Francesca Rucci

Joy Dance®: apprendere, esprimersi e crescere attraverso il movimento
edizioni la meridiana partenze
Francesca Rucci
Joy Dance®: apprendere, esprimersi e crescere attraverso il movimento
Prefazione di Lucia Suriano
edizioni la meridiana partenze
Joy Break 1: Respiro “Ha”
La connessione tra corpo e mente .................. 21
Joy Break 2: Breath of Joy
Joy Break 3: Respirazione lenta e cosciente Le regole di Joy Dance® 35 L’approccio alla danza libera ...........................37
Joy Break 4: Rilassamento: Body Scan
Gli elementi chiave del benessere attraverso Joy Dance®.......................................43
Joy Break 5: Posizione di potere
Esprimere la creatività attraverso il movimento ....................................47
Joy Break 6: Danzare come un bambino emanando amore
Joy Break 7: Meditation of Motion
Una sessione di Joy Dance® .............................57
Joy Break 8: Lasciati ballare con gratitudine
Joy Break 9: Do-In: una forma giapponese di automassaggio
Joy Break 10: Synovial Shake
di Lucia Suriano*
Quando si pensa alla danza, il pensiero corre subito ai ballerini professionisti, alle loro sinuose movenze, alla grazia e alla leggerezza con cui i loro corpi fluttuano nello spazio, seguendo la musica che li accompagna, quasi fossero foglie nel vento o flussi d’acqua che scorrono in perfetta armonia. Osservarli dona un senso di gioia e un’estatica immedesimazione. La danza dei professionisti genera benessere in chi assiste al loro spettacolo artistico: corpi armonici danno vita a narrazioni coreografiche che non hanno bisogno di essere spiegate, perché comunicano a un livello profondo e immediato.
La danza è un’arte superiore, la danza non è per tutti, siamo abituati a sentire e pensare. Da bambini, se non mostriamo una predisposizione naturale al ritmo e alla coordinazione motoria, veniamo indirizzati verso altre discipline artistiche, e difficilmente ci avviciniamo a scarpette e tutù nell’adolescenza, men che mai in età adulta. Eppure, il nostro corpo danza da sempre. Danzano i nostri corpi sin dal concepimento, fluttuando
* Lucia Suriano è docente nella scuola secondaria di secondo grado. Ha iniziato a ricercare e sperimentare modalità e strumenti che realizzino il vantaggio dell’educare alla felicità (in ambito educativo scolastico). Ribalta stereotipi e falsi miti educativi per una scuola capace di includere realmente tutti partendo dalla potenza della fragilità.
nel liquido amniotico; danziamo perfino durante la discesa nel canale uterino prima di venire al mondo, danziamo in perfetto equilibrio con le nostre madri fino al momento in cui ci separiamo, per dar inizio alla nostra vita. La danza continua nei mesi a seguire, danziamo con i nostri genitori tutte le volte che abbiamo bisogno di tranquillizzarci, ad ogni piccolo fastidio, danziamo la danza della vita per tutta la vita.
Anche se non siamo ballerini professionisti, amiamo le feste: momenti in cui possiamo liberare il corpo al suono della musica. Tuttavia, difficilmente ci definiremmo ballerini. Nell’immaginario collettivo, un ballerino è un’icona di perfezione e nella quotidianità è difficile sentirsi tali.
Con questa pubblicazione, Francesca Rucci ribalta le nostre convinzioni e ci invita a riappropriarci della nostra innata capacità di danzare, non necessariamente come étoile, ma dando vita alla danza che è già dentro di noi.
Un corpo che danza è un corpo in movimento, e ormai è noto il principio secondo cui motion creates emotion (il movimento genera emozione). La danza attiva i cosiddetti ormoni della felicità: ossitocina, dopamina, serotonina, endorfine, GABA e adrenalina. È un potente strumento per il nostro benessere psico-fisico ed emotivo, capace di liberarci dall’eccesso di cortisolo e di aiutarci a stare meglio con noi stessi e con gli altri. Ho incontrato Francesca Rucci nel mio percorso di conoscenza della risata. Durante il corso per diventare insegnanti di leader di risata, ogni partecipante era invitato a condividere esperienze giocose con il gruppo, e Francesca ci propose un gioco danzante. Ricordo perfettamente l’effetto che mi fece partecipare a quell’attività: sin da subito non ebbi il minimo dubbio che, nella sua semplicità, nascondesse un grande potenziale. Capivo che fosse qualcosa da sostenere, valorizzare e condividere con il maggior numero possibile di persone. Sono passati circa dieci anni da quella sera in cui provai per la prima volta l’esperienza della danza del-
la gioia, e in questo lungo tempo la nostra maestra ha sperimentato, approfondito e perfezionato ciò che oggi ci racconta in queste pagine.
La danza è uno strumento essenziale, ci illudiamo di poterne fare a meno, ma il nostro corpo chiede armonia e movimento; così in questo manuale veniamo guidati alla scoperta della nostra danza della gioia: quella che nasce dalle esigenze del nostro corpo e dalle emozioni che vivono e animano la nostra quotidianità, quella danza che ci accompagna fin dall’infanzia e che ci aiuta a progredire, a comprendere noi stessi, a sentire e a sentirci oltre le parole e le costruzioni mentali che spesso ci bloccano e non ci lasciano liberi di andare incontro alla nostra vera realizzazione. Auguro a chiunque legga questo libro di trovare la propria danza, il proprio ritmo. Praticando la danza della gioia, ognuno impari a disegnare, per ogni fase della vita, brillanti coreografie!
