Notiziario CAI Carpi 2003-06

Page 1

PERIODICO MENSILE.

Direttore responsabile: Corrado Vellani

Redazione: Via Chiesa, 1 - S. Marino di Carpi (Modena) Autorizz. Tribunale di Modena n. 592 del 24/12/76

Stampa: Tipolitografia Guaitoli snc - Carpi (MO)

Spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, comma 20/B, Legge 662/96. Autor. Fil. EPI di Modena

Proprietario: Primo Zanfi, Presidente del C.A.I. di Carpi

INTERNET: www.caicarpi.it

E-MAIL: info@caicarpi.it

Anno 27 / n. 6 - Luglio /Agosto 2003

C.A.I. SEZIONE DI CARPI:

Via Chiesa, 1 - 41012 S. Marino di Carpi (MO)

Casella Postale 34 - c/c postale 17334418

Telefono 059/682759 - Fax 059/682759

Partita IVA 02178870362

Orari d’apertura: martedì e venerdì dalle 21 alle 23 - Redazione: notiziario@caicarpi.it

TESSERAMENTO

Ricordiamo ai soci di rinnovare al più presto l’iscrizione per l’anno 2003.

ESCURSIONI e SOFT TREKKING

dal 13 al 17 Agosto

TREKKING DELLE ALPI GIULIE

Toccheremo le cime più importanti:

MANGART, JOF FUART, MONTASIO.

WEB-NOTIZIARIO

Ricordiamo ai soci navigatori di internet che la versione web del nostro Notiziario, arricchita di immagini a colori e servizi speciali, è sempre disponibile sul sito www.caicarpi.it.

L’uscita on-line è corrispondente a quella del Notiziario stampato tradizionalmente (inizio del mese).

Il percorso, suggestivo ma severo, alterna sentieri escursionistici impegnativi, vie ferrate e tratti di arrampicata.

Sono necessarie pertanto capacità alpinistiche e attrezzature adeguate:

imbrago, set da ferrata, casco.

Termine iscrizioni e briefing:

VENERDÌ 25 LUGLIO 2003, ore 21,30

presso la sede del CAI.

Referenti:

Olivetta 335/6980722 - Karin 347/1374513

C.A.I. via Chiesa, 1 - San Marino di Carpi (MO).

Sabato 13 / Domenica 14 Settembre

RIFUGIO CITTÀ DI CARPI

in occasione del Trofeo Rifugio Città di Carpi

MEMORIAL JAURES RATTIGHIERI

Per informazioni dettagliate rivolgersi in sede (Luisa, Ernestina, Loris)

2

QUALCUNO LI HA DEFINITI MULI... di

Tommaso Minerva

Non tori ma muli, così si lamentava qualcuno mentre guardava, dal basso, il Monte Spigolino (1827 m.s.l.) e la croce che lo contrassegnava.

Il passaggio sul monte Spigolino rappresenta il momento cruciale della Marcia dei Tori, gioia e dolore di coloro che hanno l'ardire di misurarsi con questa 15 chilometri tutta vissuta sui sentieri dell'alto crinale modenese. La g 'intero', il dolore di doversi praticamente arrampicare per riuscire a scollinare. Ma il monte Spigolino non rappresenta certo l'unica difficoltà della marcia dei Tori. Si parte dal rifugio di Capanna Tassone (1300 m.) e si sale fino al passo della Riva per poi lambire il Passo del Lupo (1563 m.) prima di affrontare lo Spigolino. Da qui, in quota, si attraversa il Passo della Croce Arcana (unico punto di ristoro, 1675 m.), si risale verso il Colle dell'Acqua Marcia a oltre 1700 m. prima di scendere vorticosamente verso il rifugio Tassone. Si racconta che nelle tre edizioni solo uno sia riuscito a correre per intero tutto il percorso: Matteo Pigoni vincitore della prima edizione, per il resto bisogna mettere in conto qualche tratto di salutare camminata.

Splendide le sensazioni durante la gara, attraversamenti di boschi di conifere e visioni dall'alto della valle del Panaro. L'aria (molto) fresca sulle forchette in quota rigenera e, insieme ai morbidi prati, invita a una pennichella... ma diamine, siamo in gara e bisogna (tentare di) correre...

