


Dopo un anno di assenza forzata, il Salone del Mobile torna dal 5 al 10 settembre a Milano con un’ edizione “straordinaria”, a cura dell’architetto Stefano Boeri: il Supersalone. Un evento molto atteso da aziende, addetti ai lavori e più in generale dagli appassionati di design e arredamento, che presenta diverse innovazioni nelle modalità espositive e molte idee per lo sviluppo di questo settore, strategico per il Made in Italy.
L’esposizione di Rho Fieramilano è come al solito accompagnata e arricchita da eventi speciali negli showroom e in molte sedi espositive diffuse nella città. Stiledesign, inserto speciale de Il Giornale realizzato in collaborazione con il mensile Villegiardini, ha lo scopo di far conoscere la realtà delle aziende che, attraverso un virtuoso connubio tra tecnologia, creatività e cultura progettuale, sono presenti sui principali mercati internazionali e che, in modalità differenti, partecipano al Supersalone e alla settimana del design di Milano: Poliform, che propone arredi dal
design contemporaneo per interni sofisticati; Visionnaire, con la sua proposta d’alta gamma per la casa che coniuga creatività, sapienza manifatturiera e attenzione alla sostenibilità; Marazzi leader nel settore dei rivestimenti in ceramica per architettura e interiors. E ancora, Icone Luce, specializzata nella realizzazione di lampade decorative, essenziali e rigorose che, a seconda delle personalizzazioni e degli abbinamenti di materiali, si prestano a dialogare con diversi stili di arredo; Garofoli con le sue collezioni di porte, pavimenti e boiserie in legno dallo stile raffinato e completamente coordinate; il design per la zona notte di Conte Bed, con le sue lavorazioni sartoriali; Electrolux, che sta proponendo un nuovo concetto di cucina sostenibile grazie a nuove linee di elettrodomestici che, oltre a limitare gli sprechi di cibo e acqua, ottimizzano i consumi energetici e utilizzano tecniche di cottura più salutari.
Marco Miglio
Poliform partecipa al Supersalone di Milano con un’installazione di Paolo Roversi che racconta i 50 anni dell’azienda
Poliform è uno dei brand italiani di riferimento a livello internazionale nel settore dell’arredamento di design. La sua proposta per la casa, coerente e completa, comprende collezioni per il living space, la sala da pranzo, la cucina e la zona notte. Tutte contraddistinte da uno stile contemporaneo che coniuga forme essenziali, abbinamenti cromatici equilibrati, materiali e dettagli di qualità.
L’azienda partecipa al Supersalone con una vetrina interattiva strutturata come una grande biblioteca del design, che racconta i suoi 50 anni di storia. Una modalità di partecipazione che consiste in un suggestivo percorso per immagini all’interno dell’universo di Poliform, studiato appositamente per questa edizione speciale e del tutto diversa dal solito, nella quale i
Una collezione dal design sofisticato che comprende sistemi, arredi e complementi d’arredo per tutta la casa
tradizionali stand hanno lasciato il posto a spazi condivisi. Un racconto che condensa innovazioni, sfide e incontri attraverso le fotografie di Paolo Roversi, reporter e fotografo di moda di fama internazionale, contenute nel libro “Time, Light Space”, pubblicato da Rizzoli nel 2020. Questa installazione artistica è stata studiata per offrire al visitatore un’esperienza coinvolgente in grado di farlo immergere in un percorso fatto di immagini, video e una varietà di esperienze di fruizione.
Per Paolo Roversi ogni immagine è un’emozione qualunque sia il soggetto: una modella, un vecchio amico o un oggetto di design, perché ogni volta che la luce impressiona la superficie sensibile della pellicola, ogni volta che avviene uno scambio tra il fotografo e ciò che lo circonda, nell’immagine che poi si osserva c’è una piccola, toccante vibrazione. Tempo, luce e spazio sono la materia di queste fotografie che raccontano l’universo di Poliform, attraverso creatività e innovazioni che hanno portato questa realtà imprenditoriale brianzola a diventare uno dei marchi di riferimento
Nella foto qui a sinistra i tre soci e fondatori di Poliform Alberto Spinelli Aldo Spinelli e Giovanni Anzani, attuale amministratore delegato, che in questa intervista racconta la partecipazione dell’azienda al Supersalone di Milano. Con quali aspettative e progetti avete deciso di partecipare a questa edizione speciale del Salone del Mobile?
È un’edizione diversa dal solito, ma era necessario dare un segnale di presenza del settore e delle aziende, per ribadire la leadership dell’evento milanese e delle aziende italiane nel mondo. Quando le aziende dovevano decidere se partecipare al Salone del Mobile, eravamo ancora in zona rossa e la campagna vaccinale non era ancora stata avviata. Poi Federlegno
del design italiano nel mondo. Questo grazie anche a valori molto solidi e condivisi, come “l’amore per il lavoro, il rispetto per la qualità e la dedizione all’eccellenza che oggi sono diventati importanti come forse mai prima”, spiega Giovanni Anzani, amministratore delegato. In queste pagine alcuni tra i prodotti della collezione Poliform. Nella pagina di sinistra, la poltrona con ottomana Gentleman Reserved, nata dalla collaborazione con il designer olandese Marcel Wanders. Il prodotto fa parte di un sistema di diverse sedute, ognuna con la propria identità, che invitano a una convivialità elegante e sofisticata.
