L'Obiettivo - giugno 2010

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PERIODICO DEL GINNASIO-LICEO “GIOVANNI PAOLO II” SUPPLEMENTO DE “L’ORA DEL SALENTO” Liceo-Ginnasio “Giovanni Paolo II” Lecce

ANNO VI- NUMERO 3 LECCE, 3 GIUGNO 2010 Confidando che l’imminente conclusione dell’anno scolastico possa rappresentare un momento di gioia o, almeno, di serenità per la generalità delle studentesse e sperando che le loro famiglie conservino fiducia siano certe nella grande professionalità delle professoresse e degli insegnanti del Ginnasio-Liceo e del loro stile educativo, rivolgo un augurio di buone vacanze a chi sta per deporre i libri di studio ed un ottimistico in bocca al lupo ai diplomandi. Il Preside

Vita a colori, Realtà in BIANCO E NERO Certe volte avverto la sensazione di vivere al centro di un vortice turbinoso in cui troppi colori vengono violentemente “sbattuti in faccia”; astio, frustrazione, rancore, non accettazione di sé sono i variopinti stati d’animo che, paradossalmente, rendono la nostra vita tendenzialmente monocroma. Una dialettica segna inevitabilmente il nostro tragitto con l’unica certezza che, di fronte al bivio delle decisioni, occorre operare una scelta netta e definitiva. Non è ammesso il grigio nel “quotidiano” della nostra vita. Come in un giornale, possiamo scegliere solo di scrivere con l’inchiostro nero sulle pagine bianche del futuro. Il cammino dell’uomo può specchiarsi nell’alternanza del bianco e del nero, trovando il proprio sentiero secondo quelle che sono le propensioni personali di ciascuno di noi, come in una partita a scacchi, seguendo l’istinto ed armandosi di intelligenza.

Bianco e nero segnano il ritmo delle nostre esistenze, così come il giorno e la notte segnano i passi del tempo. Il bianco viene riempito dei “colori” della vita. Il nero è il riempimento totale di “colori” che finiscono. Talvolta, è proprio la magia di questi colori senza colore a sorprenderci in un incastro perfetto di luce e buio, di ebbrezza e melanconia. Una dialettica che, senza che ci sia permesso di rendercene conto, contiene il mondo tra asprezza arcaica e raffinatezza estrema, splendore del pensiero e oscurità dell’inconscio, tra solitudine e mistero. La nostra mente si lascia cullare dalla ebbrezza dei ricordi ed essi, sbiaditi dal tempo, ritornano alla memoria spesso in bianco e nero, perché questi sono i colori della loro essenza. Odori, suoni, profumi, sapori, pensieri non hanno un colore, eppure decorano costantemente la nostra vita. Anche il dipinto di un artista non ha colori

nell’idea originaria. Egli, nella creazione dell’opera, attribuisce una tonalità specifica ad ogni soggetto per convenzione o per il proprio gusto personale, come l’Adamo che dà il nome alle cose. Bianco e Nero fanno parte di noi e dell’assurdo che ci circonda e conservano quella sacralità violata dal caos gratuito dei colori. “Bianco & Nero” è il tema che proponiamo alla vostra attenzione in occasione della prima Giornata dell’Arte nel nostro Liceo. Una scelta augurale per le giornate dell’arte che seguiranno e a cui io mi glorierò di partecipare da “visitatrice”. Con questo mio ultimo editoriale passo il testimone ai giornalisti che verranno, con l’auspicio che essi ed anche voi, cari lettori, sappiate colorare con la bellezza della vita, la realtà in “bianco e nero” di ogni giorno. Rosangela Giurgola - III


Il 27 Aprile noi, alunni della classe II liceale, abbiano partecipato ad una conferenza presso l’Istituto industriale Enrico Fermi; nel corso della quale il Sottosegretario agli Interni, dr. Alfredo Mantovano, insieme con il Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, dott.sa Maria Cristina Rizzo, il chimico Giacomo Greco, e la professoressa Anna Maria Colaci, ed il Presidente del Lions Club, dr. Pier Carlo Bruni hanno discusso di legalità e delle norme inerenti alla guida stradale.