Alla partenza i soliti 'noti'... non sono molti i modenesi-bolognesi-reggiani che si misurano con 'i Tori'... Bruno Furia, Ivano Talassi, Stefano Prati, Carmen Pigoni, Franca Michelini (nonostante una vistosa fasciatura alla mano ha voluto essere comunque presente), Giovanni Gianaroli, Giordano Castelli e altri volti noti cui non riesco a dare un nome (mi scuso!!!).

Partenza molto cauta (ormai tutti abbiamo imparato a 'rispettare' questi Tori!) in attesa dello Spigolino dove sono venuti fuori i 'veri' Tori (come Bruno Furia che armato di bastoncini ha 'attaccato' proprio sulla salita più dura)... poi dopo le varie cime giù a rotta di collo fino all'arrivo. Qui foto per tutti gli arrivati (presto on line), bellissima maglietta, lambrusco salamino di Santa Croce e un sano 'chatting' sulla spianata del rifugio in attesa della doccia (calda per tutti) e del pranzo (gramigna con salsiccia, arrosto, cipolline in agrodolce).

Ottima organizzazione (CAI sezione di Carpi), percorso ottimamente segnalato, ben 10! punti di controllo... una gara che merita e che meriterebbe una maggiore attenzione da parte dei podisti di Modena - Reggio - Bologna...

4
Pronti... Via! La premiazione di Stefano Baraldini, 1° classificato

LA MIA SECONDA MARCIA

di Franca Michelini

La seconda per me. Questa mattina, quando mi alzo alle sei, piove a catinelle, ma si decide di andare ugualmente fino a Capanna Tassone per partecipare a quella gara SUPER denominata CORSA DEI TORI perchè solo quelli così forti possono arrivare in fondo. Mai denominazione mi è parsa più azzeccata. Il percorso (particolare) completamente sterrato di KM 15 parte da Capanna Tassone per risalire i sentieri CAI fino al terribile Spigolino, Croce Arcana e, attraverso il bosco più buio e impervio che mai, ritornare al rifugio. Quando arriviamo al posto di ritrovo, fortunatamente il tempo è migliorato e circa settanta temerari sono pronti alla partenza. Tanti che conosco: Bruno 1 e Bruno 2, Giovanni sempre forte, Piera, Giorgino... ma anche parecchi toscani. Qualcuno già conosce la gara, qualcun altro ne ha sentito parlare con entusiasmo e ha deciso di provare. Uno di questi, Remo, convinto da me, alla fine della corsa mi dirà: ''non hai esagerato, avevi ragione: è SUPER !". Per gara SUPER intendo tutto il bene e il male possibile. La bellezza del paesaggio, l'emozione di correre lassù, quasi fuori dal mondo, il senso di libertà che si respira insieme all'aria leggera. Per male: la difficoltà e la fatica (da tori) della corsa, il fiato che non si rompe proprio, l'affanno che ti fa temere un coccolone da un momento all'altro, le gambe pesanti e lo sconforto nel girarti indietro e vedere che non c'è più nessuno, nemmeno l'ambulanza che lì non arriva. Boia! Ma vanno tutti più forte. Questa è la 2° volta che sopravvivo a questa corsa! Non so se sarò fortunata anche la 3^, nel caso decidessi di riprovare anche il prossimo anno. Oggi mi è sembrata ancora più terribile: le salite e i crinali sono di sicuro aumentati (forse qualche assestamento naturale o innaturale del terreno). Il vento contro è più forte dell'anno scorso e il mio fiato molto più corto. E corrono tutti più forte! Come se non bastasse sono anche caduta nel bosco (1° volta nella mia quasi decennale carriera podistica) mettendo in pericolo il lavoro del mio ortopedico che mi ha appena operato alla mano sinistra. Ho infilato malamente le caviglie in tutti i buchi del percorso e non ho mai preso tante botte in tutto il resto del corpo come oggi. Ma quando finalmente passo sotto alla striscione ARRIVO... tutto cancellato, tutto dimenticato, penso che ce l'ho fatta ed è stato magnifico. Quanto tempo ci si mette conta ma non troppo. Dopo i primi "torelli" è già tanto arrivare in fondo. Brava la 1ª donna Paola Breviglieri, ma bravissima anche la seconda Carmen Pigoni che aveva già perso energie e sudore il giorno prima a Montegibbio. Bravo Baraldini 1° maschietto, anche lui riscaldato per benino sempre a Montegibbio. Ma bravi anche tutti gli altri, tutti noi. Complimenti anche ai matti che hanno pensato una meravigliosa corsa del genere! Un unico punto: un altro ristoro lassù, dove possibile, forse ci starebbe bene. E magari non guasterebbero neanche due biscottini all'arrivo perchè tutta questa fatica ti fa venire una fame terribile! Ciao al prossimo anno.