Non sono venuto per insegnarti, ma per amarti, e l’amore da solo ti insegnerà
Amrit Desai
so che non si limita alla teoria, ma si radica nell’esperienza diretta. Il mio metodo si fonda su tre livelli di consapevolezza:
• il corpo, che attraverso il movimento genera sensazioni;
• la mente, che apre le porte all’immaginazione e trasforma il movimento in espressione;
• l’emozione, che espande il cuore e connette con la parte più profonda di noi stessi.
Dall’unione di anni di studio, pratica e insegnamento, è nato Joy Dance ®, un approccio che ho codificato nel tempo per facilitare questo processo di risveglio attraverso il movimento. Non è un semplice addestramento, ma un’esperienza artistica e sensoriale, un invito a esplorare il corpo come strumento di espressione, gioia e trasformazione, affinché ciascuno riscopra ciò che è già dentro di sé: la propria verità, la propria bellezza, la propria danza interiore.
Questo non è un libro da leggere, ma da vivere. Invito a sentirlo, respirarlo, sperimentarlo e –perché no – a danzarlo, coinvolgendo il corpo, la mente e il cuore.
La danza è la mia vocazione, il mio linguaggio più autentico, il mezzo attraverso cui esploro il mondo e lo condivido con gli altri. Per molte culture, danzare è molto più di un movimento estetico: è guarigione, celebrazione, connessione profonda con il sacro; è un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che sappiamo di noi stessi e ciò che possiamo ancora scoprire.
Nel corso degli anni, ho osservato come la danza possa trasformare chiunque la incontri con cuore aperto. Non importa l’età, la forma fisica o l’esperienza: tutti possediamo un corpo, e tutti abbiamo il diritto di danzare. Il movimento è un’espressione vitale, una poesia che si scrive attraverso il corpo, un atto creativo che pulsa di energia e autenticità. In queste pagine ti guiderò attraverso un percor-
Il vostro corpo non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile, concreta. Spezzate le catene che imbrigliano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero
Richard
Bach
mo e il movimento che esprimiamo. Ogni individuo è invitato a sviluppare un linguaggio corporeo personale che è in grado di esprimere la propria essenza unica. Questo metodo permette di esplorare il corpo come un mezzo di consapevolezza e di connessione profonda con se stessi e con gli altri.
Nel corso degli anni, ho visto come Joy Dance® possa essere applicato in vari contesti: scuole, aziende, percorsi di crescita personale e in ambiti socio-sanitari. La sua versatilità lo rende adatto a persone di tutte le età e background, dai bambini agli adulti, dagli atleti ai professionisti, promuovendo il benessere e l’amore per sé e per gli altri. Questa filosofia del movimento offre strumenti di apprendimento che non riguardano solo il corpo, ma anche la mente e lo spirito, favorendo una visione della vita più aperta e trasformativa. Non è necessario essere esperti di danza per trarre beneficio da Joy Dance®; chiunque, spinto dalla curiosità, dalla passione per il movimento o dal desiderio di crescita personale, può sperimentare il cambiamento che questo metodo può portare nella propria vita.
Joy Dance ® è il risultato di quarant’anni di ricerca sulla danza, educazione e crescita personale. Durante questo lungo cammino, ho esplorato come il corpo e il movimento possano essere strumenti di consapevolezza e trasformazione. La danza classica, pur essendo stata una base fondamentale, mi ha insegnato che c’è molto di più da scoprire oltre i confini delle tecniche rigide e delle aspettative estetiche. Ho capito che il corpo non è solo un mezzo per eseguire movimenti, ma è il centro dell’esperienza umana, in grado di esprimere emozioni, pensieri e spiritualità.
Joy Dance ® rappresenta un approccio olistico, che integra la dimensione fisica, creativa e spirituale della persona. Non si concentra sulla perfezione tecnica, ma piuttosto sull’integrazione tra il sentire e l’agire, tra le emozioni che provia-
Lodo la danza perché libera l’uomo dalla pesantezza delle cose e lega l’individuo alla comunità. Lodo la danza che richiede tutto, che favorisce salute e chiarezza di spirito, che eleva l’anima
Sant’Agostino
La danza è spesso considerata irrilevante nella cultura occidentale, forse a causa della separa -
zione tra arte e vita quotidiana risalente all’antica Grecia. In quel periodo fu introdotto il concetto di palcoscenico, creando una distanza tra “pubblico” e “performer”, e tra artisti e non. Filosofi come Socrate e Platone attribuirono alla mente un valore superiore, relegando il corpo a un ruolo secondario, visione che ha influenzato profondamente la nostra cultura.
Anche la religione ha contribuito a separare il corpo dallo spirito. Inizialmente, la danza faceva parte dei riti religiosi, ma a partire dal VII secolo fu vietata per il suo carattere sensuale e impuro. Da allora, il corpo è stato visto come un semplice guscio.
Con l’avvento della tecnologia, l’accento sulla mente e sull’intelletto si è intensificato. Viviamo nell’era della digitalizzazione, dove le informazioni sono facilmente accessibili ma spesso assimilate passivamente, senza coinvolgere il corpo o il gioco attivo. La cultura contemporanea valorizza il pensiero lineare, trascurando l’immaginazione, la creatività e il movimento.
