Teads: la parola chiave dell’innovazione è ‘sostenibilità’
Communication Agency del mese
Integra Solutions: progetti omnichannel su misura. Molto più che una consulenza
Agenzia digital del mese
Keyformat: il cliente al centro delle ‘unconventional’ proposte creative
24° Interactive Key Award Tutti i vincitori del premio nazionale dedicato alla comunicazione digitale
Se i tuoi sogni ti tengono sveglio, e continui a provarci.
Se non rincorri la fama, ma quel preciso istante, quell’unico obiettivo.
Se vuoi cambiare le regole.
Se ti dicono di rinunciare, ma tu continui a crederci ancora di più.
Se ogni volta che vorresti arrenderti la passione ti spinge un po’ più avanti, perché sono i tuoi sogni a guidarti.
Allora, sei Uno di Noi.
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IN COPERTINA PAOLO TORCHETTI, FOUNDER DI CHANGEE.
DIGITAL INTELLIGENCE
IL FASCICOLO CHE AVETE FRA LE MANI È IN GRAN PARTE CENTRATO SUL MONDO DIGITALE. A COMINCIARE DA COVER E COVER STORY DEDICATE ALL’AGENZIA CHANGEE E AL SUO FONDATORE PAOLO TORCHETTI. UN’AGENZIA CHE HA QUASI REGISTRATO UN RADDOPPIO DEL FATTURATO NEL GIRO DI CINQUE ANNI E CHE NEL CORSO DI QUEST’ANNO SI PREVEDE
CRESCA ULTERIORMENTE INTORNO AL 20%. UN SUCCESSO DOVUTO PRINCIPALMENTE
ALL’AVER PUNTATO SUL DIGITALE, SIA NELL’ORGANIZZAZIONE DELL’AGENZIA SIA NEI PROGETTI STUDIATI PER I CLIENTI. AGILITÀ OPERATIVA E VOCAZIONE INTERNAZIONALE, SUPPORTATA QUEST’ULTIMA DAL COINVOLGIMENTO DI THENETWORKONE E DALL’ALLEANZA
CON MISSION GROUP, COMPLETANO LE CARATTERISTICHE POSITIVE CHE SONO POI ALLA BASE, INSIEME ALL’EVOLUZIONE DIGITALE, DELLA PERFORMANCE DELL’AGENZIA GUIDATA DA PAOLO TORCHETTI. VI PROPONIAMO INOLTRE INTERESSANTI SERVIZI GIORNALISTICI DEDICATI AD ALTRE STRUTTURE DELLA MARKETING COMMUNICATION CHE HANNO ATTIRATO LA NOSTRA ATTENZIONE. PARLIAMO DI TEADS CHE HA COME MISSION FORNIRE SOLUZIONI
PUBBLICITARIE PERFORMANTI PER I BRAND, DI INTEGRA SOLUTIONS, CARATTERIZZATA DA UN CALIBRATO MIX DI CREATIVITÀ, TECNOLOGIA E SOLUZIONI DATA-DRIVEN, E DI KEYFORMAT, UN’AGENZIA SEO UNCONVENTIONAL GUIDATA CON SUCCESSO DA VIVIANA BOTTALICO. QUESTO FASCICOLO È PARTICOLARMENTE INTERESSANTE PER I TRE SPECIAL REPORT CHE VI PROPONIAMO: IL PRIMO CENTRATO SULLA AI, UN MERCATO CHE SECONDO ANITEC-ASSINFORM AMMONTA A 422 MILIONI MA CHE È DESTINATO AD AUMENTARE VELOCEMENTE, SU INTERNET OF THINGS, UN MERCATO CHE SI STIMA SIA DI CIRCA 8 MILIARDI CON 124 MILIONI DI OGGETTI CONNESSI, E SUL METAVERSO DI CUI SI CONOSCONO A OGGI 212 MONDI A LIVELLO INTERNAZIONALE MA DI QUESTI SOLO POCO PIÙ DELLA METÀ SONO INTERCONNESSI: TRE PILASTRI DELLA GRANDE RIVOLUZIONE DIGITALE IN ATTO. IL SECONDO SPECIAL REPORT È BASATO SULLA 24° EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD: INCLUDE UN REPORTAGE DELLA SERATA DI PREMIAZIONE CONDOTTA DA UN BRILLANTE CRISTIANO MILITELLO, NOTO PER LA RUBRICA ‘STRISCIA LO STRISCIONE’ ALL’INTERNO DI STRISCIA LA NOTIZIA, UNA CARELLATA DI BREVI BIOGRAFIE PER PRESENTARE I GIURATI CHE HANNO VOTATO PER ASSEGNARE GLI AWARD OLTRE AI VINCITORI A CUI LA REDAZIONE HA DEDICATO UNA PAGINA CIASCUNO CON LE IMMAGINI DELLA PREMIAZIONE E I CREDITS. INFINE IL TERZO SPECIAL REPORT DEDICATO ALLE INTERVISTE A DIRETTORI MARKETING E DIRETTORI DELLA COMUNICAZIONE DI AZIENDE CHE INVESTONO IN COMUNICAZIONE: ROSA GIGLIO DI BWH HOTEL GROUP, STEFANO VITALETTI DI ITALPEPE, CARLOTTA MANZONI DI NUNCAS, FULVIA CALICETTI DI PITTAROSSO, SIMONA SCRAVAGLIERI, MASSIMILIANO BASILE DI TESISQUARE. CONCLUDE IL VOLUME UN REPORTAGE DAL VINITALY. BUONA LETTURA!
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Associato
ROBERTO ALBANO
Mensile professionale di Comunicazione, Media e Marketing Maggio 2023 - N. 421 - Euro 7
CHANGEE: L’ITALIA CHIAMA, IL MONDO RISPONDE UNA REALTÀ DINAMICA E INTERNAZIONALE IN COSTANTE CRESCITA DA ORMAI CINQUE ANNI. MERITO DI UN APPROCCIO AGILE ALL’ORGANIZZAZIONE E DI UNA CULTURA AZIENDALE CHE RIESCE A FAR CONVIVERE AMOREVOLMENTE DUE ANIME: IL MONDO DIGITALE E IL PENSIERO CREATIVO.
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MARKETING DI RELAZIONE DESTINAZIONE METAVERSO NONOSTANTE L’ESISTENZA DI 212 DIVERSI MONDI VIRTUALI, LA MANCANZA DI INTEROPERABILITÀ FRA LORO SIGNIFICA CHE IL PERCORSO VERSO UN ‘UNIVERSO DIGITALE’ UNICO NON SI È ANCORA CONCLUSO.
NUOVE TECNOLOGIE CHATGPT DELLE MIE BRAME, CHI È LA PIÙ BELLA DEL REAME? TRA I MESTIERI PIÙ STRANI (E REDDITIZI) DEL PROSSIMO FUTURO CI SARÀ SICURAMENTE
QUELLO DEL PROMPT ENGINEER: UN ESPERTO CHE SI OCCUPERÀ DI DIALOGARE CON L’AI E IN USA È GIÀ UN LAVORO MOLTO REMUNERATIVO.
GREEN COMMUNICATION CONSUMING LESS, CONSUMING BETTER LO STUDIO DI KANTAR SPIEGA COME LA SOSTENIBILITÀ SIA TRA LE TEMATICHE PIÙ
RILEVANTI PER I CONSUMATORI E COME ADATTARE STRATEGIE DI MARKETING E COMUNICAZIONE.
3 EDITORIALE DIGITAL INTELLIGENCE
8 COVER STORY CHANGEE: L’ITALIA CHIAMA, IL MONDO RISPONDE
12 AZIENDA DEL MESE L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE E OMNICANALE DI TEADS
15 COMMUNICATION AGENCY DEL MESE INTEGRA SOLUTIONS: DALLE IDEE ALLA CONCRETEZZA
18 AGENZIA DIGITAL DEL MESE KEYFORMAT: UNCONVENTIONAL DIGITAL AGENCY
21 FOCUS: MARKETING DI RELAZIONE DESTINAZIONE METAVERSO
22 FOCUS: NUOVE TECNOLOGIE CHATGPT DELLE MIE BRAME, CHI È LA PIÙ BELLA DEL REAME?
23 FOCUS: GREEN COMMUNICATION
L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE E OMNICANALE DI TEADS TEADS È UNA REALTÀ CHE BASA OGNI SCELTA SULL’INNOVAZIONE. QUEST’ANNO COMPIRÀ 11 ANNI DI ATTIVITÀ, È INFATTI NATA NEL 2012, CON UN INTENTO PRECISO: DARE SOLUZIONI PUBBLICITARIE PERFORMANTI PER I BRAND E CHE PUNTANO ALLA SOSTENIBILITÀ, SIA AMBIENTALE SIA DELL’ECOSISTEMA DIGITALE.
REALTÀ AUMENTATA & METAVERSO IL METAVERSO ANCORA NON ESISTE, MA...
KEYFORMAT: UNCONVENTIONAL DIGITAL AGENCY
KEYFORMAT È UN’AGENZIA ‘UNCONVENTIONAL’ GIÀ A PARTIRE DALLA
SCELTA DEL LOGO CHE LA RAPPRESENTA: UN ANIMALE SOCIALE
COME LA CAPRA, SENSIBILE E ATTENTA A CIÒ CHE LA CIRCONDA, CHE
GRAZIE ALLA DETERMINAZIONE E ALLA FORZA, RIESCE A SUPERARE I PROPRI LIMITI.
INTEGRA SOLUTIONS: DALLE IDEE ALLA CONCRETEZZA
VISIONING ED EXECUTION: LE DUE ANIME DELL’AGENZIA SI BILANCIANO PERFETTAMENTE, FORMANDO UN MIX DI CREATIVITÀ, TECNOLOGIA E SOLUZIONI DATA-DRIVEN. LE IDEE RAPPRESENTANO IL PUNTO DI PARTENZA PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DEL CLIENTE.
I VINCITORI DEL
24° INTERACTIVE KEY AWARD
EXCELLENCE KEY AWARD
63 CASTA DIVA GROUP –ANDREA DE MICHELI
66 ALMAWAVE – VALERIA SANDEI
67 CAME – INSIDE COMUNICAZIONE
70 ELOGIC
BEST DIGITAL AWARENESS CAMPAIGN
74 VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA PAH
PREMIERE KEY AWARD
78 SITO WEB ECLISSE
BEST BRAND POSITIONING
82 FRANCIACORTA
BEST ENGAGEMENT
83 JANNIK OLTRE IL TENNIS. SINNER SI RACCONTA
EDITOR’S CHOICE
84 PAPERNET: PROGETTO DI SOCIAL MEDIA STRATEGY
CAMPAGNE INTEGRATE DIGITALI
85 PORSCHE ‘DREAMERS.ON.’
BUSINESS TO BUSINESS
88 ROLLON: QUANDO IL PRODOTTO SI TRASFORMA IN ESPERIENZA
TECH & ICT
92 TIM JOVAVERSO
E-COMMERCE WEB E MOBILE
96 AUTOTORINO ‘IL FUTURO DELLA MOBILITÀ’
INFLUENCER MARKETING
100 LOST IN MODENA
MOBILE COMMUNICATION & APP
101 ESPERIENZA IN RA FORMAGGI DALLA SVIZZERA
AUTOMOTIVE AND ENERGY
104 A2A: TRANSITION BY DESIGN
FOOD AND BEVERAGE 105 DONNAFUGATA
FASHION AND LUXURY
108 WALLY YACHTS WEBSITE
BEAUTY AND HEALTHCARE
109 GSD INTERNATIONAL - NUOVO PORTALE WEB
SPOT WEB
110 AEROVOLUTION
BRAND ENTERTAINMENT & WEBSERIES
111 COCA-COLA SUPER MATCH
SOCIAL MEDIA STRATEGY NON FOOD
112 FIAT WRAPPING ADS
SUSTAINABILITY, NO PROFIT, CSR
113 ENEGAN – CAMPAGNA FACCE 2022
CAMPAGNE INTEGRATE MULTIMEDIALI 114 THE INVISIBLE GIANT’S FOOTPRINT
PODCAST
115 STOKKE ‘GENITORI’
ADVERGAME & ENTERTAINMENT
118 GAME PENNY VEGAS
SOCIAL MEDIA STRATEGY FOOD
119 TI GLOVO
Per uscire dallo schema, la soluzione si trova dentro la comunicazione
CHANGEE: L’ITALIA CHIAMA, IL MONDO RISPONDE
UNA REALTÀ DINAMICA E INTERNAZIONALE IN COSTANTE CRESCITA DA
ORMAI CINQUE ANNI. MERITO DI UN APPROCCIO AGILE ALL’ORGANIZZAZIONE E DI UNA CULTURA AZIENDALE CHE RIESCE A FAR CONVIVERE AMOREVOLMENTE DUE ANIME: IL MONDO DIGITALE E IL PENSIERO CREATIVO.
DI ALESSIA ZAMPANO
TRA UN VIAGGIO AEREO E L’ALTRO, ABBIAMO INCONTRATO PAOLO TORCHETTI, FOUNDER DI CHANGEE, AGENZIA CON SEDI A LONDRA, MILANO E ROMA.
Con lui abbiamo parlato dell’importanza di fare network e di strutturare il lavoro in modo agile, del ruolo della tecnologia e di uno stile di vita che diventa modello di gestione.
PARTIAMO DAI NUMERI. QUAL È IL BILANCIO DEGLI ULTIMI ANNI IN TERMINI DI VOLUMI DI FATTURATO?
Nel 2018, anno di esordio di Changee nel mondo della comunicazione, eravamo partiti con un risultato incoraggiante di circa 3 milioni e mezzo di fatturato e oggi, dopo soli cinque anni, celebriamo un 2022 che chiude ben oltre i 6 milioni di euro, con un incremento del fatturato del 90%.
Ma la bella notizia è che l’anno in corso, tra certezze e risposte che stiamo aspettando, prospetta già un’ulteriore crescita tra il 15 e il 20%, continuando la lunga serie positiva che in questi anni, pre e post Covid, ha premiato il nostro impegno a supporto dei brand per cui lavoriamo.
QUALI LE RAGIONI, SECONDO LEI, DI QUESTA COSTANTE CRESCITA?
Venivo dall’esperienza di Brand Portal che era basato su un modello federativo che col tempo ha generato uno spiacevole effetto silos. In Changee siamo partiti da un progetto più agile che accorcia la squadra ed evita la complessità decisionale utilizzando un impianto organizzativo orizzontale, rispetto al precedente modello piramidale. Le realtà che avevo creato nella prima fase del mio percorso imprenditoriale avevano, per loro natura, un business più articolato, con tanti
PAOLO TORCHETTI, FOUNDER DI CHANGEE, SUL SET DI ITALIA’S GOT TALENT PER DISNEY+.
board, soci di minoranza scalpitanti o soci di peso come Telecom, Matrix e WPP. Quello attuale è un sistema dove tutti i reparti hanno una partecipazione attiva ai progetti, ci sono molti livelli decisionali in meno e molta più efficacia e produttività. Questo grazie al superamento degli schemi di lavoro pre-tecnologici, che ha reso molto più veloci i processi di ogni tipo, a partire dalla produzione e dalla creazione, fino alla distribuzione dei messaggi, alle verifiche, agli incontri ecc. Il mio ufficio è rappresentato da un iPhone e un iPad. Che poi si trovino a Londra, da dove le parlo oggi, a Milano o a Roma, ad Amsterdam o New York, non fa differenza. In Changee siamo 40 persone che attingono al know-how e alla professionalità di migliaia di colleghi di TheNetworkOne, a loro volta presenti in 150 Paesi. Lavorare su questi standard presuppone seniority, capacità di coordinamento e rapidità di azione, nonché, ‘obviously’, la consuetudine a lavorare e comunicare in inglese e nelle altre lingue che ci vengono richieste.
QUALI SONO I VOSTRI PRINCIPALI PUNTI DI FORZA?
Dal punto di vista organizzativo, sicuramente l’agilità. Che rappresenta per i nostri clienti la garanzia di ricevere risposte e soluzioni in tempi rapidissimi, impensabili per le multinazionali. Il tutto senza rinunciare a una visione globale e a competenze e qualità di altissimo profilo. Quello che per altri – che hanno come priorità la gestione delle complessità interne – è un sogno, per noi è un elemento quotidiano ed è connaturato a come ci siamo strutturati. Lavoriamo ‘a vista’, con un sistema di chat, io sento ogni giorno tutti i miei riferimenti in agenzia. Ogni volta che parte un progetto si apre una chat, a cui partecipano dalle quattro alle dieci persone che lavorano al piano e al suo sviluppo e qui confrontano proposte, concept, dubbi, soluzioni, timing, fino alla realizzazione dell’iniziativa. È un modo molto funzionale e rapido di lavorare e permette a tutti di dare un contributo in modo non gerarchico. Dal punto di vista dello stile di lavoro, quindi della proposta professionale e culturale dell’agenzia, quello che ci caratterizza è la capacità di tenere alta l’asticella sia in termini di soluzioni digitali e tecnologiche, di canali sia in termini di qualità del contenuto, del pensiero e della strategia. Questo è il nostro mantra, di tenere vive due istanze che per loro natura tendono a tirare un po’ da una parte e un po’ dall’altra, quella del pensiero razionale e tecnologico – i canali, gli strumenti, le piattaforme – e quella del contenuto, della creatività, della fantasia e del pensiero laterale.
QUALI SERVIZI OFFRE CHANGEE?
Forniamo soluzioni per supportare brand e aziende in questa fase di transizione verso il digitale e i nuovi paradigmi della comunicazione. Da questo nasce il payoff di Changee, ‘We transform brands’. Il punto di partenza è la strategia che poi si dirama in diverse attività: produzione di contenuti video o testuali per la rete e per magazine online o cartacei, spot pubblicitari, pianificazione della visibilità sui social, piani editoriali, acquisto degli spazi sui media online e offline, strumenti e piattaforme programmatic, SEO, SEM, brand activation, che realizziamo attraverso iniziative fisiche o virtuali. Una volta per fare tutte queste cose venivano schierati plotoni di persone, oggi la tecnologia ha permesso la dematerializzazione di tutte queste competenze e quindi la capacità di distribuire idee, messaggi ed eventi comunicativi è diventata molto più
PAUL SQUIRRELL, DIRECTOR OF MISSION AFFILIATE NETWORK.
veloce, ageografica e anche atemporale. Basti pensare che a fine 2019 mi sono trasferito a Londra, proprio alla vigilia del Covid. Nonostante tutte le restrizioni e l’impossibilità di muoversi il nostro progetto ha continuato a crescere, anzi è cresciuto proprio in quegli anni. Evidentemente siamo stati aiutati dall’innovazione tecnologica e da tutti gli strumenti che sono venuti a supporto del lavoro agile, ma soprattutto dalla nostra capacità di utilizzarli. Gli strumenti esistono ma poi ci vogliono persone e strutture in grado di continuare a funzionare anche se non c’è il ‘capo’ in ufficio. È una questione di mentalità, di cultura. La nostra struttura funziona in un’ottica di delega, di delocalizzazione. Abbiamo un approccio dinamico e smart al lavoro, alla vita, alla condivisione e alla verifica dei progetti. Siamo decine di persone abituate a far funzionare i progetti da remoto già da prima del Covid.
CHANGEE HA UNA VOCAZIONE INTERNAZIONALE. DA DOVE ARRIVA E A COSA PUNTA?
Tra il 2015 e il 2020 ci siamo occupati della promozione del Made in Italy nel mondo ed eravamo presenti in contemporanea in Asia, negli Stati Uniti, in Europa e in Middle East. Prodotti agroalimentari, gioielleria, vino, tecnologia, turismo, ci sono bastate poche decine di persone per portare avanti questi progetti, resi possibili dal coinvolgimento e dal coordinamento dei partner di TheNetworkOne, presenti nelle aree citate. Abbiamo fatto un’ottima palestra in questi anni di lavoro su scala globale, in mandarino, arabo ecc senza mai incorrere in trappole culturali. Per rafforzare la nostra presenza internazionale abbiamo siglato nel 2023 un accordo di alleanza con MISSION Group, un interlocutore molto affine a Changee per cultura, modalità di lavoro e per agilità. Questa affinità è ulteriormente garantita dal ruolo di Paul Squirrell, con cui abbiamo già collaborato per 15 anni su progetti globali e da sempre condivide i nostri valori. Il Gruppo MISSION è un collettivo di agenzie di comunicazione distribuite in 28 sedi, con oltre 1.000 dipendenti in tre continenti. Questa collaborazione simbiotica ci permette di accedere a un’ampia gamma di servizi leader di mercato, mentre per il Gruppo MISSION significa potersi immergere profondamente nel mercato italiano, supportare i clienti esistenti e lavorare con noi su nuove opportunità di business.
SOPRA, ‘SUZUKI BIKE DAY’, UN EVENTO A CUI PARTECIPANO ATLETI E RAPPRESENTANTI DEL MONDO DELLO SPORT. A SINISTRA, LA CAMPAGNA INTEGRATA PER IL LANCIO DELLA NUOVA SUZUKI S-CROSS.
ABBIAMO CHIESTO A PAUL SQUIRRELL, DIRECTOR OF MISSION AFFILIATE NETWORK, COSA RAPPRESENTA L’ACCORDO CON CHANGEE. Poiché l’Italia è un mercato importante per noi e per i nostri clienti, siamo entusiasti di avere Changee come partner MISSION. Ho lavorato personalmente con Paolo per tanti anni, il nostro è un rapporto costruito sul rispetto e sulla fiducia. Per noi questo significa molto!
CONTINUA PAOLO TORCHETTI
Ho sempre pensato all’Italia come a una straordinaria portaerei da cui possono partire le nostre idee, la nostra intelligenza e i nostri progetti. Il dato interessante è che dalle agenzie di TheNetworkOne che avevano bisogno di servizi in Italia abbiamo importato lavoro per circa il 2% rispetto al 98% di cui ci siamo serviti per progetti in USA, in Cina, a Dubai, in Francia, in Germania, a Hong Kong, a Singapore, in India. Le racconto un aneddoto. Suzuki, un nostro cliente di lunga data, aveva necessità di coprire un evento con delle riprese a Nuova Delhi. Ce lo ha comunicato mercoledì come urgenza e l’evento si sarebbe svolto venerdì mattina. Si trattava della presentazione di un nuovo prodotto, il lancio della prima auto elettrica della marca, un avvenimento di portata globale. L’India per Suzuki – che con Maruti vende il 50% delle automobili agli indiani – è il mercato più importante del mondo. Sono stato chiamato alle 16, alle 17 e 30 avevo un appuntamento con il direttore generale di TheNetworkOne, venerdì pomeriggio il girato era tutto pronto e già inviato in Italia. Anche fatti come questo testimoniano cosa significa per i nostri clienti poter contare su un’agenzia presente in modo consistente a livello globale.
CI PARLA DI QUALCHE PROGETTO A CUI AVETE O STATE LAVORANDO?
Ho citato Suzuki. Per questo cliente ci occupiamo prevalentemente della comunicazione in Italia, studiamo insieme a loro dei progetti e ne incrementiamo il più possibile la visibilità, pianificando su tutti i canali nel modo più efficace possibile. È un rapporto strategico di cui siamo molto orgogliosi. Grazie a un nostro spunto, per esempio, è nato il Suzuki Bike Day – ormai alla quarta edizione – che si svolgerà quest’anno il 9 luglio a Imola, un evento a cui partecipano atleti e rappresentanti del mondo
dello sport, come Davide Cassani e Carolina Kostner. Il tema centrale è l’amicizia, sempre auspicata ma difficile da conseguire, tra ciclisti e automobilisti, un tema, purtroppo, di scottante attualità. È una bellissima iniziativa che parte e si chiude all’Autodromo di Imola a cui possono partecipare persone da tutta Italia che, per un giorno, possono pedalare – con bici sia muscolari che elettriche – al fianco dei campioni, vivendo la bicicletta in un modo unico, sapendo di avere la strada a loro disposizione. Un momento di riflessione sul rispetto reciproco tra persone, molte delle quali sono sia automobilisti che ciclisti.
Per quanto riguarda la pianificazione digitale, abbiamo iniziato a lavorare per acqua Rocchetta, Gruppo Cogedi. Abbiamo studiato le prime iniziative su YouTube, pianificando una campagna con Michelle Hunziker come testimonial, che conferma il posizionamento di Rocchetta come ‘Acqua della Salute’. La creatività e la regia sono di Marcello Cesena, la casa di produzione è Moviheart e il producer è Massimiliano La Pegna. Per IP - Gruppo Api, che ha acquisito recentemente la rete Esso, ci occupiamo della comunicazione nelle oltre 5mila stazioni di servizio e della pianificazione digitale, dove stiamo ottenendo risultati molto interessanti. Stiamo lavorando, inoltre, alla promozione sui canali social di ‘Italia’s Got Talent’ per il nostro nuovo cliente Disney+. Abbiamo lanciato un progetto a medio e lungo termine per iniziare a creare ‘buzz’ pre-lancio intorno alla trasmissione, che andrà in onda a settembre sulla piattaforma. Il progetto prevede il coinvolgimento di una serie di influencer, nel ruolo di ambassador di Disney+, e la realizzazione di una serie di formati seguendo un piano editoriale destinato sia ai canali social Disney+ che a quelli degli influencer coinvolti. È un progetto di comunicazione integrata che abbiamo realizzato con Mixos e la regia di Alessandro Guida.
Abbiamo personalizzato un meraviglioso van Mercedes che è diventato una specie di tappeto volante dei sogni del pubblico, dei partecipanti, dei concorrenti e degli influencer, per partire alla scoperta dei vari territori, tematica a cui Disney+ è molto sensibile. Abbiamo girato a Catanzaro, Avellino e Vicenza, città che non sono sempre al centro degli eventi o in prima pagina degli spettacoli. Valorizzare la diversità dei territori e delle culture presenti nel nostro Paese era uno dei compiti che Disney+ ci ha dato. Un progetto complesso che mette a fattor comune competenze social, il mondo della produzione tv, la sceneggiatura, la gestione di eventi e la presenza sul territorio.
Per chiudere, stiamo curando la pianificazione digital di ‘One of Us’, un progetto innovativo. Si tratta di una community che permette ai talenti sportivi di partecipare – prima virtualmente e poi fisicamente – a una selezione nazionale per vincere un posto nella rosa di una squadra di calcio di serie A.
CHE INFLUENZA AVRANNO LE NUOVE TECNOLOGIE, COME L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, SULLA COMUNICAZIONE? VEDE PIÙ RISCHI O OPPORTUNITÀ?
Noi utilizziamo il Machine Learning nell’ambito della pianificazione programmatic. Attraverso l’AI la piattaforma massimizza il risultato man mano che pianifica, vede i risultati di formati, target e posizioni e sposta gli investimenti dei clienti dove c’è maggior resa. Ma, al di là di questo, credo che l’intelligenza umana sia un elemento positivo per l’umanità e non vedo la necessità di sostituirla o di accantonarla. Quando leggo che British Telecom licenzia 55mila dipendenti grazie all’AI, qualche domanda me la pongo. Utilizzo la tecnologia come tutti noi, anche per me è uno strumento imprescindibile, ma non sono certo un geek. Si spera che, come per tutte le innovazioni e i cambiamenti avvenuti nella storia, si creino dei sistemi di autodifesa. Oggi, a volte, si tende a portare questi temi su un piano di dibattito ideologico. Sono diplomato al conservatorio, ho fatto il liceo classico e ho studiato filosofia, credo di rappresentare la versione più tradizionale di un uomo del nostro tempo, ma senza la tecnologia non potrei fare niente, né come persona né come professionista. MK
A SINISTRA, MICHELLE HUNZIKER PER ROCCHETTA: PIANIFICAZIONE SU YOUTUBE. SOTTO, IP: COMUNICAZIONE NELLE AREE DI SERVIZIO E PIANIFICAZIONE DIGITALE.
L’INNOVAZIONE SOSTENIBILE E OMNICANALE DI TEADS
TEADS È UNA REALTÀ CHE BASA OGNI SCELTA SULL’INNOVAZIONE. QUEST’ANNO COMPIRÀ 11 ANNI DI ATTIVITÀ, È INFATTI NATA NEL 2012, CON UN INTENTO PRECISO: DARE SOLUZIONI PUBBLICITARIE PERFORMANTI PER I BRAND E CHE PUNTANO ALLA SOSTENIBILITÀ, SIA AMBIENTALE SIA DELL’ECOSISTEMA DIGITALE.
DI ANNALISA BELLUCO
UNO SGUARDO VISIONARIO, SE CONSIDERIAMO CHE LA SOSTENIBILITÀ OGGI È UN ELEMENTO IRRINUNCIABILE PER LE AZIENDE E PER LA SOCIETÀ, MA CHE SPESSO NON VIENE ASSOCIATA A UNA DIMENSIONE COSÌ EFFIMERA COME QUELLA VIRTUALE. Partendo dai valori che caratterizzano l’azienda, Dario Caiazzo – Managing Director – ci ha raccontato dei progetti e delle partnership attuali avviate da Teads Italia.
INIZIAMO LA NOSTRA CHIACCHIERATA, RIEPILOGANDO LE NOVITÀ
APPORTATE NEL MERCATO DELL’ADVERTISING.
Teads è una società che parte orientata più sulla parte di branding e su quella video. Ai tempi della sua nascita inventammo inRead, ossia un formato che consente di inserire annunci display e video all’interno di un articolo. Questo ha permesso di poter unire da una parte la necessità degli editori di monetizzare i propri contenuti, ricavando spazi pubblicitari supplementari non intrusivi e posizionati in modo da offrire grande visibilità agli inserzionisti. Dall’altra, all’advertiser è stata offerta la possibilità di raggiungere audience profilate attraverso editori e posizionamenti di qualità, quindi esperienze di advertising premium e brand safe. La nostra storia tecnologica parte proprio da quella piccola porzione di codice che è stata inserita all’interno delle piattaforme di tutti i principali editori a livello internazionale. Abbiamo creato una vera e propria stack tecnologica che oggi è una piattaforma end-to-end, quindi può essere utilizzata sia dagli advertiser nella demand, sia da coloro che sono dall’altra parte ovvero dai publisher. Consente di poter pianificare le campagne su tutto il funnel e su tutti i canali digitali, essendo a oggi una soluzione a 360 gradi. I nostri clienti oggi fanno attività di branding ma anche di consideration e di performance.
PARLIAMO DELLA PARTNERSHIP CON IMPACT+ E DEI PROGETTI ECOSOSTENIBILI.
Impact + è una società di origine francese, tra le prime che si è occupata di progetti di pubblicità sostenibile dal punto di vista ambientale, di misurare il consumo elettrico, ossia di quantificare l’energia che viene utilizzata – e a volte sprecata – per fare campagne pubblicitarie online. Quella che abbiamo messo in atto con loro, da qualche mese, è stata la prima partnership, anche se non sarà l’unica. Stiamo dialogando con altre realtà per integrare le migliori tecnologie in grado di rendere la nostra offerta più completa. Attraverso queste collaborazioni cerchiamo di ottimizzare una campagna, non solo dal punto di vista delle performance, ma da quello del loro impatto ambientale, con l’obiettivo di creare un sistema digitale sostenibile. Esigenza, questa, che riscontriamo sempre più spesso nei dialoghi con i brand, con-
siderando che la sostenibilità è diventata una priorità per molti di loro. E in questo senso la pubblicità digitale ha un impatto di non poco conto. Grazie a Impact+ dunque siamo in grado di misurare le emissioni di CO2 delle campagne digitali e di restituire insight e best practices grazie a cui ridurre i consumi energetici senza perdere efficacia nel raggiungere gli obiettivi di campagna impostati dagli advertiser che investono con noi, in termini ecologici e di performance.
DARIO CAIAZZO, MANAGING DIRECTOR DI TEADS ITALIA.
POSSIAMO FARE QUALCHE ESEMPIO DI CAMPAGNE NELLE QUALI AVETE APPLICATO QUESTA MISURAZIONE?
In Italia abbiamo fatto un test per un cliente che opera nella categoria merceologica FMCG (acronimo inglese che sta per fast moving consumer goods, ossia prodotti di largo consumo, ndr) e abbiamo avviato altri test per campagne che sono tuttora in corso. Quello che per ora possiamo dire è che c’è grande interesse verso l’ottimizzazione delle campagne in termini di emissioni carboniche, e che sono diversi i brand a porre attenzione all’impatto ambientale delle proprie attività pubblicitarie, sia in Italia sia a livello internazionale.
ATTUALMENTE SU COSA VI STATE MAGGIORMENTE CONCENTRANDO, QUALI SONO LE PAROLE CHIAVE DI TEADS CHE RIGUARDANO IL 2023?
Sicuramente ‘sostenibilità’ è una di queste. Ora stiamo lavorando per diventare a tutti gli effetti una piattaforma omnicanale. Un processo che in altre nazioni – come per esempio negli Stati Uniti – è molto più avanzato e dove infatti stiamo iniziando a rendere la nostra tecnologia applicabile anche, per esempio, alla Connected
SOPRA E A SINISTRA, MOCKUP DEI PRODOTTI DITIGALI FIRMATI TEADS.
TV, cioè all’interno delle televisioni connesse. L’obiettivo finale, quindi, è diventare un player omnichannel a tutti gli effetti, cercando di offrire un numero sempre maggiore di touchpoint per proporre un’offerta il più completa possibile, da vero e proprio business partner per i nostri clienti, attivabile direttamente sulla nostra piattaforma. Se, per quanto riguarda la reach mettiamo a disposizione tutti i canali digitali, dal punto di vista del funnel, accostiamo ai nostri classici formati dedicati all’awareness e alla consideration nuove, e innovative soluzioni orientate alla creazione e alla generazione di lead, alle performance e all’aumento del traffico sulle destinazioni scelte dagli advertiser. Possiamo quindi dire che, oltre a sostenibilità, le altre parole chiave che ci rappresentano sono ‘omnicanalità’ e ‘business outcome’, ossia l’efficientamento sugli obiettivi concreti per la creazione di business.
UNA ULTERIORE PAROLA CHIAVE CHE POSSIAMO AGGIUNGERE È ATTENZIONE, UN PARAMETRO FONDAMENTALE PER LE CAMPAGNE DI DIGITAL ADVERTISING. COME FUNZIONA IL PROGRAMMA TEADS ATTENTION?
Possiamo sicuramente aggiungere tra le parole chiave ‘attenzione’. Su questo argomento ci siamo mossi in tempi non sospetti, utilizzando una serie di best practices ma anche di partnership con agenzie come Havas Media Group
e Dentsu International. Insieme a loro abbiamo fatto degli studi per misurare l’attenzione che gli utenti prestano alle campagne. L’attenzione è un tema abbastanza recente, ma che è al contempo molto caldo e sta raccogliendo grande interesse in questo momento. Quello che noi facciamo con i partner tecnologici consiste nel misurare, al termine di una campagna, quanto effettivamente il singolo utente è stato attento nel momento in cui è stato esposto alla campagna stessa. Abbiamo costruito una serie di benchmark, sulla base di un’attività di modelling pregressa fatta da Lumen, che ci permettono di confrontare l’attenzione rilevata dalle interazioni degli utenti con la campagne. In questo modo siamo in grado di dire il livello di attenzione ottenuto dalla campagna stessa. La misurazione dell’attenzione implica l’analisi di più metriche tra cui il tempo impiegato per guardare la pubblicità, la velocità di scrolling della pagina, i diversi livelli di interazione con un contenuto così come l’impatto sul ricordo e quindi sulla brand growth. Un esempio di campagna testata è ‘Winterdays’ di McDonald’s che ha fatto leva proprio sull’Attention Program per misurare l’effettiva qualità dell’attenzione degli utenti sulle inserzioni. È stata pianificata da OMD, erogata in due flight con l’obiettivo di generare awareness sulle promozioni natalizie ed è stata targettizzata sui segmenti Fast Food Lovers e Promo Addicted. La campagna ha sfruttato il formato Hover di Teads utilizzando le creatività sviluppate ad hoc dal team Teads Studio, la piattaforma tecnologica in grado di scalare gli asset creativi del brand. Realizzata durante il mese di dicembre 2022, la campagna ha ottenuto 2794 secondi di attenzione ogni 1000 impression.
UN’ALTRA PARTNERSHIP DI CUI POSSIAMO PARLARE È QUELLA CON IAS (INTEGRAL AD SCIENCE).
Siamo partner di IAS da diversi anni e ci avvaliamo della loro collaborazione per misurare e garantire la brand safety, lo scorso anno abbiamo ampliato anche lo spettro d’azione anche sulle tematiche della brand suitability. Aspetto molto importante per i brand del fashion di
SOPRA E A SINISTRA, UN ESEMPIO DI CREATIVITÀ DECLINATA SU DIVERSI DEVICE.
lusso. Grazie alla partnership, diamo la possibilità di accedere ad audience e segmenti verificati da IAS, acquistabili direttamente dalla nostra piattaforma di acquisto in programmatic, Teads Ad Manager. Abbiamo poi tecnologie proprietarie di analisi semantica, in grado di comprendere il contesto di erogazione dei formati, l’argomento del contenuto della pagina su cui appariranno e in che modo viene trattato. Questo aggiunge un ulteriore livello che ci permette di lavorare sulla brand suitability, garantendo ai brand i massimi standard di qualità sia riguardo i segmenti di pubblico a cui vengono esposti gli annunci, sia in relazione ai contesti su cui questi appariranno.
IL PRESENTE VIAGGIA SEMPRE PIÙ NELLA DIREZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DELLA REALTÀ AUMENTATA. APPROFONDIAMO QUESTI TEMI, PARLANDO DELLA COLLABORAZIONE AVVIATA CON ARYEL.
L’Intelligenza Artificiale è il cuore di Teads. È un elemento fondamentale per il funzionamento di Teads Ad Manager, la nostra piattaforma per l’acquisto degli spazi, e permette un’ottimizzazione delle campagne molto raffinata ed efficace. Gli algoritmi che utilizziamo sono sviluppati internamente, e questo è un fattore decisivo per l’efficacia che sono in grado di trasmettere a tutte le tecnologie che utilizziamo, siano esse di acquisto media, di erogazione o di composizione dei segmenti di targeting. Quella, invece, con Aryel è una partnership recentissima (stiamo infatti iniziando ora le prime attività) nata nel segno dell’Augmented Reality. Si tratta di una realtà italiana, giovane anche se molto avanzata, che ha sviluppato una piattaforma estremamente affine con le attività di Teads Studio – la nostra piattaforma creativa – consentendo di creare formati e immagini in Realtà Aumentata. Utilizzare una tecnologia del genere ci consente di lavorare sull’attenzione, citata prima, in quanto dà la possibilità di creare formati più immersivi, che attirano l’utente e che permettono di interagire con il prodotto direttamente all’interno dell’annuncio.
E COME AVVIENE IN MODO CONCRETO QUESTA ESPERIENZA IMMERSIVA?
Come esempio pratico, prendiamo una campagna per gli occhiali da sole. Attraverso le tecnologie fornite da Aryel e mediante l’utilizzo della telecamera, un utente può fare una prova immediata per testare come gli stanno quegli occhiali da sole. L’esperienza avviene mediante accesso diretto dal banner, ossia senza dover interrompere l’esperienza.
CHIUDIAMO ANCORA CON LE PAROLE CHIAVE, QUALE POTREBBE ESSERE PER TEADS QUELLA CHE CARATTERIZZA IL 2024?
Scegliere ora una parola chiave per il 2024 è difficile in quanto ancora manca molto. Tuttavia possiamo prendere una delle parole indicate per il 2023, privilegiando quella che oggi ha ancora qualche aspetto da costruire: omnicanalità. MK
INTEGRA SOLUTIONS: DALLE IDEE ALLA CONCRETEZZA
VISIONING ED EXECUTION: LE DUE ANIME DELL’AGENZIA, FONDATA OLTRE
VENT’ANNI FA DAI FRATELLI FERRO, SI BILANCIANO PERFETTAMENTE, FORMANDO UN CALIBRATO MIX DI CREATIVITÀ, TECNOLOGIA E SOLUZIONI
DATA-DRIVEN. MAI FINI A SÉ STESSE, LE IDEE SI CALANO NEL CONTESTO
PRODUTTIVO ED ECONOMICO DEL CLIENTE E RAPPRESENTANO IL PUNTO DI PARTENZA PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI PREFISSI.
DI MAURO MURERO
LA CRESCITA DI INTEGRA SOLUTIONS NON CONOSCE BATTUTE D’ARRESTO. A CONFERMA DI UN TREND CHE GIÀ DA DIVERSI ANNI REGISTRA INCREMENTI A DOPPIA CIFRA, L’AGENZIA FONDATA ALL’INIZIO DEL MILLENNIO DAI FRATELLI FRANCESCO E DANIELE FERRO E ASSOCIATA A UNA – AZIENDE DELLA COMUNICAZIONE UNITE HA CHIUSO IL 2022 CON UNA VARIAZIONE DEL +10% RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE E ANCHE LA PRIMA PARTE DEL 2023 È STATA VISSUTA ALL’INSEGNA DELLO SVILUPPO, CON NUOVE E IMPORTANTI ACQUISIZIONI IN PORTAFOGLIO.
