teatralmente ai risultati delle camicie nere e auspicava per i coloni il riscatto del proprio podere così fortemente voluto e sudato. Alcuni di essi furono omaggiati con il diploma di partecipazione e anche premi in denaro, 1500 lire, a compenVDUH DQFKH PDWHULDOPHQWH L VDFULˋ FL e i patimenti subiti durante l’enorme sforzo nei campi paludosi, soprattutWR GXUDQWH LO GLIˋ FLOLVVLPR LQYHUQR dell’anno precedente che era stato eccezionalmente freddo e piovoso. Prima di Mussolini parlò Cencelli, a ricucire lo VWUDSSR GL ˋ QH JLXJQR ,O &RPPLVVDULR dell’ONC, all’epoca trentacinquenne, si rivolse direttamente al duce esprimendo riconoscenza per il sostegno dato ai

lavoratori dei campi ed elencando tutte le tappe che avevano portato alla boQLˋ FD GL TXHOOD FKH GHˋ Q® LQL]LDOPHQWH una “landa maledetta”, compresa quelOD FRQWURYHUVD GHO JLXJQR ȤOȢDODO¢ GL 5000 operai salutava nel Vostro nome

la posa della prima pietra”). Cencelli terminò il discorso elencando i dati del primo censimento della città: Littoria contava nel suo primo giorno di YLWD DELWDQWL GL FXL ˋ VVL H 11.492 temporanei.


Le prime candeline Per tutto il periodo antecedente lo scoppio della guerra, la data del 18 dicembre conserva una veste sacrale e viene utilizzata per altre celebrazioni, in perfetto stile fascista. A cominciare dal primo anniversario della fondazione della città, nel 1933, che vede ancora una volta Benito MusVROLQL Vˋ ODUH SHU OH YLH GL /LWWRULD H pronunciare discorsi di retorica proclamazione. Dal balcone della Prefettura Sua Mascella annuncia la nascita della Provincia di Littoria mentre il Podestà Cencelli motiva la decisione di denominare la piazza da cui parOD OȢDWWXDOH 3LD]]D GHOOD /LEHUW¢ LQ Piazza XXIII marzo, in onore della nascita dei Fasci di Combattimento: “Ritenuto che l’avanzata del 23 marzo 1919 in Milano, in Piazza San Sepolcro, nella sede dell’Alleanza Industriale e Commerciale, è l’avvenimento storico dominante dello spirito della Nazione, in quanto da essa, cancellandosi l’onta dell’ora, ebbero origine le direttive del più grande movimento rivoluzionario che diede volto all’Italia e guida all’umanità”. L’anno seguente, come anticipato dallo stesso Mussolini, sempre il 18 dicembre, si celebra a Littoria la nascita della Provincia omonima. E’ un record di precocità la città che non doveva esserci in soli due anni è già diventata il riferimento di un vasto territorio con storie millenarie. Essa si estende sul versante sudorientale del basso Lazio, comprendente tutto LO WHUULWRULR GHOOD ERQLˋ FD OD SLDQXUD di Fondi, i dorsali orientali dei monti Lepini, Aurunci e Ausoni e il Circeo per un totale di 2057 Kmq. Nel 1934 la popolazione complessiva è di 230.000 abitanti, cha aumentano nel 1936 quando vengono annesse alla 3URYLQFLD OD FLWW¢ GL $SULOLD FKH DS parteneva a Roma) e le isole di Ponza H 9HQWRWHQH H[ SURYLQFLD GL 1DSROL Il 18 dicembre 1935 Littoria diventa spettatrice della nascita di un’altra città che farà parte della sua Provincia. Viene infatti inaugurata Pontinia, terzo Comune dell’agro Pontino, dopo Littoria e Sabaudia. Il discorso

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1933, Mussolini torna a Littoria per il primo compleanno della città

di Mussolini in questa circostanza è già rivolto allo spirito imperiale e all’assedio economico della Società delle Nazioni riservato all’Italia colonialista: “Inauguriamo Pontinia oggi, giorno della fede, giorno nel quale tutte le feconde madri d’Italia recano sull’Altare della patria o attorno ai monumenti dei caduti il loro anello nuziale, ma giorno anche di fede del popolo italiano nei suoi diritti, giorno di fede sicura e indefettibile nei destini della patria”. Nel 1936 il Duce compie la sua ultiPD FHOHEUD]LRQH XIˋ FLDOH QHO JLRUQR del quarto compleanno della città. E’ una mattinata d’inaugurazioni, con epicentro nei pressi di viale Mazzini: il Capo del Governo battezza di seguito Tribunale, Istituto Tecnico e la Galleria d’arte moderna ospitata all’interno di un’ala dell’Istituto. 4XL WUD OH UDIˋ JXUD]LRQL ULJXDUGDQWL

OD JUDQGH RSHUD GHOOD ERQLˋ FD H OD nascita della città c’è anche la scena della posa della prima pietra, l’unica in cui il Duce non era originariamente presente. Ma, voilà, con mirabile DUWHˋ ]LR OD VXD HIˋ JLH FRPSDUH DI ˋ DQFR DOOD UDSSUHVHQWD]LRQH ( WXWWL contenti. Dopo il 1936, avvicinandosi il clima di accerchiamento intorno all’Italia fascista, il Natale di Latina viene festeggiato con toni sempre minori. Il 18 dicembre è d’attualità solo nel 1938 quando viene tagliato il nastro all’asilo della Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore a Littoria Scalo. Ma siamo appunto a celebrazioni minori. La guerra, le invasioni e i bombardamenti portano via tutto, comprese le memorie storiche recenti. Il ricordo della fondazione giace sotto le macerie di una città colpita a morte.

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La signora di mezza età Nonostante l’evento tragico del ’52, da quella data in poi il 18 dicembre torna ad essere il giorno della rievoFD]LRQH GHOOD IRQGD]LRQH GHOOD FLWW¢ , SULPL IHVWHJJLDPHQWL VL FRPSLR QR SHU´ VHQ]D SDUWLFRODUH HQIDVL 1HDQFKH OH ULFRUUHQ]H LPSRUWDQWL come il quarto di secolo (nel 1957) o i trent’anni (1962) vengono celebraWH FRQ VHQVD]LRQDOLVPL H VTXLOOL GL tromba. La città è ancora alle prese con problemi di vivibilità quotidiana H VHEEHQH OȢLQFUHPHQWR GHPRJUDˋ FR VLD FRVWDQWH HG HVSRQHQ]LDOH DQFRUD deve costituirsi il vero e proprio “ceppo” latinense, quello che si sente legato in maniera esclusiva all’origine della propria terra. Benito Mussolini dal balcone della Prefettura il 18 dicembre 1934

Il dopoguerra Nei primi anni del dopoguerra Latina, nel tentativo inconscio di recedere con il passato ingombrante, si guarda bene dal recupero della liturgia festosa del 18 dicembre. Nel SHULRGR GLIˋ FLOH GHOOD ULFRVWUX]LRQH FRQ OD VFDUVLW¢ GL PH]]L H GL EHQL GL SULPD QHFHVVLW¢ XWLOL]]DUH HQHUJLH H FRQWULEXWL HFRQRPLFL SHU VRIˋ DUH sulle candeline di una città che viaggia verso la maggiore età è ritenuto VXSHUˌ XR ROWUH FKH SHULFRORVDPHQWH rievocativo. $G HVRUFL]]DUH L IDQWDVPL GHO SDVVDWR recuperando esclusivamente il carattere commemorativo di una data che DYHYD FRPXQTXH FHOHEUDWR OR VIRU]R di migliaia di coloni, ci pensa nel 1951 il sindaco Vittorio Cervone, il quale s’impegna a ripristinare o meglio istituire la festa di compleanno della FLWW¢ 4XHVWD VXD QRELOH LQWHQ]LRQH WURYD SHU´ IDWDOL FLUFRVWDQ]H D FRP SOLFDUQH OD UHDOL]]D]LRQH ,Q TXHOOȢDQ QR LQIDWWL LO 3DOD]]R &RPXQDOH VHGH naturale dei festeggiamenti, è ancora LQ FRQGL]LRQL SUHFDULH SHUFK« L GDQQL della guerra non sono stati riparati. ,Q SL» OD FLWW¢ QRQ KD DQFRUD L VXRL simboli, compreso il Gonfalone. Si decide di spostare all’anno seguente, in occasione del ventennale, il ripri-

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stino del Natale latinense ma anche LQ TXHVWD FLUFRVWDQ]D FȢª OȢLPSUHYL sto drammatico. Cervone è assente SHUFK« QHO IUDWWHPSR VL ª GLPHVVR dalla carica di Sindaco per diventare Deputato e la cerimonia viene preVHQ]LDWD GDOOȢDVVHVVRUH SL» DQ]LDQR l’avvocato Gaetano Aiuti che invita i partecipanti nella rinnovata aula consiliare. Al momento topico del brindisi festoso però il dottor Leo, Prefetto di Latina, viene stroncato da un infarto sotto gli occhi di tutti. La FHOHEUD]LRQH ª VRVSHVD L YHQWL DQQL del capoluogo si trasformano in un giorno di lutto cittadino. Sembra una PDOHGL]LRQH

Qualcosa di importante si muove nel 1972, in occasione del Quarantenario di Latina, nel frattempo diventata FLWW¢ FRQ SL» GL VHWWDQWDPLOD DQLPH ,O VLQGDFR $QWRQLR &RURQD LQYLWD all’evento il suo padre spirituale, quel Giulio Andreotti allora Presidente del Consiglio e asso pigliatutto nella pianura pontina. La città è però ancora scossa dal gravissimo fatto di sangue dell’anno precedente, la morte cruenta del giovane Giuseppe Giuliano in via Mugilla, nel quartiere Gescal, per mano di un evaso dal carcere di via Aspromonte. Si decide, SHUFL´ GL LQL]LDUH OD FHOHEUD]LRQH GHL 40 anni nel ricordo dello sfortunato

Lo stemma della Provincia di Littoria proclamata il 18 dicembre 1934


UDJD]]R SHU LO TXDOH YLHQH LQQDO]DWD XQD VWDWXD GL PDUPR QHO SLD]]DOH GL 3DOD]]R 0 DOOȢHSRFD 3DOD]]R GHJOL VWXGL /ȢLQL]LDWLYD SDWURFLQDWD GDO TXRWLGLDQR Ȥ,O 7HPSRȥ ª DSSUH]]DWD all’unanimità e vede una partecipa]LRQH VWUDRUGLQDULD GHOOD JHQWH (Ȣ LO primo atto, dovuto, delle cerimonie XIˋ FLDOL SUHYLVWH LQ XQD FLWW¢ EDU GDWD D IHVWD 'RSR OD GHSRVL]LRQH GL corone di alloro al monumento dei %RQLˋ FDWRUL &RURQD H $QGUHRWWL SUR nunciano i loro discorsi di protocollo all’interno di un Supercinema gremito in ogni ordine di posto. Le cronache del tempo non lasciano dubbi VXOOD ULXVFLWD GHOOD PDQLIHVWD]LRQH H VXOOD ULVFRSHUWD GHO VLJQLˋ FDWR FRP memorativo della nascita del capoluogo: “Mai partecipazione di popolo così appassionata, così attenta e così numerosa aveva visto attorno a sé il Natale di Latina – si legge nei giornali dell’epoca - Uno scenario indimenticabile soprattutto per chi voleva intravedere nelle parole del sindaco il senso moderno della città e cogliere in esse la prontezza con cui Latina ha saputo afferrare il suo momento storico ed umano”. Per il Quarantenario furono LVWLWXLWH DQFKH OH SULPH 3UHPLD]LRQL dei cittadini meritevoli presso l’aula consiliare, divise in Medaglie d’Oro, 0HGDJOLH GȢ$UJHQWR 7RUUL GȢ$UJHQWR H 7RUUL GL %URQ]R WUD GL HVVL WXWWL JOL ex sindaci, gli imprenditori e i giorQDOLVWL SL» LQ DXJH DOOȢHSRFD

1972, il sindaco Nino Corona con Andreotti per i quarant’anni della città

da tutti e tutto: il tempo inclemenWH FRQ SLRJJLD D WUDWWL WRUUHQ]LDOH H freddo pungente, e il cerimoniale, di cui si fa beffe sin dall’arrivo in città quando oltrepassa a piedi i cordoli GL VLFXUH]]D H VL WXIID WUD OD JHQWH SHU ULFHYHUQH OȢDEEUDFFLR DQFKH ˋ VLFR /D città è addobbata a festa, con tante bandierine tricolori: Pertini percorre a piedi tutto il corridoio transennato FKH GD 3LD]]D GHOOD /LEHUW¢ DUULYD LQ

3LD]]D GHO 3RSROR SDVVDQGR SHU YLD 'LD] H ULFHYH OȢRPDJJLR GHOOH LVWLWX ]LRQL ORFDOL VLQGDFR 5HGL SUHIHWWR amministratori, politici, operatori FRPPHUFLDOL H DVVRFLD]LRQL 5LFHYH SRL OD YLVLWD OD UDSSUHVHQWDQ]D GL DO FXQL ODYRUDWRUL LQ RGRUH GL OLFHQ]LD mento, quelli della Massey Ferguson di Aprilia. “Salva tu il nostro lavoro, presidente e compagno Pertini, solo tu puoi farlo” – c’è scritto nel messaggio

Cinquanta col partigiano (Ȣ OD YLVLWD GL 6DQGUR 3HUWLQL LO SUHVL GHQWH SL» DPDWR QHOOD VWRULD UHSXE EOLFDQD GHOOȢ,WDOLD OȢHYHQWR FORX GHL solenni festeggiamenti che Latina compie in occasione del suo Cinquantenario. L’ex partigiano cataOL]]D OȢDWWHQ]LRQH GHOOD SRSROD]LRQH piombando con tutto il suo dinaPLVPR H OD VXD IUHVFKH]]D GȢDQLPR all’interno di un protocollo austero e per certi versi noioso, in cui gli RUJDQL]]DWRUL JUDQ SDUWH GHOOH YDULH correnti democristiane, si incartano in polemiche e ripicche sterili e LQ FRQYHJQL VHPL GLVHUWDWL H ˋ QLWL presto nel dimenticatoio. Lui no, lui 6DQGUR 3HUWLQL DUULYD D /DWLQD H Vˋ

18 dicembre 1972, l’inaugurazione del monumento a Giuseppe Giuliano

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FLDOH GHOOH FHOHEUD]LRQL FRQ OD PHVVD QHOOD FDWWHGUDOH GL 6DQ 0DUFR RIˋ FLD WD GDO YHVFRYR 'RPHQLFR 3HFLOH H OD SUHVHQWD]LRQH GHO OLEUR FXUDWR GDOOD Diocesi sulla visita di Giovanni Paolo II a Latina dell’anno precedente. Alle FKLXVXUD LQ PXVLFD FRQ LO FRQFHU to del Quartetto Spivakov al Ridotto GHO WHDWUR FRPXQDOH ,QVRPPD WXWWR PROWR VRIIXVR HG RYDWWDWR

18 dicembre 1982, il sindaco Delio Redi riceve il Capo dello Stato Sandro Pertini

fatto recapitare al Capo dello Stato. In tutta la giornata Pertini non proQXQFLD GLVFRUVL XIˋ FLDOL VL OLPLWD DG DVFROWDUH TXHOOL GHOOH DOWUH DXWRULW¢ LQ SULPLV TXHOOR VROHQQH GHO 6LQGDFR e quello degli industriali presenti al &RQYHJQR (FRQRPLFR FKH VL VYROJH al Piccarello alla presenza del PresiGHQWH GHOOȢ,UL 5RPDQR 3URGL , &LQ TXDQWȢDQQL GL /DWLQD ULPDUUDQQR SHU VHPSUH OHJDWH D 3HUWLQL OȢXQLFR LQ grado di sferzare una città già alle SUHVH FRQ OȢLPPRELOLVPR SROLWLFR FKH QH DYUHEEH JUDYHPHQWH FRPSURPHV VR OR VYLOXSSR HFRQRPLFR H VRFLDOH

L’età che avanza Dagli anni Novanta in poi gli anniverVDUL GHOOD QDVFLWD GL /DWLQD VXELVFRQR OȢLQˌ XHQ]D GHOOH FODVVL SROLWLFKH DO SRWHUH LQ &RPXQH H GHJOL DFFDGLPHQ WL FKH QHO IUDWWHPSR FDPELDQR YROWR ˋ VLFR H FRQQRWDWL FXOWXUDOL DOOD FLWW¢ ,Q RFFDVLRQH GHL 6HVVDQWD QHO LO FDSROXRJR SRQWLQR FRPLQFLD DG HYLGHQ]LDUH L SULPL VHJQL GL XQȢHW¢ DYDQ]DWD ,O VLQGDFR 5RPDJQROL SUL PR FLWWDGLQR SHU LO VROR ELHQQLR VL WURYD D SDWURFLQDUH OH IHVWH LQ XQ FOLPD WXWWȢDOWUR FKH IHVWRVR VLD D OLYHOOR QD]LRQDOH GRYH OȢHFR GL 7DQ JHQWRSROL H OȢRIIHQVLYD GHOOD PDˋ D KDQQR JHWWDWR LO SDHVH QHO SL» FXSR VFRQIRUWR VLD D OLYHOOR ORFDOH GRYH OD

FKLXVXUD GHOOR =XFFKHULˋ FLR GL /DWLQD 6FDOR FDSRVDOGR LQGXVWULDOH H VLP EROR GHOOD IRU]D SURGXWWLYD GHL SDGUL QRELOL GHOOD FLWW¢ FKH OR DYHYDQR FR struito negli anni dell’assedio econoPLFR KD IDWWR VXRQDUH LO FDPSDQHOOR GȢDOODUPH VRFLDOH HG RFFXSD]LRQDOH ,O GLFHPEUH GHO QRQ ª TXLQGL XQD GDWD GD ULFRUGDUH SHU FKLVV¢ TXD OH PRWLYR FRQWLQJHQWH H LO FHULPR QLDOH ª SLXWWRVWR VFRQWDWR DOOH VL VYROJH LO FRQVXHWR DSSXQWDPHQWR in piazza del Quadrato per rendere RPDJJLR DO 0RQXPHQWR DL %RQLˋ FD WRUL 'L VHJXLWR DO 7HDWUR &RPXQDOH DYYLHQH OD SUHPLD]LRQH GHJOL VWX denti vincitori del concorso “Un tema per i 60 anni della città” organizzato dal Provveditorato agli Studi con la SDUWHFLSD]LRQH GL VFXROH HOHPHQWDUL PHGLH H VXSHULRUL GHO FDSROXRJR 1HO WDUGR SRPHULJJLR LO PRPHQWR FUX

1HO DQQR GHO 6HWWDQWHQQDOH LQ VHOOD DOOD JLXQWD FRPXQDOH FȢª 9LQ FHQ]R =DFFKHR &RQ LO QXRYR PLOOHQ nio inizia per la città l’era dei proclaPL H GHJOL DSSHOOL DO FDPELDPHQWR di cui il sindaco di due legislature VDU¢ LO PHJDIRQR SL» VWULOODQWH H SHU FHUWL YHUVL VWRQDWR ,O GLFHPEUH =DFFKHR DSSHQD LQVHGLDWRVL H SURYDWR GDOOD FDPSDJQD HOHWWRUDOH GHO PDJJLR SUHFHGHQWH VL SUHVHQWD ancora in una veste edulcorata e feVWHJJLD LO FRPSOHDQQR GHOOD FLWW¢ FRQ QRWHYROH VREULHW¢ ODVFLDQGR DO FDQ WDQWH *LQR 3DROL LO FXL FRQFHUWR RW WLHQH DSSODXVL ELSDUWLVDQ LO UXROR GL JXHVW VWDU GHOOȢHYHQWR 4XDOFKH DQQR H OH FRVH FDPELDQR UDGLFDOPHQWH 1HO LQ RFFDVLRQH GHO r FRPSOH DQQR GL /DWLQD =DFFKHR FKH ª VWDWR DSSHQD ULHOHWWR VROR GRSR LO EDOORW WDJJLR H FKH KD FRQWUR PHW¢ GHOOD FLW W¢ VL ODVFLD DQGDUH DO SL» WHDWUDOH GHL SURFODPL TXDQGR DO 'Ȣ$QQXQ]LR SUH senta le tavole del progetto del sistePD SRUWXDOH GL )RFH 9HUGH D FXL SDU WHFLSD DQFKH LO UHODWRUH OȢLQJHJQHU $OEHUWR 1ROL 8QȢRSHUD IDUDRQLFD ȟ VL spiega in quella cornice di festa - caSDFH GL FRQWHQHUH SRVWL EDUFD H GLYHUVL DSSURGL SHU JUDQGL H SLFFROH LPEDUFD]LRQL ROWUH DG XQ XOWHULRUH SRUWR FRQ ˋ QDOLW¢ FDQWLHULVWLFKH HG HVSRVLWLYH 7XWWR WUDYROWR GDOOH RQGH GHO WHPSR H GHOOD GLPHQWLFDQ]D

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Il traguardo degli ottanta ,O GLFHPEUH VWRULD GL XQ DQQR ID LO VLQGDFR ª *LRYDQQL 'L *LRUJL SRFR SUHVHQ]LDOLVWD PD PROWR DWWLYR VXO IURQWH RUJDQL]]DWLYR /H FHOHEUD zioni per gli ottant’anni di Latina non si concentrano solo nel giorno GHOOȢDQQLYHUVDULR VWRULFR PD FRLQYRO JRQR OȢLQWHUR PHVH GL GLFHPEUH FRQ VWUDVFLFKL DQFKH QHL PHVL VXFFHVVLYL $ IDUH GD VIRQGR DO FOLPD GL IHVWD LO PDHVWRVR DOEHUR GL 1DWDOH FKH FDP peggia in una Piazza del Popolo scinWLOODQWH GL OXFL XQR VSHWWDFROR PDL visto in città. L’unica nota stonata VRQR L EDQFRQL LQ VWLOH WLUROHVH DV VROXWDPHQWH IXRUL FRQWHVWR FKH SHU VHWWLPDQH VWD]LRQDQR VRWWR OD JLJDQ WHVFD SLDQWD DUWLˋ FLDOH ,O GLFHPEUH ª RYYLDPHQWH LO JLRUQR clou della ricorrenza e si apre con il FRQVXHWR RPDJJLR DL %RQLˋ FDWRUL 3RL ª OD YROWD GHOOH LQDXJXUD]LRQL DOFXQH GL VWDPSR WUDGL]LRQDOH FRPH TXHOOD GHOOD 0RVWUD SHU OH Ȥ$QWLFKH WHVWLPR

Le premiazioni del Sindaco Di Giorgi nell’ottantesimo anniversario della fondazione

2012, Il sindaco Giovanni Di Giorgi consegna una targa al Ministro Corrado Clini

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QLDQ]H GL XQD FLWW¢ JLRYDQHȥ DO 0X VHR 'XLOLR &DPEHOORWWL GL 3LD]]D 6DQ 0DUFR $OWUH DO SDVVR FRQ L WHPSL UL JXDUGDQR OH URWRQGH QRXYHOOH YRJXH XUEDQLVWLFD DSHUWH DO WUDIˋ FR LQ YLD GHO /LGR LQ YLD 1DVFRVD H DQQXQFLDWH LQ YLD 3ROXVFD YLD 7DUTXLQLD H 9LD GHL 0LOOH L’evento catalizzatore dei festeggiaPHQWL VL KD SHU´ SUHVVR OȢH[ JDUDJH 5XVSL GRYH VL EDWWH]]D LO FLQHGRFX PHQWDULR Ȥ/XFH VX /LWWRULDȥ OD ULHYR FD]LRQH GHOOD YLWD GHOOD FLWW¢ GDO DO FXUDWR GDOOH DVVRFLD]LRQL $OL GL 3DQ H 0DG 'RSR OD PHVVD VROHQQH LQ 6DQ 0DUFR DOOD SUHVHQ]D GHO 9H VFRYR 3HWURFFKL OD JLRUQDWD VL FKLXGH FRQ LO 0XVLFDO Ȥ7Ȣ$PPRUHȥ DO 7HDWUR 'Ȣ$QQXQ]LR GHGLFDWR DOOD PXVLFD GL WUDGL]LRQH SDUWHQRSHD ȤUna Smart City orientata al verde e alle nuove tecnologie ȟ OȢDXJXULR ˋ QDOH GHO VLQGDFR Di Giorgi - OD FLWW¢ YD ˋ HUD GHOOH VXH giovani origini, ma guarda con grande VODQFLR DO IXWXURȥ 6HPEUD YHUR &RPH VSHVVR DFFDGH LO JLRUQR GHO FRPSOH DQQR VLDPR WXWWL SL» EXRQL FRQ LO IH VWHJJLDWR %XRQ FRPSOHDQQR /DWLQD YHFFKLD EDPELQD



ZERO POSITIVO Rubrica medico-scientifica

Rimedi naturali per proteggere la pelle dal freddo a cura del dr. GIOVANNI FARINA

La pelle durante i mesi freddi, può richiedere una maggiore cura e attenzione, soprattutto se si trascorre gran parte della propria giornata all’aria aperta o se si praticano degli sport invernali. Non bisogna dunque mai dimenticare i normali accorgimenti, che consistono nell’indossare sciarpa, cappello e guanti e nell’evitare di tenere a contatto con la pelle indumenti umidi. Cosa fare però se la pelle ha bisogno di una protezione maggiore? Ecco alcuni consigli e rimedi naturali in proposito. La pelle secca è uno dei primi segni della disidratazione dell’organismo. Può darsi che durante le frenetiche giornate di lavoro non vi ricordiate di consumare OLTXLGL D VXIˋ FLHQ]D 'ȢLQYHUQR VL SX´ DS SURˋ WWDUH SHU LQFUHPHQWDUH LO consumo di liquidi rivolgendosi alle bevande calde, come tè e tisane. Se la fonte della secchezza della vostra pelle è costituita dalla disidratazione, è probabile che possiate vedere presto dei miglioramenti. Nelle giornate più fredde può essere utile contribuire al nutrimento e all’idratazione della pelle dall’esterno, sia al mattino prima di uscire di casa che alla sera. Il consiglio è di utilizzare creme per il viso e per il corpo naturali e cerWLˋ FDWH FRPH ELRORJLFKH, che possano svolgere un’azione nutriente e idratante. Un validissimo alleato in tal senso è rappresentato dal semplice burro di karitè, adatto anche per le labbra. L’idratazione e la cura della nostra pelle passa anche attraverso l’alimentazione e la scelta dei

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cibi di cui nutrirci nel corso delle nostre giornate. Tra gli alimenti considerati come amici della pelleb GLVSRQLELOL QHO corso della stagione invernale vi sono noci, legumi, melograno e agrumi. 'D QRQ GLPHQWLFDUH LQROWUH XQD EHYDQGD EHQHˋ FD GD FRQVXPDUH FDOGD LQ LQYHUQR il tè verde. La vostra pelle potrebbe apparire disidratata a causa dell’umidità LQVXIˋ FLHQWH SUHVHQWH QHJOL DPEL enti in cui trascorrete la maggior parte della vostra giornata, con riferimento VLD DOOD FDVD FKH DOOȢXIˋ FLR 3HU XPLGLˋ care le stanze, se necessario, non è obEOLJDWRULR ULFRUUHUH D XPLGLˋ FDWRUL elettrici. I contenitori per l’acqua che si posizionano sui termosifoni sono infatti un ottima soluzione e all’interno di essi possono essere aggiunte poche gocce di oli essenziali (ad esempio lavande o eucalipto) per rendere più gradevole l’ambiente. Se il vostro problema invernale consiste soprattutto nel proteggere le mani dal freddo, oltre ad indossare dei guanti ogni volta che uscite di casa, provate ad individuare una crema per le mani molto ricca che sia composta da ingredienti biologici e nutrienti. E’ anche possibile utilizzare del semplice burro di karitè per curare le screpolature. Il burro di karitè sciolto massaggiandolo sui palmi delle mani e spalmato sulle dita e sui dorsi può costituire un impacco notturno da applicare sulle mani e lasciare agire mentre dormite dopo aver indossato dei guantini in cotone. Al mattino le mani dovranno essere sciacquate con acqua tiepida.