società caotica. Una serie di filmati ha animato il dialogo della conferenza. Vi sono stati descritti i casi più frequenti di incidenti stradali: a) guida veloce su asfalto bagno; b) guida con il cellulare all’orecchio; c) guida contromano, in stato di ebbrezza; d) guida veloce con la cintura slacciata. E’ stato dimostrato come comportamenti così tipicizzati possono portare a conseguenze tremende. Tali generi di comportamenti, causati anche da droga o abusi alcolici, si verificano soprattutto il sabato sera tra le 2 e le 3 di notte, o verso le 5 del mattino, ed il bilancio dei primi 3 mesi del 2010 non è per nulla confortante. Nonostante i numerosi controlli, il tasso di mortalità, registrato in passato, non è diminuito, anzi è aumentato, forse anche per il livello di irresponsabilità nei giovani. Quel che preoccupa gli studiosi è il risultato delle stati-

La giornata è stata istituita proprio in onore di tutte le vittime della strada e per esprime tutto il nostro cordoglio alle loro famiglie. Dopo il rituale ringraziamento ai presenti e l’appello rivolto dalla prof.ssa Colaci per sensibilizzare i giovani sul tema della conferenza, il sottosegretario Mantovano ha enunciato il significato etimologico della parola regola, per contrapporlo a quello di opinione. Le opinioni rappresentano i punti di vista individuali su d’un determinato tema, e costituiscono l’essenza dei dialoghi con i quali si esaminano il problemi. Le regole rappresentano le decisioni sociali, attraverso le quali le istituzioni decidono democraticamente gli obblighi ai quali i cittadini devono attenersi, per evitare conflitti sociali. Ne deriva 2 che sarebbe scorretto scambiare le regole con le opinioni! Se lo si facesse, si genererebbe una

stiche, rilevate tra giovani di 14-16 anni, in relazione alle cause degli incidenti stradali, connesse all’uso di sostanze psicotrope. Può consolare parzialmente il fatto che il Comune di Lecce si trova ultimo tra le altre province, per il numero di incidenti stradali riguardanti minori. Ci si potrà chiedere se vi sia qualche relazione fra lo stile di guida dei giovani e le forme con le quali nelle famiglie si manifesta la potestà genitoriale, perché non si potranno sottovalutare gli effetti che i modelli di comportamento sulle strade, che gli adulti offrono ai ragazzi, hanno un chiaro effetto educativo. Elena - II Liceo

Sozzo


Il Salento ha una realtà geografica ed economica che punta allo sviluppo turistico per sfruttare le bellezze naturalistiche e architettoniche, e in questo settore ne ha molte da offrire. La visita alla Basilica di S. Caterina d’Alessandria in Galatina della nostra classe di seconda liceo non è stata casuale e ci ha fatto scoprire la realtà artistica di uno dei centri meglio inseriti nel circuito di sviluppo politico e culturale che tende alla valorizzazione della storia, delle tradizioni, della cultura e delle arti quale è la città di Galatina. Nel 1375, con la famiglia Orsini nel Salento, venne costruita S. Caterina in Galatina per volere di Raimondello Del Balzo, dopo aver rubato e portato con sé, dal monte Sinai, il dito anulare della santa protettrice di Galatina. Una volta conclusa e consacrata, nel 1391, S. Caterina fu affidata alla custodia dei Frati Minori Francescani, gestori, tra l’altro, del convento e dell’ospedale limitrofo alla chiesa, voluti dallo stesso Orsini. Oggi S. Caterina d’Alessandria è “il più bel monumento sacro della Terra d’Otranto”. Ha la struttura tipica del Romanico Pugliese, con un portale centrale dominato dalla presenza di due colonne poggianti su leoni stilofori sormontati da aquile giunte fino a noi acefale. La facciata tricuspidata nella tradizione (non documentata da fonti certe) si riteneva affrescata con una imponente Crocifissione. La pianta è costituita da tre navate con quella centrale più ampia e due ambulacri. L’interno della Basilica è interamente affrescato da diverse maestranze, sconosciute, con evidenti influenze grecobizantine per l’impostazione delle figure e con colori brillanti e la cura dei particolari propri del nord Europa. È probabile tuttavia che le maestranze siano di provenienza giottesca, riconoscibili da particolari simili ad Assisi e Padova, ma pure da un “Trionfo della Morte” riconducibile ad un altro composto da Giotto per Roberto d’Angiò e conservato a Stoccarda dopo il restauro e il riconoscimento ufficiale. Gli affreschi raccontano le storie dell’Apocalisse, della Genesi, della vita di Cristo narrati nel Vecchio e nel Nuovo Testamento. La ricca simbologia delle figurazioni e la trama del racconto