5
La premiazione di Paola Breveglieri, 1ª classificata ... in zona arrivo

UN WEEK-END DA “TORI” di Benigno Giannino

Domenica, 1 giugno, si è svolta la 3ª edizione della “Marcia dei tori”, marcia podistica organizzata dal CAI di Carpi su sentiero di montagna con partenza e arrivo a Capanna Tassone. Il giorno prima, sabato, partiti di buon mattino, una squadra di guastatori dell’ecosistema appenninico modenese, sotto l’alta guida del sergente maggiore del btg 7° alpini De Pietri Massimo, si è inerpicata su per il sentiero a piantare paletti con cartelli direzionali “Si va di qua” e annodare nastrini bianco/rossi sui rami dei faggi. E guai a dissentire; gli ordini erano chiari, precisi ed inequivocabili, vero Bellanti? Nel tardo pomeriggio, lo staff organizzativo si è completato con l’arrivo dei vertici che hanno subito provveduto a definire con il Sig. Luigi il menù della imminente cena. Dopo alcune forchettate di tagliatelle ai funghi porcini accompagnate da un ottimo Sangiovese DOC, i ragionamenti sono diventati più disinvolti, i desideri più facili da realizzare... ed ecco che viene stilato un ambizioso programma fatto di ascensioni a non so quale vicino o lontano ottomila fatto in assenza di ossigeno e di sherpa. Al mattino successivo, smaltito l’effetto della grappa, eccomi di fronte alla cruda realtà. Puntuale alle 9.30 lo startman Andrea Suozzi dà il via alla competizione, siamo a quota 1300 mt. Dopo un breve tratto in discesa, ecco che inizia inesorabile la faticosa e interminabile salita. Ho subito capito che non era la mia giornata; infatti già al Passo della Riva non ero più lucido del tutto, al Passo del Lupo vedevo i faggi sdoppiarsi, in cima allo Spigolino a quota 1827 sono rantolato indecorosamente a terra e mi sono detto:”Qui aspetto il Servizio-Scopa”.

“Non è questo un comportamento da toro di razza quali sono tutti i partecipanti a questa gara, si rimetta immediatamente in piedi” mi ha redarguito una GEV.

6
L’arrivo di Baraldini e Turrini, 1° e 2° Federica Bassoli, 1ª cat. CAI Carpi il mitico Sauro Guerzoni, 1° cat. CAI Carpi

“Ma chi sono queste GEV e soprattutto chi le ha chiamate, e poi... solo una mossa tattica mi può salvare da questa inestricabile situazione” ho pensato e, dopo aver raccolto le ultime energie: “Sono vecchio e stanco, ormai buono solo come carne da macello” ho implorato con voce fievole. “Ma che carne da macello” ha urlato alla radio nella mano sinistra mentre con la frusta nella destra faceva fischiare l’aria, “Se non si alza...”

E così, per salvare le chiappe, mi sono immediatamente rimesso in piedi e lasciato andare a 4 zampe giù per la discesa verso Passo di Croce Arcana ove, un miracoloso tè servito da Primo Zanfi mi ha aiutato a superare gli ultimi saliscendi e ad arrivare sotto lo striscione dell’arrivo in tempo utile per la foto ricordo. Ma ahimè!... Non è finita. Il Sig. Iotti mi ha indecorosamente immortalato privo dei miei preziosi gemelli rimasti stampati contro un faggio nell’impatto avvenuto durante la rovinosa discesa in mezzo al bosco ove un lancinante dolore all’inguine mi aveva quasi tolto il fiato.

Eppure dicono che... Correre è bello!... Forse lo sarà per i giovani, ma per i non-più-giovani come me...

Correre in montagna è fantastico! Aiuta a smaltire lo stress da noiosi colleghi di lavoro e dalla... e a riappacificarsi con il mondo.

Che cosa ancora si può dire??? “Corsa meravigliosa” oppure “Bellissimo panorama” e “Organizzazione impeccabile” erano i commenti dei partecipanti intorno al ristoro dell’arrivo servito da Maria Luisa. Sono quindi certo di esprimere il desiderio di Loro tutti, di ringraziare quanti si sono prestati per la buona riuscita della manifestazione, a cominciare dalle”Guardie Ecologiche Volontarie” perché, se c’è qualcuno che come me si diverte correndo, questo lo si deve a tanti altri che lavorano dietro le quinte come Pleo che per un mese ha fatto volantinaggio presso tutte le manifestazioni delle provincia.