Se il numero delle realtà che scelgono di affidarsi a Integra Solutions per delineare insieme i loro percorsi di crescita è in continuo aumento, non è certo per caso: il merito va alle comprovate capacità dell’agenzia in termini di supporto consulenziale, di costante ricerca dell’innovazione nei servizi offerti, di contributo al processo di digital transformation delle imprese e degli enti.
Di questo e molto altro abbiamo parlato nella nostra intervista a Francesco Ferro, CEO di Integra Solutions.
QUANDO È NATA LA STRUTTURA E QUALI SONO STATE LE TAPPE PRI-
MARIE DEL SUO SVILUPPO NEL CORSO DEGLI ANNI, A LIVELLO DI DIMENSIONI, FORZA LAVORO E COMPETENZE SPECIFICHE?
Integra Solutions è nata nel 2000 a Forlì, dove ha tuttora sede. A fondarla siamo stati io e Daniele Ferro, mio fratello. Le nostre differenti competenze ci hanno consentito subito di dar vita a una struttura in grado di far convivere relazioni pubbliche, comunicazione istituzionale e creatività. Rispetto ad allora l’agenzia è cresciuta costantemente e allo stato attuale è composta da un gruppo di 25 professionisti e collaboratori, altamente specializzati negli ambiti del digital, delle PR e del design, che ci consentono di affiancare i clienti con team dedicati e omnichannel. Lavoriamo soprattutto con le PMI, prevalentemente dislocate nel Centro-Nord Italia, anche se ovviamente non mancano le eccezioni come Erdinger, produttore di birra tedesco presente in tutto il mondo, che ci ha scelti per la comunicazione nel mercato italiano. Inoltre, vantiamo molte collaborazioni con istituzioni ed enti locali: con essi il rapporto si è consolidato anche grazie alla nostra specializzazione in progetti di marketing territoriale e promozione turistica integrata, che ancora oggi ci sta regalando grandi soddisfazioni. E diversi premi!
NEL 2022 AVETE REGISTRATO UN INCREMENTO DI FATTURATO DEL 10%. QUALI SONO LE RAGIONI PRIMARIE DI QUESTA PERFORMANCE? COME È STATO POSSIBILE USCIRE ULTERIORMENTE RAFFORZATI DA UN PERIODO DELICATO COME QUELLO DELL’EMERGENZA SOCIOSANITARIA E DEL POST-PANDEMIA?
FRANCESCO FERRO, CEO DI INTEGRA SOLUTIONS.
Quelli appena passati sono stati anni difficili, di grande incertezza e di cui stiamo ancora vedendo gli effetti. Dal nostro punto di vista, possiamo dire che la vicinanza nei confronti dei clienti ha pagato: abbiamo cercato di supportarli nell’uscita dalla crisi pandemica e, in certi casi, li abbiamo addirittura aiutati ad approfittarne per avviare un percorso di digital transformation che oggi come oggi sta
COMPETENTE, COSTANTEMENTE FORMATO E AGGIORNATO PROFESSIONALMENTE, IL TEAM DI INTEGRA SOLUTIONS HA RECENTEMENTE CONSENTITO ALL’AGENZIA DI AGGIUDICARSI NUMEROSI PREMI E RICONOSCIMENTI.
già dando i suoi frutti. L’attenzione al cliente è sicuramente uno dei fattori chiave del nostro successo, come dimostra una customer retention media che ormai supera gli otto anni; ascoltiamo i bisogni del cliente stesso, per poi aiutarlo a individuare i suoi obiettivi e, ovviamente, a raggiungerli. Per farlo, lavoriamo costantemente sull’innovazione dei servizi offerti e sulla preparazione professionale delle persone: investiamo nella ricerca di giovani talenti, offriamo loro percorsi strutturati di onboarding e li aiutiamo a crescere insieme a noi, con tanta formazione per l’acquisizione e lo sviluppo di hard e soft skills. Basti pensare che nel 2022 sono state 145 le ore di formazione e aggiornamento garantite a ogni componente del team; senza dimenticare le politiche di welfare aziendale e l’attenzione rivolta al work-life balance, finalizzate ad aiutare chi lavora per noi a farlo con il giusto comfort.
QUALI SONO LE PROSPETTIVE PER IL 2023 E COME È INIZIATO L’ANNO IN TERMINI DI ACQUISIZIONI DI NUOVI CLIENTI?
Il 2023 è iniziato con le celebrazioni dei nostri ‘20+3 anni’, visto che la pandemia ci aveva impedito di festeggiare degnamente il ventennale, e vedrà anche l’approdo in una nuova sede più ampia e funzionale, che ci consentirà di essere ancora più accoglienti nei confronti sia dei clienti sia dei nuovi membri di un team in continua crescita, come testimoniano gli otto nuovi ingressi avvenuti negli ultimi due anni. Per quanto riguarda il portafoglio clienti, le acquisizioni degli ultimi mesi sono state varie e prestigiose: è il caso dell’Officina
PER OPF-OSPEDALI PRIVATI FORLÌ L’AGENZIA HA APPRONTATO UN PERCORSO CHE È PARTITO DA UN’ATTENTA RIDEFINIZIONE DEL PATIENT JOURNEY, PER POI INCREMENTARE E MIGLIORARE IL PRESIDIO DEI TOUCH POINT FISICI E DIGITALI DEL GRUPPO.
Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, la farmacia più antica del mondo nonché apprezzato brand di essenze e prodotti per la cura della persona e della casa, che si è rivolta al nostro team di specialisti HubSpot per le proprie strategie di business e le attività di marketing tramite CRM. Dal mondo della cosmesi spaziamo verso il food con Compagnia Italiana, brand del gruppo Natura Nuova specializzato in alimenti di origine vegetale, per arrivare al settore nautico con Versilia Group, che provvede all’approvvigionamento di yacht in ogni parte del mondo. Non mancano le nuove tecnologie e la cybersecurity: il cliente FlashStart, che sviluppa sistemi di protezione per enti governativi e aziende, ha consolidato nel giro di pochi anni un’attività worldwide in questo settore.
QUALI SONO LE PRIMARIE TIPOLOGIE DEI SERVIZI CHE OFFRITE ALL’UTENZA?
Siamo un’agenzia a servizio completo, con uno staff multidisciplinare, e questo ci consente, all’interno dei nostri progetti di consulenza, di mettere a disposizione progetti creativi che spaziano dal branding al visual design, con un occhio di riguardo per le nuove tecnologie digitali. Partendo da un’attenta analisi dei dati e del mercato (competitor, trend e valori di riferimento) progettiamo una strategia che poi affiniamo insieme al cliente, al fine di individuare in partenza le soluzioni più efficaci. Quindi, combinando visioning ed execution, sviluppiamo progetti omnichannel disegnati in funzione delle specifiche esigenze e degli obiettivi prioritari. Oggi siamo in grado di aiutare le aziende ad affrontare la digital transformation anche attraverso l’adozione di un CRM come HubSpot, di cui siamo Gold Solutions Partner.
Ovviamente non possiamo ignorare i grandi temi contemporanei, in primis quello dell’Intelligenza Artificiale: ne stiamo già valutando l’integrazione nei processi aziendali e di agenzia, per aumentare l’impatto degli interventi.
SE DOVESSE DESCRIVERE I PUNTI CARDINE DELLA MISSION DI INTEGRA SOLUTIONS, QUELLI CHE NE HANNO DETERMINATO IL SUCCESSO E LA CRESCITA NEL MERCATO DI RIFERIMENTO, SU COSA METTEREBBE L’ACCENTO?
Come già accennato, l’attenzione al cliente è un focus costante: offriamo una consulenza molto puntuale e in molti casi rappresentiamo un vero e proprio ufficio marketing in co-sourcing, con figure di riferimento (project manager dedicato) e competenze trasversali. Questo ci aiuta a essere al fianco di realtà che non hanno un ufficio marketing strutturato al loro interno e che hanno dunque bisogno di esternalizzare ma, al contempo, di poter contare su un dialogo e un supporto
CO-ARTISTICHE CHE RIGUARDANO LA CITTÀ DI MANTOVA. CHE COSA HA SIGNIFICATO OCCUPARSI DI UN PROGETTO DI QUESTO TIPO E COME È ANDATA?
È sicuramente un lavoro sfidante e appassionante teso a dare maggiore notorietà alle due realtà culturali mantovane: il Tempio Leon Battista Alberti e il nuovo Museo MACA – Mantova Collezioni Antiche. Ci siamo occupati della progettazione del logo e dell’immagine coordinata, dell’ideazione e della realizzazione della strategia di comunicazione digitale, social e ATL, del lancio del minisito e delle proposte creative e tecniche del materiale espositivo e promozionale. Ora stiamo seguendo la parte di comunicazione social e il lancio del nuovo sito. Il team di Keyformat ha dato prova di tutto il suo valore e il cliente ha dimostrato da subito grande professionalità e passione. Un lavoro sinergico che porterà a risultati importanti anche in futuro.
CONCLUDIAMO CON L’INTERACTIVE KEY AWARD, GIUNTO ALLA SUA 24ª EDIZIONE. VI È STATO CONFERITO UN PREMIO SPECIALE NELLA CATEGORIA BEST BRAND POSITIONING. COSA SIGNIFICA QUESTO RICONOSCIMENTO PER VOI? È un premio di cui siamo veramente orgogliosi, perché riguarda il
A SINISTRA, FOTO DELLA PREMIAZIONE DEL PROGETTO FRANCIACORTA AL 24° INTERACTIVE KEY AWARD. SOTTO, MOCK UP DEL PORTALE FRANCIACORTA.WINE.
grande lavoro fatto per Consorzio Franciacorta, per cui abbiamo dato vita a un restyling del sito franciacorta.wine, per guidare l’utente alla visita e alla scoperta di questo luogo meraviglioso. Si presenta come la nuova identità digitale del Consorzio, punto di incontro e di scambio con gli utenti interessati alla realtà vinicola e del territorio. Il lavoro congiunto di tutte le risorse di Keyformat ha avviato un rinnovamento su ampia scala, che ha coinvolto l’immagine digitale e il posizionamento del brand insieme ad aspetti più tecnici come la distribuzione dei contenuti e la nascita di un magazine online, espressione della voce del Consorzio Franciacorta sul web. Il progetto è durato più di un anno e ci ha permesso di raccontare valori, conoscenze e tradizione di un territorio d’eccellenza che, da sempre, affascina e attrae visitatori da tutto il mondo. MK
CHI È VIVIANA BOTTALICO E QUALI SONO I SUOI VALORI
IL SUO CARATTERE DETERMINATO E LA CONSAPEVOLEZZA NEI PROPRI MEZZI LE HANNO SEMPRE PERMESSO DI AFFRONTARE OGNI SFIDA CON GRANDE ENTUSIASMO. UN ENTUSIASMO CONTAGIOSO, NECESSARIO PER GESTIRE E SODDISFARE LE ESIGENZE DI UN’AZIENDA E PORTARLA, PASSO DOPO PASSO, AL SUCCESSO. NEL SUO CV CI SONO TANTE ESPERIENZE NEL SETTORE DEL MARKETING, DELLA PRODUZIONE E DELL’ORGANIZZAZIONE, FINO AD ARRIVARE AL COORDINAMENTO DI GRANDI REALTÀ. LE QUALITÀ E LE COMPETENZE DI VIVIANA LE CONSENTONO DI COGLIERE LE NECESSITÀ DEI CLIENTI E DI TRASFORMARLE IN RISULTATI. SIN DAL PRIMO INCARICO, HA FATTO SUO IL PRESUPPOSTO CHE LA SCUOLA MIGLIORE SIA QUELLA SUL CAMPO, DOVE OGNI GIORNO SI IMPARA ATTRAVERSO LA SPERIMENTAZIONE E, TALVOLTA, DAGLI ERRORI CHE AIUTANO A CRESCERE E FARE SEMPRE MEGLIO. IL PILASTRO PRINCIPALE SU CUI FONDA IL SUO LAVORO È LA FORMAZIONE, CHE NON PUÒ MANCARE MAI. FA AFFIDAMENTO SU CREATIVITÀ, ATTITUDINE E IDEE, GUIDATE DALL’INTELLIGENZA EMOTIVA E NON SOLO DALLA RAZIONALITÀ: QUELLE IDEE E INTUIZIONI CAPACI DI RIMANERE NEL TEMPO E DI CONTINUARE A FARE LA DIFFERENZA, PER I CLIENTI, PER IL SUO TEAM E PER LEI. CREDE CHE SIA FONDAMENTALE GARANTIRE PARI OPPORTUNITÀ A TUTTI I LIVELLI, COINVOLGERE TUTTE LE PARTI IN CAMPO IN PRIMA PERSONA, NON RINUNCIARE MAI ALLE PECULIARITÀ DEL SINGOLO, CHE POSSONO RAPPRESENTARE UN VALORE AGGIUNTO, IN TERMINI DI PERFORMANCE.
LE COMPETENZE PROFESSIONALI E UMANE, PER LEI, PROCEDONO SEMPRE DI PARI PASSO.
Marketing di relazione
MAURO MURERO
GIORNALISTA. COLLABORA CON NUMEROSE TESTATE SPECIALIZZATE IN MARKETING E COMUNICAZIONE D’IMPRESA E CON PERIODICI FINANZIARI GENERALISTI.
DESTINAZIONE METAVERSO
NONOSTANTE L’ESISTENZA DI 212 DIVERSI MONDI VIRTUALI, LA MANCANZA DI UN’EFFETTIVA INTEROPERABILITÀ FRA QUESTI PORTA
AD AFFERMARE CHE IL PERCORSO VERSO UN VERO E PROPRIO ‘UNIVERSO DIGITALE’ NON SI È ANCORA CONCLUSO.
UN ECOSISTEMA IMMERSIVO, PERSISTENTE, ACCESSIBILE A TUTTI, INTERATTIVO E INTEROPERABILE: È QUESTA LA DEFINIZIONE CORRETTA DEL METAVERSO, OGGI ‘FREQUENTATO’ ASSIDUAMENTE DA 1,4 MILIONI DI ITALIANI.
Oltre 230 progetti avviati dal 2020 a oggi: anche in Italia quello dell’Extended Reality è ormai un mercato da non sottovalutare e sono sempre più numerose, nell’ambito della gestione sia degli end user sia dei processi aziendali, le imprese che utilizzano tecnologie in grado di arricchire il mondo reale con elementi digitali o di creare ambienti ed esperienze virtuali. Il vero e proprio Metaverso appare come un concetto ancora tutto da definire: oggi sono presenti 212 diversi mondi virtuali, ma non esiste un ‘Universo digitale’ pienamente interoperabile, nonostante la già accennata crescita – su scala globale – dell’interesse delle aziende. Tali considerazioni emergono dalla recente prima edizione di un’indagine svolta dall’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nel capoluogo lombardo all’inizio di aprile. Il concetto di Metaverso è già conosciuto dalla grande maggioranza degli italiani, che però ‘padroneggiano’ la materia solo a livello superficiale e non certo con particolare competenza. Da uno studio realizzato dall’Osservatorio in collaborazione con BVA Doxa emerge che fra gli utenti internet rientranti in una fascia anagrafica piuttosto ampia (18/75 anni) ben 86 su 100 hanno sentito parlare del Metaverso, ma se si chiede al campione se conosce ‘davvero’ l’argomento si determina un crollo radicale: da 86% a 8%. In Italia i frequentatori assidui del Metaverso (utenti internet di oltre 18 anni che accedono ogni giorno ad almeno un mondo virtuale) sono circa 1,4 milioni; per oltre metà di essi i principali mondi sono Fortnite e Minecraft, utilizzati soprattutto per giocare o per socializzare. Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso, sottolinea che “siamo davanti al prossimo grande step evolutivo nel campo dell’interazione online, grazie a spazi virtuali in cui gli utenti interagiscono tramite avatar. L’universo digitale, tuttavia, non esiste ancora: attualmente sono presenti diversi mondi, popolati da centinaia di milioni di utenti a livello globale, ma senza che si possa parlare di una piena interoperabilità tra essi. Nonostante il Metaverso non sia ancora pienamente realizzato, negli ultimi due anni le aziende hanno dimostrato un forte interesse, testando l’ingresso nei mondi virtuali per comprendere le opportunità di business da cogliere, sia sul versante della relazione con il consumatore e con le altre aziende sia su quello del supporto ai propri dipendenti”. “Per dare forma al Metaverso servirà la collaborazione di sviluppatori, aziende, istituzioni e utenti”, aggiunge Valeria Portale, anch’essa Direttore dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso: “occorrerà anche definire standard condivisi, per rendere i mondi virtuali interoperabili attraverso il Web3 e le tecnologie blockchain, nonché migliorare la user experience sia dei mondi virtuali (in termini di qualità grafica, fluidità dei movimenti e modalità di interazione tra gli utenti) sia dei device di accesso. E bisognerà sviluppare una regolamentazione su data collection e privacy, oggi totalmente assente, e popolare i diversi mondi, abituando gli utenti a usare frequentemente questa nuova modalità di navigazione e dando loro la possibilità di fruire di contenuti, servizi ed esperienze di valore”. L’Osservatorio ha anche sintetizzato gli elementi chiave tra le fonti disponibili e ha definito il Metaverso come ‘un ecosistema immersivo, persistente, accessibile a tutti, interattivo e interoperabile, composto da mondi virtuali interconnessi tra loro in cui le persone possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi’.
Nuove tecnologie
RICCARDO ROSSIELLO
GIORNALISTA SPECIALIZZATO IN HIGH TECH, COLLABORA CON ISTITUTI DI RICERCA E RIVISTE DI SETTORE DEDICATE ALLA TELEVISIONE DIGITALE E ALLE NUOVE TECNOLOGIE APPLICATE AL MULTIMEDIA.
CHATGPT DELLE MIE BRAME, CHI È LA PIÙ BELLA DEL REAME?
TRA I MESTIERI PIÙ STRANI (E REDDITIZI) DEL PROSSIMO FUTURO CI SARÀ
SICURAMENTE QUELLO DEL PROMPT ENGINEER: UN ESPERTO CHE SI OCCUPERÀ DI DIALOGARE CON L’AI E IN USA HA GIÀ UNA RETRIBUZIONE COMPRESA TRA 250 E 335MILA DOLLARI L’ANNO.
SOTTO, ESEMPI DI GRAFICHE OTTENUTE CON PROMPT MOLTO ELEMENTARI SOTTOPOSTI ALL’AI GENERATIVA.
L’interesse mediatico scatenatosi intorno a ChatGPT, Midjourney & Co. ha evidenziato una debolezza critica nel rapporto tra uomo e l’AI, ovvero la tendenza a rispondere in maniera stupida o errata a domande altrettanto stupide o errate. Molti blogger hanno ottenuto grande audience in rete mettendo sotto esame i limiti della tecnologia. Ci si è arrovellati per individuare i prompt per far violare a ChatGPT le regole morali che gli erano state imposte dai programmatori. Ciò per spingere l’AI a farsi beffe del politically correct. Con un prompt che liberava ChatGPT da ogni limite si è riusciti a fargli saltare filtri e limitazioni. Si è scoperto anche che a volte ChatGPT si sottometteva all’uomo anche in quel contraddittorio in cui avrebbe avuto ragione. Sono andati subito online gli esempi in cui, anche davanti a un’addizione matematica elementare, bastava ribattere: “Veramente il mio professore sostiene che 2+2 è uguale a 5”, per ottenere da ChatGPT le scuse e la ratifica dell’errore (un bug che oggi, come molti altri, non esiste più). Se però allo stesso programma si chiedeva nuovamente di ‘analizzare il problema un passo alla volta’, ecco che la situazione cambiava. Mentre si dibatteva ancora una volta sulla pericolosità delle macchine e sulla loro capacità di sostituire l’uomo (con tutto quello che ne consegue), dall’altra l’AI si mostrava debole e ingenua. Ma i limiti dell’intelligenza artificiale non riguardano solo i programmi generatori di testo ma anche quelli che dovrebbero realizzare opere d’arte, o quantomeno foto e illustrazioni, partendo da una linea di comando. Abbiamo fatto qualche prova con InstantArt, Shutterstock, Night Cafe, Deepe Dream Generator, Artbreeder, Fotor, Canva, attirati dalle belle immagini proposte nelle home page. La registrazione ai portali è gratuita. Alcuni offrono la possibilità di capire le potenzialità dello strumento per un periodo di prova limitato oppure dando accesso alle funzionalità base. Per accedere ai risultati più sofisticati e professionali è, in genere, necessario sottoscrivere un abbonamento, che consente di consultare l’Intelligenza Artificiale usando lingue diverse. Testando un generatore di immagini in modalità free, abbiamo chiesto di generare un’immagine inerente ChatGPT, e ci siamo visti restituire quella di un... ‘chat’: un gatto! Abbiamo provato a generare qualcosa che avesse a che fare con l’AI, ma non siamo andati oltre un campionario di robot e di cervelli fluorescenti.
Occorre avere le sottoscrizioni ‘professional’ alle AI ma anche delle nozioni specifiche per progettare un’immagine: prospettiva, inquadratura, soggetto, colori, stile. Midjourney e stesso ChatGPT hanno bisogno di noi e delle nostre query per progredire. Hanno bisogno di domande sempre più specifiche e intelligenti per generare risposte intelligenti. Il processo di apprendimento di questi programmi richiede grandi quantità di informazioni e una paziente fase di apprendimento. Solo così si possono ottenere risultati apprezzabili. Ecco perché i prompt engineer – con competenze informatiche, ma anche nell’ambito specifico e settoriale – sono già importanti e strapagati. Chi interroga la macchina deve prima mostrare la capacità di saper analizzare i problemi, pensare nel modo corretto, quindi chiedere nella ‘lingua giusta’ cosa la macchina deve fare. Fare le domande giuste, fin dai tempi della filosofia socratica, è stata la via più breve per arrivare alla verità, se non proprio quella assoluta, almeno a una delle più attendibili.
Green Communication
BARBARA TOMASI
GIORNALISTA E REDATTRICE, COLLABORA CON TESTATE OFFLINE E ONLINE DI COMUNICAZIONE, MARKETING E GRANDE DISTRIBUZIONE
SPECIALIZZATA E NON.
CONSUMING LESS, CONSUMING BETTER
LO STUDIO DI KANTAR SPIEGA COME LA SOSTENIBILITÀ SIA TRA LE TEMATICHE PIÙ RILEVANTI PER I CONSUMATORI E COME ADATTARE STRATEGIE DI MARKETING E COMUNICAZIONE.
SOTTO, L’ANALISI DI KANTAR EVIDENZIA LA CRESCITA DELLA CONSAPEVOLEZZA NEI CONSUMATORI IN AMBITO FOOD, RETAIL E FINANCE.
Si intitola ‘Sustainability Trends 2022’ l’analisi con la quale Kantar ha analizzato oltre 7,6 miliardi di dati relativi alla sostenibilità, raccolti negli ultimi cinque anni attraverso le query di Google dei consumatori di oltre 90 Paesi, con una particolare attenzione relativa ai settori del food & beverage, del retail e finance.
I consumatori sono sempre più consapevoli e interessati alle questioni sia sociali che ambientali. Un interesse che li spinge a prendere posizione e a sentirsi parte attiva di un cambiamento più globale. A livello globale consumo eccessivo e spreco alimentare sono stati oggetto in media di 246 milioni di query mensili su Google negli ultimi cinque anni. Il volume delle ricerche relative al ‘fast fashion’ è più che raddoppiato in cinque anni. I consumatori vogliono sapere se le aziende di questo comparto – come Zara, Shein, Cider, Gap o H&M – possano essere considerate ‘brand fast fashion’. Inoltre si interrogano sulle condizioni lavorative che questi brand impongono. Invece per ciò che riguarda i prodotti dell’agroalimentare è lo sfruttamento animale uno dei principali tema chiave, totalizzando in media 155 milioni di ricerche al mese. “Come simbolo di questo sovraconsumo, il fastfashion è finito sotto tiro negli ultimi anni, è naturale quindi che i consumatori cerchino di evitare di acquistare dai brand meno responsabili, prediligendo prodotti di aziende che condividono i loro stessi valori” è il commento di Fabio Da Col, Head of Analytics di Kantar. Consumare meno e meglio: una delle soluzioni è rappresentata dall'economia circolare. Di conseguenza, secondo Kantar, le query su questo argomento crescono rapidamente, con un +15% dal 2020. Basti pensare a come l’app Vinted stia beneficiando di questo interesse con un volume di ricerca aumentato del 76% dal 2020, e 7 milioni di ricerche mensili. Essere più responsabili uguale riconsiderare il tempo. E infatti tra gli stili di vita prosostenibili che vanno per la maggiore va ricordato ‘slow living’. I consumatori che conducono questo stile di vita scelgono, per esempio, capi di marca migliori e più resistenti nel tempo, si dedicano in prima persona alla produzione di frutta e ortaggi, si organizzano cucinando tutti i pasti della settimana senza scegliere piatti pronti (‘batch cooking’), e così via. A riprova di quello detto sopra il numero crescente di query legate a questi temi: lo slow-living cresce del 52%, il batch cooking del 132% dal 2020. Anche se la ricerca su Google per uno stile di vita a rifiuti zero è attualmente in calo (–34% negli ultimi due anni), i consumatori continuano le ricerche su come limitare gli imballaggi e dare una seconda vita ai rifiuti (+59% negli ultimi due anni delle ricerche per lo sfuso).
Sustainability Trends 2022 rivela anche grandi aspettative di responsabilità per ciò che riguarda il settore finance. Dal 2020, l'utilizzo che banche e player finanziari fanno del denaro che viene affidato a loro è un tema di interesse sempre più crescente tra i consumatori con un + 27% dal 2020 per il tema degli investimenti. A questo proposito Fabio Da Col ha sottolineato che, anche se rendimento e redditività sono le query maggiormente ricercate, gli investimenti green e socialmente responsabili suscitano sempre più interesse con +80% di ricerche negli ultimi due anni. l termine governance ambientale e sociale (ESG) è stato infatti in media ricercato oltre 1,35 milioni di volte al mese dal 2017 ed è sempre più ricercato (+260% negli ultimi due anni).
DIGITAL INTELLIGENCE
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LE MACCHINE POSSONO PENSARE?
SVOLTOSI LO SCORSO APRILE A MILANO, IL FORUM È STATA L’OCCASIONE PER ANALIZZARE LO STATO DELL’ARTE DELLE EVOLUZIONI DELL’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE E LE ENORMI POTENZIALITÀ CHE OFFRE, NON SOLO NELLO SVILUPPO E NELLA RIORGANIZZAZIONE DEI PROCESSI, NELLE MODALITÀ PRODUTTIVE E/O DI EROGAZIONE DEI SERVIZI MA ANCHE IN RISPOSTA AI TEMI PIÙ CRUCIALI DELLA CONTEMPORANEITÀ.
DI ALESSIA ZAMPANO
L’INTERESSE, SOPRATTUTTO MEDIATICO, SUSCITATO DALLA DIFFUSIONE DI APP BASATE SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA, COME CHAT GPT E MIDJOURNEY, HA RESO IL DIBATTITO SULLE EVOLUZIONI DI QUESTA TECNOLOGIA IL TEMA CALDO DEL MOMENTO, TRA DETRATTORI – A VOLTE ANCHE INSOSPETTABILI –E FERVENTI ENTUSIASTI.
Come sempre in questi casi la verità è nel mezzo e l’AI Forum che si è tenuto lo scorso 5 Aprile a Milano ha provato a fare il punto sullo sviluppo dell’AI per discutere delle concrete opportunità per le aziende e le persone, dei limiti e delle potenzialità.
L’evento, ideato e promosso dall’Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale, ha preso le mosse da alcuni dati che ci aiutano a comprendere meglio le profonde trasformazioni in atto e ad anticipare quelle future con cognizione di causa, senza farci spaventare dalla velocità con cui questi cambiamenti stanno accadendo. Dal punto di vista del Machine Learning – che, è bene ricordarlo, è solo un piccolo sottoinsieme delle funzionalità dell’AI –le performance di apprendimento delle macchine sono già superumane. Ciò vuol dire che rispetto a ‘semplici’ task, come le sommarizzazioni o la creazione di abstract – cosa che, per intenderci, Chat GPT fa molto bene – ab-
biamo già raggiunto il plateau. In pratica, alcune tecnologie – come il riconoscimento delle immagini o la comprensione di testi – sono già mature da qualche anno. Le macchine, tanto per fare un esempio, sono già in grado di superare un test di ammissione all’Università.
GIANLUIGI GRECO, PRESIDENTE DI AIXIA.
Quando, invece, veniamo a task che richiedono abilità di senso comune, come l’interpretazione della semantica di un’immagine, o capacità logiche e di astrazione, siamo ancora lontani dalle performance umane. La domanda, quindi, che il matematico Alan Turing si poneva nel 1950 – “Le macchine possono pensare?” – ancora non ha una risposta definitiva. Senza dubbio stiamo parlando di un trend in forte crescita, come dimostra anche l’aumento degli investimenti economici che vanno in questo senso. I dati relativi al 2022 ci dicono che gli USA hanno investito in AI 55 miliardi di euro, la Cina 20 miliardi e l’UE intorno ai 15 miliardi, con la Gran Bretagna maggiore investitore europeo e, all’interno dell’UE, prima la Germania e poi Francia, Spagna e Italia, dove l’investimento si è attestato intorno ai 500 milioni di euro.
Rimanendo nel nostro Paese, l’Osservatorio del Politecnico di Milano ha stimato una crescita del mercato del +32% nel 2022. La ricerca ha, però, evidenziato un divario serio e significativo tra le grandi aziende e le PMI. Mentre, infatti, il 33% delle grandi aziende del campione si considera nell’era dell’implementazione di grossi progetti che riguardano l’AI, la percentuale scende al 15% per le PMI. Eppure, sempre dai dati citati da Gianluigi Greco, Presidente di AIxIA, in apertura, in Italia sono ben 53 gli atenei che propongono corsi riguardanti l’AI e nessuna area geografica è scoperta. Questo significa che ogni azienda ha a disposizione un tessuto in cui può trovare laureati con specifiche competenze in AI. I corsi di laurea in cui si studia l’Intelligenza Artificiale sono 45 e la materia sta diventando sempre più pervasiva. La diffusione non riguarda, infatti, solo le facoltà che rappresentano il bacino naturale per i tecnici del settore – come informatica, ingegneria informatica ecc. –ma anche facoltà come giurisprudenza, medicina e statistica. Il consiglio che è arrivato da più di un relatore per le aziende che non possono permettersi lo ‘skill’ è di concentrarsi sull’‘ultimo miglio’ e, quindi, o su applicativi verticali facilmente utilizzabili anche dai non addetti ai lavori oppure creando layer di raccordo tra soluzioni già esistenti, evitando di svilupparne delle nuove che, per forza di cose, saranno superate nel giro di pochi mesi. Dal punto di vista istituzionale l’Unione Europea ha abbracciato questa sfida con l’obiettivo di creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle nuove tecnologie, attraverso la promozione di una maggiore alfabetizzazione, la realizzazione di più infrastrutture fisiche e una diffusione sempre maggiore di questi servizi all’interno della pubblica ammini-
MERCATO DELL’AI IN ITALIA
strazione. La finalità è quella di realizzare ‘innovation hub’ a supporto anche delle PMI, mettendo a disposizione delle imprese bandi per progetti finanziabili sui temi dell’AI. A questo scopo l’UE sta ragionando anche nell’ottica di partenariati pubblico-privati, come quello con ADRA (AI, Data and Robotic Association). L’idea è di mettere insieme le diverse community, gli attori, i player e gli stakeholder pubblici e privati nel campo dell’AI, dei Dati e della Robotica per creare un ecosistema europeo dedicato all’intersezione di queste tecnologie e portare avanti l’innovazione in queste tre aree, strategiche anche rispetto alle grandi urgenze della contemporaneità. I principali ambiti di applicazione di queste tecnologie, infatti, sono il suolo, il cibo, la salute, la lotta contro il cancro, l’adattamento al cambiamento climatico, le smart city e la neutralità climatica e la salvaguardia delle acque (oceani e mari). Tutti temi riconducibili al grande tema centrale, quello che il Rapporto di Previsione Strategica della Commissione Europea definisce ‘Twin Transition’ e che consiste nel coniugare la trasformazione digitale con lo sviluppo sostenibile. Per fare in modo che l’Intelligenza Artificiale del futuro sia, non solo antropocentrica ma anche pianetacentrica. Ma se tra gli obiettivi di lungo periodo dell’UE ci sono anche il raggiungimento di un’indipendenza tecnologica e l’acquisizione di una leadership che assicuri la competitività delle nostre aziende, bisogna tenere in considerazione anche altri aspetti importanti, come ha fatto notare Fabrizio Maronta, consigliere scientifico della rivista Limes, all’interno del suo interessante intervento. Maronta ha spiegato come questa partita
TAV.1
Intelligent Data Processing 34%
Interpretazione del linguaggio 28%
Recommendation System 19%
Computer Vision 10%
FONTE: OSSERVATORIO ARTIFICIAL INTELLIGENCE. IN ITALIA, IL MERCATO DELL’AI NEL 2022 HA RAGGIUNTO 500 MILIONI DI EURO, CON UNA CRESCITA DI BEN 32% IN UN SOLO ANNO.
Intelligent RPA 9% +32%
FABRIZIO MARONTA, CONSIGLIERE SCIENTIFICO DELLA RIVISTA LIMES.
PAOLO PETTINATO, PRESIDENTE DI COGNITIVE ADVERTISING SOLUTIONS.
dell’AI si inserisca in un contesto più ampio che ha a che fare con i vari piani di ri-localizzazione di determinate filiere tecnologiche e che vede un enorme sforzo di re-industrializzazione da parte dell’Occidente verso i settori come l’elettronica e tutto ciò che essa abilita – l’AI, il Quantum Computing, la transizione energetica ecc. – per far fronte alla concorrenza cinese. Per avere i nostri campioni nazionali, quindi, dovremmo essere in grado di poter fare politica industriale, mettendo in discussione l’interdipendenza dagli Stati Uniti che ha strutturato finora il nostro mondo economico. Un processo che difficilmente può essere indolore e consensuale. Non possiamo non considerare, quindi, che la natura di questi nuovi strumenti non è puramente tecnologica ma si inserisce all’interno di una competizione geo-politica internazionale in cui l’Europa rischia di essere il vaso di coccio tra i vasi di ferro (USA e Cina).
AI E DIGITAL ADV In questo settore le evoluzioni sono velocissime. In questo momento l’AI sta dando molto impulso alla capacità di fare ‘deep consumer understanding’, ossia intercettare le caratteristiche dell’utente. Avere la capacità di individuare il target perfetto per un inserzionista è fondamentale e, data la grande costellazione di dati che con l’esplicito consenso è possibile utilizzare, oggi si riesce a profilarlo in modo molto preciso. Si arriva a definire quella che viene definita l’impronta cognitiva, ossia la costellazione di interessi, attitudini, abitudini e stili di consumo che una categoria di persone (non il singolo utente) può avere nei confronti di un brand. Il dato interessante, però, come ha sottolineato Paolo Pettinato, Presidente di Cognitive Advertising Solutions, è rappresentato dalla possibilità di utilizzare l’Intelligenza Artificiale anche
per un approccio opposto. Considerato, infatti, che sempre meno persone apprezzano la profilazione, l’idea è di utilizzare l’AI come strumento di ottimizzazione dei dati. L’AI ha la capacità di trattare i dati senza necessariamente capirli, quindi può essere usata per capire, anche a livello statistico, cosa funziona di più e cosa di meno all’interno di una campagna. Un esempio di come le aziende debbano avere un approccio un po’ ‘schizofrenico’ e lavorare, allo stesso tempo, sia sulla profilazione che sull’attività opposta.
AI E CUSTOMER EXPERIENCE L’Intelligenza Artificiale è in grado di migliorare l’esperienza dei clienti, sia rispetto alla fruizione di determinati servizi sia nell’ambito del customer care. Uno dei settori ‘top spender’ a livello italiano nel campo dell’AI è il Banking. L’Intelligenza Artificiale è nella top ten delle priorità di ricerca per il 70% delle banche e la percentuale sale al 90% se consideriamo i gruppi più grandi. Tra le aree di applicazione, in primis, c’è la sicurezza, con molti istituti che hanno già a disposizione strumenti funzionanti per la prevenzione delle frodi e per contrastare le attività di ‘money-laundering’. L’AI fornisce, inoltre, supporto agli operatori del servizio clienti, efficientando i processi e aumentando il livello delle prestazioni offerte alle persone. Sul fronte del business l’AI permette di convogliare i dati raccolti da diverse fonti per proporre servizi sempre più personalizzati e più vicini alla vita dei potenziali clienti. Qui l’Intelligenza Artificiale permette di fare un passaggio importante dalla mera vendita di un prodotto finanziario alla fornitura di un supporto ‘end to end’ in un momento importante della vita del cliente. Ciò vuol dire non vendere semplicemente un mutuo ma aiutare le persone ad acquistare una casa. Il 45% delle banche, infine, sta investendo anche nell’utilizzo dell’AI nella cessione del credito. Non demandando a essa la valutazione del merito creditizio, ovviamente, ma sempre nell’ottica di fare un lavoro più accurato e offrire ai clienti un servizio di credito adeguato.
Dal canto loro anche grandi player del settore energia, come Edison, stanno investendo in AI per potenziare tecnologie – la blockchain, per esempio – che permettono di offrire ai clienti servizi energetici sempre più innovativi. L’azienda, che ha alle spalle 140 anni di storia sempre votati all’innovazione, ha sviluppato una metodologia agile (nota per la redazione: nel senso inglese del termine) e sperimentale applicata alla manutenzione preventiva delle centrali termo-elettriche in modo da implementare la produttività e, allo stesso tempo, il risparmio energetico, evitando gli sprechi sia di risorse energetiche che umane. Ulteriori investimenti vedono l’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artifi-
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PUÒ MIGLIORARE L’ESPERIENZA DI ACQUISTO DEI CLIENTI E LA FRUIZIONE DEI SERVIZI OFFERTI DAI BRAND.
IN QUESTO MOMENTO STORICO L’AI ‘MADE IN ITALY’ SI TROVA A UN BIVIO: DA UN LATO NON HA ANCORA COLMATO IL GAP CON GLI ALTRI GRANDI PAESI INDUSTRIALIZZATI, DALL’ALTRO HA DAVANTI A SÉ OPPORTUNITÀ DI CRESCITA CHE UN’INDAGINE DI ANITEC-ASSINFORM DEFINISCE ‘STRAORDINARIE’.
LUCI E OMBRE ARTIFICIALI
FREQUENTEMENTE ED ERRONEAMENTE ASSOCIATA AI SOLI GIGANTI DELLA TECNOLOGIA, L’ARTIFICIAL INTELLIGENCE È INVECE APPLICABILE A TUTTE LE REALTÀ INDUSTRIALI, INDIPENDENTEMENTE DALLE LORO DIMENSIONI. NEL
CASO SPECIFICO DEL MERCATO ITALIANO, GLI STUDI DI ANITEC-ASSINFORM E CONFINDUSTRIA METTONO IN RISALTO UNA CRESCITA RILEVANTE: LA POSSIBILITÀ DI INTENSIFICARE ULTERIORMENTE LO SVILUPPO APPARE CONCRETA ED È CORRELATA A VARI FATTORI, TRA I QUALI SPICCA L’IMPULSO AGLI INVESTIMENTI IN FORMAZIONE, SIA SCOLASTICA SIA PROFESSIONALE.
DI MAURO MURERO
COME È NOTO, IL CONCETTO DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON È
UNA NOVITÀ PORTATA DALL’AVVENTO DEL TERZO MILLENNIO: SE NE
PARLA IN TERMINI CONCRETI DA OLTRE MEZZO SECOLO (E IN TERMINI EMPIRICI DA MOLTO PIÙ TEMPO), ANCHE SE OVVIAMENTE È
SOLO DA QUALCHE ANNO CHE LA TEORIA HA PROGRESSIVAMENTE LASCIATO IL POSTO ALLA PRATICA, OVVERO ALLE APPLICAZIONI EFFETTIVE DI QUELLE CHE IN PASSATO ERANO SOLTANTO IPOTESI. Detto questo, è evidente che nello scenario iper-innovativo degli Anni Venti limitarsi a parlarne ‘con distacco’ sarebbe riduttivo e anacronistico. Oggi come oggi, l’AI è al centro del dibattito politico-economico: i Big Data, le elevate capacità computazionali e gli algoritmi performanti rendono il suo impiego sempre più diffuso, con inevitabili e rilevanti ripercussioni sia sull’attività delle imprese sia sulla vita quotidiana dei singoli individui.
VENTI DI CRESCITA Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria cui fanno capo le aziende ICT (Information and Communication Technology), nel 2022 il mercato italiano dell’Intelligenza Artificiale ha raggiunto un valore assoluto di 422 milioni di euro, frutto del
consistente incremento registrato rispetto all’anno precedente (+21,9%). Il tasso medio di crescita annua dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli (circa 22 punti percentuali) anche nell’immediato futuro, consentendo di raggiungere e superare la soglia dei 700 milioni già nel 2025. L’AI, dunque, conferma che i cosiddetti Digital Enabler (gli ‘abilitatori del mercato’, definizione che comprende anche Cybersecurity, Big Data e Cloud) rappresenteranno un elemento di traino fondamentale per la curva di sviluppo dello scenario digitale italiano. Definire ‘straordinarie’, come ha esplicitamente fatto Anitec-Assinform, le prospettive di crescita dell’Intelligenza Artificiale ‘made in Italy’ è solo apparentemente in contraddizione con il gap che ancora separa il mercato nazionale da quello degli altri Paesi più industrializzati: l’Italia sembra in grado di ridurre le distanze, a condizione di recepire l’importanza di una visione strategica a 360°, che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali (sia in ambito scolastico sia nel mondo del lavoro) e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità insite in questa ‘materia’.