Madre Teresa di Calcutta ha spesso osservato la disconnessione tra la ricchezza materiale e la povertà emotiva delle società occidentali. Abbiamo separato mente e corpo, intelletti ed emozioni, creando una frammentazione delle nostre attività quotidiane: studiamo per allenare la mente, ci esercitiamo per il corpo, andiamo in terapia per le emozioni e ci occupiamo dello spirito attraverso la religione.
Nelle società primitive, come tra gli aborigeni australiani, la danza era parte integrante della vita. Ogni aspetto, dalla nascita alla morte, dalla guerra alla pace, veniva espresso attraverso di essa. La danza non era un’attività separata, ma un rituale che univa arte e vita, nutrendo l’individuo e la comunità. Per queste culture, la danza era un mezzo per sperimentare i cicli della vita e unificare corpo, mente, emozioni e spirito. Oggi, la danza continua a essere un’attività che integra tutti questi aspetti, come dimostrano le
tradizioni di molte culture. Non è solo esercizio fisico, come l’aerobica, o un’arte riservata a pochi, come il balletto, né un intrattenimento come il jazz o il ballo da sala. Per le culture primitive, la danza era la medicina quotidiana per corpo e anima, un’attività alla portata di tutti.
Joy Dance® propone un approccio integrato alla vita, in cui corpo e danza abbracciano le dimensioni fisiche, mentali, emotive e spirituali, non come parti separate, ma come elementi inseparabili di un’unità. Molti pensano di non poter danzare, ma questo è solo un limite imposto dalle convinzioni. Se iniziamo a credere di poter danzare, il corpo seguirà e lo farà con gioia.
Tutti noi danziamo in una dimensione interiore: i nostri neuroni, organi, sensi, cuore e sangue sono in continua danza. Come scriveva Dante, la danza è l’attività che muove l’universo, è un linguaggio che esprime emozioni, sensazioni e percezioni.
Il libro che stai leggendo non è un manuale per imparare a danzare, ma un invito a riscoprire il piacere del movimento libero e a danzare per il benessere. Non importa se si è esperti o principianti, l’importante è che il corpo si muova con gioia. Tutti abbiamo danzato fin da prima di nascere, nel ventre materno, seguendo il ritmo del cuore e del respiro; anche se oggi viviamo in un mondo dominato dalla sedentarietà e dalla tecnologia, il nostro corpo è nato per muoversi. La danza è il nostro diritto di nascita. È giunto il momento di celebrare i nostri corpi come strumenti magici e magnifici. Riflettere sulla nostra capacità di movimento è un’occasione per scoprire chi siamo veramente, migliorando anche le nostre relazioni con gli altri. La danza aiuta a mettere ordine nei pensieri, a far emergere le emozioni e, in situazioni difficili, a superare le sfide. Come ogni forma d’arte, ha un potere terapeutico che può aiutarci a vivere meglio.
Ci hanno insegnato che ballare è qualcosa riservato agli artisti, a chi ha talento e un fisico adatto e che saper danzare richiede studio, ma è anche un dono, un po’ come saper cantare.
Eppure, quanti di noi canticchiano in macchina o sotto la doccia? È un gesto intimo che facciamo quando pensiamo di non essere ascoltati, un atto che compiamo per il puro piacere di farlo. Ebbene, esiste una danza intima che possiamo riscoprire ritrovando la gioia di muovere il nostro corpo. Da bambini, ogni musica ci portava a muoverci con gioia, senza pensare se fossimo bravi o meno, senza chiederci se ciò che stavamo facendo avesse un senso. Ci muovevamo senza giudizio. Da adulti, spesso smettiamo di provare questa gioia, eppure il movimento è un atto necessario all’uomo, che non ha niente a che vedere con il risultato finale.
Viviamo in una società che ha smesso di saltare, di sognare, di rimirare, di respirare, di camminare, di disegnare e di danzare. Dobbiamo ricominciare a danzare. Ne va della nostra felicità!
Joy Dance ® nasce dall’esigenza di trovare una via per tornare a quando eravamo piccoli, per riscoprire la gratitudine verso i movimenti che il corpo sa creare, divertendosi e scoprendo il potere di guarigione resiliente della danza.
In questa ottica, ciò che conta è il processo, ovvero il piacere di danzare, l’agire del corpo e il seguire ciò che lui sa fare. Il protagonista è il corpo che si esprime attraverso il movimento, al quale dobbiamo prestare ascolto, attenzione e comprensione.
Con Joy Dance® non diventeremo novelli Roberto Bolle1; non ci vuole studio tecnico né abilità
1. Roberto Bolle (Casale Monferrato, 26 marzo 1975) è un ballerino italiano di fama internazionale. È il primo danzatore al mondo ad aver ricoperto contemporaneamente i ruoli di Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York.
funamboliche. Basta lasciarsi andare, alla ricerca del benessere e nella gratificazione che il corpo in movimento ci regala.
La premessa di Joy Dance® è l’eliminazione del giudizio sia verso se stessi che verso gli altri; superando inibizioni, pregiudizi e timidezza, scopriamo che non si danza per essere giudicati, ma semplicemente per dedicarsi del tempo, per farsi un dono.
Sperimentare il tuo corpo, le tue emozioni e i tuoi pensieri ti svelerà la bellezza che è in te, e dopo non potrai fare a meno di vedere la bellezza che è negli altri.
