

C.A.I. SEZIONE DI CARPI: Via Cuneo,51 - 41012 CARPI (Modena) - Telefono e Fax: 059/696808



Orari d’apertura: martedì e venerdì dalle 21 alle 23
Redazione: notiziario@caicarpi.it
C.P. 34 - c/c postale 17334418 - P. IVA 02178870362
RIFUGIO CITTÀ DI CARPI (CADINI DI MISURINA):
GESTIONE FAMIGLIA MOLIN - TEL. 0435 39139
SOCCORSO ALPINO
I Soci della nostra Sezione sono cortesemente invitati a prestare attenzione, ogni qualvolta trovano sulla stampa CAI Nazionale o di altre Sezioni, ad articoli inerenti il Soccorso Alpino. Detta benemerita istituzione è infatti oggetto di variazione statutaria, che non alterandone la funzione, almeno si spera, ne varia profondamente l’organizzazione.

Una apposita Assemblea dei Delegati è già fissata per Dicembre p.v. Chi volesse apportare considerazioni ai propri Delegati, sarà ben accetto.
I Delegati Sezionali Mario Guaitoli e Luisa Rebecchi
Via Cuneo, 51 - CARPI (presso la sede CAI) martedi e giovedi dalle ore 20 alle ore 23.
Info: totem.caicarpi@gmail.com
Dalila 347/8486232 - Monica 320/0710451
RIAPRE A SETTEMBRE!!!
AVVENTURE NEL MONDO
Ciao amici viaggiatori, siete rientrati dalle vacanze belli riposati? Per non perdere velocemente il gusto di viaggiare abbiamo subito pensato a voi ed ecco che riprenderemo con le proiezioni in Sala Congressi di via Peruzzi tutti i prossimi secondi mercoledì del mese. Ecco il calendario:
8 Settembre: ABC Argentina, Bolivia e Cile (di Emanuele Costetti)
13 Ottobre: TRANSEASTAFRICA (di Giovanni Sacchetti)
10 Novembre: PER AMORE DI DIA (di Giuliano Bandieri)
15 Dicembre: ISOLAMENTI di (Iago Corazza)
12 Gennaio: USA - CANADA, il sentiero dei patriarchi (di Vanni Giannotti)
Vi aspettiamo numerosi a partire dalle ore 21 con un piccolo rinfresco. Appassionatamente...
Daniele SalvioliESCURSIONI
11 e 12 settembre:
Gruppo del Catinaccio
Sabato 11: Partenza da Carpi ore 6,30 P.le Autocorriere. Arrivo ai Bagni di Lavina Bianca e salita al Rif. Bergamo, attraverso la Valle Ciamin.
Dislivello: m 1000 circa
Tempo di percorrenza: h. 3 - 3,30
Cena, pernottamento e 1ª colaz. in rifugio.
Domenica 12: dal Rifugio Bergamo al Passo di Molignon - Alpe Di Tires - Rifugio Bolzano
sull’altopiano di Siusi.
Dislivello in salita: m 600 circa
Tempo di percorrenza: h. 6 - Difficoltà: E
26 settembre:
Boschi del Carrega (PR) (soft trekking)
Partenza ore 7,00 Stazione Autocorriere.
Auto proprie. Pranzo al sacco.
Escursione attraverso la vasta area boschiva collinare, di grande interesse naturalistico, storico, culturale.
Percorso di media durata, circa 5 ore, senza dislivelli di riguardo, ma non pianeggiante, con sosta attrezzata a metà percorso presso il Centro Parco, ideale per Nordic Walking.
Necessario calzare scarponci o pedule collo alto, consigliato abbigliamento "lungo".
Accompagna: Mario Guaitoli
3 Ottobre:
MONTE ZEBIO (m.1717) - Altopiano di Asiago
Partenza da Carpi alle ore 6,30 p.le Autocorriere
Dislivello m. 700 - Attrezzatura da escursione.
Tempo di percorrenza: h. 5,30 - 6.
Percorso interessante per le testimonianze storiche della guerra 1915-18. Sul percorso sono ancora visibili camminamenti, trincee e gallerie.
24 Ottobre da Cassone a Pai (Lago di Garda)
Partenza da Carpi alle ore 7 p.le Autocorriere
Dislivello m. 500 circa. Attrezzatura: da escursione
Tempo di percorrenza: h. 5 circa.
Piacevole itinerario che corre alto sul lago in ambiente mediterraneo tra orti e terrazzi coltivati ad olivo unendo tra loro le contrade dell’entroterra gardesano immediatamente a ridosso dei centri rivieraschi.
14 novembre
CASTAGNATA SOCIALE... in luogo a sorpresa!
ESCURSIONISMO AVANZATO
IN COLLABORAZIONE CON IL CAI DI CASTELFRANCO E.
Responsabile: Dante De Simoni
Coordinatore: Marco Bulgarelli
Venerdì 17 settembre - Presentazione delle attività (chiusura iscrizioni)

