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Si fa presto a dire Pnrr e il personale competente?

INDIRIZZI

La Commissione europea è l’organo esecutivo e promotrice del processo legislativo: ha sede a Bruxelles

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Facile parlare di Pnrr, facile illudersi e credere che l’Italia riceva questi soldi con lo schiocchiare delle dita perché la realtà, chiaramente, è ben che lontana da questa idea.

L’opportunità, data dall’Europa, è di quelle quasi mai viste, che potrebbe aiutare molto l’Italia a superare i problemi legati alla crisi dovuta alla pandemia.

Da superare però c’è la difficoltà legata alla mancanza di persone qualificate per gestire i progetti e i bandi per la ricezione dei finanziamenti.

Ma di cosa parliamo?

Riavvolgiamo il nastro: a seguito della pandemia e delle difficoltà, è nato il Next Generation Eu, un importante strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione europea per risanare le perdite causate dalla pandemia dei 27 Paesi aderenti. Ogni nazione ha redatto un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il nostro è stato scritto dall’allora governo di Mario Draghi e approvato dalla Commissione europea nel giugno 2021.

Mancanza di tecnici nei Comuni del Sud

Molto alta è la percentuale dei Comuni del Sud che ha giudicato difficile e complessa la partecipazione ai bandi del Pnrr.

La realizzazione di un’infrastruttura sociale al Sud richiede nove mesi in più rispetto alla media dei Comuni italiani e del nord.

Questo si evince dallo studio Svimez “I Comuni alla prova del Pnrr” curato da Serenella Caravella, Carmelo Petraglia e Gaetano Vecchione pubblicato sull’ultimo numero di Informazioni Svimez. Tra i fattori che hanno generato criticità i Comuni del Sud indicano soprattutto l’eccessiva complessità delle procedure tanto da avere la necessità di ricorrere a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi. Conferma dunque la mancanza di persone qualificate e di persone tecniche soprattutto all’interno dei Comuni del Sud Italia. Un gap

Quello italiano ha una struttura articolata. Prevede sei missioni, organizzate in componenti, ognuna delle quali comprende una serie di misure, che possono essere riforme normative o investimenti economici. Progetti di riforme con uno scadenzario rigido per ricevere i fondi di sei anni.

Dalla transizione ecologica a quella digitale, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla giustizia: le materie in agenda sono diverse e numerose. Si tratta complessivamente di 358 misure, di cui 66 riforme e 292 investimenti. Ciascuna di queste ha diverse scadenze da rispettare, a cadenza trimestrale, lungo uno o più anni dal 2021 al 2026. Nel dettaglio gli ambiti sono quello della transizione ecologica con la produzione di energia pulita, quella digitale con nuove piattaforme sempre più avanzate e velocità nella burocrazia, in campo economico e finanziario con maggiore occupazione. Per quanto riguarda la sanità, è previsto l’investimento per incentivare la ricerca e l’innovazione. L’Italia è lo Stato che riceverà più soldi. È al primo posto tra i 27, seguita dalla Spagna, Francia, Polonia e Grecia. L’ammontare è di 191,5 i miliardi di euro previsti per l’Italia dal Pnrr, spendibili entro il 2026. L’intera somma per metà è a debito, o meglio, sono emissioni di titoli di prestito europei da restituire.

È la prima volta per la Repubblica italiana e un’opportunità grandissima per le genera- zioni future. Con il Pnrr si potrà avere la possibilità di creare un futuro dei nostri figli e nipoti. Alla somma prevista dal Piano, tra l’altro, vanno sommati i fondi per le inclusioni sociali, quelli strutturali, dei co-finanziamenti e i fondi della vecchia amministrazione. Nelle casse del nostro Paese arriveranno 300 miliardi di euro. Il problema però rimane sempre quello di avere a disposizione persone qualificate per redigere e gestire bandi e progetti al fine di poter richiedere correttamente i finanziamenti. Partendo dai Comuni e quindi dalle amministrazioni locali sino al governo. Per quanto riguarda il sud Italia, il Pnrr è “una grande occasione” per il rilancio. Alle regioni del Mezzogiorno andranno circa 82 miliardi di euro dei fondi “territorializzabili”, ovvero quelli per progetti con ricadute su territori specifici. L’agenzia per la coesione territoriale dovrà monitorare sul rispetto di quest’obiettivo presentando gli eventuali scostamenti alla Cabina di regia, il cuore della Governance del Piano, composta dalla presidenza del Consiglio e a cui partecipano, di volta in volta, i ministeri competenti. L’Italia intera va incontro ad una grande opportunità di crescita economica finanziaria. L’ideale sarebbe coglierla a pieno.

FUTURO

Due mani che tengono il sud Italia. Il Pnrr può dare un rilancio molto importante economico finanziario per il sud

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