Essere il proprio corpo o avere un corpo?
Ci sono delle scorciatoie per la felicità, e la danza è una di queste
Vicki Baum
Spesso pongo questa domanda provocatoria: “Ma noi siamo il nostro corpo oppure abbiamo un corpo?”.
Alcuni rispondono come se vedessero il corpo come un insieme di pelle, ossa, muscoli e organi. Il corpo come un mezzo che possiedo da utilizzare per fini salutistici, biologici. “Io ho questo corpo”, con il quale compiamo azioni e che ci permette di entrare in contatto con il mondo. Altri invece sentono il corpo come una parte integrante di sé, come qualcosa che li definisce: “Io sono il mio corpo”, un corpo che prova emozioni, vive ed entra in relazione con la realtà.
Le due opinioni non sono in contraddizione, ma ci aiutano a capire che questo nostro essere nel corpo deve essere considerato sia nell’a -
spetto fisico che in quello espressivo, interagendo con gli altri.
Quando danziamo, raccontiamo sempre qualcosa di noi, anche in modo inconsapevole, componiamo i frammenti di una nostra autobiografia. Nel danzare, ciò che desideriamo è farci riconoscere, a volte per essere compresi e altre per essere amati. Danzare è come dipingere il proprio autoritratto con i gesti e le movenze, ognuno con il suo stile, ognuno con la sua unicità.
Nel danzare, vengono messi in campo diversi aspetti: chi danza si mette a nudo, mostrando tutto il suo essere, senza risparmiarsi nemmeno per un istante. Nei suoi movimenti e nei suoi sguardi c’è un racconto straordinario, e ogni volta che colgo questa essenza durante le mie sessioni mi commuovo.
La danza parla, anzi racconta… Racconta storie, diverse, profonde e fatte di emozioni. Un corpo che danza è già di per sé un racconto, dove il movimento e lo sguardo diventano strumenti per narrare! In ogni gesto c’è l’individualità, la complessità e la diversità di chi danza, ed è proprio lì che nasce la consapevolezza del “ma io chi sono?”.
All’inizio di un workshop di Joy Dance®, la prima cosa che chiedo ai partecipanti è di presentarsi. Tutti si preparano a parlare di sé, mantenendo lo sguardo alto, rivolto al gruppo e a chi lo guida. La seconda richiesta però li spiazza: “Presentatevi non oralmente ma con una serie di movimenti… danzando”. Chiedo una performance, ma non la migliore possibile. Questo primo esercizio lo giustifico dicendo loro che siamo perfetti così come siamo, ma presi dalla quotidianità e dagli impegni del mondo esterno, ci dimentichiamo di riconnetterci con questa bellezza. Spesso siamo spinti a cercare la nostra pace interiore all’esterno, quando la vera ricerca deve partire dentro di noi. Dobbiamo solo ricordarci di noi stessi, perché passiamo la maggior parte del tempo lontano dalla nostra essenza.
In tutta la sua semplicità, questa esperienza tocca un tema molto importante e profondo: l’accettazione di sé.
Essere se stessi non è sempre facile, spesso temiamo il giudizio delle persone che ci circondano oppure semplicemente ci rendiamo conto che in un determinato contesto non sempre veniamo apprezzati per ciò che siamo! Invece possiamo accettare noi stessi, con le nostre caratteristiche e individualità. Riuscire a mostrarci all’altro senza paura vale veramente la pena, perché solo grazie a una sicurezza interiore possiamo poi scoprire la bellezza dell’incontro con l’altro, e soprattutto quanto sia piacevole farsi scoprire e condividere le singole individualità!
E qui si innesca un altro grande fattore rilevante che si mette in luce danzando le sessioni di Joy Dance®: incontrare l’altro, creare amicizie. Saper accogliere l’altro per ciò che realmente è, senza emettere alcun giudizio, anche se diverso da noi, e saperlo spronare e sostenere, mostrandoci un forte e sicuro alleato per superare insieme le insicurezze, paure e difficoltà.
Sono sempre più convinta che non abbiamo un corpo, ma siamo un corpo.
Questo significa che ogni cambiamento interiore – nei nostri pensieri, nel nostro inconscio –si riflette nel corpo, che racconta la nostra storia e svela i nostri stati d’animo. Il corpo parla di noi, rivela le nostre emozioni, le nostre difficoltà e persino le paure più profonde. Nel corpo restano intrappolate emozioni represse e liberarle è un percorso lungo e impegnativo.
Il problema è che la nostra società esalta la mente, trascurando il valore del sentire. Siamo stati educati a dare priorità alla testa, dimenticando che il corpo è il nostro primo strumento di conoscenza e consapevolezza.
Nel mio lavoro con Joy Dance ®, esploriamo il movimento, il respiro e il gioco corporeo come strumenti per riconnetterci con il nostro sentire.
Attraverso queste esperienze, impariamo a recuperare un senso di equilibrio, serenità e gioia. Perché più siamo in contatto con il nostro corpo, più siamo in contatto con noi stessi. E quando riusciamo ad ascoltarci profondamente, diventa più naturale aprire il cuore agli altri e vivere con maggiore autenticità.
La vita è movimento, il movimento è vita
(Aristoteles Stagira, 384 a.C. Calcide, 322 a.C.)