22 e 29 settembre - lezioni teoriche in sede.
2-3 ottobre - 1ª uscita: Appennino modenese
Mercoledì 13 ottobre - 3ª lezione teorica


16-17 ottobre - 2ª uscita: Piccole Dolomiti
PERCORSI ALTERN...ATTIVI
IN COLLABORAZIONE CON IL CAI DI CASTELFRANCO E.
Responsabile: Marco Bulgarelli (059/689934)
18-19 settembre - Alpi Giulie - Cima Jof Fuart
Vie ferrate del Centenario e Anita Goitan - EEA
10 ottobre - Grigna - Cima Zuccone Campelli
Via ferrata Minonzio - EEA
24 ottobre - Monti Lessini - Cima Gramolon
Via ferrata Angelo Viali - EEA
7 novembre - Gruppo Lagorai - Cima Delle Buse
Todesche - Sentiero escursionistico - EE
QUESTIONARIO:
Caro Socio del CAI di Carpi,
a seguito del crescente sviluppo e utilizzo del sito Internet del Cai di Carpi da parte di un grosso bacino di utenza, il Consiglio avrebbe pensato di ridurre il numero di stampe cartacee del Notiziario della nostra sezione.
Il Notiziario è regolarmente disponibile sul sito internet www.caicarpi.it alcuni giorni prima della spedizione tradizionale della copia cartacea, via Poste Italiane.
È inoltre possibile scaricare e salvare una copia elettronica del Notiziario sul proprio computer, per future consultazioni.
Abbiamo pensato che la presenza del Notiziario sul sito abbia parecchi vantaggi, tra cui evitare sprechi di carta e spese per copie che non vengono consultate.
Inoltre, presso la sede del CAI, sono sempre presenti copie cartecee del Notiziario, consultabili e prelevabili, nelle serate di apertura.
Ma prima di procedere, vorremmo la vostra opinione, tramite un brevissimo questionario, che, a scopo di indagine, ci potrà far capire come muoverci in futuro.
Vi chiediamo cortesemente di selezionare una delle tre opzioni presentate qui di seguito:
1 - Vorrei continuare a ricevere il presente Notiziario in forma cartacea.
2 - Vorrei ricevere il Notiziario CAI direttamente nella mia casella di posta elettronica, al seguente indirizzo e-mail:
3 - Consulto e scarico regolarmente il Notiziario dal sito Internet del Cai Carpi e non mi interessa ricevere né via posta tradizionale, né via posta elettronica, copia del Notiziario.
Dati intestatario:
Nome:
Cognome:
Firma:
Una volta compilato, preghiamo di farci pervenire il presente foglio con una delle seguenti modalità:
– con consegna diretta presso la sede CAI o in palestra Totem, nelle serate di apertura.
– inviando la risposta tramite e-mail all'indirizzo di posta elettronica: notiziario@caicarpi.it.