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Una veduta de quartiere Gescal negli anni 70 con le “case Arlecchino” in costruzione

QUARTIERI GENERALI


di MARCO TOMEO e ALBERTO REGGIANI

O

ttobre 1983, un ragazzino in bicicletta attraversa Viale Bachelet diretto al campo di calcio del Santa Rita, la neonata società sportiva sorta su un terreno impolverato del quartiere Gescal. All’altezza dell’incrocio con via Guido Rossa, due ragazzi più grandi, foltocriniti e minacciosi, gli intimano l’alt. “Dove vai? Di qua non si passa!”. Il ragazzino butta la bici per terra e impaurito fa vedere il borsone da calcio per JLXVWLˋ FDUH OD VXD ULVSRVWD Ȥ9DGR DO campo, gioco qui dietro!”. E’ una reSOLFD LQVXIˋ FLHQWH Ȥ7X QRQ VHL JH scalino, qua non devi passare. Se devi andare al campo fai il giro largo. Ci

Uno scorcio del vecchio Villaggio Trieste

siamo intesi? Non ti far beccare più a fare questa strada se no la bici non la vedi più. Questo è il Bronx, non te lo scordare mai”. Un episodio tra tanti negli anni della ghettizzazione, quel ventennio tra metà ‘60 e metà ‘80 in cui Latina cominciò la sua incontrollabile espansione territoriale ed edilizia che accentuò la netta separazione socioculturale tra le sue genti. I gescalini, quelli del nuovo quartiere sorto a ridosso della via del Lido, furono da subito marchiati dal pregiudizio dalOD SDUWH FODVVLVWD H ˋ QWR SHUEHQLVWD della città che li accostò per assonanza popolare ai cosiddetti villaggini, gli abitanti dello storico e travagliato ULRQH GHQRPLQDWR 9LOODJJLR 7ULHVWH Per entrambe le fazioni la discriminante ab origine rappresentò una condizione nella quale riconoscersi e accettarsi ma attraverso la quale sviluppare uno spirito di solidarietà interna e resistenza corazzata verso l’esterno. Una sorta di bunker a cieOR DSHUWR FRQ FRQˋ QL EHQ GHOLQHDWL H XQ YLUWXDOH ˋ OR VSLQDWR IDWWR GL GLI ˋ GHQ]D H PRWL UHSXOVLYL DG DYYHUWL re gli intrusi. Con la creazione delle Nuove Gescal, a metà degli anni 70, gli altri quartieri popolari della città, compresa l’ex Gil e il Nicolosi, si dovettero confrontare con la nuova realtà, che si impose ben presto per personalità e auto proclamazione. Nonostante i punti di contatto ideologici e di estrazione, che portavano le varie rappresentanze a frequentare spesso gli stessi ambienti, i rapporti tra gescalini, villaggini e altri rioni


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periferici non furono mai tanto amichevoli e sfociarono spesso in risse e scorribande, il più delle volte per rappresaglia rispetto a qualche sgarbo compiuto ai danni di qualcuno del gruppo. Questa attitudine allo scontro, caratteristica della componente giovanile e ribattezzata a posteriori una “sana delinquenza” perché non DYHYD ˋ QL VSHFXODWLYL OHJDWL DG LQWH ressi economici (soprattutto quelli intorno al crescente fenomeno della droga), ma derivava da un malessere sociale che aveva bisogno di uno sfogo cruento, di certo non nascondeva l’umanità, la forza di volontà e l’eroismo quotidiano di tante famiglie che con estrema dignità ma tra mille GLIˋ FROW¢ VEDUFDYDQR LO OXQDULR RJQL ˋ QH PHVH ,Q TXHL SDOD]]L GL HGLOL]LD pubblica si intrecciavano storie di ordinario coraggio, su versanti diametralmente opposti, ma col comun denominatore dello spirito di apparWHQHQ]D ,QWRUQR DG HVVH ˋ RULURQR racconti e leggende di letteratura da VWUDGD FKH RJJL IDQQR SHUˋ QR VRUUL dere ma che negli anni del buio sociale e dell’emarginazione latente trovarono terreno fertile. La rotonda tra via Bachelet e via Guido Rossa a metà anni 70

La leggenda dei gescalini “Gescalino si nasce… non si diventa.” Questa era una delle scritte più signiˋ FDWLYH FKH SHU WDQWL DQQL FDPSHJJL´ su una cabina della corrente elettrica nel quartiere Gescal. L’altra, simile quasi ad un cartello di benvenuto diceva: ‘Siete nel Bronx’. Poche parole, che ben descrivevano un sentimento di appartenenza, ma anche di repulsione nei confronti di un quartiere, che per quanti vivevano in quella zona, si traduceva in un vero e proprio status. Quelle case, così variopinte e architettonicamente bizzarre, che tuttora si estendono dalla ]RQD GHO FDUFHUH ˋ QR DO OLQHDUH FRQˋ ne di Via dell’Agora, e così fortemente volute negli anni ’70 dall’allora Sindaco Nino Corona per dare una risposta all’emergenza abitativa di una città in espansione dopo il boom economico degli anni 60, erano di fatto considerate una città nella città. Una sorta di zona franca dove solo chi era del posto poteva circolare liberamente. E un residente

di quei popolosi e popolari quartieri, prima di essere un latinense, era un JHVFDOLQR 4XHOOR VWDWXV SHU´ QRQ HUD altro che una reazione rabbiosa, carica di odio. Fuori da quel perimetro, infatti, nella scuola, negli ‘strusci’ del centro cittadino, in ogni altro contesto che potesse esistere, diventava un’etichetta, un epiteto discriminante coniato dal ‘resto del mondo’. “Sei gescalino, forse per te in centro non c’è postoȥ ,O WLWROR GHOOȢHSRFD DSSDUVR VX XQ giornale locale, ed il corposo articolo che ne faceva seguito, cercava faticosamente di descrivere quella condizio-

ne di emarginazione sociale di quegli anni. Faticosamente, perché rileggendo oggi quell’articolo, tra le righe non si comprende minimamente quel mondo, quel contrasto socio culturale che si viveva all’interno del quartiere stesso oltre a quel distacco, per tanti verso incolmabile, con il resto della città. Alle Gescal vivevano persone oneste, lavoratori instancabili, con tante bocche da sfamare e soprattutto con tanta dignità, ma anche famiglie che avrebbero avuto bisogno di aiuto, ad esempio quello dei servizi sociali, messi a sistema troppo tardi in città, quando ormai troppe

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A Latina con il termine quartiere Gescal (acronimo che sta per GEStione Case per i Lavoratori) si usa convenzionalmente il complesso dei 318 alloggi consegnati agli assegnatari nel maggio del 1974 GDOOȢ,$&3 ,Q UHDOW¢ TXHVWH VRQR OH Nuove Gescal, essendo già esistenti abitati dell’ente pubblico convenzionato, nella zona a ridosso del Carcere (tristemente famose per l’uccisione il 6 maggio 1971 del piccolo Giuseppe Giuliano), dove per ben 40 anni si è tenuto il mercato del martedì, prima che venisse VSRVWDWR DOOȢ5 ,O FRPSOHVVR HGL lizio costruito a ridosso di via del

/LGR XWLOL]]DQGR DSSRVLWL ˋ QDQ]LD menti della Gescal, riscosse da subito unanimi consensi per la qualità costruttiva e la razionale sistemazione, sfruttando la volontà di rinnovare la produzione edilizia economica e popolare e portarla su standard di assoluto livello. La stessa propulsione che, proprio in quegli anni di riquaOLˋ FD]LRQH SRUW´ DOOD ULHGLˋ FD]LRQH del Villaggio Trieste. /D UDSLGLW¢ FRQ FXL OȢ,$&3 WUDPLWH OD GLWWD 'H %LDJLR UHDOL]]´ OH QXRYH DEL tazioni, dando vita ad un nuovo quartiere periferico, sorprese un po’ tutti, soprattutto quelli che erano abituati e alle lungaggini burocratiche quasi

normali per questo tipo di resiGHQ]H ,O SL» VRUSUHVR GL WXWWL IX LO Comune di Latina colto impreparato dalla puntualità con cui furono terminati i lavori. Nel maggio del 1974 non aveva ancora ultimato le opere di urbanizzazione, tra cui gli allacci di acqua e gas, la rete fognaria e la cabina elettrica per la fornitura della luce. Le minacce di occupazione da parte delle famiglie che, attraverso un complicato iter procedurale, si erano viste DVVHJQDWH OH DELWD]LRQL DFFHOHU´ L WHPSL HG HQWUR OȢDQQR VL FRPSOHW´ l’insediamento complessivo degli aventi diritto.

Il campetto di calcio, ancora incolto e provvisorio, dove nel 1983 è sorta la società del Santa Rita

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Il settimanale “La Città” fotografava nel 1985 la realtà dei gescalini

storie malate di criminalità, violenze e abusi, droga, si erano consumate tra quei quartieri. Oggi le Gescal, sembrano un vecchio guerriero con tante ferite che non ha più nulla da dire. Negli appartamenti sono rimaste per lo più persone anziane. Molti dopo aver riscattato la loro abitazione hanno venduto, in WDQWL KDQQR DIˋ WWDWR DG LWDOLDQL H QRQ Quell’ondata di impeto e di energia, riempita nel bene e nel male da geneUD]LRQL GL JLRYDQL VL ª VJRQˋ DWD GD WHP SR /H VWRULH H L UDFFRQWL SHU´ UHVWDQR Come quella che in città ha fatto storia; vale a dire quella dei picchiatori gescalini, per un periodo i più temuti della città e precursori di altri gruppi di teste calde che, purtroppo, di lì a poco sarebbero emersi in tante altre zone di Latina. “Gli scontri e le risse - racconta Maurizio, cresciuto in quel quartiere, ma oggi residente in un’altra zona - in realtà erano all’ordine del giorno tra le diverse bande dello stesso quartiere, ma quando c’era da mettere in chiaro (per così dire), qualcoVD IXRUL GDL FRQˋ QL GHOOH *HVFDO DYYHQLYD una sorta di selezione tra i più violenti, capace di fronteggiarsi contro chiunque.

Non era raccomandabile attraversare quei quartieri se non eri un gescalino, in realtà non lo era nemmeno per chi in quei luoghi vi abitava, ma era comunque poco avvezzo a frequentare la strada. Sembrava realmente di vivere in quartieri come il Bronx. Le rivalità più accese? Non ce ne erano di particolari, nel senso che capitava di fare a botte con tutti: dai villaggini, alle bande dello scalo, dai fascistoni, ai comunisti che frequentavano il centro e i giardini pubblici. A volte le prendevamo certo, ma raramente. Le volte in cui le davamo erano molte di più. Tra l’altro molti di noi facevano parte dei gruppi organizzati della tifoseria del Latina calcio, in particolare quello della Falange e quello del Commandos Ultrà. Ecco un bel ‘contributo’ lo abbiamo dato anche dentro e fuori allo stadio contro gli acerrimi rivali del Frosinone, ma anche contro la vicina Cisterna, contro la tifoseria dell’Arezzo, e tante altre che adesso non ricordo bene”. 1RQ D FDVR LQ TXHJOL DQQL LO ˋ OP FXOW WUD i gescalini era la pellicola di Walter Hill, ȡ, *XHUULHUL GHOOD 1RWWHȢ 8Q ˋ OP GLYHQ tato leggenda, come quella che insistentemente per anni si tramandava e che ancora oggi qualcuno tra i residenti conferma essere veritiera: quella del

Il quartiere Gescal oggi

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lupo mannaro delle Gescal. Un uomo colto dalla maledizione di trasformarsi ad ogni plenilunio? “Sicuramente no - continua Maurizio - ma un uomo affetto da qualche disturbo psichico, tanto da farlo comportare come un animale, quasi certamente sì! Io non ho mai avuto modo di appurare con i miei occhi, ma ho sentito tante persone che vivono da queste parti dire che questa storia del lupo mannaro è vera. Io posso aggiungere che questa persona ancora vive nel quartiere e secondo quanto raccontatomi, di notte, sia in estate che in inverno è stato visto aggirarsi non sono alle Gescal, ma anche nella zona del cimitero e in quella di via del Lido, mentre si muoveva velocemente a quattro zampe urlando e dimenandosi come un indemoniato”. Di certo una presenza vera e determiQDQWH QHO TXDUWLHUH *HVFDO OȢKD DYXWD la parrocchia di Santa Rita. La stessa che e metà degli anni 80 ha dato il QRPH DOOȢRPRQLPD VTXDGUD GL FDOFLR di Via Bruxelles, che tanti talenti del quartiere ha lanciato e “tolto dalla strada”, ma soprattutto quella che grazie al lavoro instancabile dei tanti parroci e frati agostiniani che negli anni si sono succeduti, ha accettato e per molti YHUVL KD YLQWR OD GHOLFDWD ȤVˋ GDȥ GL XQ TXDUWLHUH GLIˋ FLOH /H DWWLYLW¢ SDUURF chiali rivolte ai giovani, il gruppo “San Massimo”, OȢRUDWRULR QDWR SURSULR QHO cuore delle Gescal, hanno costituito la prima e unica alternativa alla strada ed ai suoi pericoli. Il grande merito che va dato ai padri ed ai frati agostiniani che hanno svolto la loro opera nel quartiere, è stato proprio quello di ricucire quello strappo e quelle differenze con il resto della città, affrancando i giovani gescalini da quello status o etichetta a cui si accennava prima, proprio perché in grado di unire intorno alla parrocFKLD HG DOOȢRUDWRULR QRQ VROR UHVLGHQWL del luogo ma anche di altre zone, magari anche appartenenti ad un ceto sociale più elevato, ma con poca voglia di essere snob. Laddove non è arrivata la Chiesa, come detto, è arrivato il tempo a cancellare o per lo meno a rendere dolorose le tante ferite di un quartiere FKH SHU OD FLWW¢ KD VHJQDWR XQȢHSRFD 8QȢHSRFD IDWWD GL PRPHQWL GLIˋ FLOL FKH visti con gli occhi della Latina odierna, XQD FLWW¢ LQ SLHQD FULVL GȢLGHQWLW¢ SHU certi versi, però, rischiano quasi di essere rimpianti.

La squadra. La società sportiva Santa Rita nasce nel 1983, ristrutturando un improvvisato campo di calcio a ridosso di via Bruxelles. Da subito diventa il naturale punto di approdo dei tanti ragazzi delle Gescal con la passione del pallone e in poco tempo una delle compagini di maggior prestigio della città, soprattutto per i risultati conseguiti a livello giovanile. La storica casacca rosanero, diventata in seguito rossoblù, in ossequio al gemellaggio con il Genoa, disputa per diversi anni buoni campionati di Promozione Il bar. Un piccolo caffè, con spartani rivestimenti, ma punto di aggregazione soprattutto per i più anziani. Il bar delle Gescal, situato nel WUDWWR ˋ QDOH GL YLD GHOOȢ$JRUD WUD via Palermo e via Genova, è stato SHU DOPHQR YHQWȢDQQL LO ULWURYR DEL tuale degli abitanti del quartiere. Era frequentato quasi interamente da uomini e gli argomenti principali erano quasi sempre il calcio e i giochi di carte, specie per i signori di una certa età che trascorrevano intere giornate sui tavoli. Il proprietario Sante, tifoso miODQLVWD HUD XQ WLSR XQ SRȢ UXGH GL carattere ma molto affabile con gli avventori abituali. In più di una occasione il suo bar prese incidentalmente fuoco e fu preda di razzie da parte di sciacalli del luogo, soprat-

tutto ragazzini. La chiesa: La parrocchia di SanWD 5LWD IXOFUR UHOLJLRVR GHOOȢLQWH ro quartiere, era inizialmente una piccola chiesetta che sorgeva sulla YLD GHO /LGR GRYH RJJL FȢª OȢRUDWRULR San Massimo. La prima pietra della nuova chiesa fu posta il 13 novemEUH GHO GD 3DGUH $QJHOR 'L Placido. Fu inaugurata nel maggio del 1985 alla presenza del Vescovo Domenico Pecile e si contraddistinse da subito per la moderna e confortevole struttura. La festa. I festeggiamenti in onore di Santa Rita, che cadono il 22 maggio, hanno rappresentato per DQQL OȢDSSXQWDPHQWR SL» DWWHVR GHO quartiere Gescal. Fino a qualche lustro fa nei giorni della festa il popoloso rione era invaso da bancarelle, giostre e divertimenti di vario genere, che attiravano anche molte persone di altre zone della città. &RQ OH VWUDGH FKLXVH DO WUDIˋ FR SHU WUH JLRUQL VL UHJLVWUDYD XQD ˋ XPD na di gente che, nei restanti giorQL GHOOȢDQQR VL JXDUGDYD EHQH GDO transitare da quelle parti. Lo sfottò. $O JHVFDOLQR HUD GHGLFDWD una canzoncina dissacratoria: “Plin plin gescalin, la camicia sbottonata, la vespetta smarmittata, i capelli un po’ lunghin ecco i veri gescalin. Sono tanti, sono buoni, ma son tutti un po’ coloni”.

La posa della prima pietra della chiesa di Santa Rita nel 1983

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Lo spirito del villaggio Guardando oggi, alle spalle del Tribunale, i palazzoni sorti dove un tempo FȢHUDQR GHOOH EDVVH HG DQJXVWH DELWD zioni, distribuite in cinque raggruppamenti per un totale di 136 fabbricati, si fa fatica a considerare la datazione storica del Villaggio Trieste, dopo il Nicolosi il quartiere popolare più antico di Latina. Eppure genesi, sviluppi e trasformazione del complesso urbano, LO FXL SURJHWWR RULJLQDULR ª GHOOȢDUFKL tetto Emidio Ciucci, sono praticamente parallele a quelle della città. Rifugio LQL]LDOH GL SRSROD]LRQL VIROODWH GDOOȢ, stria e dalla Dalmazia, per sfuggire alle foibe e alle rappresaglie di Tito, divenne in seguito il ritrovo di altre genti di diversa provenienza ma di identico SURˋ OR VRFLDOH D FRVWLWXLUH XQ ULRQH GL modesto lignaggio, popolare e popoloso, tra i più ghettizzati della città negli anni ‘60 e ‘70. Il riscatto avvenne nei GHFHQQL VHJXHQWL TXDQGR OȢDEEDWWL mento delle vecchie e decrepite abiWD]LRQL IDYRU® OȢHGLˋ FD]LRQH GL QXRYL palazzi che in un certo senso sotterra-

Le strade del vecchio Villaggio Trieste invase dalle acque

Bambini giocano per strada al Villaggio Trieste

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URQR LO SDVVDWR ERQLˋ FDQGR OȢDPELHQ te e la qualità della vita. Prima ancora delle Gescal e di altre borgate periferiche e popolari, toccò al Villaggio Trieste sperimentare la triste H PRUWLˋ FDQWH FRQGL]LRQH GL HPDUJL nazione nel contesto della vita sociale della città che invece nel centro e nelle prime nascenti zone residenziali sviluppava valori di esaltazione econoPLFD HG HVLVWHQ]LDOH $QFKH LQ TXHVWR caso però si trattava di una distinzione FKH ULVDOWDYD VRSUDWWXWWR GDOOȢHVWHUQR GHO TXDUWLHUH $OOȢLQWHUQR QRQRVWDQWH OH GLIˋ FROW¢ DPELHQWDOL H FXOWXUDOL OD vita procedeva con la massima dignità. “(UDYDPR XQD UHDOW¢ SRYHUD H GLIˋ FLOH questo è innegabile – spiega oggi Gianfranco Mannarelli, indimenticato goleador della squadra nerazzurra e cresciuto a Villaggio Trieste dove è nato nel 1960 da padre corese e madre terracinese – PD FUHGR FKH TXHVWH GLIˋ coltà fossero più per gli altri che per noi. Noi stavamo benissimo nel nostro posto. Certo le vedevamo eccome queste catene ideologiche che ci dividevano dal resto della città ma per noi non rappresenta-



Le condizioni disastrate di una abitazione del Villaggio, prima dell’abbattimento

Sorto nel biennio 1953-54 nell’area dell’ex Caserma dell’82° Reggimento Fanteria, dove inizialmente si erano rifugiati i profughi istriani (alcuni dei quali si sistemarono addirittura nei sotterranei del Tribunale) costò circa 500 milioni di OLUH ˋ QDQ]LDWL LQ EDVH DG XQD OHJJH che imponeva l’ospitalità agli esuli della cruenta rappresaglia slava. Vi trovarono dimora 296 nuclei familiari, che diedero vita alla creazione del Villaggio, subito ribattezzato Trieste per evidenti motivi di provenienza. La prima pietra del quartiere fu posta il 24 maggio 1953 e fu accompagnata da trionfalistici annunci volti a celebrare la benevolenza della comunità pontina e soprattutto dei governanti dell’epoca verso gli sfortunati compatrioti bisognosi di sistemazione. Il tutto scandito da parole di orgoJOLR SHU OȢHFFHOOHQ]D GHOOH ULˋ QLWXUH degli alloggi che intendevano far passare Villaggio Trieste per un quartiere modello. La realtà ven-

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ne presto a galla così come le lacune strutturali di quelle abitazioni, costruite con materiali scadenti e con pochi criteri isolanti e impermeabilizzanti che portarono ben presto al ˋ OWUDJJLR GHOOȢDFTXD DWWUDYHUVR VRODL e condotte, al cedimento di muri perimetrali, pavimenti e terreni circostanti. Insomma in poco tempo il quartiere modello si trasformò nel quartiere del degrado cittadino, un pugno nell’occhio al capoluogo proprio nel momento della sua massima espansione edilizia. La situazione fu più volte denunciata dagli abitanti del rione e sfociò, nel 1978, in un dettagliato reportage che il Comitato del Villaggio, esasperato dall’immobilismo dell’amministrazione, rivolse congiuntamente al sindaco, all’IACP e agli organi di informazione ma, per conoscenza, anche al presidente della Repubblica e ai ministri dei Lavori Pubblici e della Sanità, oltre che alle massime cariche regionali e provinciali. Il polverone alzato da quella massiccia protesta ma soprattutto

l’attuazione della legge del 5 agosto 1978 (norme per l’edilizia resiGHQ]LDOH FRQ ˋ QDQ]LDPHQWL H LQ terventi per quella convenzionata volta alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio) diedero il via l’anno seguente all’opera di colossale restyling dell’intera zona con l’abbattimento delle vecchie ed anguste casupole e la realizzazione di moderni palazzoni funzionali e confortevoli. Alla vista delle ruspe non mancò qualche resistenza da parte dei villaggini più radicali, quelli che mal digerirono il passaggio dall’abitazione a due piani, e quindi con una privacy garantita e protetta, all’imponenza di palazzi dove il contatto e la condivisione di spazi e utilità riduceva l’intimità e favoriva il contatto con molte più famiglie. Ma il dado ormai era tratto. Fu demolito tutto, sparì ogni traccia del passato e il Villaggio Trieste è diventato un’altra cosa, oggi si fa addirittura fatica a individuarlo.


vano un problema. Quando uscivamo nei giri bene della città spesso ci canzonavano e questo non era divertente ma neanche così preoccupante. Personalmente ho cominciato ad avvertire un diverso atteggiamento nei miei confronti quando sono andato a giocare alla Roma a 15 anni e poi quando sono tornato a Latina da Caserta. Il clima era già sostanzialmente cambiato”. Mannarelli, che oggi è il direttore sportivo della squadra che sta strabiliando nel primo campionato di serie B, ha un ricordo nitido del tipo di vita che si trascorreva all’interno del rione. “C’era sicuramente molta aggregazione tra noi abitanti del Villaggio, era una sorta di ghetto dove regnava molta omertà con l’esterno ma all’interno del quale eravamo tutti una grande famiglia. Ci conoscevamo tutti.

"! Ricordo tanta gente che lavorava dalla PDWWLQD DOOD VHUD FRQ JUDQGH VDFULˋ FLR ma anche tanti momenti belli e indimenticabili come l’imbottigliamento dei pomodori durante l’estate. Su tutti voglio ricordare Miro, colui che negli anni sessanta aprì il primo chiosco al mare.

Lui partiva la mattina dal Villaggio con la sua Prinz celeste e, una volta arrivato al lido, cominciava a far bere tutti, anche quelli che non avevano i soldi per pagarlo. Un personaggio di una umanità unica al mondo”. Ma ovviamente in un clima di malessere sociale si sviluppa-

La polizia irrompe nelle case per le operazioni dello sgombero

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I nuovi Palazzi del Villaggio Trieste oggi. Nel riquadro Gianfranco Mannarelli ai tempi della militanza nel Latina

va anche la delinquenza: “E’ innegabile, c’era anche quella, c’era gente che aveva problemi con la giustizia magari per qualche furtarello ma non era niente di particolare, niente che ci facesse meritare l’etichetta di quartiere malfamato che ci volevano per forza appiccicare. Anche le risse che ogni tanto scoppiavaQR HUDQR ˋ QL D VH VWHVVH XQD VFD]]RWWD WD H ˋ QLYD WXWWR $OOȢHSRFD FȢHUDQR Vˋ GH d’immaginazione, tipo l’uomo più forte di Latina e alcuni personaggi leggendari. Non ricordo nulla di particolare, anche se io sono andato via nel 1975 per poi tornare nell’83 e qualcosa sicuramente PL VRQR SHUVR PD ˋ QFK« FL VRQR VWDWR LR SRUWH H ˋ QHVWUH GHOOH QRVWUH FDVH SRWH vano tranquillamente restare aperte. Mi ULHVFH GLIˋ FLOH SHQVDUH DOOD ULYDOLW¢ FRQ L JHVFDOLQL DQFKH SHUFK« TXDQGR FRVWUX

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! irono le Gescal alcune famiglie del Villaggio Trieste si trasferirono proprio lì SHUFK« HUDQR VLFXUDPHQWH DELWD]LRQL PL gliori”. E poi c’era il pallone. “Si quello riempiva le nostre giornate, dal mattino alla sera. Giocavamo sempre a calcio e questo, oltre a consolidare le amicizie, ha anche prodotto qualche risultato.

Dal Villaggio oltre a me è uscito anche Roberto Simonetta. Improvvisavamo un campo in uno spazio di terra tra tre alti SDOD]]L H WLUDYDPR FDOFL DO SDOORQH ˋ QR DOOR Vˋ QLPHQWR 8QD FRVD SHU´ FL WHQJR D dirla: tutte le vetrine che ho rotto, quando ho cominciato a guadagnare i primi soldi, sono tornato ad aggiustarle!”


La pasticceria “TuriRizzo” dal 1957 a Latina è il punto di riferimento di un’attenta e ricercata clientela per i suoi rinomati prodotti, specialità di ogni tipo, soprattutto per i dolci tipici della tradizione pasticcera siciliana, dove le fresche creme, la ricotta, la pasta di mandorle e gli infiniti sapori dei frutti canditi trionfano su ogni tavola.

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“IMPRESA E NO-PROFIT” insieme in co-marketing a beneficio di tutti. L’associazionismo con la finalità di garantire un servizio alla collettività è il valore di essere un NOI insieme a tutti VOI. Ecco perchè abbiamo inteso riconoscerci in “NOi ci Siamo” il nome della nostra associazione. Il No Profit oggi in modo innovativo e inedito ha un alleato, Caffè Latino l’azienda di Latina dei F.lli Buompane che nei valori aziendali credono tanto da investire nel sociale. Spiega la Presidentessa Maria Farese: “NOI ci Siamo”. Il Vice Presidente Juri Iermini: “La Mission dell’associazione persegue obiettivi di promozione sociale a 360° e in particolare tutela le persone appartenenti a categorie svantaggiate”.

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Continua il Vice Presidente: “La nostra vision è quella di creare uno sportello del cittadino, nel modo tradizionale con una struttura fisica e online dove in entrambi i casi offrire un servizio che nel quotidiano si interfaccia con i cittadini”. Conclude la Presidente Farese: “Grazie alla donazione da parte dei Fratelli Buompane delle divise personalizzate Protezione Civile e sponsorizzate Caffè Latino siamo in grado oggi di prestare servizi di base, che da statuto ci appartengono; ci auguriamo che già nel prossimo futuro altre imprese possano offrirci un sostegno per ampliare la gamma dei servizi”.


Canale Mussolini Il romanzo Premio Strega 2010 di Antonio Pennacchi diventa un intenso grahic novel sull’epopea famigliare che ha stregato l’Italia La storia della società italiana attraverso le esperienze della famiglia Peruzzi nell’arco di più di mezzo secolo, da inizio Novecento alla Seconda guerra mondiale. /D ˋ VLRQRPLD GHL SHUVRQDJJL H LO ID scino degli scenari prendono corpo grazie ai disegni di Mirka Ruggeri, in una narrazione avvincente e dalla JUDQGH IRU]D YLVLYD Il romanzo di Antonio Pennacchi è un testo con una struttura complessa in cui tutto si tiene apparentemente VROR JUD]LH DOOD FDSDFLW¢ DIIDEXODWUL ce dell’io narrante. Nel graphic novel Massimilano e Graziano Lanzidei rendono la struttura più lineare, ad accompagnare il lettore attraverso un percorso cronologico della vicenGD ODVFLDQGR XQ ˋ OR URVVR FKH ULHYRFD il passato controverso e insieme epico della nazione, animando ricordi H IDQWDVPL FRQ XQR VJXDUGR VHPSUH lucido, ironico e spiazzante, ma soSUDWWXWWR FDULFR GL SLHWDV H SURIRQGD commozione. GLI AUTORI Antonio Pennacchi /DWLQD VHWWHPEUH H[ RSH raio, ora scrittore. Tra i suoi roman-

]L 0DPPXW 'RQ]HOOL 3DOXGH 'RQ]HOOL ,O IDVFLRFRPXQLVWD 0RQGDGRUL &ROODERUD FRQ LiMes. Suoi scritti sono apparsi su Nuovi Argomenti, Micromega, La 1RXYHOOH 5HYXH )UDQ©DLVH 'DO VXR OLEUR ,O IDVFLRFRPXQLVWD ª VWDWR OLEH UDPHQWH WUDWWR LO ˋ OP 0LR IUDWHOOR ª ˋ JOLR XQLFR SHU OD UHJLD GL 'DQLHOH Lucchetti. Il 2 marzo 2010 è uscito il pluriprePLDWR &DQDOH 0XVVROLQL $SSHQD XVFLWR LO VXR QXRYR OLEUR Storia di Karel. Mirka Ruggeri EULOODQWH GLVHJQDWULFH ERORJQHVH KD HVRUGLWR QHO FRQ LO OLEUR &OHR (GL]LRQL 9RLOLHU H DGHVVR KD UDF FROWR OD Vˋ GD GL SRUWDUH VX WDYROH D IXPHWWL LO URPDQ]R SUHPLR 6WUHJD GL Pennacchi. Graziano e Massimiliano Lanzidei 6RQR L IRQGDWRUL H DQLPDWRUL GHO FRO lettivo culturale Anonima Scrittori, DWWLYR VXO ZHE ZZZ DQRQLPDVFULWWR UL LW GDO &XUDWRUL GHOOH DQWROR JLHb6WRULH GL U HVLVWHQ]D /Ȣ$UJRQDX WD Hb,O %LW GHOOȢ$YYHQLUH 7XQX« +DQQR LGHDWR H FRQGRWWR SUR getti di storytelling individuali e colOHWWLYL b &RQ Lb 6HQWLHUL GL U HVLVWHQ]D

hanno attraversato l’Italia (Firenze, %RORJQD 0LODQR %UHVFLD %HUJDPR /DWLQD H OH FDWHJRULH SROLWLFKH SHU raccogliere storie sul senso odierno GHOOD 5HVLVWHQ]D TXRWLGLDQD &ROODER rano da anni con Antonio Pennacchi. Loro racconti e articoli sono apparsi VX VLWL ZHE H SXEEOLFD]LRQL FDUWDFHH FRPH 1XRYL $UJRPHQWL 0RQGDGRUL 0RUDOH GHOOD IDYROD 3XUSOH SUHVV 0RQR 7XQX« /LEHUL VXOOD &DUWD 0D JD]LQH $&/LYH Collana «Prospero’s Books» n. 51 cm 17x24; pp. 208 a colori; Euro 18,00 ISBN 978-88-97165-74-3


!