Tra le novità del 2021, il divano Saint-Germain (in alto), disegnato da JeanMarie Massaud con un tratto morbido e avvolgente che, grazie alla sua struttura modulare consente di realizzare molteplici configurazioni, lineari oppure ad angolo. Il designer francese è anche l’autore del progetto della poltroncina Le Club, ispirata alle voluminose poltrone in cuoio dei club del 900, alleggerite nelle forme e nei materiali all’insegna di un’eleganza disinvolta. Tutti questi prodotti sono disponibili con rivestimenti in pelle o tessuto, di diversi colori. ●
Arredo ha trovato una soluzione e deciso di affidare l’incarico a Stefano Boeri, per dare vita a un’edizione speciale, in linea con quella che è la situazione attuale. Per questo anche noi ci siamo presentati con un progetto speciale. L’anno scorso abbiamo festeggiato il nostro cinquantesimo anniversario e abbiamo deciso di raccontare questa lunga storia attraverso un’installazione con immagini fotografiche e video realizzata da Paolo Roversi, fotografo di moda che accettato questa sfida. Cosa si augura per la buona riuscita dell’evento? Io sono molto ottimista. Sarà un’edizione più legata alla cultura del design e meno ad aspetti commerciali. E per quanto riguarda Poliform, quali sono le
vostre prospettive per il prossimo futuro? Continuiamo il nostro percorso, iniziato ormai da molti anni. Attualmente la nostra azienda ha sette sedi, 500 rivenditori, di cui 320 all’estero e 100 monobrand. Complessivamente siamo presenti in 85 paesi. Lavoriamo per aumentare il numero degli interlocutori che vogliono investire sul nostro marchio e continuare a crescere non solo in Italia ma soprattutto sui mercati internazionali. Per quanto riguarda i prodotti, offriamo una gamma d’arredi a 360 gradi con un elevato livello di personalizzazione: proponiamo circa 700 tipi di tessuti e pelli. L’obiettivo è di estendere il nostro catalogo anche agli ambienti in cui non siamo ancora presenti, come per esempio l’outdoor.
Nuove collezioni, un’installazione a Rho Fieramilano e un ricco carnet di appuntamenti ed eventi tra design, arte e cultura
Una liason di lunga data: a settembre Visionnaire celebra 59 anni di partecipazione al Salone del Mobile di Milano. È dal 1961 infatti che l’azienda madre IPE, insieme a pochi altri brand, ha preso parte a tutte le edizioni della fiera, portando costante innovazione e contribuendo all’affermazione dell’evento milanese come la fiera di settore più importante al mondo. Fu proprio in occasione della prima partecipazione che vennero presentati il divano e la poltrona Mercury (pagina di sinistra), disegnati dallo scultore Rito Valla. Una collezione rieditata nel 2020, sorprendente per l’epoca e ancora oggi di grande modernità. In continuità con questa idea di un design che attinge ai linguaggi dell’arte, Visionnaire presenta al Supersalone una nuova installazione del Trono Pavone, disegnato da Marc Ange, manifesto di art design sul tema diversity & inclusion, “ma soprattutto espressione poetica della bellezza contemporanea”, sottolinea Eleonore Cavalli, art director di Visionnaire. Inoltre, il nuovo esclusivo rivestimento in velluto a basso impatto ambientale, ricavato da bottiglie di plastica trasformate in filato newlife TM e con una lavorazione carbon neutral, sottolinea l’attenzione dell’azienda al tema della sostenibilità. Un concetto dove si cela un mondo complesso, che va dai prodotti ai processi produttivi, passando attraverso la responsabilità sociale e territoriale e che l’azienda ha intrapreso dal 2017, con un percorso verso il lower impact, in modo strategico e globale. Un altro materiale che più degli altri testimonia il cambio di passo e un traguardo importante dell’azienda è la certificazione ottenuta per il legno FSCTM e PEFCTM. Oltre all’esposizione di Rho Fieramilano, l’azienda partecipa alla Design Week con molte iniziative. Al Fuorisalone, nella cornice della Visionnaire Design Gallery di Piazza Cavour 3, presenta il nuovo allestimento “Insulae” progettato da m2atelier, dove architettura, natura e sogno sono i protagonisti della scena, con un grande giardino allestito nella sala centrale e la nuova capsule collection In&Out “Caprice”. Sempre all’interno dello showroom viene presentata la collezione di Alessandro La Spada “Babylon Rack”, una nuova dimensione di living “intelligente” e al 99% antibatterica. La Wunderkammer Visionnaire, galleria d’arte che ha sede all’interno della stessa design gallery, ospita “Sedimento” un’installazione site specific di vasi realizzati da Bottega Ceramica Gatti 1928, curata a quattro mani da Marco Morandini e Andrea Anastasio. Visionnaire è stata anche invitata a partecipare con
Eleonore Cavalli, Art Director di Visionnaire racconta la partecipazione di Visionnaire alla Milano Design Week.