Aristotele sosteneva che la vita è movimento e che il movimento è vita. Il movimento rappresenta la via maestra per esprimersi, comunicare e comprendere. Eppure, la nostra cultura, e anche la nostra cultura educativa, presta poca attenzione al “movimento”, se non in relazione all’attività ginnica.
E invece il movimento è una caratteristica essenziale dell’essere umano: la vita è movimento, la vita è danza, a partire dal primo battito cardiaco del feto nel grembo materno. Il feto è una vita in movimento, immersa in un “bagno sonoro” scandito dalla ritmicità del battito cardiaco e del respiro della mamma e – in questo ambiente – fa esperienza di suoni e movimenti. Per questo motivo, sostengo che la vita è movimento e quindi la vita è anche una danza. Dopo la nascita, nelle prime fasi di vita, il corpo è indistinto mezzo di conoscenza e di comunicazione. Ogni giorno, il bambino o la bambina fa nuove esperienze, ha nuovi contatti che vivrà fondamentalmente con il suo corpo. La sua espressione prevalente è la motricità: esprime i suoi sentimenti attraverso il corpo.
Il movimento è connesso al pensiero, attiva i neuroni specchio e genera emozioni (come dice il dr. Kataria: Motion creates emotion2). Per questo motivo è importante partire dal movimento e mettersi in ascolto di esso.
Musica e danza (movimento) sono profondamente legate: la musica genera movimento, entra nel corpo; la danza esce dal corpo e genera musicalità.
Lo sapevi che ogni 90 minuti circa subiamo delle immersioni ultradiane? Sonja Lyubomirsky3, nel suo libro The Myths of Happiness (I miti della felicità), parla di un tipo di ciclo corporeo chiamato ritmo ultradiano. Ogni 90 minuti circa, ci sentiamo particolarmente vigili e concentrati, capaci di sostenere la nostra attenzione e le nostre energie. Tuttavia, alla fine di questo intervallo, attraversiamo un periodo di affaticamento e ridotta concentrazione che dura circa 20 minuti. Questo è il “tuffo ultradiano”: un momento di letargia e possibile stanchezza.
I guru del business hanno utilizzato questa ricerca per offrire consigli pratici: tutti dovremmo conoscere i nostri ritmi ultradiani e, quando arriva il momento di calo della concentrazione (circa 20 minuti di “messa a fuoco ritardata”), invece di forzarci a continuare – rischiando errori e inefficienza – o cercare stimoli come cioccolato e sigarette, dovremmo prenderci una pausa rigenerante. Il modo migliore per affrontare questi momenti di stanchezza è rilassarsi o cambiare attività. Ad esempio, una passeggiata di 20 minuti all’aria aperta, una breve meditazione o l’ascol-
2. Il dott. Kataria è un noto oratore ed è spesso ospite di programmi televisivi, radiofonici e articoli di stampa dedicati al benessere e alla salute. È l’ideatore della Laughter Yoga (Yoga della Risata). Al riguardo, sono stati pubblicati articoli su testate prestigiose come “Time”, “Magazine”, “National Geographic”, “Wall Street Journal”, “Los Angeles Times” e “Daily Telegraph” (UK). Cfr. www.lameridiana.it/yoga-della-risata.html 3. Sonja Lyubomirsky è una delle ricercatrici americane più autorevoli nel campo della felicità. Secondo la sua teoria, il segreto per una felicità duratura consiste nel focalizzarsi su quel 40% della nostra felicità che è sotto il nostro controllo, mantenendo costantemente un buon livello di benessere interiore.
to della musica possono aiutarci a ritrovare energia e lucidità.
In questo modo, la nostra mente conscia si staccherebbe dagli impegni per dare la possibilità alle sue parti più profonde di ricaricarsi e di riassestarsi dando luogo alla cosiddetta risposta ultradiana di guarigione.
In queste pagine ho preparato un utile antidoto che ho chiamato “Joy Break”: pause consapevoli che sfruttano i ritmi ultradiani per ricaricarti e rinnovarti. Abbiamo sempre a disposizione un dono prezioso: il respiro. Perché non fare tre respiri profondi proprio ora?
Fin dall’infanzia ci hanno insegnato che imparare significa stare seduti per ore, ascoltando un insegnante o leggendo libri di testo. Io stessa, durante i miei studi, non ho mai ricevuto l’invito ad alzarmi, fare una pausa e dare spazio al corpo mentre apprendevo. Certo, facevamo sport o danza nel pomeriggio, ma il resto del tempo restavamo immobili.
Per questo, mentre sarai assorto nella lettura, ti inviterò di tanto in tanto a premere il pulsante “pausa”. Ti proporrò piccoli esercizi fisici pensati per donarti più energia, concentrazione e una mente più lucida e serena.
Attraverso i “Joy Break” ti guiderò alla riscoperta della gioia, della creatività e della conoscenza che già risiedono in te, utilizzando il linguaggio più naturale del corpo: la Danza.
Ma non intendo la danza come una disciplina riservata a pochi eletti, bensì come un linguaggio universale e accessibile a tutti. Una danza che unisce corpo e mente, che ti aiuta a comprendere, esprimere, integrare e ispirare. Una danza che risveglia il tuo corpo come strumento di consapevolezza e trasformazione.
Obiettivo
È un modo semplice e immediato per rilasciare tensioni e riequilibrare l’energia nel corpo.