La

biblioteca al tempo degli

" ! "" di MARCO PETRONE

Cervelli spremuti, meningi corrose, occhi lacrimanti, penne mangiucchiate, papiri stropicciati! No. Non stiamo parlando di ingredienti perfetti per una formula magica capace di accrescere le capacità cognitive di un individuo. Questa è una dedica agli encefali fumanti, quelli realmente capaci e usati per davvero. Non a quelli perennemente in stand by, in modalità risparmio energetico. Questo è il racconto di un freddo pomeriggio consumato all’interno del luogo più cerebrale della città, l’epicentro dell’erudizione cittadina, il tempio dell’indottrinamento giovanile. Così è (se vi pare). Sarà mica che la biblioteca comunale, la gigantesca scatola capace di ospitare al proprio interno una svariata quantità di libri, giornali d’archivio, documenti introvabili, in realtà è una scatola vuota? Cioè, quel bendidio catalogato con ordine in scaffali e casellari è realmente utilizzato e consul-


WDWR RSSXUH ª SUHVHQ]D VFHQRJUDˋFD complemento d’arredo, suppellettile visivo per pretestuose presenze di studenti o studiosi in area mista, refrattari alla solitudine casalinga? Confondere un luogo di approfondimento e studio come una biblioteca con il più modaiolo dei locali ad uso aperitivo, è un errore che fanno in PROWL D /DWLQD 3HU YHULˋFDUQH JOL HIfetti varchiamo, dopo anni di assenza, il cancello della Aldo Manuzio, conIRQGHQGRFL WUD OD ˋXPDQD GL JLRYDQL presenzialisti, muniti di pc, del nostro inseparabile taccuino e poco altro. Così, giusto per non dare nell’occhio. Le nostre mani sono congelate e non DVSHWWDQR DOWUR FKH GL SRWHU EHQHˋciare del tepore offerto dalle grandi sale studio a disposizione. Sono quasi le sedici, il brusco risveglio da una breve pennichella ferroviaria, non ci permette di essere molto socievoli. Probabilmente non ci presentiamo neanche con un aspetto invitante. Fatto sta che non appena mettiamo piede nel cortile esterno la nostalgia quasi ci attanaglia. Non ci possiamo

! GHˋQLUH WRSL GD ELEOLRWHFD PD TXDOche pomeriggio passato a districarsi tra le tele di una tesi liceale quanto mai complessa è rimasto indimenticabile più per i tempi che furono che per la tesi stessa. Avvicinandoci all’ingresso principale, ci incanaliamo inavvertitamente tra due cordoni umani che tra una sigaretta e un caffè si stanno concedendo una meritata (?) pausa. Noi abbiamo bisogno di un termosifone e cerchiamo di farci strada, ma neanche il tempo di assaporare il contatto con il portone d’entrata che un primo incontro ci costringe ancora al gelo. Un vecchio amico ci saluta, si

parla del più del meno, è tanto tempo che non ci vediamo. Lui sta preparando la tesi di una Laurea Magistrale e ci fa sorridere pensare che pochi anni fa lo avevamo lasciato bambino a combattere con problemi di matematica o temi di italiano. Finalmente riusciamo ad entrare, non baciamo il pavimento per mantenere un briciolo di dignità. Cerchiamo affannosamente un posto libero ma, nonostante la quasi totale assenza di esseri umani, non c’è. Al loro posto una abbondanza di sedie vuote addobbate però con giacche, sciarpe e cappelli. Così come le postazioni, rivendicate con pirami-


di di libri e astucci sapientemente posizionati a scanso di equivoci. Ci rassegniamo e cominciamo a passeggiare nel corridoio d’ingresso. Ogni coppia di studenti che esce porta in noi inutili speranze di riuscire a sederci, subito azzerate nel momento in cui ci accorgiamo che una nuova piramide ha preso vita. Verso le sedici e trenta avviene evidentemente una sorta di ricambio naturale, chi stava studiando dalle quattordici e dieci, orario di apertura pomeridiano della biblioteca, ha probabilmente terminato voglia ed energie e lascia il campo a nuove leve. 3UHQGLDPR SRVWR GHˋ ODWL TXDVL LVROD ti. Sembra tutto pronto per iniziare a scrivere quando dobbiamo prendere coscienza del fatto che per ottenere la FRQQHVVLRQH ZLˋ GDOOD ELEOLRWHFD GRE biamo iscriverci alla stessa! Compilo due o tre fogli, fornisco un documento. Adesso che siamo schedati come faremo a rapinare la biblioteca comunale? 3RVVLDPR ˋ QDOPHQWH ULODVVDUFL H FHU care di elevare la nostra temperatura corporea. Il silenzio quasi totale è do-

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vuto più che altro al fatto che in stanza c’è la metà delle persone che invece XIˋ FLDOPHQWH SRWUHEEH GLFKLDUDUH GL trovarsi in biblioteca a studiare. I posti lasciati vuoti sono davvero molti, il premio per la minor resistenza allo studio dimostrata lo vincono senza appello due ragazzi che non fanno neanche in tempo ad entrare, sistemare borse e libri sui banchi che già escono nuovamente nel cortile adiacente l’eGLˋ FLR DUPDWL GL DFFHQGLQR VLJDUHWWH H immancabili cellulari. Il senso trascendente della biblioteca è svanito in un attimo ai nostri occhi. La monotonia generale è scandita dai click sul mouse di qualche informatico, dal perenne bisbiglio di qualche gruppo di studio (o gossip) e da quelle rare pagine che realmente si stanno VIRJOLDQGR TXD H O¢ $Iˋ RUD LQ QRL XQ improvviso ed indomito senso romantico quando sbirciamo quasi timidamente nella sala di consultazione GHL JLRUQDOL OD IRWRJUDˋ D FKH ULPDQH impressa nella nostra mente è quella di una manciata di signorotti ormai in

" Piazza del Popolo, Latina tel. 0773/690695 Apertura al pubblico: Dal lunedì al venerdì: dalle 8.30 alle 13.40 e dalle 14.10 alle 19.30 Sabato: dalle 8.30 alle 13.40 Servizi offerti: ȩ FRQVXOWD]LRQH FDWDORJR RQ OLQH ȩ FRQVXOWD]LRQH ULYLVWH H JD]]HWWH XIˋ FLDOL ȩ HPHURWHFD ȩ SUHVWLWR OLEUL ȩ SUHVWLWR LQWHUELEOLRWHFDULR ȩ IRQGR ORFDOH ȩ VDOD EUDLOOH ȩ DFTXLVWR OLEUL UDSLGR ȩ DWWLYLW¢ GL SURPR]LRQH FXOWXUDOH ȩ QDYLJD]LRQH :L )L ȩ DVVLVWHQ]D QHOOD ULFHUFD ELEOLR JUDˋ FD ȩ GHSRVLWR OHJDOH




pensione a cui piace essere al passo con i tempi informandosi quotidianamente grazie alle maggiori testate nazionali e locali, accantonando internet e blog e preferendo la cara vecchia carta stampata. Non mancano idilliaci attimi di imbarazzo: un noto travestito alto un metro e novanta almeno e costretto alla sedia a rotelle, che molti avranno spesso osservato nei pressi di Piazza del Popolo, irrompe assieme a tutta la propria sobrietà presentandosi all’impiegata di turno con richieste imprecise. Il tutto dura pochi secondi, il signore lascia l’ediˋ FLR H QRL QRQ SRVVLDPR IDU DOWUR FKH annotare gli sguardi perplessi e divertiti degli studenti presenti. A dire il vero, ad un analisi più approfondita, il tipo non ha molto da invidiare ai normali ragazzotti e ragazzotte che Vˋ ODQR LQ VDOD 9HVWLWL HOHJDQWL WUXF co da sballo per le più audaci. Per un momento dimentichiamo dove ci WURYLDPR SHQVDQGR GL HVVHUH ˋ QLWL LQ qualche pub di livello. E facendo due passi in cortile la situazione degenera. Il vociare interno si trasforma in urla, il buio che sopraggiunge fornisce un’atmosfera perfetta, insomma sembra tutto pronto per l’happy hour! Gli studenti sembrano esser diventati improvvisamente dei pr, sigarette e caffè prendono il posto di libri e computer. Ci affacciamo dentro e non c’è quasi più nessuno, torniamo fuori e il bar Poeta è pieno. Qualcosa non torna, qui si studia o si balla? Eppure i libri giacciono ancora irrimediabilmente numerosi sui tavoli della biblioteca. L’improvvisa aria festosa

ci ha colti impreparati, i pochi studiosi diligenti combattono contro se stessi per continuare a studiare concedendosi solo talvolta qualche messaggio su whatsapp. Non smentendo la nostra indole, ci facciamo travolgere dall’evolversi della situazione, lasciamo occupati i nostri posti come la moda impone e ben coperti cogliamo l’occasione per sgranchirci le gambe. In Corso della Repubblica c’è aria di festa, il Natale si avvicina e di studiare non va proprio a nessuno. Meno del solito. Le facce che incrociamo sono un ritorno alle origini, sono le stesse che SRWHYDPR LQFRQWUDUH RJQL JLRUQR ˋ QR a cinque anni fa, solo più arrotondate e stempiate. In aggiunta qualche giovane liceale che per le prime volte si sta affacciando al magico mondo bibliotecario, ancora fonte d’ispirazione per lo più di universitari che, sfruttando l’ottima ubicazione dell’ex Albergo Italia intitolato al celebre HGLWRUH $OGR 0DQX]LR ˋ Q GDO VL aggregano e passano spensierati pomeriggi alternando gioie e doveri. In

cinquantasei anni ne sono passati di studenti per queste aule, la convinzione è che ad oggi non ci sia curiosità alcuna da parte dei più per i circa quarantacinque mila volumi ospitati dalla biblioteca. Facciamo ritorno alla nostra postazione, raduniamo le cose e conveniamo che può bastare. Troppi smartphone nascosti da libri aperti, troppe chiacchiere in un cortile che conta quotidianamente più presenze rispetto alla biblioteca stessa. Appena quattro richieste di prestito-libri in un intero pomeriggio sono davvero poche e confermano la sensazione che il tempio della cultura cittadina sia violato e sconsacrato quotidianamente. Pochi studiosi reali e molti che YRUUHEEHUR GHˋ QLUVL WDOL R FKH IRUVH non ne hanno neanche l’interesse. Come il nostro decaparecido vicino di banco, di cui abbiamo memorizzato perfettamente numero e tipologie di libri poggiati sul tavolo, ma del quale ignoriamo le sembianze poichè dalle sedici alle diciannove circa di lui, all’interno della biblioteca, non c’è stata alcuna traccia.

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Nuovo regolamento 'D PDJJLR OD ELEOLRWHFD KD XQ QXRYR UHJRODPHQWR FKH ˋ QDOPHQWH permette anche agli studenti universitari fuorisede (non residenti a Latina) di accedere al prestito dei libri. Fino ad allora, a dispetto delle aspirazioni di una città universitaria il prestito era limitato ai soli cittadini di Latina. Il regolamento, ampliato e innovato, ha dato il via a una serie di interventi che comprendono: la biblioteca digitale, agevolazione per i non vedenti e riorganizzazione degli spazi interni. Navigazione Wi-Fi La Biblioteca ha la rete Wi-Fi: l’accesso al servizio Internet è consentito esclusivamente agli utenti iscritti. L’uso di Internet è gratuito ma ogni utente può utilizzare Internet per QRQ SL» GL RUH DO JLRUQR FRQVHFX tive (fatto salvo particolari esigenze a discrezione della Direzione della Biblioteca). Catalogo online La biblioteca “Aldo Manuzio” partecipa al progetto nazionale di catalogo pubblico on-line: è presente all’OPAC - SBN (on-line public access catalogue - sistema bibliotecario nazionale).

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Fondo Locale e Deposito legale La sezione speciale riservata al FonGR /RFDOH GL FLUFD YROXPL raccoglie tutte le opere che, direttamente o indirettamente, hanno una relazione con il territorio pontino (opere sul territorio, opere di autori territoriali o edite da case editrici locali). La Biblioteca è stata scelta, inoltre, come istituto depositario per la costituzione dell’Archivio regionale relativo alla produzione editoriale del territorio provinciale. In questo modo acquisirà, conserverà e metterà a disposizione un patrimonio importante per la storia e la memoria della città, con particolare attenzione agli esemplari fuori commercio. Acquisto libri rapido È possibile segnalare alla Segreteria, tramite appositi moduli, eventuale documentazione non presente in Biblioteca. Se ritenuta d’interesse generale (e se ci sono i soldi!) potrebbe essere acquistata dalla biblioteca. Sala Braille La Biblioteca gestisce una sala per utenti diversamente abili, in particolare per ipovedenti, non vedenti, GLVOHVVLFL GLVWURˋ FL DQ]LDQL PDODWL terminali e tutti coloro per i quali la lettura tradizionale non è possibile.

Sono presenti postazioni di lavoro munite di attrezzature e ausili tecnologici quali, per esempio, barra e stampante braille, software per la sintesi vocale, dispositivo voltapagine, “audiobook”, monitor speciali e programmi d’ingrandimento, che consentono ovvero facilitano lo svolgimento di funzioni altrimenti impedite o disagevoli. Sono altresì presenti libri in braille e audio-libri, ossia “libri parlati”, cioè testi letti da attori specializzati. Il patrimonio documentario è dato in prestito con le stesse modalità degli altri libri. L’utilizzo della sala è permesso solo a tali categorie di utenti, i servizi a loro offerti sono facilmente accessibili dagli interessati. Su richiesta ª JDUDQWLWD OȢDVVLVWHQ]D VSHFLˋ FD GHO personale della Biblioteca. Storia La Biblioteca Comunale occupa i locali al piano terra di quello che era l’Albergo Italia. Riaperta in seguito alla ristrutturazione post bellica nel KD OH FDUDWWHULVWLFKH GL XQD EL blioteca a scaffale aperto (libri su scaffali direttamente accessibili al SXEEOLFR H DFFRJOLH RJJL FLUFD volumi distinti nelle seguenti classi: LQIRUPDWLFD ELEOLRJUDˋ D HQFLFORSH die ˋ ORVRˋ D H SVLFRORJLD


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- religione - scienze umane - scienze applicate - arte e tempo libero - letteratura VWRULD H JHRJUDˋ D Comunità su Facebook “Alla ragazza a cui questa mattina verso le nove ho aperto la porta della biblioteca, ti volevo ringraziare perché il solo guardarti mi ha messo di buonumore...” questo è uno dei messaggi trovato sulla pagina Facebook SpottedBibliotecaDiLatina. Se hai “avvistato” qualcuno in biblioteca, ma non hai trovato il modo per approcciare, anche il famoso social network potrebbe esserti d’aiuto: prova a inviare un messaggio sulla pagina della comunità… e incrocia le dita! www.facebook.com/SpottedBibliotecaDiLatina.

Il sistema bibliotecario della città di Latina comprende anche tre sedi periferiche: Biblioteca Nuova Latina (Centro Lestrella) Orari: lunedì 09.00-13.30 martedì 09.00-13.30 15-18.00 mercoledì 09.00-13.30 giovedì 09.00-13.30 15-18.00 venerdì 09.00-13.30 Biblioteca “Don Vincenzo Onorati” (Borgo Sabotino) Orari: lunedì 09.00-13.30 martedì 09.00-13.30

mercoledì giovedì venerdì

15-18.00 09.00-13.30 09.00-13.30 15-18.00 09.00-13.30

Biblioteca Latina Scalo (Via del Murillo 1) Orari: lunedì 09.00-13.30 15.30-18.30 martedì 09.00-13.30 14.30-17.30 mercoledì 09.00-13.30 15.30-18.30 giovedì 09.00-13.30 14.30-17.30 venerdì 09.00-13.30 15.30-18.30 sabato 15.30-18.30

ha collaborato Alessia Fratini

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The

Wall

di ALESSIA FRATINI

In centro e alle autolinee I raggi del pallido sole autunnale illuminano l’asfalto e lo riscaldano. Se non fosse per qualche spericolato sullo scooter, le strisce pedonali quasi trasparenti, le buche sulla strada che costeggia una vasta pozzanghera residuale, la giornata prometterebbe bene. Silvana e il Gruppo di Armonia sono pronti per fare insieme una passeggiata-reportage per le vie del centro cittadino. Questa era l’idea che ha dato il via al progetto di gruppo: un reportage per imparare i rudimenti GHOOD IRWRJUDˋD &RPH GHL YHUL UHSRU-

ter, fotocamera in mano, scendono per strada a testimoniare quanto è vivibile la città in cui abitano. Iniziamo il nostro giro scegliendo le YLH GHO FHQWUR &L PHWWLDPR SRFR D comprendere che gli ostacoli che incontriamo per strada sono troppo difˋFLOL VH QRQ LPSRVVLELOL GD VXSHUDUH In parte è colpa della manutenzione stradale (i ragazzi fotografano buche e crepe su strade e marciapiedi, SR]]H GȢDFTXD FKH QRQ GHˌXLVFH nei tombini, strisce pedonali sbiadite, etc.) ma, anche dove sono stati UHDOL]]DWL LQWHUYHQWL UHFHQWL OH GLIˋcoltà non sono meno. Sullo stretto marciapiede zigzaghiamo faticosamente tra ˋRULHUH DOEHUL

lampioni, segnali stradali, pensiline per autobus, insegne pubblicitarie, secchi della spazzatura, tavoli, sedie e macchine parcheggiate male, tutto è immortalato. La pavimentazione è stata rifatta poco tempo fa, ma gli scivoli per l’accesso ai marciapiedi, non costruiti a regola GȢDUWH FUHDQR XQ SRȢ GL SUREOHPL &L fermiamo a controllare il dislivello di ogni attraversamento, per evitare che Marcello, il nostro apripista, corra qualche rischio scendendo con la sua sedia a rotelle. Nonostante la carrozzina sia motorizzata e dotata di due grandi ruote posteriori, rischia di rimanere bloccato o cadere. E pensare che basterebbero piccolissimi in-


terventi (un pochino di cemento o di asfalto) per rendere praticabili molti degli scivoli! Proseguiamo a rilento su Corso della Repubblica, la via dello shopping ODWLQHQVH IRWRJUDˋ H DOOH HQWUDWH GL FL nema, negozi e bar (per lo più strette e senza discesa) e svoltiamo poi in viale XXI aprile. A due metri dalla curva ˋ QLVFH LO ODVWULFDWR ELDQFR H LQL]LD LO marciapiede asfaltato. Qui gli scivoli agli attraversamenti sono rari e quanGR FL VRQR GLIˋ FLOPHQWH SUDWLFDELOL Mentre ci dirigiamo all’entrata dell’oratorio ci dilunghiamo ad attraversare via Sisto V: qui la carrozzina non pasVD &RV® GRSR DYHU ULFHYXWR OȢLQFRUDJ giamento di un passante, il gruppo si divide sui due lati della via per ricongiungersi a piazza San Marco. La camminata continua fotografando innumerevoli attraversamenti privi di scivolo tanto che Walter con la sua carrozzina molte volte è costretto a spostarsi in strada e a muoversi in PH]]R DO WUDIˋ FR FRQ HYLGHQWH SHUL colo. Percorriamo viale IV novembre ˋ QR DOOȢLQFURFLR FRQ viale Italia, la bella passeggiata all’ombra dei pini, che collega piazza del Quadrato a SLD]]DOH GHL %RQLˋ FDWRUL. Bella ma impraticabile: radici che fuoriescono dal pavimento dissestato, buche insi-

diose, mattonelle divelte e lastricato scivoloso… addio passeggio! Altre foto e torniamo verso la piazza, LQWRUQR DOOȢHGLˋ FLR GHOOH Poste pensavamo di non trovare alcuna barriera architettonica, perché ristrutturato di recente e frequentato abitualmente da anziani e disabili; invece, incredibilmente, diversi degli attraversamenti sono privi di scivolo. Arrivati in piazza del Popolo proviamo ad avviFLQDUFL DOOD JUDQGH SDOOD PD ˋ QLDPR per rinunciare, su tutto il perimetro della piazza non c’è un accesso con lo scivolo che permetta a tutti di salire! Siepi e aiuole sono ben curate, ma non c’è altrettanta cura per la rimozione delle barriere architettoniche. I ragazzi sono amareggiati, pensavano che in centro le strade fossero più accessibili, ma ci confessano che la situazione è comunque migliore di quella riscontrata nell’ultima uscita del gruppo. «Quella volta è stata un’Odissea vera e propria- racconta Moira. ȟ FRQ LQˋ QLWL RVWDFROL GD VXSHUDUH} ,Q quell’occasione hanno deciso andare dal centro di terapia in via Piave alla stazione delle autolinee, documentando il tutto con le loro fotocamere. Il tragitto è lungo solo un chilometro ma hanno impiegato molto tempo prima di raggiungere le autolinee.


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L’inizio del percorso è completamente privo di marciapiede e il gruppo è obbligato a procedere sul lato della strada. Poi timidamente appare il primo marciapiede, con tanto di scivoli, ma è un tratto breve. Arrivati all’incrocio con viale Kennedy i problemi aumentano: da lì in poi le discese sono poche, spesso mal fatte, e a volte si rimane bloccati. Sembra di essere in un labirinto, bisogna prevedere in anticipo la prossima mossa: non si può salire su un marciapiede se non hai poi modo di scenderne! Anche qui ci sono pali, pensiline, pubblicità, cabine eletWULFKH H SHUˋ QR L VHFFKLRQL GHOOȢLP mondizia a intralciare il passaggio sul marciapiede, come se non fossero già abbastanza buche e mattonelle sconnesse! Neanche in prossimità delle fermate dell’autobus, ci sono accessi dotati di scivolo, ma questa è solo una delle carenze del trasporto pubblico in città. È quasi impossibile trovare una discesa agibile tutt’intorno alla stazione delle autolinee, per salire sui mezzi

(raramente dotati di rampe) bisogna prima informarsi e c’è comunque bisogno dell’aiuto di qualcuno, come conferma anche Mauro: «mi piacerebbe muovermi in autonomia, invece devo sempre essere accompagnato opSXUH QRQ SRVVR IDU DOWUR FKH ȡDSSURˋ W tare’ dell’aiuto di qualcuno». In effetti, OH GLIˋ FROW¢ LQFRQWUDWH SHU VDOLUH VX un autobus sono state enormi, tanto da far desistere il gruppo che non ha potuto far altro che immortalare la tragica situazione con altre foto. Con

buona pace di chi è convinto che l’accesso ai trasporti pubblici è un diritto di tutti, compresi i disabili. Il reportage del gruppo è nato dal loro bisogno di autonomia, vorrebbero muoversi in città da soli, e dalla voglia di socialità, che al momento è preclusa. «Le mie giornate si dividono tra casa e centro di terapia, – dice con rammarico Moira – di solito quando esco sono in compagnia di mia madre, come potrei andare sola?! Per strada è rischioso e dei mezzi pubblici è meglio

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non parlare: basta guardare le nostre foto!». Barriere architettoniche, buche, ostacoli di ogni genere, parcheggi selvaggi e automobilisti indisciplinati sono come una gabbia per lei, PD ˋ QLVFRQR SHU OLPLWDUH OD OLEHUW¢ GL movimento di ognuno noi: si usa la macchina o lo scooter anche per brevi tragitti (Latina è tra le città italiane col tasso di motorizzazione più alto, 7 auto ogni 10 abitanti) e si rischiano più facilmente incidenti (nel 2012 sul territorio provinciale sono stati 114 gli incidenti tra veicoli e pedoni, 7 quelli mortali). Accompagnando i nuovi amici in giro per Latina, si conosce la città da un altro punto di vista. Si sperimenta direttamente, insieme a chi vive quoWLGLDQDPHQWH TXHVWH GLIˋ FROW¢ TXDQ to sono pericolose le nostre strade. Per tutti. Per bambini, anziani, genitori con passeggini, disabili, ma anche per un pedone qualsiasi, sen]D SDUWLFRODUL GLIˋ FROW¢ PRWRULH 8QD città vivibile, curata e senza barriere architettoniche è un vantaggio chiunque. Saranno anche belle le rotondegiardino, ma non sarebbe meglio utilizzare i soldi per abbattere le barriere e fare manutenzione?

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Barriere intorno all’ospedale e mare inaccessibile Da questa esperienza la città appare in un’altra angolazione: facendo attenzione a quelli che sono trascurabili dettagli per chi cammina con le proprie gambe, ma che diventano muri insormontabili per chi si serve di una carrozzella. Forse la situazione peggiore a Latina, per quanto riguarda le barriere architettoniche, è nei dintorni del Goretti, strade che dovrebbero essere invece ancor più curate, visto che si tratta di

un ospedale. E invece i problemi riscontrati sono molti, per primo però non una vera e propria barriera architettonica, ma quello che si potrebbe GHˋ QLUH XQD ȤEDUULHUD PHQWDOHȥ LO parcheggio selvaggio! Non c’è rispetto per strisce pedonali e discese, le macchine sono parcheggiate anche in curva e dal lato di Parco San Marco, tra pozze d’acqua giganti in inverno o buche polverose d’estate, occupano

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l’intero marciapiede. I marciapiedi a volte sono curati, ma per la maggior parte difettano di manutenzione: ci sono crepe, buche e dislivelli, oltre ai soliti pali (illuminazione, segnaletica stradale, etc.) che ostacolano il percorso e spesso rigogliose siepi invadono quasi completamente il cammino. Le discese a volte ci sono, a volte no. A dimostrarlo alcuni casi evidenti di attraversamenti pedonali nei quali solo una delle estremità è munita di scivolo mentre dall’altra si trova un alto scalino. Il problema resta sempre lo stesso però: se non si elimina il dislivello tra la discesa e l’asfalto della strada, rimangono impraticabili per una carrozzina. Così YD D ˋ QLUH FKH DQFKH VH LQ HIIHWWL OH discese ci sono, quelle ben fatte non

sono poi molte. Decidiamo di andare al mare per veGHUH TXDQWR LQˌ XLVFH OD ȡYRFD]LRQH turistica del territorio’ sull’eliminazione delle barriere architettoniche. La Marina di Latina, una città che punta molto sul turismo, sarà alla portata di tutti, priva di ostacoli, pensavo… e invece, no! Il tratto di lungomare verso Rio Martino, compreso tra lago di Fogliano e dune, è GLIˋ FLOPHQWH DJLELOH SHU FKLXQTXH DEELD XQD TXDOVLDVL GLIˋ FROW¢ PRWR ria. Qui non ci sono ne’ discese ne’ marciapiedi e le passerelle sono in gran parte messe male, comprese quelle poche a scivolo. Ci dirigiamo quindi verso Foceverde, il lato mare è provvisto del marciapiede solo in parte e ha pochissime discese per gli attraversamenti pedonali; sull’altro lato, che inizialmente è sia percorso pedonale sia pista ciclabile, c’è n’è qualcuna, ma solo in alcuni tratti. Percorrendo tutto il la strada Lungomare, sul piccolo marciapiede si trovano i soliti ostacoli d’intralcio (alberi e pali per la segnaletica stradale, fermate dell’autobus) e il fondo è troppo sconnesso. Bisogna arrivare in prossimità dell’incrocio tra le strade Valmontorio e Foce Verde, per vedere qualche cambiamento: qui, sono stati fatti di recente interventi di manutenzione. Il vero problema, però, è che l’accesso al mare non è garantito a tutti. La scorsa estate, più di qualche famiglia si è lamentata dello stato delle passerelle (peggiorato dall’erosione della costa), che non rendevano IDFLOH OȢDFFHVVR D PDUH ˋ JXUDWHYL quale immenso problema può essere per un disabile! Da ricordare il caso di una ragazza disabile, in vacanza a Latina con la mamma, che è rimasta bloccata tra le dune senza poter rag-


giungere il mare, proprio perché non c’era la passerella. La legge, sottolineando l’importanza di rimuovere ostacoli nelle attività sportive, turistiche e ricreative, prevede che le concessioni demaniali e i rinnovi per gli impianti di balneazione siano subordinati all’effettiva possibilità di accesso al mare delle persone disabili (art.23 legge 104/92). Ci sono 6 mesi di tempo prima che arrivi la stagione estiva, sono abbastanza per rendere il mare accessibile a tutti? Le barriere architettoniche sono ora più evidenti per me. A Latina manca una progettazione complessiva che tenga conto di tutti gli aspetti che incidono sulla mobilità delle categorie più deboli della strada: i pedoni, a maggior ragione quelli disabili. Si trovano ostacoli sul percorso e le discese non sono perfettamente livellate, anche quando i marciapiedi sono stati costruiti, o hanno subito interventi di manutenzione, di recente. Tanti sono i difetti di Latina dal punto di vista urbanistico, tante le barriere architettoniche e l’augurio che possiamo farci è che la pubblica amministrazione se ne occupi al più presto… ma c’è qualcosa che ognuno di noi può – e dovrebbe – fare per contribuire a migliorare la vivibilità della nostra città: comportarsi correttamente alla guida di automoELOL H VFRRWHU 8Q EHQHˋ FLR SHU WXWWL non solo per i disabili.

Giulia è una studentessa del Liceo Classico e che vorrebbe andare da sola a scuola. Non può farlo perché il tragitto, lungo solo qualche centinaia di metri, è pieno zeppo di ostacoli: impossibile superarli da sola con la sua sedia a rotelle. Proprio un anno fa è stata la protaJRQLVWD GL ȤA spasso con Giuliaȥ un video-denuncia realizzato per dare una dimostrazione di quali LQFUHGLELOL GLIˋ FROW¢ LQFRQWUD LQ XQ così breve percorso, considerando anche che si trova in una zona centrale della città (Tribunale, viale Mazzini). Di risposta, il Sindaco ha invitato in Comune Giulia, insieme a Irina e Alessandra, le amiche che l’hanno aiutata a fare il video. Anche in quest’occasione, il tutto è stato ripreso e i video sono stati pubblicati sul sito di youtube dalla Consigliera comunale Zuliani.

