La donna che cambiò l'umbria

Page 1

Primo piano Piano

La donna che cambiò l’Umbria

Luisa Ranieri ha interpretato Luisa Spagnoli nella miniserie di Rai1

Luisa Spagnoli, boom di ascolti per la miniserie di Rai1 che per la prima volta ha raccontato la storia dell’imprenditrice perugina di Iacopo Barlotti e Lorenza Sbroma

U

n impero costruito grazie alla ca- le difficoltà dell’epoca. Anche il marito di entrare in società con gli Spagnoli e parbietà di una geniale visionaria. Annibale, un soldato con la passione per dar vita così alla prima industria dolciaria Una donna che, un secolo fa, la musica che non ama particolarmen- umbra, la Perugina. Luisa, d’altra parte, credeva nell’uguaglianza e nella parità te i dolci, deve mettere da parte i suoi aveva già capito che un bene di lusso di genere. Il tutto condito da un intrigo obiettivi dando fiducia ai progetti della come il cioccolato in breve tempo sarebamoroso appassionante quanto scan- moglie. Luisa riesce a farsi strada in un’I- be diventato accessibile a tutti. Ma il mondo dell’industria appare spiedaloso per l’epoca. La storia di Luisa talia monarchica che dà ancora molta Spagnoli, raccontata per la prima volta importanza ai gradi sociali e alle casate tato. La nuova azienda deve destregin tv nella miniserie trasmessa su Rai1, nobiliari. Ma lei, già cento anni fa, ave- giarsi con la concorrenza talvolta sleale ha conquistato un po’ tutti. va capito che gli esseri delle fabbriche del nord Italia. Le nuove Da una piccola Gli ingredienti per sedurre umani sono tutti uguali creazioni dolciarie di Luisa, unite all’arriil grande pubblico di prie devono essere trattati vo in azienda di Giovanni Buitoni, sono confetteria con rispetto a prescin- la ricetta perfetta che farà diventare la ma serata, d’altra parte, in centro alla c’erano eccome. E così dere dalle proprie ori- Perugina una delle industrie del ciocle vicende della Perugia gini. Celebre la battuta: colato più note del paese. Con l’arrivo rivoluzionaria di inizio Novecento hanno «Noi non pensiamo del giovane Giovanni qualcosa cambia Perugina incollato al televisore quache chi nasce povero anche negli equilibri sentimentali dell’asia inferiore a chi nasce zienda. Come in ogni storia d’amore si 8 milioni di spettatori, per una media di poco inferiore al 30% di nobile», detta dalla Spagnoli al conte che si rispetti, i due inizialmente non si share. Significa che il 1° e il 2 febbraio, Sangiorgi, uomo borioso e presuntuoso, sopportano, ma finiscono poi per innagiorni di messa in onda della miniserie, quando si lamenta per non essere stato morarsi perdutamente l’uno dell’altro, quasi un televisore italiano su tre era sin- servito prima di “un macellaio qualsiasi”. infischiandosene dei 14 anni d’età di difL’intreccio con la famiglia Buitoni rap- ferenza. Una passione a cui è legata antonizzato sulla rete ammiraglia della Rai. Un successo che si era intuito già in presenta la svolta per gli affari e, succes- che una leggenda, visto che proprio dai autunno, quando per le riprese delle sivamente, per il cuore di Luisa. Perché messaggi d’amore che si scambiavano scene iniziali il capoluogo umbro era tor- Francesco Buitoni accetta la proposta i due amanti sarebbe nata la fortunata nato indietro nel tempo. Costumi novecenteschi, carrozze trainate da cavalli e una piccola bottega di confetti tra i vicoli perugini. È qui – siamo alla fine dell’Ottocento – che comincia il sogno di Luisa Spagnoli, interpretata dalla bella Luisa Ranieri. La miniserie racconta, con piccole quanto inevitabili licenze cinematografiche, la storia di Luisa Sargentini (sì, Immagini dal set della miniserie: Spagnoli è il nome del marito). La sua da sinistra, la “confetteria Spagnoli” allestita in via confetteria, fondata dalla protagonista Ulisse Rocchi, il ciak per le riprese, gli attori in un momento di pausa tra una scena e l’altra. grazie a un’idea a metà fra follia e lungiSi riconoscono Luisa Ranieri e Vinicio Marchioni miranza, riesce a emergere nonostante

2 | 15 febbraio 2016


Primo piano Piano In migliaia in coda per un ruolo da comparsa

N

iente tatuaggi visibili, meches, capelli rasati, unghie ricostruite o qualsiasi altro vistoso indizio estetico di modernità. Sono queste le uniche condizioni che gli aspiranti figuranti dovevano rispettare per ottenere un posto da comparsa sul set della fiction Luisa Spagnoli. Un piccolo contributo giornaliero e la grande visibilità della prima serata di Rai1 sono i motivi principali che hanno spinto migliaia di persone, a settembre, a mettersi in coda sotto il sole per essere provinati dai produttori. Uomini, donne, ragazzi e bambini: tutti in fila per una parte sul piccolo schermo e, magari, dare un’occhiata da vicino a come si gira un film e a come recitano i veri protagonisti.

