NO TIZIE NOTIZIE
Orari d’apertura: martedì dalle ore 21,00 alle ore 22,30 e giovedì dalle ore 16,00 alle ore 19,00
Redazione: notiziario@caicarpi.it
Rifugio Città di Carpi (Cadini Di Misurina): Gestione Famiglia Molin - Tel. 0435 39139
Il Consiglio Direttivo della Sezione di Carpi del Club Alpino Italiano Il Direttivo della Sezione di Club Italiano porge a tutti i soci ed amici i migliori auguri di porge a tutti i soci ed amici i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo Buon Anno Nuovo
CENA DEGLI AUGURI
GIOVEDÌ 15 DICEMBRE alle ore 20,00
Presso la sede (Sala delle Stagioni)
Menù: Gnocco fritto, affettato, dolce, bevande.
Prenotazioni entro giovedì 8 dicembre.
Numero massimo partecipanti: 70.
ASSEMBLEA ORDINARIA
ORARI APERTURA SEDE
Giovedì pomeriggio dalle ore 16:00 alle 19:00. Martedì dalle 21:00 alle 22:30.
CHIUSURA SEDE
La Sede rimarrà chiusa per le festività Natalizie dal 23 dicembre 2022 al 9 gennaio 2023.
RINNOVO QUOTE SOCIALI 2023
Giovedì 23 marzo 2023 alle ore 8,00 in prima convocazione
Giovedì 23 marzo 2023 alle ed in seconda convocazione, comunque valida ed in seconda convocazione,
VENERDÌ 24 MARZO 2023
alle ore 21 presso la Sede CAI in via Cuneo 51.
ORDINE DEL GIORNO:
- Nomina Presidente e Segretario dell’Assemblea
- Relazione del Presidente
- Relazione di missione e relativa votazione
- Presentazione Conto Economico e Stato Patrimoniale esercizio 2022 e relativa votazione
- Relazione Revisori dei Conti e relativa votazione
- Relazione attività 2022
- Nomina di 2 Delegati all’Assemblea Nazionale
- Votazione membri della nuova Commissione
Elettorale per rinnovo cariche triennio 2024-2026
- Quote sociali 2024
- Premiazione Soci 25/50/75 anni di iscrizione.
- Varie ed eventuali
LA PRESENTE COMUNICAZIONE SERVE COME CONVOCAZIONE ALL’ASSEMBLEA.
I Soci possono prendere visione del bilancio 15 giorni prima e 15 giorni dopo l’Assemblea.
Nella seduta del 3 ottobre 2022 il Consiglio Direttivo ha deliberato di mantenere invariate per il 2023 le quote associative:
SOCIO ORDINARIO: euro 43,00
SOCIO FAMIGLIARE: euro 22,00
SOCIO GIOVANE: euro 16,00
SOCIO JUNIORES: euro 22,00 (età compresa tra i 18 e i 25 anni)
L’ALPINISMO CARPIGIANO
DAL SETTECENTO AI GIORNI NOSTRI
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C.A.I. SEZIONE DI CARPI - APS: Via Cuneo, 51 - 41012 CARPI (Modena) - Telefono e Fax: 059/696808
La storia dell’alpinismo carpigiano raccontata da Dante Colli è acquistabile presso la sede e le librerie.
MONTAGNE 360
Questo dicembre uscirà l’ultimo numero di “MONTAGNE 360”. Cambio al vertice della direzione editoriale del CAI.
Con la fine del 2022 si conclude l’esperienza del periodico Montagne 360
Da gennaio potrebbe tornare a chiamarsi con il nome storico di “Rivista della Montagna”, anche se la decisione finale non è ancora stata presa.
Con la nomina, qualche mese fa, del nuovo presidente del Cai centrale Antonio Montani, cambia anche il responsabile editoriale della testata.
Marco Albino Ferrari subentra a Luca Calzolari
Al posto del bolognese Luca Calzolari è stato nominato il milanese Marco Albino Ferrari. Alla direzione editoriale Albino Ferrari aggiunge l’incarico di responsabile delle attività culturali del Cai.
Classe 1965, è scrittore,sceneggiatore e giornalista,tra le voci più autorevoli della cultura delle Terre alte.
Le prime parole di Albino Ferrari: maggiore impegno per la difesa del territorio.
«Uno tra i diversi obiettivi che mi sono dato sul piano culturale è rilanciare la cordata con il Touring club italiano. In passato ha dato frutti importanti. Ma non solo, Cai e Tci uniti hanno una base di circa 550mila soci. Oltre mezzo milione, un movimento nell’ambito della protezione dell’ambiente senza pari in Italia.