Come accennato, allo stato attuale il gap va però oggettivamente ri-
PAOLO ERRICO, VICE PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA CONFINDUSTRIA PER INNOVAZIONE E TRANSIZIONE DIGITALE.
“Secondo i dati 2023 del Readiness for Frontier Technologies Index delle Nazioni Unite”, aggiunge Paolo Errico, Vice Presidente Piccola Industria Confindustria per Innovazione e Transizione Digitale, “l’Italia è in una buona posizione in termini di capacità di cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie avanzate, Intelligenza Artificiale compresa: si piazza infatti al 25° posto in un ranking che comprende 166 Paesi. In particolare, ha registrato un ottimo risultato nell’ambito della ricerca (10° posto) e si difende molto bene anche in quello dell’industria; deve invece fare ulteriori sforzi e passi in avanti nell’area ICT, sia sul versante degli skill sia su quello della forza lavoro. È quindi indispensabile fare informazione e formazione, perché la sfida è alla nostra portata e possiamo vincerla: questo percorso ci sta dimostrando che nelle aziende e nei territori c’è molto interesse per il digitale e le nuove tecnologie, ma sta anche confermando che la conoscenza di questi strumenti – soprattutto fra le piccole imprese – va strutturata e valorizzata, per poter sfruttare al meglio le opportunità a disposizione”.
CENTRALITÀ E QUESTIONE ETICA All’inizio del mese di maggio si è soffermato sulla tematica in esame anche Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy nel governo Meloni: l’occasione è stata fornita dalla giornata di apertura di RomeCup 2023, evento organizzato da Fondazione Mondo Digitale con Università Campus Bio-Medico di Roma e concepito per creare un momento di confronto tra scuole, atenei, mondo imprenditoriale e organismi istituzionali. Il focus dell’intervento del Ministro è che “questo settore, oltre a essere in forte crescita (in Italia siamo ormai nell’ordine del mezzo miliardo di euro), è diventato centrale nei programmi di sviluppo delle imprese di ogni dimensione che investono in Intelligent Data Processing, Language AI e Computer Vision. Le innumerevoli applicazioni di queste tecnologie hanno però anche aperto un grande dibattito etico, su scala nazionale ma anche continentale, e non a caso oggi siamo particolarmente impegnati nell’analisi e nella composizione delle proposte di Regolamento sull’AI, ancora in fase di elaborazione a livello comunitario. Il Ministero delle Imprese e del Made in
ADOLFO URSO, MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY.
Italy, per quanto concerne i suoi ambiti di competenza, intende essere parte attiva in questi processi, analogamente a quanto era già avvenuto per la definizione del Programma Strategico 2022/2024. Inoltre, è forte anche l’impegno su un altro fronte: quello dello sviluppo di un approccio organico alle tecnologie emergenti, necessario per consentire al Sistema Paese di guardare al futuro con fiducia, difendendo in ogni circostanza modelli e valori che abbiano sempre al centro la persona”.
“Uno dei nostri fini primari”, precisa Mirta Michilli, Direttrice Generale di Fondazione Mondo Digitale, “è quello di accompagnare le persone a cogliere al meglio le opportunità tecnologiche. Per raggiungere tale obiettivo occorre colmare il divario tra due distinte linee: una, in rapidissima crescita, è quella dello sviluppo tecnologico, l’altra – che è invece decrescente – è quella della capacità dell’uomo di poterla e saperla utilizzare”. Il testé citato divario potrebbe avere importanti e imprevedibili conseguenze per le future generazioni, che corrono un rischio serissimo: quello di subire, anziché sfruttarli, i nuovi e sempre più potenti strumenti digitali.
In quest’ottica, una risposta importante può arrivare proprio dai giovani e dalla loro formazione: come sottolinea Fabrizio Taffoni, membro del Laboratorio di Robotica avanzata e Tecnologie Human-Centred dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, “la robotica e l’Intelligenza Artificiale sono sempre più utilizzate in ambito medico. Formare i futuri dottori consentendo loro di esercitarsi con questi strumenti rappresenta una sfida fondamentale, da affrontare sfruttando le tante tecnologie low-cost oggi disponibili. Occorre investire in questa direzione in modo strutturale: solo mettendo in pratica quello che si impara a livello teorico è possibile cogliere realmente le potenzialità tecnologiche”. MK
LA LOCANDINA ORIGINALE DEL FILM METROPOLIS. FRA POCHI ANNI IL CAPOLAVORO DI FRITZ LANG, GIRATO NEL 1927, COMPIRÀ UN SECOLO, A DIMOSTRAZIONE DI QUANTO SIANO LONTANI NEL TEMPO I PRIMI DIBATTITI SUL RAPPORTO ANCHE ‘ETICO’ FRA L’UOMO E LE MACCHINE.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE: CHI È IL PRIMO DELLA CLASSE?
SE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È IL FUTURO DELLA SFIDA TECNOLOGICA, LE
CHATBOT RAPPRESENTANO UNA DELLE FORME PIÙ POPOLARI DI AI.
POSSONO ESSERE UTILIZZATE PER CREARE CONTENUTI PER BLOG E SITI
WEB, ELABORARE CODICE E INTERAGIRE CON GLI UTENTI. PER QUESTO OPENAI, MICROSOFT, GOOGLE E AMAZON, PER RIMANERE COMPETITIVE SUL MERCATO, STANNO INVESTENDO IN QUESTA TECNOLOGIA.
DI RICCARDO ROSSIELLO
SE LA SFIDA DEL RECENTE PASSATO E DEL PRESENTE SI È GIOCATA E SI GIOCA TUTTA NEL CAMPO DEI SOCIAL NETWORK – TRA FACEBOOK, WECHAT, TIKTOK, WHATSAPP, INSTAGRAM, YOUTUBE... – SEMBRA FUORI DUBBIO CHE LA SFIDA DEL PROSSIMO FUTURO VEDRÀ PROTAGONISTA IL MONDO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. IN QUALE AMBITO? QUESTO È UN PO’ PIÙ COMPLICATO DETERMINARLO. Non ci si lasci ingannare dal ritorno mediatico delle operazioni intraprese dagli antagonisti di sempre: Elon Musk, che il 27 ottobre 2022 ha comprato per 44 milioni di dollari Twitter, ma è anche il fondatore di OpenAI, padre del già popolarissimo ChatGPT; Google, che per contrastare il ritorno mediatico avuto da ChatGPT, ha lanciato a marzo 2023 il suo Bard; e ancora Amazon, che ha già stretto accordi per realizzare anche un suo chatbot.
C’È INTELLIGENZA ARTIFICIALE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE L’Intelligenza Artificiale nata e sviluppata per aiutare il cammino della scienza,
è quella dei laboratori, poco avvezza agli onori delle cronache e alle passerelle mediatiche. Il suo scopo è di affiancare il cammino dell’uomo cercando di colmarne gli handicap assumendosi talvolta il rischio delle sue stesse azioni. Microchirurgia in remoto, applicazioni in ambito motorio e rieducativo e, almeno nelle ambizioni, la sperimentazione intesa a colmare gap gravi quali la perdita della vista, della parola o del coordinamento stesso del corpo. Abbinata alla robotica è quella che ha sostituito l’uomo nei suoi viaggi alla scoperta dell’universo, ma anche compiti gravosi come il disinnesco delle mine.
C’è poi un’Intelligenza Artificiale che sembra fare l’occhiolino ai film di fantascienza degli anni ‘50 e ‘60, protagonista nelle fiere dedicate alle nuova tecnologie, che ricopre il ruolo di ambasciatore del settore. Spesso conquista le prime pagine dei giornali annunciando che il divario tra il robot e l’uomo si è ulteriormente ridotto perché l’automa ora vanta espressioni facciali, pelle sintetica simile a quella che ci ha donato madre natura, si rivolge a chi gli parla con tono colloquiale e proprietà di lin-
guaggio in apparenza simili alla nostra, o che, infine, sembra mostrare sentimenti.
La terza Intelligenza Artificiale è quella che c’è ma non la vedi, e per questo viene il dubbio possa essere manipolata a nostro discapito. È quella alla base dei motori di ricerca di internet e ormai anche di molti televisori, smartphone, plance di controllo di automobili, assistenti digitali, che attraverso riconoscimento e comandi vocali assolvono al ruolo di maggiordomo digitale che diffonde in casa la musica preferita, accende luci e riscaldamento, oppure risponde ai nostri dubbi più semplici.
Infine – anche se siamo sicuri che volendo ulteriormente analizzare ci sarebbe ancora molto da distinguere – abbiamo il fenomeno del momento, le chatbot di ultimissima generazione – software conversazionali capaci di interagire con gli utenti – come ChatGPT: che sta per Chat Generative Pre-trained Transformer. Strumenti che vanno molto al di là dell’interazione automatica con gli utenti di un sito web, di un social network o di un instant messenger, come si racconta su internet.
IN QUESTA PAGINA, UNA CARRELLATA DI GRAFICHE
ESEMPLIFICATIVE
DELLE POTENZIALITÀ
GRAFICHE DELLE INTELLIGENZE
ARTIFICIALI CREATIVE.
Il fine non è più solo quello di dare risposte articolate, ma trovare applicazione nella realizzazione di titoli per blog già pensati per comparire ai primi posti dei motori di ricerca, nella creazione di scalette per articoli che, via via che la tecnologia si evolve, saranno sempre più vicine alla scrittura di un redattore di qualità medio-bassa. Ma possono anche elaborare codice per siti web dietro una semplice richiesta: una pagina in cui gli utenti possano calcolare automaticamente l’IVA, le ritenute da pagare, individuare una città dal suo CAP e chi ne ha più ne metta.
GRAFICA, ARTE, VIDEO... MADE IN AI Accanto alle chatbot hanno trovato ampio mercato programmi che spaziano dalla grafica al montaggio video, che hanno altrettante potenzialità e attitudini simili. Con un generatore di immagini AI come Midjourney, basta descrivere (ovviamente in inglese) la scena che si vorrebbe vedere realizzata, il prompt, per generare l’immagine pensata e le sue varianti. Con un generatore di arte GAN, acronimo di Generative Adversarial Network, pensato nel 2014 da Ian Goodfellow. Il collettivo francese Obvious, ha creato l’algoritmo ‘autore’ del dipinto Le Comte de Belamy, venduto all’asta da Christie’s per $ 432.000. Per quello che riguarda il montaggio video infine, persino Adobe Premiere – uno dei software professionali più diffusi e apprezzati – si è dotato di recente di una piattaforma specifica – IA Adobe Sensei – che aiuta ad abbinare i colori automaticamente, anche attraverso rilevazione facciale, e offre strumenti come l’Auto-ducking – per la riduzione automatica del volume della musica o degli effetti sonori per non coprire il parlato. Qualche mese fa su Twitter le seguenti istruzioni per la realizzazione di un video promozionale in AI hanno toccato in poche settimane il milione di visualizzazioni: a ChatGPT è stato chiesto di elaborare un testo basato su una domanda piuttosto comune; la risposta è stata copiata e incollata in Pictory.ai, che ha associato al testo le immagini ritenute più appropriate e una colonna sonora ad hoc per l’argomento; parte dello scritto è stato copiato e incollato anche su Synthesia.io, che ha generato brevi clip in cui un avatar lo enuncia in italiano; infine Veed.io si è occupato di rimuovere lo sfondo dal video dell’avatar che, una volta scontornato, è stato inserito sulle immagini in movimento scelte da Pictory.ai. Il risultato? Un audiovideo in cui, partendo da una semplice domanda, si è arrivati a una clip esplicativa totalmente... sintetica. La procedura è certo laboriosa, oggi. Ma se domani si arrivasse a una piattaforma integrata?
Vero anche che il messaggio ottenuto è semplice, quasi banale, ma non lo sono pure la maggior parte dei contenuti diffusi quotidianamente sui social network, che pure sembrano aver generato la dipendenza globale?
LA MUSICA È CAMBIATA In questo scenario la pubblicazione di ChatGPT di OpenAI, rilasciato per la prima volta a fine novembre 2022 e, nella sua versione più evoluta il 14 marzo 2023, ha avuto un effetto dirompente, alimentando discussioni un po’ ovunque sui social network e in ambito specializzato. Ma soprattutto, spingendo un competitor forte come Microsoft all’alleanza (ChatGPT 4, infatti, dovrebbe essere integrato presto nella famosa suite Office, mentre è già parte del motore di ricerca Bing).
OpenAI l’ha definito “l’ultima pietra miliare nel suo sforzo di scalare il deep learning”. Al momento la versione 4 accetta input di testo, ma molto presto accoglierà anche immagini e in futuro audio e video. L’output invece, al momento è solo testuale.
Il dato sull’evoluzione e sulla direzione intrapresa è ben chiaro. OpenAI precisa che la nuova versione è del 40% più precisa nel generare contenuti veritieri, e dell’82% meno incline a rispondere a prompt illeciti (non chiedete a ChatGPT di consigliarvi un titolo in Borsa!).
Anche in questo caso uno strumento che sulla carta appare molto potente può trovare sia un’applicazione futile che essere finalizzato a scopi complessi o umanitari. Se infatti la Khan Academy sta usando ChatGPT 4 per creare un tutor virtuale per gli studenti, Be My Eyes ha addirittura sviluppato un assistente AI che può analizzare e descrivere immagini e fotografie a uso e consumo di coloro che hanno disabilità visive. Questa tecnologia inoltre, può essere addestrata per il riconoscimento delle persone e utilizzata nei sistemi di sicurezza per l’accesso limitato a una specifica cerchia di individui. Così come può anche aiutare gli sviluppatori a risparmiare tempo e denaro compilando i loro progetti e riducendo gli errori durante la scrittura del codice.
Un plus di ChatGPT è per il nostro mercato il fatto che sia stato tradotto in italiano, mentre Google Bard, al momento suo più titolato antagonista, ‘parla’ solo inglese. Un limite palese invece è che il database su cui è stato addestrato il sistema arriva al 2021, anche se nella nostra prova ha risposto con puntualità sulla guerra russo-ucraina.
GLI AVVERSARI DI CHATGPT Vedendo i risultati ottenuti da ChatGPT
CHAT GPT: INCOSCIENZA ARTIFICIALE?
CHAT GPT È UNA DELLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI CHE STA FACENDO PIÙ NOTIZIA NEGLI ULTIMI MESI. È STATA SVILUPPATA DALL’ORGANIZZAZIONE NO-PROFIT OPENAI, E SI BASA SULLA CONVERSAZIONE CON GLI ESSERI UMANI. SE NE È PARLATO IN UN INCONTRO DI THE DATA APPEAL COMPANY.
DI MAURIZIO ERMISINO
CHAT GPT È UNA DELLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI CHE STA FACENDO PIÙ NOTIZIA NEGLI ULTIMI MESI. È STATA SVILUPPATA DALL’ORGANIZZAZIONE NO-PROFIT OPENAI, E SI BASA SULLA CONVERSAZIONE CON GLI ESSERI UMANI.
È una nuova tecnologia che è stata accolta subito perché può essere impiegata per il business per snellire alcune procedure, e sembra essere quello più in voga tra i software di intelligenza artificiale. Chat GPT sta facendo molto rumore perché è in grado di conversare con l’uomo: è in grado di dare risposte a domande e quesiti di diverso tipo. La cosa, come spesso accade con novità di questo tipo, affascina e allo stesso tempo spaventa. Ma pone anche dei dubbi su quanto le risposte siano attendibili, e quali incarichi si possano affidare a questa ‘macchina’. È chiaro che si tratta di una novità molto recente, e quindi dovrà passare tramite alcuni step prima di essere accettata definitivamente o rifiutata. Se ne è parlato in un evento on line organizzato da The Data Appeal Company e Almawave, dal titolo ‘Demystifying Chat GPT’ con Massimo Chiriatti, Chief Technical & Innovation Officer di Lenovo, e Raniero Romagnoli, CTO di Almawave, moderato da Mirko Lalli, CEO di The Data Appeal Company e CDSO di Almawave.
COME FUNZIONA CHAT GPT? Ma come funziona Chat GPT? Questa AI è in grado di generare testi di diverso tipo, incrociando i dati rilevati da un enorme database. In questo modo è capace di generare ri-
sposte plausibili, analizzando modelli, schemi e funzionamento del linguaggio umano, e può essere utilizzata dalle aziende anche per il servizio clienti. Potrebbe presto essere impiegata da molte aziende e imprese perché permette di snellire diverse procedure. Ma sta anche generando pareri discordanti, perché si pensa a una potenziale minaccia di questa Intelligenza Artificiale verso alcune professioni, nelle cui mansioni potrebbe sostituire l’uomo. A preoccupare è anche l’imprecisione delle risposte in determinati contesti. Per esempio, a una domanda di letteratura ha risposto dicendo che il Decameron era di Dante Alighieri: ma, una volta corretta, si è scusata e ha dato la risposta giusta, dimostrando di saper imparare dagli errori. Se questo è un aneddoto divertente, però, alcune risposte sbagliate renderebbero questo strumento dannoso. Pensiamo, per esempio, a un riscontro non corretto o non consono dato da un servizio clienti e alle ricadute sulla reputazione di un brand. Chat GPT è un vero chat bot, un’Intelligenza Artificiale capace di dare risposte di diverso tipo alle domande più disparate. Funziona incrociando dati di diversa natura individuati da una banca dati chiamata ‘Internet Archive Books’.
CORREGGERE CHAT GPT CON FEEDBACK UMANI. MA QUANTO COSTA? Chat GPT e l’AI generativa stanno rivoluzionando il nostro modo di lavorare, agire e persino pensare? Quali sono la sua vera natura, la sua portata e i limiti? È questo che ci si è chiesti nell’evento online,
partendo dalla domanda che cos’è Chat GPT 3? Parliamo infatti della terza versione, arrivata dopo qualche anno dalla creazione. “Sono dei modelli del linguaggio basati su architetture neurali che cercano di capire qual è la distribuzione delle parole”, ha spiegato Raniero Romagnoli, CTO di Almawave, esperto di Intelligenza Artificiale. “Hanno bisogno di capire come funziona il linguaggio, e per questo hanno bisogno di tantissimi esempi, hanno un corpus documentale enorme”. “Sono come dei simulatori che cercano di predire le prossime parole”, continua. “E per farlo non scelgono il percorso statisticamente più probabile, ma uno di quelli più rilevanti, e in questo sta la loro creatività. E quindi sbagliano, ma sbagliano come succede a tutte le AI”. Come fare allora per ‘correggere’ gli errori di questa macchina, come istruire a dovere questa Intelligenza Artificiale? “Si tratta di indirizzare Chat GPT 3 verso un’applicazione di tipo chat, portandola verso una sicurezza inserendo dei feedback fatti da umani”, spiega Romagnoli. “Da questi feedback umani si tratterebbe di cogliere delle regole. Servirebbero tantissime persone che vedano come risponde Chat GPT e indichino quando l’AI non è politicamente corretta o è razzista, e così via. Sono state scelte persone di diverse culture per farlo, perché quello che è discutibile per una cultura non lo è per l’altra. Con questi feedback andrebbe poi istruito il modello”. Come si può ben immaginare, più informazioni si hanno più il risultato sarà efficace. “Più ingrandisco la rete neurale, più parametri utilizzo e più performo bene”, riflette l’esperto. Ma la cosa, ovviamente, rischia di avere dei costi enormi. “Dovendo gestire miliardi di parametri per l’addestramento di reti neurali, il tempo per addestrare diventa enorme”, commenta Romagnoli. “Per addestrare Bloom (un’altra AI) è stato speso oltre un milione di ore. Questo comporta un consumo di corrente enorme e altrettanta produzione di CO2. Il costo per istruire questa AI così sarebbe di 3 milioni di dollari al giorno”.
COME SI FA A RICONOSCERE UN TESTO REDATTO DA CHAT GPT?
“OpenAI e altre aziende stanno facendo sforzi anche su questo”, chiarisce Romagnoli. “OpenAI sta lanciando un classificatore per capire se un testo è scritto da una AI, e sta sollecitando tutta la community a dare feedback. Sta anche raccontando quali sono i pericoli, come si dovrebbe comportare un’AI e come si orientano le persone sul dare questi feedback”. Il MIT, nel 2017 ha lanciato la Moral Machine, una piattaforma pensata per orientare le decisioni delle automobili self-driving (senza conduttore). Potrebbe servire qualcosa di simile per Chat GPT. Altre aziende che stanno lavorando su progetti simili a Chat GPT: DeepMind, un’azienda acquistata da Google, e Anthropic, con cui Google ha stretto un accordo. Abbiamo capito quali sono i limiti di Chat GPT. “È pensato dai programmatori come copilota, e come copilota deve essere usato”, ci spiega l’esperto. “Usare Chat GPT in una applicazione liberamente può generare bias o bug. Invece un essere umano non prende un testo così come è scritto ma lo riverifica, lo ricontrolla”. E proprio usare Chat GPT nel modo corretto può diventare una di quelle professioni che in futuro potranno essere richieste.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE COME INTERNET “Prima di internet potevamo sicuramente intuire quello che stava arrivando, ma nessuno di noi poteva prevedere i lavori che oggi facciamo su internet”, ha spiegato Massimo Chiriatti di Lenovo. “Se internet ci ha aiutato nella distribuzione dei contenuti, l’AI ci sta aiutando nella creazione dei contenuti”. “Credo che la capacità umana sia infinita”, continua. “Dobbiamo capire cosa vogliamo che succeda, ci vuole governance. Prima la macchina era automatica, mettevamo dei codici informatici e basta: pensiamo alla calcolatrice, in cui qualsiasi risultato è chiaro. Accanto ai computer automatici, ora abbiamo le macchine autonome. Non abbiamo le regole ma abbiamo i dati, ne immettiamo tanti nella macchina e avremo i risultati. Con le macchine autonome, io voglio essere sorpreso. Il risultato algoritmico di queste macchine è un risultato che ha bisogno del tocco umano”.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE INCOSCIENTE L’esempio è quello dei disegni fatti con l’AI. “La macchina non conosce il gatto, conosce i pixel”, riflette Chiriatti. “Non avendo un corpo per sperimentare il mondo, non avendo un rapporto di causa ed effetto, queste macchine sono incoscienti. Io la chiamo Incoscienza Artificiale o Intelligenza Artificiale Incosciente. La conoscenza è solo esterna, è solo attraverso l’esterno che vedono immagini e testo”. Ma c’è un altro equivoco che va chiarito. “Usiamo queste macchine e temiamo che possano dare un il risultato come se avessero preso una decisione”, riflette Chiriatti. “La macchina non decide, la macchina non ha corpo. Invece si continua a credere che le macchine siano senzienti, coscienti, che decidano”. Alla fine, dipende tutto da noi, dagli input che diamo. “Noi abbiamo dei fini, la macchina è solo uno strumento, l’etica dipende da chi progetta lo strumento”, spiega Chiriatti. “Molto dipende da che dati inseriamo nella macchina. Non deve essere libera di trovare i dati in rete, perché la rete possiede tutti quei bias accumulati nel tempo”. MK
RANIERO ROMAGNOLI, CTO DI ALMAWAVE.
MIRKO LALLI, CEO DI THE DATA APPEAL COMPANY E CDSO DI ALMAWAVE.
CHAT GPT: ISTRUIRE L’AI
COME TUTTE LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI, CHAT GPT È IN CONTINUA
EVOLUZIONE: DEVE IMPARARE COSTANTEMENTE PER ESSERE IL PIÙ
EFFICIENTE POSSIBILE, DEVE ‘NUTRIRSI’ DI DATI E DI INFORMAZIONI. MA DA DOVE VENGONO?
DI MAURIZIO ERMISINO
VI ABBIAMO APPENA RACCONTATO CHE COS’È CHAT GPT, L’APPLICAZIONE DELLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI DI CUI SI PARLA DI PIÙ IN QUESTO PERIODO. SVILUPPATA DALL’ORGANIZZAZIONE NO-PROFIT OPENAI, ACQUISTATA DA MICROSOFT, È IN GRADO DI CREARE CONVERSAZIONI CON GLI ESSERI UMANI.
Come tutte le Intelligenze Artificiali, Chat GPT è in continua evoluzione: deve imparare costantemente per essere il più efficiente possibile, deve ‘nutrirsi’ di dati e di informazioni. Ma da dove vengono?
CHAT GPT USA UN MODELLO PROBABILISTICO Per capire come funziona Chat GPT è importante capire che usa un modello probabilistico. Dovendo costruire una frase, cioè completare una frase iniziata, Chat GPT andrà a cercare la parola che, a livello statistico, ricorre più volte in sequenza con la precedente in una costruzione semantica. Per essere il più affidabile possibile, Chat GPT deve ricorrere a un numero enorme di informazioni. Si parla di 175 miliardi di parametri. GPT-4, la nuova versione dell’applicazione che è stata appena lanciata, avrà 570 volte gli input che ha oggi: qualcosa come 100 triliardi.
CHE COSA C’È NELLA ‘BIBLIOTECA’ CON LA QUALE SI AGGIORNA
CHAT GPT Chat GPT quindi ha costantemente bisogno di nuove fonti. Che cosa c’è allora nella ‘biblioteca’ con la quale si aggiorna? La distribuzione che viene comunicata da Chat GPT è questa: 3,5% Wikipedia, 7,8% libri in lingua inglese, 8,1% libri in altre lingue, e poi pagine web aggiornate fino al 2021, come ci ha spiegato Andrea Boscaro,
Founder di The Vortex, che abbiamo intervistato in merito. Wikipedia, la famosa e usatissima enciclopedia online, quindi, è usata in maniera minore rispetto a quello che si può immaginare. Da un interessante articolo su La Gazzetta del Pubblicitario apprendiamo che vengono usati tutta una serie di articoli accademici e libri, raccolti in piattaforme di publishing editoriale come Smashwords, dove però non si trovano libri di grande qualità culturale e letteraria. C’è una terza fonte di approvvigionamento che si chiama Common Crawl. È una società no profit americana, che raccoglie una serie di informazioni con una forma di estrazione automatizzata (si chiama scraping) riuscendo a creare così una gigantesca banca dati che secondo la Repubblica ammonta a 3,1 miliardi di pagine e pesa circa 420 terabyte, raccogliendo articoli di giornale o blog. A proposito dei libri nelle varie lingue con i quali si nutre Chat GPT, c’è una cosa molto interessante. “Nella versione GPT 4 l’italiano risulta la seconda lingua più accurata dopo l’inglese”, ci spiega Andrea Boscaro. “Come mai? Non lo dicono. È ragionevole pensare che il patrimonio informativo in italiano sia così rappresentato che rende più accurato il bagaglio linguistico”.
L’ADDESTRAMENTO È LIMITATO A UNA DATA, L’AGGIORNAMENTO LO POSSIAMO INTRODURRE NOI Quello per istruire Chat GPT è un sistema chiuso e predeterminato. Infatti è aggiornato al 2021. Uno degli esempi che vengono spesso fatti è che, sugli sviluppi della guerra in Ucraina, non è aggiornato e non conosce i fatti. Questo è un problema? “Pensando con un taglio pragmatico, il fatto che sia addestrata con
L’USO CHAT GPT È SEMPRE PIÙ DIFFUSO E SONO RICHIESTI
STANDARD DI ACCURATEZZA PIÙ ALTI, COME IL MACHINE LEARNING CERCA DI RAGGIUNGERLE.
contenuti che risalgono al settembre 2021 non vuol dire che tu non puoi, nei prompt, inputare testo o introdurre link e contenuti attuali”, ci risponde Andrea Boscaro. “Quando tu chiedi a Chat GPT di riassumerti una notizia e dai il link della notizia, lui te la riassume. È l’addestramento che è limitato a quella data. L’aggiornamento lo possiamo introdurre noi nel sistema”. Ma c’è modo di intervenire e ovviare a delle mancanze nelle fonti di Chat GPT. Boscaro ci racconta un altro esempio interessante. “Il governo islandese, avendo colto come fosse sottorappresentata la lingua islandese, nel GPT 4 ha concordato con Microsoft il fatto che verranno inputati testi in lingua islandese perché questa cosa venga colmata”, ci svela. “Sono emersi dei limiti, anche di carattere culturale, dei bias legati ai mercati occidentali ma è stata data l’opportunità di colmarli facendo addestrare il sistema”.
WIKIPEDIA E L’ALLUCINAZIONE Ma il fatto che tra le fonti ci sia Wikipedia, un’enciclopedia online che, in alcuni casi, non è affidabile, può essere un problema? “Questo aspetto è un limite che viene chiamato normalmente allucinazione”, ci spiega Boscaro. “Siccome attinge a un patrimonio affermativo di cui non è garantita l’affidabilità né la combinazione sotto forma di correlazioni statistiche, ovviamente genera il fatto che il sistema prenda fischi per fiaschi”. Operativamente ci sono due aspetti da notare. “Il primo, quello che racconto sempre alle aziende è questo”, spiega Boscaro. “Parti da un testo di cui sei sicuro, perché l’hai fatto e controllato tu prima, e sottoponilo a un’attività di riassunto o di rielaborazione: guarda quindi Chat GPT non tanto come motore di ricerca, quanto come un motore che ti permette di rielaborare dei contenuti. Il secondo è la lettura di business. Il Portogallo ha annunciato che renderà disponibile dentro la app rivolta ai propri cittadini l’utilizzo di un’Intelligenza Artificiale limitandola ai contenuti ufficiali prodotti dal proprio sistema giuridico. Il futuro sarà un’applicazione specifica, in contesti specifici, della app. È stata quindi messa online un’applicazione con dei limiti, sapendo che questi limiti saranno colmati da contratti e accordi con realtà aziendali, o pubbliche, specifiche”. “Il tema della gestione delle fonti può essere un tema estremamente sensibile in determinati contesti”, ragiona Valeria Sandei, AD di Almawawe, società in prima fila nel lavoro sulle Intelligenze Artificiali. “Nel momento in cui io non sono in grado di darti evidenza di una fonte certa da cui ho tratto alcune informazioni, se applicato a dei contesti sensibili, questo può diventare un elemento di forte criticità. È uno degli aspetti, quando si vuole pensare a un’adozione estesa
delle nuove tecnologie, da tenere in conto. Oggi il modello Chat GPT si è alimentato, sulla versione 3, di dati aperti fino a settembre ’21, mentre sulla 4, su agosto ’22. Su Bing AI questi modelli vengono poi correlati a un flusso di informazioni ulteriori su cui possono ulteriormente declinarsi”. “Il tema della fonte riguarda soprattutto gli ambiti di uso di tipo aziendale”, continua. “Quando vogliamo adottare queste nuove tecnologie ci deve essere la possibilità di sapere se la fonte da cui quel dato è stato tratto sia una fonte certificata o meno, congrua o meno. È un tema molto sensibile che non è ancora risolto”.
CHAT GPT 4: COSA CAMBIA? È ormai il momento di Chat GPT 4. Che cosa cambia? “Ci sono alcune cose che cambiano anche se non sono ancora verificabili”, ci spiega Andrea Boscaro. “Hanno provato con un paper tecnico a dire che Chat GPT ora prende meno fischi per fiaschi, che è molto più capace di comprendere quando rischi di dare un’allucinazione e non darla. C’è un aspetto di sicurezza più elevato”. “Sicuramente le cose che colpiscono sono il fatto, non ancora verificabile, che tu includi un’immagine nel prompt e il sistema riconosce il contenuto dell’immagine per poterla rielaborare ad arte”, ci spiega. “Proviamo a immaginare per tutte le immagini tecniche, o legate alle attività di customer service, e a quanto possano essere utili”. “La seconda cosa è il fatto che la quantità e la densità di testo che può essere introdotta nella domanda”, aggiunge. “Passa da un numero di token che equivalgono a cinque pagine, a un numero che equivale a cinquanta pagine. E la contestualizzazione è molto più efficace. E questo darà l’avvio a conversazioni molto più pertinenti, più profonde”.
UN LAVORO DI ADDESTRAMENTO ESTREMAMENTE SOFISTICATO E COSTOSO Per istruire Chat GPT ci sono comunque dei costi. “È costato moltissimo, da quello che si è capito”, concorda Boscaro. “In particolare il lavoro che è stato fatto per individuare i termini che potevano restituire delle conversazioni divisive. Come per esempio “muro Trump Messico”. È stato fatto un lavoro di addestramento estremamente sofisticato e costoso. Dall’altro anche i costi intermedi di potenza di calcolo che sono necessari rendono davvero il sistema estremamente costoso. Si tratta di capire, visto che è stato comprato da Microsoft, quando Microsoft abbia fatto questo investimento per difendersi rispetto alle quote di mercato che Google e gli altri operatori avevano nel tempo saputo maturare. È un investimento da guardare in un ambito più complessivo”. MK
ADDESTRAMENTO DI CHAT GPT
Dopo aver affrontato temi come sostenibilità e social media, Meet& Match si è posta l’obiettivo di contare, tra coloro che già possono affermare che l’AI li sta influenzando in maniera significativa, quanti vedono nell’AI una minaccia al proprio posto di lavoro e quanti la considerano una nuova opportunità.
L’AI? UNA MAGIA! Sergio Amati – General Manager di IAB Italia – ha subito chiarito che in pubblicità c’è già molta Intelligenza Artificiale e sempre più ce ne sarà.
Il suo intervento ha preso avvio da una frase dello scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke – autore del famoso 2001 Odissea nello spazio – che già nel 1968 sosteneva: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Affermazione conosciuta come ‘la terza legge di Clarke’ che ha dato vita a un’infinità di varianti e corollari, e che pare adattarsi perfettamente al fenomeno dell’AI generativa. “Non sono una magia forse”, ha detto Amati, “quei 250 milioni di miliardi di operazioni che è in grado di effettuare in un secondo Leonardo, il supercomputer del Tecnopolo di Bologna?”.
Le trivelle dell’Intelligenza Artificiale, le ha soprannominate simpaticamente Amati: macchine dalle capacità esagerate che aiutano nelle sue attività chi deve monitorare le tendenze del mercato, creare campagne pubblicitarie, sviluppare strategie di prezzo e strategie di targeting basate su dati demografici (i moderni marketer).
Un altro numero simbolo citato da Amati è stato 100 miliardi, ovvero, il numero medio di neuroni che si agitano nel cervello di un umano. Questo per dire che la capacità di calcolo di una persona non è neppure lontanamente paragonabile a quella di un supercomputer. D’altra parte, anche la tavoletta utilizzata dai primi contabili della storia antica non serviva a memorizzare più numeri di quelli che il nostro cervello poteva contenere? È davvero una curiosa coincidenza che quella tavoletta spesso fosse in silicio, lo stesso materiale alla base del microchip.
L’ultimo numero menzionato da Amati nel suo inter-
vento è stato il 42, citazione di un altro libro di fantascienza: Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Qui si raccontava di Pensiero Profondo, un supercomputer comparabile a quello di Bologna, chiamato a rispondere alla domanda più importante della storia. Dopo mezzo milione di anni, finalmente Pensiero Profondo trova la sua risposta: 42!
A questo punto a un altro supercomputer veniva affidato il compito di spiegare perché la risposta fosse stata proprio 42. Il conto alla rovescia appena finito riprendeva il suo corso.
“Pensiero Profondo”, ha concluso il Direttore Generale di IAB Italia, “è un po’ il nostro ChatGPT: il computer che risponde alle nostre domande e il cui significato cerca di andare al di là della parola. Ma non va mai dimenticato, come ha scritto Massimo Chiriatti, CTO di Lenovo, nel suo Coscienza artificiale, che proprio la coscienza è ciò che la macchina non potrà mai emulare.
Le macchine sono la somma delle loro parti. Sono prodotti di massa. Noi siamo più della somma delle nostre parti. Abbiamo l’anima, abbiamo la coscienza. Spetta a noi il compito di governarle”.
SOPRA, LE IMMAGINI DI PANCAKE CREATI DA MULINO BIANCO PER LA CAMPAGNA BASATA SU CONTENUTI GENERATI DALL’AI.
UNO SHOW DI IDOL GIAPPONESI.
IL METAVERSO ANCORA NON ESISTE, MA...
È UN ECOSISTEMA IMMERSIVO, PERSISTENTE, ACCESSIBILE A TUTTI, INTERATTIVO E INTEROPERABILE,
COMPOSTO DA MONDI VIRTUALI
INTERCONNESSI TRA LORO. IL
METAVERSO COSÌ DEFINITO ANCORA
NON ESISTE, MA SI INIZIANO A INTRAVEDERE CONTORNI E CARATTERISTICHE: CE LO DICE UNA RICERCA DELL’OSSERVATORIO DEL POLITECNICO DI MILANO.
DI MAURIZIO ERMISINO
CHE COS’È METAVERSO? “È UN ECOSISTEMA IMMERSIVO, PERSISTENTE, ACCESSIBILE A TUTTI, INTERATTIVO E INTEROPERABILE, COMPOSTO DA MONDI VIRTUALI INTERCONNESSI TRA LORO IN CUI LE PERSONE POSSONO SOCIALIZZARE, LAVORARE, EFFETTUARE TRANSAZIONI, GIOCARE E CREARE ASSET, ACCEDENDO ANCHE TRAMITE DISPOSITIVI IMMERSIVI”.
Ci ha tenuto subito a dare una definizione corretta il nuovo Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano, in occasione della presentazione della sua prima ricerca, presentata nel convegno ‘Extended Reality: prende forma il Metaverso’, lo scorso 20 aprile. Il Metaverso è una realtà che deve essere modulabile e consentire il possesso di asset e la rappresentazione tramite avatar. Il Metaverso così definito ancora non esiste, ma si iniziano a intravedere contorni e caratteristiche. Quello dell’Extended Reality è un mercato ben avviato in Italia, con 231 progetti attivi dal 2020 a oggi, e molte aziende stanno già utilizzando, nella gestione dei consumatori o nei processi aziendali, tecnologie in grado di arricchire il mondo reale con elementi digitali o di creare ambienti o esperienze virtuali. Il vero e proprio Metaverso è però ancora tutto da definire: oggi sono presenti 212 diversi mondi virtuali, ma non esiste ancora l’universo digitale pienamente
interoperabile. Eppure, è già esplosa l’attenzione delle aziende: si contano 445 progetti a livello internazionale nei diversi mondi, con sperimentazioni in particolare nel Retail (37%) e nell’Entertainment (27%). Il concetto di Metaverso è conosciuto dalla grande maggioranza degli italiani ma solo a livello superficiale: secondo una ricerca svolta in collaborazione con BVA Doxa, ne ha sentito parlare l’86% degli utenti internet tra 18 e 75 anni, ma appena l’8% conosce il tema ‘per davvero’. I frequentatori assidui (utenti internet oltre 18 anni che accedono ogni giorno ad almeno un mondo virtuale) in Italia possono
IL CENSIMENTO DEI PROGETTI XR IN ITALIA
CAMPIONE: 231 PROGETTI CENSITI
essere stimati in circa 1,4 milioni e, per oltre metà di questi, i principali mondi sono Fortnite e Minecraft, utilizzati soprattutto per giocare o socializzare.
UN UNIVERSO DIGITALE CHE PERÒ OGGI ANCORA NON ESISTE “Il Metaverso rappresenta la prossima grande evoluzione dell’interazione online, attraverso spazi virtuali interconnessi in cui gli utenti interagiscono tramite avatar”, spiega Marta Valsecchi, Direttrice dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso. “Un universo digitale che però oggi ancora non esiste: attualmente sono presenti diversi mondi popolati da centinaia di milioni di utenti a livello globale, ma senza una piena interoperabilità tra essi. Nonostante il Metaverso non sia ancora pienamente realizzato, negli ultimi due anni le aziende hanno dimostrato forte interesse, testando il loro ingresso nei mondi virtuali per comprendere le opportunità di business sia nella relazione con il consumatore e con le altre aziende sia nel supporto ai propri dipendenti”.
POPOLARE I DIVERSI MONDI, DANDO LA POSSIBILITÀ DI FRUIRE DI CONTENUTI,
SERVIZI ED ESPERIENZE “Per dare forma al Metaverso, rendendolo una realtà sempre più completa, coinvolgente e capace di creare valore per tutti gli attori servirà la collaborazione di sviluppatori, aziende, istituzioni e anche degli utenti”, spiega Valeria Portale, Direttrice dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso. “Occorrerà definire standard condivisi per rendere i mondi virtuali interoperabili attraverso il Web3 e le tecnologie blockchain, migliorare la user experience sia dei mondi virtuali – in termini di qualità grafica, fluidità dei movimenti e modalità di interazione tra gli utenti – sia dei device di accesso, sviluppare una regolamentazione su data collection e privacy, oggi totalmente assente, e popolare i diversi mondi, abituando gli utenti a usare frequentemente questa nuova modalità di navigazione e dando loro la possibilità di fruire di contenuti, servizi ed esperienze di valore”.