Ciao a tutti e... arrivederci ancora più numerosi il prossimo anno!!!

7
1° BARALDINI STEFANO 1.18.02 2° TURRINI GUERRINO 1.18.03 3° CASTELLI GIORDANO 1.18.49 4° MANNUCCI GIOVANNI 1.19.55 5° TENANI ALESSIO 1.19.55 6° CAMATTI VINCENZO 1.22.50 7° ASTOLFI FABIO 1.25.10 8° COLOMBINI GIUSEPPE 1.25.12 9° BREVEGLIERI ANDREA 1.25.23 10° AGOSTINI LUCIO 1.26.16 11° TALASSI IVANO 1.26.43 12° SERRI SAVELLO 1.27.18 13° NANNINI GIOVANNI 1.27.44 14° FERRARI MILO 1.27.54 15° ZANOLI GIORGIO 1.29.15 16° TURRINI GIUSEPPE 1.29.38 17° GUERZONI SAURO 1.30.10 18° LARI FRANCESCO 1.30.20 19° FRANCHINI ENZO 1.30.42 20° BAGNATO ANDREA 1.30.56 21° LORENZINI BRUNO 1.31.07 22° CORSINI MARTINO 1.31.07 23° VENTURELLI SAVERIO 1.32.25 24° BARTOLINI STEFANO 1.33.31 25° BREVEGLIERI PAOLA 1.33.55 26° FORONI BRUNO 1.33.56 27° COLLI CARLO 1.34.25 28° MARTINI ALESSANDRO 1.34.48 29° SACCHI LUCA 1.35.00 30° TONIONI ROLANDO 1.35.12 31° ZIRONI ALBERTO 1.35.15 32° GIANNINO BENIGNO 1.35.23 33° PALAZZINI NARIDO 1.36.06 34° GARUTI PAOLO 1.37.42 35° SIGHINOLFI FABRIZIO 1.38.10 36° PRATI STEFANO 1.38.30 37° CAMPI CLAUDIO 1.38.50 38° PIGONI CARMEN 1.39.14 39° DE GIORGI ROBERTO 1.39.29 40° FURIA BRUNO 1.41.27 41° ??? 1.41.43 42° CAROLI ALESSANDRO 1.43.12 43° MALAVASI PAOLO 1.43.20 44° BELLEI STEFANO 1.43.21 45° INCERTI ILVO 1.43.38 46° VICINI ANDREA 1.43.48 47° RIGHI PAOLO 1.44.15 48° CONFORTI MARCELLO 1.45.10 49° ZALDINI PIERA 1.45.11 50° POLLASTRI GIOVANNI 1.47.10 51° CATTANI REMO 1.47.46 52° CAPUCCI FAUSTO 1.48.40 53° POLLASTRI FABIO 1.48.40 54° GIANAROLI GIOVANNI 1.49.10 55° CUOGHI GIUSEPPE 1.50.10 56° LODI LUCIANO 1.50.15 57° LUCCHINI MONICA 1.50.16 58° BENATTI ALBERTO 1.50.45 59° BULGARELLI OLIVO 1.50.56 60° SILVESTRI MARTINO 1.51.16 61° PIVETTI MAURIZIO 1.51.50 62° MINERVA TOMMASO 1.51.51 63° BASSOLI FEDERICA 1.52.00 64° GIAROLI PAOLO 1.52.43 65° PAVAROTTI MAURO 1.57.32 66° ANCESCHI GIORGIO 1.57.45 67° MICHELINI FRANCA 1.57.45 68° MILANESI DINO 1.57.50 69° FATARELLA ANNALISA 2.01.18 70° SIGHICELLI ANTONIO 2.02.30 71° SINI DINO 2.09.08 72° GHIDI PIETRO 2.09.10 73° BARALDI IVO 2.35.00 74° BELLI MAURO 2.37.00 75° GUERZONI DORIANO 2.38.00 76° MELETTI CARLA 3.19.00 77° SERAFNI LILIANA 3.23.00 78° GUERZONI DORIANA 3.23.00 79° PIROLI MARIO 3.26.00 80° BETTATI ANDREA 3.26.00 81° BENEDETTI ROBERTO 4.28.00 82° ALGERI MANUELA 4.28.00 83° MUCCHI GIAMPAOLO 4.28.00 84° BERGONZINI ANGELA 4.28.00
Il trofeo dei “Tori”