biblico illustrato, che vengono lette per campate ed in senso orario, ci conducono verso un percorso che si conclude con il “Giudizio” stranamente situato verso l’uscita e non come solitamente sull’abside dietro l’altare centrale, nel presbiterio dove invece è illustrata la “leggenda agiografica di S. Caterina di Alessandria”. Lo splendore degli affreschi di S.Caterina ha subito numerosi e rovinosi interventi di restauro La pietra leccese utilizzata per la costruzione di innumerevoli architetture del Salento ha un bel colore, è tenera e si presta all’intaglio senza grande fatica. Purtroppo, però, la sua manutenzione è difficile e delicata. La pietra assorbe l’umidità e forma muffe che degradano gli affreschi rendendo l'ambiente putrido. Oggi, nonostante l’ultimo intervento di restauro avvenuto nel 2003, sono comunque presenti pericolosi problemi di umidità e di infiltrazioni che, tuttavia, si sono risolti in gran parte rispetto alla situazione critica delle epoche precedenti nelle quali si sono effettuati interventi di restauro fin troppo marcati.

Difatti i restauratori, dal '700 agli inizi del '900, sono intervenuti in maniera dannosa con stuccature ed iniezioni sugli intonaci con gesso e calce carbonata, ridipingendo fin’anche parti del tutto mancanti, danneggiando l'opera preesistente. Ha influito sul deterioramento della basilica anche l'incuria dell'uomo che ha dimenticato e abbandonato a se stessa la Basilica, non riservandole il dovuto rispetto. Tuttavia, è notevole la precisione dell'intervento degli ultimi restauri, che hanno riportato gli affreschi all’antica bellezza. Oggi, la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria, come tenne ad affermare Cosimo De Giorgi, è “il piu bel monumento sacro della Terra d'Otranto”, un vero e proprio vanto. Speriamo con questo di avervi incuriosito abbastanza per decidere di andare a farci una capatina! Carlo Conversano - II Liceo 3


“Ciò che dobbiamo imparare a fare lo impariamo a fare facendolo” (Aristotele). Penso che il problema principale, oggi, sia quello di seguire correttamente le esortazioni di Aristotele, il quale, da filosofo, come insegna Raffaello nella Scuola di Atene, richiama l’attenzione dell’osservatore in direzione della terra, suggerisce ai ministri, ai presidi ed ai professori di non limitarsi ad insegnare soltanto idee, come fa Platone, ma ad esercitare anche nel “fare”, cioè nell’applicare le idee. Il suggerimento di Aristotele sembra più che attuale, se pensiamo alle necessità concrete dei rapporti sociali di oggi nei quali quel che sembra più urgente è l’applicazione delle conoscenze e delle procedure che si apprendono teoricamente in aula. Non so se la scuola di oggi riuscirà ad insegnare i procedimenti necessari per rendere immediatamente applicabili le conoscenze teoriche, in modo da generare nei diplomati persone capaci di inserirsi efficacemente nei diversi settori produttivi, compresi quelli di servizi del così detto “terziario”. I nostri insegnanti, infatti, sono molto bravi (e PAZIENTI, questo lo aggiunge l’impaginatore a nome di tutti gli insegnanti) nel proporci le conoscenze che compongono lo scibile umano. Lo fanno attualmente, quando ci insegnano lo sviluppo delle equazioni, l’analisi del testo letterario e le diverse teorie filosofiche. Ma noi ci chiediamo come potremo operare quando, concluso il Liceo, ci troveremo con una grande dote di concetti, di idee, di teorie bene organizzate nelle nostre menti, ma senza aver mai avuto la possibilità di applicare concretamente un’equazione, oppure senza aver mai avuto la capacità di verificare, in una libreria, la qualità letteraria dell’ultimo romanzo di Fabio Volo. Sappiamo tutto e bene, ma quando ci troveremo nel complicato mondo della produzione, degli affari e dei servizi, potremo trovarci nelle medesime condizioni in cui l’appassionato studioso di apicoltura, che non si sia mai avvicinato ad un alveare, si potrà trovare quando, nel meriggio di maggio, si vedrà vicino al vorticoso volar delle api, intorno alle arnie. Ora, nell’ultimo secolo, la ricerca pedagogica ha permesso di comprendere che una delle prime finalità della scuola è quella di garantire il “flusso” costante del sapere nelle nuove generazioni, in una maniera tale che quei valori, apparentemente solo 4 teorici, ereditati dai personaggi della sto-