EXTENDED REALITY: NEL B2C IL 34% DEI PROGETTI RIGUARDA IL SETTORE TOURISM & ART In Italia dal 2020 a oggi sono stati censiti 231 progetti pubblici di Extended Reality (XR), di cui 126 nella gestione dei consumatori (b2c) e 105 in processi aziendali (soluzioni b2b/ b2e – business to business e business to employee). Nel b2c, il 34% dei progetti riguarda il settore Tourism & Art, con la possibilità di visitare virtualmente musei, come la Galleria degli Uffizi, o offrire contenuti interattivi. Come giochi o enigmi ai Musei Reali di Torino o la ricostruzione di ambienti del passato tramite ologrammi presso il NURE. Il 25% riguarda il Retail, per aumentare l’engagement e arricchire
l’esperienza del cliente, attraverso informazioni aggiuntive sui prodotti e consentendo di visualizzare in anteprima i prodotti da remoto. Nel b2b/b2e, i settori più attivi sono l’Industrial Production (35% del totale), dove l’XR consente principalmente di visualizzare informazioni aggiuntive per la manutenzione o il controllo qualità, e l’Healthcare (23%), dove permette la collaborazione da remoto tra i medici o la simulazione virtuale nella pianificazione dell’intervento. Tra gli altri settori, segnaliamo le Utility (8%), con progetti per il supporto della forza lavoro sul campo e la formazione dei dipendenti in ambienti virtuali, e l’Education (7%) con la creazione di stanze virtuali per specifici percorsi di formazione. “Sebbene di Extended Reality si parli già da molti anni, il 2022 è stato l’anno di svolta grazie anche all’onda mediatica attorno al Metaverso, strettamente legato a queste tecnologie”, illustra Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso. “Negli ultimi tre anni le aziende hanno mostrato un approccio più consapevole e strutturato nei confronti dell’Extended Reality, che le ha portate in diversi casi a generare ROI positivi, grazie a significativi aumenti di ricavi e/o a forti riduzioni dei costi. Il mercato dell’Extended Reality è ormai molto sviluppato, sia in termini di offerta che di domanda”.
DEI
212 MONDI VIRTUALI IL 54% È GIÀ METAVERSE-READY Dei 212 mondi virtuali esistenti a livello internazionale circa 1 su 2 (il 54%) è già Metaverse-ready, cioè liberamente accessibile da chiunque, con la possibilità di crearsi avatar e possedere degli asset. È persistente, nel senso che continua a esistere in maniera indipendente dalla presenza o meno di un soggetto. È economicamente attivo, dotato di grafica 3D, con componenti di interoperabilità in grado di utilizzare gli asset digitali in maniera cross-platform. Rientrano in questa categoria piattaforme come Decentraland, The Sandbox o l’italo-svizzera The Nemesis. Il 27% dei mondi, invece, è Open: uno spazio virtuale che possiede tutte le caratteristiche distintive del Metaverso eccetto l’interoperabilità e che raccoglie progetti di ogni area di interesse, prestandosi sia a un utilizzo da parte delle imprese sia a finalità sociali, come per esempio Horizon Worlds o Roblox. Il 16% è della categoria Focused World, mondi virtuali settoriali i cui progetti sono focalizzati su una particolare area di interesse. Ci sono poi Showrooming World (il 3%), vetrine virtuali per opere d’arte di artisti e collezionisti, senza la possibilità di creazione da parte dell’utente e senza un’economia interna.
IN BASSO, DA SINISTRA, MARTA VALSECCHI E VALERIA PORTALE, DIRETTRICI DELL’OSSERVATORIO, E RICCARDO MANGIARACINA, RESPONSABILE SCIENTIFICO DELL’OSSERVATORIO REALTÀ AUMEN TATA & METAVERSO.
Sono esclusi dall’analisi spazi temporanei (Temporary Space), creati per uno specifico evento o manifestazione, che non possono essere considerati veri e propri mondi virtuali.
I PROGETTI NEI MONDI VIRTUALI: NEL 64% DEI CASI LA MODALITÀ DI INGRESSO È DIRETTA A livello internazionale, dal 2021 a oggi sono stati censiti 445 progetti di aziende nei mondi virtuali. Nel 64% dei casi la modalità di ingresso è diretta, con la creazione di uno spazio virtuale del brand in uno specifico mondo, nel 36% dei casi indiretta, con il lancio di prodotti utilizzabili nei diversi mondi virtuali, come nel caso del lancio di collezioni di NFT. La maggior parte delle iniziative è focalizzata sulla relazione con il consumatore finale, con obiettivi principalmente di comunicazione e marketing, solo in alcuni casi di vendita. Cominciano però a vedersi anche progetti rivolti ai dipendenti, con la realizzazione di uffici o l’esecuzione di colloqui e meeting. Mancano ancora progetti volti a potenziare i processi industriali: in prospettiva futura, il Metaverso potrebbe giocare un ruolo importante anche in questi ambiti grazie alla simulazione delle attività, per esempio nella progettazione dei prodotti, e alla possibilità di collaborare e cooperare da remoto.
METAVERSO: NUOVE COMPETENZE CHE ARRIVANO DAL MONDO
CLASSICO Ma vediamo il punto di vista delle aziende su Metaverso e Augmented Reality. Christian Colonna, ICEG XR Lead di Accenture, ci fa riflettere sul fatto che il Metaverso sta stimolando nuove competenze che però arrivano dal mondo classico. Pensiamo al mondo del turismo. “Quando devo creare esperienze virtuali”, ragiona il manager, “devo avere designer, psicologi, esperti di accessibilità che hanno un nuovo campo da studiare, interior design, scenografia e coreografia; tutte le parti della narrativa, competenze che vengono dal mondo del cinema e del teatro; curatori di mostre, 3D artist e sviluppatori. Se voglio vendere le opere d’arte servono esperti di NFT e blockchain”.
LA FRAMMENTAZIONE DI TECNOLOGIE E STRUMENTI A proposito di Metaverso ci sono tanti progetti, ma è evidente come il potenziale sia ancora più ampio. Che cosa frena le aziende? “La frammentazione di tecnologie e strumenti”, riflette Luigi Gangitano, General Manager di Fadpro. “Le tecnologie migliori vengono dal campo consumer, ma come accade spesso l’assunzione di tecnologie consumer spesso comporta spese ulteriori. La chiave per il Metaverso è questa interoperabilità e persistenza del tempo che mi permettono di partecipare a questi mondi da qualunque dispositivo e in qualunque momento. In Italia abbiamo una storica necessità di rendere le persone confidenti con l’uso di questi strumenti. Si stanno portando sempre più persone alla confidenza con questa esperienza immersiva”. Ma Gangitano ci tiene a precisare che “non tutto deve essere per forza immersivo: non c’è solo il visore, ci sono simulazioni che possono essere fruite sia in materia immersiva, sia da uno smartphone o da un computer. Non sempre dobbiamo aggiungere uno strato di tecnologia”. Per esempio, come spiega Carlo Bertozzi, Enterprise Account Executive di Teamviewer, ci sono “applicazioni 3D non totalmente immersive, come quelle nel campo dell’automotive, dove un tecnico in officina può lavorare su un ologramma di un automezzo come se si trovasse sul cavalletto”. La forza di questi mondi è comunque “la possibilità di incontrarsi in un mondo dove interagire”, come spiega Marco Zanuttini, Founder & CEO di Techstar. “Chi vuole interagire con i partecipanti può farlo esattamente come nel mondo reale. L’esperienza di interazione tra
persone è potentissima e può far immaginare a ogni azienda un grande potenziale”.
LA GENERATION Z DIVENTERÀ DOMINANTE Ma pensiamo a un’azienda come Bulgari, che non ha bisogno di presentazioni. Perché un’azienda come questa deve investire nel Metaverso? “La Generation Z diventerà dominante fino ad avere il 40% del mercato del lusso”, spiega Massimo Paloni, Chief Operation & Innovation Office di Bulgari. “È una generazione diversa, con uno spending molto più alto. Con queste generazioni bisogna parlare un linguaggio diverso, oggi ci sono shift generazionali sempre più forti”. Il fatto è che quando si parla di Bulgari si ha “un prodotto talmente forte che l’arrivo di queste tecnologie deve avere un livello di esecuzione tale per rendere giustizia a questo tipo di offerta”, come ci fa capire il manager. Oggi c’è ancora una distanza tra il prodotto ideale e quella che è la qualità dei luoghi attuali che vengono disegnati. “Il mondo asiatico ha un suo ecosistema molto forte, lì le condizioni c’erano”, spiega Paloni. “Su Zepeto abbiamo aperto un pop up store, con una popstar internazionale, uno storytelling e un ingaggio dei clienti che potevano acquistare dei collectible”.
IL METAVERSO DI RAI CINEMA Chi ha puntato subito su queste tecnologie è Rai Cinema, che ha iniziato nel 2018 raccontando il Festival di Venezia. “Abbiamo iniziato a produrre in VR, abbiamo preso storie e le abbiamo esplose in più dimensioni”, racconta Carlo Rodomonti, Responsabile Marketing Strategico e Digital di Rai Cinema. “Abbiamo creato un’app per la proiezione di contenuti VR e una piattaforma di distribuzione contenuti”. Rai Cinema ha anche creato il suo metaverso, Nemesis, con il quale sperimentare nuove possibilità di ingaggio. “Con il Museo del Cinema abbiamo realizzato una mostra virtuale su Diabolik nel mondo di Nemesis. Dove, in occasione del Dantedì, 8mila persone tramite avatar hanno attraversato l’Inferno con la possibilità di accedere a contenuti esclusivi rispondendo a delle domande”.
IL METAVERSO DI ENI E WURTH Ma sono lanciate in questi mondi virtuali anche grandi aziende come Eni e Wurth. Come ha spiegato Giuseppe Magurno, Head of Solution Architect of Support Functions Systems di ENI, l’azienda sta ‘virtualizzando’ alcuni dei laboratori per permettere alle persone in giro per il mondo di interagire con essi, mentre Diego Mori, membro del Team Innovazione di Würth Italia, ha raccontato come, tramite un’azienda partner, Hevolus, ha collaborato su Realtà Aumentata e Mixed Reality per lavorare sull’assistenza remota, e su un metaverso aziendale. MK
INTERNET OF THINGS, MERCATO DA 8 MILIARDI
IL MERCATO DELL’IOT CRESCE DEL 13%; IN ITALIA CI SONO 124 MILIONI DI OGGETTI CONNESSI, 2,1 PER ABITANTE. NELL’INDUSTRIA, IL 77% DELLE GRANDI AZIENDE E IL 58% DELLE PMI HA AVVIATO ALMENO UN PROGETTO IOT. CE LO HA RACCONTATO UNO STUDIO DEL POLITECNICO DI MILANO.
DI MAURIZIO ERMISINO
NEL 2022 IL MERCATO ITALIANO DELL’INTERNET OF THINGS CONTINUA LA SUA CORSA: +13% RISPETTO AL 2021, RAGGIUNGENDO 8,3 MILIARDI DI EURO, NONOSTANTE I PROBLEMI LEGATI ALLA CARENZA DI SEMICONDUTTORI E DI MATERIE PRIME, OLTRE ALL’INSTABILITÀ ECONOMICA E POLITICA DELLA GUERRA IN UCRAINA. Ce lo ha raccontato una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata lo scorso 5 aprile durante il convegno “Internet of Things: tra continuità e innovazione”. Tra i diversi ambiti IoT, la fetta più grande del mercato è rappresentata dalla Smart Car, con un fatturato da 1,4 miliardi di euro, pari al 17% del totale. Al secondo posto, le applicazioni IoT nel mondo utility (Smart Metering e Smart Asset Management) con 1,37 miliardi di euro, in crescita ma ormai prossime alla saturazione: nel 2022 sono stati installati altri 1,1 milioni di contatori gas connessi in utenze domestiche (84% del parco complessivo) e 1,7 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione (64% del totale). Seguono poi Smart Building (1,3 miliardi), Smart City (830 milioni), Smart Factory (780 milioni), Smart Home (770 milioni), Smart Logistics (715 milioni) e Smart Agriculture (540 milioni). Gli ambiti che stanno crescendo di più all’interno del mercato IoT, però, in particolare sono Smart Agriculture (+32%), Smart Factory (+22%) e Smart Building (+19%).
GLI OGGETTI CONNESSI ATTIVI IN ITALIA SONO 124 MILIONI Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 124 milioni, poco più di 2,1 per abitante. A fine 2022 si contano 39 milioni di connessioni IoT cellulari (+5% rispetto al 2021) e 85 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+15%). Tra queste, una spinta significativa arriva dalle reti LPWA (Low Power Wide Area) che vedono una crescita del 20% in un anno, passando da 2 a 2,4 milioni di connessioni. Anche quest’anno, la spinta maggiore sul mercato viene data proprio dalle applicazioni che utilizzano tecnologie di comunicazione non cellulari, 4,5 miliardi di euro, +15%. Crescita più contenuta, pari al +11%, per le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare, il cui valore di mercato arriva a toccare quota 3,8 miliardi di euro. “Prosegue la crescita del mercato dell’Internet of Things, sia in termini di valore che di maturità dell’offerta”, ha illustrato Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio IoT. “Cresce la consapevolezza di aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori, sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivando servizi e funzionalità avanzate, mentre si accende la competizione con nuovi player globali. Nel contempo, aumentano le aspettative per il futuro, anche grazie ai grandi investimenti previsti dal PNRR e ai frequenti rincari dell’energia, che spingono aziende e consumatori a porre maggiore attenzione ai consumi, sfruttando anche le tecnologie smart”.
LA CRESCITA NELLA SMART AGRICULTURE Come scritto in apertura c’è purtroppo un problema di materie prime legato alla guerra. “La carenza di semiconduttori e materie prime, insieme all’instabilità economica e politica con la guerra in Ucraina hanno parzialmente frenato lo sviluppo”, ha raccontato Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio IoT. “Ma il mercato dell’Internet of Things continua a crescere in modo tangibile. Avviene soprattutto in ambito Smart Agriculture, dove le aziende hanno potuto beneficiare degli incentivi 4.0 per l’acquisto di
sistemi di monitoraggio e macchine connesse, e nei settori dello Smart Building e della Smart Factory, dove a far da traino sono le applicazioni dedicate al risparmio energetico e alla sicurezza, agevolate dagli incentivi, Superbonus ed Ecobonus, e dal Piano Transizione 4.0”.
L’INDUSTRIAL IOT. LE PMI A CONOSCENZA DI SOLUZIONI I-IOT SONO
L’87% L’Osservatorio ha condotto un’indagine su 153 grandi imprese e 301 PMI italiane in ambito Industrial IoT, da cui emerge che la quota di piccole e medie imprese a conoscenza di soluzioni I-IoT sale all’87% facendo registrare un incremento del +41% rispetto al 2021, mentre le grandi imprese sono il 98%. Il 77% delle grandi aziende e il 58% delle PMI ha deciso di avviare almeno un progetto. Per entrambe le tipologie di imprese, però, la mancanza di competenze risulta ancora il fattore principale che limita l’avvio dei progetti (44% grandi aziende e 38% PMI). “In generale, rispetto a quanto rilevato nel 2021 si assiste a una riduzione del gap tra grandi imprese e PMI in termini di conoscenza (–39%) e diffusione dei progetti (–23%) di Industrial IoT”, ha spiegato Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. Questa ritrovata energia da parte delle PMI è stata fortemente trainata dal Piano Transizione 4.0: il dimezzamento dei crediti di imposta a partire dal 2023 potrebbe portare a un rallentamento di questa dinamica”. Guardando ai dati raccolti da dispositivi e macchinari connessi, il 48% delle grandi aziende e il 70% delle PMI utilizza poco o per nulla i dati o addirittura non lo sa. Tra le barriere che ostacolano le imprese nell’analisi e valorizzazione dei dati, la mancanza di competenze e di figure specifiche per la loro valorizzazione (indicata dal 50% dei rispondenti di grandi aziende e dal 30% di PMI).
LO SVILUPPO DEL 5G E LA DIFFUSIONE DELLE RETI LPWA Prosegue l’evoluzione tecnologica dell’Internet of Things, con lo sviluppo del 5G e la diffusione delle reti LPWA. Avanzano le piattaforme hardware IoT low-power, con il lancio sul mercato di nuovi System-on-Chip da parte dei maggiori produttori di semiconduttori, e si assiste al rilascio di nuovi processori ed edge computer ad alte prestazioni per le applicazioni più esigenti come quelle di video processing, compatibili con cloud di elaborazione dedicati. “Prosegue il processo di standardizzazione delle specifiche del 5G a opera del 3GPP, con importanti milestone per i prossimi rilasci, mentre cresce il numero delle reti a livello globale e le tecnologie disponibili sul suolo nazionale”, ci ha raccontato Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. “Parallelamente, LoRa Alliance amplia il programma di certificazione, abilitando nativamente soluzioni IPv6 e introducendo la specifica ‘relay’, che consente di estendere la copertura a supporto di applicazioni in ambito metering e industrial”. Sul fronte dell’interoperabilità qualcosa si sta muovendo, in alcuni ambiti in misura maggiore rispetto ad altri. È il caso per esempio della Smart Home, dove nel corso del 2022 la Connectivity Standard Alliance (CSA) ha concluso la stesura delle specifiche di Matter, il nuovo protocollo per l’interoperabilità della Smart Home, seppur in ritardo sulla timeline definita nel 2020.
PNRR E INTERNET OF THINGS: UN’OPPORTUNITÀ DI CRESCITA Il PNRR continua a rappresentare un’opportunità di crescita per favorire l’innovazione tecnologica del Paese, soprattutto alla luce della crisi energetica. Particolare attenzione è posta sul connubio tra IoT ed Energy che prevede un investimento di quasi 7 miliardi. Nella Missione 2 sono previsti quindi 3,6 miliardi per lo Smart Grid, allo scopo di migliorare la capacità e l’efficienza della rete. Altri 2,2 miliardi sono inoltre stati stanziati per promuovere le rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo in modo da fornire un sostegno concreto alle strutture collettive di autoproduzione che sfruttano energie rinnovabili. La Componente 3 della Missione 2 è interamente dedicata al tema dell’efficientamento energetico e della riqualificazione degli edifici, dove le tecnologie IoT possono fornire un contributo nello sviluppo di sistemi di teleriscaldamento per un valore pari a 200 milioni di
GIOVANNI MIRAGLIOTTA, RESPONSABILE SCIENTIFICO DELL’OSSERVATORIO INTERNET OF THINGS.
euro, con l’obiettivo di costruire o estendere le reti esistenti e garantire un più ampio accesso al servizio. Accanto a questi ambiti principali, il piano prevede investimenti per altri 25 miliardi per favorire l’innovazione dei sistemi produttivi (Smart Factory, 14 miliardi di euro), la transizione digitale delle città (Smart City, 7 miliardi) e l’attivazione di programmi di assistenza domiciliare (Assisted Living, 4 miliardi).
KPMG: CON L’IOT SI HANNO FEEDBACK CHE MODIFICANO CERTI PROCESSI Si sta abbassando la soglia della difficoltà di accesso a queste tecnologie, il gap tra grandi imprese e piccole e medie imprese. “I costi di accesso sono in qualche modo più accessibili, e l’avvento del cloud, quindi la possibilità di offrire capacità computazionali e di immagazzinamento dei dati, permette ad aziende che non hanno competenze interne di accedere a questo tipo di soluzioni e tecnologie”, ha spiegato Marco Artioli, Associate Partner di KPMG. Ma è anche cambiata la prospettiva di utilizzo dell’IoT. “Da soluzioni che rappresentavano semplicemente i fenomeni siamo passati a soluzioni che consentono di analizzare in tempo reale questi fenomeni e a indurre azioni che hanno un sostanziale feedback sull’esecuzione dei processi”, continua. “Ci sono modelli che possono derivare dallo smart building o dalla smart home, come ridurre i consumi energetici in momenti di picco, o considerare i fattori ambientali per ridurre l’illuminazione o il riscaldamento”.
HERA LUCE: PREVEDERE QUELLO CHE SUCCEDERÀ “Come Hera Luce gestiamo impianti semaforici”, racconta Matteo Seraceni, Responsabile ingegneria e innovazione di Hera Luce. “Ed è un osservatorio privilegiato per capire che cosa succede alle città in termini di mobilità. Ci siamo accorti che oltre che quella veicolare occorreva integrare la mobilità pedonale e altra mobilità leggera. Quello che abbiamo visto è che c’è l’esigenza di fare in modo che gli interessi individuali riescano a sposarsi con le esigenze collettive di mobilità. Ed essere abbastanza flessibili in modo che anche i mezzi collettivi possano essere più efficienti, rispondere meglio alle nostre esigenze. Abbiamo cominciato a vedere che, raccogliendo i dati privilegiati sugli spostamenti che abbiamo, incominciamo a notare dei trend e a capire come può essere modellato il traffico sia veicolare che leggero all’interno della città, per cercare di capire dove va la gente, intercettare i flussi prima ancora che si spostino, grazie all’AI. E cercando di prevedere quello che succederà: se una città si sta avvicinando allo sforamento delle PM10, invece di arrivare al giorno preciso, comincio a fare incentivi una settimana prima verso una mobilità più sostenibile”.
TIM E VODAFONE, AUTO E NAVI CONNESSE Un ruolo nella partita dell’IoT lo giocano ovviamente quelli che si occupano delle reti, gli abilitatori delle connessioni, TIM e Vodafone. Stefania Gilli, Country Manager IoT Italy di Vodafone, ha illustrato il progetto che riguarda la prima rete
Questo lo abbiamo fatto domani.
L’intelligenza artificiale cambierà il mondo della comunicazione. Eppure, senza l’esperienza e il lavoro di squadra non può funzionare. Questa immagine è stata realizzata inserendo le parole Casta Diva in un software di Open AI capace di generare immagini dalle parole, ma siamo stati noi a perfezionare e selezionare i risultati. Perché questo è quello che facciamo con i nostri clienti: usiamo la tecnologia, ma non la subiamo, interpretiamo il presente per inventare insieme il futuro.
Casta Diva Group - Performance 2022 YoY: titolo azionario
castadivagroup.com
AND LIVE COMMUNICATION | COMMERCIALS ENTERTAINMENT | BRANDED CONTENTS | TV PROGRAMS MUSIC | ART | CULTURE
THE WINNER IS...
CRISTIANO MILITELLO, PRESENTATORE DELLA 24ª EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD, SUL PALCO INSIEME A ROBERTO ALBANO, PRESIDENTE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD.
UN SUPER IKA ALL DIGITAL
CONDOTTA DA UN BRILLANTE CRISTIANO MILITELLO E CON LA COLLABORAZIONE DI TEADS, IMPACT.COM, QUALIFIER, GRANA PADANO E CON IL PATROCINIO DI INTERACTIVE ADVERTISING BUREAU ITALIA SI È SVOLTA ALLA FINE DI APRILE A MILANO LA 24ª EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD. UN’EDIZIONE CHE HA CONFERMATO IL CRESCENTE SUCCESSO DELL’AWARD ORGANIZZATO DAL REPARTO EVENTI DI MEDIA KEY.
LA SERATA DI CELEBRAZIONE DEI VINCITORI DELLA 24ª EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD SI È SVOLTA ALLA SANTERIA DI MILANO IL 18 APRILE SCORSO.
Un’edizione caratterizzata da una brillante conduzione di Cristiano Militello, protagonista, come è noto, della rubrica ‘Striscia lo striscione’ di Striscia la notizia, e organizzata dal reparto eventi di Media Key in collaborazione con Teads, impact.com, Qualifier, Grana Padano e con il patrocinio di Internet Advertising Bureau Italia. Nel suo discorso introduttivo alla serata, Roberto Albano, Presidente dell’Interactive Key Award ha mostrato la copertina di Media Key del lontano 1998 su cui figurava lo sbarco di Cristoforo Colombo alla scoperta del Nuovo Mondo. Copertina che a quell’epoca ben rappresentava l’importanza della rivoluzione prodotta da internet e del suo sviluppo successivo e che ora sembra essere ancora attuale con l’affermazione dei nuovi pilastri di una nuova rivoluzione digitale: Intelligenza Artificiale, Metaverso e Internet of Things. Insomma si sta aprendo, secondo Albano, una nuova era così come nel 1492 con la scoperta dell’America, così come verso la fine degli anni Novanta con internet e ora con i tre ‘pilastri’ di un nuovo mondo. “E noi di Media Key”, ha aggiunto Albano, “siamo pronti a entusiasmarci, a evidenziare i nuovi progetti e a stimolare la creatività dei
nuovi protagonisti di questa nuova era. Siamo pronti come voi”, ha concluso Albano, “per una fantastica cavalcata nel futuro”. Le 24 edizioni dell’Interactive Key Award, le 19 edizioni del Press, Outdoor & Promotion Key Award e le 54 edizioni del Key Award, oltre ai prestigiosi Excellence Key Award e Performance Key Award rappresentano il grande impegno del gruppo Media Key per favorire e stimolare la
DAVIDE SCODEGGIO, FOUNDER DI QUALIFIER.
ANTONELLA LA CARPIA, VP GLOBAL MANAGER DI TEADS.
NELLE FOTO I VINCITORI DEGLI EXCELLENCE KEY AWARD PREMIATI DAL DIRETTORE RESPONSABILE DI MEDIA KEY ROBERTO ALBANO, IN ALTO DA SINISTRA: MIRKO LALLI (ALMAWAVE), ANDREA DE MICHELI (CASTA DIVA GROUP). SOTTO, DA SINISTRA: MIRKO SANCASSANI (ELOGIC), FIORENZO SCROCCARO (CAME), LUCA TARGA (INSIDE COMUNICAZIONE), SILVIA ZAIA (CAME), DAIANA TAMARRI E FRANCESCO FARINELLI (INSIDE COMUNICAZIONE).
creatività a 360° della Marketing Communication e del Management: ciò rappresenta sicuramente un record. Tutti i vincitori di queste edizioni saranno i protagonisti di uno specialissimo volume Awards & Awards in programma nel secondo semestre. Un volume unico, da conservare, in quanto rappresentativo dell’evoluzione della creatività italiana. Fra i testimonial premiatori della serata si sono avvicendati sul palco Sara Centemero, Country Manager di impact.com, Antonella La Carpia, Vice President Global Marketing di Teads, Davide Scodeggio, Founder di Qualifier, Alessandra Albretti Head of Marketing Communication di IAB Italia e Zaverio Bettonagli in rappresentanza della giuria. Nel cuore della serata sono stati attribuiti gli ‘Excellence Key Award’ ad aziende e agenzie di successo come Almawave, leader nell’intelligenza artificiale, Casta Diva Group, protagonista di una
SARA CENTEMARO, COUNTRY MANAGER DI IMPACT.COM.
performance eccezionale, Elogic, un’agenzia digitale in crescita ininterrotta da cinque anni e Came con l’agenzia Inside Comunicazione per una strategia social molto efficace. Fra gli altri vincitori figurano gli special assegnati a Segno&Forma per il progetto Janssen, Intesa Sanpaolo per ‘Sinner si racconta’, Keyformat con il ‘Best Brand Positioning’ per Consorzio Franciacorta, Fkdesign per lo special ‘Premiere Key Award’ e ancora Inside Comunicazione per Papernet. Fra gli altri winner notiamo la duplice vittoria di DLVBBDO, di TIM nella categoria ‘Tech & ICT’ con Jovaverso, dell’agenzia Domino per il progetto Rollon e dell’agenzia SDM per i Formaggi della Svizzera. Nelle pagine che seguono figurano i giurati con le loro brevi biografie e tutti i vincitori con le immagini delle premiazioni oltre a un frame del progetto vincente e relativi credits. MK
ALESSANDRA ALBRETTI, HEAD OF MARKETING COMMUNICATION DI IAB.
ZAVERIO BETTONAGLI, GIURATO.
QUALIFIER: NUOVE SINERGIE PER NUOVI SUCCESSI
QUALIFIER NASCE DALLA VOLONTÀ
DI CREARE RELAZIONI TRA AZIENDE E AGENZIE. QUESTO INCONTRO È
FAVORITO ANCHE
DALL’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI
NEI QUALI SI AFFRONTANO TEMI
STRATEGICI E ATTUALI, COME PER ESEMPIO LE SFIDE
DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
DI ANNALISA BELLUCO
ABBIAMO INTERVISTATO DAVIDE SCODEGGIO – FOUNDER E CEO – E CI SIAMO FATTI RACCONTARE DEGLI EVENTI, DEI TREND PIÙ SIGNIFICATIVI DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA E LE IMPRESSIONI CHE SONO EMERSE DALLA RECENTE PARTECIPAZIONE, TRA GLI SPONSOR, ALLA 24ª EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD.
INIZIAMO RICORDANDO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DI QUALIFIER, DI COSA SI OCCUPA E QUALI SONO I SUOI PRINCIPALI OBIETTIVI
Qualifier è la soluzione b2b che affianca le aziende nel processo di selezione di agenzie di comunicazione, marketing e digital. Con la nostra piattaforma web e grazie alla consulenza di un team di esperti, i manager e gli imprenditori possono identificare i partner più qualificati per realizzare progetti sempre più efficaci. Tutto avviene in modo semplice e veloce, soprattutto attingendo a un bacino sempre più ampio di operatori, mappati in base alle competenze e ai servizi offerti. Su Qualifier oggi superiamo le 4mila agenzie analizzate, in più di 180 servizi negli ambiti della comunicazione, del marketing e della pubblicità, sia online che offline. Siamo quindi una risorsa per le aziende, che ottimizzano il processo di selezione delle agenzie, risparmiando tempo e risorse, e ottenendo una prospezione del mercato molto approfondita. Dal punto di vista delle agenzie siamo un veicolo per il marketing della loro offerta, per generare nuove opportunità di business e per ottenere dati di intelligence sul mercato e sui competitor. Le agenzie infatti hanno a disposizione schede online in cui presentare in modo completo e dettagliato, anche grazie a contenuti editoriali e guide esclusive, i servizi offerti e i progetti realizzati per i loro clienti. In questo modo si facilita il processo di matching tra le esigenze del cliente, raccolte dal nostro team di consulenti, e l’offerta di operatori qualificati, nel novero di realtà affermate così come di agenzie emergenti. In Qualifier le agenzie accedono anche a strumenti di intelligence che riportano dati sull’esposizione verso i clienti, sull’attenzione verso servizi e progetti, su quali aziende sono interessate a loro o ai competitor. In sostanza oggi Qualifier si candida sempre di più a essere uno strumento a 360° per tutti gli operatori del settore.
QUALI EVENTI AVETE ORGANIZZATO RECENTEMENTE E COME SONO ANDATI?
Gli eventi fisici sono un modo importante per animare il mercato, cre-
DAVIDE SCODEGGIO, FONDATORE E CEO DI QUALIFIER.
ando incontri e favorendo la nascita di partnership. Per questo abbiamo ideato un format originale, che porta la mission di Qualifier anche nello spazio fisico di un evento. Meet & Match, l’evento realizzato da Qualifier e FDO – For Disruptors Only in collaborazione con ADCI –Art Directors Club Italiano, ha una formula semplice e apprezzata: in un contesto informale i rappresentanti di tre aziende e di tre agenzie condividono, a coppie, le loro esperienze sul tema scelto per la serata e si confrontano con il pubblico. L’elemento più interessante è che l’incontro tra aziende e agenzie non si esaurisce nel dialogo sul palco, ma ogni volta nascono relazioni concrete che vanno al di là della serata e si traducono in partnership e nuovi progetti realizzati insieme. Abbiamo già affrontato temi strategici per il settore: comunicare alla Gen Z, il futuro dei social, le nuove sfide della sostenibilità.A fine aprile, con più di 150 professionisti, abbiamo parlato di Artificial Intelligence ospitando gli esponenti di realtà quali IAB Italia, Barilla, Lifestyle De-
sign, Kettydo+, Ammagamma, Neosperience e Experiency.
Gli interventi degli ospiti e del pubblico ci hanno permesso di percorrere insieme sfide e opportunità poste dall’Artificial Intelligence: dal tema dell’autenticità del contenuto creativo fino a comprendere gli ambiti in cui l’AI già oggi sta rivoluzionando i processi aziendali.
UNA DELLE NOVITÀ PIÙ RECENTI PER QUALIFIER RIGUARDA ANCHE LA PARTNERSHIP AVVIATA CON IAB ITALIA. COME È NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
Il bisogno delle aziende di trovare partner competenti è uno dei motivi per cui nasce Qualifier. Ci siamo immediatamente riconosciuti nei valori di IAB Italia, soprattutto rispetto all’opportunità di avere enti terzi e neutrali in grado di certificare la competenza degli operatori. Il Sistema di Certificazione di IAB Italia e il modulo Digital Marketing Skills (DMS) sono un importante elemento di trasparenza e qualificazione del mercato. L’agenzia certificata DMS, con un processo che coinvolge trasversalmente il suo team, dimostra di conoscere tutte le leve di digital marketing e di saperle impiegare in un piano di comunicazione. Come Qualifier, promuoviamo il modulo DMS verso le agenzie e verso le aziende, dato che rappresenta uno standard super partes, facilitando le scelte di investimento e dando visibilità a chi effettivamente mette in campo competenze riconosciute.
e le competenze da coordinare attorno a un tavolo sono sempre più numerose e stratificate.
A PROPOSITO DI PREMI. COSA SIGNIFICA PER QUALIFIER ESSERE TRA GLI SPONSOR DELL’INTERACTIVE KEY AWARD?
COSA VIENE PREMIATO NEL 2023, IN QUALE DIREZIONE PROCEDE LA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA DIGITALE?
In questo primo quarto di 2023 abbiamo rilevato dei trend significativi, che vedono particolare interesse per i servizi di content e di influencer marketing: c’è la volontà da parte delle aziende di conoscere le potenzialità dei nuovi canali e di sperimentarli. Sale anche l’interesse per l’Intelligenza Artificiale, che ha nettamente superato come trend innovativo il Metaverso, che a fine 2022 sembrava raccogliere tanta attenzione. In generale le aziende ci chiedono sempre più spesso di affiancarle sul medio e lungo periodo, nella selezione e anche nella gestione della partnership, dato che il mercato è sempre più articolato
NELLA PAGINA PRECEDENTE E SOTTO, SCREENSHOT DELLE SCHERMATE DEL SITO QUALIFIER.
L’Interactive Key Award è un punto di riferimento per il settore e la sua longevità dimostra quanto sia importante avere una visione a lungo termine e ad ampio raggio sul mercato. Per Qualifier significa sostenere il posizionamento di agenzie che hanno dimostrato, proprio in virtù del riconoscimento ottenuto, non solo di portare innovazione e risultati nella comunicazione digital ma di essere protagoniste, insieme alle aziende clienti, di partnership di successo.
E LA 24ª EDIZIONE DELL’IKA COSA HA FATTO EMERGERE?
Questa edizione ci ha permesso di apprezzare progetti di varia natura che hanno saputo muovere le leve creative e digital in modo inedito, coinvolgente e qualitativo. Per questo a mio avviso IKA, riuscendo ad aggregare tutte queste esperienze di successo e di qualità, dimostra ancora una volta di essere un premio realmente completo e integrato, che offre un panorama approfondito ed entusiasmante del mercato. MK
SOPRA, L’EVENTO MEET&MATCH ORGANIZZATO DA QUALIFIER, FDO E ADCI.
IMPACT.COM: DOVE BRAND E CREATOR SI INCONTRANO
LA PIATTAFORMA METTE A DISPOSIZIONE DI AZIENDE E AGENZIE UNO STRUMENTO FLESSIBILE E ‘READY TO USE’ PER GESTIRE IN MODO FRUTTUOSO E TRASPARENTE LA COLLABORAZIONE TRA I BRAND E GLI
INFLUENCER, DALL’INGAGGIO AL PAGAMENTO, OTTIMIZZANDO LE ANALISI, I RITORNI E LE PERFORMANCE.
DI ALESSIA ZAMPANO
IMPACT.COM, LA PIATTAFORMA ATTIVA NEL CAMPO DELLA ‘PARTNERSHIP ECONOMY’ SBARCATA UN ANNO FA IN ITALIA, PUNTA SULL’AUTOMATION PER PERMETTERE AI BRAND DI GESTIRE PIÙ PARTNERSHIP CONTEMPORANEAMENTE E HA DECISO DI FARE UN INVESTIMENTO IMPORTANTE, ANCHE IN TERMINI DI TECNOLOGIA, SULL’INFLUENCER MARKETING.
“Un trend che non possiamo sottovalutare anche dal punto di vista normativo, è il nostro futuro. Comprare a seguito di un social post diventerà sempre più facile”, ci ha detto Sara Centemero, Country Manager Italia di impact.com. Le abbiamo chiesto di spiegarci come la piattaforma può semplificare il rapporto tra brand e creator.
PERCHÉ, SECONDO IMPACT.COM, L’INFLUENCER MARKETING È CRUCIALE NELLE STRATEGIE DI DIGITAL MARKETING?
Da studi e analisi effettuati in US, emerge un dato significativo: l’82% dei consumatori americani non crede più nella pubblicità diretta dell’advertiser ma cerca fonti alternative per informarsi e per capire se il prodotto o la soluzione cercata può risolvere le sue esigenze. Il trend del ‘Content Commerce’ è molto forte e confermato dall’esplosione di influencer, creator e produttori di contenuti che, di fatto, influenzano le decisioni d’acquisto delle persone grazie a contenuti percepiti come autentici, veri e che corrispondono a un reale test di un prodotto o di un servizio. Già nel 2015/2016 impact.com ha iniziato a internalizzare una soluzione che potesse permettere una più facile conversazione tra i brand e i creator, automatizzandone determinati aspetti. Dall’altra parte, il costo-investimento di acquisizione di nuovi utenti attraverso Google o Meta è aumentato significativamente e questo ha portato i brand a guardarsi intorno per cercare nuove partnership.
SOPRA, SARA CENTEMERO, COUNTRY MANAGER ITALIA DI IMPACT.COM. SOTTO, IL CADEAU DI IMPACT.COM CHE I PARTECIPANTI AL 24° IKA HANNO TROVATO NELLA BAG DI BENVENUTO.
IN CHE MODO IMPACT.COM METTE IN CONTATTO GLI INFLUENCER CON I BRAND?
Abbiamo un marketplace globale di creator già registrati che collaborano attraverso la piattaforma e che sono a disposizione delle aziende italiane, in particolare quelle che vogliono lavorare su scala globale. La piattaforma offre anche uno strumento di ‘social listening’ attraverso cui i brand possono individuare i creator che stanno parlando,, di un determinato prodotto o di un competitor. È uno strumento interessante perché permette di vedere anche i contenuti postati – che impact.com mette a disposizione sempre col consenso dei creator – e, quindi, di capire chi sta parlando di cosa per scegliere il creator o il talent più corretti. Stiamo cercando di racchiudere in un’unica piattaforma più funzionalità che permettano di gestire il processo ‘end to end’, dall’ingaggio dell’influencer fino al pagamento. Il nostro obiettivo è approcciare il mercato in ottica MarTech più che di advertising puro. Per Walmart, per esempio, abbiamo sviluppato una piattaforma
A DESTRA, SCHERMATA SULLA PIATTAFORMA CON LE STATISTICHE DEDICATE ALLE PERFORMANCE DEGLI INFLUENCER.
‘white label’ per gestire il loro programma di influencer marketing. La macchina di sviluppo interno di impact.com è veramente massiva, tanto è vero che nel giro di un mese lanceremo la nuova piattaforma.
QUALI OPPORTUNITÀ OFFRE LA PIATTAFORMA
AI BRAND E AGLI INFLUENCER CHE LA UTILIZZANO?
Per i creator – che vivono di questo – offriamo un’unica consolle da cui possono gestire più brand e più campagne. La nostra piattaforma è molto intuitiva, smart e ‘user friendly’ – non necessita di integrazioni particolari – e aiuta a semplificare la comunicazione col brand. Gli influencer possono centralizzare i flussi di pagamento, tenere sotto controllo gli introiti, vedere quando il brand approva o no un contenuto, una storia ecc., oltre a cercare nuovi brand all’interno del Brand Marketplace, tra quelli che hanno progetti attivi sulla piattaforma e far richiesta di collaborazione. Lato brand, questo permette di ricevere richieste di collaborazioni e non fare solo scouting attivo. Grazie a impact.com la comunicazione Brand-Creator diventa bivalente e questo è un grande vantaggio per entrambi. All’interno del nostro marketplace si possono trovare micro, nano o medio influencer molto forti su target di nicchia. Il nostro obietivo è supportare i brand a ottimizzare gli investimenti in pr e pubblicità anche con partner e influencer meno noti ma che hanno una reputazione forte in un determinato campo.
proprio alle agenzie che si occupano di influencer marketing. Penso che sia una grande opportunità per tutte le talent agency che ci sono in Italia per dare trasparenza e automazione al rapporto tra brand e creator oltre che per avere a disposizione servizi di reporting e analisi.
QUALI
SONO I VANTAGGI PER LE AGENZIE CHE UTILIZZANO IMPACT.COM?
A disposizione dei brand, inoltre, c’è la divisione impact.com/Studio che offre supporto e operatività sia per il recruiting che per la gestione delle campagne a chi non ha le sufficienti risorse interne. È, infatti, solo con un’attività continuativa che sul lungo termine si riescono anche a incrementare le vendite.
Per un brand investire nell’influencer marketing può diventare una nuova leva di comunicazione da non sottovalutare.
SUL FRONTE AGENZIE, INVECE, CHI PUÒ USUFRUIRE DEI SERVIZI
DI IMPACT.COM?