Il brand presenta Babylon Rack, una nuova famiglia di imbottiti di Alessandro La Spada e la collezione Caprice di m2atelier
la sua installazione “De Rerum Natura” ad Alcova, kermesse itinerante del Fuorisalone che quest’ anno è in un ex area militare nel quartiere Inganni. Una famiglia di sculture luminose denominate “Aracea” che trae ispirazione da liane con grandi foglie ed esplora il concetto di bellezza contemporanea attraverso la metafora della natura. Inoltre, sempre durante la Milano Design Week, Visionnaire presenta un nuovo progetto, un book, intitolato Re-Generation, interamente dedicato ai tessuti e pelli che rispettano criteri a basso impatto. “Con Federlegnoarredo Eventi e tutte le aziende coinvolte” spiega Eleonore Cavalli, “ci stiamo impegnando in questo Supersalone perché crediamo che sia fondamentale tornare a incontrarsi, dialogare e scoprire dal vero i prodotti che abbiamo continuato a creare in questi 18 mesi di pandemia. Mai come nel 2020 è mancata la possibilità di avere una visione d’insieme sulla direzione dell’intero settore e questo evento consentirà di scoprire le novità e le prospettive future. Abbiamo accettato una sfida difficile con grande senso di responsabilità. Il Supersalone di settembre rappresenta per le aziende un’occasione di esprimersi attraverso un linguaggio artistico e innovativo”. In occasione della Design Week straordinaria, organizzata dal 5 al 10 settembre 2021, sono numerose anche le attività culturali proposte dal brand nate sotto un denominatore comune: sostenibilità e amore per la natura. ●
Le vostre ultime novità sono rappresentate dai prodotti firmati da un designer storico, La Spada e dai nuovi collaboratori m2atelier. Cosa avete chiesto, rispettivamente, ai progettisti?
La nuova collezione “Caprice”, disegnata da m2atelier, soddisfa le esigenze di molti luoghi e momenti della vita e, con la stessa versatilità dell’indoor, abita gli spazi all’aperto come se fossero una casa, dove il minimo comune denominatore è lo stesso: il comfort. Per l’area living, cuore della casa, Visionnaire ha dato la sua interpretazione di un’area fondamentale della convivialità, permettendo di accogliere e
illuminare gli spazi in un senso architettonico che nasce dall’esperienza di vita cambiata totalmente nell’ultimo anno e mezzo. L’abitazione si è sviluppata in una direzione più versatile, inclusiva e contemporanea. I progetti di Alessandro La Spada sono espressione di questo pensiero, che si conferma come firma storica dell’azienda con la famiglia di prodotti imbottiti “Babylon Rack” (foto in alto), una declinazione dell’iconico divano legato a uno stile di vita più contemporaneo, concepito come una mini architettura modulare. Tra i temi portanti del salone c’è la sostenibilità. Un aspetto al quale voi lavorate ormai da molti anni. Come lo affrontate oggi e in prospettiva per il prossimo futuro?
Dietro il concetto di sostenibilità si cela un
mondo complesso, che va dai prodotti ai processi produttivi, passando attraverso la responsabilità sociale e territoriale. Quando, nel 2017, abbiamo scelto di intraprendere un percorso verso il lower impact, in modo strategico e globale, abbiamo compreso subito che la sfida più grande sarebbe stata coinvolgere i nostri partner, le aziende con cui collaboriamo da anni. Abbiamo cercato di innovare partendo dai nostri punti forti, ovvero una serie di imbottiti iconici, che abbiamo proposto in una versione alternativa, più sostenibile. Al posto dei materiali tradizionalmente impiegati, abbiamo optato per dei corrispettivi naturali, utilizzando per esempio noccioli di ciliegie per le imbottiture dei cuscini, o gomme di origine vegetale al posto di quelle derivate dal petrolio.