Proprio causa di una barriera architettonica (porte troppo strette per le carrozzelle delle ragazze) l’inFRQWUR ª VWDWR VSRVWDWR GDOOȢXIˋ FLR del Sindaco alla sala del Consiglio comunale, qui hanno spiegato i loro problemi e richiesto interventi per migliorare la situazione delle strade in città. Il Sindaco si era impegnato a mettere a norma, entro giugno 2013, almeno il 60% degli scivoli sui marciapiedi all’interno della circonvallazione. A oggi, risulta commissionato solo uno studio di fattibilità, al costo di 50mila euro, e degli stanziamenti in bilancio destinati a interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche e al progetto per la pavimentazione e la pedonalizzazione del centro cittadino (1, 4 milioni di euro).

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IL MARCHIO DI

FABBRICA

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Quando si dice il destino. Da quei capannoni sono uscite fuori storie trasversali, uniche e autentiche che hanno ispirato un romanzo, hanno acceso speranze, hanno “mitizzato” un nome e un’epoca e a distanza di mezzo secolo sono sempre vive, alimentate dai ricordi e da dieci lettere, DQFKH VH FRQ LO SUHˋ VVR H[ SURQXQ ciate da almeno cinque generazio-

ni. Dieci lettere come il numero dei grandi campioni sulla maglia. Il numero perfetto. Fulgorcavi, letto con un tono deciso e un velo di orgoglio, sembra dire tutto: Genova, o meglio Zéna, come dicono i genovesi con l’inconfondibile cantilena, e poi Borgo Piave, boom, storia, prestigio, crisi, rinascita, successo, declino. Sembrano essere pagine di un libro strappate

agli appunti di Antonio Pennacchi, XQ Ȥˋ JOLRȥ DQFKH OXL GHOOD )XOJRUFDYL Quando la Pontina non esisteva ed HUD DQFRUD XQ SURJHWWR GD ˋ QLUH DS provare e consegnare al futuro, alla periferia della città nasceva la Fulgorcavi: era il 27 giugno del 1965 e la città di Latina, anzi tutto l’Agro Pontino, accolse a braccia aperte un punto di eccellenza industriale che sfornava


cavi elettrici e poi talenti, che guardava ben oltre al salario e ai turni in fabbrica. La Fulgorcavi si inseriva LQ XQ FRQWHVWR JHRJUDˋFR VWUDWHJLFR percorrendo un binario industriale che viaggiava a grande velocità. Era alla periferia nord della città, da una parte c’erano i poderi dell’Opera Nazionale Combattenti con i numeri in ULOLHYR VRWWR OD ˋQHVWUD H OH GLVWHVH GL campi alle spalle, dall’altra sembrava nascere una piccola astronave incastonata in un immenso recinto con le ringhiere alte, proiettata verso il polo industriale che guardava la Pozzi Ginori e poi la Pontina, Aprilia e Pomezia. La Fulgorcavi ben presto diventò per tutti un modello da imitare nelle piccole e nelle grandi cose, forse per la sua imponente e maestosa struttura che faceva sentire piccoli e poteva mettere soggezione e forse anche per quel nome così magnetico. La Fulgor nacque a Genova nel 1940, strizzò l’occhio a nuovi mercati come quello greco nel 1961 con la Fulgor Hellas e poi nel clou del boom economico, quando gli italiani scoprivano la lavastoviglie e la villeggiatura, che VEDUF´ LQ YLD GHO &URFHˋVVR WUD OD WHUra e il mare, con il suo carico di fascino, i suoi stipendi buoni e un progetto ambizioso. L’obiettivo era di arrivare a 4500 operai, anche se l’azienda ne impiegò 1200 ma fu ugualmente un piccolo esercito per una città come /DWLQD FKH VˋRUDYD L PLOD DELWDQWL H una provincia che in quegli anni (tra il 1955 e il 1965) era ai primi posti per lo sviluppo del reddito. Parlarono sempre i numeri della Fulgorcavi, quelli ad esempio di un bilancio utile del 1983 con un netto di due miliardi e 885 milioni delle vecchie lire, parlarono prima le facce e poi le parole dei suoi operai e GHLb VXRL LPSLHJDWL FRPH VH ODYRUDUH in quell’azienda fosse quasi uno status symbol, un marchio mai come questa volta di fabbrica. Bastava dire “Lavoro alla Fulgorcavi” ed era tutto così semplice e chiaro, insomma VLFXUR ( DOOD ˋQH ª VWDWR LQ XQ FHUWR senso così. Il premio Strega Antonio 3HQQDFFKL ª LO PLJOLRUH HVHPSLR GL cosa sia riuscita a regalare, anche se

Un’immagine dall’alto del complesso della Fulgorcavi e il campo da calcio

a distanza di anni, la Fulgorcavi. Lui che ha fatto l’operaio e ha condotto tante battaglie continua ad essere legato a quell’azienda e a quelle mura che gli hanno trasmesso emozioni diventando inconsciamente una musa ispiratrice e una compagna in punta di penna. Parlarono i bilanci anche sportivi della Fulgorcavi, sul campo

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di calcio ad esempio la fabbrica “costruì” un’altra eccellenza destinata a superare le barriere dei pregiudizi. Nacque un altro piccolo miracolo ma questa volta calcistico, più artigianale che industriale. Angelo Dapelo, amministratore delegato della Fulgorcavi, con un passato ai vertici del Genoa e poi nel miglior Savona di sempre in serie B, guardò lontano, come sanno fare i liguri quando scrutano l’orizzonte del mare: due campi di calcio che in provincia di Latina non si HUDQR PDL YLVWL H XQD SLQHWD ˋWWD GD una parte il lavoro, dall’altra lo svago per fare gruppo tra i dipendenti, per tutelare anche l’aspetto sociale nella YLWD GL IDEEULFD FRPH JOL DPHULFDQL b Una squadra di operai e impiegati, che partì da lontanissimo e dalla Terza Categoria arrivò a giocare contro il Latina in un campionato semipro-


Un’immagine dello stabilimento e nel riquadro il “Fulgorino” il giornalino distribuito all’interno dell’azienda

fessionistico (Quarta serie) in una insolita e unica stracittadina, facendo sventolare la bandiera di una fabbrica ma su un campo di calcio, allo Stadio di Latina. Fu un record, l’anticipo, fatte le debite proporzioni, di ChievoHellas Verona. I piccoli contro i grandi, la fabbrica contro la società di calcio. Della serie: YHGLDPR FKL ª SL» IRUWH JLRFKLDPR cela. La scalata partì dal basso, sempre con la stessa programmazione, e il senso fu uno: si poteva gestire una azienda forte e importante nello stesso modo di una squadra di pallone ottenendo grandi risultati. Anzi memorabili riletti impugnando la lente del passato. I nerazzurri di Lojacono H SRL GL /HRQDUGL H 0RUDQRb FRQWUR L gialloverdi “aziendali” di via del CroFHˋ VVR GRYH XQ UDJD]]R GL DQQL GL Viareggio, dalla battuta sempre pronta, il diploma da liceale in tasca e che DYHYD SUHVR XQD FDVD LQ DIˋ WWR LQ YLD Ferrucci, a due passi dalla Clinica San Marco, ha iniziato a lavorare e a diventare allenatore. Eugenio Fascetti

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ª VWDWR OȢDUWHˋ FH GL TXHO PLUDFROR VWX diato in laboratorio che si chiamava Fulgorcavi ben prima di salire a Varese, di andare alla Lazio e girare tra Verona, Bari, e macinare tanta serie A e B. Un miracolo frutto di una catena di montaggio che ha accarezzato la perfezione. )DVFHWWL ª OHJDWR D /DWLQD H D TXHO QRPH SHUFKª TXL ª DQFRUD FXVWRGLWD XQD SDUWH GHOOD VXD YLWD 4XL ª QDWD XQD GHOOH VXH ˋ JOLH 4XL KD DYXWR H KD WDQWL DPLFL 4XL ª GLYHQWDWR XQ DOOH natore vero. In quel gruppo c’era an-

che Franco Ogliari, un difensore con un futuro assicurato da arrivare in A nel Genoa di Gigi Simoni per poi fermarsi a causa della rottura di tibia e perone e poi anche un giovanissimo Marcello Benini che ha giocato con Latina e Formia. I campi sono quelli dove oggi si allena il Latina e sono ancora verdissimi come il tappeto dei pini piantati per dare il senso del bello. Il modello che avevano in mente i vertici aziendali era simile a quello statunitense: il lavoro, ma non solo, FȢª DQFKH LO UHVWR FRPH QHL FROOHJH R

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ORARIO CONTINUATO // LUNEDÌ - SABATO 8,30 - 20,00 // DOMENICA 9,00 - 13,00

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nelle grandissime multinazionali. E nulla è nato per caso come sostiene Eugenio Fascetti. “Ma quale caso...”, ripete lui. Meno di un mese fa l’ex allenatore della Fulgorcavi che ora ha 75 anni è stato a Latina e quando è passato in macchina in via del Crociˋ VVR OD PHPRULD KD VRIˋ DWR VX TXHOOD cancellata dove ora c’è l’erba alta e i pini sono diventati dei giganti. “Qui ho ancora tanti amici che ho conosciuto in quegli anni e spesso torno – dice lui - neanche a farlo apposta sono passato proprio davanti alla Fulgorcavi e i ricordi sono sempre bellissimi, mi ha fatto effetto”. Iniziamo. “Quando mi chiamarono, l’idea era quella di fare un centro sportivo importante, fui contattato proprio io che avevo studiato al Liceo e venni a Latina per lavorare in azienda, mi ritrovai in una fabbrica di cavi e l’obiettivo era quello di creare qualcosa di importante dal punto di vista sportivo e i risultati si sono visti. Sono stato benissimo alla Fulgorcavi dove ho trascorso sette anni indimenticabili”. La Fulgorcavi vinceva con quella divisa di lana attillata verde e gialla manco fosse il Brasile di Zagalo e Pelè. “Avevamo gli stessi colori è vero – ricorda Fascetti - e diventammo una realtà unica”. Ci fu una domenica, il 24 ottobre del 1976 che la storia ha sequestrato perchè è stata troppo bella: una

In alto una delle prime formazioni della Fulgorcavi, in basso la mensa degli operai

Eugenio Fascetti all’inizio della sua carriera di allenatore con la squadra aziendale

squadra di una fabbrica contro i cugini più blasonati del Latina, quelli della serie C quelli che avevano venduto Altobelli al Brescia. “E’ vero, era il giorno dopo il mio compleanno, ricordo uno stadio pieno con settemila persone e una partita giocata con grinta ma senza cattiveria, fu un derby simpatico e anche se perdemmo fu una festa di pubblico. Quei pochi tifosi della Fulgorcavi che lavoravano in fabbrica erano anche tifosi del Latina e fu tutto bellissimo. Ora poi a vedere il Latina di oggi che sta facendo un grande campionato in serie B mi fa ancora più piacere, la città si merita tutto questo ma se lo meritava già da prima”. Prima appunto la Fulgorcavi produceva cavi elettrici ma soprattutto talenti. Vale la pena riperterlo: Eugenio Fascetti negli anni Settanta e poi il Premio Strega Antonio Pennacchi. “Da che dipende?”, si chiede Fascetti. “L’aria

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La catena di montaggio e nel riquadro il corridoio per il timbro del cartellino

era buonaȥ 4XHOOD Vˋ GD VWUDFLWWDGLQD che resta unica nella storia della città rappresenta una tra le pagine più belle di sport del romanzo scritto dalla Fulgorcavi che un anno dopo chiuse, come dice Fascetti, il reparto sportivo H DOOD ˋ QH GHJOL DQQL 6HWWDQWD SLRP bò in una crisi violenta e dai risvolti inimmaginabili. Arrivarono i licenziamenti, la cassa integrazione, l’amministrazione controllata e poi la Gepi nel 1981 e il nome fu cambiato. Non più semplicemente Fulgorcavi ma Nuova Fulgorcavi, quasi a segnare un’epoca e D WUDFFLDUH XQ FRQˋ QH QHWWR FRQ XQ meraviglioso passato da cui ripartire anche se con il freno a mano tirato. Il progetto anche qui era di rilanciare LO VLWR FRQ L FDYL LQ ˋ EUD RWWLFD TXHO li per le telecomunicazioni speciali e le cose sembravano andare bene, ma SRL QHO OD JHVWLRQH ˋ Q® H DUULY´ la Manuli, quindi la Nexans, cambiarono i nomi. Il resto è storia degli ultimi anni e anche di questi giorni: le manifesta-

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zioni in piazza per salvare la Nexans, gli incontri in Regione e la crisi di una azienda che ha regalato speranza dentro e fuori la fabbrica ma anche dentro e fuori un campo di calcio.

LATINA- FULGORCAVI 2-1 Era la sesta giornata del campionato di Quarta Serie, l’anticamera della Serie C e il Latina in quella stagione insieme alla Fulgorcavi si trovò a giocare un derby che entrò anche nella storia sociale, segnato da una lunghissima attesa che aveva coinvolto anche quei cittadini e quelle persone che non si erano mai avvicinate al calcio. Si giocò davanti ad oltre settemila spettatori, anche se la Curva Nord ancora non c’era, le gradinate e la tribuna coperta erano strapiene di gente. Ecco il tabellino di quella partita che Fascetti ricorda: LATINA: Del Prete, Carannante, Ronzulli, Pezzuoli, Bernabucci, Rispoli, Venturini, Petrella, Morano, Fadigati, Caiazza. All. Leonardi. FULGORCAVI: Benini, Coppola, Cianfarani, Giorra, Checchellani, Cappelli, Giovannetti, Mercuri, Maggi, Gava, Lucaferri. All.Fascetti. ARBITRO: D’Astorre di Lecce MARCATORI: Morano e Caiazza

Tutte le immagini utilizzate sono tratte dall’agenda personale di Aldo Ardetti


Ȥ,R DQFRUD ˋ QR DO ȟ PD DQFKH GRSR ˋ QR DOOȢ DOOȢ ȟ SHQVDYR GL stare a lavorare per la rivoluzione, che la fabbrica fosse la nostra, non del padrone, e che prima o poi ci saremmo riusciti a costruire un mondo nuovo di giustizia e fraternità fra tutti, senza più lo sfruttamento capitalistico. Ero ancora un “antagonista”, come si suole dire, e il nostro era, appunto, un sindacalismo antagonista”. Chi parla, anzi chi scrive, è Antonio Pennacchi. Lo scrittore-operaio, l’uomo del pensiero diretto e dirompente, commenta il suo primo volume che si ispira alla sua lunga e intensa esperienza nella Fulgorcavi. 6XO VXR VLWR LQWHUQHW XIˋ FLDOH www. antoniopennacchi.it si legge ancora: “Diventiamo “socialdemocratici”, e io pure togliattiano e riformista, nel 1981, quando la fabbrica entra in criVL H ULVFKLD GL FKLXGHUH (Ȣ O® TXDQGR la fabbrica l’abbiamo dovuta gestire noi, perché restasse aperta e restasse sul mercato, che ci mettiamo a fare i conti con le compatibilità aziendali e l’economia di mercato stessa. Che altro potevamo fare? La facevamo chiudere? Poi è andata come è andata. Sta tutto scritto nel romanzo. La fabbrica è rimasta aperta altri trent’anni. L’hanno FKLXVD DGHVVR QHO ( VH LO IDWWR d’averla tenuta tutti assieme aperta allora è uno dei più bei ricordi e soddisfazioni della mia vita, il fatto che l’abbiano chiusa adesso è uno dei dolori più grandi. Io, come ogni operaio, volevo bene alla mia fabbrica, ai suoi reparti, alle macchine. E ogni tanto, di notte, mi sogno che mi richiamano a lavorare. A volte mi dà ansia, perché debbo superare un’altra volta il periodo di prova. Ma il più delle volte è gioia pura, perché sto coi miei compagni, anche quelli che non ci sono più, e lavoro alle mie macchine, la 0DLOOHIHU L VLOXUL OR 6KDZ OD FR nica. Certe volte pure la Smalteria”. Lo scrittore pontino, che con Canale Mussolini ha vinto la 64esima edizione del Premio Strega, racconta anche

Antonio Pennacchi, autore del romanzo Mammut

del travaglio e del parto di questa RSHUD ULˋ XWDWD SHU YROWH SULPD GL essere pubblicata e premiata. “Ho cominciato a scrivere Mammut la sera del 3 novembre 1986 all’età di 36 anni compiuti e cinque mesi dopo che era morto mio padre. L’ho scritto D SHQQD FRQ XQD SHQQD VWLORJUDˋ FD D cartucce blu comprata alla Standa, su tre quadernoni grossi. Man mano che andavo avanti, ogni tanto lo battevo D PDFFKLQD +R ˋ QLWR LO JLXJQR GHO

1987. L’ho riguardato, ricorretto, fatte le fotocopie, rilegato da solo ogni volume con il vinavil, riempito il bagagliaio della macchina, caricati moglie H ˋ JOL H VLDPR SDUWLWL WXWWL SHU 0LODQR ai primi di luglio con la Fiat 127 gialla a fare il giro degli editori. Pensavo che ne so? - che se ci andavo di persona era meglio”. 2WWR DQQL HGLWRUL H ULˋ XWL )LQR a quando il romanzo non capitò nelle mani giuste...

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minazioni ed alle prestazioni previdenziali e assistenziali. E’ stato studio ˋGXFLDULR GHO 3DWURQDWR (3$6 ȟ (QWH GL Patronato e di Assistenza Sociale, con particolare riferimento alla assistenza e tutela legale utile al riconoscimento dei trattamenti pensionistici di invalidità delle persone ipovedenti. Inoltre: - diritto civile e societario, svolge attività di consulenza ed assistenza giuridica in favore di società e di associazioni non riconosciute, onlus; è impegnato in attività stragiudiziale inerente le problematiche aziendali connesse al governo dell’impresa (governance, codici etici), - diritto assicurativo, svolge attività di assistenza e consulenza con riferimento ai contratti di assicurazioni, ai rapporti agenziali. - arbitrati, rituali ed irrituali, per il ULOLHYR GHOOD ˋJXUD GHOOȢ$UELWUR GȢ(TXLtà e di Diritto. Alla luce della recente disciplina della mediazione, lo Studio annovera, all’interno della propria VWUXWWXUD DQFKH OD ˋJXUD GHO mediatore professionista, iscritto all’albo dei mediatori - diritto amministrativo e disciplinare del lavoro dei pubblici dipendenti per enti del parastato aventi come attività statutaria il controllo delle libere professioni; per enti locali, organizzazioni non governative, società che hanno rapporti con enti locali in relazione ad appalti di servizi, occupandosi altresì dell’ordinamento economico degli enti locali.

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LA

LEGGENDA DEI

DIAVOLI

NERI %#& % # $ $ # ## $ $ $$ # $ !" & # "%! di ALESSIA FRATINI

S

chwarzen Teufeln. È dal diario di un soldato tedesco che proviene il soprannome con cui diventò famosa la 1st Force: tra le sue pagine si legge “I Diavoli Neri sono tutt’intorno a noi ogni volta che ci avviciniamo alla linea”. È proprio perché seminarono il panico con le facce tinte di nero durante le operazioni notturne che i tedeschi li chiamavano così. L’unità d’élite statunitense-canadese 1st Special Service Force, che era chiamata anche Brigata del Diavolo (Devil’s Brigade), combatté senza sosta per 99 giorni. Si pitturavano il viso con del lucido da scarpe e in piccole unità spesso

riuscivano a sopraffare i tedeschi senza sparare neanche un colpo e poi sparivano nella notte. Si racconta che fu proprio qui a Gusville (come gli Alleati avevano rinominato Borgo Sabotino) che i membri della Brigata iniziarono a lasciare sui cadaveri dei soldati tedeschi da loro uccisi il celebre messaggio: una minacciosa nota, con lo stemma del reparto e la scritta “Das dicke Ende kommt noch”, ossia “Il peggio deve ancora venire”, che ebbe un effetto psicologico devastante sulle truppe naziste. “I tedeschi avevano paura di noi. Era stato detto loro che non facevamo prigionieri, che eravamo in maggioranza ex-detenuti e che non avremmo avuto pietà”, rac-

contò uno dei Diavoli Neri. Dopo i combattimenti del 1943, l’unità fu riorganizzata e inviata sul fronte di Anzio, dove iniziò a schierarsi il 2 febbraio 1944. In quei giorni la gloria già aveva abbracciato l’unità, viste le azioni concluse sui monti a ridosso della Linea Gustav, e le forze alleate avevano la necessità di indebolire la PDFFKLQD EHOOLFD QD]LVWD ˋQR DG DOlora inarrestabile. Per farlo era necessario poter disporre di unità con un addestramento fuori dal comune, in grado di portare a termine azioni di sabotaggio e raccogliere informazioni importanti sul dislocamento del nemico. Serviva la Brigata del Diavolo! La loro straordinaria abilità


per le incursioni notturne oltre le linee nemiche, senza essere visti, fu alla base di importanti rapporti di intelligence grazie ai quali gli Alleati riuscirono a mantenere quella che era, a tutti gli effetti, una posizione indifendibile. Ovviamente, non fu la Brigata da sola il fattore determinante della vittoria degli Alleati ad Anzio, ma tennero una così continua pressione sui nemici che l’esercito tedesco fu costretto a schierare un gran numero di soldati in questo settore. La 1st Force fu incaricata di difendere ben un quarto del perimetro (13 dei 52 chilometri di fronte) della testa di ponte di Anzio: con soli 1300 uomini, mentre sul resto della linea di fronte erano dispiegati 40mila soldati. Nonostante fosse una super forza d’elite, addestrata per la guerra sulle montagne la Brigata si trovò impiegata su un terreno pianeggiante: “Tavolo da biliardo”, così chiamavano il proprio accampamento. Scavare trincee era inutile, visto che il nemico li osservava continuamente dalle postazioni sui monti, e praticamente impossibile, per via dell’acqua. Gli obiettivi principali del pattugliamento della 1st Force erano il Canale Mussolini e la piccola città di Littoria. I canale era di per sé un ostacolo per entrambi gli schieramenti, ma i Nazisti potevano raggiungere il porto di Anzio bombardando dalle sponda est del canale. Così la brigata iniziò un intenso programma di pattugliamento, talmente aggressivo che i Nazisti dovettero


arretrare e stabilire la principale posizione di battaglia qualche chilometro indietro. Si creò in tal modo tra i due schieramenti antagonisti una “terra di nessuno”, delimitata da due formidabili ostacoli naturali: il Canale Mussolini e le Paludi pontine, in quel momento allagate. Le sparute fattorie passavano facilmente di mano, i tedeschi le occupavano di giorno e gli americani durante le ore notturne. Questa altalena terminò solo quando il Tenente Frederick, poi promosso generale decise che non avevano più nessun valore come punto di osservazione e diede alla Brigata l’ordine di farle saltare in aria… proprio il genere di cose per le quali erano stati addestrati i Diavoli Neri! Per la prima volta operarono come guerriglieri in pattugliamenti notturni: facendo saltare le installazioni del nemico e scomparendo DOOH SULPH OXFL GHOOȢDOED $OOD ˋ QH OD Brigata del Diavolo ebbe la meglio sui tedeschi e partì da Gusville (che tornò a essere per tutti Borgo Sabotino) diretta a Roma. Leggenda vuole che fu proprio uno dei Diavoli Neri, tale Thomas Garcia, che, vedendo il Colosseo per la prima volta, esclamò: “Mio Dio! Hanno bombardato anche questo!”.

Quando Sabotino era Gusville Gusville, questo era il nome usato dagli Alleati per indicare Borgo Sabotino (all’epoca Passo Genovese) sul ˋ QLUH GHOOD 6HFRQGD *XHUUD 0RQGLD le. Solo due strade la attraversavano: Tank Street, “Strada del Carro Armato” chiamata così perché un carro armato tedesco ci passava a intervalli regolari, e Prostitute Avenue, “Viale delle Prostitute” con a poca distanza GD XQ GLVWULEXWRUH GL SURˋ ODWWLFL 8QD città con solo due strade ma con il proprio quotidiano, il “Gusville Herald Tribune” così che le truppe in città potessero seguire la guerra fuori dalla zona dello sbarco. Quando la Brigata del Diavolo arrivò qui, all’inizio di febbraio 1944, trovò il borgo vuoto e decise di farne il proprio quartier generale. L’origine del nome sembra essere dovuta alla

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La chiesa di Borgo Sabotino

GLIˋ FROW¢ FKH LQFRQWUDYDQR JOL DPH ricani a pronunciare “Borgo Sabotino” che venne quindi ribattezzata “Gusville”, in onore del loro tenente Graham, detto Gus, Heilman, il comandante dell’unità, un tipo pittoresco che mise su anche un bar nella piccola frazione. Bar che veniva rifornito anche dai civili: gli uomini di Gusville si univano ai Diavoli Neri nelle incursioni notturne e tornavano per ultimi. Si attardavano, infatti, dopo gli assassini per eseguire un

,O SL» QRWR ULFKLDPR FLQHPDWRJUDˋ FR DL Diavoli Neri è il Tenente Aldo Raine: il personaggio di Brad Pitt è membro della 1st Special Service Force, lo si capisce dalla divisa con lo stemma dell’unità. Anche il regista Quentin Tarantino avrebbe dichiarato di essersi ispirato alla famosa squadra speciale. Nemmeno la Brigata del Diavolo faceva prigionieri ma invece di prendere lo scalpo, come VL YHGH QHO ˋ OP L 'LDYROL 1HUL LQ UHDOW¢ incollavano sulla fronte dei nemici uccisi il famoso adesivo con l’avvertimento: Il peggio deve ancora venire. “I tedeschi parleranno di noi, i tedeschi avranno paura di noi, i tedeschi avranno la nausea di noi.” (Tenente Aldo Raine)

La mappa della Pianura Pontina ai tempo dello Sbarco di Anzio


compito a favore della comunità: rubare, vuotare i magazzini del nemico per riempire bar e dispense GL *XVYLOOH 8Q ODYRUR GLIˋ FLOH FKH portò alla morte o alla cattura di 89 di loro durante queste missioni. Motivo che contribuì ad alzare il tasso di mortalità di Gusville, già eccezionalmente alto (come le zone circostanti del resto). Durante i 99 giorni in cui la 1st Force stazionò a Borgo Sabotino, Gusville attirò l’attenzione della stampa americana. Da Stars and Stripes, il quotidiano dell’esercito americano: “...una città che vive ogni giorno sotto rumore della battaglia. All’apparenza questa fantastica comunità sembra solamente un insieme di capanne, di tende e poche costruzioni, la stalla per le mucche, il ricovero per le galline, per i cavalli e pochi maiali. Ma Gusville è anche la casa della morte improvvisa. Gusville è la base degli spericolati commando.” Gli uomini che proprio qui si guadagnarono l’appellativo “Diavoli Neri”.

Le bugie del tenente Gus Il cittadino più noto di Gusville era ovviamente Graham Heilman detto “Gus”, il tenente dell’unità dei Diavoli Neri. Il nome della città era stato scelto in suo omaggio e sembra che fosse anche stato scelto come “Sindacoȥ ,O SULPR DWWR XIˋ FLDOH" L‘apertura di un saloon, che gestiva lui stesso e che riforniva con vini e liquori rubati alle truppe tedesche. In effetti Gus preferiva gestire un bar, piuttosto che fare il militare, e le aveva tentate tutte pur di essere escluso dal servizio. Nel 1941 Gus era un giocatore di football DOOȢ8QLYHUVLW¢ GHOOD 9LUJLQLD H per sostenere le spese universitarie aveva aperto il Cavalier Bar & Grill, divenendo molto popolare nella città di Charlottesville. Quando fu richiamato usò tutti i contatti politici che aveva ma, contrariamente alle rassicurazioni degli amici ai piani alti, fu LQYLDWR LQ XQD EDVH DHUHD GHOOR 8WDK Escogitò allora un piano: entrare alla 6FXROD XIˋ FLDOL, che si trovava non troppo lontana dal suo bar, pensan-

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Il tenente Gus al bar di Gusville

do a viaggi settimanali per supervisionarlo. Presto realizzò però che non avrebbe avuto l’intero weekend libero e anche che non sarebbe mai stato raccomandato ad alcuna comPLVVLRQH SHU GLYHQWDUH XIˋ FLDOH 'H cise allora di presentare domanda di reclutamento alla 1st Special Service Force. Mentì più volte all’esaminatore giurando di saper sciare come un atleta olimpionico, anche se in realtà non aveva mai messo gli sci ai piedi, e sostenendo di essere un duro, abituato buttare fuori dal locale dozzine di ubriaconi ogni notte, invece che il semplice gestore di un bar. Così iniziò l’avventura e il duro addestramento di Gus nella 1st Special Service Force, che fu meglio conosciuta come la Brigata del Diavolo. Si racconta che Gus entrò a Roma indossando solo delle calzamaglie, poiché perse i pantaloni ad Artena, sulla strada verso la Capitale. Chissà se l’episodio è collegato alle 15 casse di cognac, razziate insieme a 3 prosciutti durante l’assalto a una postazione tedesca, con cui avevano festeggiato prima dell’arrivo a Roma…

,O VRJJHWWR GD FXL ª WUDWWR LO ˋ OP La brigata del diavolo 86$ è il libro scritto dal romanziere americano Robert H. Adleman e dal colonnello in pensione George Walton, che prestò servizio proprio nella cosiddetta Brigata del diavolo. La vicenda e gran parte dei personaggi sono quindi tratti da una storia vera: l’unità speciale di combattimento 1st Special Service Force (detta “Brigata del Diavolo” o “Diavoli Neri”) era formata da militari americani e canadesi, fu addestrata nello stato del Montana e fu impiegata contro le forze tedesche durante la Campagna d’Italia. Anche il protagonista, il tenente Frederick, è realmente esistito. A Frederick, comandante dell’unità, fu assegnato l’arduo compito di trasformare un gruppo formato da americani e canadesi, indisciplinati e rissosi, in un’unità speciale combattente, altamente addestrata. È ricordato come creatore del primo corpo d’élite americano.