ria, della filosofia, della scienza, della mitologia greco-latina, dai grandi protagonisti della letteratura antica e nuova, divengano criteri di discernimento nelle decisioni della vita di ogni giorno, La società del terzo millennio sembra che pretenda dalla scuola una maggiore attenzione verso le applicazioni delle conoscenze teoriche, perché i suoi responsabili politici sanno bene che la bellezza della cultura eleva sì lo spirito, ma non produce molta ricchezza quotabile nelle borse valori delle grandi Capitali. Mentre nelle nostre orecchie di liceali risuonano le parole “Fatti non foste a viver come bruti/ma per seguir virtute e conoscenza”, davanti ai nostri occhi scorrono le immagini della riforma Gelmini, nella quale si ribadisce che le conoscenze, sì, sono importanti, ma lo saranno ancora di più se i professori riusciranno a tradurle in abilità, e, ancor più, in competenze. Così hanno stabilito i Ministri dell’istruzione dell’Unione Europea, e noi attendiamo che, dalle cattedre delle nostre aule, le pazienti esortazioni dei nostri insegnanti ci aprano le vie immediate, utili per fare in modo che la conoscenza delle declinazioni e delle coniugazioni, insieme con la comprensione delle profondissime analisi dei grandi filosofi e la conoscenza della geometria euclidea, possano divenire competenze utilizzabili nel grande quadro dell’ economia del nostro secolo. Carlo Conversano - II Liceo


Alea iacta est!.... il dado è tratto, esclamava Giulio Cesare mentre passava il Rubicone ed ora anche noi, alunni del III Liceo, ci accingiamo appunto ad attraversare il nostro Rubicone! Manca appena un mese al grande giorno e quando pensiamo a ciò, ci sentiamo quasi storditi da uno strano cocktail fatto di dubbi, di emozioni, di paure, di incognite e di preoccupazioni; sono proprio queste strane sensazioni che tengono oramai in ostaggio le nostre menti, quasi fossimo in attesa di una sentenza o di condanna o di assoluzione: “Promossi o bocciati… Maturi o non maturi…” questo è oramai il nostro prossimo ineludibile destino! Eppure, basterebbe sintonizzare appena le nostre menti e i nostri pensieri a questa nostra GRANDE FAMIGLIA chiamata GP2, - Giovanni Paolo II - per esorcizzare tutte queste nostre paure. Basterebbe rammentare i tanti momenti felici vissuti insieme per far si che tutti i nostri pensieri ridiventino gioiosi, leggeri e felici. Un leggerissimo velo di tristezza appanna, invece, le nostre coscienze solo quando ci si lascia andare al pensiero di dover lasciare questo nostro Liceo per intraprendere strade diverse e ancor più sconosciute. “Mi sento d’avere un core d’asino e uno di lione” diceva il buon