CORSI DI SCIALPINISMO SA1 E SA2

19/05/03 - Diario semiserio di un’allieva di Edi Forghieri

Dopo anni di tentennamenti quest’anno (giunta ai 40) mi sono decisa e quindi iscritta, prima al corso SA1 e poi a quello SA2 organizzato dalle sezioni del CAI di Castelfranco E. e Carpi. Premessa: io non sono una brava sciatrice da discesa, e lo sci non è mai stato uno sport da me praticato con assiduità, perciò quando ho deciso di iscrivermi ero ben cosciente che l’unico punto a mio favore era la mia grande passione per montagna, così, visto che oggi è finito il corso SA2 mi è sembrata una cosa carina raccontare questa mia esperienza. Bene, in febbraio mi sono presentata sulle piste del Corno Alle Scale per la selezione… precisiamo, non sono gli istruttori a dire se un allievo è “buono o no”, ma l’allievo a dover decidere se imbarcarsi in quest’avventura oppure no. La giornata comincia in modo orrendo; una fitta nebbia avvolge il Corno alle Scale ed io non riesco a vedere nemmeno la punta dei miei sci. La prima cosa che vorrei fare, invece di sciare, è andare a casa e lasciar perdere tutto, ma Andrea Suozzi (il mio istruttore per quella giornata) mi convince a continuare… ed ha ragione perché nel pomeriggio il cielo si apre e così ho la possibilità di provare per la mia 1ª volta l’ebbrezza del “fuoripista”. Abbiamo fatto poco, ma ormai ero decisa e quindi alla fine ho confermato la mia iscrizione. Direttore dell’SA1

M. Cimone, il tempo fa quasi schifo, tant’è che non riusciamo nemmeno ad arrivare in cima. Nonostante tutto però alla fine della giornata c’è sempre un camper, quello di Loris (il grande saggio dello scialpinismo), che quando arriviamo è sempre lì, pronto, assieme ad Adriano, l’istruttore con le gambe più belle, (almeno così dicono, io non le ho viste) ad offrirci una valanga di vino, grana, salame, il mitico

Big Mouse (meglio conosciuto come Enrico Lancellotti “l’inascari”) 1° uscita M.Rondinaio. Dopo essermi procurata l’attrezzatura necessaria ho cominciato questo corso con una giornata di sole meraviglioso, neve splendida e buona compagnia… troppo bello per essere vero, infatti alla 2° uscita,

aceto balsamico di Loris, insomma, si mangia un sacco, si raccontano barzellette e ci si scambiano opinioni sulla salita appena fatta. Dopo le prime due uscite arrivano le ciliegine sulla torta: una di 2 giorni in Val Roia, per salire al Dosso di Dentro e a Cima Undici e un’altra, sempre di 2 giorni, in Val Martello per salire Cima Marmotta. Entrambe le uscite sono state bellissime, il tempo sempre bello, la neve splendida, il panorama mozzafiato, e alla fine dell’ultima curva… il camper con dentro Adriano e Loris che ci offrono tigelle, crescentine e tutta la roba che anche gli altri allievi ed istruttori portano e consegnano a loro… e ce n’è sempre un sacco, tant’è che alla fine bisognerebbe tornare a fare la salita per smaltire tutte le calorie accumulate. Mi sono molto divertita e a questo punto, avevo fatto 30, dovevo fare 31, così mi sono iscritta anche al corso di SA2. Direttore del corso SA2 Beppe (detto Giuseppe Colombini), il super eroe che tutte le allieve vorrebbero avere… almeno per un’uscita. Primo week-end Pietra di Bismantova e M. Giovo per le prove, e poi via con il M. Magro in Valle Aurina, il Palon de la Mare nel gruppo del Cevedale e… il Gran Paradiso. Sarebbe stato il giusto coronamento, ma quest’anno, con tutte le feste ed i “ponti” di aprile, siamo finiti troppo avanti, perciò l’ultima uscita è stata cambiata con il Pointe d’Albaron al Pian de la Mussa. Alla prima uscita subito cominciamo a capire che le cose sono un po’ diverse dall’SA1,