– imbustato e spedito via posta tradizionale.
Grazie per la vostra collaborazione!
L’intestatario del presente modulo, dichiara di aver ricevuto completa informativa ai sensi dell’art. 13 D.lg. 196/2003, di conoscere i propri diritti come previsto dell’art. 7 del decreto medesimo, e pertanto esprime il consenso al trattamento ed alla comunicazione dei propri dati qualificati come personali dalla citata legge, nei limiti, per le finalità e per la durata, precisati nella presente informativa.
Data Firma intestatario
Dopo il grande successo ottenuto dai corsi di Nordic Walking in primavera, il team di Granpasso ha deciso di riproporne altri che si svolgeranno nei mesi di settembre e ottobre. Stesso istruttore e stessa formula in sei lezioni, che mette l’allievo nelle condizioni di potere praticare questa attività in tutta tranquillità, solo o con gli amici.



Dopo il corso, si entra di fatto nella mailing list con la quale comunichiamo tutte le attività che settimanalmente organizziamo, oltre alcune uscite la domenica anche solo per mezza giornata e spingendoci ad inforcare i bastoncini per qualche sabato e domenica.

All’interno del sito del CAI, sarà presto attivata una pagina dedicata al Nordic dove troverete tutte le notizie e novità. Noi vi assicuriamo benessere e divertimento a voi lasciamo il compito di metterci... le gambe!!!!
Per chi volesse avere più informazioni o volesse iscriversi al corso base, o per chi già ha fatto il corso ed ha camminato con noi e decidesse di associarsi al CAI (se non lo è già) ci troverà il martedi e venerdi sera presso la sede di Via Cuneo, 51, dalle 21,00 alle 23,00.
Un saluto cordiale, vivace, elettrizzante e sincero... a tutti i nostri amici sciatori e ciaspolatori che già ci conoscono e a quanti impareranno a conoscerci in questa nuova edizione che il team dello SCI CLUB CAI CARPI ha studiato apposta per tutti. E sapete perché ? Perché vogliamo gustarci ancora quei visi sorridenti e felici che abbiamo visto la stagione passata al rientro da ogni uscita. Per cui, fuori dalle valigie i costumi da bagno e i teli spiaggia e dentro tutto quello che serve per lunghe discese sulla neve o splendide passeggiate tra i boschi ammantati di neve e per i più pigri, un paio di scarponcini per belle passeggiate nei paesini di montagna che sempre ci donano serenità. Anche per questa stagione, che è a alle porte, abbiamo deciso di mantenere invariata la formula. Quindi vi proponiamo i fine settimana di due giorni a dicembre, prima del S.Natale, gennaio e febbraio. Non mancheranno le uscite di una sola giornata che hanno riscosso un gran successo. E ancora la sempre attesissima “SULLA NEVE COL CUORE” con gli amici dell’AMO. Le mete? Non possono mancare la Val di Fassa, la Val Aurina, la Val di Fiemme e la Val di Sole dove sempre abbiamo trovato splendido innevamento (Sono ammessi balli e canti propiziatori!!!) e l’ospitalità tipica dei gestori locali. Non mancheranno sorprese, che qui non sveliamo per creare un poco di suspance!!! Ma possiamo assicurarvi, se non la neve, tante risate in buona compagnia. Quindi sciolinate bene tavole e sci, pulite bene e oliate le ciaspole e se ce la fate... buttatevi in palestra per un poco di ginnastica!!!


Vi ricordiamo che ci trovate sempre sul sito internet del CAI e, per chi vuole dare suggerimenti o idee, la mailing list è sempre attiva. In più il gruppo SCI CLUB CAI CARPI è su Facebook!!! Più di così... Nell’ attesa delle prime nevicate autunnali, sperando siano copiose come quelle della scorsa stagione, vi invitiamo a venirci a trovare nella sede di via Cuneo 51 il martedi e il venerdi sera dalle 21,00 alle 23,00... anche solo per un saluto!!