Commissario Montalbano di Camilleriana memoria quando si trovava ad essere combattuto tra “paura e coraggio” tra “indolenza e voglia di fare” ed è così che ci sentiamo se solo pensiamo ai prossimi esami di maturità ed alla anch’essa prossima nostra avventura universitaria. Un grazie sentito e di cuore non posso non rivolgere ai nostri fantastici PROFESSORI che, con la loro eccellente professionalità e la loro inesauribile pazienza, ci hanno sempre sostenuto, incoraggiati, consigliati, stimolati e, molto spesso, confortati in tutti questi anni faticosamente spesi tra libri, interrogazioni e compiti in classe. Grazie al loro aiuto compiuto e costante siamo ora divenuti più responsabili, più adulti e più consapevoli del nostro destino… maturi appunto! Ancora grazie ai nostri amatissimi Don Nando e Don Max, veri missionari del sorriso, che con i loro scherzi, le loro esilaranti battute e la loro bontà quasi paterna, sono riusciti a rendere più gaia e leggera la nostra altrimenti pesante vita scolastica. Ci piace concludere con un pensiero di Sant’Agostino: "… Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. … Vivano bene ed i tempi saranno buoni… Noi siamo i tempi..." Dobbiamo ascoltare le nostre speranze, non le nostre paure. Il passato è storia, il futuro mistero, il presente è un dono,… perciò si chiama presente! Giorgio De Maria - III Liceo

Un evento nuovo per il liceo Giovanni Paolo II: la Giornata dell’Arte 2010. Il nostro Istituto sarà, nel giorno 3 giugno, luogo di incontro per studenti e artisti che avranno la possibilità di esibirsi e presentare i propri lavori. Fondamentali sono state le ore trascorse, nei giorni 6 e 19 maggio, insieme ai rappresentanti delle classi e alla prof.ssa Maria Rita Tarantino, docente di Storia dell’Arte, che, con vigore, ma soprattutto con passione, si è impegnata per la buona riuscita dell’evento. Durante i nostri incontri è stato deciso il tema della Giornata che sollecita i ragazzi a riflettere sugli “opposti” quali per esempio il Bianco e il Nero, il Bene e il Male, ecc...; un tema, quindi, prettamente consono agli argomenti affrontati nel corrente anno scolastico. Il programma, stilato durante gli incontri pomeridiani, ha voluto la massima collaborazione di tutte le classi, ognuna delle quali ha presentato il proprio elaborato alla docente di Storia dell’Arte, perché ne accertasse le qualità. La scaletta ha previsto che gli alunni del Ginnasio presentassero svariate poesie, alcune delle quali saranno pubblicate in questo numero; infervorati dal “πατος”, che ha dato loro la giusta spinta a vivere il periodo adolescenziale, hanno immortalato su carta ciò che pensano sul Bene e sul Male, in base alle loro

esperienze. Le classi del Liceo, invece, si sono impegnate in attività ben più complesse. Rilevante è stata la mostra fotografica proposta dagli studenti della prima liceale che, attenendosi al tema prescelto, ha esposto, lungo il corridoio dell’Istituto, varie fotografie in bianco e nero per rivivere l’evoluzione del mondo negli ultimi due secoli. Al termine della celebrazione della S. Messa, presieduta dall’arcivescovo, Mons. D’Ambrosio, la classe terza liceale ha intrattenuto gli ospiti con “Ars Culinaria” in cui sono state presentate le migliori prelibatezze farcite di crema e cioccolato. Nel corso della Giornata ogni persona si è trovata impegnata in un percorso; sono state impiegate le aule delle classi, in una delle quali è stato proiettato un filmato a ciclo continuo, proprio per incentivare la cultura e la tecnologia nel Salento. A conclusione della Giornata, c’è stata la premiazione per il concorso fotografico “Bianco & Nero... come eravamo”, al quale hanno partecipato gran parte degli studenti che hanno presentato vecchie foto di famiglia. Protagonisti di questo percorso sono stati gli studenti del Ginnasio-Liceo, ma anche parenti ed amici degli stessi, con la speranza che la loro curiosità non venga meno in futuro. 5 Manuela Margiotta & Matteo Longo - II Liceo