Un’azienda di riferimento nella produzione della ceramica, che esporta lo stile italiano in oltre 140 paesi nel mondo
Marazzi progetta e produce superfici in ceramica di design, dedicate agli interni, all’outdoor, all’architettura e alla città. Le collezioni dell’azienda di Sassuolo sono sempre più funzionali e sostenibili grazie a innovative ed esclusive tecnologie, che si uniscono in modo sinergico allo stile, al gusto, alla passione per la ceramica e all’amore per la bellezza che hanno da sempre contraddistinto il brand. Innovazione e design sono sempre stati i segni distintivi di Marazzi, che ha avuto collaborazioni d’eccellenza con architetti e designer. Tra le prime, nel 1960, quella con gli architetti Gio Ponti e Alberto Rosselli, da cui è nata Triennale, la piastrella “quattro volte curva” entrata nella storia del disegno industriale (pagina di sinistra e in questa pagina, in basso). Modulare e flessibile è un elemento semplice che si compone in un gioco d’incastri, alternando vuoti e pieni, orientamenti verticali e orizzontali. Oggi è proposta in nuove declinazioni di colore e varianti lucide e opache, a contrasto o tono su tono. Triennale è più di una semplice piastrella: grazie alla sua forma iconica e allo speciale taglio a idrogetto, può essere utilizzata con qualsiasi collezione e materiale del catalogo Marazzi, con molteplici possibilità di combinazione. Nel corso degli anni, l’azienda ha continuato ad avvalersi d’importanti collaborazioni, unendo al suo prodotto anche firme della moda, e investendo in laboratori di ricerca interni per lo studio delle tendenze nei diversi paesi e lo sviluppo di prodotti esclusivi, che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nel campo del design. Oggi Marazzi può contare, oltre a decine di brevetti,
La fabbrica di cartone era il nome, ironico, con cui veniva chiamato il primo rudimentale impianto per la produzione di piastrelle in ceramica, ideato da Filippo Marazzi nel 1935. La sua storia è ambientata a Sassuolo, in provincia di Modena, nel contesto di un distretto attivo già da XVII secolo nella lavorazione artigianale della terracotta. In realtà, stava nascendo un’azienda che avrebbe trasformato, nel corso degli anni, un metodo tradizionale in un moderno processo industriale per la produzione di piastrelle in ceramica. Oggi Marazzi é una delle aziende di riferimento del settore, che esporta i suoi prodotti nel mondo con un fatturato di rilievo. Numeri importanti, che sono il risultato di due fondamentali intuizioni: una continua
Una vasta proposta di pavimenti e rivestimenti di design in ceramica, esteticamente ricercati e con tecnologie all’avanguardia
su impianti altamente sofisticati e su nuove tecnologie che permettono di produrre tra i migliori prodotti in ceramica e gres sia per la casa sia per il contract, inclusi rivestimenti leggeri e sottili, facciate ventilate e pavimenti sopraelevati. Inoltre l’azienda ha contribuito a fare della ceramica una produzione a ciclo chiuso che limita il consumo delle risorse naturali e riduce l’impatto ambientale. Diverse collezioni sono realizzate con il 40% di materiale riciclato e rispondono ai requisiti della certificazione LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design), promossa da U.S. Green Building Council, per una progettazione sostenibile. Tra le recenti collezioni presentate da Marazzi, il nuovo gres Mystone Travertino (in questa pagina), che riproduce fedelmente l’effetto marmo attraverso l’esclusiva tecnologia in stampa digitale Sublime Sync. Un prodotto dalle qualità antiscivolo e dalla durabilità e resistenza elevata ottenuti grazie alla tecnologia High Performance. La collezione è disponibile nelle versioni Navona, Classico e Silver, nei colori beige chiaro, crema e grigio con tre grafiche differenti e due decori: Classic e Botanic; in quattro diversi formati e tre mosaici con possibilità di accostamenti e contrasti cromatici e geometrici e due finiture, una più morbida e calda e una più lucida e raffinata. ●
evoluzione delle tecnologie di produzione, come l’introduzione sul mercato del gres porcellanato e i rivoluzionari brevetti della monocottura e dell’effetto cristallizzato e, la riqualificazione della piastrella in gres, che da materiale di seconda scelta rispetto alle pietre naturali è diventato un importante e apprezzato complemento di arredo per l’interior design. Una rivoluzione in cui è stato fondamentale il contributo di Gio Ponti, che nel 1960 ha progettato Triennale (qui a fianco e nella pagina di destra), una piastrella con sagomatura a incastro che garantiva la composizione di pareti e pavimenti abbinando i diversi colori della palette studiata dall’architetto. Un esperimento di successo, che negli anni successivi venne
replicato coinvolgendo designer e stilisti, come Biki, Federico Forquet, Paco Rabanne. Dal 2013 Marazzi fa parte di Mohawk Industries, il più grande produttore mondiale nel settore del flooring, quotato alla Borsa di New York. Negli ultimi anni l’azienda ha effettuato importanti investimenti per il miglioramento di prodotti e processi, che hanno aumentato la capacità produttiva e lo sviluppo di nuove tecnologie Premium. Questo piano ha portato al raddoppio degli stabilimenti di Fiorano e Finale Emilia, al rifacimento delle fabbriche storiche di Sassuolo e dei laboratori di ricerca, alla ristrutturazione della sede con i nuovi uffici e le nuove showroom, al restauro e all’apertura al pubblico del Crogiolo, l’edificio degli anni 30 dove la Marazzi è nata.