Marco, Riccardo ed io decidiamo insieme di fare il Corso di Alpinismo: ormai andiamo in montagna insieme da un po’ e siamo affiatati: finito il corso siamo smaniosi di fare. Programmavamo dall’anno scorso il giro delle Bocchette, ma c’ è ancora troppa neve: che si fa in sostituzione? Dopo l’ultima uscita del Corso, si accende una lampadina: la traversata Vioz Cevedale! Io ho già percorso alcuni tratti bassi del giro e conosco un po’ la zona, si potrebbe fare.. Sentiamo un po’ di pareri e consigli dagli esperti (sopratutto Nicola, che ci ha fornito molto materiale, nonché ci ha stuzzicato l’entusiasmo), ci documentiamo su web, nella biblioteca del CAI di Carpi: si fa, si fa...

Sabato mattina siamo in strada. Alle 12:30 arriviamo a Malga Mare: ci tocca parcheggiare qui per chiudere l’anello (non abbiamo nessuno che può farci da taxi domani!). Il sentiero 127 ci permette coi suoi sali scendi di cominciare la carburazione: poi verso le 14 si taglia per Malga Saline, e da qui iniziano i 1500 m di salita verso il Rifugio Mantova. Dall’incrocio col 138, la salita non mollerà un attimo, ci farà sudare, ma sappiamo che domani sarà una gran giornata, e questo avvicinamento non ci demoralizza. Un camoscio ci osserva mentre saliamo: chissà cosa pensa. Riusciamo a scorgere il sempre più ristretto Ghiacciao del Careser, la Presanella, le Dolomiti di Brenta. In 5h arriviamo al Rifugio Mantova: giusto in tempo per vedere le nubi sommergerlo, e dopo una mezz’ora dal nostro arrivo, grandinata e inizio del festival delle raffiche di vento. Ci beviamo una meritata Radler, prepariamo l’attrezzatura per domani e ripassiamo i passaggi chiave della traversata.

Il rifugio Mantova è bello, ospitale, si mangia bene e i gestori e la gente che ci lavora sono gentili e cordiali. Un po’ maleducato il gruppo che alle 22 viene a letto e fino alle 22:30 prepara attrezzatura e parla senza nemmeno farlo a bassa voce: ci fanno perdere mezzora di prezioso sonno!
Durante la notte tanto vento e un bel temporale si sono fatti sentire: speriamo bene!
Alle 4 sveglia, vado in bagno e dalla finestra, vedo bianco per terra! Ha nevicato; poco, sarà caduto nemmeno mezzo centimetro (uscendo poco dopo scoprirò che è pure ben ghiacciata). Continua a tirare un forte vento. Il cielo non è limpido, è carico, le cime verso il San Matteo sono coperte, ed anche a est non è diverso: fortuna che dal rifugio non si vede il percorso che ci aspetta (beata ignoranza!). Il Brenta è ben illuminato dai fulmini che si abbattono dietro di lui: che brutte premesse... Anche per questo facciamo le nostre cose con calma, in modo da partire invece che alle 5 come avevamo programmato, un po’ più tardi nella speranza che questo sereno/tempesta si stabilizzi: è la nostra prima volta su un percorso del genere da soli (al di fuori di gite con guide alpine, CAI o corsi del CAI), quindi ci facciamo, rifacciamo, guardiamo e riguardiamo i nodi (ci leghiamo fin dal rifugio, in modo da evitare di doverlo fare in cima al Vioz al freddo e spazzati da un vento gelido).
Poi partiamo lo stesso e amen: sono le 6.
Il Cevedale e la Zufallspitze dalla cresta del Monte Rosoledi tornare indietro se con la nebbia si mette male: il Ghiacciaio dei Forni si vede poco, il Palon de la Mare (la nostra prima meta) è scoperto, però..dai, andiamo! Iniziamo male la discesa prendendola troppo diretta, c’era da stare più a sinistra: iniziamo così a saltare i primi crepacci. Dopo un po’ arriviamo su quella che deve essere la traccia/autostrada per la traversata, ma in certi tratti il vento l’ ha già coperta con la neve (davanti a noi dovremmo avere 4 o 5 cordate, ne vediamo solo due che stanno per arrivare sulla roccia del Palon, le altre saranno già avanti). Un po’ di nubi ci passano davanti e oscurano il Palon..


