Sos opere d'arte

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Cultura

SOS opere d’arte Ecco come il MoLab scopre i segreti dei beni culturali di Lorenza Sbroma

Q

uando l’arte chiama, il MoLab risponde. Se un bene culturale deve essere analizzato, i ricercatori del Mobile Laboratory caricano la loro attrezzatura su un furgoncino bianco e partono. La loro missione? Studiare la composizione chimica delle opere d’arte del mondo intervenendo direttamente sul luogo e senza spostare il bene culturale. Nato da una collaborazione tra il CNR (Comitato Nazionale delle Ricerche) ed il dipartimento di Chimica dell’Università degli studi di Perugia, dal 2004, il MoLab è diventato una delle eccellenze made in Umbria. Le ricerche sono finanziate dall’Unione Europea che l’ha inserito all’interno del prestigioso programma Eu-ARTECH: un consorzio di tredici infrastrutture che operano nel campo della salvaguardia del patrimonio artistico. «Il MoLab è una struttura unica in Europa. È molto apprezzata perché interveniamo sul luogo, evitando tutti i rischi legati agli spostamenti di un bene culturale. Lavoriamo con apparecchiature non invasive che ci permettono di analizzare le opere senza dover effettuare prelievi» spiega Costanza Miliani, una delle ricercatrici del laboratorio. I ricercatori del MoLab vengono chiamati da storici dell’arte, archeologi, restauratori e direttori di musei per avere

perto che Pietro Vannucci, conosciuto informazioni preziose su un’opera. Dai come “il Perugino”, dopo aver chiuso loro studi si possono ricavare sia nozioni la sua bottega a Firenze, ha iniziato ad storiche, sia analisi importanti per i resusare un pigmento ocra a base di terra tauri. A marzo, sono stati al Museo di di origine diversa da quella utilizzata di Van Gogh di Amsterdam per analizzare i solito. Al cambiamento di vita, quindi, famosi “Girasoli”. corrisponde anche un cambiamento di «Ci hanno chiamati per studiare la materiale. Grazie a queste informazioni, composizione dei pigmenti gialli del quagli storici dell’arte hanno potuto individro e per capire i motivi che causano un duare e cambiare alcune datazioni delle certo scolorimento e la variazione del opere dell’artista». colore del dipinto. Siamo stati in Olanda Durante le analisi, inoltre, i musei non per una settimana. Ora che siamo tornati perdono le opere d’arte e non devono a Perugia, stiamo rielaborando i dati in chiudere le sale al pubblico. I visitatori laboratorio. Dalle prime analisi abbiamo possono vedere l’opera ed anche i ricerscoperto che la trasformazione del cocatori a lavoro: originalità e competenza lore è causata dalla luce e noi sappiamo messe a servizio del patrimonio artistico come rallentare, nel tempo, l’alterazione mondiale. E se è vero che, come dicedei pigmenti» dice Costanza Miliani. va Dostoevskij, «La bellezza salverà il Le informazioni che emergono dai mondo», il MoLab si sta impegnando per materiali possono essere utili agli studiorealizzare questa missione. si per convalidare, confutare o portare avanti alcune teorie. Se uno storico dell’arte sta studiando la tecnica pittorica di un artista, oltre agli aspetti estetici possono essere valutati anche quelli di tipo materiale. Si possono scoprire le origini dei pigmenti usati, avere informazioni sugli scambi di merci o sulle tecniche di produzione del colore. «Da uno studio sui pittori legati all’Umbria, abbiamo sco- Uno studio sul David di Michelangelo

30 aprile 2016 | 15


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