L'Obiettivo - giugno 2008

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PERIODICO DEL GINNASIO-LICEO “GIOVANNI PAOLO II” SUPPLEMENTO DE “L’ORA DEL SALENTO” Liceo-Ginnasio “Giovanni Paolo II” Lecce

ANNO IV- NUMERO 3 LECCE, 6 GIUGNO 2008

    La testata di un giornale è la sintesi del suo progetto editoriale. L’obiettivo è il traguardo da raggiungere. L’obiettivo è uno sguardo su noi stessi. L’obiettivo è una finestra aperta sul mondo. L’obiettivo è uno spazio per comunicare.

Giovani che sfrecciano sulla strada come centauri a cavallo dei loro cinquantini elaborati, con le cuffie dell’iPod pressate sulle orecchie. Giovani che, tirati a lucido, aspettano dinoccolati davanti all’entrata di qualche locale. Giovani che, rannicchiati nelle loro felpe colorate, su qualche muretto diroccato, scatenano il vicinato infastidito dai loro rumori. Giovani davanti all’entrata di scuola con gli zaini mezzi pieni o mezzi vuoti. Giovani intenti a studiare, su libri imbrattati da dediche e ricordi. Giovani lettori assetati di storie d’amore. Adolescenti persi in qualche tunnel oscuro di disperazione e giovani in marcia con borracce e sacchi a pelo per andare incontro al Papa. Giovani ad occhi chiusi, come tarantolati, si muovono sulle note del loro disco preferito. Come tanti amano dire (non curandosi poi troppo di celare un’accezio-

ne negativa!): “I giovani d’oggi non sono più quelli di una volta”. E fin qui, nulla di nuovo. E’ più che normale che se il mondo è in continuo movimento, subisce lo scorrere degli eventi ed è sottoposto a nuovi incessanti stimoli, anche la società viva esperienze diverse da una generazione all’altra. Impossibile pretendere il contrario. Proprio per questo motivo, più che affidarsi agli stereotipi moderni del tipo “non ci sono più i giovani di un tempo!”, sarebbe meglio prendere atto, invece, che il disagio giovanile si tramanda di generazione in generazione, come una tappa di vita che tutti coinvolge ed ha coinvolto e che l’identità di un adolescente di oggi è sicuramente cambiata rispetto al passato, anche perchè la società del duemila ha comportato una serie di problematiche, sconosciute ai nostri predecessori, con

cui noi giovani siamo inevitabilmente chiamati a confrontarci. In fondo, però, il turbamento dell’adolescenza, l’ansia da “Che ne sarà di noi?”, le scelte giuste e quelle sbagliate, le buone e le cattive compagnie, gli errori pagati a caro prezzo così come il riconoscimento per le vittorie, non ci sono oggi come nel passato? Penso che ogni generazione abbia i suoi vizi e le sue virtù, le tensioni con cui scontrarsi e i successi di cui vantarsi. A ragion di ciò il dibattito sulla questione giovanile non può muoversi sul piano dei confronti generazionali, come se esistessero le annate buone e quelle cattive, quanto sull’analisi di quel disagio “antico e sempre nuovo” che, di volta in volta, necessita di chiavi diverse di lettura. Lorenza Moscara - II Liceo

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Il saluto degli alunni del III Liceo, al termine del loro percorso quinquennale, è una simpatica consuetudine. Non è un rito, ma l'espressione di un bisogno da parte di chi si è ritrovato a vivere un'esperienza ricca di senso. Il cammino è stato lungo e, in qualche caso accidentato, ma ha aperto, di anno in anno, orizzonti nuovi sia nell'ambito dei saperi sia in quello delle relazioni interpersonali.

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Una prima novità ha caratterizzato il nostro IV Ginnasio, l'ingresso cioè della prima alunna (la piccola – grande Giorgia) che ha aperto la strada ad altre ragazze che, anno dopo anno, sono diventate un tocco di "colore" nel panorama scolastico. Il gruppo, malgrado qualche perdita al termine del V Ginnasio, è cresciuto di numero, passando da otto a quattordici alunni. L'arrivo degli amici del Seminario di Carmiano ha rappresentato un altro elemento di novità sia per la loro serietà sia per la provenienza dal Nord-Est d'Italia. Cultura e lingua diverse hanno richiesto un supplemento di impegno per una positiva integrazione, con qualche difficoltà, attutita però da tanta simpatia e da qualche sorriso. Qualche altro inserimento nel I e II Liceo ha ulteriormente arricchito il gruppo. I e II Liceo, appunto, sono stati anni ricchi di stimoli culturali e di gratificante impegno. La prospettiva, carica di ansia, degli esami di Stato ha rotto in qualche momento, in III Liceo l'equilibrio raggiunto. Alcuni, per esorcizzare la "paura" dell'esame, hanno rivolto la propria attenzione più al dopo, cioè all'orientamento universitario che alla continuità di con-