 Ieri, 2 giugno in ogni parte d’Italia, come ogni anno, abbiamo ricordato il 64° compleanno della Repubblica Italiana. Ma ripercorriamo in breve la storia di questa conquista così sofferta e grazie alla quale noi oggi possiamo dire di essere cittadini Italiani liberi. Il 25 luglio del 1943, in seguito alle tragiche vicende che caratterizzarono la seconda guerra mondiale, il re Vittorio Emanuele III destituì Mussolini e delegò alla carica di capo del governo Pietro Badoglio. Due mesi dopo fu reso pubblico l’armistizio dell’Italia con le potenze a lei alleate. Ora la penisola era divisa in due: le regioni meridionali, occupate dagli Anglo-Americani, erano controllate dal governo di Badoglio, mentre nelle regioni centro-settentrionali, che si trovavano ancora sotto l’occupazione tedesca, nacque la Repubblica sociale guidata da Mussolini. Si svilupparono così le armate contro il nazifascismo, le stesse che contribuirono il 25 aprile del 1945 alla liberazione d’Italia. Gli stessi sei partiti che si erano battuti durante la Resistenza

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istituendo il Comitato per la liberazione nazionale, indirono un referendum, a cui per la prima volta parteciparono anche le donne, per votare o a favore della Repubblica o della Monarchia. Vinse la Repubblica. Lo stesso giorno venne istituita l’Assemblea costituente per dar vita alla Costituzione. Costituzione che per la prima volta vedrà il popolo come “sovrano” e che ancora oggi, non solo custodisce valori e principi a cui ogni cittadino si deve attenere, ma è come una sorta di testamento. Dietro ogni articolo è racchiusa la storia di un paese, il nostro comune passato ed è per questo che credo che ognuno di noi si debba impegnare a far vivere questa “carta” che rimarrebbe tale se non ci fosse l’azione e il contributo di tutti nel mantenere le promesse di libertà che questa garantisce. Valeria Marciano - II Liceo


Venerdì, 28 maggio, è stata una giornata diversa per la nostra scuola. Alle 11 ci siamo recati tutti, studenti dal 1° al 5° anno, in aula Mincuzzi per partecipare ad un incontro sul tema Cittadinanza e Costituzione, tenuto dal nostro sindaco, il dr. Paolo Perrone. L’esposizione ha seguito tre linee guida: la cittadinanza in uno stato, il compito degli enti pubblici e il rapporto fra Istituzioni e cittadini.

Riguardo ai modi previsti per acquisire la cittadinanza d’uno Stato, il Primo cittadino ha esposto due modelli teorici, compendiati nelle espressioni jus sanguinis e jus soli. Con la prima, jus sanguinis ci si riferisce al diritto di cittadinanza che si trasmette dal genitore al figlio; le parole jus soli fanno pensare alle persone che diventano cittadini d’uno Stato per essere nati sul territorio dello stesso Stato. Soffermandosi sulle funzioni degli enti pubblici, il Sindaco Perrone ha parlato del Comune come dell’ente fisicamente più vicino al cittadino, e che ogni persona avverte come il titolare diretto ed effettivo della generalità dei suoi interessi personali, sociali e politici. Quest’immediatezza di relazione fra cittadino e Comune viene espressa dalla legge con il termine sussidiarietà, il quale sta a significare che gli Enti a carattere nazionale, regionale e provinciale (Stato, Regione e Provincia) svolgono funzioni sussidiarie, rispetto al Comune, nella tutela degli interessi dei cittadini. Il terzo punto - rapporto fra istituzioni e cittadino è stato quello più discusso e più rilevante. Il sindaco ci ha parlato, a tal riguardo, dei diversi modi che consentono al cittadino di interloquire con le istituzioni pubbliche, esaminan-