8

infatti, appena arrivati al rifugio, giusto il tempo di asciugare la roba bagnata (stava nevicando) e via di nuovo fuori per fare stratigrafia, e qui giù a spalare neve, ma avete mai provato a guardare la neve con una lente d’ingrandimento? Vi assicuro che è un mondo fantastico!! Poi abbiamo fatto la prova del blocco di slittamento… insomma abbiamo passato qualche ora prima della cena. La mattina dopo giornata soleggiata, salita bella e giù, all’ultima curva… non c’è il camper di Loris, però ormai abbiamo cominciato così, quindi la roba da mangiare e da bere non manca mai. Seconda uscita Palon de la Mare: arriviamo al rifugio con gli sci sullo zaino e il giorno dopo la neve non è splendida… direi piuttosto “didattica”, ed il tempo è abbastanza bruttino, ma proviamo ad andare avanti, avanti ancora un po’, un altro pochino e… siamo in cima, non è nevicato, anzi ogni tanto il sole fa capolino… siamo stati veramente fortunati, così, dopo il consueto scambio di baci in cima, togliamo le pelli, giriamo gli sci e cominciamo a godere curva dopo curva ma… solo per un po’, perché verso la metà del percorso la neve è veramente “di interesse puramente accademico”, quindi, invece di godere, ogni tanto imprechiamo, ma a bassa voce per non farci sentire da Beppe (lui la neve la adora sempre e comunque). Bene, arriva anche l’ultima uscita e si parte con un tempo poco bello e gli sci sullo zaino per arrivare al rifugio Gastaldi con una nebbia fitta

fitta, ma… siamo ancora al Corno alle Scale? No, il gestore del rifugio ci viene incontro, altrimenti non avremmo trovato neanche il rifugio, e ci accoglie cordialmente, ci sistemiamo e ci prepariamo per la cena, questa volta siamo arrivati tardi al rifugio, così non riusciamo a fare ricerca arva (peccato!), ma Beppe ha in serbo per noi una sorpresa… dopo cena infatti ci consegna un questionario con 54 domande alle quali rispondere in 20 minuti. Gli allievi dapprima inveiscono, ma poi si mettono zitti zitti a rispondere alle domande. Il giorno dopo il tempo non è migliorato, così cominciamo a salire, ma riusciamo ad arrivare solo a metà percorso perché tra il vento, la nebbia e la neve, non è il caso di continuare, così togliamo le pelli, giriamo gli sci e ci diamo alla pazza gioia scodinzolando contenti su una neve veramente bella. Beh, che dire, il corso è finito, sono stata contenta di essermi iscritta, non so cosa ne pensano mio figlio o mio marito, ma io sono sicura di essere tornata a casa ogni volta con gli occhi ed il cuore pieni di tante belle cose, di essere tornata a casa più rilassata, più serena, appagata da una giornata (o due) trascorse non solo ad imparare delle cose, ma anche a divertirsi, a raccontarsi barzellette, a farsi i massaggi a vicenda, insomma a stare bene e basta! A questo punto devo assolutamente ringraziare tutti gli istruttori dei 2 corsi, e anche gli allievi, che mi hanno fatto passare delle bellissime giornate facendomi innamorare dello scialpinismo.

9

LE REGOLE DEL GIOCO (Prima puntata)

Hard grit, rotpunkt, flash, misto, resting, artificiale moderno, trad, zona, highballs, E5, V12...

Tanti sono i nomi che si possono leggere nelle riviste specializzate di alpinismo e arrampicata. Alcuni indicano tecniche o regole, ma parecchi delle vere e proprie specialità. La passione di chi sale roccia o ghiaccio ha condotto verso una sempre maggiore specializzazione, e adesso, se non si usano le definizioni corrette si rischia di fare solo tanta confusione e non sapere più nemmeno se Alexander Chabot o Mauro Bole Bubu fanno lo stesso sport, o se è più rischioso salire venti metri di E9 o 800 metri di V+. Cercherò di fare un elenco il più completo possibile delle varie discipline partendo da quelle più prettamente sportive, quelle che hanno un riscontro anche di competizione, sotto forma di campionati nazionali o internazionali, arrivando sino all’alpinismo. Arrampicata sportiva: è l’attività di cui mi occupo generalmente su questa rubrica. E’ importante conoscere la distinzione tra arrampicata ”a vista” e “lavorata”. Anche nelle gare sono tenuti separati questi due stili che corrispondono esattamente al salire una via dopo averla solo rapidamente osservata dal basso o dopo averla provata una o più volte. Dopo aver fatto diversi tentativi, quando si riesce a salire in continuità una via senza mai appendersi alla corda, ai chiodi o ai rinvii (ossia fare dei “resting”) si dice di aver fatto la Rotpunkt (RP). E’ utile

che ogni arrampicatore, anche modesto, conosca almeno indicativamente il proprio livello, al fine di potersi orientare nella scelta degli itinerari da scalare, in particolar modo in quelli sportivi di più tiri o in quelli alpinistici. Per livello si intende il grado in scala francese (5b, 6c+,7a, ecc.) che si riesce a scalare senza resting da primi di cordata. Il grado