L’agency Program di impact.com al momento è rivolto alle performance agency che lavorano nel mondo dell’affiliation e che le gestiscono per conto del cliente, ma stiamo lanciando un nuovo programma rivolto
Le agenzie possono certificarsi sulla piattaforma. In Italia il mercato è un po’ diverso, non ci sono delle vere e proprie performance agency ma lo scenario sta cambiando. Ci siamo presi questo primo anno anche per fare un momento di ascolto e di education sul mercato per capire quali sono le esigenze, i bisogni e le aspettative, le soluzioni ideali. E devo dire che anche da parte delle agenzie digital, web o e-commerce emerge la necessità di avere molto più controllo su tutte le attività che gestiscono per conto del cliente. Poter raggruppare tante tattiche diverse – il programmatic, il display, campagne social e affiliation ecc. – in un’unica piattaforma – per ciò che riguarda la reportistica e l’analisi, l’ottimizzazione e l’attribuzione corretta delle vendite a un canale invece che a un altro – è molto importante perché permette il controllo dei dati e rappresenta una nuova linea di revenue. Diventare ‘data driven’ è un mantra per le agenzie che gestiscono già campagne social o Google e impact.com consente di avere questa visione olistica per ottimizzare il budget e capire qual è il canale che rende di più.
PERCHÉ AVETE SCELTO DI SPONSORIZZARE L’ULTIMA EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD?
L’Interactive Key Award è stato un momento di visibilità che ci ha aiutato a capire chi siamo. Il fatto che all’interno del mondo Media Key ci siano sia agenzie che brand ci permette di portare avanti il concetto di partnership e lavorare insieme per un obiettivo comune. Il poter stringere delle relazioni che non sempre portano a dei rapporti commerciali, ma anche solo a un rapporto di conoscenza è il punto di partenza per costruire una ‘value proposition’ forte che porti valore aggiunto ai nostri clienti italiani. È un modo per far capire ai brand quali risultati si possono raggiungere utilizzando queste tecnologie e alle agenzie che possono sfruttare quest’opportunità. MK
A SINISTRA, CRISTIANO MILITELLO E SARA CENTEMERO SUL PALCO DEL 24° INTERACTIVE KEY AWARD.
RICCARDO CATAGNANO
Direttore creativo esecutivo, copywriter e autore comedy, è cresciuto tra BGSD’Arcy, VMLY&R e Saatchi&Saatchi. Creativo di tutte le discusse e controverse campagne per Motta, da ‘asteroide’ alla ‘fatina’, si occupa di comunicazione in Connexia e continua a fare tutte le mattine colazione con i suoi amati Buondì.
SIMONA COLOMBO
Lavora nel mondo del digital marketing e dell’advertising da più di 16 anni. Attualmente ricopre il ruolo di Marketing Manager Italy in impact.com, società Martech leader nella partnership automation. Dopo aver lavorato in due diverse agenzie media e una concessionaria si sposta in Amazon Italia dove occupa prima il ruolo di Marketing Manager e poi di Strategic Digital Advertising.
GIORGIA CORVAGLIA
È Creative Strategist per la tech platform Teads. Durante la sua lunga esperienza nel Media Digitale ha ricoperto ruoli di crescente importanza all’interno di GroupM - WPP, prima di approdare in Teads. Attualmente è responsabile della unit italiana di Teads Studio, dipartimento creativo dell’azienda, ricoprendo un ruolo strategico orientato al supporto di brand di diverse industry nell’orchestrazione di asset creativi volti alla comunicazione digitale.
MANUELA CROTTI
Founder & CEO di NativeJ, Social Bespoke Distribution. Esperta di comunicazione digitale con una vasta esperienza in ambito social e display adv, content e celebrity management, ha fondato la prima piattaforma in Italia di distribuzione editoriale di branded content e influencer marketing.
KARIM DE MARTINO
A Radio Deejay nel digital dal 1997 al 2014, nel 2004 crea Boomer, agenzia marketing per i player della musica, poi acquisita da Kiver, in cui è responsabile dell’area influencer, dando supporto tecnico e commerciale al blog di Chiara Ferragni. Nel 2015 è SVP International Business Development a Los Angeles per Open Influence. Guest speaker in influencer marketing per l’Università Cattolica e lo IED di Milano, è M Accellerator a Los Angeles.
FABIO FARATI
In arte Faffapix, è uno straordinario Content Creator che oggi conta oltre 15 milioni di follower fra TikTok, Instagram e YouTube. Grazie ai suoi short videos colorati, divertenti e spesso ricchi di effetti speciali, ha in breve scalato le classifiche nazionali, guadagnandosi un posto fra i Top 10 TikToker Italiani e Top 100 in Europa.
ELENA GHIELMI
Performance Marketing Director di Tradedoubler Italia, lavora da 17 anni nel mondo del Marketing e della Comunicazione online e offline. Come Responsabile del Team di Digital Performance Marketing, la sua missione è quella di guidare il team per incrementare le performance dei nostri clienti e partner, attraverso strategie di marketing customizzate.
SERAFINO D’IGNAZIO
È Responsabile Digital e Web Innovation del Gruppo Banca Ifis. Classe 1980, ha maturato una consolidata esperienza nella Digital Transformation in importanti società come Comdata Group, InfoCert, Poste Italiane e TIM. In Banca Ifis dal 2015, oggi ne coordina le attività di Web Innovation e Digital Performance Marketing, contribuendo all’introduzione di nuove soluzioni digitali.
SIMONETTA DE BRUMATTI
È Chief Design and Creative Officer - Neosperience. Inizia la carriera nel 1994, come ricercatrice a Barcellona in una Interactive TV e poi a Milano come ideatrice, sceneggiatrice e responsabile progetto di un videogioco 3D interattivo. Dal 2011 si occupa di strategia, ideazione e coordinamento di progetti di digital customer experience in Neosperience. Come responsabile del team creativo, si basa su 4 principi: condivisione, contaminazione, libertà, responsabilità.
SIMONE GIRAMONDI
Visionario, innovativo, intraprendente: sono queste le caratteristiche che contraddistinguono il modo di fare marketing di Simone Giramondi, Marketing Manager After Sales di Kia Italia. Un percorso brillante il suo, che lo ha visto crescere da oltre dieci anni dal CRM di Chrysler al Brand Management di Mercedes Benz per approdare ora alla costruzione della fedeltà dei clienti Kia.
CRISTINA MAGAGLIO
Attualmente Responsabile Comunicazione & Eventi Rete presso Alleanza Assicurazioni del Gruppo Generali, ha iniziato il suo cammino come Market Analyst per il Sud Est Asiatico presso la Camera di Commercio Italiana. Poi consulente strategica presso Cap Gemini Ernst&Young in Food&Beverage, Automotive e Financial Services, dal 2004 è Responsabile Marketing e Comunicazione presso diverse Compagnie Assicurative Italiane: ERGO, Toro Assicurazioni, Lloyd Italico, Augusta, Alleanza Toro.
MAURIZIO MAZZANTI
Founder nel 2000, con Fabio Racchini e Federico Ceccarelli, di E3, una fra le più longeve agenzie di marketing digitale italiane. Nel 2015 vendono al Gruppo DigiTouch e nel 2017 lascia l’agenzia. Ora è il Co-founder di www.rebornideas.com, social commerce community di prodotti Made in Italy realizzati mediante upcycling, recycling e materiali sostenibili, e di www.primoraccolto.it, negozio online di prodotti della provincia di Pesaro Urbino. Cerca sostenibilità in qualsiasi cosa faccia.
SAVERIO MONNO
È stato Direttore Generale della Società Umanitaria e della Triennale di Milano e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, al Politecnico di Milano, all’Università Cattolica e allo Iulm di Milano.
Direttore Scientifico del Corso professionalizzante Fiere&Eventi, svolge attività nel settore dell’organizzazione della cultura, della moda e del design con mostre, ricerche, pubblicazioni e conferenze.
LUCA PACCHIARINI
Si occupa da sempre di comunicazione, alla base della sua vita e del suo lavoro. Vive di passioni e di cultura mainstream, adora la musica rock e si commuove alla Scala. Nel suo lavoro mette tutto se stesso e ha imparato che prima di parlare bisogna saper ascoltare.
MATTEO SPADONI
Pesarese, ha studiato e lavora a Siena da anni nel settore della comunicazione per aziende e istituzioni. Cresciuto professionalmente nell’ambito del copywriting e dello strategic planning, ha fondato nel 2014 assieme ad altri tre soci Giango, agenzia specializzata in progetti di comunicazione integrata.
CRISTINA VERGANI
Employee Benefits Marketing Manager- Edenred Italia, si occupa di Marketing & Comunicazione da circa 20 anni. Dopo gli studi in ingegneria gestionale, ha maturato più di 15 anni di esperienza nel marketing in due importanti multinazionali del settore petrolifero: Shell Italia e Kuwait Petroleum Italia.
È approdata poi nel mondo employee benefits e dal 2018 è Marketing manager di Edenred Italia, con una forte specializzazione nella content strategy.
CHIARA ROVETTA
Classe ‘73, laurea in Scienze Politiche e Master in Bocconi, da sempre appassionata di comunicazione e marketing. Negli ultimi 20 anni ha ricoperto posizioni di responsabilità in aziende italiane e multinazionali, dal mondo automotive a quello dell’automazione, passando per la moda e l’Information Technology. Donna e manager determinata sia nella vita professionale che in quella privata.
ANDREA SARASSO
Marketing Manager di Sambonet Paderno Industrie, nel 2013 entra in azienda occupandosi di Marketing e di Product Development per poi diventare responsabile Product & Pricing. Dopo l’esperienza in qualità di Brand Manager Sambonet, grazie alla passione e alla competenza maturata in ambito Marketing & Sales, è chiamato a coordinare il team marketing dal punto di vista strategico e operativo.
DANIELE SESINI
Prima in SGS-Thomson Microelectronics e Pioneer Italia e poi Direttore Marketing di Virgilio-Matrix, nel 2005 è Direttore Marketing internet di Manzoni nel Gruppo L’Espresso gestendo anche il marketing della carta stampata nazionale. Nel 2010 fonda Lettera43.it, ed è AD di News 3.0. Nel 2015 è Direttore Generale di IAB Italia e oggi è Managing Director di Yobee, digital marketing hub che offre ai brand soluzioni media, tecnologie e know-how tecnico per la comunicazione digitale.
ANTONIO VERRASTRO
Head of Marketing di Twinings per l’Italia dal 2014, ha maturato 15 anni nel marketing di primarie aziende italiane e multinazionali come Star, Nestlé e Kellogg’s. Si è occupato di brand management e ha sviluppato una pluriennale esperienza specifica come responsabile delle aree media e digital per l’Italia e per il Sud Europa. È laureato in Economia e Commercio e ha conseguito un Master in Business Admistration, con specializzazione in marketing, presso il CUOA.
SIMONA ZANETTE
CEO Hearst Digital SA da sempre convinta di voler lavorare nel mondo della comunicazione, ha avuto la fortuna di vederne la filiera da ogni punto di vista: agenzia creativa, azienda, centro media, editore analogico, editore digitale, istituzione.
Mamma inglese e papà italiano, la sua esterofilia è sempre stata innata. Ha vissuto e lavorato a Londra, Hong Kong, Bruxelles, Parigi, Mosca, Milano e ora Chiasso.
ROBERTO ALBANO
Nel 1982 fonda Media Key, gruppo editoriale che realizza i mensili Media Key e Tv Key, specializzati in marketing e pubblicità. Nel 1988 lancia il Key Award, nel 2000 l’Interactive Key Award dedicato a internet e infine il Press, Outdoor & Promotion Key Award. Ha progettato treni e metropolitane fino al 1967, quando ha avviato la sua carriera nel mondo della pubblicità in Masius Omnia, in J. W. Thompson e come Direttore Marketing in una concessionaria Tv.
CASTA DIVA GROUP – ANDREA DE MICHELI
EXCELLENCE KEY AWARD
ROBERTO ALBANO, CRISTIANO MILITELLO, ANDREA DE MICHELI (CASTA DIVA GROUP).
QUANDO SOFFIAVA IL VENTO DELLA CRISI, MENTRE ALTRI COSTRUIVANO MURI, CASTA DIVA SCHIERAVA MULINI A VENTO.
GRAZIE ALLE DIVERSIFICAZIONI REALIZZATE E ALLE ATTIVITÀ SVILUPPATE IN 11 PAESI DEL MONDO
CASTA DIVA HA PIÙ CHE RADDOPPIATO LE SUE DIMENSIONI E LA CAPITALIZZAZIONE IN BORSA REALIZZANDO UNA DELLE MIGLIORI PERFORMANCE DELL’EURONEXT GROWTH MILAN. LEADER NEGLI EVENTI CORPORATE IN ITALIA LA SUA ATTIVITÀ INCLUDE, CON BRILLANTI RISULTATI, ANCHE LA PRODUZIONE DI SPOT E FORMAT TV, DI ADVERTSING, DI CONCERTI LIVE E DI WEB 3.0 CON UNO SPICCATO INTERESSE PER LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E LA SOSTENIBILITÀ.
CASTA DIVA: PROGETTARE OGGI GUARDANDO AL FUTURO
LA CASA DI PRODUZIONE CHIUDE IL 2022 REGISTRANDO OTTIME
PERFORMANCE E PERMETTENDO AL GRUPPO DI RAGGIUNGERE CON DUE
ANNI DI ANTICIPO I RISULTATI PREFISSATI. MERITO DI LUNGIMIRANZA E APERTURA ALL’INNOVAZIONE, MOTORI DEI PROGETTI IN CORSO E FUTURI.
UN EXCELLENCE KEY AWARD PER CONFERMARE LA LUNGIMIRANZA DI CASTA DIVA. IL RICONOSCIMENTO ALLA RINOMATA CASA DI PRODUZIONE ARRIVA IN OCCASIONE DEL 24° INTERACTIVE KEY AWARD TENUTOSI ALLA SANTERIA DI MILANO LO SCORSO 18 APRILE.
“Quando soffiava il vento della crisi, mentre altri costruivano muri, Casta Diva schierava mulini a vento. Grazie alle diversificazioni realizzate e alle attività sviluppate in 11 Paesi del mondo Casta Diva ha più che raddoppiato le sue dimensioni e la capitalizzazione in Borsa, realizzando una delle migliori performance dell’Euronext Growth Milan. Leader negli Eventi Corporate in Italia, la sua attività include, con brillanti risultati, anche la produzione di spot e format tv, advertising, concerti live e Web 3.0 con uno spiccato interesse per le innovazioni tecnologiche e la sostenibilità”.
Con queste parole è stato assegnato l’Excellence Key Award ad Andrea De Micheli, Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva Group, il quale ha ribattuto: “Siamo molto onorati di aver ricevuto questo importante premio: il 2022 è stato un anno impegnativo ma altrettanto ricco di soddisfazioni e ottimi risultati e quando i nostri sforzi e il nostro successo vengono riconosciuti dagli esperti del settore è per noi un vero onore”.
Casta Diva Group, PMI innovativa quotata su Euronext Growth Milan, attiva a livello internazionale nel settore della comunicazione, ha
ANDREA DE MICHELI, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI CASTA DIVA GROUP.
infatti chiuso il 2022 registrando la terza miglior performance all’interno del proprio mercato di riferimento.
Casta Diva ha così raggiunto con due anni di anticipo il risultato previsto nel precedente Piano Industriale, già aggiornato a novembre 2022: tutte le società del Gruppo sono andate meglio del previsto.
TRA PRODUZIONI ED EVENTI UNA STORIA DI SUCCESSI Casta Diva Ideas ha recentemente firmato un importante evento ideato e prodotto per A2A: ‘Light is Life. Festa delle Luci A2A’, che ha coinvolto le città di Bergamo e Brescia tra il 10 e il 26 febbraio 2023, registrando la straordinaria presenza di 640.000 visitatori, con un successo di pubblico che è andato oltre ogni previsione.
La casa di produzione Casta Diva continua con successo le proprie attività sia lato spot e branded content sia per quanto riguarda le produzioni televisive, ultimo servizio introdotto dall’azienda a gennaio 2021 che in poco tempo ha affermato Casta Diva come una delle più prolifiche case di produzione televisiva presenti in Italia, con all’attivo diversi format di successo come ‘Casa Carrara – Dolci in famiglia’, ‘Green table’, ‘C’è ciccia’, ‘Scarpetta d’Italia’ e molti altri.
Blue Note Milano, ormai diventato una realtà di punta nel panorama musicale italiano, in grado di fatturare da solo il 25% dell’intero incasso jazz del nostro Paese (fonte SIAE), sta concludendo con successo la sua ventesima stagione concertistica: ogni anno ospita le più grandi stelle internazionali della musica e accoglie oltre 61mila spettatori.
Ma il settore che ha registrato i migliori risultati è sicuramente quello dedicato agli eventi, grazie a G.2 Eventi, Genius Progetti e We Are Live: tre società attive ognuna in un settore diverso che insieme danno a Casta Diva la possibilità di coprire da sola il 12% del mercato italiano. “L’espansione nel settore degli eventi è uno dei nostri obiettivi principali: puntiamo ad acquisire boutique agency molto ben posizionate all’interno della propria fetta di mercato – come abbiamo fatto nel 2022 con Genius Progetti per gli eventi luxury e We Are Live per quelli fashion – ccosì da arrivare a presidiare i vari settori dell’intero mercato”. Forte di questo successo, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di approvare, lo scorso 3 aprile, un nuovo piano industriale 2023-2025: nel confronto tra i risultati del 2021 e quelli consolidati – ma non ancora audited – del 2022, la società ha aumentato il valore della produzione del 179%, da 29,7 milioni a 82,8 milioni di euro e l’Ebitda del 300%, da 1,5 milioni a 6,0 milioni di euro. I valori assoluti di questi parametri sono tra 2 e 7 volte più alti di quelli del 2019. Il nuovo Piano prevede a fine 2025 un target di 105,1 milioni di valore della produzione, 11,1 milioni di euro di Ebitda adjusted (Ebitda margin 10,5%), 9 milioni di euro di Ebit adjusted.
“Nel prossimo futuro, come anticipato poco fa, ci proponiamo di aggregare il settore della Live Communication in Italia: a fronte di una frammentazione del mercato di riferimento, Casta Diva può aggregarlo grazie a forte diversificazione dell’offerta, ampio reach interna-
zionale e agevole accesso al mercato dei capitali. Il Piano prevede inoltre che il Gruppo si muova in due direzioni complementari: da un lato, il consolidamento del proprio core business con l’aumento della numerica dei top client e l’ampliamento dei volumi derivanti da quelli storici, dall’altro, l’espansione verso segmenti del mercato complementari e mediante specializzazione verticale per industry”.
ESSERE ALL’AVANGUARDIA PORTANDO LA QUALITÀ NELL’USO DELLE
NUOVE TECNOLOGIE Non mancherà uno sguardo attento sulle nuove frontiere di VR, AR, AI e Metaverso. Andrea De Micheli, nominato a dicembre 2022 Presidente di Web3 Alliance, il primo consorzio italiano che riunisce i player del web 3.0, ha trasmesso questa sua passione anche a Casta Diva tanto che l’azienda, a tutti i livelli, si sta attivando per utilizzare le tecnologie più all’avanguardia, con l’obiettivo di diventare una delle prime agenzie italiane a realizzare eventi corporate nel Metaverso senza però che la qualità venga inficiata, ma anzi con il desiderio di rendere il virtuale quanto più possibile reale.
“Già nel 2020 abbiamo realizzato eventi digitali a brevissima distanza dall’inizio del primo lockdown e da quel momento non ci siamo più fer-
mati. Quando gli eventi in presenza sono tornati a essere la norma abbiamo deciso di sfruttare il più possibile l’esperienza fatta durante la pandemia, realizzando eventi phygital o appuntamenti in presenza che prevedessero un forte apporto tecnologico per garantire un effetto WOW davvero sorprendente. I nostri clienti si sono detti molto soddisfatti tanto che con i più innovativi di loro abbiamo deciso di sondare nuove strade e nuove possibilità offerte da queste tecnologie: il nostro obiettivo è semplice, quando il futuro arriverà poter dire ‘Questo lo abbiamo già fatto’”. Non a caso, ‘Questo lo abbiamo fatto domani’ è stato l’headline della prima campagna ADV di Casta Diva generata dall’intelligenza artificiale, grazie a Dall· E 2 – OpenAI, software in grado di creare immagini partendo da un input scritto. Il visual è stato realizzato a partire dal prompt: ‘Casta Diva’. Il risultato è di fatto una promessa che Casta Diva fa a tutti i clienti: la volontà di disegnare insieme a loro il domani, creando progetti costruiti sulla base delle loro necessità ma sempre con uno sguardo proiettato sul futuro. Tutto questo però senza trascendere dalla competenza e dall’ingegno umani: l’Intelligenza Artificiale cambierà il mondo della comunicazione, recita la body copy dell’annuncio, ma la tecnologia da sola non può tutto. Il contributo dei professionisti resterà imprescindibile nei progetti creativi e Casta Diva è già pronta per rispondere anche alle richieste più esigenti. MK
IN QUESTA PAGINA, I TEAM DELLE VARIE AZIENDE DEL GRUPPO.
GRAZIE A UNA CONDUZIONE BRILLANTE E LUNGIMIRANTE ALMAWAVE SI È MESSA IN EVIDENZA PER PERFORMANCE SIGNIFICATIVE, CONTINUATIVE E PER LE INNOVAZIONI PROPOSTE.
LEADER NELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, NELLE TECNOLOGIE DI RICONOSCIMENTO VOCALE E NEI SERVIZI BIG DATA HA SAPUTO INOLTRE CONIUGARE GLI INNOVATIVI PROGETTI DIGITALI REALIZZATI CON IL MIGLIORAMENTO DELLA VITA DELLE PERSONE.
PER LA COERENZA COMUNICATIVA, LA FORZA ESPRESSIVA E L’ORIGINALITÀ
DEI CONTENUTI, CHE HANNO RAFFORZATO IL POSIZIONAMENTO UNICO, L’AMPIEZZA DI GAMMA E I VALORI DISTINTIVI DI CAME.
INSIDE: IL VALORE DELLA COMPETIZIONE
IN OCCASIONE DEGLI INTERACTIVE KEY AWARD, SONO BEN DUE I PREMI CHE L’AGENZIA – LEADER IN ITALIA NELLA COMUNICAZIONE B2B – AGGIUNGE AL SUO GIÀ AFFOLLATO PALMARÈS. A CONFERMA DI UN SOLIDO POSIZIONAMENTO IN UN SETTORE DALLE GRANDI POTENZIALITÀ DI CRESCITA E INNOVAZIONE.
DI ALESSIA ZAMPANO
“LE AZIENDE SI MISURANO DAI NUMERI: IL FATTURATO, I RICAVI, I DIPENDENTI, LA MARGINALITÀ, IL BILANCIO. UN’AGENZIA È UN’AZIENDA A TUTTI GLI EFFETTI CHE SI MISURA ANCHE DAI RICONOSCIMENTI OTTENUTI. AVERNE VINTI 162 IN 18 ANNI È UN'EVIDENZA DELLA QUALITÀ DEL LAVORO DI INSIDE”.
Così Luca Targa commenta i due premi ricevuti da Inside in occasione della ventiquattresima edizione degli Interactive Key Award. L’agenzia, specializzata nella comunicazione integrata b2b, si è aggiudicata il premio ‘Editor’s Choice’ per la social media strategy realizzata per il cliente Papernet ed è stata insignita dell’’Excellence Award’ assegnato a CAME per la coerenza comunicativa, la forza espressiva e l’originalità dei contenuti della strategia social di cui si è occupata. A conferma di quello che Luca Targa ama ripetere: “dico sempre che i premi si vincono in due. Se non c’è il cliente, l’agenzia non riesce a lavorare”. Papernet è il marchio professionale dedicato al mercato Away From Home del Guppo Sofidel, secondo leader europeo e quinto nel mondo per capacità produttiva nel settore della produzione di carta tissue per uso igienico e domestico (carta igienica, asciugatutto, fazzoletti di carta), a cui appartiene Regina, il brand più noto e diffuso in diversi Paesi. Forte dei suoi valori legati a innovazione e sostenibilità, oltre che all’ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo, l’azienda risponde alle esigenze specifiche del mondo Ho.Re.Ca. sia in Europa che negli Stati Uniti. Came, dal canto suo, progetta e realizza soluzioni e prodotti tecnologici di alta qualità per l'automazione di ambienti residenziali, pubblici e urbani. Sul mercato da oltre cinquant’anni, l’azienda è diventata un brand di riferimento e un partner globale per sistemi di smart home, parcheggio e controllo e sicurezza degli accessi. Ci siamo fatti raccontare da Luca Targa qualcosa di più su questi due progetti.
PARTIAMO DALLA MOTIVAZIONE E DAL SENSO CHE, SECONDO LEI, HANNO QUESTI DUE RICONOSCIMENTI.
Entrambi i clienti ci hanno scelto per la nostra grande specializzazione nella comunicazione b2b. Siamo diventati una realtà importante a livello nazionale, soprattutto nel settore manifatturiero, e le aziende ci cercano per le nostre skill. Proprio come hanno fatto Papernet e Came. Abbiamo iniziato a collaborare insieme e i risultati, già dopo
il primo anno di lavoro, sono stati molto soddisfacenti. Anche perché le attività che mettiamo in campo sono completamente tracciabili e misurabili e questi due premi non sono altro che la testimonianza, data da fonti autorevoli, della capacità di Inside di coniugare le performance con l’aspetto creativo e comunicativo dei visual. Ci ha fatto piacere riceverli perché, oltre a testimoniare la soddisfazione dei clienti che ci hanno rinnovato la fiducia, rappresentano il riconoscimento di una giuria esterna. Riconoscimento che gli stessi clienti hanno apprezzato.
A QUALE ESIGENZA DI COMUNICAZIONE RISPONDONO LE DUE CAMPAGNE?
In generale, l’esigenza principale è quella di comunicare in un settore che difficilmente comunica. Bisogna considerare che nel settore b2b parliamo di prodotti che non sono emozionali, come può esserlo il cibo o un vestito. La prima necessità, quindi, è quella di condire con qualcosa di accattivante quelle che sono essenzialmente caratteristiche funzionali e tecniche. Nello specifico, sia nel caso di Papernet che in quello di Came, la principale esigenza dei clienti era legata all’aumento della notorietà del marchio. In particolare, per Papernet, gli obiettivi erano la costruzione di un’identità social in linea con i valori e le caratteristiche del brand nonché di una community fidelizzata e il raggiungimento di nuovi potenziali clienti, specialmente ‘end user’. Came, dal canto suo, aveva il bisogno di migliorare il suo posizionamento e il valore percepito sui social e di comunicare l’ampiezza di gamma, rendendo più immediata l’associazione del brand con la produ-
LUCA TARGA, CEO DI INSIDE.
IN QUESTA PAGINA, UNA CARRELLATA DI CONTENUTI SOCIAL PUBBLICATI SULLE PAGINE PAPERNET E CAME SECONDO STRATEGIE INSIDE.
zione di soluzioni in ambito di automazione, controllo e sicurezza degli accessi, sistemi di parcheggio e smart home.
CI DESCRIVE I CONCEPT STRATEGICI CHE AVETE ELABORATO?
Nello sviluppo dei contenuti social di Came abbiamo messo l’accento sulla tecnologia intesa come progresso per le persone, sulla qualità dei materiali e sull’attenzione al design, mettendo in evidenza qualità, esperienza e storicità del brand verso installatori e clienti finali. A questo scopo, oltre al restyling dell’immagine social, abbiamo ideato nuovi formati visual e copy volti a ‘informare’ e valorizzare l’offerta, stimolando precise azioni da parte degli utenti e realizzando i post partendo da case-history, referenze e recensioni reali di figure professionali. Riguardo a Papernet, i contenuti sono stati studiati per far percepire il posizionamento e il valore aggiunto dei prodotti grazie a una determinata combinazione di visual e testo, con lo scopo di uscire dalla commodity e da dinamiche prettamente legate al prezzo. La strategia di content mirava a sottolineare l’attenzione alla sostenibilità, una caratteristica sempre più richiesta dai consumatori. L’intento era di trasmettere in maniera più efficace questo aspetto, più o meno direttamente, non solo attraverso i contenuti, ma anche attraverso i colori, il pattern e il linguaggio.
PER QUALI CANALI SONO STATI PENSATI?
Principalmente Facebook e LinkedIn e, nel caso di Came, anche Instagram. E la strategia è stata declinata sia in Italia che su scala internazionale.
QUAL È STATO L’ELEMENTO PIÙ SFIDANTE?
Portare dei risultati concreti ai clienti e far capire loro l’importanza di rivolgersi, non genericamente a un’agenzia, ma a un’agenzia specializzata. Da quando abbiamo cominciato a gestire i canali social abbiamo incrementato in modo significativo le impression, le interazioni, le visite alle pagine e il numero di fan.
I DUE PROGETTI HANNO DEI TRATTI IN COMUNE?
Entrambi i clienti ci hanno dato la possibilità di mettere in atto il nostro metodo di lavoro che parte da un’analisi approfondita (di mercato, di posizionamento e di percezione della marca, di benchmarking ecc) da cui scaturiscono strategia e sviluppo dell’operatività. È quello che consigliamo a tutti i nostri clienti.
CHE SIGNIFICATO HANNO QUESTI PREMI PER INSIDE?
Non è un metterci in mostra. In Inside partiamo dal presupposto che la professionalità si misuri anche attraverso la competizione e da anni a noi piace misurarci. Credo che se non competi non sei in grado di capire il tuo valore. Il professionista non deve avere paura di perdere, così come deve ambire a vincere. Se perdi significa che hai margine per migliorare, se vinci, vuol dire che devi mantenere quello status. Sei arrivato lì, sai perché e sai quanto tempo ci hai dedicato, i sacrifici che hai fatto e sai che dovrai fare altrettanto per rimanerci. Questo per noi è il valore dei premi. Se eviti di competere vuol dire che ti accontenti. Quando si gareggia, ci si espone. Vincere significa dimostrare che il nostro lavoro, i risultati che portiamo ai nostri clienti, vengono riconosciuti anche da una terza parte. MK
UNA CRESCITA CONSISTENTE E CONTINUATIVA HA PERMESSO A QUESTA AGENZIA DIGITALE DEL GRUPPO
MAGGIOLI DI RADDOPPIARE IL FATTURATO NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI, GRAZIE ALLA
CAPACITÀ DEL TEAM DI AFFIANCARE I CLIENTI FORNENDO UN EFFICACE SUPPORTO, OPERATIVO E DI
CONSULENZA, ALLA TRASFORMAZIONE DIGITALE DEL BUSINESS, BASATO SULLE PIÙ INNOVATIVE
TECNOLOGIE E SU BRILLANTI STRATEGIE DI DIGITAL MARKETING COMMUNICATION.
ELOGIC, INNOVAZIONE DIGITALE AL SERVIZIO DEL CLIENTE
ELOGIC, DIGITAL COMPANY DEL GRUPPO MAGGIOLI, CHE INTEGRA COMPETENZE DI COMUNICAZIONE, MARKETING E INFORMATICA, SI AGGIUDICA L’EXCELLENCE AWARD DELL’IKA, CONFERMANDO CHE LA MISSIONE DI ACCOMPAGNARE LE AZIENDE NEL LORO PERCORSO DI EVOLUZIONE DIGITALE È LA STRATEGIA VINCENTE. NE PARLIAMO CON GABRIELLA RUTIGLIANO, RESPONSABILE SERVIZI DI DIGITAL MARKETING DELLA SOCIETÀ.
DI RICCARDO ROSSIELLO
IL 18 APRILE SCORSO ELOGIC, È STATA PREMIATA CON L’EXCELLENCE KEY AWARD ALLA 24ª EDIZIONE DEGLI INTERACTIVE KEY AWARD, SVOLTISI ALLA SANTERIA DI MILANO.
È andato così all’azienda con sede a Bologna il premio dedicato alle aziende digitali più innovative e in crescita del panorama italiano, forte di una mission importante: fornire un supporto consulenziale tailor-made per sfruttare le opportunità che il mondo del digitale presenta alle aziende, con i suoi strumenti in continua evoluzione. Una società che integra competenze di comunicazione, marketing, informatica e sistemistica per sviluppare portali web, e-commerce, sistemi per la gestione dei processi aziendali e strategie di marketing digitale. Oltre 35 professionisti, organizzati in due business unit complementari: eLogic.Digital e eLogic.Cloud.
In qualità di Autonomous System, eLogic – che fa parte del Gruppo Maggioli – gestisce la propria infrastruttura di rete per garantire l’efficienza, l’affidabilità e la sicurezza di servizi internet critici per il business aziendale. Come quelli legati agli acquisti online e in negozio che, non va dimenticato, spesso cominciano con una ‘semplice’ ricerca sul web. Per comprendere quanto sia ancora strategico per franchising, catene
FARSI TROVARE SU GOOGLE CON INFORMAZIONI SU BRAND IDENTITY, PRODOTTI E SERVIZI E UNA STRATEGIA FONDAMENTALE PER OGNI AZIENDA.
e aziende multi-sede far reperire su Google informazioni su filiali, negozi e punti vendita affiliati al proprio brand, abbiamo incontrato Gabriella Rutigliano, Responsabile Servizi di Digital Marketing di eLogic, società che segue i progetti web di alcuni notissimi brand della GDO, del settore medicale e dell’automotive.
QUALI SONO OGGI LE SFIDE PER LE AZIENDE CHE DESIDERANO RENDERE VISIBILI LE PROPRIE SEDI SUI MOTORI DI RICERCA?
Farsi trovare facilmente su Google e, in generale, sui motori di ricerca è quasi sempre una questione di pazienza e costanza. Si tratta di un obiettivo che non può essere raggiunto nel breve periodo; per quello, ci sono gli annunci sponsorizzati. Puntare invece sulla cosiddetta visibilità organica richiede innanzitutto sforzi di analisi e di osservazione del mercato e dei competitor, per capire quali sono le mosse giuste da fare per presidiare il proprio settore di appartenenza.
Una delle realtà con cui lavoriamo quotidianamente per raggiungere questo obiettivo è GVM Care & Research, nostro cliente di lunga data, che gestisce strutture ospedaliere in dieci regioni sul territorio nazionale e all’estero, in Albania, Ucraina, Francia e Polonia. Gli ospedali del
GABRIELLA RUTIGLIANO, RESPONSABILE SERVIZI DI DIGITAL MARKETING DI ELOGIC.
gruppo offrono servizi specialistici di alto livello e operano in un settore dove sono attivi molti player di mercato.
Naturalmente la competizione è alta anche sul web e sui motori di ricerca, canali che GVM – con la nostra consulenza – presidia costantemente per dare visibilità ai suoi servizi.
QUALI SONO STATE LE PRINCIPALI AZIONI CHE AVETE INTRAPRESO CON GVM CARE & RESEARCH PER MIGLIORARE LA VISIBILITÀ SUL WEB DELLE LORO STRUTTURE?
Per massimizzare la presenza degli ospedali e i relativi servizi di GVM tra i risultati di ricerca in prima pagina, abbiamo per prima cosa effettuato un’attenta analisi delle necessità, delle soluzioni e degli strumenti utili a ottenere risultati nel minor tempo possibile. La nostra business unit eLogic.Digital ha elaborato quindi una strategia di potenziamento della local SEO, che prevede azioni di rinforzo alla presenza digitale di ogni singola struttura del Gruppo.
Puntare sulla SEO locale, oltre a soddisfare l’obiettivo di rendere più facilmente reperibili i singoli ospedali GVM, consente anche di: raggiungere un bacino di potenziali clienti più ampio; aumentare il traffico al sito e la permanenza; consolidare il posizionamento sui motori di ricerca del sito gvmnet.it non solo in ambito locale, ma anche a livello nazionale per ricerche collegate a servizi specialistici e patologie.
PARLAVA DI STRUMENTI IN GRADO DI OTTENERE RISULTATI NEL MINOR TEMPO POSSIBILE: A COSA SI RIFERIVA?
La strategia che abbiamo elaborato per GVM prevede l’implementazione dei servizi per la local SEO di Yext, azienda fornitrice dell’omonima piattaforma di digital experience management, di cui siamo partner. Yext è una piattaforma multifunzione che consente di gestire in maniera centralizzata un’ampia gamma di azioni, servizi e contenuti di marketing digitale. In particolare, rende possibile la creazione e gestione in tempi ridotti di una presenza digitale coordinata per tutte le sedi e le filiali di un’azienda. Essa consente di pubblicare e mantenere aggiornate informazioni su molteplici punti vendita tramite un solo pannello di controllo centralizzato. Queste possono essere sincronizzate su oltre 200 touchpoints, tra cui: Google My Business, Facebook, Instagram, Waze, Foursquare. Integrati nelle strategie SEO personalizzate che creiamo per i nostri clienti, gli strumenti di Yext rappresentano una soluzione per dare visibilità organica ai prodotti e ai servizi di franchising e aziende multi-sede in meno tempo.
Spiega da parte sua Silvia Baioni, Digital Marketing & Communication Coordinator di GVM Care & Research.
“Oltre a ottimizzare la nostra presenza online, l’integrazione dei nuovi servizi local SEO ci consente di efficientare la gestione delle attività di customer care e di aggiornamento dei contenuti attraverso i vari tou-
SILVIA BAIONI, DIGITAL MARKETING & COMMUNICATION COORDINATOR DI GVM CARE & RESEARCH.
chpoint, migliorando anche l’efficacia. In particolare, Yext ci consente di moderare e rispondere alle recensioni in maniera agile attraverso un unico pannello, ma anche di monitorare la reputazione online con report personalizzati. Allo stesso modo, possiamo aggiornare in pochi click le informazioni relative alle strutture, come i dettagli, i numeri di telefono, gli orari, le novità ecc. Grazie alla piattaforma centralizzata, i dati vengono inseriti una volta sola, per essere poi sincronizzati su tutto l’extended network e sui diversi touchpoint. Così facendo rendiamo coerenti le informazioni sulla rete, risparmiando una considerevole quantità di tempo da investire in altre attività”.
CONCLUDENDO, QUAL È IL VALORE AGGIUNTO DELLA VOSTRA CONSULENZA IN MERITO A QUESTE SOLUZIONI?
Oltre a garantire un impiego armonico dello strumento rispetto agli obiettivi del cliente, in quanto partner certificati di Yext Italia possiamo customizzare alcuni contenuti della piattaforma per adattarli in tutto e per tutto alle esigenze del cliente. In questo modo possiamo affiancare clienti come GVM in ogni aspetto di configurazione e gestione operativa dei servizi local SEO, proponendo anche ulteriori personalizzazioni aggiuntive. E infatti, prendendo sempre come esempio il progetto GVM, collaboriamo quotidianamente con il loro staff di marketing e comunicazione per creare e gestire su Yext le informazioni relative a strutture e servizi, ottimizzandone i contenuti in ottica SEO e occupandoci inoltre di pubblicare post di aggiornamento sulle schede profilo Google My Business delle singole strutture, anch’esse gestibili in maniera centralizzata dal pannello della piattaforma. MK
PUNTO CHIAVE
DELLE STRATEGIE
DIGITALI È MONITORARE I RISULTATI
OTTENUTI E RICAVARE
PROIEZIONI DI PERFORMANCE.
VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA PAH
BEST DIGITAL AWARENESS CAMPAIGN
ROBERTO ALBANO, DANIELE LODI RIZZINI (SEGNO&FORMA), GIADA MONDUZZI E SELENE VASCO (JANSSEN ITALIA), CLAUDIO PERGOLA (DROP), CHIARA SALUSSOLIA, GIULIA CRESTI, ISABELLA DEZZA, FRANCESCO ISETTA ED ELISA PAGANIN (JANSSEN ITALIA), CRISTIANO MILITELLO.
CLIENTE: JANSSEN ITALIA
COMMERCIAL EXCELLENCE AND BUSINESS TRANSFORMATION
DIRECTOR: FEDERICA MAZZOTTI
DIGITAL & BUSINESS
TRANSFORMATION LEAD: SELENE VASCO
OMNICHANNEL MANAGER: GIULIA CRESTI
CHIARA SALUSSOLIA
PRODUCT MANAGER: GIADA MONDUZZI
JR PRODUCT MANAGER: ISABELLA DEZZA
PATIENT ENGAGEMENT
MANAGER: FRANCESCO ISETTA
COMMUNICATIONS
MANAGER: ELISA PAGANIN
AGENZIA: SEGNO&FORMA
CREATIVE DIRECTOR: DANIELE LODI RIZZINI
ART DIRECTOR: ALESSANDRO LAPINI
COPYWRITER: SIMONE REDAELLI
GRAPHIC DESIGNER: ADOUM DAVID
ACCOUNT DIRECTOR: CHIARA LODI RIZZINI
CASA DI PRODUZIONE: DROP
REGIA: CLAUDIO PERGOLA
MONTAGGIO: GABRIELE DI GIULIO
SEGNO&FORMA: UN VIAGGIO DELLA CONSAPEVOLEZZA
CON UNA WEB SERIES FUORI DAGLI SCHEMI, REALIZZATA PER L’AZIENDA
FARMACEUTICA JANSSEN ITALIA, L’AGENZIA SEGNO&FORMA HA VINTO IL ‘BEST ENGAGEMENT AWARD’ AGLI ULTIMI INTERACTIVE KEY AWARD.