centrazione. L'avvicendamento di tre docenti ha comportato peraltro una difficoltà in più. Alti e bassi, a livello di umore, di clima, di impegno, di profitto si sono succeduti, ma ora siamo pronti ad affrontare l'ostacolo, lanciando il cuore al di là di esso come segno di fiduciosa speranza nel suo superamento. A questo punto si apre il capitolo dei "grazie". Ai docenti che, anche nei momenti difficili, ci hanno dimostrato comprensione non priva di severità ma che hanno saputo guidarci nel difficile e delicato cammino di adolescenti in crescita. Quando i libri non sono bastati, ci hanno fornito schede di approfondimento e ci hanno aperto piste di ricerca personale. Un grazie ai nostri "men in black", quelli che ci sono ancora accanto, Don Nando, Don Antonio e Don Massimiliano e quelli, come Padre Riccardo e Don Carlo che, pur lontani, rimangono nei nostri cuori. Grazie a loro siamo cresciuti a livello spirituale, nella fiducia in noi stessi e nell'amicizia tra noi. Un grazie ai segretari, Gianni e Benito che hanno risposto con il sorriso o con qualche battuta scherzosa alle nostre richieste, talora eccessive, di informazioni e di fotocopie. Un grazie speciale al Preside che ci ha accompagnati come un padre, capace di ascolto, di consiglio e di sostegno psicologico trasformando l'ambiente scolastico in una vera famiglia, anche col quotidiano saluto all'ingresso e all'uscita. Non dimenticheremo certamente gli anni del Liceo perché molte esperienze di apprendimento culturale e di sincera amicizia hanno lasciato in noi un segno.

Dagli alunni del III Liceo: Marco De Lorenzi, Giorgia Durante, Marcello Francioso, Andrea Malagnino, Paolo Longo, Francesco Lucco, Michele Papeo,Matteo Pascali, Andrea Pedone, Flavio Perrone, Luigi Polvere, Riccardo Rossi, Giuseppe Taurino, Alessandro Vetrugno…


 Le conoscenze filosofiche quando non rimangono soltanto contenuti di apprendimento scolastico, favoriscono l'apertura di orizzonti nuovi sulla realtà umana, offrendone significative chiavi di lettura. Nel corso del '900 alcuni filosofi, esaminando le macerie morali e spirituali prodotte dalla guerra, hanno cercato di comprendere perché l'uomo "animale pensante" sia pervenuto all'olocausto della razionalità lasciando campo libero alle pulsioni istintuali. Husserl ha rilevato che l'Europa si è lasciata abbagliare dal mito della prosperità, del benessere alimentato dal progresso delle scienze positive e della tecnica che hanno assoggettato l'uomo alla logica della produttività. L'umanità risulta perciò rinchiusa in un orizzonte limitato, perché "le mere scienze di fatti creano meri uomini di fatto". Nel momento in cui cade in crisi la fede nella ragione, la coscienza è messa in angolo, svilita, subordinata alla tecnica, alla quale sfuggono "i problemi del senso e del non senso dell'esistenza". Simone Weil ha aggiunto qualche altra riflessione sulla condizione dell'uomo del XX secolo. "Viviamo in un mondo dove nulla è a misura dell'uomo, dove tutto è squilibrio. La società è collettività cieca, trasformata in una macchina per comprimere il cuore e lo spirito e per fabbricare incoscienza". Il prodotto è il processo di massificazione in cui anche noi giovani ci troviamo invischiati, malgrado la tensione, almeno dei più avvertiti, a sfuggire ai condizionamenti, pur camuffati, e alle manipolazioni prodotte dalle mode e dai falsi miti, mirando ad essere se stessi e a progettare il proprio futuro anche attraverso rapporti interpersonali significativi che ci facciano uscire dalla solitudine. Vogliamo avere piena consapevolezza del nostro essere, far crescere la nostra coscienza, vivere la nostra vita la cui legge fondamentale è il dono di sé. La giovinezza vera, infatti, si manifesta quando si comprende che la vita è fatta per essere donata. Ecco perché il Papa ha parlato ai giovani di generosità affermando che "chi è generoso resta sempre giovane". Ma la generosità può restare un'agitazione cieca se non ha una direzione, se non si muove verso qualcosa di grande, cioè il bene, un bene attivo, capace di cambiare le cose e dare un senso allo sviluppo umano, coniugando scienza e coscienza. Giorgia Durante - III Liceo