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FORZA DEI

LA

TAGLIALEGNA Tecniche d’agguato, difesa personale, combattimento corpo a corpo, uso di esplosivi, lanci col paracadute, lezioni di sci fuori pista. I membri della 1st Force, chiamati anche “Diavoli Neri”, ricevettero un intenso e rigoroso addestramento, furono preparati per la guerra DQˋELD H VL HVHUFLWDURQR SHU FRPEDWWHUH in ambiente montano e climi freddi. Inizialmente designato “Project Plough”, si trattava di un piano segreto per creare commando altamente addestrati ad azioni di sabotaggio di impianti militari (da inviare nella Norvegia occupata dai nazisti). Il nome “1st Special Service Force” (letteralmente Prima Forza Speciale Servizi) fu scelto dal suo comandante, il colonnello Robert T. Frederick, nella speranza che eventuali soldati morti o caduti in mano nemica fossero scambiati per militari dei Servizi invece che per combattenti d’elite. Nel luglio 1942 il colonnello Frederick, su espresso ordine di Eisenhower, aveva reclutato a Helena, nell’aspro territorio

# % '! ! %# ( ! # %) I terribili Diavoli Neri sono stati più volte d’ispirazione al cinema ˋOP UDFFRQWDQR YLFHQGH UHalmente accadute (Lo Sbarco di Anzio e La Brigata del Diavolo) e altri che prendono solo spunto dai famosi combattenti (Bastardi senza gloria). Non mancano poi documentari, che approfondiscono il tema con interviste ai veterani. Persino nella nota serie animata, nonno Simpson fa parWH GHOOȢXQLW¢ )O\LQJ +HOOˋVK durante la II Guerra Mondiale, anche questo un omaggio ai coraggiosi Diavoli Neri?

I soldati schierati ricevono ordini prima di una missione

GHO 0RQWDQD XIˋFLDOL H VRWWXIˋFLDOL H XRPLQL GL WUXSSD , PHPEUL YRlontari scelti tra americani e canadesi, erano di preferenza uomini che avevano lavorato come taglialegna, ranger delle foreste, esploratori… insomma, erano valutati più per le proprie doti di combattimento che per l’educazione scolaVWLFD R LO UXROR GL VHUYL]LR ˋQR DG DOORUD svolto. I requisiti per l’ammissione eraQR PROWR GXUL DG HVHPSLR JOL XIˋFLDOL dovevano avere meno di 35 anni, ottima IRUPD ˋVLFD H DQFKH HVSHULHQ]D GL ODQFL con il paracadute e di azioni in zone a clima artico. Ad alcuni di essi fu chiaramente detto che per essere ammessi doYHYDQR SRVVHGHUH DIˋQLW¢ D XQD ȤFRUWD ma eccitante vita”. Nel giro di un anno, il colonnello Frederick organizzò una forza di circa 1900 uomini altamente specializzati, che vide la prima operazione nel luglio 1943 alle isole Aleutine QHO 1RUG 3DFLˋFR GRYH DVVDOWDURQR XQD EDVH JL¢ DEEDQGRQDWD GDOOH IRU]H giapponesi. Con la rinuncia alla missione in Nor-

vegia, dietro insistenza del governo norvegese in esilio (che si oppose alla distruzione delle infrastrutture) il Progetto “Plough” fu cancellato. Così a poco servirono le lezioni di paracadutismo (neanche un lancio) e i corsi di sci, WHQXWL GDJOL XIˋFLDOL GHOOȢHVHUFLWR QRUYHgese in fuga dall’invasione tedesca (ogni soldato era in grado di percorrere più di 30 chilometri con l’equipaggiamento pesante al completo, compreso armi e munizioni). /ȢXQLW¢ ˋQ® FRV® SHU HVVHUH LPSLHJDWD nel mediterraneo: a novembre sbarcò a Napoli, e rimase a Santa Maria Capua 9HWHUH ˋQR DOOȢLQL]LR GL dicembre 1943, quando la 1st Force entrò in combattimento per la prima volta (a ridosso della /LQHD *XVWDY /ȢXQLW¢ DVVDOW´ IURQWDOmente le linee tedesche, con un silenzioso avvicinamento a zig-zag attraverso i ripidi pendii di Monte La Defensa. XRPLQL DUUDPSLFDWLVL QRWWHWHPSR lungo le ripide coste di Monte La Defensa (Monte Camino), attaccarono un fortilizio tedesco, sorprendendo la guar-


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I Diavoli Neri parlano prima di partire per una missione

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Das dicke Ende kommt noch ovvero “Il peggio deve ancora venire”, questo il minaccioso messaggio che gli incursori del VW 6SHFLDO 6HU vice Force, i Diavoli Neri, incollavano sulla fronte o sull’elmetto dei nemici uccisi. È proprio a Borgo sabotino che iniziarono ad usare i GHDWK VWLFNHUV (in italiano “etichette di morte”). Gli adesivi furono un invenzione del tenente Frederick, che riprodusse su dei fogli lo stemma della Brigata (la punta di freccia rossa con le parole “USA” e “CANADA” impresse sopra) e la scritta col spaventoso avvertimento.

nigione che lo difendeva e avendo ragione di essa dopo due ore di aspri combattimenti, molti dei quali corpo a corpo. In circa un mese, azioni simili furono portate avanti su Monte Remetanea, Monte Sammucro, Monte La Radicosa e Monte Majo. Tutte coronate dal successo ma ottenute ad un prezzo altissimo: il 17 gennaio 1944 la First aveva solo un quarto dei propri uomini ancora abili

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al combattimento: il resto erano morti, IHULWL R GLVSHUVL 3HUWDQWR OȢXQLW¢ IX SRVWD in seconda linea per qualche settimana. Fu poi riorganizzata e inviata alla testa di ponte di Anzio, dove iniziò a schierarsi il 2 febbraio 1944 per rimpiazzare il 1° e il 3° reggimento di Ranger deciPDWL QHOOD EDWWDJOLD GL &LVWHUQD /ȢXQLW¢ si stabilì nei pressi di Borgo Sabotino, ai tempi Passo Genovese, chiamando l’abitato occupato Gusville: proprio qui i soldati si guadagnarono l’appellativo di “Diavoli Neri”. Dopo 99 giorni (durante i quali terrorizzarono le truppe tedesche), a maggio le truppe alleate ruppero l’accerchiamento sulla testa di ponte di Anzio e la 1st Force prese parWH DOOȢRIIHQVLYD ˋ QDOH YHUVR Roma, dove entrò il 4 giugno 1944. Secondo alcune testimonianze furono gli uomini della Brigata del Diavolo a entrare per primi D 5RPD HIIHWWLYDPHQWH JL¢ GDO JLRUQR precedente una pattuglia d’avanguardia XRPLQL FRQ MHHS HUD HQWUDWD D Roma, i Diavoli Neri passarono quindi la notte del 3 gennaio a Cinecittà, ma il mattino seguente furono ricacciati fuori GDL FRQˋ QL XUEDQL /ȢXQLW¢ IX WUDVIHULWD QHO VXG GHOOD Francia in agosto e contribuì a liberare Nizza H &DQQHV $OOD ˋ QH SL» GL 400 uomini erano morti in combattimento (a ricordarlo anche le lapidi al cimitero del Commonwealth di Cassino e al cimitero americano di Anzio-Nettuno), altret-

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,O ˋ OP Lo sbarco di Anzio, una produzione italo-americana del ª WUDWWR GDO OLEUR GL :\QIRUG Vaughan-Thomas che fu il corrispondente della BBC dal campo di battaglia. È Robert Mitchum a YHVWLUH L SDQQL GHO UHSRUWHU QHO ˋ OP FKH ª DQFKH OD SULPD HVSHULHQ]D FLQHPDWRJUDˋ FD SHU Giancarlo Giannini. 0D ª LO SHUVRQDJJLR GHOOȢDWWRUH Peter Falk (noto a tutti come l’iVSHWWRUH &RORPER QHO ˋ OP -DFN Rabinoff, che ci interessa. È infatti basato su un vero soldato della 1st Special Service Force, la cosiddetta Brigata del Diavolo: il Sergente Jake Walkmeister, un medico miOLWDUH GDL OXQJKL EDIˋ D PDQXEULR ,O VHUJHQWH :DONPHLVWHU FKH VL GL ceva fosse stato un pezzo grosso del crimine organizzato a Chicago, organizzò veramente un bordello illegale di prostitute italiane in un’ambulanza rubata. Dopo la vittoria di Monte Majo, i soldati si RUJDQL]]DURQR SHU DSSURˋ WWDUH GHL 10 giorni concessi per riposare e riorganizzare l’equipaggiamento; si racconta che il Sergente in questi giorni cercò un modo per trasportare il suo “bordello portatile” (:DONPHLVWHU 3RUWDEOH :KRUHKRX se) con sé sui campi di battaglia. Un’autoambulanza, con su scritto “MED. DET., 1st Regt., 1SSFF”, che non era nella lista d’imbarco fu caULFDWD VXOOD QDYH GD :DONPHLVWHU (al posto di una 4x4) senza intoppi. E anche le prostitute salirono a bordo, nascoste nell’ambulanza di :DONPHLVWHU, pensando di essere GLUHWWH D 1DSROLȪ FKLVV¢ FRVD KDQ no provato trovandosi invece sul fronte della guerra?

tanti giacevano negli ospedali feriti. La 1st Special Service Force, sciolta il 5 dicembre 1944 con una cerimonia, rappresenta il primo esperimento e modello alla base delle attuali forze speciali. Non a caso, durante l’operazione (QGX ring Freedom lo stemma della 1st Special Service Force ª ULFRPSDUVD VXOOH VSDOOH delle forze speciali americane e canadesi (DevGru, Cansofcom).


'$ & # I temuti Diavoli Neri, oltre allo stiletto M-42, avevano in dotazione diverse armi fuori standard, tra le quali il fucile semiautomatico M1941: un’ottima arma in guerra, compatta e facilmente trasportabile (la canna si smonta con una semplice cartuccia e in alcune verVLRQL DQFKH LO FDOFLR ª VPRQWDELOH pensata per essere prodotta con macchine utensili normalmente GLVSRQLELOL LQ XQD FRPXQH RIˋ FLQD e che poteva essere caricato anche senza piastrine.

Fu però la Luger P08, pistola in dotazione all’Esercito tedesco, l’arma più famosa delle Guerre Mondiali. Chiamata in origine Parabellum (che deriva dalla locuzione latina 6L YLV SDFHP SDUD EHOOXP ovvero “Se vuoi la pace, prepara la guerra”), era una pistola semi-automatica, maneggevole che fu molto apprezzata sia durante la Prima Guerra Mondiale (i soldati Alleati, armati di revolvers, preferivano le pistole automatiche) che nel corso della Seconda (prezioso ricordo o bottino di guerra, poteva diventare un buon affare se rivenduta).

Il fucile semiautomatico M1941

&$' #! (! !$$ Anche il giornalista Renzo Rossi, con la pubblicazione di Gusville, VȢª RFFXSDWR GHL WHPXWL 'LDYROL Neri. Nel suo libro, ambientato proprio a Borgo Sabotino, alcuni strani omicidi si ricollegano alla famosa Brigata del Diavolo e offrono lo spunto per raccontare un’avvincente storia. È l’usuraio del posto, Zizzania, il primo a essere ucciso, seguito dai suoi scagnozzi. I particolari di questi assassinii conducono lontano nel tempo però… nel 1944 a Gusville (così gli Alleati chiamavano il Borgo). La scritta trovata sul cadaveUH GL =L]]DQLD ª LO SULPR LQGL]LR che collega l’assassino ai Diavoli Neri: stesso il messaggio incollato sulla fronte dei nemici uccisi, VWHVVD OD ˋ QH FKH PHULWDQR JOL usurai oggi e i nazisti di allora. 8Q ˋ OR URVVR XQLVFH TXHVWL RPLFL di lasciando intuire un’analogia tra Nazismo e usura.

Lo Stiletto V-42, la micidiale lama dei Diavoli Neri

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Lo Stiletto V42, prodotto in 3000 esemplari dalla ditta CASE negli anni quaranta (il “V” sta per “Vittoria” e il “42” per l’anno di progettazione), fu originariamente disegnato dal comandante della 1st Special Service Force, il Colonnello Robert T. Frederick, che desiderava un coltello da combattimento che potesse silenziosamente eliminare i soldati nemici ed essere utile in un combattimento corpo a corpo.

I Diavoli Neri dovevano neutralizzare velocemente e silenziosamente una sentinella: colpire posteriormente alla base del cranio con una lama a stiletto era il modo migliore. Il V42 era micidiale in tutte e due le HVWUHPLW¢ PDQLFR FRQ XQR spuntone acuminato SHU ˋ QLUH OD YLWWL PD H ODPD SDUWLFRODUPHQWH DIˋ ODWD e appuntita, e fornita anche di un ricasso, un posto con più aderenza sulla lama, utile per poggiare il pollice e per poter applicare maggiore forza o cambiare l’impugnatura dello stiletto.

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calciattori

di MARCO PETRONE

L

a partita sta per iniziare. L’arbitro fa l’appello di riconoscimento dei calciatori. Ne scorge uno senza parastinchi e lo invita a procurarseli. E’ un affronto, un sacrilegio: “Mi scusi signor arbitro ma dove sta scritto che devo indossarli? E’ la prima volta che sento questa cosa?”. C’è aria di ammutinamento. Il ribelle ha studiato da cima a fondo il suo abbigliamento di gioco, si è fasciato di tutto, comprese le orecchie, ma i parastinchi no, non sono previsti. Sono antiestetici, intaccano l’olio canforato, non sono compatibili con le cavigliere e con le fascette colorate reggi-calzettoni. Signor arbitro, mi cacci pure ma in campo ci vado come dico io. Il look prima di tutto,

non scherziamo. A che servono sennò gli specchi negli spogliatoi. Dice Mannich De Santis, centrocampista dell’Agora FC, uno che segue l’altra fenomenologia, quella delle esultanze (quando segna simula un attacco epilettico come Cacciatore del Verona): “Tanti miei compagni sono ossessionati dall’apparire, contagiati dalla moda delle star del calcio mondiale. Fino a qualche anno fa non sapevamo cosa farcene di uno specchio nello spogliatoio. Oggi è un oggetto di culto, SULPD GHOOD SDUWLWD FȢª OD ˋ OD 7XWWL D

guardarsi, ammirarsi e soprattutto pettinarsi”. Il campo di calcio diventa un set ciQHPDWRJUDˋ FR ORUR L ȤFDOFLDWWRULȥ SL» che interpretare il ruolo, recitano una parte. Con tanti sketch già visti, frasi fatte, compendi di straordinaria banalità tipo: ȤDUELWUR ˋ VFKL XQ SRȢ DQFKH per noi”. Oppure il misericordioso: “arbitro, così ci facciamo male” Tutto il mondo è paese ma Latina nel campo della contaminazione tra calcio e lustrini è una metropoli. E’ un immenso girone pedatorio che vive in maniera spasmodica tutto ciò che UXRWD LQWRUQR DG XQ SDOORQH ˋ QHQGR SHU HVDOWDUQH SL» L FRQWRUQL GLDOHWWLFL e propiziatori che i contenuti agonistici e sportivi. Il calcio parlato, nei EDU QHOOH VFXROH QHJOL XIˋ FL R SHU


strada, e quello giocato, nei tornei XIˋ FLDOL GHOOD ),*& R TXHOOL DPDWRULDOL nei campi di calcetto, si inchinano al calcio immaginato, frutto di fantasie individuali che formano il collettivo dei campioni onirici, quelli che il calcio è un sogno o i sogni aiutano a vivere il calcio? Che sia una partitella tra amici (spesso con portieri assenti), il torneo parrocchiale, una comSHWL]LRQH SL» RVWLFD RSSXUH XQ YHUR e proprio campionato federale quello che conta è far parte del club, non emarginarsi dai suoi ritmi, dai suoi riti, dalle sue accessorie vanità. E’ il FOXE GHL SDOORQL JRQˋ DWL ,O SXQWR SL» DOWR SHU FRQYHUVR VL WRF FD QHL SL» PHGLRFUL WRUQHL GL FDOFHWWR TXHOOL FKH DFFROJRQR OD VFKLHUD SL» DPSLD TXDVL LQˋ QLWD GL PDQFDWL DVVL della sfera di cuoio. Basta farsi un giro al Centro Agora (per tutti da Finestra), al Tecariba e al Boschetto, dove LPSD]]DQR SHU WXWWR OȢDQQR OH SL» svariate competizioni amatoriali, per rendersi conto della maniacale convinzione e della manifesta esaltazione che regna tra i partecipanti. Tutti attaccati alla maglia, la propria, ben stirata e indossata spesso col colletWR DOOȢLQV» SHUFK« VL XVD FRVL 7XWWL LQ trepidazione per l’imminente partita, preferita anche alla programmazione sky, alla Champion’s o alle coppe vaULH SHUFK« LO FDPSR ª XQȢDOWUD FRVD



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Inge Kallen (Centro Sportivo Agora): GDOOD SULPD HGL]LRQH GHO LO .DOOHQ ª GLYHQWDWR FRO SDV VDUH GHO WHPSR LO SL» LPSRUWDQWH HYHQWR SHGDWRULR GHOOD SURYLQFLD GL /DWLQD 3UHPL GD FDSRJLUR EXRQD SODWHD DG DVVLVWHUH H VSRQVRU FKH VSHVVR VL DGGRVVDQR WXWWH OH VSH VH LQYRJOLDQR L SL» EUDYL FDOFLDWRUL SRQWLQL D SUHQGHUH SDUWH DOOD FRP SHWL]LRQH , SUDWLFDQWL GHO PHQR FHOHEUH )XWVDO &DOFLR D PHWWRQR LQ SUDWLFD OH FRQRVFHQ]H WDWWLFKH DFTXLVLWH QHJOL DQQL FRVWULQJHQGR VSHVVR L SL» FHOHEUL FROOHJKL GHO FDO FLR D D IDUVL GD SDUWH QHOOD VFD ODWD DO WLWROR )LQ GDOOH IDVL LQL]LDOL H VRSUDWWXWWR LQ TXHOOH ˋ QDOL VL SX´

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LO IDUVL FKLDPDUH ERPEHU LQ SLD]]HWWD SHU XQD FODPRURVD WULSOHWWD VLJODWD DO &HQWUR $JRUD LQ XQ IUHGGR VDEDWR SR PHULJJLR GDYDQWL DG XQ LQFUHGXOR PD VHPSUH LPSDVVLELOH 1HVWRU (VXOWDQ ]H VFRPSRVWH PLWUDJOLDWH H EDOOHWWL PDQL DO FLHOR H EDFL LQ WULEXQD FXRUL H ȤFLXFFLȥ 6DOHQGR GL OLYHOOR OD PXVLFD QRQ FDP ELD 7HFDULED R 3ULPD &DWHJRULD QRQ ID GLIIHUHQ]D GDL FDOFLRQL DPDWRULDOL DO TXDVL FDOFLR GLOHWWDQWLVWLFR OH GLI IHUHQ]H VRQR YLVLELOL VROR SHU FKL KD YRJOLD GL FUHGHUFL. 2UH GHOOD GR PHQLFD FKL QRQ ª D PHVVD R DO FHQ WUR FRPPHUFLDOH GRUPH DQFRUD 3RL FL VRQR ORUR LPSHUWHUULWL L JLRFDWRUL H L ORUR VXSSRUWHUV 2JQL UHWWDQJROR

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QDOH ULYLQFLWD YHUVR OȢDOOHQDWRUH 7UD FDOFL SROYHUH H TXDOFKH WLUR DO SDOORQH OH VFHQH VRQR OH PHGHVLPH DFFHQQL GL ULVVD LQVXOWL DOOȢDUELWUR VLPXOD]LRQL XUOD SURWHVWH 3RL DUULYD LO PRPHQWR LQ FXL LO WLSLFR ODJQRVR GL WXUQR VL EXW ta in terra assicurando di essersi rotto WXWWR VDOYR SRL ULSUHVHQWDUVL PLUDFR ORVDPHQWH LQ IRUPD VPDJOLDQWH LQ FDPSR GRSR SRFKL LVWDQWL &Ȣª SRL LO PDJR GHJOL DOLEL TXHOOR FDSDFH GL QRQ LQTXDGUDUH OR VSHFFKLR GHOOD SRUWD GD ]HUR PHWUL H FKH ULHVFH D SUHQGHUVHOD FRQ XQ VDVVROLQR D VXR GLUH FROSHYROH GL DYHU FDPELDWR LQHVRUDELOPHQWH OD WUDLHWWRULD GHO SDOORQH DO PRPHQWR GHO WLUR 0D OH PDFFKLHWWH VRQR LQˋ QLWH FRPH GLFH /HRQDUGR 'DUDEXW XQ DELWXª GHL WRUQHL DPDWRULDOL RUJRJOLRVR GL IDU SDUWH GHOOD IDXQD GHL PDQFDWL FDP pioni “Ho giocato anni a calcetto e mai a livelli alti, per cui posso dire di aver visto veramente di tutto: quello che non la stoppa mai, quello che ha tre minuti di autonomia respiratoria, il ˋ QWR IHQRPHQR FRQ OH VFDUSH GL 5RQDO dinho che non la passa nemmeno se lo minacci. Eppure ammetto che ad oggi SUHIHULVFR ORUR DL IDWLFRVL DOOHQDPHQ ti notturni con un mister che pensa di


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Già il dopo partita. La vita del “calciattore” a Latina non si conclude dopo i novanta minuti di gioco, prosegue nel terzo tempo, anch’esso immaginario, per le strade della città. La sera bisogna stare attenti a concedere il saluto, perchè tutti possono mettere piede nella via dei pub, ma solo chi ha solcato certi campi è meritevole del cenno amichevole. Per gli altri, che non fanno parte del club, sdegnata indifferenza. D’estate, l’apoteosi. I campionati sono fermi e gli irriducibili del pallone trovano ossigeno nella miriade di tornei amatoriali che s’improvvisano ovunque. Ci

si ritrova, ad esempio, al Boschetto, sotto la supervisione di un’icona immortale come Daniele Davi, pronti per dar sfoggio delle proprie qualità pedatorie. Nei gironi eliminatori, ai quali tutti partecipano, lo spettacolo è imbarazzante, idem i protagonisti: si passa da quello che si fa chiamare &DIX ˋ QR DOOȢRPLQR FKH DIIURQWD LO match con gli occhiali da vista, dando la sensazione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Risultati tennistici sono il preludio delle fasi ˋ QDOL JOL XQLFL PRPHQWL LQ FXL VL LQ travede qualche leggera somiglianza con un gesto tecnico di rilievo. Buoni viaggio, prosciutti e cene di ogni tipo diventano il bottino per cui battersi, PRJOL H ˋ GDQ]DWH D ERUGR FDPSR OR stimolo in più per tentare conclusioni con “le tre dita”. Ci si conosce tutti, ma l’atmosfera da famiglia del Mulino Bianco lascia presto il posto a insulti e spintoni quando il povero

Si ringraziano squadra e società del Cos Latina per il contributo IRWRJUDˋ FR H OD GLVSRQLELOLW¢ GDWD all’ironico servizio sui Calciattori. La storica società oratoriana è da sempre un esempio di sportività e rispetto per avversari e propri tesserati, contraria a qualsiasi esasperazione del mondo calcistico, pronta a sdrammatizzare anche in

maniera goliardica qualsiasi accadimento di gioco. Lo scorso anno la squadra di Terza Categoria terminò il campionato con 0 punti in classiˋ FD PD SRUWDQGR VHPSUH DOOH SDU tite un numero non inferiore ai 22 tesserati e coniando per se stessa il motto: MAI UNA GIOIA immortalato nelle magliette distribuite a tutta la squadra.

conoscere i segreti più remoti di questo sport. Certo, non ci ispiriamo a schemi IDQWDVFLHQWLˋ FL IDYRUHQGR SLXWWRVWR LO ȤSDOOD OXQJD H SHGDODUHȥ LO GLYHUWLPHQ WR PDJJLRUH VWD VHQ]D GXEELR QHOOH GXH FKLDFFKLHUH SULPD H OH GXH ELUUH GRSR OD SDUWLWDȥ

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arbitro di turno (nella vita probabilmente un onestissimo gommista) inverte erroneamente una rimessa laterale, facendo infuriare chiunque tra L SUHVHQWL $OOD SUHPLD]LRQH ˋ QDOH VL alternano commoventi scene di giubilo a festeggiamenti più composti propri di chi è convinto di aver vinto tutto in carriera e per questo di non poter dare troppo peso ad un torneo qualunque, salvo poi spolverare ogni domenica il comò ospitante coppe e medaglie, racimolate durante umide serate pontine. In un batter d’occhio arriva settembre, il “calciattore” abbronzatissimo si lascia alle spalle pomeriggi passati sul lettino del secondo chiosco e serate discotecare che ne hanno probabilmente aumentato l’appeal. Settembre è il mese del gossip e delle preparazioni atletiche, quando si scopre che “tizio l’hanno preso in Eccellenza” e “a caio danno 600 euro al mese!”. Si ricomincia carichi a pallettoni, le prime settimane sono una lamentela continua, nessuno ha voglia di faticare e pensa di dover sopportare lavori atletici degni della miglior 4x100 giamaicana. Di schemi tattici e palla neanche a parlarne. Del resto, a vedere le partite la domenica, ci si chiede a cosa serva il pallone in mezzo al campo e quanto poco cambierebbe lo scenario se i giocatori potessero impugnare asce e scudi. Si ricomincia, i gironi d’andata sono storicamente più interessanti GHL ˋ QDOL GL FDPSLRQDWR TXDQGR DF cordi silenziosi garantiscono salvezze tranquille o spareggi clamorosi. I valori in campo si avvicinano di più alla realtà, giovani promesse corroQR ˋ DQFR D ˋ DQFR D PRQXPHQWL GHO calcio pontino, i quali, alla soglia dei quaranta, puntano ovviamente su ˋ VLFR HG HVSHULHQ]D SHU SRWHU FRQ tinuare ad aggiornare il numero dei gol siglati in carriera, pubblicando anche su Facebook i più importanti, realizzati grazie all›ausilio di SL48 e Lazio TV e riportati in forma cartacea sui giornali del lunedì. Fino a qualche tempo fa c’era Anteprima Sport, il giornale che rendeva giustizia alla voglia di protagonismo dei calciattori pontini, sempre immortalati a prescindere dai risultati. Si mormora che presto tornerà in edicola. I bomber sono già davanti allo specchio.


bomber Amatori: Coadiuvati dal Gruppo Sportivo Italiano nell’organizzazione e per la fornitura di arbitri preparati e non Figc, il Campionato Amatori si sta ritagliando nel tempo un discreto spazio nel panorama pontino. Fabbriche, aziende o semplicemente gruppi di amici che condividono interessi o vicinanza nel lavoro ambiscono a questa competizione dal carattere amatoriale, ma che richiede comunque un impegno settimanale SUDWLFDPHQWH ˋ VVR ,O OLYHOOR YDULD RY viamente da squadra a squadra, ma è comune incontrare su questi campi ragazzi ancora giovani che per motivi di lavoro hanno dovuto abbandonare prematuramente campi di gioco XIˋ FLDOL QRQ SRWHQGRVL DOOHQDUH FRQ costanza. Mancati giocatori soltanto sulla carta, insomma, che alla palla sanno dare “del tu” spesso anche meglio dei colleghi che militano nei FDPSLRQDWL XIˋ FLDOL (VLVWH RYYLD mente il rovescio della medaglia, ovvero la stragrande maggioranza dei giocatori improvvisati, quelli che, per intendersi, al pallone non danno “nè del tu, nè del lei, nè del voi”. Terza Categoria: Della serie “date i calci e se capita colpite il pallone”. Vietato dribblare, pena un calcione pieno di amore e dolore. Nell’ultima categoria prevista in Italia c’è XQ WUDIˋ FR LOOHJDOH GL RUJDQL HG DUWL Sui campi, spesso di fango piuttosto che di pozzolana, si scontrano (non incontrano) quarantenni feroci che cercano sfogo dopo una settimana di lavoro e giovani che, scarsamente dotati a livello tecnico, riescono comunque a colpire un pallone prima di essere accompagnati in infermeria. Il livello medio resta davvero molto basso, eccezion fatta per qualche primadonna che saltuariamente decide di scendere drasticamente di categoria, convinta da quei pochi presidenti megalomani che ancora aprono il portafoglio per avere il crack in squa-

dra. Seconda Categoria: Il campionato del “vorrei ma non posso”. Giocatori e società che si adeguano alle speVH ULQXQFLDQGR D IDUH LO GHˋ QLWLYR salto di qualità. Livello ancora non eccelso, eccezion fatta per qualche ragazzino che, ogni tanto, messo ai margini della rosa del proprio settore giovanile, viene scaraventato in campo con compagni di gioco molto più grandi di lui ma ai quali non la fa mai vedere. Nelle liste di queste società si scovano talvolta nomi altisonanti del passato che anni addietro illuminarono le domeniche del calcio pontino e non solo. Prima Categoria: Qualcosa di buono comincia ad intravedersi. Niente a che fare con il livello di qualche anno fa quando si spendeva di più, ci si allenava di più e si competeva di più. La Prima Categoria ospita grandi e grandissimi del passato assieme a giovani nel pieno della maturità calcistica che hanno in mente di coltivare ancora seriamente una passione che giova dignitosamente al proprio portafogli nonostante impegni lavorativi o universitari. Nota dolente restano i soliti campi di gioco non all’altezza, che ospitano, specie in giornate piovose, veri e propri incontri di pallanuoto. Il giocatore tipo

sa trattare il pallone come si deve, DQDUFKLFDPHQWH VL GHˋ OD GD VFKHPL e giocate standard, esibendo qualità individuali che in realtà professionistiche resterebbero altrimenti nascoste. Il calcio di Ibra e Ronaldo resta un altro sport, ma chi milita in questo campionato può cominciare a GHˋ QLUVL XQ TXDVL FDOFLDWRUH Giovanili: Talentini spregiudicati, giovani promesse in erba che quasi sempre restano incolte. I giovani crescono a pane e calcio, ma se si pensa DO VLJQLˋ FDWR FKH DVVXPH OD GLFLWXUD “calcio malato” c’è di che preoccuparsi. Se Balotelli è il riferimento per i giovani allora stiamo freschi. Il campioncino che tira due calci al pallone categorie provinciali o regionali è pieno di sè, enfatizza il gesto tecnico più inutile e si atteggia a campione quando ancora ovviamente non lo è. Beauty sotto il braccio, gel nei capelli e cuffie che pompano musica altissima. Le giovani promesse si stanno perdendo in tante piccolezze, andrebbe detto loro che non è la marca della scarpa a segnare un gol, bensì le capacità del piede che la calza. Nonostante la nota dolentissima dei genitori esaltati in tribuna, qualche ragazzo, con la testa sulle spalle e la tecnica giusta, ogni tanto esce fuori.