Il Cai può incidere sui grandi problemi del presente: il fenomeno dell’overtourism, il proliferare di infrastrutture invasive, la trasformazione della montagna in parco giochi con voli d’angelo, panchine giganti, ponti tibetani. Invece, conoscere le specificità delle valli e dei boschi, apprezzarne i silenzi, accettare la frugalità dei rifugi, e poi decidere di mettersi in gioco salendo in quota è parte di una cultura della montagna che va continuamente sostenuta, per non deragliare in una visione consumistica, banalizzante e senza futuro».
BEER TREKKING SUL SENTIERO DEL SENTINELLO E MONTE CIVILLINA
Lo scorso 18 settembre in 18 abbiamo partecipato al Beer Trekking organizzatodalleSass.UnacamminatastupendasulSentierodelSentinello e Monte Civillina, in ambiente di grande bellezza e grande contenuto storico, ben raccontato dalle organizzatrici. Il tutto si è piacevolmente concluso con la degustazione al Birrificio Artigianale Ofelia. Una giornata ricca di paesaggi, memorie e sapori. Eccellente organizzazione, buona compagnia e ottime birre! What else?
3 NOTIZIARIO
ESCURSIONE AL CORNO DELLA PAURA
Bellissima escursione al Corno della Paura lo scorso 9 ottobre! Stupendi contrasti di Verdi e dolci pendii e bianche pareti rocciose, sentieri sinuosi tra i bellissimi colori autunnali che caratterizzano questo ambiente. In 27 partecipanti abbiamo viaggiato in pullman, camminato insieme e festeggiato la 100esima salita sul Baldo del nostro socio Roberto Nasi!!!
ESCURSIONE A SAN ROMEDIO
Ed eccoci , in un soleggiatissimo 30 Ottobre salire a San Romedio , percorrendo una fantastica e vertiginosa forra, per raggiungere in seguito i laghetti di Tavon e Coredo. Un bel gruppo di 27 partecipanti, paesaggi ampi sulla spettacolare Val Di Non e sole splendente, una gran bella escursione ….come sempre: grazie Cai!
4 NOTIZIARIO
I biblioteCAI consigliano
di Orville Pelatti
Joe Simpson
LA MORTE SOSPESA
CDA & Vivalda – 256 pp. - 1997
Simon Yates compie l’unico gesto possibile: allo stremo delle forze, recide la corda che lo unisce al compagno, abbandonandolo. Joe Simpson cade nel vuoto ma non muore.
Il coltello! Il pensiero affiorò dal nulla. Il coltello! Presto! Il coltello!... La decisione era presa. Non potevo fare altro, non avevo scelta. Le labbra si incollarono al metallo quando feci scattare la lama con i denti... Poi mi piegai di nuovo e il coltello toccò le fibre di nylon. Non ci fu bisogno di premere. La corda esplose al contatto della lama. Ricaddi indietro, libero dal peso che mi tirava verso il basso.Tremavo...
Joe Simpson precipita in un crepaccio e pur con una gamba rotta riesce a uscire e salvarsi.
La scena della mia uscita dal crepaccio deve essere stata piuttosto comica. Non dubito che se qualcuno mi avesse visto sarebbe scoppiato a ridere. Sbucai fuori all’improvviso, come una marmotta che sporge il muso dalla tana e si guarda attorno circospetta. Senza mollare la picozza, reggendomi sulla gamba sana, giravo la testa qua e là, stupefatto davanti allo splendore del panorama.
Nel giugno 1985, due alpinisti britannici, il venticinquenne Joe Simpson e il suo compagno di cordata, Simon Yates, hanno appena raggiunto la vetta del Siula Grande (6536 metri) nelle Ande peruviane, salendo per la prima volta la parete Ovest. Colti da una violenta bufera, i due scendono lungo una ripida parete innevata, ma Simpson perde un appoggio e precipita su una roccia rompendosi una gamba. Yates cerca di calarlo per seracchi di ghiaccio con laboriose manovre di corda. Nonostante l’oscurità tutto sembra procedere fino a quando non accade l’imprevisto: la parete è interrotta da uno strapiombo sotto il quale Joe si trova appeso. Simon non riesce a issarlo e rischia di venire trascinato anche lui nel vuoto.
Il dramma vissuto dall’autore e dal suo compagno di cordata viene raccontato alternando i punti di vista e le emozioni dei due protagonisti sempre uniti da quella corda, altro vero personaggio della storia, a cui i due restano “legati” anche dopo il suo forzato taglio. Questo libro è la testimonianza intensa di una vittoria straordinaria della vita sulla morte.