L'esperienza vissuta quest'anno nel IV Ginnasio è stata per me arricchente non solo per i contenuti culturali, ma anche per il modo in cui è maturata la mia capacità di entrare in relazione positiva con gli altri. Ne sono scaturite alcune riflessioni sul percorso che consente ad una classe di diventare gruppo. Ciò che rende la classe un gruppo è la capacità di poter vivere la quotidianità scolastica condividendo interessi, valori e partecipando a iniziative comuni nel rispetto di ogni singolo componente del gruppo stesso. Fondamentali sono le norme comportamentali, la correttezza, la solidarietà e il rispetto reciproco, la disponibilità ad aiutarsi sempre e a sostenersi in caso di difficoltà, ma soprattutto è importante la comunicazione. Il dialogo, infatti, permette il confronto e questo significa saper ascoltare per poi valutare. La classe può definirsi un gruppo quando i singoli componenti sono affiatati e ben integrati e quando, pur con le loro diversità di carattere, riescono ad interagire nella costruzione di rapporti adeguati e gratificanti tra alunni e docenti, mantenendo la propria individualità. Importante è il ruolo degli insegnanti che devono riuscire a cogliere correttamente la qualità e la quantità dei rapporti interpersonali che si instaurano all’interno di una classe, al fine di evitare che possano manifestarsi problemi di relazione tra gli alunni e tra gli alunni e il corpo docente. Nel gruppo il singolo componente ha maggior consapevolezza di se stesso e delle sue capacità al punto di riuscire a mettere a

disposizione degli altri tutto ciò che più sa e più sa fare, riuscendo a sviluppare la giusta maturità. E’ ovvio, poi, che, un gruppo è veramente tale quando riesce ad armonizzare il giusto impegno scolastico inserendo, perché no, anche un equilibrato divertimento! Perché se c’è la maturità e la voglia di fare da parte di tutti noi ragazzi, nell’arco della stessa mattinata si può scaricare un po’ di tensione con del sano e controllato buonumore. È un modo efficace per continuare a seguire le lezioni con maggiore attenzione! E’ quello che a noi capita quando,soprattutto tra una lezione e l’altra, qualcuno particolarmente appassionato di musica, inizia ad intonare dei motivetti, spesso religiosi; gli altri, poi, di seguito a tenere il ritmo con le mani oppure scuotendo il capo! Rappresentano, questi, per noi brevissimi momenti di maggior coesione perché è tale l’intesa da non portarci all’eccesso, ma a conservare il dovuto rispetto nei confronti dei nostri professori che, a volte, ci ascoltano anche divertiti. Manuela Margiotta - IV Ginnasio

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Gli alunni del I Liceo si sono impegnati in una ricerca, guidata dalla professoressa Rita D'Amore, sul tema "Energie alternative e ambiente. La produzione sostenibile di energie", per partecipare alle Olimpiadi della Scienza. Ne pubblichiamo un estratto.

ENERGIE A CONFRONTO FONTI ENERGETICHE ESAURIBILI PETROLIO E DERIVATI: inquinante, 290g di CO2 per kWh prodotto. La produzione di questo combustibile proviene soprattutto dal medio oriente e il suo impiego per la produzione di energia nel ‘900 portò all’ attuale concezione di sviluppo. Oggi risulta necessario ridurne il consumo per la salvaguardia dell’atmosfera già lacerata dal fenomeno dell’effetto serra, provocato proprio dalla combustione del petrolio e dei suoi derivati.

CARBONE: è la fonte di energia più inquinante, i dati riportano 330g di anidride carbonica emessi per kWh prodotto. Di recente si è introdotta in ambito legislativo la “carbon tax” con la quale si cerca di limitarne gli usi residui. Nella storia l’uso su larga scala del carbone permise la nascita della società industriale.

FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI

EOLICA: consente la produzione di energia sfruttando la forza del vento. In zone particolarmente esposte all’azione motrice del vento (dorsale appenninica, coste, offshore) questa risorsa può adeguatamente essere sfruttata, fugati ormai i dubbi sul possibile inquinamento acustico (inesistente) e visivo ( concreto solo in zone a alta densità di impianti).

ENERGIA NUCLEARE: è una forma di energia che si ricava modificando la struttura della materia secondo la legge fisica di Einstein. Tuttavia comporta un’enormità di problemi: dalla pericolosità intrinseca all’inefficienza, dalla produzione di scorie radioattive perenni, alla mancanza di redditività. Tutto questo determina in molti Paesi il fallimento dell’impiego di centrali che producano energia nucleare.

GAS NATURALE: il meno inquinante tra i combustibili fossili, 190g di anidride carbonica emessa per kWh di prodotto. Conosciuto in passato come “gas delle paludi”, in quanto si può formare dalla putrefazione delle sostanze organiche presenti nelle acque basse e stagnanti, e noto oggi come “gas metano”, ha apportato un rilevante contributo nel mix energetico nazionale. Visti i consumi crescenti, va però ricordato che, nel giro di pochi decenni, i giacimenti conosciuti potrebbero esaurirsi. 4

GEOTERMICA: che usa il calore a diverse temperature presenti nel sottosuolo a seconda della conformazione geologica: acque calde a temperatura modesta ma, anche, vapori ad alta temperatura adatti a produrre energia elettrica. È una fonte di energia pulita ed emette solo vapore acqueo; purtroppo per la produzione di energia geotermica è possibile sfruttare solo determinate zone geografiche come, ad esempio, le zone vulcaniche.

SOLARE: si tratta di tecnologie impiegabili per un uso a basso impatto ambientale, con il vantaggio di poter disporre ovunque della materia prima necessaria per il funzionamento delle centrali e per la produzione di energia: il sole. L’unico ostacolo per l’utilizzo su larga scala dell’energia solare è la mancanza di un’educazione sociale ad una cultura sobria nei consumi.

IDROGENO: vettore energetico producibile attraverso l’impiego di altre fonti energetiche, è impiegabile nelle celle a combustibile o in alternativa agli idrocarburi inquinanti, in motori tradizionali.

IDROELETTRICA: sfrutta l’energia contenuta da una massa di acqua in movimento,producendo energia meccanica ed elettrica. In passato una delle fonti principali del nostro paese, oggi è completamente sostenibile solo se impiegata su piccola scala. L’enorme ed evidente impatto ambientale di questi impianti incrina irrimediabilmente il presunto “stampo ecologico” di questa tecnologia.


vento... La presenza del parco eolico ubicato nel feudo di Lecce, non solo ha un impatto discreto sull’ambiente in termini di minore inquinamento, ma apporta anche benefici al comune di Lecce, poiché incasserà delle royalties (una sorta di diritti) che arriveranno anche al 2,5% destinate alla manutenzione delle pale. L’impatto visivo è stato ridotto al minimo, assicurando una debita distanza tra la costruzione del parco eolico e quella delle residenze abitative; l’effetto sonoro è stato attenuato tramite torri tubolari o a traliccio; i problemi alle telecomunicazioni sono stati risolti ponendo una distanza sufficiente tra le stazioni terminali e la costruzione del parco eolico.

La nostra terra, a parte la mancanza di acqua, ha enormi potenzialità per la produzione di energia, fruendo delle fonti rinnovabili di cui è ricca: sole e vento

...sole...

...biomassa

Continua ancora oggi l’impegno della Regione Puglia nell’incentivazione delle fonti rinnovabili. Sono stati messi a disposizione dall’Assessorato allo Sviluppo Economico e Innovazione Tecnologica, milioni di euro per l’acquisto di impianti fotovoltaici. Inoltre con la collaborazione del prof. Rubbia verrà condotta in Puglia, la sperimentazione di impianti di solare termodinamico a concentrazione, ossia impianti in cui il calore utilizzato per il ciclo termodinamico è prodotto sfruttando l’energia solare come sorgente di calore ad alta temperatura.