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di CHIARA BOVOLENTA

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it walking, spinning energy, zumba sentao, life pump, double impact, ERG\LURQ FDUGLR ˋW VSLGHrap. Povera donna. L’elenco delle più innovative e sensazionali attività sportive proposte al JHQWLO VHVVR ODWLQHQVH ª XQ JHURJOLˋFR moderno, una lunga stele di offerte dell’ultima generazione che mettono soggezione solo a pronunciarle. In realtà dietro il neologismo di maniera, si nasconde un vasto mercato di

induzione al movimento che la componente femminile del capoluogo sta pian piano assimilando e apprezzando. La donna latinense approccia allo sport in maniera inversamente proporzionale allo shopping. Se quest’ultimo è convulsivo, maniacale e perenne, il primo è centellinato, soppesato e soprattutto stagionale. Esistono periodi dell’anno in cui signore e signorine del capoluogo interrogano lo specchio e corrono ai ripari. Prima

GHOOD SURYD FRVWXPH OD VˋGD SL» GXUD e importante, subito dopo l’estate e alla mezzanotte dell’ultima giornata di abbuffate natalizie. Tre distinti momenti in cui tutte vorrebbero trasformarsi in Nadia Comaneci, Federica Pellegrini o Carolina Kostner, per citare tre diverse icone dello sport mondiale che uniscono fascino alla prestanza atletica. Ma il miracolo di 1DWDOH QRQ VL YHULˋFD PDL WRFFD IDWLF¢ Intorno a questo desiderio di reinWHJUD]LRQH ˋVLFD H GL HPXOD]LRQH VL


sono sviluppate a Latina le più svariate proposte: si conta ormai un numero altissimo di palestre e strutture che offrono i più disparati corsi da seguiUH &Ȣª SRL LO IDL GD WH LGHQWLˋ FDWR GDO lungo cordone della pista ciclabile che unisce il capoluogo al suo lido: camminare o correre verso il mare è ormai una delle pratiche più utilizzate dalle donne pontine ma è anche quella che inizia e termina con l’ora legale. Nella stagione invernale solo ambienti al chiuso, arriva il popolo delle palestre,

che ormai partoriscono nuovi corsi e DWWLYLW¢ FKH ª GLIˋ FLOH VWDUJOL GLHWUR Un codazzo al femminile dietro alla reception delle strutture della città, tutte rigorosamente provate prima della scelta giusta. Che quasi mai lo è, YLVWR FKH VL SDUWH VHPSUH FRQ LO SURˋ OR basso di fare un po’ di aerobica, gag e XQ SRȢ GL VDOD H SRL VL ˋ QLVFH QHO JLURQH dantesco della fatica e del sudore. In ogni caso ogni donna fa le sue valutazioni e predilige la struttura ed i corsi che ritiene più congeniali ai pro-

pri orari ed esigenze. Detto ciò, all’interno dei variegati contesti sportivi offerti da Latina è possibile rintracciaUH GHOOH Ȥˋ JXUH WLSRȥ GHOOH FDWHJRULH VSHFLˋ FKH GL GRQQH FKH VL DSSURFFLD no allo sport. Vere e proprie tipologie di esponenti del gentilsesso che si reiterano negli anni, attraversano mode, QXRYH DWWLYLW¢ VWDJLRQL PD DOOD ˋ QH sono sempre quelle: 10 categorie che compongono lo scanzonato quadretto dell’universo femminile latinense. Procediamo.



TIPO 1 SPORTIVA CONVINTA Lei la riconosci innanzitutto dall’abbigliamento: tenuta tecnica, contapulsazioni, fascetta per il sudore, segue il suo programma di allenamento con tutte le condizioni metereologiche possibili e immaginabili: 40° all’ombra, umidità 80%, pioggia, vento, grandine, afa. Lei è una precisa, che mangia tutto pesato e contato. È quella che la mattina si sveglia H ID GXH VHULH GL ˌ HVVLRQL VFHJOLH OH scale piuttosto che l’ascensore, fa degli spuntini a base di yogurt e bibitoni proteici, non ricorda più il sapore della coca cola. È tenuto sotto controllo più il suo IMC che l’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New York. Lei non si risparmia mai, non fa strappi alla regola, non salta mai un allenamento. I personal trainer vanno da lei a chiedere consiglio, a breve probabilmente la assumeranno. TIPO 2 LE ORDINATE Quelle che “vado a camminare a passo sostenuto, dicono che si bruciano un sacco di calorie”. Certo, poi le vedi con la loro chioma sciolta (tendenzialmente bionde e con lo shatush), senza nemmeno un capello fuori posto (uno dei misteri che non si spiegano). Di solito indossano microshorts R OHJJLQV WRS ˌ XRUHVFHQWL FDO]LQL saggiamente abbinati al top, abbronzatura invidiabile anche a dicembre, FXIˋ HWWH H LSRG RFFKLDOL GD VROH GD superdiva anni ’60 se sono all’aperto. Forse per loro l’effettivo sforzo è rimanere perfette anche durante l’allenamento, chissà. Di certo non si legge la fatica nei loro volti. Ma di solito la loro linea è piuttosto invidiabile per cui, come dire, tanto di cappello. TIPO 3 LE NEOFITE Un altro genere di “sportive” latinensi sono quelle alle prime armi. Magari con qualche chilo da perdere, oppure completamente fuori forma tanto che preferiscono iniziare in sordina, o in autonomia all’aperto se la stagione lo consente, oppure in sala pesi, for-

se perché non si sentono pronte per affrontare uno di quei corsi nominati prima, tutt’altro che rassicuranti anche a livello fonetico. Le appartenenti a questa categoria non sono, come si suol dire, attrezzatissime: LPSURYYLVDQR RXWˋ W SRFR FRQJHQLDOL alla passerella che forse non sanno di percorrere. Così le vedi, ad esempio, con un magliettone scolorito, più o meno di 2 o 3 taglie più grande, colore e/o scritte improbabili. Un sottotuta risalente forse ai primi anni 90, dalla linea goffa e poco femminile, che segna i punti critici e nasconde invece quelli forti (ad esempio: modello che segna XQ ˋ DQFR XQ SRȢ IRUWH PD QRQ HVDOWD il polpaccio che, contrariamente ai ˋ DQFKL ª SLXWWRVWR ORQJLOLQHR 3RL

un’attenzione particolare va ai capelli: di solito questo genere di sportive mantiene il colore dei capelli naturale. ,QROWUH SUHIHULVFH XQ WDJOLR GHˋ QLWR “pratico”: un bel caschetto a fungo, con quella piega spontanea “riccia ma non troppo”, effetto lana. Le più DXGDFL D]]DUGDQR XQD IUDQJLD XIˋ cialmente storta e piatta. E quindi eccole, anche le rappresentanti del 3° gruppo iniziano il loro allenamento “camminando a passo veloce”, con un’andatura stile gendarme, guardando in basso. Ricevono gli sguardi di critica e sdegno delle microshorts di prima (sebbene l’unica differenza tra le due sia solo la mise e non certo il livello di prestazione atletica), ma neanche se ne accorgono.

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TIPO 4 DONNE ADULTE Dopo una giornata si ritagliano quella mezz’ora di allenamento blando, e fa niente se i battiti li alza più una qualsiasi ragazza che fa le scale di H&M. A loro è concesso. Vestite pratiche, acquistano due cambi ad inizio stagione che alterneranno con regolarità, fanno la loro lezione, si scaricano e via, si torna a casa. TIPO 5 I CICLONI DEL LUNEDÌ Senza distinzione alcune di genere, età, attitudini varie, andare in palestra il lunedì è snervante. In qualsiasi SDOHVWUD GL /DWLQD FȢª ˋ OD SHU HQWUDUH QHO FDQFHOOR &Ȣª ˋ OD SHU FHUFDUH SDU cheggio che si trova dopo un bel quarto d’ora di sbattimenti a circa 300/400 PHWUL GDOOȢHQWUDWD ID QLHQWH 3DUFKHJ giata la macchina, arriva la donna ciclone: prende il borsone carico di oggetti personali (di dubbia necessità) e VL LQFDPPLQD 3UREDELOPHQWH PHQWUH fa di tutto per non farsi scivolare la spallina del borsone, sta cercando di chiudersi il giubbotto, tiene in mano OD ERWWLJOLD GȢDFTXD H VL JXDUGD ULˌ HVVD QHL ˋ QHVWULQL GL WXWWH OH PDFFKLQH SDU cheggiate che incontra (dovesse essersi spostato un capello!), le squilla il cellulare che era stato saggiamente riposto nella custodia del taschino del tascone della borsa, parte anteriore. Sai… così almeno si trova subito! Ovviamente non fa in tempo a rispondere perché nel frangente appena intercorso nella borsa è scoppiata una bomba nucleare e tutto si è mischiato, spostato, ed il cellulare non è così facile da recuperare come si credeva. Ah, il badge! Doveva essere preparato prima, c’era qualcosa che sembrava esser stato dimenticato. Fatto sta che dopo varie peripezie, arriva nello spogliatoio e si prepara per la lezione, l’allenamento. La riconosci perché il suo arrivo è paragonabile ad una specie di sbarco in Normandia, appena apre il borsone occupa due panche con tutte la sue cose ma poi risistema tutto ed entra in sala, già stanca. Non per la giornata lavorativa, di studio, ma per quei 10 minuti dal cancello allo spogliatoio.

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TIPO 6

TIPO 7

DONNE IN CARRIERA

LE TRASCINATE

Le donne in carriera e benestanti hanno decisamente un altro approccio. Loro arrivano in palestra con tacco 12 (indossato dalla mattina? Dubbio amletico se ammirarle o compatirle), una longuette, un cappottino strizzato in vita, possibilmente con della pelliccia o come minimo, una stola molto voluminosa. Trucco ben visibile, qualche ritocchino, capelli medio-lunghi, mossi, schiariti. Ma la loro peculiarità è un’altra: il trolley. Ma chi sei tu se vai in palestra con un banale borsone? In palestra col trolley. Ma non il bagaglio a mano, quello grande. Ma non solo. Tacchi, trolley, e prendono l’ascensore per andare nello spogliatoio. Una delle immagini ossimoriche più divertenti. Cioè, sto andando in palestra, per piacere, sfogo, tenermi in forma, controlODUH OD OLQHD PD ˋ QR DOOȢXOWLPR VHFRQ do risparmio energie. Le comiche.

Questa categoria di sportive è composta invece da tutte quelle ragazze o donne che si fanno convincere dall’amica, la quale non vuole frequentare i corsi in solitudine, e le costringe a VHJQDUVL LQVLHPH 3RFR FRQYLQWH ª dire poco. Espressione dubbia, orari improbabili, scelgono le lezioni da seguire in EDVH DOOD SRFD DIˌ XHQ]D SHU QRQ IDUVL vedere. Entrano in sala puntando l’ultimo posto in fondo, facendo il countdown dal momento in cui varcano la soglia GHOOD SRUWD ˋ QR DOOD ˋ QH OH]LRQH YHU so la libertà. Dopo qualche settimana di agonia inventeranno un piccolo infortunio che le costringerà a sospendere l’attività sportiva per un periodo indeterminato e lasceranno l’amica trascinatrice da sola.



TIPO 8 LE SUPERDONNE Ecco le instancabili, quelle che vanno in piscina a fare acquagym o circuito, poi fanno zumba e se capita lezioni gratis di yoga, pilates o qualsiasi cosa. Loro sono sempre a mille, belle, solari, in forma (ci sembra il minimo), coniugano diverse attività in base agli impegni quotidiani, in maniera da poter fare qualcosa tutti i giorni. +DQQR FXIˋ HWWD FRVWXPH SHVHWWL elastici, manubri, top, body, ed ogni tipo di attrezzatura, accessorio, capo d’abbigliamento. Sono smart, loro. TIPO 9 LE INCOSTANTI Hanno provato un po’ tutti gli sport praticati qui a Latina, conoscono il personale di tutte le palestre, che ancora sta aspettando che rinnovino il loro mensile. Diciamolo, non sono grandi sportive. La loro costanza circa un’attività varia in base alla compagnia, alla linea da riprendere, al tempo libero. TIPO 10 LE BALLERINE Sebbene la danza non sia annoverata propriamente negli sport, in questo contesto verrà intesa come tale, dato FKH UDSSUHVHQWD OȢDWWLYLW¢ ˋ VLFD VFHO ta da una porzione molto ampia di ragazze. Negli ultimi anni programmi televisivi vari ed eventuali hanno fatto si che la danza diventasse parte dell’immaginario comune, 7 mamme VX SRUWDQR OH ORUR ˋ JOLH D VFXROD GL danza già a 4-5 anni; a Latina sono nate scuole di danza come fossero bar. Ecco, le ballerine sono una specie un po’ naif. A parte le due-tre lezioni settimanali, loro passano gran parte del loro tempo libero a fare le prove, soprattutto nel periodo che va da maggio a giugno, mesi durante i quali stringono i tempi per la preparazione del saggio GL ˋ QH DQQR 9HVWLWH D VWUDWL FKLJQRQ e mezzepunte; a luglio sono ancora ELDQFKH FRPH LO ODWWH SHUFK« LO ˋ QH settimana si fanno le prove extra. Le distingui perché la loro camminata “a papera” è inconfondibile, conseguen-

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za di anni di lavoro sull’en dehors (anche se sulle più piccine credo sia più un atteggiamento acquisito volontariamente, forse proprio per emulazione). Cade una cosa a terra? La raccolgono LQ DUDEHVTXH 9HGRQR XQ ˋ OP VXO GL vano? Diventerà luogo di esercizi di stretching, spesso scambiati per torture e atti di masochismo dalle per-

sone che circondano la ballerina in questione. Mentre passeggiano per le vie della città ascoltano musica? Il loro passo seguirà il tempo delle canzone di turno, la loro testa oscillerà e probabilmente qualcuno intorno a loro si lascerà sfuggire qualche sguardo incredulo, ma non importa. Perché loro sanno cosa vuol dire port de bras, e questo le appaga.



ZENZERO Rubrica di cucina

Moretta, un grande classico per le festività A Natale rappresenta il dolce ideale da servire a tavola di PASQUALE DE ROSA

Ancora un grande classico della pasticceria italiana per l’appuntamento culinario con il nostro chef Mario Zago, proprietario dell’Olimpo della Birra. Nel laboratorio della sua attività diamo vita alla MORETTA, dolce da

Moretta Ingredienti per otto persone Per la torta 250 gr farina 150 gr zucchero 1 bustina di lievito (16 gr) 40 gr cacao amaro in polvere 350 cl latte fresco Per il ripieno 150 gr mascarpone 150 gr nutella Miscelate tutti gli ingredienti aggiungendo poco per volta il

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forno che riscuote sempre grande apprezzamento presso la sua clientela. Per le vostre festività la Moretta è un dolce ideale: semplice e veloce da preparare soddisfa anche i palati più ˋ QL ,O FRQQXELR PDVFDUSRQH H QXWHO la rende la farcitura morbida e gustoVD /D VRIˋ FLW¢ ª DOOD EDVH GHO JXVWR della torta Moretta.

ODWWH ,PEXUUDWH H LQIDULQDWH XQD WH glia da 24 cm, versate al suo interno l’impasto e cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 35 minuti. Sfornate e fate raffreddare. Tagliate OD VXSHUˋ FLH GHOOD WRUWD IDUFLWHOD FRQ la nutella ed il mascarpone amalgamati insieme e ricoprite la torta FRQ OD VXSHUˋ FLH SUHFHGHQWHPHQWH tagliata e sbriciolata. Spolverate con lo zucchero a velo e servite in tavola. Si consiglia l’abbinamento con un vino rosso Sangue di Giuda.


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ZERO CULT Film e libri del mese

Disney e Woody Allen contro i cinepanettoni 1DWDOH DO FLQHPD WUD JUDQGL FODVVLFL H TXDOFKH QRYLW¢ di STEFANIA PUSTERLA

Tante le prime visioni di Dicembre, tornano importanti registi come Woody Allen, arrivano i sequel di saghe a cui siamo affezionati come la seconda parte di Lo Hobbit, conosceremo la nuova eroina Disney e, nonostante si pensava fossero morti con lo scioglimento del duo Boldi-De Sica, vedremo anche i cinepanettoni. BLUE JASMIN DI WOODY ALLEN La nuova commedia di Woody Allen, con Kate Blanchett e Aec Baldwin, ci propone un tragicomico personaggio femminile sull’orlo di una crisi di nervi. Jasmin ricca e capricciosa newyorkese sposa Hall carismatico uomo d’affari che la vizia e la coccola. In realtà Hall è un truffatore e un fedifrago che la lascia senza un soldo. Sola e esaurita si rifugia a casa della sorella e si immischia nella sua vita sentimentale susciWDQGR OH LUH GHO ˋ GDQ]DWR LO HOBBIT LA DESOLAZIONE DI SMAU In questo secondo episodio della saga, Bilbo Baggings e la sua compagnia di nani dovrà affrontare il drago Smaug custode del tesoro della Montagna Solitaria senza contare sull’ aiuto del mago Gandalf. UN FANTASTICO VIA VAI Pieraccioni ci propone l’atmosfera dei laureati in chiave più adulta. Arnaldo, padre di famiglia in piena crisi di mezza età, decide di trasferirsi in un convitto studentesco di ventenni per rivivere la

spensieratezza e i sogni ormai perduti. FROZEN - IL REGNO DI GHIACCIO ,O QXRYR ˋ OP 'LVQH\ VL EDVD VXOOD IDYROD della Regina delle nevi di Hans Christian Anderson. Una profezia ha intrappolato eternamente un regno in un inverno nevoso. Anna e Kristoff partono alla ricerca della Regina delle nevi, SHU SRUUH ˋ QH DO VXR UHJQR GL WHUURUH In situazioni estreme simili all’Everest, con mistiche creature e magia in ogni dove, Anna e Kristoff combattono gli elementi in una corsa per salvare il regno dalla distruzione. /D Vˋ GD DO ERWWHJKLQR GHL FLQHSDWWRQL YHGH FRQIURQWDUVL LO ˋ OP GL 1HUL 3DUHQWL &2/3, ', )25781$ GLYLVR LQ WUH GLYHU tenti episodi con protagonisti l’immancabile Christian De Sica, Luca e Paolo e Lillo e Greg e quello di Fausto Brizzi ,1'29,1$ &+, 9,(1( $ 1$7$/(" &RQ Abatantuono, Bisio e Raul Bova.

ALTRI FILM DEGNI DI NOTA IL SUD È NIENTE da un regista esordiente l’ingresso nell’età adulta di una giovane calabrese OLDBOY Il grande Spike Lee rivisita il capolavoro del maestro coreano Chan-woo Park ROMA CRIMINALE nuovo poliziesco tutto romano PHILOMENA commovente storia di XQD PDGUH DOOD ULFHUFD GHO ˋ JOLR I SOGNI SEGRETI DI WALTER MITTY Ben Stiller compie un fantastico viaggio tra i sogni

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LA CARICA DEI

di GIOVANNI DEL SERRONE


U

nica raccomandazione, quella di Jhonny Stecchino: quando vai a Palermo non toccare le banane! E chi si è sognato di farlo. Abbiamo fatto di tutto: siamo arrivati il sabato, siamo andati a spasso per la città, a cena al ristorante, il giorno dopo di buona lena allo stadio, abbiamo sofferto, vinto, esultato e siamo tornati a casa ubriachi di gioia. E le banane? Quelle le abbiamo lasciate ai nostri cugini di Frosinone, con le istruzioni per l’uso. Vogliamo raccontarvi quella che probabilmente rimarrà a lungo, se non per sempre, una delle trasferte più memorabili nella storia del Latina Calcio. La trasferta di 180 tifosi irriducibili, incuranti di distanza, orari ballerini, spese e rischi annessi e attratti solo da passione per la squadra e OD VWRULFLW¢ GHOOȢHYHQWR OD Vˋ GD LQ XQR dei tempi calcistici della penisola, che – fatal coincidenza - ha la stessa età di Latina, essendo stato inaugurato nel 1932. Facciamo parte del primo gruppetto di supporters che parte in aereo il giorno prima della partita, sabato 23 novembre. Siamo una cinquantina, XQ QXPHUR JL¢ VXIˋ FLHQWH SHU IDUVL sentire. Qualcuno ha l’età giusta per ricordarsi quel 6 dicembre 1987, l’unico precedente alla Favorita tra nerazzurri e rosanero: 3-0 per loro. Era C2, i siciliani erano scesi di categoria per giocarsela con noi. Ora siamo QRL DG HVVHUFL DUUDPSLFDWL ˋ QR DOOD % SHU Vˋ GDUOL ,O YLDJJLR VXOOȢDHUHR GHOOD compagnia Easy Jet è rapido e tranquillo ma le dichiarazioni non sono al cloroformio: “Sento che il Latina vincerà - afferma Corrado in uno slancio premonitore - io ci credo veramente

UN APPUNTAMENTO DA NON MANCARE, UNA SFIDA ALLA STORIA E AD UNA SPLENDIDA CITTÀ. E POI CHE CENA DA “SAPORI DI MARE”!

perché siamo una squadra quadrata, gagliarda e tosta che può far male ad ogni avversario. E poi i miracoli a volte accadono”. Poi il guanto l’inno dei moschettieri indirizzato agli altri del gruppo: “Ragazzi dobbiamo essere i primi noi a crederci, domani sarà dura ma noi siamo gente di palude abituata a soffrire e a non mollare mai”. L’aereo ha un sussulto, ma non è una turbolenza. Appena scesi a Punta Raisi si procede DOOȢLGHQWLˋ FD]LRQH H DOOD FRQWDPLQD zione dell’atmosfera: spuntano fuori i primi vessilli nerazzurri, foto di rito DOOȢDHURSRUWR )DOFRQH %RUVHOOLQR FRUL e striscioni contro i ciociari. Vivinci, l’amara medicina consigliata ai cugini gialloblù, col mal di testa sempre più forte da giugno ad oggi. Viaggiamo verso il centro di Palermo, si scorgo-


no gli angoli caratteristici della città. Tutto bello, bellissimo ma il pensiero è rivolto solo ed esclusivamente alla partita di domenica, a Dybala, Hernandez e Lafferty che sono avversari temibili, di altra categoria. Ci pensa la cucina siciliana a stemperare la tensione: occupiamo la serata di sabato al ristorante “Sapori di Mare” da Giovanni nella località di Mondello. Tra pasta DL ULFFL GL PDUH ˋOHWWR GL SHVFH VSDGD e vino siculo scandiamo cori e brindisi benauguranti che testimoniano la consapevolezza di chi sa di partecipare ad un pezzo di storia sportiva della città, con la speranza che un risultato positivo della squadra sia di suggello al grande giorno. Tutti a dormire, con un solo pensiero. Ad esordire di buon ora è Emilio che sussurra: “Giovà oggi vinciamo, me la sento troppo bene. Sono certo che torneremo a Latina con i tre punti, la squadra è forte, è abituata a non mollare, rispecchia il nostro spirito. )LQR DOOD ˋQH L QRVWUL YHQGHUDQQR FDUD la pelle perché questo tipo di partite ci esaltano. Noi non dimentichiamo che ci siamo rialzati sempre e comunque, anche dalle situazioni più cupe.” Ed eccoFL QHOOR VWRULFR VWDGLR 5HQ]R %DUEHUD all’interno del Parco La Favorita, nel frattempo il grosso della spedizione pontina atterrato in mattinata ci ha raggiunto, è il momento di darsi da fare. Si attaccano le “pezze”. ovvero gli striscioni, le prime bandiere iniziano a sventolare, a farla da padrona è la pioggia che ci accompagnerà per tutta la partita. Entrano in campo i calciatori, per il riscaldamento. “forza ragazzi, non molliamo. Diamoci den-

I tifosi del Latina all’aeroporto di Palermo

WUR H FUHGLDPRFL ˋQR DOOD ˋQHȥ LQWRQD Eugenio, e tutti appresso. Milani e compagni alzano le mani in segno di VDOXWR SRL ˋQLWR LO ULVFDOGDPHQWR VL scambiano applausi con i giocatori, in segno di unione e granitica coesione. Cottafava sembra crederci più di tutti. ,O WLIR QHUD]]XUUR YLDJJLD D VLDmo tanti e ci facciamo sentire. Non ci perdiamo nella cattedrale. La squadra inizia bene ma poi arriva il gol dell’uruguaiano Abel Hernandez che sembra Pelè del ’70 e insacca proprio sotto i nostri occhi. Non c’è tempo per morire, come direbbe Galeazzi: Ghezzal pareggia e chi riesce a capire cosa succede intorno è bravo. Abbiamo segnato al Palermo, cinque anni fa segnava-

L’esultanza dei tifosi del Latina al termine della partita

mo al Priverno. Per i tifosi veri non fa differenza, ma Santa Rosalia, abbiamo segnato a Palermo! Sembra il massimo della vita, ma al meglio (come al SHJJLR QRQ FȢª PDL ˋQH -HIIHUVRQ ˋOD YLD H VHJQD LO JRDO FKH SLHWULˋFD LO %DUbera, i tifosi nerazzurri non sanno in che modo esultare, lo Zanichelli non ha ancora inventato il termine per decifrare il loro stato d’animo. Ci si denuda nonostante il clima tutt’altro che estivo. Durante l’intervallo ci si JXDUGD QHJOL RFFKL JRQˋ GL VSHUDQ]D ma c’è la consapevolezza che mancano ancora quarantacinque minuti all’imSUHVD ,O VHFRQGR WHPSR YLHQH YLVVXto al cardiopalmo, la squadra regge compatta gli attacchi confusionari del Palermo. Giancarlo, Angelo, Denis, Fabio e Giovanni cantano, gridano a squarciagola incitando i compagni di trasferta a dare il massimo, perché il traguardo storico è vicino, il cielo si può toccare con un dito. Cisotti è davanti al portiere e può segnare il terzo gol liberatorio prova un cucchiaio che invece è un cucchiaino. Siamo nati per VRIIULUH ELVRJQD DWWHQGHUH LO ˋVFKLR ˋQDOH SHU HVXOWDUH (FFROR LO 7ULSOLFH ª OD ˋQH ª LO GHOLULR $EELDPR HVSXJQDWR LO %DUEHUD FKH QRQ ª XQ YLQR DQFKH se ci ha fatto ubriacare di gioia. Rimaniamo li ad aspettare la squadra sotto il nostro settore, salti, balli, abbracci e telefonate a casa. “Che vi siete persi!” la frase che viaggia via cavo verso il capoluogo pontino, indirizzata a chi il viaggio non ha voluto o potuto farlo. Aspettiamo i giocatori all’aeroporto come veri eroi, intoniamo il coro: “Din Don, Din Don intervengo da Palermo, ha segnato Jefferson”. Ci siamo fatti riconoscere. Eravamo in 180 a Palermo a fare la storia, un giorno potremo dire “noi c’eravamo”.


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PALERMO-LATINA 1-2 // 24 novembre 2013 - È la partita che entra nella stoULD GL SUHSRWHQ]D H IRU]D OD VWHVVD FKH KD DYXWR OD VTXDGUD GL %UHGD QHO ULPRQWDUH LO ULVXOWDWR ,O VXFFHVVR DO 5HQ]R %DUEHUD /D )DYRULWD ª OȢDSLFH GHOOD VWRULD QHUD]]XUUD , gol di Ghezzal e Jefferson saranno tramandati ai posteri, quei tifosi nerazzurri che erano sugli spalti potranno dire: “Pioveva tanto e io c’ero”.

PESCARA- LATINA 0-1 // 19 ottobre 2013 -RQDWKDV ˋ UPD LO SULPR VWRULFR VXFFHVVR LQ WUDVIHUWD LQ VHULH % LQ XQ SRPHULJJLR PDJQLˋ FR H LQ XQ VDEDWR GD OHRQL QHUD]]XUUL DQFKH se in divisa arancione. Una festa per tutti, soprattutto per i tanti tifosi che hanno seguito la squadra e che hanno vissuto novanta minuti indimenticabili.

FROSINONE- LATINA 0-1 // 19 marzo 2003 - Nella vecchia serie C2 il Latina di Santin incontra i cugini del Frosinone in un attesissimo derby dove in palio c’è una grossa fetta di salvezza. La squadra è seguita da 1200 tifosi vestiti di arancione, è un vero e proprio esodo uno tra i più imponenti di sempre nel sabato che precede la Pasqua. Un rigore di Simonetti, regala ai tifosi nerazzurri un sogno unico.