Uno stile coerente, con abbinamenti di materiali e personalizzazioni in grado di rispondere a diverse esigenze estetiche e funzionali
Icone Luce produce lampade decorative dal design rigoroso, geometrico, quasi minimale ma che, a seconda delle personalizzazioni e degli abbinamenti di materiali, si prestano a dialogare con diversi stili di arredo. “Le lampade della collezione nascono per coniugare funzioni tecniche e prestazioni con un’estetica decorativa” spiega Giulio Cappellini, architetto e art director di Icone Luce. “Per questo motivo, oltre al design dei prodotti curiamo particolarmente la gamma delle finiture, che è molto estesa. In questo modo lo stesso prodotto può essere declinato al meglio nel contesto di progetti di interior design con stili, colori e finiture molto diversi. Dagli ambienti moderni, scegliendo tinte come il bianco, il nero o il cromo, a quelli più classici, optando magari per colori come l’oro, il platino o il bronzo”. La flessibilità produttiva dell’azienda consente inoltre di realizzare delle finiture a richiesta, anche per quantitativi ridotti. Una proposta ampia e versatile, pensata per rispondere a diverse esigenze estetiche e funzionali, per progetti di interior design residenziale e di spazi pubblici come uffici, strutture ricettive e ristoranti. L’azienda è specializzata nella lavorazione del metallo, che rappresenta il filo conduttore di tutte le collezioni, a volte presentato in abbinamento con altri materiali, come il vetro lavorato artigianalmente. È questo il caso di Cristalglob (pagina di sinistra). Progettata da Marco Pagnoncelli, questa lampada è un’interpretazione in chiave contemporanea dei candelieri e delle lampade in cristallo soffiato. Il diffusore è stato abbinato a strutture lineari con finiture metalliche che costituiscono un ulteriore sofisticato dettaglio di alto artigianato. Come tutti i prodotti del catalogo Icone Luce, la struttura è disponibile in diverse finiture. In questo modo, scegliendo l’abbinamento
Una proposta di lampade progettate per coniugare funzioni tecniche avanzate e prestazioni con un’estetica decorativa
tra vetro e colore del metallo, il prodotto può essere declinato al meglio nel contesto di progetti di interior design con stili, colori e materiali molto diversi. Cristalglob è stato declinato in diverse versioni: da tavolo (nella foto qui a destra), da terra, a sospensione e a muro. Un’estetica più minimal ed essenziale caratterizza invece Petra, un sistema di illuminazione che nasce dall’unione di forme geometriche pure: un rettangolo, la piastra forata e le forme cilindriche. In occasione della Milano Design Week di Settembre 2021 Icone Luce è presente a Superdesign Show presso Superstudiopiù in due diverse manifestazioni: Cult&Must, la grande retrospettiva del design che racconta, con prodotti diventati icone, l’evoluzione culturale e sociale degli ultimi vent’anni, dall’automotive al design d’interni, dalla tecnologia alla comunicazione. Tra i pezzi scelti dalla collezione Icone Luce spiccano le lampade Arbor, Gru, Lua’, Giuup e Vera, tutte disegnate da Marco Pagnoncelli, che hanno segnato l’evoluzione del brand. Supercampus è invece il nuovo concetto del luogo di lavoro e relax, uno spazio caldo eaccogliente illuminato da molte lampade simbolo della collezione Icone Luce tra cui Arbor, Hula Hoop, Cristal Glob, Luà e altre. La presenza a queste due mostre rappresenta un forte segnale d’attenzione dell’azienda sia all’evoluzione del mercato sia a quella del linguaggio progettuale. ●
Intervista a Giulio Cappellini, art director di Icone Luce che racconta la sua visione sul brand e più in generale sul settore dell’illuminazione.
Cosa contraddistingue il progetto di Icone Luce? Icone Luce non è un assemblatore di pezzi ma una fabbrica che controlla l’intero ciclo produttivo del metallo garantendo soprattutto grande flessibilità nelle finiture sia di serie sia custom. Questo è un notevole plusvalore per i progettisti che possono avere luci personalizzate. Dal punto di vista stilistico Icone Luce si contraddistingue per il rigore dei progetti di Marco Pagnoncelli e l’attenzione sia ai dettagli sia alle prestazioni delle diverse lampade.
Qual è il rapporto tra artigianalità e produzione di serie nei vostri prodotti?
Una parte delle lavorazioni dei nostri prodotti sono realizzate industrialmente con macchinari di ultima generazione. La parte di finitura e assemblaggio viene effettuata manualmente pezzo per pezzo in modo da garantire la massima qualità: un perfetto mix di artigianato e industria. Quali sono le tendenze estetiche e funzionali alle quali state lavorando?
Due sono le tendenze degli apparecchi illuminanti oggi: elementi perfettamente integrati nelle architetture d’interni come la lampada Caveau oppure oggetti fortemente connotati in grado di arredare un ambiente come il lampadario Canaletto. Due tendenze che possono tranquillamente fondersi all’interno dello stesso contesto architettonico.
Ovviamente Icone sta prestando molta attenzione al risparmio energetico e alle fonti illuminanti di ultima generazione. Come vede l’evoluzione dell’illuminazione della casa nel prossimo futuro?
Le luci saranno sempre più protagoniste negli interni e negli esterni. È quindi fondamentale tener conto del rapporto con la luce naturale, diversa a seconda delle posizioni geografiche. Gli apparecchi illuminanti fanno e faranno sempre più parte del progetto architettonico e quindi non più prodotti da scegliere ad arredamento definito. Icone continua la sua ricerca su nuove forme e materiali e sta prestando attenzione alle luci per esterni e alle luci senza alimentazione elettrica.