do, in particolare, le funzioni svolte dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico, dove il cittadino può esporre lamentele, suggerimenti ecc... In questi ultimi tempi i cittadini preferiscono tenere rapporti personalmente diretti con le istituzioni pubbliche, evitando l’intermediazione dei partiti politici, forse perché le notizie che si sentono periodicamente su comportamenti non ineccepibili di personalità politiche possono avere ingenerato l’idea che sia difficile amministrare l’ente pubblico con imparzialità. Ma anche se ciò fosse vero, se, cioè, le relazioni politiche continuassero ad essere rapporti di forza tra persone o gruppi sociali che difendono interessi contrapposti, tutto questo non potrebbe mai condurre alla conclusione che ill cittadino deve fare come i Plebei romani del V secolo a.C., che preferirono ritirarsi sul colle dell’Aventino, abbandonando il Palatino alle cure della sola classe dominante dei Patrizi. In aula Mincuzzi, il cordiale dr. Paolo Perrone ha vestito, per un’ora soltanto, le concilianti vesti del buon Menenio Agrippa, esortando i 72 giovani del Ginnasio-Liceo a porre nei loro programmi di vita la partecipazione diretta e generosa ad uno dei tanti fori pubblici, nei quali il cittadino dialoga per concorrere all’amministrazione della città, per il bene di tutti. Il Sindaco, infine, ha parlato del Federalismo fiscale, spiegando che è da condividerlo se riuscirà a generare un maggior senso di responsabilità nella gestione pubblica delle attività economiche.

Nella nostra regione – ha assicurato il dr Paolo - non abbiamo niente da temere, perché la Puglia è la regione guida del meridione. Abbiamo vantaggi come il turismo e la vocazione artistica del territorio, da porre a disposizione dei cittadini delle altre regioni, come pure degli altri Stati. Simone Pezzuto - IV Ginnasio

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  “Tutto è cominciato con una pianta esotica. Ecco com’è andata... Sono Lila...”. Così si presenta la giovane Lila, newyorkese viziata e comoda che affronterà la più coraggiosa e bella esperienza della sua vita. Lila si è trasferita da poco in una nuova casa, con grandi vetrate, dopo aver divorziato da poco da suo marito. Il lavoro in un’ azienda pubblicitaria le va benissimo e le frutta abbastanza soldi per vivere bene. Come dice lei stessa nella presentazione, tutto ha inizio mentre gira per un ricco mercato di NewYork e viene attratta da un fioraio alto e rude, David, che le sorride con vigore. Restia a comprare, alla fine il fascino di lui vince sul suo portafoglio e Lila porta a casa una coloratissima pianta tropicale: l’ uccello del paradiso! Lila lo cura con attenzione: rinuncia ai suoi capelli lisci a causa del deumidificatore, comprato apposta per la pianta, che rinfresca e bagna costantemente tutta la casa! Da questo punto in poi, una serie di fatti le sconvolgerà totalmente l’esistenza. Una sera entra in una strana lavanderia-giardino e incontra l’artefice della sua avventura: Armand, un omone buono e gentile che le regalerà il bulbo di una pianta da far fiorire, facendole promettere di ritornare se fosse riuscita nell’intento. Grazie ad Armand, Lila scopre la storia delle nove piante del desiderio, capaci di dare ricchezza, amore, felicità,

fortuna e altri sei desideri dell’ uomo quasi irraggiungibili. Inaspettatamente, però, una notte accade una tragedia e Lila si ritrova da un giorno all’altro in Messico, in uno dei più ostili ambienti della terra... la giungla dello Yucatan! Qui conoscerà molte persone bizzarre, tra cui Diego, l’uomo di cui si innamorerà all’istante (e non è un modo di dire!). Cosa più importante, però, è che lei conoscerà se stessa: la giovane donna scoprirà di essere totalmente diversa da come la facevano sembrare i tacchi a spillo e i profumi di New-York. Fra gli scorpioni e le scimmie riuscirà a parlare con un albero, seguire una pantera, fumare marijuana e chi più ne ha più ne metta! Ovviamente non svelerò il finale, che vi assicuro non ha nulla di scontato! La storia è divertente e spassosa, proprio come la confusa e incerta protagonista fatta di mille dubbi e preoccupazioni, critiche severe, commenti sarcastici e furbizia! Leggere questo libro è rilassante perché Margot Berwin unisce i momenti tristi alle situazioni più buffe e i personaggi più strani agli stereotipi della vita comune. Il tutto è tenuto stretto dalle radici di piante esotiche, colorate e misteriose. Insomma… leggetelo e divertitevi! Anna Serena Bianco - III Liceo