OLBIA- LATINA 1-2 // 1968 1HOOȢDQJXVWR H SLFFROR %UXQR 1HVSROL GL 2OELD OH GXH VTXDGUH si giocano la serie C, è più di uno spareggio. Una nave nerazzurra parte da Civitavecchia SHU OD 6DUGHJQD LQ YLD 'LD] YLHQH WUDVPHVVD GDJOL DOWRSDUODQWL OD UDGLRFURQDFD ,Q FDP SR QRQ ª XQD Vˋ GD PD XQD EDWWDJOLD SHU TXHOOL FKH OD VWRULD FKLDPHU¢ VHPSUH Ȥ, OHRQL GL 2OELDȥ ,O /DWLQD YLQFH SHU LQ JRO *XDUQLHUR H QHO ˋ QDOH D GHFLGHUH &DVVLQ

CATANIA- LATINA 0-1 // 26 febbraio 1978b ,O Ȥ&ODPRURVR DO &LEDOLȥ OD FXL paternità è di Sandro Ciotti viene riciclato per celebrare la vittoria nerazzurra nel FDPSLRQDWR GL VHULH & LQ XQD Vˋ GD FKH PROWL DQFRUD VL ULFRUGDQR QRQRVWDQWH VLDQR passati oltre 30 anni. A siglare il gol che vale un pezzo di storia il 26 febbraio del 1978 è Salvatore Caiazza.

VIGOR LAMEZIA – LATINA 0-2 // 1 maggio 2011 - Dopo un campionato stradominato (uniFD VFRQˋ WWD D 7UDSDQL L QHUD]]XUUL VL SUHVHQWDQR DO *XLGR 'Ȣ,SSROLWR GL /DPH]LD 7HUPH alla ricerca dei tre punti che possono valere la promozione diretta in Prima Divisione di Lega Pro. Con 950 tifosi al seguito, la squadra di Sanderra si impone per due a zero con OH UHWL GL &Dˋ HUR H *LDQQXVD H WRUQD QHOOD WHU]D VHULH QD]LRQDOH GRSR YHQWLQRYH DQQL

MONDRAGONESE – LATINA 0-2 // 11 maggio 1986 - Una doppietta dell’implacabile bomber Gianfranco Mannarelli manda al tappeto la Viribus Mondragonese e consegna la promozione in serie C2 alla squadra di Sibilia, che si rifà della beffa subita l’anno prima quando si era dovuta arrendere alla Pro Cisterna. E’ un esodo di tifosi pontini nella patria della mozzarella di bufala. CASSINO – LATINA 1-2 // 2 dicembre 2001 - La squadra di Argenio, capolista del campionato, si presenta al Gino Salveti di Cassino alla prova del nove. E la supera a pieni voti: trascinata da cinquecento chiassosissimi tifosi i nerazzurri si LPSRQJRQR SHU FRQ XQ JRO URFDPEROHVFR GL 5L]]ROR D Ȣ GDOOD ˋ QH (Ȣ LO WULSXGLR pontino. BANCOROMA – LATINA 2-5 // 15 maggio 1976 - Con un poker di reti di SalYDWRUH &DLD]]D H LO JRO LQL]LDOH GL %UXQHOOR VX ULJRUH LO /DWLQD VXJJHOOD LO WULRQIDOH campionato di serie D e si aggiudica la promozione in serie C, con la soddisfazione GRSSLD GL LPSRUVL VXL FXJLQL GHO )URVLQRQH GLVWDQ]LDWL GL RWWR SXQWL ,O FDPSR GHL URPDQL è preso d’assedio dai supporters nerazzurri. TRIESTINA – LATINA 2-2 // 28 maggio 2012 - E’ un pareggio ma vale come una vittoria. La doppietta GL %XUUDL DO 1HUHR 5RFFR QHO ULWRUQR GHJOL VSDUHJJL GL 3ULPD 'LYLVLRQH /HJD 3UR FRQVHQWH DOOD VTXDGUD del richiamato Sanderra di brindare alla permanenza nella categoria, risultato mai raggiunto nella VWRULD FDOFLVWLFD GHOOD FLWW¢ , VXSSRUWHUV QHUD]]XUUL VSURYYLVWL GHOOD WHVVHUD GHO WLIRVR VHJXRQR OD SDUWLWD DO GL IXRUL GHOOR VWDGLR IULXODQR H D ˋ QH JDUD IHVWHJJLDQR FRQ L JLRFDWRUL


SEZIONE DIAGNOSTICA

SEZIONE TERAPEUTICA

TOPOGRAFIA PACHIMETRIA FLUORANGIOGRAFIA ESAMI ELETTROFISIOLOGICI ORTOTTICA CAMPIMETRIA MANUALE E COMPUTERIZZATA RETINOGRAFIA BIOMETRIA OCT - SLO

CHIRURGIA REFRATTIVA CON LASER AD ECCIMERI

(TOMOGRAFIA A COERENZA OTTICA)

(MIOPIA - IPERMETROPIA - ASTIGMATISMO)

LASERTERAPIA ARGON LASER

(PER RETINOPATIA DIABETICA DEGENERAZIONI MACULARI)

LASER SLT (GLAUCOMA)

LASER YAG

(CATARATTA SECONDARIA ecc)

RIEDUCAZIONE VISIVA CHIRURGIA OCULARE

LATINA Corso della Repubblica, 265 Tel. 0773.663400


L’eroe mascherato

Erosione della spiaggia Una morte annunciata di MARCO TOMEO

“Latina non è una città di mare, perché se davvero lo fosse, valorizzerebbe e al tempo stesso sfrutterebbe quella ricchezza che la natura le ha donato: chilometri di spiagge e, per l’appunto, il mare”. Nelle tante mail indirizzate dai cittadini alla nostra redazione sul triste scenario della Marina di Latina D VHJXLWR GHOOH PDUHJJLDWH GL ˋ QH QR vembre, crediamo che il pensiero del lettore con il quale abbiamo aperto questo mese la nostra rubrica, riassuma e sintetizzi al meglio la condizione delle nostre spiagge, anzi per l’esattezza, di ciò che resta di loro. L’erosione delle coste, si sa, è un fenomeno naturale che non ha responsabilità amministrative. Ma gli strumenti ed i mezzi per contrastarlo, sono indiscutibilmente nella piena giurisdizione della politica e di chi amministra il territorio, in questo caso dalla Regione Lazio al Comune. Ed è palese, purtroppo, che l’attenzione rispetto alla cura delle nostre spiagge da parte degli amministratori in questi anni è stata pressocchè inesistente, e quando c’è stata, non c’è stata

la benché minima capacità di capire in che modo, e dove andare a mettere le mani. Un paradosso, come scrive il nostro lettore, se si pensa che la vocazione, il volano, ‘il petrolio’ etc etc, tanto per rimarcare i termini usati in questi anni, della nostra città dovrebbe essere proprio il litorale. Un esempio pratico di questa disattenzione? Il progetto di ripascimento avvenuto nel 2005. L’unico vero intervento riuscito che di fatto ha restituito un tratto di spiaggia splendido a Foce Verde (di fronte agli stabilimenti del Boca Chica e del Mediterraneo per intenderci). In quel caso la fase ex post del progetto (ogni progetto ha una fase ex ante, in itinere ed ex post) prevedeva che per mantenere intatta il resto della spiaggia (proprio quella che oggi non esiste più) occorreva dragare e accumulare annualmente 35mila metri cubi di sabbia nei punti critici. Un’operazione che il luoghi della riviera romagnola ad esempio, sono YRFL ˋ VVH QHL ELODQFL GHJOL HQWL ORFD li, perché trattasi di somme modeste. Questa ‘prescrizione’, chiamiamola così, secondo Voi è stata osservata? La risposta è davanti ai Vostri occhi. 12.2013 | NUMERO ZERO | 19


ZERO TITULI Sport e tempo libero

Nella foto d’epoca Mario Libertini (il seconda da sinistra) premia Patrizio Oliva

L’ultima ripresa di Libertini un grande sportivo della città 6L ª VSHQWD XQD ˋJXUD FDULVPDWLFD GHOOD ER[H SRQWLQD di GIANLUCA AMODIO

In questo anno di grande gioie sportive per la città di Latina, il 30 novembre il lutto è sceso sul capoluogo pontino. Dopo una lunga sofferenza ci ha lasciati Mario Libertini, storica ˋJXUD GHOOD ER[H QRVWUDQD H FRQRVFLXto in tutta la penisola. Personaggio di grande umanità e bontà, Mario, pugile di buon livello negli anni 50\60 (fu inserito nella lista dei probabili olimpici in vista delle Olimpiadi di Roma 1960 e da professionista ha disputato 15 match) nella Latina che i nostri genitori hanno creato è stato uno dei riferimenti del mondo sportivo. Quando una serata di pugilato valeva ancora come vetrina per farsi vedere, chi mancava non contava nell’immaginario dei presunti protagonisti della giovane città in piena espansione 110 | NUMERO ZERO | 12.2013

GHPRJUDˋFD H ȤPRGDLRODȥ OH ULFKLHste di biglietti e accrediti a Mario Libertini (organizzatore e mente di tutti gli eventi pugilistici) iniziavano un mese prima della serata. La sua capacità e credibilità hanno dato risultati e prestigio alla città, negli anni 70\80 al palazzetto di Via dei Mille hanno calpestato il quadrato pugili di fama internazionale: Patrizio Oliva, Nino La Rocca, Loris Stecca, Francesco Damiani sono i nomi che ancora oggi gli appassionati locali ricordano con il piacere di averli visti combattere. La sua mancanza si sentirà di sicuro. La PRJOLH 1RHPL HG L ˋJOL 0DUFR 5REHUto e Simona si nutriranno dei tanti piacevoli momenti che Mario gli ha regalato. Lassù troverà un suo caro e fraterno amico, mio padre Francesco Amodio, e forse insieme si sentiranno meno soli.



di RICCARDO ANGELO COLABATTISTA

N

on è semplice riavvolgere il nastro di un intero anno. I fatti e gli eventi che si sono distinti per clamore e che hanno dato visibilità, in positivo o in negativo, alla città di Latina, sono stati numerosi. Hanno riguardato diversi ambiti: dalla cronaca inasprita da nuovi crimini, alla politica con le sue camaleontiche manifestazioni, al lavoro che ha registrato un preoccupante trend in

discesa con aziende al collasso e conseguente perdita di posti. Notizie confortanti, invece, sono arrivate dal mondo dello sport. Insomma, una varietà di vicissitudini che hanno accompagnato la vita del capoluogo VROOHYDQGR GLEDWWLWL DWWULWL ULˌ HVVLR ni, emozioni. Se ci sia stata un’evoluzione sociale questo saranno i posteri a giudicarlo. Per il momento rileggiamo le pagine dei trecentotrenta giorni che Latina ha appena trascorso.


GENNAIO

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L’attentato a Libera e la discarica “tampone” Purtroppo l’anno non si apre nel migliore dei modi. A gennaio avviene il vigliacco attacco al Villaggio della Legalità di Borgo Sabotino, struttura presa in consegna dall’associazione FRQWUR OH PDˋ H /LEHUD ,Q WHUUD SRQ tina, per l’accaduto, spende parole importanti Don Luigi Ciotti e afferma: “Non ci lasciamo intimidire”. L’incendio è stato appiccato il 1 genQDLR H KD PDQGDWR LQ ˋ DPPH OȢLQWHUD tensostruttura presente a Borgo Sabotino. Per questo episodio Latina è rimbalzata sulle cronache nazionali. C’è poi l’ambiente in primo piano, un argoPHQWR ULFRUUHQWH 5Lˌ HWWRUL VXOOD GL scarica di Borgo Montello. Il Ministro GHOOȢDPELHQWH &RUUDGR &OLQL LGHQWLˋ ca nella discarica di Latina una delle possibili soluzioni all’emergenza riˋ XWL GL 5RPD H GHOOȢLQWHUR /D]LR 4XH VWLRQH VSLQRVD TXHOOD GHL ULˋ XWL FKH ancora non sembra essersi risolta. Gli

incidenti stradali sono un fenomeno che non accenna a placarsi. La prima vittima dell’anno è stato Antonio Lungo, un pensionato che passeggiava con la bicicletta all’altezza di Piccarello. È stato investito da un auto in corsa. Antonio è stato solo la prima vittima di una serie di incidenti stradali con HVLWR PRUWDOH FKH VL YHULˋ FKHUDQQR comune di Latina nei mesi successivi.

FEBBRAIO

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Il crac Midal e un nuovo governatore del Lazio Siamo ancora in pieno inverno eppure, sia per quello che accade a livello locale che a livello nazionale, febbraio è un mese caldo. A coinvolgere il mondo è stata certamente la scelta di Papa Benedetto XVI di dimettersi. Nulla a che fare con Latina, certamente, ma la notizia, per la sua unicità e portata (è la seconda volta da quando esiste la Chiesa) non poteva non essere menzionata. Per quanto riguarda /DWLQD LQYHFH D IHEEUDLR VL YHULˋ FD OD

cessazione di un’importante azienda commerciale con strascichi di natura giudiziaria. Stiamo parlando del cosiddetto Crac Midal. Dopo circa dieci mesi le responsabilità sono ancora tutte da chiarire tra affermazioni, prove ed andirivieni nei tribunali. Il fatto, però, resta solamente uno: la perdita dei posti di lavoro per decine di operatori e la chiusura del punto vendita Gusto, nel centro commerciale Le Torri. Oggi il centro commerciale ha ripreso vita ma non tutti i vecchi lavoratori hanno avuto la possibilità di essere reintegraWL ,Qˋ QH IHEEUDLR KD VHJQDWR XQ GHFL sivo cambiamento sul piano politico e amministrativo con le elezioni arrivate dopo uno scossone governativo. Cade il Governo Monti e la Regione Lazio viene travolta dallo scandalo dei fondi ai partiti utilizzati per altri scopi. I cittadini sono stati chiamati al voto ed hanno deciso di cambiare rotta eleggendo Zingaretti quale governatore del Lazio. Ma se il quadro politico a livello regioQDOH ª VXIˋ FLHQWHPHQWH FKLDUR FRQ LO Pd in netta maggioranza, a livello nazionale c’è confusione con Pd e PdL in equilibrio e un Grillo sempre più forte.


MARZO

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Il caso dell’ex Icos, l’allarme scabbia e la vincita milionaria Alla vigilia della primavera il mondo FDWWROLFR DFFRJOLH LO QXRYR SRQWHˋ FH ª Papa Francesco. A livello locale emerge, ancora una volta, la mala gestione della cosa pubblica. Infatti, all’inizio del mese tiene banco il caso dell’ex Icos con il Comune di Latina che “si dimentica” di trovare 13 milioni di euro per la completa ristrutturazione dell’immobile ubicato sulla Pontina. Le brutte notizie, poi, arrivano anche dallo sport, unico settore nell’arco dell’anno a dare delle vere soddisfazioni alla cittadinanza. Infatti, l’Andreoli volley si è dovuta arrendere DOOȢ$QNDUD VTXDGUD WXUFD QHOOD ˋ QDOH della Cev Cap di pallavolo. NonostanWH OD VFRQˋ WWD SHU´ OD FDYDOFDWD HX ropea della compagine pontina rimarrà per molto tempo nella testa e nei FXRUL GHL WLIRVL GHOOD FLWW¢ 9HUVR OD ˋ QH del mese all’ospedale Goretti scatta l’allarme per dei casi di scabbia. Nel giro di pochi giorni dilagano i timori di contagio, pazienti ed infermieri vengono controllati e visitati. L’Asl è stata costretta ad attivare il protocollo di sicurezza ed emergenza. Fortunatamente la criticità rientra nel giro di qualche settimana senza degenerazioni. Le belle notizie le porta, invece, la dea bendata. Infatti, il 29 di marzo viene annunciata la vincita di 4 milioni di euro con un gratta e vinci. Il neo milionario è un trasportatore che ha acquistato il biglietto in un bar della città durante la sua consueta pausa pranzo.

Un’immagine dell’ex Icos

APRILE

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Coppia muore in un incidente, madre e figlia uccise in casa Aprile è un mese nero per la cronaca. Nel giorno di Pasqua, in un incidente stradale, perdono la vita i coniugi Roberta Imperiali e Massimo Brunetto. L’incidente è avvenuto in via Sabotino, a Latina. Ma non è l’unica tragedia ad occupare le prime pagine dei quotidiani locali. Il 6 aprile vengono VFRSHUWL L FRUSL GL PDGUH H ˋ JOLD XFFL se nella loro abitazione a Borgo Flora. Gli investigatori ci mettono appena 24 ore per trovare l’assassino. Si tratta del marito, Kuman Raj, che giustiˋ FD LO VXR IROOH JHVWR FRQ OH HFFHVVLYH

pretese economiche da parte delle due donne, Francesca Di Grazia e la ˋ JOLD 0DUWLQD GL DQQL 'XH QRWL]LH sconvolgenti che a livello locale quasi offuscano la conferma di Giorgio Napolitano a presidente della RepubbliFD $OOD ˋ QH GHO PHVH LQYHFH DUULYDQR una bella notizia di sport e una brutta per il giornalismo. Infatti, la squadra GHO /DWLQD FDOFLR FRQTXLVWD OD ˋ QDOH GL Coppa Italia di categoria e si spiana la strada per una cavalcata storica che, nel mese di giugno, la porta a conquistare la Serie B. Dall’altra parte abbiaPR OȢXIˋ FLDOLW¢ GHO IDOOLPHQWR GL 7HOH Etere, storica emittente televisiva del territorio pontino. Ulteriori vicende infelici riguarderanno anche altri prodotti editoriali. Pochi mesi dopo, LQIDWWL YHUUDQQR D JDOOD OH VHULH GLIˋ coltà di Latina Oggi e del quotidiano La Provincia.

MAGGIO

114 | NUMERO ZERO | 12.2013

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Lungomare e spiagge erose, detenuto si toglie la vita Arriva maggio e si inizia a pensare, con il consueto ritardo, alla stagione estiva ormai alle porte. Come ogni anno, da qualche tempo, i problemi irrisolti sono sempre gli stessi: gestione


del piano campeggi, piano parcheggi, gestione dei chioschi e l’erosione delle spiagge. L’amministrazione comunale sembra occuparsi delle questioni del lungomare in estremis e non con una preventiva programmazione, discutendo di concessioni e di possibili rimedi per recuperare la spiaggia perduta a causa dell’erosione del mare. Il 27 maggio, invece, un altro dramma. Nel carcere di via Aspromonte, a Latina, si toglie la vita un detenuto tagliandosi le vene con una lametta. Un episodio che ha scosso la sensibilità nazionale facendo emergere, per l’ennesima volta, il problema del sovraffollamento delle carceri.

GIUGNO

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La squadra di casa conquista la Serie B, festa sfrenata in tutta la città ,O /DWLQD &DOFLR YD LQ 6HULH % 4XHVWD la notizia che catalizza l’attenzione dell’intera città. Tifosi e non tifosi non possono non accorgersi dell’impresa fatta dagli undici neroazzurri. Domenica 16 giugno, in uno stadio Francioni

Barraco esulta. Il Latina è in Serie B

gremito in ogni ordine di posto, il Latina Vˋ GD LO 3LVD QHO ULWRUQR GHOOR VSDUHJJLR per salire in Serie B. In questa occasione i neroazzurri di casa, dopo aver agguantato il pareggio con Jefferson, riescono a vincere la partita con un secco 3 a 1 nei tempi supplementari. Al termine dei 120 minuti i tifosi, e l’intera città, è potuta scoppiare in un grido di gioia immensa. Caroselli, pullman scoperti e festa per i nuovi idoli della città. Il Latina calcio, per la prima volta nella sua storia, approda nella categoria cadetta.

LUGLIO

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I conti di LatinaAmbiente, in piazza i lavoratori della Findus Giugno si conclude con una grande impresa sportiva e luglio si apre con un altrettanto importante risultato ma LQ XQȢDOWUD GLVFLSOLQD 4XHVWD YROWD ª la squadra di pallanuoto a trovare una storica promozione in A2. Nonostante l’atavico problema della piscina scoperta (con i giocatori costretti ad allenarsi H D JLRFDUH QHO JHOR LQYHUQDOH OH FXIˋ H neroazzurre conquistano la seconda serie più importante della disciplina. A /XJOLR VL WRUQD D SDUODUH GL ULˋ XWL PD per questioni contabili, con il “quasi” crac della LatinaAmbiente. La società partecipata dal Comune di Latina non ha mai avuto una gestione limpida con dei costi sempre al rialzo per la gestione del proprio lavoro. E c’è un’altra questione che riguarda la condotta della pubblica amministrazione. La “bufala” legata alle Terme di Fogliano. Un progetto costato milioni di euro (e che ancora ha un costo per le casse pubbliche) e che non è mai decollato. Nonostante ciò si nominano ancora dirigenti. Dopo il Crac Midal e la chiusura di Tele Etere, luglio è il mese della dura protesta dei lavoratori dello stabilimento Findus. In questo caso i lavoratori, preoccupati per la perdita dei posti di lavoro (molti contratti a termine non sono stati rinnovati) sono scesi in piazza per chiedere chiarezza su una situazione che rischia di prendere la strada più brutta, quella del fallimento, già intrapresa da altre storiche aziende pontine.

AGOSTO

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Rissa nella zona dei pub, giovane trovato morto in spiaggia Ad agosto generalmente si parla di vacanze e gossip. A Latina, invece, a trovare spazio sono le opere mancate. In consiglio regionale torna accesa la discussione sull’autostrada RomaLatina. Anche in questo caso se ne esce con un nulla di fatto e con una strada, la Pontina, che rimane una delle arterie più pericolose d’Italia. A fare notizia, nel mese delle vacanze e dello spasso, sono i costumi dei giovani latinensi. In due occasioni, però, non sono state le iniziative festanti a prendersi le prime pagine locali ma una rissa ed una morte. L’11 agosto, LQIDWWL VL YHULˋ FD XQD GHOOH WDQWH ULV se nella cosiddetta Zona dei Pub. Un evento violento che sottolinea, ancora una volta, la necessità di un attento monitoraggio del quartiere chiuso al WUDIˋ FR $ ˋ QH PHVH LQYHFH OD WUDJH dia di Matteo Ceccarelli, il 24enne trovato morto in spiaggia a Latina dopo aver assunto un mix micidiale di alcool e droga.

SETTEMBRE

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Lo scandalo delle patenti e le dichiarazioni shock del pentito Schiavone Arriviamo pian piano in autunno, al mese delle “ripartenze”. Ad aprire il mese c’è lo sport con il Latina Calcio che, dopo poche giornate di campionato, decide di esonerare Autieri per lasciare la panchina neroazzurra a Tesser. A molti questa scelta è sembrata troppo avventata ad invece, stando ai risultati di questa prima metà di campionato, sembra esser stata la mossa giusta. In questo periodo, si segnalano piccoli ma importanti miglioramenti per quanto riguarda l’economia pontina, soprattutto in materia di mutui. Infatti, nel mese di settembre, si registra un aumento del 4% di mutui per l’acquisto di abitazioni. Sono ancora lontani i

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tempi di una rapida ripresa complessiva, ma anche questi dati devono essere presi come un segnale positivo. La cronaca torna alla ribalta quando, il 19 settembre, a Latina scoppia il caso delle patenti comprate. Due anni di indagini, 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite, 169 indagati, trentamila intercettazioni telefoniche, ambientali e video, almeno 300 patenti a rischio sospensione. 4XHVWR OR VFDQGDOR XVFLWR IXRUL GDO OD 0RWRUL]]D]LRQH GL /DWLQD ,Qˋ QH D ricoprire una posizione importante nelle cronache nazionali, sono arrivate le dichiarazioni del pentito di PDˋ D &DUPLQH 6FKLDYRQH FKH LQ PD niera aperta, ha parlato di tonnellate GL ULˋ XWL WRVVLFL VRWWHUUDWH DQFKH QHO territorio di Latina. Anche in questo caso la politica sonnecchia su queste dichiarazioni shock e non si interviene subito e in maniera decisa per approfondire una situazione potenzialmente molto dannosa.

OTTOBRE

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Arrestato il pirata di Alessia Calvani, sigilli al porticciolo di Rio Martino Dopo un lungo anno di indagini le forze dell’ordine riescono ad arrestare il pirata che, nel settembre del 2012, investì e uccise Alessia Calvani, una giovane di Latina Scalo. Il colpeYROH ª VWDWR LGHQWLˋ FDWR LQ (PDQXH le Fiorucci, residente proprio allo Scalo che, dopo alcuni interrogatori, confessa. Sono coinvolte anche altre persone. Vengono apposti i sigilli al Porticciolo di Rio Martino, con conseguente chiusura della struttura. Il sequestro dei pontili è stato compiuto dai forestali del Nipaf di Latina. Un provvedimento che interessa quattro casette adibite alla guardiania, otto passerelle di accesso e quattro tratti di pontili galleggianti di 150 metri ciascuno, dove si trovano ormeggiate 180 imbarcazioni. Insomma, un’altra importante bocciatura per il possibile sviluppo turistico della città di Latina.

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NOVEMBRE

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Cusani sospeso dal Prefetto, il mare mangia anche le case abusive Il penultimo mese dell’anno, in ambito politico, è caratterizzato dalla sospensione di Armando Cusani dall’incarico di Presidente della Provincia. Provvedimento adottato dal Prefetto Antonio D’Acunto a seguito di due condanne SHU DEXVR GȢXIˋ FLR 8QD VRVSHQVLRQH di 18 mesi. Cusani non ci sta e critica il provvedimento, sollevando anche le proteste della stampa quando alcuni giornalisti vengono esclusi da una conferenza indetta proprio dal presidente. E mentre la politica pontina è impegnata a salvaguardare le proprie poltrone, la natura si riprende ciò che la cattiva gestione della cosa pubblica ha permesso di fare all’uomo. Stiamo parlando della spiaggia di Latina ormai mangiata dal mare per errori di valutazione, poca manutenzione e una politica a lungo termine praticamente assente. Molti cittadini, comunque, hanno esultato per questa opera naWXUDOH GHO PDUH SHUFK« LO PRWR RQGRVR sta divorando anche le casette costruite abusivamente, e mai fatte abbattere, presenti sulla spiaggia. Il mese si chiude con la tragedia che funesta il SIC day, la manifestazione motociclistica organizzata presso l’impianto del Sagittario sulla Pontina per ricordare Marco Simoncelli. Nel corso dell’esibizione l’ex pilota Doriano Romboni muore dopo essere stato travolto dalla moto del suo amico e collega Gianluca Vizziello, in seguito ad una caduta. In pratica, allo stesso modo con cui era morto due anni fa il povero Sic sul circuito di Sepang. L’incidente al Saggita-

rio fa scendere in secondo piano i maJQLˋ FL ULVXOWDWL GHO /DWLQD &DOFLR FKH OR stesso giorno, il 30 novembre, batte la Juve Stabia 1-0 e centra il 13° risultato utile consecutivo. La settimana prima, la squadra di Breda, aveva trionfato per 2-1 al Renzo Barbera di Palermo per 2-1, toccando il punto più alto della storia calcistica del capoluogo.

DICEMBRE

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L’albero in Piazza del Popolo sarà l’argomento del mese? Non siamo in grado di prevedere ciò che accadrà a dicembre. Ma come tutti gli anni probabilmente sarà l’albero di Natale, presente in piazza del Popolo, ad accendere le più “importanti” discussioni da bar. “E’ orrendo”, “ è bellissimo”, “meglio quello di cinque anni fa” , “no no, le luci sono più belle ora”. Insomma, ognuno la vede come vuole. Dopo un anno fatto di tragici episodi di cronaca, di votazioni e scelte politiche, e gioie spesso legate allo sport, nell’ultimo mese dell’anno l’aria che si respira ha un sapore nuovo, forse più rilassato. Saranno le temperature basse, le luci di Natale e le vetrine addobbate a festa. In questo periodo natalizio le persone hanno più tempo per rileggersi il proprio diario, il proprio anno e trarre le proprie somme. I portafogli sono più leggeri e la vita economica e sociale della città e del circondario soffre anche per questa condizione. Forse ª WHPSR GL ULˌ HWWHUH VX TXHVWR VWDWR GL cose, di riprendere energia e di rinnovarsi con uno spirito fatto di idee e di VSLQWD LPSUHQGLWRULDOH DIˋ QFK« GDO deterioramento delle grandi industrie possano risorgere piccole ma solide realtà, e dal decadimento morale possa risollevarsi una coscienza più civile.