L’azienda presenta due nuovi motivi ornamentali geometrici per le porte Filomuro e le boiserie coordinate in rovere
Il Gruppo Garofoli è uno tra i leader mondiali nel settore delle porte per interni d’alta gamma, con una particolare specializzazione per quelle in legno massiccio. Un catalogo che offre una vasta gamma di modelli, diversi per design, materiali e accessori, che consentono di personalizzare i progetti e rispondere a ogni esigenza specifica, dal classico al contemporaneo, in maniera perfettamente coordinata. Oltre alle porte infatti, l’azienda produce parquet, pareti attrezzate, armadi, contenitori e boiserie. “Uno dei valori aggiunti della nostra proposta”, spiega Leonardo Filippetti, Marketing Manager del Gruppo Garofoli “è proprio la possibilità di abbinare a ogni porta, di qualsiasi stile e materiale, un parquet, una boiserie o l’anta di un armadio, in modo che tutto sia perfettamente uniforme e coordinato. Si tratta di un elemento che ci caratterizza in maniera significativa, perché siamo l’unica azienda del settore in grado di realizzare internamente tutti
Un’ampia varietà di modelli e materiali che consente di interpretare in maniera creativa e coerente diversi stili di interior design, classici e contemporanei
questi elementi”. (Nella foto qui a destra, un’ambientazione coordinata con boiserie Quadrata e il parquet Platinum rovere wenge e moduli libreria in rovere ice). Uno dei fiori all’occhiello del catalogo di Garofoli è la collezione Filomuro, composta da porte per interni, blindate, tagliafuoco e armadi, che assicurano la perfetta complanarità con il muro. In questo modo è possibile assecondare l’estetica minimale di uno spazio, rendere meno visibili i passaggi tra gli ambienti, oppure integrare i pannelli delle ante all’interno di decorazioni o texture materiche su vasta scala. La collezione si è recentemente arricchita di una nuova linea di porte in rovere massiccio, con boiserie coordinata nello stesso materiale. “Si tratta di una nuova proposta caratterizzata da una seghettatura che si sviluppa in verticale su tutta la superficie e dona ai prodotti una presenza scenica eccezionale. I motivi ornamentali disponibili sono due e si chiamano Onda e Quadro”. (Nella pagina di sinistra un’ambientazione con porta Filomuro e boiserie con decoro Quadro, in rovere seta). La qualità dei materiali utilizzati e la possibilità di plasmarli sulle esigenze della committenza consente inoltre a Garofoli di rispondere a molteplici esigenze progettuali, da quelle moderne alle più tradizionali. “La possibilità di personalizzare i nostri prodotti ci ha permesso di cogliere importantissime opportunità in ambito contract. Avendo un’integrazione verticale dei processi che i nostri competitor non hanno, riusciamo a rispondere in tempi interessanti alle più complesse richieste dei progettisti”. ●
Intervista a Leonardo Filippetti, Marketing Manager del Gruppo Garofoli. Quali sono le tendenze emergenti nel vostro settore e come le avete interpretate? Negli ultimi 18 mesi, complici i lunghi soggiorni in casa e i bonus fiscali, l’attenzione delle persone all’ambiente in cui vivono è cresciuta. La voglia di bello, di comfort e di benessere ha dato impulso alla domanda di ristrutturazione e di riqualificazione. La sensibilità verso il contributo che una porta può offrire al progetto di interni è aumentata e ora ci sono più clienti disposti a coinvolgere l’architetto e a investire su un prodotto di valore. Una porta a tutta altezza, una Filomuro in vetro, una boiserie in rovere, sono solo alcuni esempi di soluzioni per cui si registra
una domanda crescente. E poi direi che questo è il momento del legno. La scienza ci dice che questo materiale naturale ha un effetto positivo sul nostro sistema simpatico e garantisce uno stato di relax e di benessere che in casa è importantissimo. È per questo che abbiamo lanciato una nuova linea di boiserie e porte Filomuro proprio in rovere massiccio. Quali sono i nuovi progetti a cui state lavorando? In questo momento stiamo lavorando a un potenziamento di gamma nel segmento più alto, che è quello a cui tengo di più. Svilupperemo un’offerta ancora più ampia per le porte a vetro e Filomuro in termini di finiture e abbinamenti disponibili. Ci racconta il progetto sulla formazione degli
architetti che segue in prima persona?
Da appassionato di architettura, la formazione mi dà l’opportunità di mantenere con loro un dialogo attivo e frequente e questo mi arricchisce e mi piace molto. La chiave del mio progetto formativo è la sovrapposizione dei piani del marketing e dell’architettura e la constatazione di come e dove possano toccarsi e contaminarsi. Questo ovviamente mi porta a ragionare insieme a loro sui temi della contemporaneità, della digital transformation, dei cambiamenti comportamentali dei consumatori e di come tutto questo possa avere un riflesso sull’evoluzione della professione. Si tratta di una dinamica formativa che in presenza ha sempre generato incontri vivaci e che mi diverte molto.