Joe Simpson
Nato nel 1960, laureato in lettere e filosofia all’università di Edimburgo, si è dedicato da sempre all’alpinismo, compiendo prime ascensioni nelle Ande e nel Karakorum. Dopo l’incidente descritto in questo libro, ha ripreso l’attività in montagna compiendo anche discese in parapendio. Nel 1990, con tre compagni, ha raggiunto la vetta dell’Ama Dablam; nel 1991 ha compiuto la prima ascensione della parete est del Pacherno in Nepal. Attivista di Greepeace, ha compiuto spettacolari scalate di monumenti urbani per attirare l’attenzione del pubblico sui problemi ambientali.
5 NOTIZIARIO
CORSO DI AVVIAMENTO ALLO SCI ALPINISMO
IN COLLABORAZIONE CON IL CAI DI CASTELFRANCO EMILIA
Direttore: Leonardo Rubino (I.S.A.)
giovedì 1 dicembre 2022 - Presentazione del corso (presso la sede di Carpi)
mercoledì 11 gennaio - Prima lezione teorica (presso la sede di Castelfranco)
sabato 14 gennaio - Prova pratica pista/fuoripista
22 gennaio - scialpinistica - Appennino
4-5 febbraio - scialpinistica - Appennino
18-19 febbraio - scialpinistica - Alpi
4-5 marzo - scialpinistica - Alpi
18-19 marzo - scialpinistica - Alpi
Le lezioni teoriche si terranno il mercoledì sera presso le sedi di Carpi o Castelfranco alle ore 21. Seguirà a aprile/maggio il Corso avanzato.
CORSO DI CARTOGRAFIA E ORIENTAMENTO
Direttore: ANE-ONV Paolo Lottini
giovedì 23 febbraio - prima lezione in aula
giovedì 2 marzo - lezione in aula
giovedì 9 marzo - lezione in aula
domenica 12 marzo - uscita in ambiente
giovedì 16 marzo - lezione in aula
domenica 19 marzo - uscita in ambiente
giovedì 23 marzo - lezione in aula
giovedì 30 marzo - lezione in aula
domenica 2 aprile - uscita in ambiente
CORSO DI ALPINISMO A1
Direttore: Davide Caiumi (I.N.A. Carpi)
mercoledì 29 marzo - Presentazione del corso e prima lezione teorica in sede.
26 aprile (mercoledì) - Palestra indoor
6 maggio (sabato) - Pietra di Bismantova
13 maggio (sabato) - Cresta di Gaino
27-28 maggio - Piccole Dolomiti
17-18 giugno - Gruppo Ortles Cevedale
1-2 luglio - Gran Paradiso
Le lezioni teoriche si terranno indicativamente il mercoledì in sede alle ore 20:45.
USCITE IN GROTTA
Responsabili: Borsari, Po, Santagata, Nasi, Sassone
8 gennaio - Abisso Stratos – Monte Arera - BG
5 febbraio - Grotta Nemec - Trieste
12 marzo - Buca Di V - Monte Pelato - LU
18 Giugno - Grotta in Val Arnetola - Vagli Sotto - LU
Aggiornamenti e dettagli sul sito www.caicarpi.it
INTRODUZIONE ALLE TECNICHE DI PROGRESSIONI SPELEOLOGICHE ATTRAVERSO SERATE FORMATIVE: (palestra TOTEM presso la sede CAI, ore 21)
18 gennaio, 15 febbraio, 27 febbraio, 15 marzo. Aggiornamenti e dettagli sul sito www.caicarpi.it
CORSO DI AVVICINAMENTO
ALLA SPELEOLOGIA
Direttore: Marcello Borsari (I.S. Carpi)
329 3120590 - 333 7687822 - marcello.borsari@sns-cai.it
giovedì 9 febbraio: Presentazione del corso e 1ª lezione teorica (in sede)
domenica 12 febbraio: Lezione pratica: progressione in grotta sub-orizzontale
domenica 19 febbraio: Lezione pratica: progressione in grotta verticale
INGRESSO RISERVATO AI SOCI CAI
6 NOTIZIARIO
AGENDA
NOTIZIARIO
CORSO DI ESCURSIONISMO DI BASE
Direttrice: Edi Forghieri (340 2875015)
giovedì 4 maggio - Presentazione del corso
giovedì 11 maggio - Lezione in sede
domenica 14 maggio - Uscita in Appennino
giovedì 18 maggio - Lezione in sede
domenica 21 maggio - Uscita in Appennino
lunedì 5 giugno - Lezione in sede
mercoledì 14 giugno - Lezione in sede domenica 18 giugno - Uscita Prealpi
lunedì 26 giugno - Lezione in sede domenica 1-2 luglio - Uscita Alpi
MTB - Uscite in mountain bike