La cresta sud est del Palon non la attacchiamo subito, ma percorriamo qualche decina di metri di neve e poi saliamo sulla roccia (sono le 7:20): come consigliava anche la guida che avevo, e come hanno fatto le altre cordate davanti a noi. La salita su roccia non è segnalata da niente, ma è abbastanza intuitiva, e come dicevano certi forum “sono evidenti le ramponate sulle rocce”: passaggi non difficili (un po’ di esperienza in arrampicata e la Totem Family ci aiutato di sicuro però!). Il sole si riflette sulle acque del Lago Careser. Torniamo a pestar neve e arriviamo in cima al Palon de la Mare (8:30). Il Cevedale è ben coperto (come da quando abbiam lasciato il Vioz): proseguiamo su evidente traccia sulla cresta, ci diciamo di arrivare al bivacco Colombo e poi valutare. Discesa insidiosa per il gran numero di crepacci (anche ben ravvicinati) da saltare. Mentre scendiamo vediamo al Colombo un po’ di gente. Dopo ne vediamo alcuni che attaccano la cresta del Rosole, e due che scendono per il ghiacciaio verso il Larcher. Il Cevedale adesso inizia a scoprirsi ogni tanto: ciò ci scalda il cuore. Arriviamo al Colombo che non c è più nessuno (9:15). Finalmente il San Matteo (dove eravamo stati a fine giugno col Corso di Alpinismo) permette di farsi fotografare! Decidiamo di partire, sembra che il tempo stia migliorando per diventare abbastanza limpido (almeno sul nostro tracciato). Attacchiamo quindi la cresta del Rosole. Salendo

il Rosole, dopo poco sembra ci sia una traccia che va verso destra, senza salire, ma poi scopriamo che è cieca. In realtà prima di deviare verso destra, c’ è da salire decisamente verso l’aerea cresta. In questo tratto di roccia perdiamo un po’ di tempo per seguire la traccia: fortuna che ci eravamo slegati, così non abbiamo avuto anche questo handicap.
Un bel sospiro di sollievo quando finalmente torniamo sulla neve (si sono visti gesti di esultanza). Ci rileghiamo (10:45) pronti per attaccare il Cevedale, che già da un po’ è sgombro da nubi: dovremmo quindi riuscire a farcela, siamo stanchi ma carichi. Purtroppo Ortles e Gran Zebru mostrano ogni tanto solo la parte sommitale della cima: peccato, niente “panorami a 360 gradi”. Partiamo, ancora crepacci: se ne vedono in


lontananza di veramente grandi. Percorriamo la salita con passo lento ma costante (“Dai, ormai ci siamo!”), e alle 11:50 siamo su: osserviamo tutto il tracciato che abbiamo percorso. C’ è un sacco di gente, e decidiamo di partire subito verso la Zufall, la nostra ultima cima della giornata. Crestina sottile, che dopo un po’ si abbandona scendendo sotto la crepaccia terminale (e che crepaccia!), per poi risalire. Alle 12:20 appendiamo picche e corda sulla croce della Zufall: ce l’ abbiamo fatta, gran pacche sulle spalle e cinque che vengono battuti! Qui facciamo la sosta più lunga (si fa per dire) per mangiare qualcosina (ci eravamo già fermati ogni tanto, ma mai più di 5 minuti), cercando anche di spicciarci perché da metà tratta Cevedale-Zufall le nubi sono tornate a fare capolino (arrivano dalla Val Martello). Iniziamo a scendere, dopo poco ci sleghiamo nonostante vediamo che qualche decina di metri di neve qua e la saranno da percorrere, perché su roccia rende lenti stare legati, e tanto la neve abbiam visto che non è ghiacciata. Dopo un po’ ci togliamo pure i ramponi, per lo stesso motivo. Qui notiamo un particolare che ci fa raggelare. vediamo un