Uno stile essenziale e senza tempo, ampie possibilità di personalizzazione e massima cura dei dettagli
CNuove collezioni e l’inaugurazione del flagship store a Milano, nel quadrilatero della moda, progettato da Dainelli Studio
onte Bed, azienda fondata da Carlo Conte nel 1986 è un brand emergente nel settore dell’arredamento per la zona notte ed è l’evoluzione di una realtà industriale a conduzione familiare dedita alla produzione di prodotti destinati al confort e al riposo. Oggi il gruppo è guidato da Ferdinando Conte, CEO e Art Director, che coniuga una conoscenza tecnica a una visione imprenditoriale in sintonia con la richiesta dei mercati nazionali e internazionali. Le collezioni sono ampie e diversificate e comprendono letti, materassi e complementi d’arredo per la zona notte. L’azienda da tempo collabora per lo sviluppo stilistico dei propri prodotti con noti designer tra i quali Leonardo e Marzia Dainelli ed Enrico Cesana a cui affianca giovani progettisti emergenti come Joe Garzone e Antonio Lanzillo, quest’ultimo tra i vincitori dell’ultimo Compasso d’Oro. I prodotti Conte Bed hanno come elemento distintivo la personalizzazione e la cura del dettaglio, oltre che la capacità di soddisfare le richieste ed esigenze specifiche di architetti e designer sia in ambito privato sia contract. Questo perchè le possibilità di personalizzazione sono molteplici, grazie agli oltre 500 differenti tessuti e pelli e alle diverse finiture di legni e marmi che possono essere accostati tra loro in un’ampia varietà di combinazioni. “Tutti i nostri prodotti sono lavorati e assemblati in azienda dai nostri artigiani ai quali non facciamo però mai mancare il giusto supporto tecnologico”, spiega Ferdinando Conte. “Lavorando molto sulla personalizzazione del prodotto possiamo orgogliosamente fregiarci del fatto che ogni nostro pezzo ha ancora un’altissima percentuale di hand made. Inoltre tutti i nostri prodotti sono contraddistinti da forme e stili eleganti e mai eccentrici poiché ogni nostro pezzo viene creato per durare nel tempo ed essere riconoscibile grazie alla qualità dei materiali e delle sapienti lavorazioni ”. La collezione Conte Bed è caratterizzata da uno stile essenziale lontano da mode passeggere e ogni prodotto è rigorosamente realizzato all’interno dello stabilimento aziendale di 40.000 metri quadrati, completamente autoalimentato con energie rinnovabili e immerso nel parco nazionale dell’alta Murgia. Il brand inaugurerà a breve il suo nuovo flagship store a Milano in via Senato 45, nel cuore del quadrilatero della moda milanese, dove verrà presentata parte delle nuove collezioni 2022. Lo showroom progettato da Dainelli Studio, accoglierà ambienti ispirati agli anni 50 con un mix di materiali che spazieranno tra marmi, legni e metalli. “Attualmente abbiamo
Ferdinando Conte, CEO e Art Director di Conte Bed raccontalafilosofiacheispiral’azienda.
Quali sono i valori essenziali di ConteBed?
Da sempre concepiamo l’azienda come una famiglia in cui collaboratori e clienti vengono sensibilizzati e messi al centro del progetto per garantire affidabilità e trasparenza.
Come scegliete i vostri designer?
La collaborazione e la scelta dei designer nasce dalla volontà di sperimentare sempre nuove lavorazioni e abbinamenti di materiali, il tutto valutando ciò che manca all’interno della collezione e coniugandolo con lo stile aziendale
Siete un’azienda a conduzione familiare. Quali sono i vantaggi di questo tipo di gestione? Gestendo l’azienda a livello familiare riusciamo ad
un incremento superiore al 50% rispetto allo scorso anno e sono certo che il biennio 2021/2022 sarà di estrema crescita poiché abbiamo diversi progetti da portare a termine sia nel contract sia nell’ampliamento dell’offerta per nostri punti vendita, conclude Ferdinando Conte. In queste pagine alcuni prodotti di Conte Bed. Nella pagina di sinistra, il letto modello Dominick, disegnato dall’architetto Enrico Cesana, con struttura in frassino marrone e rivestito in tessuto; in alto una coppia di settimini modello Nuage progettati dall’architetto Joe Garzone in rovere termo trattato con piani in marmo Georgette. ●
avere un filo diretto con quasi tutti i nostri clienti e fornitori e questo ci permette di conoscere in tempo reale qualsiasi dinamica all’interno dell’azienda e di poter quindi prendere decisioni in maniera veloce e diretta. In più per via dell’attacamento all’azienda le decisioni non vengono prese solo con la testa pensando solo al profitto ma anche con il cuore. Qual è il principale insegnamento che le ha lasciato suo padre, fondatore dell’azienda? E quali s invece le innovazioni portate da lei?
L’azienda è stata gestita da mio padre lavorando per conto terzi dal 1985 fino al 2013, anno in cui con il suo assenso ho deciso di fondare il nostro brand ricevendo fin da subito da lui massima fiducia ma soprattutto un insegnamento basilare sullo spirito di sacrificio che è da sempre ciò che ha
contraddistinto il successo imprenditoriale della nostra famiglia.
Quali nuovi progetti avete presentato e a quali state lavorando per il prossimo futuro?
Le nostre novità per il 2021 sono state una in collaborazione con l’architetto Enrico Cesana per la creazione della nuova collezione Dominick (pagina di sinistra) con letti e complementi imbottiti avvolti da strutture in legno massello curvato e la presentazione del letto Wall disegnato dall’architetto Joe Garzone. Nei prossimi giorni inaugureremo il nostro flagship store a Milano dove presenteremo parte delle collezioni 2022 create in collaborazione con Dainelli Studio e con Antonio Lanzillo, giovane designer e fresco vincitore del Compasso d’Oro.