Responsabile: Sandro Rustichelli (ASE Cai Carpi)
12 aprile - Nozioni di meccanica in aula con esperto di MTB
16 aprile - Parco delta del Po - valli di Comacchio
29-30 aprile-1 maggio - Via Degli Dei
11 giugno - Ciclovia Colli Euganei
22-23 luglio - Maso Gelato, Val di Fosse
30 settembre-1 ottobre - Bike and Trek Val Grande
ESCURSIONI
26 Febbraio - Sui sentieri di Baiso
19 Marzo - Lago di Garda - Sentiero Busatte Tempesta
26 Marzo - Via Romea Imperiale sulle antiche
vie di acqua e di pianura
1 Aprile - Pistoia e il Giardino delle Camelie
16 Aprile - Monte Cantiere
25 Aprile - Sentieri Resistenti: sui luoghi della
2° guerra mondiale
Per programmi dettagliati e aggiornamenti si prega di consultare il sito www.caicarpi.it
CORSO DI ESCURSIONISMO
AVANZATO - E2
Direzione corso: Giubertoni Alessia (AE)
Accompagnatori: Paolo Lottini (ANE ONV)
Marco Bulgarelli (ISA), Lorenzo Girardi (ASE)
12 maggio - Presentazione del Corso e prima lezione teorica
19 maggio - lezione teorica
21 maggio - uscita E-EE (Appennino)
25 maggio - lezione teorica
8 giugno - lezione teorica
10-11 giugno - uscita EE (Appennino - bivacco)
15 giugno - lezione teorica
22 giugno - lezione teorica
SASS - ESCURSIONI DEGUSTATIVE
Referenti: Sara Gasparini, Alessia Giubertoni, Sandra Forghieri, Silvia Dondi
7 maggio - Wine trekking in Franciacorta
24 settembre - Beer trekking sui colli Euganei
CAMMINATE AL TRAMONTO
Una serie di piacevoli camminate alla (ri)scoperta di luoghi e zone di interesse ambientale del nostro territorio
Accompagnatori: Alessia Giubertoni e Paolo Lottini
Mercoledì 10 maggio ore 19.00
Mercoledì 24 maggio ore 19.00
Mercoledì 7 giugno ore 19.00
Le località delle uscite saranno definite entro aprile 2023
I FANTALPICI
Responsabili dell’attività: Marco Bulgarelli, Alessia Giubertoni, Paolo Lottini, Monica Malagoli.
22 gennaio - Cima Manderiolo (2049m)
Altopiano di Asiago - EAI
18-19 febbraio - Week-end con le ciaspole (località da definire) – EAI
12 marzo - Monte Cavalbianco e Sillara (1855m)
Appennino Reggiano – EEA
16 aprile - Monte Cimone Spallone Ovest (2165m)
Appennino Modenese – EEA
14 maggio - Pizzo dei Tre Signori (2554m)
Alpi Orobie – EE
2-3-4 giugno - Trekking delle Isole Pontine – E
15-16 luglio - Pizzo di Vallombrina e Cima Solda (3387m) - Gruppo Ortles-Cevedale – EE
CORO CAI CARPI
Diretto da Franca Bacchelli
24-25 giugno - uscita EE (Dolomiti - rifugio) PROVE
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AL MARTEDÌ ore 21, sede CAI
PAURA DI CADERE, VOGLIA DI VOLARE:
pochi centimetri più su cambia tutta la prospettiva
Le impressioni dei corsisti al NO BIG 2022
Continuerò a praticare quest’arte che chiede dedizione e costanza sfidando passaggi per me e per i miei compari difficili, gli stessi che altri affrontano in infradito. Davide Maestri ricorda inoltre con piacere tutti i momenti, ma uno in particolare, quando ha superato un passaggio ostico in falesia e da sotto ha sentito il tifo di tutti i ragazzi. Federica Squadrone ha frequentato il corso No Big facendo la pendolare da Bologna.Ho visto la montagna da un altro punto di vista, non solo dislivello e cima da conquistare. Sono dovuta entrare in sinergia con la roccia, ho scoperto che la devi esaminare accuratamente se vuoi raggiungere l’obiettivo. RinoLevratti era il più anziano del corso: 79 anni compiuti! . Alla mia età non posso pretendere troppo, è il pensiero di Rino, ma grazie agli istruttori che hanno creduto in me ho imparato un po’ ad arrampicare. Ho affrontato falesie più difficili di quelle frequentate in passato con guide alpine. Ne farò altre!