...biomassa La regione Puglia intende dotarsi di un regolamento per gli impianti alimentati a biomasse. A tale scopo è stato formato un gruppo di lavoro costituito da esperti, per la predisposizione di una bozza di regolamento per tali impianti. L’obiettivo è quello di dare certezze agli operatori del settore , tenendo nella giusta considerazione le esigenze del sistema di impresa, quelle del mondo agricolo e quelle dell’ambiente.

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 Che cosa sarebbe la nostra vita senza la musica? Quante cose senza di essa non farebbero più alcun effetto? Provate, ad esempio, a recitare i versi di una canzone che conoscete: senza la musica dicono poco o niente. Provate ad immaginare senza l'accompagnamento musicale, le scene di un film ci apparirebbero meno significative e questo perché? Perché la musica è uno dei tanti modi che l'uomo ha a disposizione per esprimere se stesso, i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Con la musica li comunica agli altri e stabilisce con essi un contatto. La musica infatti è sempre esistita: da quando ha iniziato a parlare, l’uomo ha imparato anche a fare musica. Sin da quando ero piccola, nutro una grande passione per la musica, grazie all'ambiente artistico in cui vivo. Ho incominciato suonando per imitazione il violino e poi mi sono appassionata allo studio del pianoforte, che considero lo strumento musicale più completo ed armonioso per la sua estensione e per la sua natura polifonica. Particolare attenzione rivolgo specialmente all'interpretazione che ha una funzione essenziale. Nella musica classica ad esempio non esiste la Nona Sinfonia di Beethoven ma esistono tante "None Sinfonie", perché ogni orchestra ed ogni direttore la interpretano in modo diverso. Dopo aver studiato tecnicamente un brano al pianoforte, anche io, quando infine lo eseguo, cerco di mettere in luce un dato aspetto della composizione, il suo carattere, la sua energia, la sua forza. Così ogni esecutore differisce da un altro per il "tocco", cioè per il modo in cui preme i tasti e articola i suoni. Ogni esecutore infatti grazie alla sua personalità ed al suo stile dà al brano un particolare carattere.

Spesso suonare per me diventa uno sfogo ed un dialogo per parlare al cuore dell'uomo, come la vita stessa fa ogni giorno col suo mistero. La musica è l'unica arte che con il ritmo, con i colori, con le tonalità, con i versi ci aiuta ad avere una visione più ampia perché ci cattura con la sua espressività, creatività, estro, disegnando e ricreando così immagini, proprio come fa un pittore o un poeta con i propri mezzi traducendo tutto ciò che c'è dentro di sé. Questa è la magia della musica, grazie alla quale si può viaggiare nelle segrete sfere dello spirito e del proprio io.

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Isabella Biro - IV Ginnasio

  Come ogni anno, la Consulta provinciale degli studenti ed i suoi rappresentanti hanno organizzato la cosiddetta “giornata dell’arte”, cioè una giornata dedicata alle capacità artistiche dei ragazzi, in particolare la musica. Il progetto della giornata dell’arte è nato alcuni anni fa con le idee dei ragazzi che hanno cercato di manifestare le loro capacità creative, andando contro le pessimistiche critiche degli adulti. Purtroppo, però, nonostante il lungo periodo di organizzazione

(che prende quasi completamente l’anno scolastico), i risultati non sono quelli desiderati. Molti sono gli oneri e le difficoltà di coloro che si impegnano a pianificare nei particolari questo evento; essendo anch’io entrato a far parte della Consulta provinciale, ho avuto modo di partecipare e di valutare le varie proposte dei rappresentanti. Appalti, affitti, spazi pubblici, stand, cartelloni e S.I.A.E. hanno costituito la maggior parte degli scogli da superare. Con l’appoggio della Regione, che ha contribuito economicamente, si è riusciti a realizzare questo progetto. E’ emerso, però, che ogni anno, proprio durante lo svolgimento di questa giornata, atti vandalici o altri esempi di illegalità, hanno sempre rovinato l’atmosfera. Per non parlare dei problemi burocratici! Spesso, infatti, accade che, essendoci innumerevoli tipi di permessi da farsi accordare, alcuni di questi vengano tralasciati. Dicendo questo, non colpevolizzo coloro che si sono prestati ad organizzare questo momento di incontro. Tengo a soffermarmi invece sul comportamento di alcuni “spettatori” che aspettano occasioni di questo genere per far emergere, o meglio, dare sfogo ai propri istinti. Come si è potuto vedere, al di sotto del palco fanno da ornamento bottiglie di birra e rifiuti di altro genere lasciati dal pubblico. Non mancano, purtroppo, dimostrazioni di inciviltà che fanno perdere valore alla giornata per la quale ci si è tanto spesi. Nonostante tutto, la giornata dell’arte è contraddistinta dalla bravura dei musicisti che riescono a creare un clima festoso che accomuna tutti. A parer mio, per meglio apprezzare questo clima, sarebbe opportuno investire in maniera più proficua i fondi che vengono messi a disposizione per questa manifestazione. Sarebbe opportuno puntare ad una valorizzazione dei talenti di coloro che partecipano attivamente alla giornata dell’arte cercando di salvaguardare l’atmosfera culturale e lasciando che siano gli altri a doversi adeguare a questa. Cesario Durante - II Liceo