U

Settembre 2015: in coda a Perugia per un ruolo da comparsa

Sempre strizzando l’occhio all’intrecidea dei cartigli dei Baci Perugina, ora simbolo per eccellenza degli innamorati. cio amoroso, la fiction ci porta all’altro Accanto al successo industriale, Lui- grande successo della Spagnoli: la creasa Spagnoli farà parlare di sé anche per zione dell’omonima casa di moda. Un’aalcuni provvedimenti che perfino oggi zienda nata dall’intuizione di Luisa che sembrano all’avanguardia. Allo scoppio iniziò ad intrecciare la lana dei conigli della Grande Guerra risponde assu- d’angora per farne cappelli, guanti e poi mendo le mogli degli operai chiamati addirittura scialli e capi d’abbigliamento. «Si tratta di un personaggio di una al fronte. Ma, soprattutto, ne tutela la modernità sconvolgendignità di madri: crea un vero e proprio asilo nido te» sintetizza ElisabetL’amore per il all’interno della fabbrica ta Fogazzaro, delegato marito Annibale – intanto spostata nella Moviheart, coproduttrice zona periferica di Fontie la relazione con della miniserie assieme RaiFiction. «Luisa è vegge – dove accudire Giovanni, 14 anni astata una donna che pur e allattare i figli. In fondo essendo quasi analfachi meglio di lei, che da più giovane giovane dovette fare i beta aveva un grande conti col dualismo famiglia-lavoro, pote- senso degli affari. È una storia che ho va comprendere le difficoltà delle donne studiato da anni e che era giusto raclavoratrici? contare, perché può dare una speranza All’avanguardia anche i primi manife- a tanti giovani di oggi: Luisa Spagnoli, sti pubblicitari: in particolare farà discu- in fondo, è la dimostrazione che anche tere, negli anni dell’ascesa del fascismo, partendo dal niente, ma solo con tanta la raffigurazione dell’abbraccio tra un forza di volontà, si può arrivare a costruiuomo di colore e una donna bianca. re qualcosa di davvero importante».

7.012.000

i telespettatori che hanno seguito la prima puntata della miniserie su Rai1 il 1° febbraio

7.773.000

i telespettatori della seconda e ultima puntata, il 2 febbraio, con una share del 29,76%

Specchio riflesso

Luisa Spagnoli nacque a Perugia nel 1877. Si sposò a 21 anni con Annibale Spagnoli, da cui ebbe tre figli, due dei quali, Mario e Aldo, continuarono il lavoro in azienda

n viaggio alla scoperta dell’Italia dentro le fiction televisive. Partenza: Punta Secca. Arrivo: Inverigo. Dal balcone del commissario Montalbano fino alla villa dei Rengoni, stirpe d’industriali le cui vicissitudini hanno ingrossato la trama di Una grande famiglia, una tra le felici invenzioni nostrane. Un’esplorazione che incede raccapezzandosi nel repertorio delle tante storie pensate per conoscersi, e riconoscersi, italiani. Chilometri di pellicola d’un genere di successo in cui stanno i mille e uno volti del Belpaese, patria d’eroi per sempre o di tutti i giorni. A sentire chi se n’intende, è qui che si nasconde il segreto della calorosa accoglienza riservata a questi racconti: nella capacità di farsi «vetro» da cui osservare il mondo, più o meno noto, e insieme «specchio» dentro cui ritrovarsi, per dirla con Enrico Menduni, autore di radio, tv e documentari. «Un processo di identificazione» in cui immagine e relativo riflesso fanno la fine dell’uovo e della gallina: difficile stabilire a chi spetti il primato quando il prodotto nasce perché calzi perfettamente uno spettatore le cui misure sono più che risapute. «Non solo le storie che parlano all’Italia ma anche quelle con spessore» tra le più amate, secondo un altro fine conoscitore del medium, Stefano Balassone. Quelle dai personaggi capaci di ammaliare più generazioni, come la protagonista di Luisa Spagnoli, «figura di imprenditrice proiettata nella modernità, anche se vestita coi costumi del primo Novecento». «Credibilità di realizzazione», e cita Il sindaco pescatore. «Temi di interesse condiviso», e pensa alla questione della Terra dei fuochi dentro Io non mi arrendo. «Poi le storie che accomunano tutti, un po’ l’equivalente di Sanremo, fatte in maniera impeccabile, non manca nulla di quello che ci deve essere. Come Don Matteo». Perla, pure questa, ambientata in Umbria. Vorrà dire qualcosa? «È l’Italia dell’immaginario. Talmente vera – chiosa Balassone – che sembra finta o talmente finta che in realtà corrisponde all’Italia come la gente se l’immagina». Valentina Russo 15 febbraio 2016 | 3


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.