Innovazione, ottimizzazione dei consumi e design per scelte più consapevoli verso una maggiore sostenibilità
Electrolux, azienda svedese fondata nel 1919, da oltre un secolo produce un’ampia gamma di elettrodomestici innovativi e professionali, per la cucina e la casa. Prodotti sempre più attenti alla sostenibilità che, grazie a tecnologie avanzate e innovative, facilitano l’utente anticipandone le necessità e agevolando le attività domestiche. Una delle principali mission dell’azienda è quella di suggerire abitudini e scelte più consapevoli e responsabili aiutando le persone a vivere in modo sostenibile con l’utilizzo di elettrodomestici progettati per limitare gli sprechi di cibo e acqua, ottimizzando i consumi energetici e utilizzando tecniche di cottura più salutari che fanno la differenza, non solo
Le ultime novità dedicate alla cucina comprendono il piano a induzione SenseBoil, il forno a vapore SteamBoost e la cantinetta con touch control
per il benessere individuale ma anche per l’ambiente. Tra i nuovi prodotti presentati da Electrolux, il piano a induzione SenseBoil (qui sotto a sinistra) caratterizzato dalla presenza del sensore che percepisce le vibrazioni della bollitura e regola di conseguenza in modo automatico il livello di calore in tutte e quattro le zone cottura Infinite, per evitare che l’acqua fuoriesca dalla pentola. Inoltre, il sistema a 14 livelli di calore regolabili garantisce un’elevata precisione di cottura: un vero e proprio assistente che facilita
l’utente rendendo l’esperienza in cucina molto più semplice e sostenibile, grazie ai timer individuali che consentono lo spegnimento automatico di ciascuna zona cottura. Orientato alla sostenibilità anche l’innovativo forno a vapore SteamBoost (foto in basso, al centro) dalla tecnologia intuitiva e semplice da utilizzare, che rispecchia il nuovo modo di vivere la casa con più gusto e consapevolezza. La tecnologia a vapore SteamBoost, con 21 funzioni di cottura di cui sei a vapore, preserva le proprietà nutritive degli ingredienti conferendo una qualità nutrizionale superiore rispetto alle altre modalità di cottura. L’opzione ‘Rigenera a vapore’, inoltre, rende il nuovo forno anche un alleato contro gli sprechi perché permette di riscaldare le pietanze cotte in precedenza senza alterare sapori e consistenza, mentre il comando vocale o la connessione da remoto tramite applicazione, rendono la fruizione dell’elettrodomestico ancora più divertente e agevole, con la possibilità di impostare l’avvio di cottura e il programma migliore di ogni ricetta direttamente da remoto. La cantinetta vino (foto in basso a destra) è invece caratterizzata da linee essenziali ed eleganti che si uniscono al design funzionale e lineare del prodotto. La superficie full glass nera antimpronta è pensata per abbinarsi con tutti gli ambienti contemporanei e non presenta maniglie o tasti a vista; l’apertura avviene tramite tocco push push a ribalta e i comandi per la scelta elettronica della temperatura da 5 a 20 ° sono Touch Control. L’interno, composto da un ripiano fisso e due removibili, può contenere fino a 18 bottiglie da 0.75 litri di vino e champagne ed è dotato della funzione di sbrinamento automatico. La cantinetta, classe energetica A++, ha un’illuminazione a LED a luce fredda e protegge le bottiglie dai raggi UV mantenendo le caratteristiche e il gusto dei vini inalterati senza elevati consumi energetici. ●
Da oltre 100 anni Electrolux contribuisce a migliorare lo stile di vita delle persone regalando nuove emozioni ed esperienze uniche nel mondo del gusto, nella cura dei tessuti e nel benessere in casa. Un secolo di storia, un lungo cammino di successo che è stato percorso puntando sempre all’innovazione come garanzia per la costruzione di un futuro migliore e più sostenibile per tutti.
Realtà conosciuta nel settore degli elettrodomestici, il Gruppo svedese riunisce importanti marchi tra i quali Electrolux, AEG e Frigidaire, vendendo oltre 60 milioni di elettrodomestici e apparecchiature professionali in più di 120 mercati ogni anno.
Nel 2020 ha raggiunto un fatturato di circa 11 miliardi di Euro con un totale di 48.000 dipendenti in tutto il mondo.
L’attenzione al benessere delle persone e al futuro del pianeta è un valore che fa parte del DNA svedese del marchio, e che rimanda allo spirito e alla cultura “corporate” di un’azienda da sempre incline a lavorare con un occhio attento alla sostenibilità.
Dall’ideazione allo sviluppo dei prodotti, Electrolux si dedica a ogni progetto con la volontà di preservare la salute dell’ambiente per le generazioni future, impegnandosi su più fronti per aiutarle concretamente ad avvicinarsi a uno stile di vita consapevole attraverso strumenti che siano in grado di
limitare gli sprechi di cibo, acqua ed energia. La mission aziendale “Shape Living for the Better” ispira ogni giorno il brand nel suo lavoro e nelle attività. Esemplare, in questo senso, è il Better Living Program, messo a punto per garantire, attraverso 100 azioni, condizioni di vita migliori in tutto il mondo: dall’adozione di uno stile alimentare più sano e sostenibile (Better Eating) al miglioramento della qualità dell’aria indoor eliminando allergeni e agenti inquinanti (Better Home Environment), al prolungamento della durata media dei capi dimezzando il loro impatto ambientale (Better Garment Care), passando per lo sviluppo di processi virtuosi all’interno dell’azienda (Better Company).