Burraco, che passione

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Sport e tempo libero

Burraco, che passione Il centro socio culturale “Il Tevere” di Ponte Felcino rinasce grazie ai tornei organizzati per gli anziani Una partita di �urraco

«O

ggi giochiamo insieme, occhio a non sbagliare Anna, che questi due sono forti» A dirlo è la signora Maria, pensionata di Perugia, che ogni martedì va a giocare a Burraco al circolo di Ponte Felcino. «Veniamo qui principalmente per stare insieme, anche se ormai, del burraco, non posso fare a meno. Guarda, ci gioco anche sul cellulare» afferma la donna mostrando l’applicazione Burraco Online. «Il centro socio culturale “Il Tevere” organizza da sempre attività ricreative per gli anziani, ma il gruppo del burraco – dice il responsabile della struttura Flavio Marconi – ha ridato vita al paese. Siamo amici di altri due circoli, quello di Montegrillo e quello di Ellera. Il martedì si gioca qui, il venerdì e la domenica negli altri due centri». A giocare ci sono quasi quaranta persone, ma possono arrivare anche a sessanta. La sala è gradevole e accogliente: sembra di trovarsi in una piccola stanza di un casinò. Ci sono dieci tavoli quadrati coperti da panni verde scuro; su ognuno, due mazzi di carte francesi sono disposte a ventaglio, pronte per essere mescolate. Il torneo inizia alle

21, ma già mezzora prima ci sono persone che si esercitano. I giocatori sono tutti in anticipo, vanno a registrarsi e poi qualcuno gioca, alcuni prendono un caffè, fumano una sigaretta e raccontano cosa hanno fatto durante la giornata. «Io sono uno dei giocatori più giovani – afferma il signor Marconi – ed ho più di cinquant’anni.» Dopo la registrazione, il responsabile di turno annuncia le coppie, rigorosamente sorteggiate al computer. I giocatori si siedono al tavolo assegnato e iniziano la gara. Il torneo è composto da quattro partite, di quattro mazzate ciascuna, che durano quaranta minuti. C’è un arbitro che controlla il corretto funzionamento del gioco: qui a Ponte Felcino, di solito, è uno dei responsabile della struttura. «Il nostro circolo non è fidelizzato con nessuna lega burraco – spiega il signor Marconi – qui si gioca per puro spirito sportivo». Il torneo è a coppie, ma si vince sempre singolarmente. Su una mensola, vicino ai tavoli, i sei premi sono ben in vista: una bottiglia d’olio, sedano, baccalà e alici per il primo arrivato; olio, tonno, pasta all’uovo per il secondo e una

«Era un circolo dismesso, ora vede più di cinquanta persone a settimana»

14 | 15 aprile 2015

scatola di confetti misti per chi, durante la serata, ottiene il punteggio più basso. «Tutte le sere, al momento della registrazione, raccogliamo un piccolo contributo spese che va devoluto in premi; quello che rimane, invece, va lasciato al centro che organizza, nella pausa, un piccolo buffet». Durante le smazzate, il caos iniziale si trasforma in silenzio: si sente solo il fruscio delle carte e qualche bisbiglio. I giocatori sono tutti concentrati: alcuni si lanciano occhiate complici, altri tengono la testa bassa. Alla fine del torneo i volti sorridenti dei vincitori si mescolano a quelli più tesi dei perdenti, ma tra loro nessuna invidia o competizione. «Vengo qui per passare una serata con gli amici – dice un signore sulla settantina – ma se riesco anche a vincere qualcosa, ovviamente mi fa piacere». Anche se è mezzanotte e mezza, nessuno sembra stanco, c’è sempre tempo per un commento post partita. Un’iniziativa, che secondo il signor Marconi ha contribuito a rallegrare la vita di tante persone. «Fino a due anni fa questo circolo era dismesso; ora, grazie al burraco, ha ripreso vita, dando, anche agli anziani, un’occasione in più per stare insieme e socializzare».

loRenZa sbRoMa toMaRo

La rivincita del n° 2 «Vali come il due di picche», «Vali come il due di coppe quando regna denari»: detti popolari decisamente discriminatori nei confronti di una carta che, nei giochi, è stata spesso bistrattata. Prima carta da scartare quando possibile, il due ha avuto qualche piccola soddisfazione nel Tre Sette o nel Black Jack. Per avvalorare, anche se parzialmente, il detto «Gli ultimi saranno i primi», il due ha dovuto aspettare il gioco più popolare del terzo millennio. Con il burraco è diventato «La Pinella»: una «matta» a cui si può attribuire qualsiasi valore. Principessa del gioco, ma non ancora regina: i suoi punti sono sempre inferiori a quelli del jolly e anche se vista come un’ancora di salvezza per poter «chiudere» con facilità, per i giocatori professionisti, un «burraco col due» è sempre un «burraco sporco». Del resto è raro che un numero due al primo posto.


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