Ora, dopo questo corso, mi ritrovo in quello strano limbo dove in ferrata ti annoi e in falesia patisci, è la riflessione di Luigi Guizzardi, poco più che ventenne. Quando guardo gli istruttori mi sembra danzino sulla parete.In palestra sono arrivato al 5C,io che solo un mese prima giuravo che non avrei mai arrampicato.Alle falesie di Verona invece mi piantavo su un 4B. Mi hanno detto che i veronesi sottostimano i gradi, e sembra che lo facciano apposta per demoralizzarti.
Giorni di spensieratezza e di nuove amicizie amplificate dalla montagna, per l’altro giovanissimo, Luca Tusini.
Un passaggio di una canzone di Jovanotti “La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare “ ha fatto da colonna sonora in parete a Cristina Bettati, al corso No Big assieme al neo marito Maximilian Rossi.
Se con volare si intende la voglia di buttarsi in una nuova esperienza e superare i propri limiti, sottolinea Cristina. Con la testa all’insù, mentre facevo sicura ai miei compagni, ho visto e condiviso la loro voglia di volare. Gli istruttori, quando è stato il mio turno, mi hanno fatto scoprire appigli e appoggi che io non riuscivo a vedere. Grazie a loro salivo ogni volta 10 centimetri in più. Credo che questo sia l’insegnamento più prezioso nell’arrampicata e nella vita: se sei bloccato, non tornare indietro, spingiti oltre, non importa quanto, bastano pochi centimetri per cambiare prospettiva e aprirsi a nuove opportunità.
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Gli istruttori del corso No Big 2022: Luca Mazzoli (direttore corso), Anna Tusini, Karen Martinelli, Nicola Bertolani, Riccardo Pittino, Luciano Aldrighi, Davide Caiumi.
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NOTIZIARIO
ZAINO IN SPALLA SUI CAMMINI NEL MONDO SETTE GIORNI NELLA SETTE SPAGNA DEL NORD TRA SCARPONI E TAVOLE DA SURF
di Cristina Bettati e Maximilian Rossi
Sette giorni a disposizione, un portafoglio leggero e tanta voglia di una vacanza dinamica, sportiva e possibilmente con vista mare. Lo sguardoscansionalo scaffale della libreria dedicato ai libri di viaggio, ma la settimana a disposizione cade nel periodo più caro dell’anno ed è già metà luglio. Troppo tardi per pensare in grande. Più volte lo sguardo si posa sull’ormai usurata guida del Cammino del Nord, che congiunge Irún nei Paesi Baschi a Santiago de Compostela in 835 chilometri. L’idea di poter aggiungere altri chilometri agli oltre 440 già macinati negli anni passati e avvicinarsi così al traguardo finale è stuzzicante. Diamo una rapida occhiata ai voli: Bilbao, Santander, San Sebastián. Il costo è alto, ma non proibitivo. Uno dei nostri tanti libri di viaggio ci insegna che la comunità autonoma della Cantabria è la capitale europea del surf. Perfetto! Se il Cammino provvederà alla parte economica e dinamica della vacanza, Santander - capoluogo della Cantabria - si occuperà dello sport e del mare! Con un paio di calcoli basati sulla nostra attuale prestanza fisica e sui mezzi pubblici a disposizione, stabiliamo le tappe e…Si parte!
Giorno 1 - Santander-Santillana
Del Mar
35 chilometri separano l’elegante città di Santander dalla deliziosa cittadina medievale di Santillana Del Mar. Per la nostra condizione fisica risultano decisamente troppi,quindi decidiamo di accorciare la tratta di 14 chilometri raggiungendo il paesino di Mogro in treno. Il percorso è tranquillo, fatto di
sali e scendi per dolci colline fino ad arrivare alla città di Torrelavega, dominata dall’enorme stabilimento della multinazionale chimica Solvay. Usciti da questa brutta zona industriale, torniamo fortunatamente sulle colline e da lì - tramite un ciottolato pedonale - entriamo nella parte alta di Santillana del Mar. Attenzione a non farsi trarre in inganno dal nome: il mare dista da Santillana almeno cinque chilometri! Il suo borgo medievale è però così meraviglioso e curato da far passare la voglia di farsi un bagno. Segnaliamo che a un paio di chilometri si trovano anche le grotte di Altamira sulle cui pareti si possono ammirare pitture rupestri di 18.000 anni fa. Solo cinque persone a settimana possono accedere a questo patrimonio mondiale dell’Unesco, quindi consigliamo ai più desiderosi di iscriversi con largo anticipo alla lista di attesa online.