 Credo che per la band sia stato uno dei concerti più sofferti. Dopo essere arrivati in Piazza Sant'Oronzo carichi di strumenti musicali, subito abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava. Dopo aver sentito qualche band locale intenta a far “esplodere” i giovani sotto il palco, il concerto è subito stato sospeso per una serie di problemi burocratici. Inutile il tentativo di noi musici di far capire quanto tenessimo a quella manifestazione. Dopo le buone sono arrivate però le “cattive” maniere e aleggiava aria di “rivolta” nei confronti di chi ostruiva il nostro passaggio. Ma calmate le acque non ci si riusciva a spiegare perché c’era tanta ostinazione nel trovare problemi inesistenti … è logico, vediamo le cose in maniera diversa … una chitarra può essere considerata un pezzo di legno con sei corde da alcuni, da altri, però, un piccolo mondo con una propria filosofia. Gli organizzatori della Giornata dell'Arte, ragazzi veramente pazienti e volenterosi, hanno fatto di tutto per vedere i propri amici e coetanei con il sorriso sul volto e così ci hanno dato la “bella notizia”: “I Works In Progress suoneranno alle 19.30!” … Beh undici ore in città, tra il caldo e l’insofferenza di molti, non sono per niente semplici. Certo è che hanno lasciato su di noi un bel segno (soprattutto sulla nostra pelle!). Vista l'ora i nostri fan sono tornati a casa un po’ scoraggiati e noi abbiamo atteso a lungo il momento in cui la folla avrebbe saltato. Tra gelati e caffè abbiamo passato l'intero pomeriggio e poi, vista l'ora, c'è stata la ormai classica “riunione di gruppo”, dove ci siamo caricati l’un l’altro. Alle 19.30 precise c'era così tanta gente che siamo diventati dei “mezzi esaltati” e abbiamo coinvolto anche coloro che erano nascosti negli angoli più reconditi di Piazza Sant'Oronzo e tutti “rispondevano” in maniera adeguata. Anche se la nostra scaletta era più sostanziosa, la gente ha comunque apprezzato moltissimo le tre splendide

“song”. Ma quello che ha fatto veramente la differenza penso sia stata la nostra simpatia sul palco e la nostra fantastica carica … la carica di cinque ragazzi che vogliono solo per un momento estraniarsi dal mondo e poter esprimersi nel modo più caldo possibile: la musica. Si, lo so, questo pensiero è un po’ di parte, ma sono convinto che attraverso quest’arte la nostra anima si possa manifestare veramente per quella che è. Ringrazio tutti coloro che ci hanno sostenuto, tutti coloro che hanno alzato le mani, urlato come i pazzi e acceso gli accendini di fronte ai “cult” della musica rock. Ringrazio la mia band e spero che possa fare un po’ di strada ora che finalmente si respira determinazione, ora che si respira rock. Grazie alle scroscianti note di Flavius; Grazie al genio incompreso di Coky; Grazie ai roventi e sensuali soli di Pier; Grazie alla perfetta sintonia delle bacchette di TOD (Tiziano On Drum); Grazie all'ineccepibile professionalità di Pedons.

“Stiamo lavorando per voi, stiamo lavorando per costruire musica!”

W.I.P.