crepaccio che sarà largo 2 metri e mezzo, ma che ha un ponte di neve che lo chiude scoprendo solo le estremità: il che vuol dire che arrivandoci di fronte si penserebbe che siano due piccoli crepacci distanti tra loro un paio di metri... E invece è uno unico enorme! Scendendo dalla Zufall verso la Forcola, dopo una mezzora (indicativa) di discesa, si arriva a un punto dove c’ è una bella traccia che scende verso destra e scende graduale, e un’ altra a sinistra invece che scende ripida. Quella di destra è ben pestata, ed essendo graduale ci pare sia quella migliore e la prendiamo. Accidenti, dopo qualche centinaio di metri si rivela sbagliata. Proseguiamo con l’offroad, sembra possibile proseguire: è una bella discesa ripidina su sfasciume e rocce instabili, cerchiamo di prendere tutti i canali di neve per alleggerire il carico sulle ginocchia: si vede comunque che l’ hanno sbagliata in tanti, visto che ogni chiazza di neve che abbiam visto era pestata! Verso le 15:30 arriviamo sul sentiero della Forcola (le marmotte ci salutano fischiettando, lasciandosi osservare per un bel po’ prima di sgattaiolare nelle loro tane), circa alla sua metà, e prendiamo verso Larcher e in seguito verso Malga Mare. Arriviamo alla macchina alle 17:30. Una stretta di mano finale, una “svaccata” sul prato, e un’apparecchiata di materiale per terra per sistemare un po’ l’utensileria. Che giornata! È proprio un bel giro, ma c’è da essere allenati: il primo giorno il gps ha contato 10 km e più di 1500 m di dislivello, oggi ne ha contati 23 km, ma il dislivello non ci è dato saperlo visto il Sali scendi continuo (ma credo che arriviamo ai 1000). Passaggi su roccia lunghi e non banali, numerosi crepacci saltati: un battesimo alpinistico di degno conto per una cordata che si consolida.
Andrea, Marco, Riccardo
Risale a poco più di un anno fa l’ambito riconoscimento UNESCO alle Dolomiti, una straordinaria vittoria di chi da tempo richiedeva una maggiore considerazione per questo magnifico simbolo delle nostre montagne. La World Heritage List, o lista del Patrimonio dell’Umanità, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972 e periodicamente aggiornata, ha lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti scelti per costituire il Patrimonio Mondiale, selezionati per le loro caratteristiche specifiche che li rendono il miglior esempio possibile del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. Ma un altro grande gruppo montuoso attende ancora di vedere sancito il proprio eccezionale valore: il Monte Bianco. Il massiccio del Monte Bianco rappresenta senza dubbio un luogo simbolo dell’alpinismo e della wilderness montana europea, culla della storia dell’alpinismo e splendido teatro di avventura in alta quota, ma anche il nostro più grande serbatoio di risorse idriche per la pianura in un ambiente unico al mondo; eppure, paradossalmente, esso ad oggi non gode di alcuna reale protezione. Tutte le più alte vette degli altri continenti sono state oggetto di conservazione attraverso l’istituzione di zone di tutela con appositi provvedimenti legislativi, invece il “tetto d’Europa” -anche se oramai l’allargamento geografico fa sì che il Monte Bianco non sia più la più alta vetta del nostro continente- ancora non trova pace.
Nel 1990 ad Annecy i tre governi di Italia, Francia e Svizzera e quelli locali della Valle D’Aosta, dell’Alta Savoia e del Cantone del Vallese vararono il primo documento comune sui problemi del monte bianco: eliminando prudentemente la parola “parco”, compare il termine assai più ambiguo di “spazio”, a testimonianza di una volontà iniziale che verrà confermata negli anni seguenti. Nasce la Conferenza Transfrontaliera, che però perde l’opportunità di inserire il Monte Bianco nella legge quadro sui parchi nazionali, la n° 394 del dicembre ‘91. In Italia il Ministero per l’Ambiente non ha fatto nulla per bloccare i cantieri