Per la notte abbiamo prenotato presso l’albergue “El Convento”, una bellissima struttura ricavata appunto da un antico convento. Chi ha prenotato viene alloggiato in camere doppie con letto a castello. Per gli altri pellegrini vengono invece allestiti materassi a terra in ampie camerate. I bagni sono comuni, nuovi e pulitissimi. A pa-
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gamento è possibile utilizzare lavatrice e asciugatrice. In alternativa, è possibile lavare gratuitamente a mano il proprio bucato in antichi lavatoi e utilizzare gli stendiabiti messi a disposizione dallo staff nel grande giardino interno al convento. La cena viene servita da tipiche “rezdore” spagnole in una piccola stanza, dove le tavolate comuni ci permettono di conoscere alcuni compagni pellegrini che ci accompagneranno anche nelle prossime tappe: Dave (37 anni, UK), Sandra (45, Spagna), Richard (47, UK), Lina (28, Belgio), Benjamin e Kate (26, USA). Il menù del pellegrino è saporito e abbondante. Le porte dell‘ostello chiudono alle 22, così - dopo una rapida passeggiata digestiva in centro - molti pellegrini si trovano nel giardino interno del Convento, dove due ragazzi tedeschi ci deliziano con un concerto di chitarra e voce. L’atmosfera è magica: una trentina di persone, di età e nazionalità diverse, cantano insieme successi internazionali del passato illuminate solo dal chiaro di luna. Colazione del giorno seguente ricca e abbondante.
Giorno 2 - Santillana Del Mar-Comillas
La tappa è di 22,6 chilometri in un ambiente costantemente rurale con panorami che ogni tanto si aprono
sull’immensità dell’oceano. Prima di salire al centro di Comillas, ci rilassiamo sulla sua bella spiaggia lasciando che l’acqua fresca e limpida del Mar Cantabrico rigeneri le nostre gambe affaticate. Comillas pare essere considerata una delle più belle cittadine costiere della Cantabria e meta di turismo di élite. Anche non condividendone il fascino, la troviamo sicuramente apprezzabile da un punto di vista architettonico considerando le sue piccole dimensioni (2.483 abitanti): molto belle sia l’enorme struttura dell’Università pontificia che svetta sui colli, sia il palazzo Sobrellano poco fuori dal centro - entrambi in stile neogotico -, ma soprattutto da non perdere è il Capricho di Gaudí, capace di unire musica e architettura con uno stile arabeggiante, neogotico e modernista insieme. Consigliamo la visita guidata alla villa (al momento della nostra visita disponibile solo in spagnolo) acquistata online con anticipo per evitare coda alla cassa e decidere in autonomia l‘orario di ingresso. Il biglietto è elettronico e non necessita la stampa. A una decina di metri dal Capricho, non lontano dal piccolo centro città, si trova il nostro ostello “Huella del Camino”. La camerata è decisamente affollata per le sue dimensioni, ma le strutture in legno dei cinque letti a
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castello prevedono un ampio scompartimento inferiore dove chiudere gli zaini a chiave finalizzato a guadagnare un maggiore spazio per muoversi.
Decidiamo di cenare fuori e finalmente ci rendiamo conto di dove siano tutti i turisti di élite di cui scriveva la guida… Fuori a cena! Quasi tutti i ristoranti di questa piccola cittadina sono infatti incredibilmente pieni. La notte è burrascosa: nonostante sia porta che finestra della camerata siano aperte, il calore umano di dieci persone stipate si sente eccome. Così come si sente il dolce suono di chi russa di gran cassa, il profumo di alcuni compagni che hanno scelto di non farsi la doccia dopo una lunga giornata di cammino e quello di chi - come Richard - decide di emettere spudoratamente e ripetutamente… sonorosissime puzzette!
Colazione del giorno seguente inclusa, ma tristina.