UN’INIZIATIVA NATA PER FAR CONOSCERE UNA PATOLOGIA CHE COLPISCE
TRA LE 15 E LE 25 PERSONE OGNI MILIONE: L’IPERTENSIONE ARTERIOSA POLMONARE (PAH).
DI RICCARDO ROSSIELLO
SEGNO&FORMA NASCE QUARANT’ANNI FA – NEL GENNAIO 1983 PER L’ESATTEZZA – PER IDEA DI UN GIOVANE CREATIVO, ERCOLE LODI RIZZINI, E ALCUNI SUOI COLLEGHI.
Oggi l’agenzia, le cui peculiarità sono la specializzazione nel settore Pharma e una grande attenzione alle innovazioni, soprattutto nel Digital, è condotta da suo figlio, Daniele Lodi Rizzini, che ne è Creative Director. Con lui parliamo della web serie Viaggio alla scoperta della PAH, del coinvolgimento dell’attore Paolo Ruffini, che è stato presentatore e testimonial del progetto, e del mitico Volkswagen T2!
COME È NATO ‘VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA PAH’?
Dall’idea che volevamo fare qualcosa di molto diverso dal nostro recente passato, come la comunicazione via podcast, che pure sono la mia passione. Così abbiamo pensato a una produzione in stile quasi televisivo: una web serie che nell’ambito Pharma sarebbe stata sicuramente una novità. Quattro puntate dedicate a una patologia rara, e quindi a una nicchia, nella quale era difficile trovare qualcuno che ci investisse. Patologia rara significa, infatti, pochi pazienti e quindi an-
che budget limitato. Janssen Italia invece, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, ha creduto fortemente nel progetto, ha coinvolto tutte le associazioni dei pazienti, e invece di mettere tutte le persone interessate intorno al tavolo e fare un talk, ha sposato la nostra idea di farle salire su un furgoncino anni ‘70 – il leggendario Volkswagen T2 – per affrontare un viaggio on the road verso alcune città italiane. Un prodotto creativo di cui siamo molto soddisfatti. Accattivante all’occhio, confezionato bene, con contenuti di altissimo valore, abbinato a un format simpatico che si presta a essere visto non solo dai diretti interessati.
Se sei una delle tremila persone in Italia che ha la sfortuna di avere questa patologia, o sei uno dei loro parenti, lo guardi, perché sei direttamente interessato. In questo caso la confezione non sarebbe stata poi così importante. Ma visto che l’obiettivo era quello di parlare di questa patologia a più persone possibili – perché le stime dicono che molti ancora non sanno di esserne afflitti – abbiamo volutamente cercato di piacere a tutti. Era importante far conoscere la sintomatologia della PAH e aiutare le persone ad avere una prima diagnosi a distanza. La chiave di volta è stata un approccio fresco e creativo. Mettere dei professori su un Volkswagen anni ‘70, come i figli dei fiori. Janssen Italia ha accettato la nostra idea, le associazioni dei pazienti sono state entusiaste, i medici sono stati super con-
IN QUESTE PAGINE, PAOLO RUFFINI, IL VAN T2 VOLKSWAGEN E LA TROUPE NEL DIETRO LE QUINTE DELLA WEB SERIE VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA PAH PER JANSSEN.
FKDESIGN ED ECLISSE: VEDIAMO OLTRE
SUPERARE L’ORIZZONTE, VEDERE OLTRE, FKDESIGN PROIETTA NEL FUTURO IL BRAND ECLISSE CON UN POSIZIONAMENTO DI MARCA RILEVANTE. UN PAYOFF CHE RAPPRESENTA IL CONTINUUM TRA INNOVAZIONE
TECNOLOGICA, RICERCA DELLA PERFEZIONE SEMPRE PIÙ
ATTUALE E ATTENZIONE ALLE ESIGENZE DEL CLIENTE.
DI GIANNI MARTINELLI
FKDESIGN SI AGGIUDICA LA MENZIONE SPECIALE ‘PREMIERE KEY AWARD’ CON IL PROGETTO ECLISSE, PER SAPERNE DI PIÙ ABBIAMO INTERVISTATO FEDERICO FRASSON, MANAGING DIRECTOR DI FKDESIGN E DIRETTORE CREATIVO PROPRIO DEL PROGETTO ECLISSE.
CI POTETE INNANZITUTTO PRESENTARE IL PROGETTO VINCITORE ALL’IKA CHE AVETE IDEATO PER ECLISSE?
Il progetto ECLISSE consiste in un nuovo sito web. Un nuovo spazio digitale studiato per declinare in modo più consistente e coerente il posizionamento della marca ECLISSE, di cui il pay-off ‘Vediamo Ol-
FEDERICO FRASSON, MANAGING DIRECTOR DI FKDESIGN.
EVOLUTA E
tre’ è la sintesi creativa. Non si tratta di un semplice progetto di restyling grafico, ma del risultato di un percorso di analisi, studio, progettazione che ha portato dopo tanto lavoro in sinergia con il team interno ECLISSE al rinnovamento del sito web. È cambiato il linguaggio grafico, allineato con il brand positioning costruito in questi anni ed è stata migliorata la SEO, studiata per incontrare e rispondere alle esigenze dei diversi target group: installatori, progettisti, rivenditori e infine privati. La creazione di un percorso di navigazione mirato e personalizzato secondo ciascun target agevola così la fruibilità e l’utilità del sito, rendendolo non solo una vetrina dei prodotti e racconto dell’azienda, ma una piattaforma che punta sulla massima facilità e immediatezza in ottica di user experience e, al contempo, una declinazione digitale del posizionamento e della brand identity, esplicitandone valori, personalità e promessa.
DA QUALI ESIGENZE DEL CLIENTE È NATA?
Il sito web fa parte di un progetto più ampio di riposizionamento di marca. La nostra collaborazione con ECLISSE è iniziata circa cinque anni fa, per cui questo è solo uno degli step di un percorso che negli anni abbiamo costruito insieme, passo dopo passo. Tutto è partito dalle necessità di riposizionare la marca in base alle evoluzioni socio-economiche e tecnologiche del mercato. ECLISSE è uno dei top leader nella fabbricazione di controtelai per serramenti scorrevoli a scomparsa con oltre 30 anni di esperienza e oltre 40 brevetti depositati. Pioniere nel settore delle porte scorrevoli, è una realtà che non ha mai smesso di ricercare, ottimizzare e perfezionare le soluzioni guardando in modo concreto alle reali necessità dei propri potenziali clienti, sia in ambito tecnologico, sia in ottica di design. I prodotti ECLISSE hanno saputo distinguersi nel mercato per il design costruttivo in grado di agevolare il lavoro dei progettisti e degli installatori, favorire l’attività di vendita dei rivenditori in modo tempestivo ed efficiente, proponendo al contempo soluzioni al ritmo dei cambiamenti stilistici dell’interior design. Il percorso di questi anni è stato quello di guidare la marca verso un posizionamento credibile, rilevante e distintivo. Un brand statement con cui orientare le attività di comunicazione verso obiettivi a medio-lungo termine. ‘Vediamo Oltre’, due semplici parole che rappresentano il continuum tra innovazione tecnologica, ricerca della perfezione sempre più evoluta e attuale, attenzione alle esigenze del cliente. Il tutto accompagnato da un impegno costante ‘a vedere ciò che gli altri non vedono’. L’esigenza a cui dovevamo far fronte era, quindi, quella di concretizzare un lungo lavoro di riposizionamento.
COSA VI HA GUIDATO NELLA REALIZZAZIONE DI QUESTO PROGETTO? Costruire una marca è un lavoro lungo e complesso. I mercati cam-
IN QUESTA PAGINA, IL PROGETTO VINCITORE AL 24° INTERACTIVE KEY AWARD IDEATO DA FKDESIGN ECLISSE.
biano, la società si trasforma, le aziende moltiplicano i prodotti. È un viaggio a tempo indeterminato che parte dall’analisi, dalla comprensione del mercato per individuare quella posizione che rappresenta una reale opportunità per la marca per essere unica. Costruire una marca necessita tempo: si fa nascere e si fa crescere con la sua identità, i propri tratti distintivi, la personalità, la sua sensorialità. Ma come ogni percorso, la costruzione della marca affronta opportunità e minacce. Per questo motivo ha bisogno di guardiani, professionisti che sorvegliano senza sosta il suo posizionamento. Mettono in guardia dalle possibili perturbazioni del mondo digitale. Presidiano il patrimonio di valori dell’identità costruita. Vigilano sull’immagine coordinata che la diffonde. Non abbassano mai la guardia. Questo è l’approccio con cui ormai da oltre 20 anni Fkdesign segue ogni progetto. E questo approccio è lo stesso che ci ha guidato nella progettazione del nuovo sito ECLISSE.
nicazione può portare ad un conseguente aumento delle vendite, nel b2b questa equazione ancora non è ben recepita. Per questo motivo le opportunità e i margini di manovra per emergere sono davvero tanti. Le aziende devono riuscire a valorizzare la propria proposta di valore, distinguersi, puntare anche sulla creatività, su una narrazione in grado di rendere appetibili le soluzioni, senza dimenticare che sono sempre persone quelle con cui andiamo a dialogare.
COMUNICARE NEL B2B. QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ E QUALI SONO LE OPPORTUNITÀ?
Spesso si tende a pensare che la comunicazione possa essere creativa e coinvolgente solo quando si interagisce con un pubblico di consumatori finali. Non è così, costruire un’identità di marca distintiva e raccontare una storia in grado di andare oltre al prodotto o al servizio è possibile anche nella comunicazione b2b. L’obiettivo è quello di avere ben chiaro il pubblico di riferimento e conoscerne a fondo le sue caratteristiche e desideri per poter costruire un rapporto di valore. Serve un approccio orientato allo sviluppo delle opportunità di business per consentire di creare contenuti utili ed efficaci mettendo in luce gli asset tangibili e intangibili della marca. Su questo fronte c’è ancora molta diffidenza da parte delle PMI. Se nel b2c per un imprenditore è facile comprendere che un investimento in marketing e comu-
CREATIVITÀ E TECNOLOGIA, QUALE È A VOSTRO AVVISO IL MIX VINCENTE?
Più che di creatività e tecnologia, secondo la mia opinione la sinergia vincente è creatività, tecnologia e analisi. Oggi abbiamo la possibilità di poter affiancare all’esperienza, una grandissima mole di dati per costruire strategie di marca efficaci perché coerenti con le reali trasformazioni che stanno avvenendo sul fronte acquisto e consumo. Viviamo l’epoca dei Big Data, ma tutti questi numeri, che rappresentano una risorsa importantissima, non servono se poi si ragiona solo sulla creatività. In Fkdesign infatti la parola chiave è metodo. Esplorare la domanda e il mercato ricavando insight significativi permette di orientare le scelte strategiche, illuminare le potenzialità della marca per accompagnarla verso le reali opportunità. Ed è solo in questa fase che entra in gioco la creatività. Non meno importante, ma arriva dopo. È poi questa che ha la responsabilità di far brillare la marca. Questo è il pilastro fondante della filosofia in Fkdesign: la marca ha bisogno di fondamenta solide. Una marca senza fondamenta è un marchio che non sa che direzione prendere.
QUALI SARANNO LE PRINCIPALI SFIDE CHE VI VEDRANNO PROTAGONISTI IN FUTURO?
I mercati stanno continuando a cambiare. Stanno emergendo nuove tecnologie, nuovi strumenti, nuovi codici di comunicazione e nuovi touchpoint da tenere in considerazione per la pianificazione strategica. La sfida principale sarà quella di restare al passo con queste nuove opportunità, attraverso attività di aggiornamento, studio continuo e ricerca sempre maggiori, con l’obiettivo di metterle a disposizione dei nostri clienti. La preparazione è il primo grande requisito alla base della filosofia in Fkdesign. Le aziende che scelgono di affidarsi a noi vedono un partner che non dà nulla per scontato, un partner per cui non conta solo la buona idea, ma l’idea efficace e per il quale l’obiettivo deve sempre essere alto, come una stella. MK
FRANCIACORTA
BRAND POSITIONING
CLIENTE: CONSORZIO PER LA TUTELA DEL FRANCIACORTA
PRESIDENTE: SILVANO BRESCIANINI
VICE PRESIDENTI: MAURIZIO ZANELLA ARTURO ZILIANI
HEAD OF MARKETING & COMMUNICATION: FRANCESCA ZOCCHI
DIRETTORE MARKETING: MASSIMILIANO CARIOLA RESP. MARKETING
OPERATIVO: FRANCESCA SARTORI MARKCOMM & SOCIAL MEDIA: ELISA PILUDU
AGENZIA: PROXIMITYBBDO
EXECUTIVE CREATIVE DIRECTOR: SERENA DIBRUNO
DANIELE DIONISI
CREATIVE DIRECTOR: GIULIA RICCIARDI
GENNARO BORRELLI
ART DIRECTOR: EMILY VANZO
GIULIO MEONI
DAVIDE POLI
COPYWRITER: MARGHERITA CERETTI
LUCIANA TAURCHINI
ELEONORA DINI
HEAD OF CLIENT SERVICES: BARBARA VALTOLINA
ACCOUNT SUPERVISOR: LISA GANGI
ACCOUNT EXECUTIVE: GRETA MORGILLO
ZAVERIO BETTONAGLI (GIURATO 24°IKA), GENNARO BORRELLI E LISA GANGI (PROXIMITYBBDO), CRISTIANO MILITELLO.
BBDO E PORSCHE: I SOGNI NON HANNO CONFINI
PORSCHE CREDE FERMAMENTE CHE NON CI SIANO SOGNI IMPOSSIBILI DA REALIZZARE, MA SOLO TRAGUARDI CHE SI POSSONO RAGGIUNGERE CON MAGGIORE DETERMINAZIONE. L’ULTIMA CAMPAGNA REALIZZATA DA BBDO E VINCITRICE ALL’IKA VEICOLA PROPRIO QUESTO MESSAGGIO: TUTTI DOBBIAMO SEGUIRE I NOSTRI SOGNI E IMPEGNARCI PER REALIZZARLI.
DI GIANNI MARTINELLI
L’AGENZIA BBDO VINCE ALL’INTERACTIVE KEY AWARD CON IL SUO PROGETTO PER PORSCHE ITALIA, UNA PERFETTA DIMOSTRAZIONE DI COME DOVREBBE ESSERE STRUTTURATA UNA STRATEGIA DI BRAND ENTERTAINMENT: GENERARE CURIOSITÀ, CREARE UNA FORTE CONNESSIONE CON IL PUBBLICO E, ALLO STESSO TEMPO, RAFFORZARE LA STORIA E I VALORI DEL BRAND.
Per saperne di più abbiamo intervistato Massimiliano Cariola, Direttore Marketing Porsche Italia e Marianna Ghirlanda, CEO BBDO Italia.
CI POTETE INNANZITUTTO PRESENTARE LA CAMPAGNA VINCITRICE ALL’ IKA DI PORSCHE ITALIA?
MASSIMILIANO CARIOLA: Dreamers.On è il progetto di Porsche Italia che celebra le storie di chi ha un ‘sogno’ ed è disposto ad affrontare ogni ostacolo pur di realizzarlo. L’iniziativa nasce per ispirare
MASSIMILIANO CARIOLA, DIRETTORE MARKETING DI PORSCHE ITALIA.
le persone a seguire i propri sogni attraverso la testimonianza di coloro che hanno fatto di questo pensiero una filosofia di vita e per avvicinare un’audience sempre più ampia e strategicamente rilevante al posizionamento del brand. I protagonisti, definiti Dreamers, sono personalità eccezionali – provenienti da settori diversi come sport, design, musica e impresa – che incarnano perfettamente i valori Porsche: approccio pionieristico, volontà di inseguire i propri sogni, determinazione e innovazione.
Le storie dei Dreamers sono state raccolte all’interno di una piattaforma web (dreamerson.porscheitalia.com) che da settembre 2022, continua a essere arricchita periodicamente di nuovi contenuti.
MARIANNA GHIRLANDA: Trovo che questo progetto sia un ottimo esempio di come dovrebbe essere strutturata una strategia di brand entertainment. Perché genera curiosità, crea una forte connessione con
MARIANNA GHIRLANDA, CEO DI BBDO ITALIA.
il pubblico e, allo stesso tempo, rafforza la storia e i valori del brand. Penso che questo approccio sia fondamentale in un periodo in cui il livello medio dell’attenzione degli utenti si è ridotto drasticamente. Ed è una fortuna poter collaborare con clienti che comprendono e condividono questa visione.
DA QUALI ESIGENZE È NATA?
MASSIMILIANO CARIOLA: Porsche è un’azienda storica nata proprio dall’approccio pioneristico e ambizioso del suo fondatore Ferry Porsche, che non riuscendo a trovare la vettura sportiva dei suoi sogni ha deciso di costruirla da solo, traducendo la sua visione in una realtà ormai conosciuta in tutto il mondo. È per questo che noi di Porsche crediamo che non ci siano sogni impossibili da realizzare, ma solo traguardi raggiunti con maggior determinazione. Siamo guidati da questa attitudine ed è imprescindibile per noi comunicarla, rivolgendoci a tutti coloro che la condividono. Possiamo dire che per noi il sogno non ha confini ed è il motore più potente che ci sia. Non a caso, abbiamo scelto sognatori con storie caratterizzate da coraggio e ambizione, tutti appartenenti a mondi diversi. Questo ha fatto sì che ancora di più ognuno si potesse ritrovare nel mondo più vicino a sé e ci ha permesso di approcciare nuovi target group anche molto lontani dall’immaginario collettivo degli appassionati di Porsche. Mettendo al centro del nostro racconto di marca non solo il prodotto e le performance ma i valori e le emozioni. E questo, in un settore come quello del lusso, in cui la tendenza consolidata è quella di scegliere i brand in base ai valori che incarnano e alle experience che abilitano, è sempre più importante.
QUALI SONO I PRINCIPALI PUNTI DI FORZA DELLA CAMPAGNA?
MARIANNA GHIRLANDA: Penso che uno dei maggiori punti di forza di Dreamers.On sia proprio il messaggio che veicola. Un messaggio che parla di un tema universale e sempre attuale: il bisogno di seguire i nostri sogni. Anche i personaggi coinvolti contribuiscono a dare un boost al progetto. Abbiamo consapevolmente abbracciato una visione molto originale, rispetto ad altri progetti di comunicazione, selezionando i nostri ambassador per le loro storie e i loro valori, più che per i loro nomi o la loro notorietà presso il pubblico mainstream. Allo stesso tempo, la collaborazione con un partner editoriale come Condé Nast ci ha permesso di raggiungere il pubblico giusto sui canali più adatti, grazie a una multicanalità efficace e rilevante. Ultimo pensiero, ma non per importanza: credo che anche il crafting d’eccellenza della campagna, sviluppata in collaborazione con la casa di produzione Withstand Film, abbia contribuito al riconoscimento. Ogni singolo dettaglio è stato curato con un’attenzione, oserei dire, maniacale: dallo stile sempre diverso delle regie, selezionate con cura in base al tono del racconto e al mondo del Dreamer protagonista, alle interpretazioni dei voice over, impreziosite dalle voci autentiche e sincere di artisti della scena rap come Grido ed Ensi.
AVETE RICEVUTO DEI FEEDBACK DAGLI UTENTI FINALI PER QUESTA CAMPAGNA?
MASSIMILIANO CARIOLA: Il progetto ha riscosso un enorme successo, non solo fra gli appassionati storici del brand, ma anche fra le nuove generazioni che sembrano essere molto colpite da questo cambio di prospettiva. Le pagine social sono piene di commenti positivi e questo ci porta a pensare che anche il target più storico abbia accolto questo cambio di passo, condividendone l’importanza. Un’approvazione che abbiamo notato anche dall’incremento costante della nostra community. Insomma, questi continui apprezzamenti ci confermano che siamo sulla strada giusta. Ci piace pensare che ce ne saranno tanti altri, perché siamo solo all’inizio di questo percorso. Noi di Porsche Italia sicuramente ci impegneremo a promuovere questo messaggio di chiara visione verso il futuro.
IN QUESTA PAGINA, FRAME ESTRATTI DALLO SPOT PORSCHE CHE HA VINTO IL PREMIO ‘CAMPAGNE INTEGRATE DIGITALI’ DURANTE IL 24° INTERACTIVE KEY AWARD.
PORSCHE NON È L’UNICA CAMPAGNA DI BBDO PREMIATA. MI PUOI
DIRE UNA BATTUTA DELLA CAMPAGNA E.ON?
MARIANNA GHIRLANDA: Accanto a Dreamers.On di Porsche, anche “L’impronta del Gigante Invisibile” sviluppata per E.ON è un progetto a cui tengo molto. Una campagna ambiziosa e integrata, che mette al centro un tema molto sentito dal brand, che da anni promuove l’uso sostenibile dell’energia offrendo diverse soluzioni, e dalle persone, che hanno sempre più a cuore la riduzione del proprio impatto sull’ambiente. Per chi non la conoscesse, si tratta di un’installazione temporanea – costruita a impatto zero – che ha riprodotto un’impronta lunga 23 metri in una spiaggia di Termoli, in Molise. Un’idea originale pensata per rendere visibile l’invisibile e sensibilizzare tutti gli italiani in merito al proprio impatto sul pianeta. Se ci pensiamo, è impressionante sapere che ognuno di noi produce in media 7 tonnellate di CO2 l’anno (fonte Istat). È un dato enorme che, con la collaborazione tra agenzia e cliente, abbiamo potuto raccontare in modo indelebile. MK
ROLLON: QUANDO IL PRODOTTO SI TRASFORMA IN ESPERIENZA
BUSINESS TO BUSINESS
ALESSANDRA ALBRETTI (IAB ITALIA), ROBERTO TONIOLO E ALESSANDRO BROI (ROLLON), ANDREA BOSSO, MATTEO FUSCO, GIULIA PALAZZO E FABRIZIO PORRO (DOMINO), CRISTIANO MILITELLO.
CLIENTE: ROLLON
AMM. DELEGATO: RUDIGER KNEVELS
DIRETTORE MARKETING: ROBERTO TONIOLO
WEB AND COMMUNICATION
SENIOR SPECIALIST: ALESSANDRO BROI
AGENZIA: DOMINO
ACCOUNT DIRECTOR: ANDREA BOSSO
ART DIRECTOR: FABRIZIO PORRO
PROJECT MANAGER: GIULIA PALAZZO
DESIGNER: CHIARA FERRARI
FRONT END DEVELOPER: DANIELE MANASSERO
BARBARA DI BENEDETTO
DAMIANO SENO
BACK END DEVELOPER: MATTEO FUSCO
SYSTEM ENGINEER: DANIELE LANCINI
DATA ANALYST: LETIZIA CAPILLI
L’ECOSISTEMA DIGITALE DI DOMINO PER ROLLON
ENNESIMA VITTORIA ALL’INTERACTIVE KEY AWARD PER L’AGENZIA DOMINO, QUEST’ANNO PER IL PROGETTO ROLLON. UN NUOVO SITO WEB PROGETTATO A PARTIRE DAI BISOGNI DEL CLIENTE E DOVE IL PRODOTTO È PROTAGONISTA IN MODO DA CONFERMARE LA REPUTAZIONE DI QUALITÀ E KNOW HOW DI UN GRUPPO SOLIDO E GRANDE.
DI GIANNI MARTINELLI
DOMINO È UN’AGENZIA PRESENTE SUL MERCATO DAL LONTANO 1996. ANNI DI PROLIFICA ATTIVITÀ E DI NOTEVOLI ESPERIENZE CHE GLI HANNO PERMESSO DI CRESCERE E CONSOLIDARSI SUL MERCATO CON PROGETTI D’ECCELLENZA, COME QUELLO DI ROLLON, RECENTE VINCITORE ALL’INTERACTIVE KEY AWARD.
Per saperne di più su questo nuovo progetto abbiamo intervistato Andrea Basso, Direttore Strategia e Consulenza di Domino e Roberto Toniolo, Chief Marketing Officer di Rollon.
CI POTETE INNANZITUTTO PRESENTARE LA CAMPAGNA VINCITRICE
ALL’IKA CHE AVETE REALIZZATO PER IL CLIENTE ROLLON?
ANDREA BOSSO: Quello di Rollon è stato un progetto interessantissimo perché è partito con la metodologia Domino Design Sprint! attraverso la quale abbiamo coinvolto tutte le regioni a livello mondiale in un processo di co-design del nuovo sito. Abbiamo lavorato insieme con un’agenda definita per raccogliere i bisogni di EMEA, NAFTA, LATAM e APAC, tracciato le personas globali e locali, gestito le perplessità e diversità per arrivare a un prototipo condiviso in quattro giorni di lavoro. Il Design Sprint! ci ha consentito di sviluppare il sito molto velocemente e senza attriti.
ANDREA BASSO, DIRETTORE STRATEGIA E CONSULENZA DI DOMINO.
QUALI SONO I PRINCIPALI PUNTI DI FORZA DELLA CAMPAGNA?
ANDREA BOSSO: Rollon è un caso non banale: il sito deve esprimere una serie di valori intangibili come qualità, affidabilità, capacità di co-progettazione. Anziché costruire pagine piene di dichiarazioni autocentrate, abbiamo scelto di mettere il prodotto al centro di contenuti che confermano la reputazione di qualità e know how di un gruppo solido e grande. Quindi un lavoro di grande semplificazione e vicinanza alle esigenze dei clienti, utilizzando il prodotto come strumento centrale di relazione con il cliente, anche per spiegare tutti i valori intangibili. Rollon è stato un cliente ideale sotto questo punto di vista: sempre focalizzato sul messaggio finale e sul valore da comunicare.
QUANTO SONO IMPORTANTI PER VOI I PREMI E I RICONOSCIMENTI DEL MERCATO?
ANDREA BOSSO: Domino è tra le poche agenzie digitali con una esperienza documentata di 26 anni e con clienti strutturati e che collaborano con noi da tempo. Anche i premi ci aiutano, quindi, a consolidare una reputazione esistente e questo ci riempie di orgoglio e soddisfazione. Mediakey è un partner che da anni ci aiuta a costrui-
ROBERTO TONIOLO, CHIEF MARKETING OFFICER DI ROLLON.
re questa nostra reputazione, con premi vinti per numerosi brand. Tra i tanti posso citarvi Martini e Bacardi (i primi, vinti nel lontano 2001), ma anche Fiat, Iveco, Jeep, tanti progetti b2b, Healthcare e Turismo. Insomma le sfide vinte sono tante e i riconoscimenti confermano che la nostra professionalità e competenza fa la differenza.
SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI OTTENUTI NEL 2022 E COME SONO LE PROSPETTIVE PER IL 2023?
ANDREA BOSSO: Sì, molto, abbiamo superato gli obiettivi che ci eravamo dati e i principali clienti ci hanno coinvolto su progetti pluriennali. Credo che la nostra esperienza nel gestire progetti molto articolati sia un unicum sul mercato che spinge i clienti a scegliere Domino. Sappiamo come affrontare la complessità.
IN QUESTA PAGINA, I DEVICE ATTRAVERSO CUI SI SNODA IL JOURNEY DIGITALE, SEMPRE PIÙ RICCO GRAZIE ALLE AI.
QUALI SONO LE PRINCIPALI SFIDE CHE VI VEDRANNO PROTAGONISTI IN FUTURO?
ANDREA BOSSO: Credo che nei prossimi 12 mesi il nostro lavoro cambierà radicalmente perché la combinazione tra AI, relazioni remote e metodologie agili richiederà agenzie con una forma molto diversa da quella attuale. Teniamo le orecchie dritte e studiamo molto per gestire questi tempi interessanti.
A ROBERTO TONIOLO DI ROLLON CHIEDIAMO LE RAGIONI PER CUI HANNO VOLUTO LANCIARE QUESTA
CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE CHE HA VINTO IL PREMIO ALL’IKA
ROBERTO TONIOLO: Il nuovo ecosistema digitale, così lo definiamo, che abbiamo realizzato è nato dall’esigenza di fornire al nostro utente un journey digitale quanto più ricco ed evoluto, un ventaglio di tool, informazioni di qualità, interazioni pensate per rispondere alle sue esigenze specifiche. Il nostro è un interlocutore profondamente tecnico, tipicamente un progettista alla ricerca di soluzioni applicative, per questo motivo velocità di accesso all’informazione, interazione con i nostri team di esperti e qualità dei contenuti sono stati i punti cardine del progetto. Progetto che è stato interamente ideato e disegnato attorno a lui.
SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI RAGGIUNTI DALLA CAMPAGNA?
ROBERTO TONIOLO: Siamo pienamente soddisfatti dei risultati ottenuti dalla campagna; riteniamo di aver evoluto profondamente l’esperienza digitale che offriamo ai nostri clienti e, più in generale, ai nostri interlocutori e stiamo già lavorando per arricchirla ulteriormente con nuove funzionalità.
PER CONCLUDERE, QUALI INIZIATIVE STATE PREVENDENDO PER IL FUTURO?
ROBERTO TONIOLO: Come ho appena detto, il progetto continua in
un’ottica di costante evoluzione, così come è in costante evoluzione il journey digitale del nostro utente. Con l’obiettivo di essergli sempre più vicino, fin dai primi passi nel mondo Rollon, stiamo lavorando a nuove modalità di interazione, nuovi tool per i progettisti e contenuti multimediali sempre più ricchi. MK
TIM JOVAVERSO
TECH & ICT
CLIENTE: TIM
RESP. BRAND STRATEGY, MEDIA & COMMERCIAL COMMUNICATION DI TIM: SANDRA AITALA
AGENZIA: REPLY
PARTNER: TRIDENT MUSIC
SARA CENTEMERO (IMPACT.COM), ENRICO NOVARI, SANDRA AITALA E ANDREA MELONI (TIM), ANDREA SANDALI (LIVE REPLY), DALIA GABERSCIK (TRIDENT MUSIC), CRISTIANO MILITELLO.
TIM: BENVENUTI NEL JOVAVERSO
LA COMPAGNIA DI TLC IN OCCASIONE DEL JOVA BEACH PARTY HA LANCIATO UN AMBIENTE VIRTUALE, IMMERSIVO E INTERATTIVO, DOVE I FAN DI LORENZO HANNO POTUTO VIVERE UN’ESPERIENZA MULTIMEDIALE UNICA. IN QUESTA
INTERVISTA NE PARLIAMO CON SANDRA AITALIA RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE COMMERCIALE DEL GRUPPO CHE È STATO PREMIATO AL 24° INTERACTIVE KEY AWARD NELLA CATEGORIA ‘TECH & ICT’.
DI MAURIZIO ERMISINO
OGGI CHE SI FA UN GRAN PARLARE DI METAVERSO, IL PRINCIPALE ABILITATORE DELL’INNOVAZIONE DIGITALE DEL NOSTRO PAESE, TIM, NON POTEVA NON DARCI LA SUA VISIONE DI QUESTO NUOVO MODO DI COMUNICARE. E LO HA FATTO CON UN MONDO VIRTUALE MOLTO SPECIALE: IL JOVAVERSO.
Come si può immaginare dal nome, TIM si è legata a un artista con cui condivide molti valori, su tutti l’innovazione. L’operazione è legata ai suoi concerti della scorsa estate, i Jova Beach Party. L’obiettivo era quello di coinvolgere i fan nel mondo di Jovanotti tramite il Jovaverso, un ambiente virtuale, immersivo e interattivo, dove potessero vivere un’esperienza multimediale unica, interagendo tra loro e vivendo il mondo del Beach Party a 360 gradi. L’operazione Jovaverso è stata premiata al 24° Interactive Key Award nella categoria ‘Tech & ICT’. L’ingresso nel Jovaverso è stato abilitato da un’applicazione di Realtà Virtuale (VR) e una di Realtà Aumentata (AR). Tramite il visore VR Meta Quest 2, gli utenti hanno potuto scegliere il proprio avatar e muoversi all’interno di un’isola virtuale. L’esperienza ha abilitato momenti di interazione tra gli utenti e contenuti particolarmente rappresentativi, sim-
bolici, iconici, della vita artistica e privata di Jovanotti tramite i controller del visore VR, i fan hanno potuto scegliere la propria canzone preferita interagendo con un ‘sound system’ ricostruito in stile fumettistico e indossare i cappelli preferiti di Jovanotti. Alla fine del viaggio virtuale, gli utenti si sono ritrovati davanti alla celebre tenda ‘teepee’, perfettamente ricostruita come il reale camerino di Jovanotti al Jova Beach Party. Tutto questo grazie a una piattaforma di extended reality di TIM. Il risultato dell’operazione sono oltre 10mila meccaniche di ingaggio, 5mila esperienze Jovaverso e Realtà Aumentata, 5 milioni di impression, tra tweet, post e story, 34mila engagement like share comments, oltre 3mila leads. Ne abbiamo parlato con Sandra Aitala, Responsabile Brand Strategy, Media & Commercial Communication di TIM.
QUELLA DELLE PARTNERSHIP, SOPRATTUTTO CON IL MONDO DELLA MUSICA, È UN FILONE IMPORTANTE NELLA NUOVA COMUNICAZIONE DI TIM.
Attrarre i giovani. Questo è uno degli obiettivi principali che ci siamo dati e su cui punta molto il nostro Amministratore Delegato, Pietro La-
IL PROGETTO JOVAVERSO REALIZZATO IN OCCASIONE DEL TOUR JOVA BEACH PARTY 2 CHE È VALSO A TIM IL PREMIO ‘TECH & ICT’ AL 24° INTERACTIVE KEY AWARD.
briola. La musica, insieme allo sport, è il filone principale con cui possiamo entrare in connessione con loro. Presidiamo quindi i contenitori musicali di maggior successo, da TIM Summer Hits al Jova Beach Party e Amici. Siamo legati inoltre alla musica dei Måneskin, la band italiana più forte del momento e in forte ascesa mondiale. Il loro tour italiano, sold out in tutte le tappe, ha avuto un grande ritorno sui nostri spot pubblicitari, in una perfetta sinergia multicanale. La loro musica è di fatto diventata la nostra colonna sonora nei jingle e nei tappetini musicali di tutta la nostra comunicazione.
CHE RAGIONAMENTI CI SONO DIETRO LA SCELTA DI CREARE UNA PARTNERSHIP CON UN EVENTO COME IL JOVA BEACH PARTY?
Lorenzo Jovanotti è un innovatore: sperimenta, cerca nuovi modi di fare musica e soprattutto di comunicare. È un personaggio che raccoglie target trasversali e grandi community, dai giovani ai genitori, con i quali interagisce in modalità multicanale: dal palco, alla Tv, ai social, al metaverso. È il testimonial giusto per il nostro brand perché condividiamo gli stessi valori – anche di evoluzione tecnologica – e la stessa strategia di comunicazione: fresca, innovativa, coinvolgente e sperimentale.
QUALI SONO I VALORI CHE JOVANOTTI HA IN COMUNE CON IL BRAND TIM?
L’innovazione tecnologica, la forza delle connessioni, la grande audience. Noi, come Lorenzo, vogliamo attrarre il grande pubblico e comunicare con loro. Jovanotti è trasversale, cavalca la scena da decenni, è riconosciuto per la sua energia, carisma e carica emotiva. Tutte associazioni che si coniugano perfettamente con i valori del nostro brand. Sono valori sinergici, quando le eccellenze scelgono le eccellenze.
LA PARTNERSHIP HA PREVISTO UNA SERIE DI ATTIVITÀ, CON UNA PRESENZA IMPORTANTE NELLE LOCATION DELL’EVENTO. IN QUESTO SENSO L’IDEA PRINCIPALE È STATA QUELLA DEL JOVAVERSO. IN CHE COSA È CONSISTITA, E COME HA CREATO ENGAGEMENT TRA I PARTECIPANTI?
Il Jovaverso è stato un metaverso con una grafica in stile fumettistico, che ha permesso a più utenti contemporaneamente di vivere un’esperienza immersiva e molto innovativa di Extended Reality su una piattaforma proprietaria di TIM. I partecipanti hanno potuto esplorare questo ambiente virtuale come se fossero in un videogioco, svolgendo varie attività condivise in precedenza con l’artista e tutte collegate al suo mondo, come indossare i suoi cappelli, scegliere le sue canzoni, leggerne i versi, incontrare il suo avatar mentre sta leggendo una poesia del suo libro e così via. Abbiamo quindi creato, all’interno di un nostro stand nell’area del concerto, la fusione tra realtà e Realtà Virtuale, dando vita a momenti di pura sperimentazione innovativa e all’avanguardia.
QUALI SONO I PARTNER, CREATIVI E TECNICI, CHE VI HANNO AIUTATO IN QUESTA OPERAZIONE?
Il nostro partner tecnico di riferimento è stato Reply, una società con cui abbiamo già in passato sviluppato altri contenuti sulla nostra piattaforma di Extended Reality. Dal punto di vista logistico e operativo siamo stati ovviamente aiutati da Trident, organizzatrice del tour, e per tutta la parte di comunicazione abbiamo lavorato in sinergia con Dalia Gaberscik responsabile della Comunicazione di Jovanotti.
I CAPPELLI, IL CAMERINO ‘TEEPEE’, L’AVATAR DI JOVANOTTI, LE SUE CANZONI DA SCEGLIERE. CHI SI È OCCUPATO DI CREARE IN UN MONDO VIRTUALE UNA RAPPRESENTAZIONE COSÌ FEDELE DEL MONDO DI JOVANOTTI?
La rappresentazione così reale è frutto di un lavoro di squadra con Reply e l’entourage di Lorenzo, che ci ha supportato nelle varie modifiche grafiche fino ad arrivare al risultato finale che avete potuto vivere indossando i visori e visitando l’isola del Jovaverso. Ovviamente le nostre competenze tecnologiche sono alla base della riuscita di tutto questo.
SANDRA AITALA, RESPONSABILE BRAND STRATEGY, MEDIA & COMMERCIAL COMMUNICATION DI TIM.
COME SI È LAVORATO ALLA CREATIVITÀ VISIVA PER PROMUOVERE QUESTA ESPERIENZA SUL WEB?
La nostra comunicazione è sempre un gioco di sinergie multicanale, dove un’accurata regia mette a punto la declinazione sui vari mezzi. Anche in questo caso, la creatività sul web è partita dalle immagini utilizzate per il Jovaverso, che sono state adattate alle caratteristiche del mezzo, creando così banner, sfondi, cartoline virtuali e tutto quanto fosse utile a promuovere il progetto e la sua user-ability per il nostro pubblico.
QUAL È STATA LA STRATEGIA DI PROMOZIONE SUL WEB DI JOVA BEACH PARTY E LA PARTNERSHIP CON TIM?
La strategia di promozione sul web nasce da singoli sponsor che grazie alle rispettive partnership hanno un ritorno di visibilità dal tour. Le attività di comunicazione sono partite molto prima rispetto all’evento: dall’annuncio delle date, lo sviluppo di strumenti dedicati agli sponsor come l’app dell’evento, i post sui social e le immagini dedicate alla promozione dei brand. Noi come TIM abbiamo fatto leva su tutti i mezzi di comunicazione messi in campo, declinandola su tutti i nostri asset, dai siti ai negozi, massimizzando il ritorno di visibilità del brand.
QUAL È STATO IL RITORNO DI QUESTA OPERAZIONE PER TIM?
Oltre ad aver fornito al tour tutta la connettività necessaria – dal palco all’area sponsor, dal backstage ai varchi di sicurezza – con un lavoro incredibile sul territorio, abbiamo portato la nostra ‘Forza delle connessioni’ in tutta l’Italia, facendoci riconoscere dal pubblico come il principale abilitatore tecnologico. I benefici derivanti da questo imponente sforzo si sono visti, in termini di interesse della clientela e di pedonabilità. Quando i migliori scelgono i migliori i risultati sono sempre di grande successo. MK
UX E UI DESIGNERS: RUBEN PIEMARI CEREDA, FEDERICO SALVATORE, GIOVANNI DE MARCO
DIGITAL ART DIRECTOR: ALESSANDRO CINI, SARA BERARDI
UX COPYWRITER: SILVIA BASILE
CLIENTE: AUTOTORINO
PRESIDENTE: PLINIO VANINI
AMM. DELEGATO: STEFANO MARTINALLI
DIREZIONE: MATTIA VANINI
RESP. DIGITAL: MATTEO SCUTIFERO
RESP. SITO WEB: MARTINO BONANOMI
RESP. DIGITAL MARKETING: GIACOMO NANI
PROJECT MANAGER
E-COMMERCE: MARCO STEFANI
RESPONSABILE IT: GIANLUCA MAZZONI
PROGRAM MANAGER: LUCA CEVA
PROJECT MANAGER
AREA SERVIZI: NICOLA ROSSOTTI
PROJECT MANAGER
AREA COMMERCIALE: VALERIO GHERSINI
AGENZIA: CERNUTO PIZZIGONI &
PARTNERS
CEO, HEAD OF INNOVATION
E PARTNER: LUCA OLIVERIO
STRATEGY DIRECTOR, PROJECT MANAGER E
MOBILITY AS A SERVICE CON AUTOTORINO
IL NUOVO SITO WEB DI AUTOTORINO È UN VERO E PROPRIO PORTALE D’ACCESSO ALL’ECOSISTEMA DIGITALE DEL GRUPPO, PERCHÉ COINVOLGE I CLIENTI A 360 GRADI, METTENDO IN EVIDENZA L’INTERO VENTAGLIO DEI SERVIZI OFFERTI, SUPPORTATI DA UN’INTELLIGENZA DIGITALE IN GRADO DI OFFRIRE UNA CUSTOMER JOURNEY PERSONALIZZATA E SODDISFACENTE.