dell’autostrada, ormai giunti alle porte di Courmayeur e ai piedi del massiccio; in Francia soprattutto sono continuati preoccupanti lavori di ampliamento di rifugi come quelli del Gouter e dei Cosmiques, con conseguenti rischi di ulteriore affollamento ad alta quota. Numerose associazioni costituiscono l’8 giugno 1991 ad Evian il CIAPM, oggi denominato ProMontBlanc, Comitato internazionale che raggruppa 25 associazioni ambientaliste (tra le quali figura anche il Club Alpino Italiano) di Italia, Francia e Svizzera per la tutela del Monte Bianco.
L’operato di ProMontBlanc agisce in due direzioni: lo sviluppo sostenibile del suo territorio (vedi l’ideazione e la realizzazione del “Termometro del Monte Bianco”) e la candidatura UNESCO del massiccio. Da tempo infatti è stata lanciata l’iniziativa per inserire il Monte Bianco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità, con l’obiettivo di studiare e sostenere le misure più efficaci per preservare il patrimonio ecosistemico ed il significato culturale di questo straordinario complesso montuoso. Gran parte dei Comuni della Valle di Chamonix e tutti i cinque Sindaci della comunità montana Valdigne-Mont Blanc hanno espresso il loro sostegno alla proposta. Il Governo francese ha inserito già nel 2000 il Monte Bianco nella Lista indicativa per le candidature UNESCO e lo stesso ha fatto, nel gennaio 2008, il Governo italiano. L’IUCN, il Comitato internazionale di conservazione della natura che istruisce le candidature naturalistiche per la Lista UNESCO ha già espresso il suo pieno sostegno alla candidatura del Monte Bianco. Manca però sempre un vero e proprio dossier di candidatura transfrontaliero ed il suo deposito; questo può avvenire solo da parte dei Ministeri competenti, con il sostegno delle Regioni. La Regione Valle d’Aosta non ha invece finora sostenuto questa proposta di candidatura, ed il nuovo Governo italiano non si è attivato per proseguire il lavoro già avviato. Il riconoscimento UNESCO sostiene e sancisce l’unicità di questo straordinario massiccio che con le vallate che lo

umanità. Ciò significa promuovere e valorizzare i territori e le comunità locali in una prospettiva internazionale, che ne esalti gli aspetti più rilevanti e caratteristici in difesa dei Beni Comuni ed Immateriali. Il patrimonio culturale e naturale rappresenta il punto di riferimento, il modello, l’identità dei popoli e costituisce l’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future.



L’UNESCO non pone vincoli, ma i siti del patrimonio mondiale naturale devono disporre già al momento della candidatura di una condizione di completa ed efficace tutela che deve essere applicata e rispettata; questa tutela ad oggi ancora non è presente sul territorio del Monte Bianco, e per la candidatura UNESCO occorrerà uno sforzo legislativo in questo senso. La popolazione interessata deve essere
passo devono essere i valligiani stessi, per questo è fondamentale l’informazione ed il dialogo diretto con i residenti. L’estate 2010 vede un primo grande sforzo delle associazioni in questa direzione, attraverso contatti con le amministrazioni locali e un rapporto diretto incontrando i cittadini nelle valli. Lo sforzo dovrà continuare, per le Dolomiti sono occorsi sedici lunghi anni arrivando ad un punto di arrivo che in realtà è un punto di partenza, del quale vedremo gli sviluppi nel corso dei prossimi mesi; per il Monte Bianco la strada da fare è ancora molto lunga ed impegnativa, ma questo massiccio che racchiude in sé la storia dell’alpinismo così cara al CAI e un patrimonio naturale e culturale inestimabile merita tutte le attenzioni degli amanti della montagna.
Fabio Valentini