Il corrispettivo anglosassone di “arrampicata sportiva” è “free climbing”, tant’è vero che anche noi usiamo spesso l’espressione “arrampicata libera”. Sarebbe però sbagliato pensare che il termine “libero” o “free” si riferisca al fatto di salire senza corda. In tutte le discipline elencate, escluso il boulder, la corda è sempre presente. Chiaramente si può decidere di salire su qualunque terreno anche senza, ma questa è solo una variante e non una disciplina in sè. Si può parlare in questo caso di "solitaria senza assicurazione" o, detta all’inglese, "free solo".

Alex Huber per esempio ha salito recentemente slegato ‘The opportunist’, un monotiro di 25 metri di 8b+, mentre lo scorso anno aveva salito con lo stesso stile i 600 metri della ‘Hasse-Brandler’ sulla nord della Cima Grande di Lavaredo. Difficoltà massima 7a+ (VIII/VIII+).

nulla, se non a far riflettere sull’opportunità di salirlo anche da primi. Esistono altre scale oltre alla francese. La più famosa è sicuramente quella americana dove il 6a è 5.10a e l’8a è 5.13b. Nelle competizioni esiste una terza specialità, la "velocità" che trovo poco interessante dal punto di vista tecnico ma che in genere piace al pubblico più a digiuno di arrampicata.

Boulder: il termine inglese significa masso e identifica l’atto del salire i sassi o comunque percorsi brevi ma generalmente molto esplosivi e duri. Nel boulder si scala senza corda ma utilizzando dei materassi portatili (crash pad) per ammortizzare i frequenti voli. I gradi che utilizziamo in Italia sono sempre quelli della scala francese, ma con variante Font (Fontainbleau), ossia degradando di due lettere ogni

10

passaggio rispetto all’arrampicata con corda. In pratica, un passaggio che su un tiro di 20 metri sarebbe dato 6b su un blocco viene gradato 5c. In America si usa una scala V che va da V0 a V14, ma che, come le altre scale, rimane aperta alla possibilità di espandersi verso l'alto, ogni qual volta una nuova generazione di mutanti è pronta a migliorare le prestazioni delle precedenti. Se si sale un blocco al primo tentativo non si parla di “a vista” ma di "flash", poiché è possibile visionare ogni presa da molto vicino e addirittura toccarla prima del tentativo anche durante le competizioni. A differenza delle competizioni con corda gli atleti in gara bloc possono fare tutti i tentativi che vogliono all’interno dei 5 minuti che hanno a disposizione per risolvere il blocco o cercare di fare almeno zona. La zona è una presa che i tracciatori hanno valutato sufficientemente difficile da dare almeno un punteggio parziale a chi la raggiunge.

Nei boschi, sui massi veri, naturalmente la zona non esiste e nemmeno un tempo per riuscire a chiudere il blocco. “Il

sere stato provato due intere stagioni prima di essere stato chiuso per la prima volta. E si tratta di solo tre movimenti! Anche nel boulder occorre però seguire alcune regole base come quella di tenere il sederino a terra nelle partenze “sit start”, di non sfiorare mai il materasso con i piedi una volta partiti e soprattutto di accoppiare il top (presa conclusiva) con entrambe le mani ove non previsto di salire completamente in piedi sul sasso.

Gli “highballs” sono i boulder un po’ troppo alti per essere considerati dei semplici massi, ma che i soliti pazzi vogliono salire rigorosamente con il solo crash pad a protezione. Altezza media 6-8 metri.