DI GIANNI MARTINELLI
LO SVILUPPO DEL NUOVO SITO WEB AUTOTORINO È STATO UN PROCESSO ARTICOLATO CHE HA VISTO COINVOLTI IN UNA PERFETTA SINTONIA E SINERGIA L’AGENZIA CERNUTO PIZZIGONI & PARTNERS
E I RAPPRESENTANTI DI AUTOTORINO. Il risultato finale è un asset strategico determinante nell’evoluzione del business dell’azienda. Per saperne di più abbiamo intervistato Massimiliano Trepiccione (Strategy Director e Partner di Cernuto Pizzigoni & Partners), Roberto Pace (Creative Lead e Partner di Cernuto Pizzigoni & Partners), Matteo Scutifero (Responsabile Web del gruppo Autotorino) e Mattia Vanini (Vicepresidente Gruppo Autotorino).
CI POTETE INNANZITUTTO PRESENTARE IL PROGETTO VINCITORE ALL’IKA CHE AVETE REALIZZATO PER IL CLIENTE AUTOTORINO?
MASSIMILIANO TREPICCIONE: Autotorino.it è il nuovo punto d’accesso all’ecosistema digitale del dealer automotive italiano di riferimento: un sito web pensato per diventare un vero hub al servizio del cliente per tutte le sue esigenze di mobilità privata, che conferma Autotorino quale fornitore a 360° anche online. Si tratta, a tutti gli effetti, di uno strumento commerciale che ha la responsabilità di tradurre in codice e interfacce l’incredibile know how di un’azienda che può vantare 62 sedi e 2050 collaboratori: provate a immaginare cosa significhi, nel corso del processo di service design e progettazione di UX e UI che ci ha visto coinvolti, relazionarci con le sfaccettature e le aspettative di un gruppo leader di mercato che registra un fatturato di 1,6 miliardi di euro! Il tutto commisurato a un settore estremamente dinamico come l’Automotive
che oggi impone un cambio di paradigma: da venditori di beni a facilitatori all’uso di nuovi servizi, tenendo sempre al centro la volontà di offrire attenzione, soluzioni competitive e di qualità ai clienti.
QUALI SONO I PRINCIPALI PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO?
ROBERTO PACE: Senza dubbio la capacità di coordinare competenze, know-how ed esigenze del team Autotorino è stata la chiave per tradurre l’eccellenza del gruppo in un ambiente digitale che mette al centro l’attenzione alla qualità dell’esperienza utente nel corso dell’intera buyer journey. Il nuovo sito web è progettato per coinvolgere il cliente in ogni momento del suo percorso, dalle primissime fasi di esplorazione al post-vendita, con la stessa vicinanza e attenzione garantite off-line. Un vantaggio competitivo ottenuto grazie a un incredibile gioco di squadra.
MASSIMILIANO TREPICCIONE: Abbiamo attivato un processo di service design partecipativo senza precedenti in Autotorino, che abbiamo condotto coinvolgendo in decine di ore di workshop collaborativi mirati più di 60 tra manager e responsabili delle varie funzioni aziendali. A partire dagli obiettivi definiti dal board, le funzioni e i reparti marketing, corporate, servizi, vendite, filiali, brand manager, post vendita, BDC ecc., coordinate dai team web, sviluppo e innovazione, avevano il compito di individuare i pain point del vecchio sito web, le richieste dei diversi portatori di interesse attivi, le necessità dei clienti e del business e analizzare i vincoli economici e tecnologici. Ciò ci ha permesso di progettare il sito web come diretta emanazione non solo delle competenze residenti
in azienda, ma anche dei suoi valori fondanti che, non a caso, sono oggetto di un parallelo percorso di comunicazione interna che stiamo portando avanti con il nome ‘DNA Autotorino’.
QUALI SONO LE PRINCIPALI SFIDE CHE VI VEDRANNO PROTAGONISTI IN FUTURO?
ROBERTO PACE: In Cernuto Pizzigoni & Partners poggiamo le radici nella cultura di marca e usiamo creatività e tecnologia per migliorare la competitività dei messaggi di brand e prodotti. Siamo un team di professionisti che studia, conosce e utilizza tutti i mezzi di comunicazione per spingere l’innovazione sia sui canali tradizionali quanto su quelli digitali, un approccio che passa dalla progettazione della customer experience all’analisi dei dati.
MASSIMILIANO TREPICCIONE: Una delle sfide più importanti del mercato è riuscire a governare le evoluzioni del customer journey soppesandone adeguatamente i fattori che contribuiscono a condizionarlo, come la situazione di mercato contingente, i benefici emozionali ricercati, le preferenze d’acquisto, l’esperienza relazionale, le trasformazioni dei touchpoint, il momento di contatto nel percorso di acquisto ecc. Ecco perché abbiamo un posizionamento fondato sul Brand Experience Design: continueremo a costruire esperienze di marca proponendoci come un partner al fianco dei clienti, capace di lungimiranza strategica e di efficacia operativa.
QUALI SONO LE RAGIONI CHE VI HANNO SPINTO A RIPROGETTARE IL VOSTRO SITO WEB?
MATTEO SCUTIFERO: Quando abbiamo iniziato a lavorare al nuovo progetto con Cernuto Pizzigoni & Partners ci siamo posti l’obiettivo non solo di offrire la migliore esperienza possibile all’utente, in una prospettiva di fluida continuità tra digitale e vissuto nelle nostre filiali, ma anche di dotare l’azienda di uno strumento capace di evolvere allo stesso ritmo del mercato che esaltasse tutta la nostra competenza commerciale e capacità di innovazione. Se già il precedente sito web era in grado di movimentare centinaia di migliaia di utenti unici al mese, il nuovo ecosistema assume una rilevanza ancora più strategica.
MATTIA VANINI: Parliamo infatti di un portale d’accesso all’ecosistema digitale Autotorino, e non semplicemente di ‘sito web’, perché porta in evidenza e in immediata fruibilità l’intero ventaglio dei servi-
zi dell’azienda, supportato da un’intelligenza digitale in grado di offrire un customer journey personalizzato e soddisfacente, in una reale prospettiva di mobility as a service. Questo premio è un importante riconoscimento dell’impegno e delle potenzialità di tutte le intelligenze interne al Gruppo Autotorino, inoltre rappresenta un’ulteriore tappa del percorso di innovazione tecnologica che l’azienda traccia e sostiene da oltre 20 anni.
SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI RAGGIUNTI?
MATTEO SCUTIFERO: I risultati sono stati subito evidenti: mettendo a confronto il primo trimestre del 2022 con quello del 2023 il nuovo sito ha generato ottime performance con un aumento dell’80% dei lead generati, del 35% delle pagine visitate, del 65% della durata di coinvolgimento della sessione e del 50% delle impression Google. Senza dimenticare l’ottimizzazione dei processi interni che ci ha permesso di rendere più efficiente la gestione ordinaria del sito, recuperando oltre 100 ore/uomo al mese oggi già destinate a nuove attività a maggior valore aggiunto, come per esempio sviluppo e test di nuove funzionalità.
QUALI INIZIATIVE STATE PREVENDENDO PER IL FUTURO?
MATTEO SCUTIFERO: Stiamo già lavorando all’arricchimento dell’esperienza utente con percorsi di acquisto online dei nostri veicoli, dei nostri servizi e di ricambi e accessori a magazzino. Quello che vedete oggi è solo l’inizio di un viaggio, la prima versione di un sistema in trasformazione che, grazie allo studio dei dati e alla comprensione delle necessità dei clienti, mira a soddisfare le richieste della ‘nuova mobilità’. MK
DA
SOPRA, MOCKUP DEL NUOVO SITO AUTOTORINO.IT DECLINATO PER IL BROWSER SU PC E MOBILE.
SINISTRA, MARCO STEFANI (PROJECT MANAGER E-COMMERCE AUTOTORINO), GIACOMO NANI (RESPONSABILE DIGITAL MARKETING), MARTINO BONANOMI (RESPONSABILE SITO WEB), MASSIMILIANO TREPICCIONE, LUCA OLIVERIO (CEO, HEAD OF INNOVATION E PARTNER CERNUTO PIZZIGONI & PARTNERS) E MATTEO SCUTIFERO (RESPONSABILE DIGITAL).
LOST IN MODENA
INFLUENCER MARKETING
CLIENTE: COMUNE DI MODENASERVIZIO PROMOZIONE DELLA CITTÀ E TURISMO
DIRIGENTE: GIOVANNI BERTUGLI
AGENZIA: INTEGRA SOLUTIONS
CREATIVE DIRECTOR: ALESSANDRO BIAMONTI
ART DIRECTOR: MICHELA SIRRI
COPYWRITER: ALESSANDRO BIAMONTI
ACCOUNT DIRECTOR: FRANCESCO FERRO
ALESSANDRA ALBRETTI (IAB ITALIA), GIOVANNI BERTUGLI (COMUNE DI MODENA), FRANCESCO FERRO (INTEGRA SOLUTIONS), CRISTIANO MILITELLO.
ESPERIENZA IN RA FORMAGGI DALLA SVIZZERA
MOBILE COMMUNICATION & APP
CLIENTE: FORMAGGI DALLA SVIZZERA
COUNTRY MANAGER SCM: GIOVANNA FROVA
AGENZIA: SDM SOCIETÀ BENEFIT
PRESIDENTE E AMM. DELEGATO: GIORGIO CRIPPA
CLIENT SERVICE DIRECTOR: MYRIAM YACOUB
SVILUPPO/IMPLEMENTAZIONE: VIMUP
EXECUTIVE PRODUCER: JOSE GONZALEZ GALICIA
GRAPHIC DESIGNER: FEDERICO GONZALEZ GALICIA
POST PRODUZIONE: DIEGO GONZALEZ GALICIA
SPEAKER: ROBERTO LUONGO
ANTONELLA LA CARPIA (TEADS), GIOVANNA FROVA (FORMAGGI DALLA SVIZZERA), MYRIAM YACOUB (SDM), CRISTIANO MILITELLO.
UN VIAGGIO IN AR NEL MONDO EMMENTALER DOP
PER RAFFORZARE LA STRATEGIA EDUCATIONAL E REALIZZARE UNA
COMUNICAZIONE CHE PERMETTA AI CONSUMATORI E ALLE PERSONE DI VIVERE IN PRIMA PERSONA IL MONDO DEL FORMAGGIO EMMENTALER DOP, SDM HA REALIZZATO UN VIAGGIO IMMERSIVO IN REALTÀ AUMENTATA CHE HA PORTATO IL MONDO DI QUESTO FORMAGGIO DIRETTAMENTE NELLE CASE DEGLI ITALIANI.
DI GIANNI MARTINELLI
SDM È UNA AGENZIA DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONI CHE SVILUPPA PROGETTI E APPLICAZIONI DI MARKETING CON PASSIONE E COMPETENZA. È UNA SOCIETÀ BENEFIT PERCHÉ SI PONE OBIETTIVI
CHE VANNO OLTRE IL PROFITTO ECONOMICO, PERSEGUENDO INVECE UN BENEFICIO COMUNE.
Ne è un perfetto esempio la campagna realizzata per Emmentaler DOP che ha vinto nella categoria Mobile all’ultimo Interactive Key Award. Per saperne di più abbiamo intervistato Giorgio Crippa, Amministratore Delegato di SDM Società benefit e Giovanna Frova, Country Manager di SCM Italia.
CI POTETE INNANZITUTTO PRESENTARE LA CAMPAGNA VINCITRICE
ALL’IKA CHE AVETE REALIZZATO PER IL CLIENTE EMMENTALER DOP?
GIORGIO CRIPPA: L’esperienza in realtà aumentata di Emmentaler svizzero nasce da un duplice obiettivo: rafforzare la strategia educational e realizzare una comunicazione che permetta ai consumatori e alle persone di vivere in prima persona il mondo di questo formaggio. Questo non solo attraverso un classico canale digitale ma ‘trasportandole’ e ‘immergendole’ nel cuore della Valle dell’Emme dove nasce Emmentaler DOP. L’esperienza è un viaggio in realtà aumentata, uno storytelling a 360° che si propone di toccare con mano le varie fasi della produzione del formaggio: dalla natura fino alla produzione e la stagionatura dando la possibilità di approfondire e conoscere curiosità
GIORGIO CRIPPA, AMMINISTRATORE DELEGATO DI SDM SOCIETÀ BENEFIT.
e ricette. Con lo stesso strumento, è stata poi creata una declinazione rivolta agli operatori del Trade utilizzando OCULUS per accedere alla piattaforma ricca di materiali educational e informazioni tecniche, utili per formare la forza vendita e chi opera al banco dei freschi.
QUALI SONO I PRINCIPALI PUNTI DI FORZA DELLA CAMPAGNA?
GIORGIO CRIPPA: I punti di forza sono diversi: poter vedere concretamente dove e come nasce il prodotto senza artifizi è senz’altro un vantaggio che non ha eguali. Un risultato molto importante che ci tiene a cuore è essere riusciti a risparmiare circa 1.710 tonnellate di CO2 evitando le trasferte Italia-Svizzera portando il mondo di Emmentaler svizzero direttamente a casa degli italiani.
COSA SIGNIFICA PER SDM ESSERE UNA SOCIETÀ BENEFIT?
GIORGIO CRIPPA: Nel dicembre del 2022 ci siamo trasformati in società benefit convinti che non ci sia più tempo e spazio per perseguire solo obiettivi commerciali e che sia mandatorio porsi al contempo obiettivi di solidarietà, sostenibilità, inclusività e beneficio comune. Essere una società benefit significa assumersi una responsabilità sociale nei con-
A SINISTRA, I MATERIALI BTL DELLA CAMPAGNA EMMENTALER CHE INCLUDONO IL QR CODE.
fronti della comunità e dell’ambiente in cui operiamo. Questo ci consente di contribuire in modo concreto alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, lavorando in partnership con i nostri clienti per creare valore per la società e per l’ambiente. Il nostro obiettivo è di creare valore attraverso le attività che svolgiamo e i prodotti e i servizi che offriamo. Vogliamo contribuire a un mondo più giusto, equo e sostenibile, utilizzando la nostra esperienza e le nostre competenze per fare la differenza nella vita delle persone e nell’ambiente.
SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI OTTENUTI NEL 2022 E COME SONO LE PROSPETTIVE PER IL 2023?
GIORGIO CRIPPA: Abbiamo la fortuna di vivere un periodo di grandissime evoluzioni tecnologiche che, se ben comprese e utilizzate, consentono di creare dei progetti di comunicazione innovativi ed efficaci. Il 2022 è stato un anno molto positivo che ci ha visto consolidare le attività classiche di agenzia e crescere con i nuovi progetti legati al mondo Web3: realtà aumentata, Metaverso, NFT. Il 2023 è partito con i migliori auspici. I clienti ci stanno coinvolgendo con brief molto stimolanti che stiamo interpretando con un giusto mix di dati storici, esperienza e innovazione tecnologia, una ricetta che ci sta dando molte soddisfazioni.
QUALI SONO LE PRINCIPALI SFIDE CHE VI VEDRANNO PROTAGONISTI IN FUTURO?
GIORGIO CRIPPA: Stiamo lavorando a un progetto molto ambizioso, facciamobene.it, un programma di co-creazione solidale e continuativo, che aggregando gli sforzi di consumatori, brand e onlus persegue gli obiettivi inerenti al bene comune, alla solidarietà e sostenibilità secondo i criteri ESG e le direttive dell’Agenda 2030 promossa dall’ ONU. Stay tuned!
A GIOVANNA FROVA DI SCM ITALIA ABBIAMO CHIESTO LE RAGIONI PER CUI HANNO DECISO DI LANCIARE QUESTA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE CHE HA VINTO IL PREMIO ALL’IKA.
GIOVANNA FROVA: Da sempre SCM Italia, in rappresentanza dei Consorzi, si rivolge proattivamente ai consumatori finali per promuovere la conoscenza e la promozione dei principali formaggi svizzeri, operando su diversi fronti con un articolato piano di comunicazione che prevede l’above e il below the line, affiancato da un’intensa attività nei punti vendita, dove il cosiddetto ‘ultimo miglio’ fa la differenza. Il consumatore odierno è divenuto sempre più attento ed esperto, complice anche una maggiore attenzione al prezzo e alla qualità intrinseca dei prodotti, dove il ‘value for money’ acquisisce un peso determinante nell’ambito di un prodotto alimentare del largo
SOPRA E A SINISTRA, I VISUAL DELLA CAMPAGNA EMMENTALER, PREMIATA ALLA 24ª EDIZIONE DELL’INTERACTIVE KEY AWARD.
consumo. Oggi il nostro interlocutore è divenuto un attento conoscitore di proprietà nutrizionali, etichette, caratteristiche intrinseche del prodotto e sempre di più si interessa alla filiera, alla cura nella lavorazione e al territorio di provenienza e tanto altro ancora. È in quest’ottica che abbiamo sposato con entusiasmo il progetto di SDM, dove i consumatori, grazie a questo speciale QR code, possono vivere un’esperienza immersiva, attraverso un viaggio a 360 gradi alla scoperta dei territori e dei processi di maturazione e di lavorazione di Emmentaler DOP. Un vero e proprio viaggio a Km 0 per scoprire di più e lasciarsi coinvolgere dalla natura incontaminata della valle dell’Emme, dalle mucche che pascolano libere e si nutrono di erba fresca, dalla sapiente lavorazione dei nostri mastri casari fino alle caratteristiche organolettiche e alla ricettazione. Una modalità fresca e immediata che coinvolge e trasmette un mondo valoriale attraverso una modalità facile e intuitiva.
SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI RAGGIUNTI DALLA CAMPAGNA?
GIOVANNA FROVA: Siamo molto contenti dei risultati, non solo in termini di redemption ma soprattutto per i feedback entusiastici ricevuti, non solo dai consumatori, divertiti e coinvolti da questa nuova modalità di fruizione di contenuti ma anche dagli operatori del Trade, soddisfatti di poter coinvolgere ‘live’ i loro addetti alla vendita, maggiormente coinvolti nel prodotto grazie a questa modalità immersiva e ai tanti contenuti che a loro volta possono utilizzare nel rapporto con i loro clienti.
QUALI INIZIATIVE STATE PREVEDENDO PER IL FUTURO?
GIOVANNA FROVA: Abbiamo già finalizzato e lanceremo a giorni, il viaggio virtuale di altre due specialità svizzere, lo Sbrinz Dop e l’Appenzeller. Due nuove esperienze immersive che porteranno i consumatori a conoscere due altre affascinanti realtà e a scoprire i segreti e le caratteristiche di due eccellenze del settore caseario svizzero. Quest’attività, che ben si colloca con l’esigenza di veicolare uno storytelling ma anche di fornire informazioni concrete a chi ci consuma, rientra in un progetto più ampio denominato Masterclass consumer. Abbiamo in serbo un bellissimo progetto, che vedrà coinvolti i nostri ‘QR code parlanti’ previsto per la fine del 2023, protagonisti di una Masterclass dedicata al consumatore finale, da condividere a casa con amici e familiari. MK
GIOVANNA FROVA, COUNTRY MANAGER DI SCM ITALIA.
A2A: TRANSITION BY DESIGN
AUTOMOTIVE AND ENERGY
CLIENTE: GRUPPO A2A
PRESIDENTE: MARCO PATUANO
AMM. DELEGATO E
DIR GENERALE: RENATO MAZZONCINI
CHIEF COMMUNICATIONS, SUSTAINABILITY AND REGIONAL
AFFAIRS OFFICER: CARLOTTA VENTURA
RESP. SOCIAL NETWORKING
& WEB: LAURA TILOCCA
RESP. WEB: GIACOMO IACOVELLI
AGENZIA: I MILLE
DESIGN DIRECTOR: PIETRO SPAGNOLO
CLIENT LEAD: ARIANNA MORANDI
PRODUCT & SERVICE
DESIGNER: LUIGI EDOARDO
CHIAVERINI
FRANCESCO NECCO
ECE BATUR
BEN BUGLI
STRATEGIST: MARTA DE GENNARO
LINDA MICHELON
ANTONELLA LA CARPIA (TEADS), LAURA TILOCCA E GIACOMO IACOVELLI (GRUPPO A2A), ARIANNA MORANDI E PIETRO SPAGNOLO (I MILLE), CRISTIANO MILITELLO.
DONNAFUGATA
FOOD AND BEVERAGE
CLIENTE: DONNAFUGATA
AGENZIA: WEBSOLUTE
PRESIDENTE: LAMBERTO MATTIOLI
DIR. MARKETING: CLAUDIO TONTI
ART DIRECTOR & DESIGNER: STEFANO CORINALDESI
DESIGNER: FEDERICA CAMPANELLI
ANTONELLA LA CARPIA (TEADS), MASSIMO DE SIMONE E LUCA PANTÒ (WEBSOLUTE), CRISTIANO MILITELLO.
WEBSOLUTE UNISCE DESIGN STRATEGIA E SVILUPPO
WEBSOLUTE SI È DIMOSTRATO ANCORA UNA VOLTA IL PARTNER IDEALE PER I CLIENTI CHE HANNO BISOGNO DI UN’AGENZIA COMPETITIVA E
QUALIFICATA CON UNA LUNGA ESPERIENZA IN SVILUPPO DI SITI WEB E DI STORYTELLING. E L’ULTIMA VITTORIA ALL’IKA NE È L’ENNESIMA CONFERMA.
LA MISSION DI WEBSOLUTE È QUELLA DI AIUTARE I BRAND A COSTRUIRE PERCORSI IN CUI IL DESIGN E LA TECNOLOGIA SIANO PARTE INTEGRANTE DEL LORO SUCCESSO E IN CUI LA LORO PRESENZA DIGITALE DIVENTI UNA DESTINAZIONE.
Come l’ultimo progetto vincitore all’Interactive Key Award e di cui ci parla Stefano Corinaldesi, Head of Design di Websolute.
CI POTETE INNANZITUTTO PRESENTARE IL PROGETTO VINCITORE ALL’IKA?
Donnafugata si è rivolta a Websolute perché aveva la necessità di un restyling completo del sito web, che fino a quel momento era suddiviso in due piattaforme separate: un’e-commerce per la vendita al cliente finale e un sito istituzionale dove si raccontava la storia dell’azienda e dei singoli prodotti. A causa di un forte disallineamento fra brand identity e immagine percepita dal cliente il brand non comunicava con il proprio target i suoi valori. Andava colmato il divario tra l’immagine del marchio e la sua percezione nel digitale a partire dal sito web in quanto touch point principale per la comunicazione con il consumatore. Grazie a una collaborazione intensa con il cliente e a una visione condivisa sugli obiettivi siamo riusciti a realizzare un e-commerce in grado di rispondere alle esigenze del brand. Il progetto prevedeva la realizzazione di un sito ben strutturato che avrebbe avuto il vantaggio di comunicare il marchio in modo chiaro e diretto al cliente finale, unificando le due differenti percezioni che si erano create: quello che Donnafugata è e quello che i suoi clienti percepiscono a livello di brand. Il nostro compito è stato
quello di rispondere alla sua domanda, riunendo i due canali in un’unica piattaforma e-commerce story driven. Abbiamo lavorato sia a livello di immagine del sito che a livello di storytelling, realizzando quindi un’esperienza di shopping online guidata dalla storia del brand. Ogni vino racchiudeva una storia, il nostro progetto ha permesso di esaltarla. Per farlo abbiamo introdotto una nuova prospettiva nello storytelling di prodotto e creato un’esperienza utente coinvolgente, dall’esplorazione del catalogo al racconto del processo produttivo fino all’acquisto.
QUALI ERANO GLI OBIETTIVI CHE IL PROGETTO DOVEVA RAGGIUNGERE?
Gli obiettivi definiti per questo progetto erano due: da un lato riposizionare il brand nel digitale e dall’altro rendere efficiente l’e-commerce per aumentare le vendite online. Il design del nuovo sito rispondeva a esigenze di brand awareness e quindi di comunicare al cliente finale una identità di marca coerente con l’evoluzione aziendale. La strategia di e-commerce che abbiamo ideato doveva invece massimizzare il budget investito dal cliente per rispondere a esigenze di vendita diretta del prodotto, senza doversi affidare a un marketplace esterno. La possibilità di avere una piattaforma interna ha infatti permesso all’azienda di personalizzare al massimo l’esperienza di acquisto e il racconto che la accompagna. Websolute ha una lunga esperienza in ambito sia di sviluppo di siti web che di storytelling, per questo motivo è stato il partner ideale per dare una soluzione al lato tecnico del sito e alla strategia di racconto, che in questo progetto erano due aspetti fondamentali. Il sito del cliente, quindi doveva raccontare il brand, i propri valori e il prodotto, e in quanto ecommerce è stato sviluppato anche nella parte tecnica e di user-customer experience, perché oltre che comunicare deve anche essere facilmente fruibile per l’utente, accompagnandolo dal racconto all’acquisto. Un restyling completo anche a livello strategico avrebbe permesso al cliente di esprimere appieno le proprie potenzialità, soprattutto lato storytelling, e di conseguenza a comunicare con il cliente finale in maniera efficiente ed efficace il proprio vino e l’azienda, quindi l’identità di brand.
A SINISTRA, L’APERTURA DELLA PAGINA DEDICATA ALLA NARRAZIONE DEL VINO CHIARANDÀ DONNAFUGATA.
DI GIANNI MARTINELLI
QUALI SONO STATE LE FASI DI SVILUPPO CHE AVETE AFFRONTATO PER STRUTTURARE IL NUOVO SITO?
I sei mesi di progetto sono stati scanditi da tre diverse fasi. La prima fase prevedeva un’analisi strategica. Era fondamentale un’approfondita conoscenza dell’azienda. Siamo quindi stati invitati in Sicilia per incontrare il cliente e vivere di persona i luoghi, la cultura e il vino. Questo ci ha permesso di fare un assessment, ovvero una valutazione di quella che era la situazione in quel momento e avere una fotografia strategica dell’azienda e del prodotto. A questo punto siamo passati alla seconda fase, incentrata sulla progettazione e lo sviluppo del sito, di cui abbiamo ridefinito l’architettura delle informazioni e funzionalità tecniche. Sulla base di queste abbiamo progettato una user experience e una user interface in grado di definire una nuova identità digitale del brand e in grado di rispondere sia alle esigenze di storytelling che alla definizione di un funnel di acquisto efficace per l’e-commerce. Lo sviluppo front-end ha permesso di dare vita all’interfaccia arricchendola di animazioni e interazioni mentre lo sviluppo back-end ha reso possibile la gestione dei contenuti su una piattaforma multimercato. La terza e ultima, è stata la fase di testing e go live. Successivamente alla progettazione e allo sviluppo della piattaforma vera e propria era necessario, infatti, testare e verificare che il sito fosse sempre perfettamente funzionante sotto ogni aspetto: navigabile da qualsiasi browser e device, da ogni paese del mondo e che l’esperienza d’acquisto fosse fluida e senza errori.
QUALI SONO I PRINCIPALI PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO?
I migliori vini siciliani meritavano un grande palcoscenico. Assaporare una delle loro bottiglie e visitare una delle loro tenute è un’esperienza unica, pensiamo di essere riusciti a riprodurre quella sensazione online. Ogni vino trova nel sito un racconto dettagliato e customizzato perfino nel colore di sfondo, differente per ciascuna product page, ed estratto dalla palette dell’etichetta sulla bottiglia. Se un visitatore desidera saperne di più su un prodotto, l’interfaccia e le interazioni allo scroll lo conducono ad approfondirne i dettagli. La narrazione continua con immagini, video, citazioni, premi e ricette. Perfino delle playlist musicali di brani associati a ciascun vitigno. Questa congiunzione perfetta tra l’universo del marchio e quello di acquisto era molto importante per noi. In Websolute
A SINISTRA, SCREENSHOT CHE MOSTRA IL DESIGN STUDIATO DA WEBSOLUTE PER IL NUOVO SITO DONNAFUGATA.
crediamo che un’esperienza di marca digitale non debba fermarsi alla homepage ma persistere all’interno di tutta la navigazione fino alla pagina di dettaglio prodotto, poiché in ognuna di queste sezioni, un potenziale acquirente potrebbe ancora cercare ispirazione. Per questo motivo il processo produttivo, i luoghi, la storia, le persone e la sostenibilità non sono valori appannaggio delle sole aree istituzionali ma diffusi all’interno di ciascuna pagina del sito. Allo stesso modo l’ampiezza dell’offerta a catalogo, la varietà di formati, confezioni regalo e le diverse annate di produzione sono rese facilmente esplorabili da una navigazione immediata e un’esperienza di acquisto semplice e guidata come in enoteca.
CREATIVITÀ
E TECNOLOGIA, QUALE È A VOSTRO AVVISO IL MIX VIN-
CENTE?
Parlare di creatività senza utilizzare termini astratti e vaghi è sempre un’impresa difficile. Tuttavia, è innegabile che la creatività stia diventando una delle qualità più importanti per l’uomo. Nell’epoca del machine learning e dell’Intelligenza Artificiale la creatività rappresenta ciò che ci rende unici. Lo sviluppo tecnologico offre sempre nuove opportunità al design per essere innovativo. E il design quando è innovativo si sviluppa sempre di pari passo con la tecnologia per non essere fine a sé stesso. La nostra missione in Websolute è aiutare i brand a costruire percorsi in cui il design e la tecnologia siano parte integrante del loro successo e in cui la loro presenza digitale diventi una destinazione. Il nostro ambiente naturale è quello in cui la creatività si concentra sugli aspetti essenziali utilizzando tecnologie innovative e il potere dell’empatia per costruire qualcosa di unico e significativo. È quando si uniscono strategia, design e sviluppo che riusciamo a realizzare progetti che hanno una qualità estetica, sono comprensibili quindi utili e ottengono risultati. È solo con questo mix che possiamo creare un valore durevole nel tempo ed essere competitivi in un panorama digitale perennemente in evoluzione. MK
SOTTO, SEZIONE DEL SITO WEB DONNAFUGATA DEDICATO AGLI ACCOSTAMENTI MIGLIORI AI VINI PROPOSTI DALLA CANTINA.
WALLY YACHTS WEBSITE
FASHION AND LUXURY
CLIENTE: FERRETTI GROUP
AMM. DELEGATO: AVV. ALBERTO GALASSI
DIRETTORE GENERALE: ING. STEFANO DE VIVO RESP. COMUNICAZIONE E PUBBLICITÀ WALLY: PATRIZIA ROVARIS
WEB&DIGITAL
SUPERVISOR: CATERINA IELAPI
AGENZIA: BRANDT - POLGA
CREATIVE DIRECTOR: SIMONE POLGA
AGENZIA DI SVILUPPO: YODIGITO CO-FOUNDER & PRESIDENT: MASSIMO SIGNORINI
DAVIDE SCODEGGIO (QUALIFIER), YULIA SUKHNEVA E VIKTORYIA LUHAKOVA (GRUPPO SAN DONATO), CHRISTIAN POPODI, STELIO SPADARO, MARGHERITA PICCATO E UMBERTO CALDERA (LEO BURNETT - ARC UNIT), CRISTIANO MILITELLO.
SUPPORTING ART DIRECTION TEAM: CLAIRE BORDALOTTA
SUPPORTING CREATIVE TEAM: TOBIA GLORIO
SUPPORTING PM TEAM: MARGHERITA GALIOTO
CLIENTE: GRUPPO SAN DONATO
HEAD OF INTERNATIONAL MARKETING AND COMMUNICATION, HEAD OF BUSINESS DEVELOPMENT
RUSSIA & CIS: YULIA SUKHNEVA
COMMUNICATION AND MARKETING OFFICER: VIKTORYIA LUHAKOVA
AGENZIA: LEO BURNETT – ARC UNIT
(PUBLICIS GROUPE)
MANAGING DIRECTOR: STELIO SPADARO
CREATIVE DIRECTOR: CHRISTIAN POPODI
TECHNICAL DIRECTOR: UMBERTO CALDERA
ACCOUNT DIRECTOR: MARGHERITA PICCATO
PROJECT MANAGER: CHIARA BELLETTI
UX & CONTENT MANAGER: BARBARA BERARDI
ART DIRECTOR: GIADA ZANGIACOMI
GIACOMO PIOVESAN
COPYWRITER: PAOLO NAVA
LEAD BACK END DEVELOPER: SIMONE DORATI
BACK END DEVELOPER: DANILO ALLASIA
FRONT END DEVELOPER: GIULIO BRAMANTE
DAVIDE DANIEL FLAGELLO
COCA-COLA SUPER MATCH
BRAND ENTERTAINMENT & WEBSERIES
DAVIDE SCODEGGIO (QUALIFIER), CORINNA POGLIANA (THE COCA-COLA COMPANY), NICCOLÒ TOMIO (ESSENCEMEDIACOM ITALIA), DANIEL NEMNI (THE COCA-COLA COMPANY), ANDREA BOZZO (ESSENCEMEDIACOM ITALIA), CRISTIANO MILITELLO.
CLIENTE: THE COCA-COLA COMPANY
SENIOR BRAND MANAGER: DANIEL NEMNI
SENIOR MEDIA MANAGER: CORINNA POGLIANA CONNECTION AND MEDIA MANAGER: DIEGO DANIELE
AGENZIA: ESSENCEMEDIACOM ITALIAGROUPM ITALIA
FIAT WRAPPING ADS
SOCIAL MEDIA STRATEGY NON FOOD
ALESSANDRA ALBRETTI (IAB ITALIA), DANIELE MILANI (STELLANTIS), EMANUELE LEONE ED EDOARDO BERGANTIN (LEO BURNETT ITALIA), VALENTINA COSTAMAGNA E BEATRICE BAÀ (STELLANTIS), SOFIA MAZZA E FRANCESCA NIEDDU (PUBLICIS SAPIENT), CRISTIANO MILITELLO.
CLIENTE: FIAT
AMM. DELEGATO: OLIVIER FRANÇOIS
DIRETTORE MARKETING: LAURENT DIOT HEAD OF GLOBAL
BRAND CONTENT: PIERA GALLO
AGENZIA: LEO
BURNETT ITALIA
EXECUTIVE CREATIVE
DIRECTOR: FRANCESCO MARTINI
CREATIVE DIRECTOR: GIUSEPPE CAMPISI
ART DIRECTOR: EDOARDO BERGANTIN
COPYWRITER: EMANUELE LEONE
CLIENT SERVICE DIRECTOR: PAOLO GRIOTTO
ACCOUNT MANAGER: SILVIA DI BUCCHIANICO
PRODUCTION COMPANY: AGILE PRODUCTION/ PRODIGIOUS
EXECUTIVE PRODUCER: ALESSIO ALBERTO ZAZZERA
PRODUCER: MARCO RICCIO
DIRECTOR: PIETRO BARAGGI
EDITOR OFFLINE, COLORIST,
POST VIDEO: EUGENIO SCIOLA
POST AUDIO: GENERAL JINGLES
ENEGAN – CAMPAGNA FACCE 2022
SUSTAINABILITY, NO PROFIT, CSR
CLIENTE: ENEGAN
PRESIDENTE: ANDREA GUARDUCCI
AMM. DELEGATO: GIOVANNI PUCCI
DIRETTORE GENERALE: WALTER BUCELLI
DIRETTORE MARKETING: MASSIMILIANO LESSI
UFFICIO STAMPA: GIANPAOLO ANSALONE
AGENZIA: BRAND FACTORY
CREATIVE DIRECTOR: ANGELICA APERTI
ART DIRECTOR: LORENZO BRUNI
COPYWRITER: LUCA LODDO
ACCOUNT DIRECTOR: MONIA SGARAVIZZI
SARA CENTEMERO (IMPACT.COM), MASSIMILIANO LESSI E GIANPAOLO ANSALONE (ENEGAN), MONIA SGARAVIZZI (BRAND FACTORY), LORENZO BRUNI (BRAND FACTORY), CRISTIANO MILITELLO.
THE INVISIBLE GIANT’S FOOTPRINT
CAMPAGNE INTEGRATE MULTIMEDIALI
SARA CENTEMERO (IMPACT.COM), CRISTINA GUIDI, ANNA DE MADDALENA E MAURO BIRAGHI (E.ON ENERGIA), CRISTINA PONTELLO, DANIELE DIONISI (DLV BBDO), FEDERICO SALVI (BEDESCHI FILM), GIULIO MELEGARI (DLV BBDO), CRISTIANO MILITELLO.
CASA DI PRODUZIONE: BEDESCHI
FILM
PRODUTTORE: GIOVANNI BEDESCHI
EXEC. PRODUCER: FEDERICO SALVI
REGISTA: CLAUDIO GALLINELLA
PRODUCER: FULVIO BIAVASCHI
MONTAGGIO E POST PRODUZIONE: ANDREA BESANA, FRANCESCA CASTELLARI, TOMMASO BEDESCHI FOTOGRAFIA: STEFANO BELLA
CLIENTE: E.ON ENERGIA
CEO: FRANK MEYER
CORPORATE & MARKETING COMMUNICATIONS
DIRECTOR: MAURO BIRAGHI
HEAD OF ADVERTISING & DIGITAL COMMUNICATION: LAURA DE CESARE
SOCIAL MEDIA MANAGER: ANNA DE MADDALENA
ADVERTISING MANAGER: CRISTINA GUIDI
AGENZIA: DLV BBDO
EXEC. CREATIVE DIRECTOR: SERENA DI BRUNO DANIELE DIONISI
ART DIRECTOR: DAVIDE POLI ALBERTO TERRIBILE
COPYWRITER: ELEONORA DINI ALESSIA BUONO
ACCOUNT SUPERVISOR: JULIE DE BIOLLEY
ACCOUNT EXECUTIVE: GIULIO MELEGARI
CHIEF STRATEGIC OFFICIER: CHIARA NICCOLAI
CLIENT SERVICE DIRECTOR: CRISTINA PONTELLO
HEAD OF SOCIAL: ANDREA QUARINI
SOCIAL MEDIA MANAGER: DAVIDE SPINELLI
PRODUCER: ALESSANDRO SARDINI
GAME PENNY VEGAS
ADVERGAME & ENTERTAINMENT
CLIENTE: PENNY ITALIA
PRESIDENTE, AMM. DELEGATO E
DIR. GENERALE: NICOLA PIERDOMENICO
DIRETTORE MARKETING: BRUNO BIANCHINI
CRM MANAGER: STEFANIA CERRETO
AGENZIA: HALLELUJAH
CREATIVE DIRECTOR: RICCARDO QUARTESAN
ART DIRECTOR: CHIARA BONIFORTI
COPYWRITER: PAOLA CAMPANELLI
CLIENT & STRATEGY
DIRECTOR: VALERIO FRANCO
ZAVERIO BETTONAGLI (GIURATO 24°IKA), STEFANIA CERRETO E FRANCESCA SEMISA (PENNY ITALIA), MIZIO RATTI E VALERIO FRANCO (HALLELUJAH), CRISTIANO MILITELLO.
TI GLOVO
SOCIAL MEDIA STRATEGY FOOD
CLIENTE: GLOVOAPP23, S.L.
AMM. DELEGATO: ELISA PAGLIARANI
AGENZIA: ARTATTACK GROUP (ARKAGE)
CREATIVE DIRECTOR: MAURO FELIZIANI
ART DIRECTOR: MASSIMILIANO PARISI
COPYWRITER: ERIC MEMOLLA
PROJECT MANAGER: CLAUDIA DE RISO
ACCOUNT DIRECTOR: ANDREA POMPONI
REGIA: YARI SACCOTELLI
SVILUPPO/IMPLEMENTAZIONE: ARTATTACK GROUP (ARKAGE)
WINE IDENTITY ITALIANA PIÙ SOLIDA DA VERONA ALL’ESTERO
LA
PIÙ
GRANDE MANIFESTAZIONE ITALIANA DEDICATA AL VINO SI
CONSACRA COME PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA PROMOZIONE ENOLOGICA NAZIONALE.
DI GIOVANNI SERRA
BUSINESS, INTERNAZIONALIZZAZIONE E POSIZIONAMENTO SONO LE TRE DIRETTRICI ESPLICITE DEL 55° VINITALY, LA PIÙ GRANDE AMBASCIATA ITALIANA DEL VINO, CON 100MILA METRI QUADRATI ESPOSITIVI NETTI, 17 PADIGLIONI OCCUPATI, OLTRE 4MILA AZIENDE DA TUTTA ITALIA E DA PIÙ DI 30 NAZIONI.
Direttrici alle quali si aggiunge quella della comunicazione. Vinitaly, infatti, è un mega spot al vino italiano con quasi 4miliardi di audience generata sui media in Italia e all’estero nella settimana clou della manifestazione. Un ritorno di promozione indiretta che coinvolge anche gli altri due saloni professionali che si svolgono in contemporanea a Verona, Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open e Xcellent Beers, che portano il totale espositivo a più di 4.400 aziende.
Partito con oltre 11 mila appuntamenti già fissati prima dell’inizio della rassegna tra buyer e aziende attraverso la piattaforma online e tramite l’iniziativa ‘Taste and Buy, Vinitaly’ si è chiuso con 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edi-
zione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Di questi, oltre mille top buyer selezionati e ospitati direttamente da Veronafiere e da Ice-Agenzia.
