Devo scegliere chi sognerà per me

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A Jack bastò chiudere gli occhi per sentirne subito il fiato caldo. Tutto intorno c’era solo neve. E nel cielo tantissime stelle, che davano alle ombre un colore bluastro. «Cosa ci aspetta stanotte?» gli chiese Jack. «Una lotta con la lince» gli rispose Buck. «Te la mangerai in un boccone». «Tu non sai com’è agile una lince. Alla moglie di Kazan…». «Chi è?». «Un cane amico mio». «E cosa fecero a sua moglie?». «Quando Kazan se ne stava in giro a cercare cibo per lei e i suoi piccoli…». «Come si chiamava lei?». «Lupa Grigia. Ma non interrompermi in continuazione. Insomma, mentre lui era fuori, arrivò una lince affamata che voleva divorare i cuccioli». «E Lupa Grigia?». «Li ha difesi, i suoi cuccioli. La lince non è riuscita a toccarne nessuno». «L’ha uccisa?». «Sì. Ma Lupa Grigia ci ha rimesso gli occhi. È diventata cieca. Avresti dovuto vederli, lei e Kazan. Era lui a guidarla, sai. Quando dovevano saltare un burrone, lo faceva lui per primo. Lei tirava su le orecchie e in questo modo calcolava la lunghezza del salto. E poi gli saltava dietro. Non si è mai sbagliata». «E questa lince che ci aspetta cosa vuole da noi?». «Beh, tu sei ancora un cucciolo…». Jack rabbrividì ma non disse nulla. L’eccitazione era più forte dello spavento. Che nottata avrebbero avuto. E che straordinario cane era Buck. Enorme, forte, un intrepido. “Ecco” pensò “se non avesse già un nome…”. Ma poi scosse la testa. No, non poteva chiamarsi in nessun altro modo.

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