ZERO LIMITI Il mondo della notte

Capodanno al Twentyfour Iniziato il countdown Al 24 arriveranno Giulia Michelini e Marco Bocci di MAURO BRUNO

Inarrestabile 24 Twentyfour. Prosegue senza sosta la stagione 2013/2014 che si sta caratterizzando per la qualità degli ospiti e per il numero di affezionati che cresce di settimana in settimana. Concluse le prime e fortunate apparizioni della “new era” ci si prepara all’esclusivo capodanno, il veglione di San Silvestro che resta uno degli appuntamenti più attesi della discoteca di via dei Cappuccini. Il 31 dicembre sarà l’appuntamento da incorniciare che concluderà nel migliore dei modi il 2013 ed aprirà al nuovo anno con rinnovato enWXVLDVPR $QGDWR LQ VRIˋWWD 'DQWH Mezzanotte, interpretato dall’attore Andrea Sartoretti che ha vestito i SDQQL PDˋRVR GL 6TXDGUD $QWLPDˋD RVSLWH VDEDWR VFRUVR DUULYHU¢ QHL prossimi giorni e più precisamente sabato 14 dicembre la bella e braYD *LXOLD 0LFKHOLQL OD PDˋRVD 5RV\ $EDWH GL 6TXDGUD $QWLPDˋD FKH VDU¢ protagonista della notte del 24. A loro è toccato e toccherà il compito di entusiasmare il pubblico del 24 in 118 | NUMERO ZERO | 12.2013

questo mese di dicembre per arrivare alla notte di capodanno. E le soprese QRQ VRQR FHUWR ˋQLWH $Q]L VL ODYRUD già al mese di gennaio. E proseguono le trattative per Marco Bocci sempre dalla fortunata serie TV “Squadra $QWLPDˋDȥ 5LQR H 0DWWLD 3ROYHULQR infatti, stanno attendendo dall’organizzazione la data del personaggio sicuramente più atteso, il commissaULR 'RPHQLFR &DOFDWHUUD GHOOD ˋFWLRQ TV campione di telespettatori di questa stagione. Marco Bocci infatti resta l’ospite attorno al quale si sta concentrando la maggiore richiesta del pubblico femminile della discoteca di Latina. Non sarà comunque l’unica sorpresa del 2014. Sembra già certa infatti a JHQQDLR OD SUHVHQ]D GL 5RXO %RYD LO quale ha rimandato solo di qualche settimana la sua partecipazione a Latina. Insomma se il 2013 si concluderà nel migliore dei modi non è certo da sottovalutare il 2014, dove il palco del 24 sarà ancora protagonista con i volti tv, del cinema e della grande musica da discoteca. Per sottolineare OD QHZ HUD OD QXRYD HG HIˋFDFH HUD


L’epicondilite (Il gomito del tennista) Tale termine si riferisce ad una sindrome dolorosa a carico della regione laterale del gomito(epicondilo) e prende origine dall’overuse dei tendini dei muscoli estensori del polso e della mano che si inseriscono tutti insieme a tale livello(tendinopatia inserzionale). 9LHQH FODVVLˋ FDWD FRPH SDWRORJLD GHJH QHUDWLYD LQˋ DPPDWRULD GHOOD JLXQ]LRQH osteo-tendinea causata da movimenti reiterati o attuati con troppa intensità. Tra gli sportivi i più colpiti sono i tenniVWL GD TXL OD GHˋ QL]LRQH DQJORVDVVRQH di “tennis elbow”(gomito del tennista), però non è detto che non possa colpire DQFKH DOWUL WLSL GL VSRUWLYL FRPH JROˋ VWL schermitori e laciatori. Vari fattori possono favorire l’insorgere della patologia: il livello di abilità tecnica(più frequente dei giocatori di basso livello e amatoriali), l’uso di racchette con caratteristiche tecniche e strutturali non adeguate, le dimensioni del manico della racchetta, il modo di impugnare la racchetta, la tensione delle corde. La fascia di età più frequentemente colpita è quella media, uomini e donne tra i 30 e i 50 anni. Tale patologia però colpire anche soggetti non sportivi, come le casalinghe, i pianisti e chi lavora molte ore al computer. La diagnosi è essenzialmente clinica, la sintomatologia è caratterizzata da dolore a livello del gomito che può irradiarsi ai muscoli dell’avambraccio e aumentare durante l’estensione del polso e delle

dita(test del sollevamento della sedia o del 3 dito). La diagnostica strumentale è di poco aiuto, se non nelle fasi croniche. ,O WUDWWDPHQWR ª PHGLFR H ˋ VLRWHUDSLFR ROWUH DL FODVVLFL DQWLQˋ DPPDWRUL PROWR utile è la borsa del ghiaccio(15-20 minuti più volte al giorno) associata ad un periodo di riposo funzionale. Importantissima alla luce degli ultimi risultati della letteUDWXUD LQWHUQD]LRQDOH ª OD ˋ VLRWHUDSLD LQ tesa come riabilitazione a base di esercizi eccentrici di allungamento e di rinforzo muscolare. Possono essere utili terapie antalgiche come laser, crioultrasuond e il nuovo interX(sixtus), che nell’immediato possono aiutare a far diminuire la sintomatologia.Utile l’utilizzo di un tutore a scopo di detensionare la muscolatura e metterla a riposo. Sconsigliabile, almeno nelle prime 4-6 VHWWLPDQH OH LQˋ OWUD]LRQL GL FRUWLVRQL ci, visto che in tale arco di tempo la patologia quasi sempre recede, “wait and VHHLQJȥ /H LQˋ OWUD]LRQL SRVVRQR HVVHUH praticate eventualmente nei giocatori professionisti o dopo 4-6 settimane di trattamento infruttuoso. La letteratura internazionale dimostra che a distanza di 4-6 settimane i risultati del trattamento ˋ VLRWHUDSLFR H LQˋ OWUDWLYR VRQR SHUIHWWD mente sovrapponibili. ,PSRUWDQWH LQˋ QH OD PRGLˋ FD GHL IDWWRUL favorenti allo scopo di scongiurare le recidive e la cronicità, il cui rischio si aggira

comunque intorno al 5%. Utili possono essere le onde d’urto anche se i risultati riportati sono ancora GLEDWWXWL ,Qˋ QH terapie sclerosanti ecodoppler guidati sembra possano garantire ottimi risultati alla stregua del trattamento della tendinopatia Achillea ma i follow-up risultano essere a troppo breve termine per dare XQD ULVSRVWD GHˋ QLWLYD %LEOLRJUDˋ D Shock wave therapy for lateral elbow painR. Buchbinder et al. Cochrane database systematic review 2008 Issue 3 Lateral epicondylitis (tennis elbow): nomnoperative, open, or arthroscopic treatment?— J. Barringhton et al. Curr Opin Orthop 2003 -14:291-295 L’epicondilite omerale- V. Candela

DOTT. GIANLUCA MARTINI Specialista Ortopedico LATINA Largo Cirri, 10 - Tel. 0773/600733 DOGANELLA DI NINFA Via Corana, 2 Tel. 06/97625694 VALMONTONE Via kennedy, snc Tel. 06/9596699

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LISTA ZERO Politica e comunicazione

I giornalisti che determinano opinioni e agire politico di FRANCESCO MISCIOSCIA

Qualche giorno fa ascoltavo l’intervento di Eugenio Scalfari durante la trasmissione Otto e Mezzo e ricordo in particolare il passaggio in cui il fondatore di Repubblica dichiarava che non sarebbe andato a votare per le primarie, evidenziando contestualmente la sua distanza da Matteo Renzi. Questo episodio è solo un esempio di un ragionamento che già da tempo mi porta a considerare come i giornalisti – e, cosa particolare, soprattutto i protagonisti della carta stampata nelle loro “ospitate” nei talk show televisivi – siano oggi i più forti opinion leader politici. Di più, in molti casi – e quello di Repubblica e del suo storico “front man” è certamente fra questi – sono giornali e giornalisti a dettare la linea politica, molto di più di quanto non facciano onorevoli e uomini di partito. Da destra a sinistra, è innegabile che personalità come Scalfari, Massimo Giannini, in ambito diverso Marco Travaglio e Peter Gomez e dall’altra parte della barricata Feltri, Belpietro, Mulè e Sallusti siano non più semplicemente commentatori politici, ma coloro che molto spesso indicano la strada, disegnano scenari, individuano obiettivi, ascoltati, stimati e seguiti da una grande parte dell’elettorato. Quest’effetto ª FKLDUDPHQWH DPSOLˋFDWR IRVVH VROR SHU i grandi numeri che il piccolo schermo raggiunge rispetto a quotidiani e periodici, dalla presenza negli studi televisivi; tendenza a cui non a caso fa da contraltare un proliferare dalla mattina alla sera di trasmissioni che hanno proprio la politica al centro della scena. Ugualmente determinante è il peso dei conduttori televisivi, e questo a un occhio attento è ben evidente anche solo nell’atteggiamento che i padroni di casa dei talk hanno nei confronti dei loro ospiti: non più un accenno di sus120 | NUMERO ZERO | 12.2013

siego, ma anzi il piglio di chi detta le regole del gioco e se vuole – come si diceva da bambini - “porta a casa il pallone”. D’altra parte negli ultimi anni si è visto come siano stati proprio alcuni dei giornalisti protagonisti in tv addirittura a determinare, o quanto meno a indirizzare, favorire o dir si voglia, candidature e ascese politiche. A titolo di esempio, si pensi al ruolo che ha avuto Giovanni Floris per l’affermazione sulla scena pubblica di un personaggio come l’ex Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Tutto questo dovrebbe IDU ULˌHWWHUH SUREDELOPHQWH QRL HOHWWRUL prima ancora che gli stessi politici. Perché questo nuovo “ruolo” dei giornalisti, l’accentuata e crescente posizione di opinion leader se non decisori, rappresenta comunque un sovvertimento degli schemi della politica così come l’avevamo conosciuta nel corso del Novecento e ancora QHL SULPL DQQL 'XHPLOD ( SL» VSHFLˋFDmente, sovraccaricando in fondo di potere TXHOOH FKH XQ WHPSR YHQLYDQR GHˋQLWH OH “sentinelle della democrazia”, rischia di diventare un processo negativo proprio per il gioco democratico. Per il resto, sorprende o quantomeno colpisce che questo tipo di processo che ha come assoluti protagonisti i giornalisti si sia sviluppato proprio nel momento in cui, abbiamo vissuto in Italia un abbassamento della qualità, professionale e di analisi politica proprio degli stessi protagonisti del mondo dell’informazione. Anche questo fa ULˌHWWHUH H OD SULPD ULVSRVWD FKH PL YLHQH immediatamente in testa è che probabilmente lo “spread” qualitativo rispetto al passato ha riguardato certamente i professionisti dei media, ma evidentemente è stato ancora più accentuato per gli uomini di partito e delle istituzioni. Marketicando www.francescomiscioscia.it



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Dal 29 novembre al 1 dicembre gli spazi dell’“Expo Latina” sono stati aperti per l’XI edizione di Athena 2013. Non solo mostra mercato dell’imprenditoria ma un grande contenitore nel quale si sono alternati importanti momenti di formazione e di confronto che hanno visto protagoniste le imprenditrici del territorio. I convegni a cura del Comitato per l’Imprenditoria Femminile sono stati appositamente pensati per le picFROH H PLFUR LPSUHVH ORFDOL DO ˋ QH di offrire loro degli utili strumenti che le rendano competitive. Perciò sono state affrontate le seguenti tematiche: quanto sia importante che l’impresa agisca in rete con le altre LPSUHVH DO ˋ QH GL DEEDWWHUH L FRVWL GL produzione o rendere maggiormente HIˋ FLHQWL L VHUYL]L UHVL VRQR VWDWH DS profondite le modalità di approccio ai mercati esteri, sono stati esaminati i dati relativi allo Sportello Donna, aperto presso la Camera di Commercio a partire dallo scorso giugno e rivolto alle donne che vogliono fare LPSUHVD LQˋ QH VL ª FHUFDWR GL LQGD gare sulla normativa inerente il microcredito nella Regione Lazio e sulle WLSRORJLH GL ˋ QDQ]LDPHQWL SHU OH VWDUW up. Accanto ai momenti di formazione, DO ˋ QH GL FRQWHPSHUDUH OH HVLJHQ]H delle donne divise tra impresa e famiglia, Athena ha voluto prevedere al suo interno i “Laboratori del fare” dedicati ai bambini quali imprenditori del futuro, dimostrando in tal modo come, in fondo, sia facile conciliare e andare incontro alle donne lavoratrici. 1HOOȢRWWLFD FKH LPSUHVD ª DQFKH UH sponsabilità sociale, ovvero, che l’imSUHVD ª DQFKH XQ FRQFUHWR IDWWRUH GL crescita e sviluppo della società, sono stati vissuti momenti di grande interesse nel corso del convegno avvenuWR LO QRYHPEUH GXUDQWH LO TXDOH ª stato proiettato un estratto del pluripremiato documentario ATLANTIS e sono state raccolte le testimonianze di due donne che hanno scritto la storia. Parliamo di Margherita 'RJOLDQL WLWRODUH GHO %LVFRWWLˋ FLR GL Carrara denominato anche come “la fabbrica che sforna dolci e produce SHQVLHURȥ LQ FXL DSSXQWR ª VWDWR UHD lizzato un modello di come dovrebbe essere vissuto il lavoro, tra professio-

nalità e forti relazioni personali, nel quale la fabbrica assume un ruolo nuovo quale luogo di pensiero e di cultura e non soltanto di lavoro. E la ormai famosa Sacconi Rosa Giancola, da operaia a consigliera regionale, leader della più lunga occupazione femminile della storia italiana, quella avvenuta nel dicembre 2010 alla Tacconi Sud di Latina. In tale contesto ha assunto grande valore anche l’operato di Nadia Fontana che in qualità di Direttrice della casa circondariale di Latina ha dato ampio spazio alle arti e ai lavori manuali per la rieducazione delle detenute, sposando a pieno OD ˋ ORVRˋ D ȤVHFRQGD RSSRUWXQLW¢ȥ JL¢ concretizzatasi presso la casa circondariale Borgo San Nicola di Lecce, GDOOD TXDOH ª VWDWR ODQFLDWR XQ YHUR e proprio marchio “made in carcere” per i prodotti realizzati artigianalmente dalle detenute. Ma le novità dell’XI edizione di Athena non si sono fermate qui. All’ingresso della mostra sono state esposte le opere d’arte realizzate dalle imprenditrici del territorio con materiali prodotti nelle loro fabbriFKH HG ª VWDWR FRQVHJQDWR LO 3UHPLR Athena 2013 alle 5 imprenditrici, ciascuna per ogni categoria economica, presenti tra le espositrici e scelte dalla commissione di giornaliste in quanto distinte per la loro passione, impegno e capacità imprenditoriali dimostrate nella gestione della loro impresa. ,Qˋ QH QRQ SRVVLDPR QRQ ULFRUGDUH che quest’anno Athena ha ospitato XQ PRPHQWR PROWR HGLˋ FDQWH SHU l’intera città di Latina, rappresenta-

to dalla tappa conclusiva del “6° Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, manifestazione di carattere nazionale, promossa da Union-camere H SHU OD TXDOH /DWLQD ª VWDWD VFHOWD insieme ad altre 9 città italiane quale sede di dibattiti, incontri e workshop LO FXL ˋ OR FRQGXWWRUH ª VWDWR UDSSUH sentato dal rapporto tra imprenditoria femminile e turismo, visto come macro-settore che attraversa l’artigianato, il Made in Italy, l’enogastronomia e l’economia sostenibile. Non possiamo che fare i complimenti a Laura Brida, organizzatrice dell’evento e Presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Latina che quest’anno ha colto i consensi di tutti a partire dai visitatori, operatori del settore, amministratori locali, regionali e nazionali che hanno risposto con grande entusiasmo e importante presenza alle iniziative della Fiera. /ȢDXJXULR ˋ QDOH ª FKH OH EXRQH SUDVVL descritte durante Athena siano da reale stimolo per i nostri amministratori e imprenditori locali.


Il Natale porta sempre con se una atmosfera particolare, intrisa di magia. Quest’anno a Latina lo spirito natalizio ha fatto in modo che si incontrassero e si fondessero insieme un gruppo di giovani musicisti pieni di talento e speranze, il dolce canto di una corale, l’incanto della musica, XQȢ$VVRFLD]LRQH XQ EDPELQR HG ª nato il primo Concerto di Natale per archi organizzato da Alessia e i suoi angeli ONLUS , la neo costituita WE Orchestra e la Corale Polifonica “le 6 dolci note…+1”. Ȥ$OHVVLD H L VXRL DQJHOLȤ ª XQD RUJD QL]]D]LRQH QR SURˋ W FKH D /DWLQD KD realizzato la stanza di pronto soccorso pediatrico all’Ospedale Santa Maria Goretti e realizza una miriade di micro progetti all’interno delle scuole materne ed elementari; a livello nazionale ha contribuito a fondare il Comitato Nazionale per Lotta alla Meningite ed ha partecipato ai lavori per la stesura del “Piano di Azione sulla disabilità della Cooperazione ,WDOLDQD D OLYHOOR LQWHUQD]LRQDOH ˋ nanzia in Madagascar, attraverso l’invio di fondi e materiali un ospedale, un dispensario medico ed una casa famiglia per minori maltrattati.

La WE Orchestra nasce per iniziativa di giovanissimi musicisti della Provincia di Latina, i suoi elementi hanno molteplici esperienze in formazioni, solistiche, cameristiche e lirico-sinfoniche e diventeranno a breve un valido esempio dell’eccellenza pontina. E’ così composta: Violini I - Roberto Testa, Chiara Lu-

Quest’anno il Risto Club “Mela Rossa” vuole dare il proprio benvenuto alla magia delle feste in grande stile e nel rispetto delle tradizioni per un Natale caldo, coinvolgente, ricco di stimoli. Insieme e con la collaborazione delle giovani organizzatrici della Monila Controcorrente Eventi sono state pensate due giornate particolari per vivere le feste con semplicità ed entusiasmo garantendo il divertimento sia agli adulti che ai piccini. Il primo DSSXQWDPHQWR ª ˋ VVDWR SHU LO YHQHU dì 6 dicembre ore 20.00 con la “Cena di Gala” durante la quale si potranno ascoltare le note barocche provenienti dal duetto di violino e violoncello a cura del Collegium Musicum di Latina, degustare un’ottima e abbondante cena e lo squisito vino dell’enoteca Marocco, tutto ciò in compagnia dei

propri amici per una serata divertente ma anche rivolta al sociale, infatti sarà presente L’Anaids – Lazio per della raccolta fondi che saranno devoluti interamente al “Progetto SCUOLE”, progetto di prevenzione sul contagio da HIV, che vede l’Associazione già operativa su Latina per il terzo anno consecutivo a favore di quattro degli Istituti Superiori di Latina. Obiettivo di questa raccolta fondi sarà quella di poter realizzare una campagna di prevenzione in tutti gli Istituti Superiori della città di LatiQD ,O VHFRQGR DSSXQWDPHQWR ª SUHYLVWR per la domenica 15 dicembre ore 15.00 con “Una Lettera per babbo Natale” – ingresso Euro 5 a persona e i bambini sotto i 5 anni sono gratis. I bambini potranno trascorrere un incantevole pomeriggio tra favole animate a cura di Chiara Agresti, l’animazione di “Dipingi con l’Artista”, il coro di voci bianche del

dovisi, Stefano Zompi, Giorgia Rossetti. Violini II - Rebecca Raimondi, Vincenzo Tedesco, Cristina Chiricozzi, Gennaro Papa, Viole Matteo Rocchi Lorenzo Sbaraglia Violoncelli - Matteo Cutillo, Diego Santamaria Contrabbassi - Luca Nobile Percussioni - Andrea Montori, Luca Giacobbe , Daniele Sanna , Andrea Petracca Dirige il Maestro Demetrio Moricca Il concerto si terrà presso l’ Auditorum Liceo Classico Dante Alighieri di Viale Giuseppe Mazzini a Latina Martedi 17 Dicembre 2013 ore 20.30 &Ȣª XQ SDUWLFRODUH FKH ID GL TXHVWȢH vento un momento di speranza per chi ha bisogno, anche solo di un attimo, di normalità: il ricavato della vendita dei biglietti e delle offerte raccolte durante la serata saranno devolute al pagamento delle cure mediche del piccolo Alessio Pasqualato, nell’ambito del progetto: “AIUTIAMO UN ANGELO” dell’associazione Alessia e i suoi angeli. Per info: 328 3687388 - 338 4639282 www.dolcealessio.it www.alessiaeisuoi angeli.org

Collegium Musicum e tante golosità, mentre, mamma e papà si distrarranno con chiacchiere tra genitori dolci, FDIIª WKª H FLRFFRODWH FDOGH D FXUD GHO la Mela Rossa. Tutto ciò sino all’arrivo di Babbo Natale, i bambini potranno consegnargli la loro letterina dei desideri e fare con lui una bellissima foto ricordo. Anche in tale occasione VDU¢ SUHVHQWH XQ PRPHQWR EHQHˋ FR con il Centro Italiano Femminile che raccoglierà delle offerte libere per la conduzione della ricerca sull’incidenza della depressione post-partum tra le puerpere che risiedono nella città di Latina. In entrambe le occasioni verrà dato ampio spazio a esposizioni handmade, giovani marchi, auguri di buone feste da parte di alcuni negozianti della Provincia di Latina. Per ogni info si prega di contattare: 0773/664305 oppure 3385880669






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A volte ritorna. O meglio riappare. Come in tutte le piazze d’Italia le festività portano alla ribalta il suo elemento cardine, l’albero di Natale. E rispunta per il secondo anno consecutivo in Piazza del Popolo l’abete metallico: tanto discussa la sua apparizione lo scorso inverno si riprende il suo posto vicino alla palla comunale. Imponente e maestoso l’albero, quindici metri di altezza, domina sul centro della città, riempie di luci e giochi di colori la piazza principale. E i cittadini che ne pensano di tanta grandezza? I pareri e le opinioni restano discordanti in positivo o in negativo tra la gente che si trova a fare due passi in centro, a girare con la macchina nelle vicinanze presa dalla frenesia delle giornate lavorative. L’unica cosa certa è stata la curiosità e il clamore che ha suscitato quando sono iniziati

i lavori di posizionamento nell’Ottobre di oltre un anno fa per le feste natalizie dell’anno precedente. Cosa stanno preparando in centro, il mormorio dei curiosi, poi si è saputo che si trattava dell’albero di Natale donato da un imprenditore locale all’amministrazione comunale per l’80esimo anniversario della fondazione di /DWLQD 1RPH ULPDVWR LJQDUR ˋ QR DOOD sua accensione, il 23 Novembre 2012, per opera della Stim di Cisterna che ha voluto fare questo gradito omaggio alla cittadinanza. Piaccia o meno, dimenticate le polemiche delle passate festività, l’abete metallico è tornato al suo posto anche quest’anno: i cittadini hanno fatto molto meno caso a quello che è stato l’iter di preparazione, il gigantesco albero ha invaso il centro della città con il suo abbaglio di luci e colori.


natale 2013

1 - Chanel: Chanel è un luxury brand che è garanzia di stile all’ennesima potenza, non solo nelle meravigliose collezioni di moda prèt-à-porter. L’estetica Chanel Eyewear Collection Prestige 2013/2014 predilige due tonalità preziose quanto ricercate: il nero e il gold. 2 - Mito: Mito occhiali, marchio prestigioso, sinonimo di design, offre accessori che con la loro unicità contribuiscono a creare l’ identità propria di chi li indossa. 3 - Persol: Persol rilancia uno dei suoi modelli iconici, Persol PO714SM, con una preziona ed esclusiva collezione speciale ispirata alla celebre versione indossata da Steve Mc Queen. 4 - Italia Independent: E’ stata approvata a Parigi, la nuova collezione Italia Independent & Karl Lagerfeld, nuovo capitolo della serie “ Be independent HYHU\ZKHUHȥ b 5 - Oakley: Le maschere da neve Oakley sono state progettate per chi ama rispondere “Certo che sì!” a una domanda essenziale: vuoi dominare la montagna oppure no? Sono indossate dai rappresentanti dell’élite degli sport invernali, come Shaun White e (HUR (WWDOD b 6 - Gucci: Gucci presenta particolari modelli in chiave vintage, semplici e dalle tinte bicolore molto vivaci, forme classiche e montature in iniettato, con una calzata leggera e confortevole.

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natale coi fiocchi

La nostra storia inizia con... c’era una volta un pezzo di legno! Gli articoli Bartolucci nascono dall’esperienza di generazioni di artigiani del legno, sono fabbricati in Italia e realizzati su disegni originali. Sono oggetti da regalo, da collezione o accessori di arredamento, e non sono da considerarsi un giocattolo. Da noi puoi trovare: OGGETTISTICA IDEE REGALO OROLOGI CALAMITE DECORI PER CAMERETTE ARTICOLI PER LA SCUOLA LAMPADE E LAMPADARI

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natale 2013

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La piccola bottega Mayer nasce intorno al 1970 per volontà dell’artista Gustavo Mayer. Nel suo laboratorio coltiva le sensazioni, i sapori e le emozioni attraverso l’arte. Mayer riesce ad LQˌ XHQ]DUH OD IDPLJOLD FKH DF quisisce questa sua sensibilità e gli eredi coltivano presso scuole romane l’arte del confezionamento delle bomboniere. Fabiana porta avanti la tradizione nel suo negozio dove presenta, oltre ad una vasta gamma di articoli per bomboniere, degli esclusivi prodotti appropriati per le vostre LGHH UHJDOR 1HO QRVWUR VKRZ UR om la possibilità di trovare creD]LRQH XQLFKH H UDIˋ QDWH FRPH gli esemplari della collezione WILLOW TREE: angeli, statuine e quadretti nati da sculture scolpite a mano e riprodotte in resina. Da noi puoi trovare il Babbo Natale dell’artista americano JIM SHORE. Inconfondibile lo stile col quale sono realizzate OH ˋ JXUH FRORUDWLVVLPH H ULFFKH di decori, queste statuine in resina sono interamente dipinte a mano. Vogliamo rendere unici i momenti più importanti della tua vita!

WILLOW TREE Statuette angelo

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natale coi fiocchi

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Zuccotto 100% cashmere Euro 56,00 sciarpa Modal Euro 76,00 Cintura Euro 56,00 Giacca Duca Visconti 100% Lana Euro 215,00

Papillon 100% seta Euro 36,00

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Caro cliente, la ringraziamo per voler preferire i nostri prodotti che siamo orgogliosi di garantirne un perenne ciclo di vita. AG COLLECTION è un marchio che si contraddistingue per una linea di articoli di altissimo standard qualitativo. E’ il nostro studio di progettazione che, dopo accurate ricerche di mercato, fornisce ai nostri laboratori un chiaro dettato esecutivo,curato nei minimi dettagli che solo i nostri maestri artigiani possono svolgere con l’ ausilio di materie prime pregiate. Dopo un meticoloso controllo di qualità solo se rispondente ai requisiti ogni prodotto viene consegnato da Arnaldo e Gessica con professionalità ed un sorriso.

Camicie con bottoni in madreperla 100% cotone Prodotto interamente in Italia Euro 96,00

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Pantaloni Montezemolo Euro 129,00

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Mancinelli veste l’uomo elegante e di tendenza con un’ampia scelta di abbigliamento delle migliori marche, compresi abiti da cerimonia. L’esperienza, la professionalità, e lo speciale servizio abiti su misura rendono Mancinelli Uomo una delle realtà più affermate di Latina.

Sciarpe GALLO

Sciarpa, cappellino, calze, slip, porta carte di credito GALLO

Bracciale Orso in argento di Pomellato 67 (euro 375) Disponibile anche la collana (euro 590)

L’ultimo portafortuna di DODO: la coccinella in oro rosa, resina e smalto. (euro 110)

POMELLATO presenta tre gocce di ROUGE PASSION (euro 790). Burma: Anello in rubino sintetico e madreperla su oro rosa. Tangerine: Anello in zaffiro mandarino sintetico e madreperla su oro rosa. Jungle: Anello in zaffiro rosa sintetico e madreperla su oro rosa.

Papillon e cravatte FABIO TOMA

Anello Gucci Icon in oro giallo 18kt e zirconia con borchie (euro 490) Disponibile anche in versione senza borchie. (euro 330)

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Per questo Natale la gioielleria Wiquel propone gioielli delle migliori aziende italiane del mondo del lusso, con soluzioni adatte a tutte le età. L’utilizzo di argento ed oro rosa, abbinato ai colori di pietre semipreziose abilmente interpretate da Pomellato, Dodo e Gucci, permette alla gioielleria Wiquel di offrire prodotti moderni, pratici e duraturi nel tempo. Idee regalo che esprimono l’essenza del lusso accessibile senza rinunciare alla qualità della manifattura, il valore ed il design tipici del made in Italy.

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natale 2013

RIDUCELLA è un trattamento disintossicante, drenante che accelera il metabolismo da 20 a 80 centimetri in meno in 1 seduta! Si esegue la misurazione prima e dopo il trattamento ed è garantita la diminuzione che può variare da un minimo di 20 ad un massimo di 80 centimetri totali del corpo. I VANTAGGI: - Riduzione in centimetri sino ad un massimo di 80 centimetri; - Profonda disintossicazione; - Accelerazione del metabolismo basale; $]LRQH SXULˋ FDQWH GL WXWWR LO FRU po; - Eccezionale drenaggio dei liquidi corporei; 2WWLPD WRQLˋ FD]LRQH GHOOD SHOOH con effetto Lifting; - Rassodamento tessutale in caso di dimagrimenti; - Rimodellamento del seno e dei glutei; - Riduzione del doppio mento; - Azione defaticante antistress.

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10 - IL PARTENOPEO È il depositario della SMORFIA, Se viene estratto il 33? Il suo compito è GRIDARE ‘ll’Anne ‘e Cristo. 48? ‘O Muorto che pparla. 23? ‘O scemo! 9 - IL CONFUSO Quello che incappa nell’errore di scambiare il sei con il nove. 8 - I BAMBINI, i veri rompiscatole di tutte le tombolate, che frignano perché vogliono fare il banco 7 - L´ESOSO Gli esagerati che prenotano, come minimo, dieci schede. 6 - IL DISATTENTO Scusa ma è uscito il 2? “Ma il 54, il 76 e il 40 sono stati estratti? 5 - QUELLO CON IL PEZZO DA 50 EURO per pagare la sua sola, unica, misera cartellina 4 - IL SORDO eh scusa non ho capito, che numero è uscito? 3 - IL VINCITORE SERIALE L’odioso che prima si dedica alle tombole, progressivamente si prende anche quaterne e cinquine 2 - IL RICHIEDENTE Prima grida “vado per tre” – “vado per due” e poi se gli manca il 23 per la tobola comincia a dire “ 23! 23! Tira fuori il 23!” 1 - IL BURLONE Il simpaticone che al primo numero estratto grida: “AMBO”.


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Collana e orecchini in corniola, cristallo di rocca e pietre dure, lavorazione a mano. India

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Un piccolo concept store dove trovare idee e soluzioni per uomo e donna. Il negozio Idea di Pina Sorrentino è il luogo perfetto per ogni esigenza, la bottega delle esclusività e delle fantasie per regali originali e di gusto. Da quarant’anni con passione, la classe e la professionalità della signora Pina Sorrentino, icona dell’imprenditoria latinense e punto di riferimento dei commercianti del centro storico, sono al servizio della clientela in cerca della qualità e della ricercatezza. Abbigliamento e pelletteria, complementi d’arredo, accessori di moda, bigiotteria, gioielli in argento e tanti prodotti di pregevole fattura. In via Sisto V, c’è l’Idea vincente per ogni evenienza.

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Tempo di Natale e di offerte: Il K2 Chocolate, rinomato centro di abbronzatura ed estetica di Latina, mette a disposizione per tutti i nuovi clienti e solo nel periodo di dicembre la ricostruzione unghie in gel a soli 40 euro. Nelle giornate del 13 e 14 dicembre, inoltre, presso il Centro K2 si può avere una consulenza gratuita sul criolipoderma.

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Scoprire la natura sulle spalle di papà

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