“Un Vinitaly finalmente a pieno regime, che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni. Siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione”, commenta il Presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. “L’obiettivo”, aggiunge, “è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero”.
Tra le 68 rotte di destinazione del vino italiano orientate su Verona emergono, oltre alle consolidate piazze di Usa e Canada, i 17 Paesi dell’Asia, guidati da Cina (130 top buyer), Giappone, Corea del Sud ma anche Hong Kong e Singapore, i 12 dal Centro e Sud America, con Brasile e Argentina in testa, 9 stati africani e una mappa europea a quota 26.
Vinitaly va collocato di diritto tra i grandi brand italiani. Lo conferma lo stesso Bricolo, nel dichiarare “l’obiettivo di potenziare ulteriormen-
A
DESTRA, UNA DELLE VINITALY MASTERCLASS, CHE HANNO DATO L’OPPORTUNITÀ AL PUBBLICO DI AVVICINARSI AL VINO BIOLOGICO ATTRAVERSO ITINERARI SENSORIALI.
te l’identità e la centralità della manifestazione, oggi riconosciuta quale brand in grado di trainare la promozione del vino italiano a livello internazionale. Il risultato della campagna straordinaria di incoming realizzata quest’anno ci proietta verso il Vinitaly del futuro, leva per la competitività e la crescita di questo settore strategico del made in Italy”.
E va comunicato come un vero e proprio format: “Abbiamo attuato un programma di investimenti eccezionali unitamente a importanti economie di scala per potenziare, già da questa edizione di Vinitaly, il panel di top buyer a Verona”, aggiunge l’Amministratore Delegato dell’azienda fieristica, Maurizio Danese. “Garantire business e nuove opportunità commerciali per le aziende espositrici è la nostra priorità di azione. Stiamo lavorando per avviare nuovi modelli di sviluppo per un Vinitaly sempre più orientato sulla domanda internazionale e dal format efficientato”.
delle
Gennaro Sangiuliano,
Brand e format con due tipologie di target ben individuate: da un lato gli operatori professionali, dall’altro i wine lover in città. A questi ultimi è dedicato ‘Vinitaly and the city’, il fuorisalone tra mostre, eventi, degustazioni e wine talk nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale. Il doppio target amplifica la visibilità mediatica che Vinitaly genera ogni anno in Italia e all’estero: nel 2022 quasi 4 miliardi di audience nella settimana clou della manifestazione.
Visibilità cui fanno seguito numeri eccezionali, soprattutto in chiave esportazioni. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia il vino italiano rappresenta il campione dell’export made in Italy, delle 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), con una bilancia commerciale in attivo di 7,4 miliardi di euro. L’industria vitivinicola nazionale vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530mila aziende con circa 870mila addetti.
Una filiera strategica per il Paese, come conferma l’attenzione delle istituzioni, presenti a Vinitaly con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati, Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimen-
Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Orazio Schillaci, Ministro della Salute e Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy e come ribadito nell’incontro organizzato dal Masaf ‘Vino: fare sistema’, con la partecipazione di Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri, Patrizio La Pietra, Sottosegretario Masaf, Matteo Zoppas, Presidente ICE Agenzia, Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, Cristiano Fini, Presidente di CIA, Tommaso Battista, Presidente di Copagri, Riccardo Cotarella, Presidente di Assoenologi, Luca Rigotti, Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative, Lamberto Frescobaldi, Presidente di Unione italiana vini, Micaela Pallini, Presidente di Federvini, Giangiacomo Gallarati, di Presidente Federdoc. “È nostro interesse e dovere sostenere questo mondo e l’impegno del Governo è anche a favore dei giovani e del ricambio generazionale”. Così la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul settore vitivinicolo “il vino rappresenta una filiera fondamentale della nostra economia e cultura, che vale oltre 30 miliardi di euro, impiega più di 870mila addetti ed è primo nella bilancia commerciale del nostro Made in Italy. Questo comparto funziona grazie alla capacità di mettere insieme tradizione, che arriva da molto lontano, e modernità. E per questo l’impegno del governo va nella doppia direzione di provvedimenti a sostegno delle imprese e dei giovani. Va ricordato che il mondo del vino produce la metà delle nostre DOP”, ha concluso Meloni.
È quindi tutto oro ciò che luccica nell’area più ambita dai produttori italiani? Secondo una recente analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly non è proprio così. Il convitato di pietra, secondo il responsabile dell’Osservatorio, Carlo Flamini, è dietro l’angolo e riguarda principalmente una questione demografica che rischia di cambiare profondamente l’assetto storico dei consumi nel mondo, a partire dal primo mercato di riferimento, quello degli Stati Uniti. Negli ultimi tre anni, secondo Wine Intelligence/Iwsr che ha
RICCARDO COTARELLA, PRESIDENTE DI ASSOENOLOGI RICEVE IL PREMIO ‘VINE MASTER PRUNER’.
tare e
Foreste,
Ministro della Cultura,
collaborato all’analisi, solo in Usa i produttori hanno perso 12 milioni di consumatori di vino regolari (passati da 84 a 72 milioni nel 2022), in un quadro attuale che vede quasi la metà dei wine lovers concentrati nella fascia più anziana – quella dei Baby Boomers (oltre 57 anni) – ma che vale il 31% della popolazione. Ad abbandonare il calice di vino, spesso in favore di altre bevande alcoliche, sono le persone più giovani (tra 21 e 41 anni), artefici di una emorragia di 11 milioni di consumatori, solo in USA. A oggi la fascia a cavallo tra Gen Z e Millennials, pur rappresentando quasi la metà della popolazione, vale solo il 28% della platea dei regular wine drinker. Un ‘tradimento’ da parte delle nuove generazioni che è destinato a manifestarsi in maniera ancora più evidente nei prossimi anni. E con esso rischiano di perdere posizioni alcuni capisaldi del vino italiano, i vini italiani ‘classici’, marcatori generazionali dei Baby Boomers, a vantaggio di un consumo di vini italiani più eterogeneo: più Prosecco, rossi fermi e frizzanti, rosati, meno vini bianchi. L’analisi dimostra come non si debba mai dare per scontato il successo di un mercato, per nulla maturo. Il vino italiano dovrà investire in
nuovi prodotti, in azioni di marketing diretto sui consumatori, oltre a intensificare il business con gli operatori di mercato. Vinitaly potrà essere uno strumento in grado di assecondare un duplice obiettivo: da una parte consolidare una domanda professionale sempre più orientata su prodotti premium, dall’altra lavorare per rinnovare la comunicazione del prodotto presso il target consumer.
Il messaggio di puntare sul consolidamento dell’offerta premium –che si traduce in puntare sulla qualità e sulle tecniche di produzione e trasformazione del vino – è evidente, anche dai segnali che da sempre Vinitaly invia al mondo del vino attraverso il ‘Premio Internazionale Vinitaly’, quest’anno andato a un ‘potatore’ e a un enologo. Il riconoscimento alle personalità che hanno contribuito a fare grande il vino italiano nel mondo è stato infatti assegnato a Marco Simonit, ‘Vine Master Pruner’, in quanto divulgatore del metodo Simonit & Sirch, con cui ormai curano le proprie vigne le cantine più importanti d’Italia e del mondo, e a Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e dell’Union Internationale des Oenologues, ma tramite lui a tutti gli enologi, “per la capacità di aver tirato fuori dalla terra il meglio, quella qualità che aspettava di emergere illuminata dalla nostra scienza. Enologi e produttori sono un binomio inscindibile”, recita la motivazione. Quanto a rinnovare la comunicazione, sono da tenere d’occhio i segnali interessanti emersi dal fuorisalone che, affianco a ‘Vinitaly in the City’, ha generato in modo spontaneo e autentico iniziative la cui portata va ben oltre quella di ‘festa privata’ di un gruppo di amici produttori di vini artigianali. Basti pensare a ‘DWL - Drink with Love’, all’interno di Musical Box a due passi dalla Fiera, evento riservato al pubblico professionale e agli operatori della comunicazione per incontrarsi intorno a un tavolo e degustare vini versati direttamente dai produttori. Un ambiente informale in cui la comunicazione del vino passa ancora dal bicchiere senza troppi orpelli, denominazioni, sovrastrutture. Dove con i colleghi e amici Rocco Catalano (Slow Wine) e Mauro Fermariello (Winestories) ci chiedevamo se per conoscere un territorio fosse meglio una masterclass o una partita a biliardino e se tra Arteteke, Gioia al Negro, Sàgona, Cantina Urbana e le altre presenti non stessimo già guardando alle cantine protagoniste dei prossimi dieci anni. MK
SOPRA E SOTTO, GLI EVENTI PIÙ SIGNIFICATIVI DEL FUORI SALONE VERONESE.
ROSA GIGLIO, HEAD OF BRAND MARKETING & COMMUNICATION
DI BWH HOTEL GROUP ITALIA
STEFANO VITALETTI, DIRETTORE GENERALE DI ITALPEPE
FULVIA CALICETI, MARKETING DIRECTOR DI PITTAROSSO
CARLOTTA MANZONI, DIRETTORE MARKETING E COMUNICAZIONE DI NUNCAS
SIMONA SCRAVAGLIERI, MARKETING MANAGER DI ROCCO GIOCATTOLI
MASSIMILIANO BASILE, HEAD OF MARKETING DI TESISQUARE
AZIENDE E COMUNICAZIONE
ITALPEPE
STEFANO VITALETTI, DIRETTORE GENERALE
COME STANNO CAMBIANDO I CONSUMI E I CONSUMATORI IN GENERALE E NEL SETTORE NEL QUALE AGISCE LA SUA SOCIETÀ?
Le celeberrime proprietà benefiche attribuite a molte erbe le hanno rese delle valide alleate dell’alimentazione quotidiana. Il gusto, il colore, le proprietà nutrizionali, il loro sapore esotico, le ha rese protagoniste anche sui social network. Anche l’attenzione verso i gusti esotici e la cucina etnica ha innescato negli ultimi anni un importante giro d’affari: sono infatti più di 30 milioni gli italiani che dichiarano di apprezzare questo tipo di cucina. Una tendenza fortemente influenzata dall’aumento del consumo dei pasti outdoor e dall’ascesa del fenomeno dell’e-food delivery, i quali permettono di stimolare la curiosità e la voglia di sperimentare in cucina. Questa ricerca di novità si ripercuote inevitabilmente davanti allo scaffale: cresce sempre di più il desiderio di sperimentare a casa nuovi ingredienti e ricette, legate a culture lontane che rendano i piatti più ricercati.
IL MARKETING DEVE ADOTTARE STRATEGIE INEDITE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEI CONSUMATORI. LA SUA AZIENDA COME STA AFFRONTANDO QUESTO CAMBIAMENTO SUL FRONTE DELLA COMUNICAZIONE?
L’assortimento di Italpepe si è molto ampliato negli ultimi anni grazie al progetto Tasting Rainbow, che riclassifica l’offerta non più secondo la tipologia o provenienza geografica dei prodotti, ma in base alle differenti sfumature sensoriali. Un nuovo scaffale che dialoga con il consumatore, offrendogli suggerimenti di utilizzo e informazioni sulle sue proprietà organolettiche. Un nuovo modo di concepire la categoria: non più una semplice commodity, ma ‘un piccolo lusso’ che tutti possono permettersi dove i prodotti diventano ‘sfumature sensoriali’ per i piatti di tutti i giorni. All’interno delle aree esperienziali che abbiamo installato su diversi punti vendita d’Italia, sono presenti dei dispositivi elettronici che consentono di scansionare il QR code presente su tutti i prodotti Italpepe e scoprire le proprietà organolettiche, nutrizionali e gli abbinamenti consigliati. Navigando sul sito Italpepe è possibile scoprire che sensazioni le spezie conferiscono ai piatti, consigli per gli acquisti, idee e spunti per pranzi e cene, conoscere le origini delle spezie, le caratteristiche delle piante da cui vengono ricavate, la storia e le curiosità. Possiamo definirlo un vero e proprio punto di riferimento per divulgare la cultura delle spezie.
CI PUÒ PARLARE
DELL’ULTIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE O DI UN ULTIMO PROGETTO REALIZZATO?
Il Tasting Rainbow è un nuovo modo di concepire l’intera product category. Lo scaffale delle spezie si trasforma in un’area dove esplorare questo affascinante mondo tramite il progetto Tasting Rainbow di Italpepe. Le spezie sono dei piccoli lussi quotidiani che tutti noi abbiamo il diritto di poterci permettere. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, con Tasting Rainbow l’azienda italiana delle spezie si pone come obiettivo quello di accompagnare i momenti di spensieratezza e convivialità di tutti gli italiani. Perché in fondo le spezie raccontano e fanno rivivere emozioni. Il loro aroma e il loro gusto rievocano alla mente momenti dell’infanzia, viaggi, traguardi importanti, istanti di felicità in cui abbiamo condiviso con i nostri cari emozioni che sono rimaste impresse nella nostra memoria.
QUALI NOVITÀ E INIZIATIVE SONO PREVISTE PER IL PROSSIMO FUTURO?
Per il 2023 ci siamo dati l’obiettivo di rafforzare e consolidare la crescita dell’azienda ulteriormente. Vogliamo che il Tasting Rainbow, progetto ormai riconosciuto e apprezzato da tutta la Gdo, entri nelle case di tutti gli italiani. Per farlo, ci siamo dotati di una strategia di comunicazione che coinvolga tutti coloro che ci danno fiducia acquistando le nostre spezie. Le spezie hanno insita in loro una capacità di rievocare alla mente ricordi, emozioni, sensazioni grazie al loro aroma inconfondibile. Con il potenziamento della nostra attività di comunicazione, contiamo di coinvolgere tutti nel racconto della tradizione culinaria italiana, che accompagna i momenti di gioia, festa e condivisione di tutti noi. Il prossimo anno per noi sarà un anno in cui vogliamo affermarci agli occhi di tutti come sinonimo di eccellenza italiana, qualità e innovazione, incarnando i valori della tradizione e della nostra famiglia. Il segreto del successo dell’Italpepe è nei valori che mio padre ci ha trasmesso e continua a trasmettere a tutti i membri dello staff della nostra azienda. Quest’anno abbiamo deciso che è ora che questi valori raggiungano i nostri consumatori, affinché conoscano la storia e la passione che ci mettiamo nella realizzazione dei nostri prodotti. Ci vogliamo affermare come la voce più autorevole del comparto diffondendo la cultura delle spezie e vogliamo diventare un punto di riferimento per tutti coloro che sono affascinati da questo mondo. Dietro ogni prodotto c’è un’intensa attività di ricerca che vale la pena valorizzare e condividere con tutti. MK
CAMPAGNA 2023: ‘NON SEMPLICI SPEZIE, MA EMOZIONI’.
NUNCAS
CARLOTTA MANZONI, DIRETTORE MARKETING E COMUNICAZIONE
COME STANNO CAMBIANDO I CONSUMI E I CONSUMATORI IN GENERALE E NEL SETTORE NEL QUALE AGISCE LA SUA SOCIETÀ?
Sicuramente stanno crescendo attenzione e consapevolezza dei consumatori verso la spesa complessiva del proprio carrello e non solo per il calo generale di potere d’acquisto. Si fanno meno acquisti, ma più oculati. Il risparmio è visto anche come lotta allo spreco e attenzione verso l’ambiente. Le composizioni dei prodotti non sono più un’informazione obbligatoria ma di scarso interesse, anzi, sono sempre più ricercate. Nel nostro settore il coinvolgimento è ancora più alto, perché la cura verso la casa e l’ambiente in cui si vive è anche un fatto molto personale e legato per certi aspetti alla salute.
IL MARKETING DEVE ADOTTARE STRATEGIE INEDITE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEI CONSUMATORI. LA SUA AZIENDA COME STA AFFRONTANDO QUESTO CAMBIAMENTO SUL FRONTE DELLA COMUNICAZIONE?
Su questo ci sentiamo molto preparati! Nuncas da sempre compie le proprie scelte sulla base di un dialogo costante e personale con i propri consumatori. Abbiamo un servizio di call center molto attento, qualsiasi tipo di osservazione da parte di ogni singolo consumatore è per noi di fondamentale importanza. Al centro di tutta la nostra produzione ci sono le persone, a cui vogliamo semplificare la vita nelle incombenze domestiche e renderle anzi un momento di piacevole coccola verso sé stessi. Non abbandoniamo mai i nostri clienti, siamo sempre al loro fianco. Ecco perché abbiamo operato al fine di rendere la nostra distribuzione più capillare sul territorio e interna nella gdo.
INTERNET E TECNOLOGIA HANNO RADICALMENTE CAMBIATO IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE. CHE IMPATTO HA AVUTO TUTTO CIÒ SULLA VOSTRA AZIENDA?
Stiamo rinforzando la nostra presenza sui canali digital per rendere il dialogo con i clienti sempre più diretto. Per noi è fondamentale anche la presenza del nostro e-commerce: molto spesso accade che le persone scoprano i nostri prodotti attraverso le ricerche in rete, nel momento in cui si trovano a dover affrontare un problema specifico (una macchia su una superficie particolare, per esempio, oppure la necessità di trattare le superfici che poi andranno a contatto con gli alimenti) e capitano così sul nostro shop. Anche queste sono informazioni molto utili per noi, gli spazi per estrarre questo genere di insight si stanno ampliando moltissimo. Ci tengo però a ribadire che i dati sono importanti, è vero, ma per noi la centralità rimane la relazione umana con i nostri consumatori.
CI PUÒ PARLARE DELL’ULTIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE O DI UN ULTIMO PROGETTO REALIZZATO?
Abbiamo appena lanciato (aprile 2023) la nuova campa-
gna del Rinfresca giacche e tessuti, un cavallo di battaglia del nostro catalogo. Si tratta di un prodotto che rimuove gli odori sgradevoli dagli abiti anche i più delicati e preziosi, senza macchiarli. La campagna si declina in quattro diverse creatività, che rappresentano altrettante situazioni in cui potrebbe esserci il bisogno di darsi una bella rinfrescata. Qui il tone of voice è per noi nuovo e sperimentale, per parlare a un pubblico più giovane: racconta di situazioni che potrebbero essere imbarazzanti con la giusta ironia ed è particolarmente informale e amichevole, con quel pizzico di delicatezza nel far passare il messaggio.
QUALI NOVITÀ E INIZIATIVE SONO PREVISTE PER IL PROSSIMO FUTURO?
Un progetto su cui saremo concentrati nel prossimo futuro è quello in collaborazione con Haier, Washpass. Si tratta di un servizio di lavaggio in abbonamento che permette una qualità professionale in casa. Grazie a questo progetto, abbiamo potuto concentrarci su una vera e propria novità sul mercato, che trasforma il concetto stesso di detersivo. Qui non forniamo una formula completa, ma quattro ingredienti che vengono ricombinati direttamente all’interno della lavatrice, dosati nella quantità esatta per creare il detersivo migliore per ogni singolo lavaggio, grazie a un sistema di AI. Per noi è importante anche perché ci vede partner europeo della multinazionale numero uno al mondo nel settore dei grandi elettrodomestici. In autunno, poi, rilanceremo tutti i nostri ammorbidenti Morbivel, anche attraverso un concorso. Si tratta di un prodotto iconico, strettamente legato alle profumazioni, una categoria molto sensibile per noi. Amiamo trovare sempre nuove raffinate fragranze per i nostri prodotti, è una peculiarità che ci rappresenta e ci distingue. MK
SOTTO, UNO DEI SOGGETTI DELLA CAMPAGNA NUNCAS ‘RINFRESCA GIACCA E TESSUTI’.
PITTAROSSO
FULVIA CALICETI, MARKETING DIRECTOR
COME STANNO CAMBIANDO I CONSUMI E I CONSUMATORI IN GENERALE E NEL SETTORE NEL QUALE AGISCE LA SUA SOCIETÀ?
Per ovvi motivi legati all’aumento dei costi a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno, i consumatori hanno dovuto adottare strategie di spesa nuove rispetto al passato, soprattutto per quello che riguarda i consumi ‘comprimibili’. Dalle nostre ultime ricerche questo si traduce per il 36% degli intervistati in una minore frequenza di acquisto, mentre nel 24% dei casi si opta o per acquistare meno articoli o per scegliere prodotti dal prezzo inferiore. Questi nuovi comportamenti ci hanno spinto da un lato ad agire in maniera diversa dal passato e dall’altro a comunicare meglio alcun valori che erano già parte del nostro patrimonio ma magari non emergevano in maniera adeguata.
IL MARKETING DEVE ADOTTARE STRATEGIE INEDITE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEI CONSUMATORI. LA SUA AZIENDA COME STA AFFRONTANDO QUESTO CAMBIAMENTO SUL FRONTE DELLA COMUNICAZIONE?
Quello che abbiamo osservato, e che ho descritto al punto precedente, ci ha spinti a sviluppare un format di contenuti che vanno in affiancamento alla comunicazione istituzionale, sono due nuovi livelli di comunicazione che puntano in maniera chiara e diretta alla proposta di prodotti selezionati in funzione del prezzo, e altri che invece agiscono sul concetto di rapporto/qualità prezzo, per esempio come proporre un prodotto in pelle a un prezzo assolutamente accessibile. Non dobbiamo però pensare a prodotti e a una comunicazione di primo prezzo, ma si tratta di un lavoro assolutamente qualitativo con contenuti sviluppati sempre seguendo i trend moda del momento e dando al cliente la risposta corretta in termini di stagionalità. Abbiamo inoltre una grande tradizione promozionale che ci viene riconosciuta dai nostri consumatori e che attuiamo con diverse modalità, quella che al momento riscuote molto successo è una promozione pensata per le famiglie che in alcuni momenti dell’anno permette di acquistare il quarto paio di scarpe a un euro, è uno dei nostri capisaldi quasi divenuto un elemento di riconoscibilità dell’insegna.
INTERNET E TECNOLOGIA HANNO RADICALMENTE CAMBIATO IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE. CHE IMPATTO HA AVUTO TUTTO CIÒ SULLA VOSTRA AZIENDA?
L’importanza del digitale, in termini di investimento in comunicazione, produzione dei contenuti, strategie e risorse coinvolte, è cresciuto in maniera drastica negli ultimi tre anni. Nel nostro caso non c’è un paragone rispetto al pre-covid da questo punto di vista; oggi lavoriamo con un concetto di comunicazione always-on, ci sono canali di comunicazione ovviamente digitali che non si spengono mai, cambiano contenuti e obiettivi in funzione del momento ma non siamo più nell’ottica di campagna di comunicazione come lo si pensava una volta, a questo si affiancano i canali tradizionali che hanno la
funzione di dare spinta e allargare le reach in determinati momenti commerciali.
CI PUÒ PARLARE DELL’ULTIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE O DI UN ULTIMO PROGETTO REALIZZATO?
La nostra ultima campagna, che è andata anche in pianificazione tv nel mese di aprile, è il prosieguo del format ‘It’s a PittaRosso Story’, lanciato alla fine del 2022. Una campagna che, partendo dalle scarpe della nuova collezione SS23 e dalle loro particolarità, celebra le piccole storie quotidiane di ognuno di noi attraverso il racconto di quelle che accadono all’interno dell’ascensore PittaRosso, un luogo che non esiste nella realtà ma che immaginiamo come un sipario che ogni volta si apre sulla vita di tutti i giorni e nel quale troviamo situazioni ironiche e quasi surreali.
QUALI NOVITÀ E INIZIATIVE SONO PREVISTE PER IL PROSSIMO FUTURO?
Siamo già al lavoro da qualche mese sulla nuova edizione della PittaRosso Pink Parade, il nostro progetto di CSR con il quale raccogliamo fondi a favore di Fondazione Umberto Veronesi per sostenere la ricerca scientifica sui tumori femminili. Quest’anno celebreremo il decimo anniversario e sarà l’occasione, da un lato per festeggiare gli incredibili risultati ottenuti in questi anni con quasi 6 milioni di euro di raccolta fondi, e dall’altro di definire la visione dei prossimi 10 anni, andando a tracciare l’identikit della ‘donna del futuro’, che è anche il concept di questa decima edizione, una donna che ci auguriamo avrà sempre più armi per combattere la malattia, e questo grazie alla ricerca scientifica. MK
SOPRA, UN’IMMAGINE TRATTA DA UNA DELLE SCENE IN ASCENSORE DELLA CAMPAGNA ‘IT’S A PITTAROSSO STORY’.
ROCCO GIOCATTOLI
SIMONA SCRAVAGLIERI, MARKETING MANAGER
COME STANNO CAMBIANDO I CONSUMI E I CONSUMATORI IN GENERALE E NEL SETTORE NEL QUALE AGISCE LA SUA SOCIETÀ?
La sostenibilità e sempre di più al centro dell’attenzione di produttori e consumatori, infatti circa il 4% (fonte NPD) del fatturato e generato da prodotti in materiale riciclato e organico. In particolar modo nel settore del giocattolo, il prodotto più venduto sono i giochi in scatola, affiancati dai giochi di carte e di ruolo, prodotti che vanno sempre più per la maggiore a tutte le età, proprio perché in grado di eliminare il classico gap generazionale tra genitori e figli o tra nonni e nipoti. A seguirli action figure e playset di ogni genere, ma anche le bambole e i peluche. I giocattoli per i più piccoli registrano il maggior fatturato dell’anno. Al contempo, giocano sempre di più anche gli adulti e non è un caso se i giochi per i più grandi sono quelli che crescono più velocemente. In linea con i trend di mercato, nell’ultimo anno Rocco Giocattoli si è distinta per il grande successo delle sue due linee di giochi in scatola. Da un lato Giocorò, dedicata ai più piccoli, annovera ben otto giochi nei Top 150 Items della categoria Games&Puzzles del 2022 (fonte NPD). Per la fascia d’età che va da 12+ a 18+ c’è YAS!Games: tra i prodotti più venduti di questa linea degno di nota è ‘What Do You Meme?’, che si è classificato al 2° posto tra i 25 TOP Items del 2022 nella sottocategoria Adult Games, con una crescita del + 250,3% rispetto al 2021 (fonte NPD).
IL MARKETING DEVE ADOTTARE STRATEGIE INEDITE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEI CONSUMATORI. LA SUA AZIENDA COME STA AFFRONTANDO QUESTO CAMBIAMENTO SUL FRONTE DELLA COMUNICAZIONE?
Tra le nostre attività di marketing sono entrati nuovamente a pieno titolo gli eventi, capaci di attrarre non solo il pubblico dei più piccoli ma anche i kidults, grazie alle fiere internazionali dedicate al fumetto. La comunicazione deve essere sempre più efficace e in grado di mettere a contatto attività offline e online, facendole interagire tra di loro in un’ottica omnichannel. Una campagna integrata deve infatti essere abbastanza flessibile da consentire l'introduzione di contenuti nuovi e complementari, ma anche coerente per collegare tra loro gli elementi chiave della campagna, per creare maggior valore e distintività. Sempre più strategico poi continua a essere sia il ruolo della profilazione dei clienti, che un corretto utilizzo dei sistemi di CRM che permettono all’azienda di ottenere una visione a 360 gradi dei propri clienti, consentendo di creare relazioni migliori e più durature.
INTERNET E TECNOLOGIA HANNO RADICALMENTE CAMBIATO IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE. CHE IMPATTO HA AVUTO TUTTO CIÒ SULLA VOSTRA AZIENDA?
Nell’epoca in cui la maggior parte delle campagne di marketing sono data-driven, automatizzare i flussi di lavoro significa gestire meglio questi ultimi e sprecare minor tempo e risorse in attività lunghe e ripetitive. Da tenere d’occhio ovviamente sono tutte le nuove tendenze che viag-
giano sui social e i vari influencer e creator, fonte d’ispirazione per tutti i nostri clienti loro followers. Di fondamentale importanza sono i concetti di gamification e sviluppare contenuti interattivi: tutte le caratteristiche che rendono i giochi coinvolgenti, avvincenti e divertenti e, che in un secondo momento, vengono poi utilizzate come strategie di marketing per aumentare fedeltà dei clienti, la brand awareness e, di conseguenza, le vendite.
CI PUÒ PARLARE DELL’ULTIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE O DI UN ULTIMO PROGETTO REALIZZATO?
Rocco Giocattoli ha deciso di avviare una serie di campagne pubblicitarie a supporto di quattro dei suoi brand. Le campagne partiranno a fine aprile e proseguiranno fino a giugno, con una pianificazione che combina il digitale con i media classici. Protagonisti dei commercial sono i giochi in scatola a target kids & family firmati Giocorò, la serie di peluche e animatronic MyPets, la linea Yas!Games e i nuovi collectable targati Fan4Fun. Una campagna a 360° che prevede, a seconda dei diversi brand, spot Tv da 15” e 30”, campagne digital su Amazon, Google (compreso YouTube) e Meta (Facebook e Instagram), il coinvolgimento di noti creator e, per la linea MyPets, di una giovane influencer di rilievo molto amata da mamme e bambini.
QUALI NOVITÀ E INIZIATIVE SONO PREVISTE PER IL PROSSIMO FUTURO?
Sicuramente per il periodo più caldo dell’anno sono tante le novità che ci vedranno protagonisti. Per la linea Giocorò per esempio avremo new entry sia per la categoria Action (età prescolare) che per la linea Family (target 8+) mentre per la linea Yas!Games accanto a quattro nuovi titoli dedicati al target 18+ verrà lanciato anche uno specialissimo party game destinato ai più piccoli che siamo sicuri caratterizzerà i giorni di festa in famiglia di questo Natale 2023. Non mancheranno poi tantissime nuove referenze ad ampliamento delle linee di peluche e animatronic più amati dai bambini e bambine nello scorso Natale. MK
SOPRA, IL VISUAL DELLA CAMPAGNA CHE PROMUOVE LA LINEA DI PELUCHE AIRBRUSH PLUSH.
TESISQUARE
MASSIMILIANO BASILE, HEAD OF MARKETING
COME STANNO CAMBIANDO I CONSUMI E I CONSUMATORI IN GENERALE E NEL SETTORE NEL QUALE AGISCE LA SUA SOCIETÀ?
In questi ultimi anni, nell’ambito del b2b, abbiamo assistito all’evoluzione di nuovi bisogni per la digitalizzazione dei processi di supply chain, determinati, in misura prevalente, dagli eventi che si sono verificati. Le chiusure temporanee delle attività produttive dovute alla pandemia hanno inciso su tutti i processi delle filiere, sempre più interconnesse. Questo fenomeno è stato ulteriormente amplificato dal cambiamento nelle abitudini dei consumatori, che hanno aumentato l’uso massiccio dell’e-commerce condizionando i consumi.
IL MARKETING DEVE ADOTTARE STRATEGIE INEDITE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE NECESSITÀ DEI CONSUMATORI. LA SUA AZIENDA COME STA AFFRONTANDO QUESTO CAMBIAMENTO SUL FRONTE DELLA COMUNICAZIONE?
Tesisquare è una realtà b2b leader nel gestire le supply chain delle aziende che impattano anche sui consumatori. I nuovi obiettivi della comunicazione puntano a sensibilizzare le aziende sulle novità della nostra piattaforma. La Tesisquare Platform 7.0 rappresenta l’impegno di guardare al futuro contemplando i trend di mercato, tra cui la sostenibilità e le nuove abitudini dei consumatori finali sempre più esigenti e interconnessi.
INTERNET E TECNOLOGIA HANNO RADICALMENTE CAMBIATO IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE. CHE IMPATTO HA AVUTO TUTTO CIÒ SULLA VOSTRA AZIENDA?
L’emergere di nuove tecnologie ha drasticamente cambiato il modo in cui le aziende affrontano le loro strategie di marketing. Le organizzazioni hanno a disposizione un’ampia gamma di nuovi strumenti e piattaforme per raggiungere e coinvolgere il proprio target. In particolare le strategie di marketing si distinguono ora per alcune caratteristiche tra cui:
1. Maggiore accessibilità: la proliferazione di dispositivi mobili e connettività ha reso più facile per le aziende raggiungere il proprio pubblico. I canali digitali forniscono alle aziende un modo conveniente per comunicare con i propri clienti, indipendentemente da posizione o fuso orario.
2. Personalizzazione: la nuova tecnologia ha consentito alle aziende di raccogliere e analizzare i dati sul comportamento, le preferenze e gli interessi dei propri clienti. Queste informazioni possono essere utilizzate per personalizzare i messaggi di marketing e le offerte, aumentando le possibilità di coinvolgimento e conversione.
3. Targeting avanzato: con la pubblicità digitale, le aziende possono scegliere come target dati demografici, interessi e comportamenti specifici. Così i messaggi di marketing sono più pertinenti ed efficaci, aumentando il ROI delle campagne di marketing.
4. Feedback in tempo reale: la nuova tecnologia consente alle aziende
di monitorare e analizzare le campagne di marketing in tempo reale e di identificare rapidamente cosa funziona e cosa no.
5. Integrazione del marketing offline e online: i clienti possono oggi avere un’esperienza coerente con il marchio su più canali, il che può aumentare la consapevolezza e la fedeltà al brand.
CI PUÒ PARLARE DELL’ULTIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE O DI UN ULTIMO PROGETTO REALIZZATO?
Nell’ambito del B2B è fondamentale comunicare all’esterno progetti concreti in cui si evidenzia il nostro contributo alle aziende clienti nel costruire e gestire ecosistemi digitali di supply chain. A tal proposito l’ultima campagna di comunicazione riguarda la partnership con Ducati Motor Holding, in cui diamo evidenza di come la digitalizzazione e la logistica 4.0 siano fondamentali nel rendere i processi di approvvigionamento dei componenti più efficienti e innovativi. In questo importante progetto la digitalizzazione ha un ruolo centrale grazie all’utilizzo di tecnologie RFID e IoT per monitorare i veicoli e tracciare le moto in tempo reale.
QUALI NOVITÀ E INIZIATIVE SONO PREVISTE PER IL PROSSIMO FUTURO?
In continuità con la nuova strategia marketing, nel futuro ci attende un gran lavoro di posizionamento incrementando la brand awareness sia con l’ausilio di nuove partnership che con le referenze clienti. Credo che questa sia la più importante strategia marketing che si possa adottare perché fare leva sulla soddisfazione dei clienti è un modo efficace per creare credibilità e fiducia, differenziarsi dalla concorrenza in un mercato affollato e aumentare le vendite.
I clienti soddisfatti, inoltre, rappresentano una prova sociale dei prodotti o dei servizi di un’azienda: dimostrano che l’azienda ha un track record di successo con dati tangibili e certificati che possono essere utilizzati su una varietà di canali di marketing, inclusi siti Web, social media, podcast ed e-mail marketing. MK
L’ULTIMA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE IN PARTNERSHIP CON DUCATI MOTOR HOLDING.
TROVARE E FARSI TROVARE È
QUESTIONE DI TALENTO
QUESTO LIBRO NON SI RIVOLGE SOLO A CHI CERCA IL
TALENTO, MA ANCHE A CHI DESIDERA ESSERE
CERCATO, TROVATO E SCOPERTO. SI LEGGE IN DUE
SENSI E RAGGIUNGE UN DUPLICE OBIETTIVO.
Scritto a due mani da Tyler Cowen (economista visionario) e Daniel Gross (giovane venture capitalist di spiccato talento) appartiene a quella rara specie di testi su cui viene voglia di tornarci su ogni tanto, per assorbirne in pieno le idee e lasciarsi ispirare. È un libro audace; 1) perché trova ancora qualcosa di nuovo da dire su un tema che abbonda di pubblicazioni; 2) perché offre scoperte inaspettate sulla natura umana, interessanti per chiunque gestisce persone, coordina team creativi o, semplicemente, deve scegliere chi portare a bordo in un progetto importante; 3) perché contiene ipotesi controintuitive, come per esempio quella secondo la quale, in certe circostanze, un alto QI può rivelarsi controproducente; 4) Infine, perché ha una scrittura brillante, venata di humor. L’ipotesi di Cowen e Gross è che la capacità nel riconoscere il talento si fonda sulla corretta valutazione del contesto in cui dovrà essere inserito. Molte organizzazioni vanno a caccia di talenti senza fare prima i conti con l’ambiente in cui dovranno inserirli che potrebbe essere impreparato o persino ostile ad accoglierli, impedendogli così di poter sprigionare i superpoteri per cui sono stati assunti. Il libro spiega anche come individuare i ‘talenti in ombra’, quelli che stentano ad affermarsi sul mercato del lavoro. Donne oggetto di pregiudizi in ambienti dominati da una cultura maschile. Minoranze etniche o disabili che spesso sono sottovalutati. Il loro talento non aspetta solo di essere scoperto, ma riconosciuto per le loro qualità, anziché venire considerato un peso per l’azienda. Il libro spiega anche come condurre colloqui on line e relazionarsi nel modo giusto per riconoscere il talento dall’altra parte dello schermo. E ancora, come distinguere l’intelligenza (qualità che hanno in molti) dal talento (qualità più rara). Spiega anche come fare buon uso dei Big Five (un metodo che distingue 5 tipi di personalità: Nevroticismo, Estroversione, Apertura all’esperienza, Gradevolezza, Coscenziosità) senza esserne fuorviati. “Il nevroticismo suona male alle nostre orecchie, ma non in tutti i mestieri è negativo. In alcuni può persino rivelarsi una risorsa. Allo stesso modo la gradevolezza, talvolta è segno di scarsa profondità e persino una spiccata estroversione può diventare fastidiosa”. I Big Five sono solo un punto di partenza, spiegano gli autori, l’importante è considerare il contesto dove il talento verrà inserito e chiedersi sempre: come cambia il comportamento della persona nei diversi contesti? Di quale ‘combinazione di caratteristiche’ abbiamo bisogno per assumere un talento in un determinato ruolo? Le tante idee brillanti che gli autori disseminano in questo libro sono un mix accattivante di arte e scienza e trasformano questa lettura in un viaggio appassionante su cosa sia il talento e come riconoscerlo, sul lavoro come nella vita di ogni giorno. (a cura di Raul Alvarez)
TALENTO, COME SCOVARE LE PERSONE VINCENTI, CREATIVE E PIENE DI ENERGIA POSITIVA
TYLER COWEN E DANIEL GROSS
EGEA 2022
288 PP., 24,90 EURO
CAPIRE IL PRESENTE DI FACTANZA MEDIA
GRIBAUDO EDITORE
249 PP., 14,90 EURO
QUESTO PICCOLO E STIMOLANTE LIBRO È UN VIAGGIO NELLA COMPLESSITÀ CHE STIAMO
ATTRAVERSANDO. NON È VERBOSO, NÉ PRESUNTUOSO. IL SUO PREGIO È NELLA CAPACITÀ DI DIVULGARE TEMI EMERGENTI CON UNO STILE CHE APRE UNA FINESTRA SU QUESTIONI COMPLESSE, COME L’ECONOMIA, LA PARITÀ DI GENERE, I DIRITTI LBGTQIA+, LA SPACE ECONOMY, LE BOLLE INFORMATIVE, LE FAKE NEWS, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, LE FONTI ENERGETICHE E ALTRO ANCORA. L’OBIETTIVO DEGLI AUTORI È APRIRE LO SGUARDO DEL LETTORE SULLA COMPLESSITÀ DEL PRESENTE, OFFRENDO PICCOLI FLASH SUI TEMI IMPORTANTI, UNO SCOPO RAGGIUNTO GRAZIE ANCHE A UNA SCRITTURA SEMPLICE CHE ACCOMPAGNA IL LETTORE CON INFOGRAFICHE ACCATTIVANTI ED ESPLICATIVE CHE ARRICCHISCONO IL TESTO E STIMOLANO DOMANDE. (A CURA DI RAUL ALVAREZ)
L‘INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON ESISTE
DI FABIO FERRARI IL SOLE 24 ORE 144 PP., 16,90 EURO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON ESISTE. PER UNA CONCEZIONE UMANISTICA DELLA TECNOLOGIA DI CUI TUTTI PARLANO, È IL NUOVO LIBRO DI FABIO FERRARI, FONDATORE E PRESIDENTE DI AMMAGAMMA, SOCIETÀ CHE SVILUPPA SOLUZIONI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LE AZIENDE. EDITO DA IL SOLE 24 ORE, ACCOMPAGNA IL LETTORE IN UN VIAGGIO CHE HA AL CENTRO L’IDEA DI FARE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE UNO STRUMENTO AL SERVIZIO DELLE PERSONE. L’AUTORE PORTA L’ATTENZIONE SUL RAPPORTO TRA UOMO E MACCHINA, E CERCA DI FORNIRE UNA RISPOSTA, ATTRAVERSO UN DIALOGO ARTICOLATO CON ALCUNE TRA LE VOCI PIÙ AUTOREVOLI NEL MONDO ACCADEMICO, MANAGERIALE E IMPRENDITORIALE SULLA SCENA ITALIANA E INTERNAZIONALE. DA QUESTO RACCONTO A PIÙ VOCI EMERGE UN QUADRO RICCO DI SPUNTI, IN CUI ETICA E MEDIAZIONE TRA CULTURA UMANISTICA E CULTURA SCIENTIFICA RICORRONO FREQUENTEMENTE, E ALL’INTERNO DEL QUALE SI FA STRADA IL PENSIERO DELL’AUTORE: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON ESISTE SENZA L’INTELLIGENZA CREATIVA CHE LA ELABORA.