Volgendo lo sguardo del primo mattino ai momenti iniziali dell’anno scolastico che sta per concludersi, quando la provvida via Umbria si schiude sul piazzale del grande Seminario arcivescovile, davanti gli occhi della memoria si staglia la figura di monsignor Cosmo Francesco Ruppi, la cui passione pastorale si legge ancora nella grandiosa solennità delle strutture euclidee che ci attendono quotidianamente, con la generosità delle antiche cattedrali barocche, che nelle loro navate ospitavano le persone alla ricerca del senso della vita. Il volto sorridente d’obbedienza e di fiducia di mons. Domenico D’Ambrosio conferma negli animi la speranza nella bontà dell’azione educativa degli insegnanti che oggi fanno del GinnasioLiceo “Giovanni Paolo II” la scuola che vuole dare agli adolescenti la formazione che meglio corrisponda ai talenti ed alle inclinazioni personali. Nelle aule, ormai risuonanti di voci che preannunciano la vivacità propria degli adolescenti che hanno già negli occhi le spiagge e le valli del riposto estivo, continua ad aleggiare serenamente la familiare immagine del prof. Reno Sacquegna, il primo, fra gli educatori che, per vicinanza di affetto e di tempo, compone la cara famiglia spirituale dei Presidi che hanno posto le fondamenta

Ginnasio Liceo “Giovanni Paolo II” Via Umbria 73100 Lecce Tel-fax: 0832/230497 Email: segreteria@liceogp2.org Sito: www.liceogp2.org DIRETTORE Dott. Fabio Scrimitore – Dirigente VICE DIRETTORE Rosangela Giurgola - III Liceo REDAZIONE Per il IV Ginnasio: Diego Guglielmi Simone Pezzuto Beatrice Tommasi Per il V Ginnasio: Laura Cammarota Francesca Cristallini Marco D’Agostino Biancamaria De Santis Gloria Giurgola Matteo Leo Pierpaolo Petrelli Lorenzo Remiddi Per il I Liceo: Matteo Longo Manuela Margiotta Per il II Liceo : Carlo Conversano Valeria Morciano Elena Sozzo Per il III Liceo: Anna Serena Bianco Giorgio De Maria GRAFICA E IMPAGINAZIONE Prof. Massimiliano Capozza

culturali e scientifiche del Ginnasio-Liceo e che, quasi discreti Lari e Penati della nostra casa, sembrano guidare misticamente i passi di coloro che ne hanno ereditato le funzioni educative nelle aule. I nomi di don Oronzo Mazzotta, di don Salvatore Colonna, restano incisi nelle pietre del Liceo Ginnasio come l’acqua del ruscello sulle lucide, levigate pietre sulle quali conclude il suo corso. Fra le ondeggianti chiome delle palme e l’argento delle foglioline degli ulivi del bel parco del Liceo sembrano ritornare volti di mamme premurose e di fiduciosi papà, che accompagnano al mattino ragazzi e giovanette, con la speranza che la generosità della Chiesa di Lecce possa continuare, ancora per tanti anni, ad offrire alle famiglie della nostra terra l’attenzione personale alla formazione culturale, scientifica e morale che i maestri hanno sempre saputo dare ad ognuno dei loro allievi. 17 giovani stanno per lasciare la nostra scuola, per entrare in aule accademiche o nei tanti luoghi dove potranno esprimere la loro genialità creativa; per le strade del mondo si porteranno lo stile di vita che hanno potuto esprimere sotto la guida degli insegnanti del “Giovanni Paolo II”.


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