Giorno 3 - Comillas-Colombres
È il nostro ultimo giorno di Cammino: ci aspettano 28,9 chilometri e uno sconfinamento. Siamo infatti nell’ultima parte della Cantabria e il ponte sul río Deva a Unquera (chilometro 27) segna il confine tra la Cantabria e le Asturie. Prima di arrivarci, attraversiamo alcune parti dell’immenso parco naturale di Oyambre, caratterizzato da dune sabbiose, lagune salmastre e tratti di costa. Purtroppo non riusciamo a goderci appieno il panorama, perché la pioggia - incessante da metà mattina - alterna schiarite a vere e proprie secchiate d’acqua che trasformano le strade in piccoli torrenti. Percorriamo tutta la tratta in sandali da trekking e i nostri piedi, inizialmente contenti di starsene al fresco, arrivano a sera massacrati. Colombres è caratterizzata da pittoresche case “indiane”, ovvero costruite originariamente da spagnoli di ritorno dalle Indie (in realtà le Americhe) con le loro nuove fortune. L’albergue “El Cantu” - alloggiato proprio in una di queste costruzioni indiane - è pieno, quindi ci dirigiamo verso il risto-hotel La Parra, distante 3,2 chilometri dal piccolo centro di Colombres, ma a soli venti minuti dalla sua minuscola e agreste stazione ferroviaria.
La camera è doppia con bagno privato, un vero lusso! Per cena ci saziamo con un abbondante e soddisfacente menù del pellegrino.
Colazione del giorno seguente non inclusa, ma gustosa.
Giorno
4 - Colombres-Santander
La stazione di Colombres è veramente pittoresca: una casina immersa nel verde con due binari davanti, completamente deserta se non per tre addetti con giubbotto giallo che stanno prendendo delle misure in un campo di fronte. Si entra da una porta di legno in un vero e proprio salotto di casa con un piccolo divano, un tavolo con pizzo centrale e un vecchio televisore a tubo cato-
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dico. All’esterno troviamo un tabellone nel quale non sono riportati gli orari di partenza e arrivo, ma sul quale un foglio timbrato Renfe riporta cripticamente che le fermate sono su richiesta tramite un numero verde. Senza grandi speranze, chiamiamo il numero e, con grande sorpresa, ci risponde in breve tempo un’operatrice disponibilissima alla quale spieghiamo che ci troviamo nella stazione di Colombres e vorremmo prendere il treno delle 11:27 per Santander. Dopo alcuni minuti di attesa per i controlli, l’operatrice ci conferma che la fermata è prenotata e il treno arriverà puntuale. Sollevati dalla splendida notizia, troviamo il tempo per fare quattro chiacchiere con uno degli addetti che nel frattempo si è venuto a riparare dalla pioggia sotto la pensilina della stazione: “Non ha senso bagnarsi in tre, giusto?”. Nel campo dove i colleghi stanno prendendo le misure c’è una piccola casa in vendita. Gli chiediamo se conosce il prezzo. Ci guarda divertito: “Veramente vorreste trasferirvi in questo postaccio voi che venite dall’Italia?”. Il tempo matto e piovoso della Spagna del Nord non fa proprio per lui: ci spiega che lui e i suoi colleghi sono di Madrid e si trovano lì unicamente per fare dei rilevamenti topografici, ma lui non vede l’ora di tornare nella sua assolata metropoli. Ci salutiamo all’arrivo del treno, puntuale come un orologio svizzero.
Giorni
5,6 e 7 - Santander
Nei giorni seguenti ci dividiamo tra lezioni di surf e visite alla città. La città di Santander è ricca ed elegante. Benché affacciata sul mare, presenta diversi tratti collinari ben serviti da scale mobili… all’aperto! I tantissimi localini del centro invogliano a fare baldoria fino a tardi. Vale sicuramente una visita il Parque Marino de la Magdalena, dove è possibile osservare gratuitamente foche, leoni marini e pinguini. Consigliamo di informarsi con anticipo sugli “horario de comidas” per assistere all’ora della pappa di questi simpatici animali. Molto interessante e a pochissimi metri dal Parque Marino è il museo a cielo aperto sulle imprese del navigante santanderino Vital Alsar Ramirez.
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CARPI, MODENA, PAVULLO E SASSUOLO SULLA VIA VANDELLI
Lo scorso 2 ottobre quattro sezioni del CAI in escursione su un tratto della Via Vandelli
di Nelson Bova
Il mare, fin o alla costruzione delle grandi vie di comunicazioni terrestri, era la principale via di trasporto delle merci. Il granducato di Modena, fino al 18° secolo non aveva accesso né alle acque del mar Tirreno e neppure dell’Adriatico. Per le merci esisteva una antica e tortuosa via, la Bibulca che scavallava al Passo delle Radici il crinale che oggi divide l’Emilia dalla Toscana, ed esistevano altri collegamenti, come la Romea Nonantolana ed un’altra direttrice che attraversava la valle dello Scoltenna da Pavullo alla toscana Cutigliano. Un matrimonio di interesse nel 1728 con il Duca di Massa e Carrara e il duca Ferdinando III sancì l’accordo per poter attraversare territori inesplorati fino al Mar Tirreno, all’epoca commercialmente più importante dell’Adriatico. L’incarico ad un ingegnere dell’epoca, Domenico Vandelli, che progettò il percorso da Modena a Torre Maina, Pavullo, Santona, Lama Mocogno, Sant’Andrea Pelago, non lontano dal rilievo dell’Alepsigola, sotto Sasso Tignoso, Imbrancamento, Passo del Lagadello, San Pellegrino in Alpe e poi in Toscana sulle Apuane al passo della Tambura e finalmente a Massa.
