"Questi anni sono trascorsi in una continua ricerca del significato del mio stesso impegno e come un cercatore d’oro dell’Ottocento ho setacciato i materiali più diversi. Ho cercato sempre di condividere l’entusiasmo e lo stupore di chi avverte, pur per brevi momenti, di essere entrato in contatto con un potere più grande. L’esperienza del dono, nella sua continua tensione tra dovere e libertà, ha in sé qualcosa di estatico.
Ecco, ora vedo una scena bellissima. Un bambino affianca la madre, sotto la pioggia battente del dolore e dell’ingiustizia, e assieme mandano il loro povero pane sul volto delle acque. E l’uomo, che quel bambino è stato, si accorge che le sue tasche sono piene di pane.
Del pane ritrovato in molti giorni, appena sfornato, caldo e croccante, gustoso e fragrante come solo il bene può essere.
Pronto per essere spezzato e nuovamente affidato alla corrente.”