Istruzioni
1. Fai tre respiri lunghi e profondi: inspira profondamente attraverso il naso, sollevando le braccia lateralmente.
2. Quando le braccia sono all’altezza delle spalle, ruota i palmi verso l’alto e continua a sollevarle sopra la testa.
3. Espira lentamente con un suono “ha” attraverso la bocca, abbassando le braccia lungo i fianchi e rilasciando ogni tensione.
4. Ripeti il movimento, concentrandoti sul ritmo del respiro.
Suggerimenti
• Chiudi gli occhi per aumentare la connessione con il corpo.
• Ascolta il suono del respiro e visualizza la tensione che si dissolve a ogni espirazione.
Domanda finale
Dopo aver completato il Respiro “Ha”, chiediti:
Il tuo respiro sembra più espansivo?
La tua mente si sente più lucida e presente?
Il tuo corpo si sente più energico e vivo?
Nota
Il corpo è una fonte inesauribile di saggezza, ma per accedervi dobbiamo essere pienamente presenti in esso. Respirare profondamente è il primo passo verso una connessione più consapevole con noi stessi.
Il percorso didattico è stato costruito avvalendosi di pratiche di comunicazione insegnante-bambini non direttive, tra cui quella del problem solving.
Obiettivi formativi
• Valorizzazione dei linguaggi non verbali.
• Sperimentazione delle possibilità espressive e comunicative del movimento.
• Progressiva padronanza del proprio comportamento motorio.
• Percepire la danza come strumento di relazione con gli altri e con l’ambiente.
Nel 2003, come insegnante di scuola dell’infanzia, mi fu chiesto di creare un progetto per i bambini della mia scuola, e ne approfittai per fare la mia prima formazione con le colleghe docenti. Questo progetto, che denominai “Equilibriamoci… il movimento come stimolo all’intelligenza”, è stato portato avanti con successo per ben sette anni scolastici, dall’A.S. 2003-2004 fino all’A.S. 2009-2010.
L’obiettivo principale del progetto è stato quello di stimolare e potenziare la creatività espressiva nei bambini della scuola dell’infanzia, attraverso l’approccio alla corporeità e all’avvicinamento alla musica. Infatti, tramite la danza, il bambino e la bambina non solo migliorano la percezione dello schema corporeo, ma potenziano anche la percezione del Sé come identità globale, nell’unità psicosomatica, in un contesto giocoso e piacevole. L’espressione della creatività e delle emozioni si realizza attraverso il corpo che danza, che si muove, che gioca e che si esprime anche tramite materiali diversi. Il movimento diventa simbolo, come afferma France Schott-Billmann32.
32. France Schott-Billmann è psicoanalista e danzaterapeuta e insegna danzaterapia all’Università Paris Descartes (Sorbona).
• Educare al sentimento.
• Sviluppo delle capacità creative.
Obiettivi specifici
• Sperimentare movimenti semplici e globali.
• Imitare un movimento osservato seguendo il ritmo musicale appropriato.
• Riconoscere suoni, rumori e ritmi.
• Seguire un ritmo binario.
• Conoscenza dello spazio e rispetto per le altre persone.
• Osservare gli elementi danzati: un tema, un personaggio, un’azione, un sentimento, un’emozione.
• Inventare sequenze motorie sulla base dell’ascolto di un brano musicale.
• Assumere ruoli diversi e dare espressività al proprio movimento.
Metodologia
Le modalità di presentazione delle attività utilizzano pratiche di comunicazione insegnante-bambini non direttive, come la pratica del problem solving: l’insegnante non comunica del-
le verità, ma pone quesiti da risolvere, sui quali i bambini possono ragionare e confrontarsi, incoraggiando risposte in termini di movimento. Il percorso è stato concepito come un sistema di riferimento flessibile per “guidare” piuttosto che “insegnare”, enfatizzando l’espressività e la naturalezza dei movimenti dei bambini.
La “lezione” è strutturata in 4 fasi:
1. Accoglienza : un rituale che dà ai bambini il senso di sicurezza e costituisce il punto di riferimento per l’inizio di un’attività piacevole (ad esempio ripetizione in cerchio del proprio nome unito a un movimento, camminate esplorative).
2. Esercizi psicomotori e ipotesi motorie: in questa fase, i bambini sono introdotti alla sperimentazione del proprio corpo in movimento (conoscenza giocosa delle parti dello schema corporeo, esercizi di coordinazione ed equilibrio, libera esplorazione del movimento, improvvisazioni su musica, utilizzo di oggetti come stoffe, cerchi, teli, strumenti musicali, drammatizzazioni danzate, ecc.).
3. Recupero e consolidamento dell’esperienza : questa fase serve a rielaborare l’esperienza vissuta e a promuovere la capacità di tradurre in linguaggi diversi le esperienze fatte (ad esempio espressione delle emozioni provate in circle time, attività di espressione pittorica, ecc.).
4. Saluto: anche questo è un rituale conclusivo (ad esempio una canzone, una semplice danza in cerchio, ecc.).
Ecco alcune attività che sono state proposte ai bambini per esplorare la danza in modo giocoso, stimolando la loro creatività e scoprendo la gioia del movimento libero:
1. La danza degli animali: i bambini sono invitati a muoversi come diversi animali. Un le-
one potrebbe strisciare lentamente, mentre un uccello potrebbe svolazzare libero. Ogni bambino può scegliere un animale e trovare movimenti che ne rappresentino il carattere. Si possono anche includere animali fantastici, come draghi o unicorni!