160 km complessivi, tappe da 6 ad 8
Metà circa sul tracciato originale, altrimenti nelle vicinanze, con più opzioni, oggi la Via Vandelli è lunga circa 160 km e si percorre a piedi in 6-8 tappe suggerite.
La gita è stata organizzata dal Cai di Carpi, Pavullo, Modena e Sassuolo per lo scorso 2 ottobre. Il gruppo di 63 persone - tra loro Alessia del Cai di Carpi, molto attiva per la valorizzazione della via - ha percorso quasi una tappa completa, da Cà Guerri a San Pellegrino in Alpe. 22 km. La tappa suggerita da quasi tutte le guide è un po’ più lunga e parte dal Passo di Cento Croci.
Capanne celtiche, il ricordo del progettista, le leggende della Via Vandelli
Proprio a Cà Guerri c’è una capanna celtica. Una delle circa 50 presenti sull’appennino modenese. Non è stata costruita dai Celti, ovviamente: avrebbe oltre 2000 anni! E’ la tradizione e la riproposizione stilistica e ar-
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chitettonica che dura da oltre 2000 anni. Da quando i Celti, perseguitati poco prima della nascita di Cristo dagli antichi romani, si rifugiarono sulle montagne dell’appennino modenese.
Qualche chilometro di cammini ed arriviamo a un borgo conosciuto come “La Fabbrica”, dove troviamo un cippo
di marmo dedicato dalla Provincia di Massa Carrara al progettista Vandelli. Di fronte incontriamo una coppia attorno agli 80, lui ex giocatore di calcio professionistico, lei interessata alla cura della via e propensa ad accogliere i viandanti. Solo quest’anno, ci dice Irene, ho raccolto più di 2000 firme di camminatori che si sono fermati per lasciare memoria del loro passaggio. Penso che sono quindi molti di più, e questo giustifica da solo la scelta della Via Vandelli come primo, parziale, luogo del cuore in Emilia Romagna nella classifica dei luoghi del cuore del FAI e tra i primi in Italia, A metà novembre è la prima scelta per toscani ed emiliano romagnoli, al quarto posto in Italia. Irene stessa si occupa di far firmare per il FAI la preferenza alla traversata.
Proseguiamo a piedi il tracciato che sfiora il rilievo di Sasso Tignoso, una ofiolite (un tempo crosta oceanica) ricoperta da rocce sedimentarie. L’imbrancamento è il
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luogo successivo. Il toponimo ricorda che quello era il punto in cui si facevano convergere le greggi prima del rientro.
Più avanti incontriamo a Bocca del Fornello cumuli di sassi e piccole pietre. La leggenda dice che è opera del Diavolo, tra realtà e leggenda che sono stati portati dai pellegrini devoti a san Pellegrino. La realtà e basta è di sicuro meno affascinante.
Un paese a cavallo tra due regioni, una vista panoramica sulle Apuane.
Una mulattiera ci porta a San Pellegrino in Alpe, paesino a 1525 metri di altitudine di una quarantina di residenti effettivi, per metà Lucchesi di Castiglione di Garfagnana e per metà modenesi di Frassinoro. La frazione salì agli onori della cronaca durante il Covid, quando per un periodo ogni regione decideva in autonomia se chiudere o meno gli esercizi pubblici per contenere la pandemia. Il confine che divide esattamente a metà la chiesa, la strada ed alcuni ristoranti portò, per alcun giorni e per opposte decisioni della regione Toscana e dell’Emilia Romagna l’inacessibilità di bar e cassa mentre il ristorante dello stesso esercizio, separato dal
confine tra le regioni che passa esattamente a metà dell’esercizio commerciale, poteva rimanere aperto. La separazione, e nello stesso tempo la comunione, tra le due regioni è da ben prima della pandemia. I fedeli della chiesa costruita esattamente al confine, si scambiano al termine di ogni cerimonia i simboli della loro terra di appartenenza.
La Via Vandelli continua, svalica in Toscana. Noi invece ci fermiamo perché l’escursione si conclude qui.
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