Ghiaccio: termine un po’ generico per definire un'attività troppo ampia per essere trattata qui, ma che ci serve a introdurre altre discipline più vicine alla roccia come il “misto” o il “dry tooling”. Diciamo solo che il ghiaccio delle competizioni è più simile a quello delle cascate invernali, o delle goulotte, che a quello delle creste o delle pareti nord. Addirittura i movimenti sono sempre più simili a quelli dell’arrampicata sportiva dato che i nuovi

sempre più evoluta (da quest’anno con doppio manico), non ha dragonne (il cinturino che passava intorno al polso) e occorre quindi sempre stringerla con la forza delle proprie mani. I forti ghiacciatori hanno imparato a superare forti strapiombi e persino tratti di tetto, mentre i passaggi su appoggiato non possono mai essere troppo tecnici in quanto si può piantare la piccozza dove si vuole, quindi si sale anche su ghiaccio liscio come una pista di pattinaggio. Con questa terminano le descrizioni delle attività svolte anche sottoforma di competizione sportiva.

Da notare che, per offrire un campo di gara il più possibile imparziale e uniforme, tutte le competizioni si svolgono su strutture artificiali, persino quelle di ghiaccio.

(L’elenco continua sul prossimo numero del Notiziario)

11

UNA ORIGINALE BIBLIOTECA DI MONTAGNA

Alcuni anni fa ho effettuato una gita nel Gruppo della Croda Rossa d’Ampezzo che mi ha riservato una gradita sorpresa. Sono partito dalla Statale Carbonin - Cortina d’Ampezzo e, nei pressi di Ospitale, ho cominciato a percorrere un facile e largo sentiero che si sviluppa in un fitto bosco di pini e larici. A metà strada un gonfio torrente si affianca alla strada interrompendo con il suo rumore il grande silenzio che accompagna l’escursionista. Dopo circa un’ora sono arrivato alla Forcella Lerosa una larga e verdeggiante insellatura, punto panoramico eccezionale con vista sulle pareti della Croda Rossa, del Col Becchei e di tutte le montagne di Braies. La Forcella era deserta, non avevo incontrato alcuno: solamente un branco di cavalli, probabilmente allo stato brado, scorrazzava sull’ampio pianoro punteggiato da alcuni poderosi pini cembri. Stavo per riprendere l’escursione per dirigermi verso Ra Stua, quando ha attirato la mia attenzione una baita isolata seminascosta in un avvallamento della forcella. Mi sono avvicinato e poiché la porta era aperta (probabilmente per dare ricovero ai passanti in caso di maltempo) sono entrato. Al piano terreno su uno scaffale ho visto numerosi quaderni, alcuni dei quali gualciti, riempiti da scritte. Ho cominciato a leggere con curiosità e mi sono reso conto che erano opera di coloro che vi avevano transitato e che erano stati ispirati da una grande voglia di comunicare e di lasciare una testimonianza ai successivi visitatori. Si trattava di descrizioni degli itinerari, delle impressioni suscitate dall’ambiente (Stiamo ascoltando le voci della natura...), di lunghi monologhi

(Ciao, non so cosa scrivere, non so neanche chi sono. Forse oggi è il 16 giugno ma non ne sono tanto sicuro...), di messaggi entusiastici.

Ho letto diverse delicate poesie, commoventi meditazioni, confessioni romantiche, emozioni suscitate nella quiete serale di un bivacco sperduto fra le montagne, considerazioni mistiche (Immerso fra le cose mortali, anche il cielo finirà. Perché mai bramo Dio?).

Un tale, colto evidentemente da fenomeni di smarrimento ed introspezione, aveva scritto: “... io solo per me solo e null’altro: nemmeno il vuoto che è troppo ingombrante”.

Nonostante i diversi argomenti trattati e le differenze stilistiche, ho notato un comune denominatore: tutti gli scritti erano pervasi da una forte tensione, da un entusiasmo sconvolgente, da una grande sensibilità e da una irresistibile felicità.

Un risultato certamente sorprendente propiziato dalla eccezionale bellezza dei luoghi, dall’atmosfera idilliaca, che avevano coinvolto emotivamente gli escursionisti. La lettura mi ha commosso e sono rimasto parecchio tempo per poter apprezzare questa sorprendente antologia di letteratura escursionistica.

Poi ho lasciato a malincuore la baita che custodiva quella che può definirsi “la più originale biblioteca della montagna”.

Sono trascorsi molti anni dal giorno della mia escursione: mi auguro che tutto sia rimasto come prima per la gioia di coloro che potranno visitare la baita per emozionarsi come è successo al sottoscritto.

12
Croda Rossa d'Ampezzo, disegno di E.T. Compton (Aus den Alpen, 1896).

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.