2. Il viaggio immaginario: raccontiamo una breve storia in cui i bambini devono immaginare di essere in un certo luogo (es. una spiaggia, una foresta, lo spazio). Chiediamo loro di danzare come se camminassero sulla sabbia, saltassero tra le stelle o si muovessero attraverso l’acqua. Ogni tappa del viaggio può essere associata a un movimento diverso.
3. La danza delle emozioni: ogni bambino sceglie un’emozione (gioia, paura, rabbia, ecc.) e la rappresenta con movimenti liberi. Dopo aver provato da soli, possono esibirsi per il gruppo, e gli altri bambini indovinano quale emozione stava danzando. È un modo divertente per esplorare come le emozioni influenzano il nostro corpo!
4. La danza con i colori: mostriamo ai bambini diversi colori con l’aiuto dei cartoncini colorati e chiediamo loro di immaginare come ogni colore potrebbe muoversi. Il rosso potrebbe essere energico e saltare in alto, mentre il blu potrebbe fluire dolcemente come un’onda. Ogni colore ha un movimento, e i bambini possono combinarli in una “danza arcobaleno”.
5. Il gioco del dirigente: un bambino inizia come “dirigente” e inventa movimenti che tutti gli altri devono seguire. Dopo un po’, il “dirigente” cambia, e un altro bambino guida il gruppo. Questo gioco aiuta a sviluppare la collaborazione e il rispetto per le idee altrui, mentre tutti si divertono creando insieme.
6. La festa delle bolle di sapone : quest’attività spinge i bambini a muoversi liberamente e seguire un elemento fisico. I bambini devono seguire e danzare con le bolle, saltando, gi-
rando e cercando di acchiapparle senza farle scoppiare. Ogni bolla può ispirare un movimento diverso: quelle che salgono in alto spingono i bambini a saltare, mentre quelle che scendono lentamente li fanno muovere delicatamente.
7. La danza della luce e dell’ombra: creiamo un ambiente con luce soffusa e proiettiamo delle ombre su una parete. I bambini danzano cercando di imitare le forme e le dimensioni delle ombre, giocando a essere grandi e piccoli, lenti e veloci.
8. La danza degli elementi : ogni bambino diventa un elemento della natura: fuoco, acqua, aria o terra. Si esplora come ciascun elemento si muove: il fuoco può essere rapido e scattante, l’acqua può ondeggiare dolcemente, l’aria può essere leggera e fluttuante, la terra può essere pesante e radicata.
9. La danza delle storie inventate: i bambini inventano una storia e poi la interpretano attraverso la danza. Ad esempio, possiamo narrare delle parti della storia e incoraggiare i bambini a reagire con movimenti: “Camminiamo nella foresta! È piena di alberi alti! Ora attraversiamo un ruscello saltellando sulle rocce!”.
10. La danza degli strumenti invisibili: ogni bambino immagina di suonare uno strumento invisibile e inventa movimenti di danza che seguano il ritmo e lo stile dello strumento. Quando la musica cambia, i bambini possono cambiare strumento ed esplorare nuovi modi di muoversi.
11. Il giardino incantato : trasformiamo la stanza in un giardino immaginario con fiori magici. Ogni bambino è un seme che germoglia lentamente, e man mano che la musica cambia, i bambini crescono, fioriscono e si muovono come piante al vento. Possono trasformarsi anche in farfalle o api e volare da fiore in fiore.
12. Il cerchio della gioia: i bambini formano un cerchio e iniziano a passarsi un “movimento gioioso”, come se fosse un dono. Un bambino inizia con un movimento (una piroetta, un salto, un battito di mani) e lo “regala” al vicino, che lo riceve, lo ripete e ne crea uno nuovo. Il cerchio si riempie di energia, con ogni bambino che aggiunge un pezzo di danza creativo.
Queste esperienze di Joy Dance® incoraggiano i bambini a muoversi in modo naturale e a divertirsi, promuovendo espressione personale, immaginazione e fiducia nel proprio corpo.
Questa è l’esperienza di Barbara Martello, docente di Educazione fisica nella scuola secondaria di primo grado.
Durante il periodo del Covid, quando la scuola è stata catapultata nelle attività da realizzare attraverso uno schermo, l’unico mezzo disponibile per comunicare e fare scuola, i docenti hanno dovuto tirare fuori tutta la loro creatività.
Il team dei docenti di Educazione fisica dell’Istituto Comprensivo “Vittorelli” di Bassano del Grappa (Vicenza) mi ha contattata e, insieme, abbiamo deciso di lanciare una sfida online ai ragazzi: “Diventa un ballerino/a”.
I docenti hanno creato un video in cui spiegavo ai ragazzi che tutti possiamo essere dei ballerini, che la danza è qualcosa che è dentro di noi e che, soprattutto, potevano utilizzare la danza per contattare le loro emozioni e liberarle. Dicevo loro che l’importante è mettersi in gioco e che ballare, in un momento così difficile, avrebbe potuto aiutarli a scacciare la tristezza e a sentirsi meglio. Li incoraggiavo a lasciarsi andare al-
la melodia, assicurandoli che sarebbe stato facile e che valeva la pena provare. I ragazzi hanno risposto con entusiasmo all’invito. Ogni alunno ha creato un video della sua “performance” e lo ha condiviso nella classroom (la classe digitale). Molti di loro hanno raccontato che, dopo un iniziale imbarazzo, hanno trovato piacevole questa esperienza e si sono anche divertiti.
Per me è stata un’esperienza bellissima, portare benessere attraverso Joy Dance® in un periodo così difficile per gli adolescenti è stata una grande soddisfazione.
Laboratori per il benessere
Dopo le prime sperimentazioni è nata l’esigenza di formare dei facilitatori di Joy Dance® e, quindi, ho creato un percorso formativo con cui invito i partecipanti a sperimentare e poi diffondere semi di danza e gioia. Sono anche invitata a tenere workshop e partecipare a congressi sul benessere, sia in Italia che all’estero.
Un esempio di questo tipo di esperienza è il laboratorio che vi descrivo, realizzato durante un workshop di aggiornamento e formazione nell’ambito del benessere a Bologna nel 2019.
L’obiettivo principale era quello di entrare in ascolto del proprio movimento e permettere ai partecipanti di sperimentare l’ascolto di sé come unità psico-corporea e spirituale. Il tema era “Viaggio verso te stesso” e si è concluso con la danza in cerchio “CELEBRATION”.
L’ascolto è stato guidato attraverso gli elementi di “Anatomia Esperienziale”. Con “anatomia esperienziale” s’intende la conoscenza diretta, interna e propriocettiva del corpo.
Successivamente sono state proposte varie esperienze di Joy Dance®, con movimenti singoli, in coppia o in gruppo.
Le esperienze di Joy Dance® in un workshop per adulti sulla crescita personale possono essere molto potenti per aiutare le persone a riconnettersi con se stesse, esprimere emozioni bloccate e riscoprire la gioia nel movimento.
Di seguito un elenco delle esperienze proposte.
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Obiettivo
Danza liberatoria
Favorire la catarsi emotiva e la trasformazione attraverso il movimento, liberando tensioni e blocchi.
Descrizione
Ogni partecipante inizia concentrandosi su un’emozione che desidera esplorare o liberare (ad esempio, gioia, rabbia, paura, amore). Dopo averla identificata, inizia a muoversi liberamente in base a come quell’emozione si manifesta nel corpo. Questo esercizio permette alle persone di connettersi profondamente con le proprie emozioni e di trasformarle attraverso la danza. Successivamente, la musica cambia, e i partecipanti possono scivolare verso un’emozione più leggera e gioiosa, danzando in modo sempre più fluido.
Obiettivo
Danza dei desideri
Aiutare i partecipanti a connettersi con i propri sogni e obiettivi, radicandoli nel corpo e creando un senso di fiducia e realizzazione.
Descrizione
I partecipanti si concentrano su un desiderio personale o un obiettivo che vorrebbero raggiungere nella vita. Iniziano con movimenti piccoli, come se stessero piantando un seme, e poi fanno crescere il loro desiderio attraverso il movimento, espandendosi, aprendo le braccia e il corpo, immaginando di avvicinarsi sempre di più al loro obiettivo. Possono visualizzare il desiderio mentre danzano, muovendosi come se lo stessero realizzando in quel momento.
Danza dell’identità
Obiettivo
Promuovere l’autenticità e l’accettazione di sé, esplorando la propria identità attraverso il corpo e il movimento.
Descrizione
In questa esperienza, i partecipanti sono invitati a esplorare, attraverso la danza, chi sono veramente, al di là delle etichette o dei ruoli sociali. La musica inizia lentamente e i partecipanti esplorano i movimenti del corpo come espressione della loro vera essenza. Ogni partecipante può concentrarsi su aspetti di sé che forse non vengono espressi nel quotidiano e lasciarli emergere nella danza. Questa esperienza aiuta a liberarsi dalle aspettative sociali e a riscoprire il sé autentico.
Il corpo possiede un suo linguaggio spesso dimenticato, ma capace di trasformare emozioni, pensieri e relazioni. La danza, infatti, è molto più di una semplice espressione artistica: è un potente strumento educativo in grado di accrescere la consapevolezza di sé, favorire l’espressione emotiva e migliorare la connessione con gli altri. È un linguaggio universale, un ponte tra ciò che conosciamo di noi stessi e ciò che ancora possiamo scoprire.
Joy Dance®, il metodo ideato da Francesca Rucci, si basa sulla libertà di movimento, sulla creatività e la relazione corporea, offrendo un percorso innovativo che unisce corpo, mente ed emozioni; aiuta bambini, ragazzi e adulti a sviluppare immaginazione, fiducia in se stessi e benessere psicofisico.
Il libro accompagna il lettore – attraverso esercizi ed esperienze realizzate – in un viaggio di consapevolezza, invitandolo a riscoprire il movimento come strumento di benessere, realizzazione e crescita, per integrarlo nella vita quotidiana, nel lavoro, nelle relazioni e nei percorsi educativi. Perché tutti possiamo danzare.
Francesca Rucci, ideatrice del Metodo Joy Dance®, è docente di scuola dell’infanzia e di danza classica, teacher e ambassador di Yoga della Risata ed esperta di crescita personale. Ha unito il movimento e la gioia per creare percorsi di benessere attraverso la danza. Guida adulti e bambini a riscoprire l’armonia nel corpo e nell’anima.
In copertina disegno di Fabio Magnasciutti
ISBN 979-12-5626-051-5
Euro 14,50 (I.i.)
9791256260515