Works In Progress Pierfrancesco Leo - II Liceo


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Senza dubbio, essere giovane oggi è più complicato di quanto non lo fosse ieri, non dal punto di vista delle condizioni economiche, quanto, per l’aspetto psicologico ed esistenziale. L’adolescente del ventunesimo secolo deve fare i conti non solo con quelle difficoltà tipiche della sua età e della sua personalità in formazione, ma anche con tutta una serie di condizionamenti esterni che spesso finiscono con l’impedire il sereno e libero sviluppo della sua persona. Qualche esempio? La società di massa, che sforna modelli in serie e denigra severamente chi non si omologa ai suoi canoni. Il consumismo e la sua brama spasmodica di comprare, sperimentare e buttare via, e poi proseguire nella corsa, come lupi affamati, alla ricerca di qualcosa che non potremo ottenere grazie ad una carta di credito. Le incertezze della società di oggi, in cui per primi gli adulti respingono le regole morali e sociali, facendoci credere che tutto sia relativo, che tutto possa essere giustificato. La conseguenza più diretta è che per essere giovane oggi, devi vestire in un certo modo, avere determinati atteggiamenti, fare quello che il sistema ti impone. Come se un paio di jeans a cavallo basso e una sigaretta in bocca fossero il sigillo e il marchio di fabbrica della gioventù. Come se raccontare la sbronza del giorno prima, la bravata o l’atto di vandalismo servissero ad assegnarti il bollino di Giovane D.O.C , Denominazione ad Origine Controllata… si, proprio controllata, o forse è meglio dire schiava, questa volta. Il relativismo è un prodotto dei giorni nostri, ci è stato consegnato sotto le false spoglie di una forma di libertà e nessuna quanto la nostra generazione, è imbevuta della sua mentalità perversa e deleteria. La filosofia di oggi è quella del piede premuto sull’acceleratore, del semaforo verde sempre e comunque e di troppi pochi Stop durante la corsa. Forse è questo il vero problema: la mancanza di indicazioni attraverso le quali orientarsi nell’universo della vita, di recinzioni che ti guidino quando non sai che strada prendere e sei facile preda di alternative allettanti e subdole. Trovare la bussola fra le cangianti idee e suggestioni che attraversano la contemporaneità e condurre una vita coerente spesso si rivela un compito spinoso sia per quanto riguarda la formazione della propria personalità sia la scelta di un gruppo e di idee a cui aderire. Non è difficile pensare quindi che la libertà, da sommo bene e dono superiore di cui tutti

possiamo usufruire, diventi quasi un’arma a doppio taglio capace di generare in molti ansia e turbamento. Ma come non essere disorientati di fronte ad un’offerta così grande? A cosa affidarsi per non rischiare un salto nel buio? Quante delle proposte al giorno d’oggi, per esempio a livello universitario, non hanno poi un relativo sbocco lavorativo dopo anni e anni di studio? Non è vigliaccheria e mancanza di spina dorsale l’indecisione e quel senso di smarrimento dei giovani quando si parla del loro domani. Io penso che più semplicemente si tratti di paura, quella che nel Novecento è stata definita da Fromm una “Fuga dalla libertà.” Credo che ogni giovane anche il sedicente bullo, il burbero, il finto apatico e indifferente, cerchi a suo modo, tra le righe di una poesia, le corde di una chitarra elettrica, le nuvole di fumo di una sigaretta accesa, di scovare il suo futuro, di afferrarlo e di non lasciarlo sfuggire. Dal volume troppo alto della nostra musica “rumorosa” al silenzio della nostra stanza, tutti noi, attori in gavetta sul palcoscenico della vita, ci interroghiamo e ci riscopriamo oggi uno, domani nessuno e poi ancora centomila. In questa fase della vita, di cambiamento e incertezza, mi auguro quindi, che istituzioni e mondo degli adulti, più che demonizzarci come generazione traviata, possano spronarci a dare il meglio e aiutarci a diventare quella fetta di popolazione più attiva e ottimista che, proverbialmente, “vuole cambiare il mondo”. Lorenza Moscara - II Liceo

POSTA

Carissimi, ho letto questa mattina il vostro giornale e ho sorriso con voi per la maturità e la simpatia con la quale continuate a vivere il Liceo. Una parte di me rimane legata al vostro Istituto dove ho insegnato per cinque anni. Ora sono al Classico Virgilio con Miriam Corina ed Eliana Perrone ma mi manca la vostra simpatia e serenità. Vi ringrazio per avermi mandato il giornale e respirare un po’ della vostra gioia di vivere. Grazie a tutti e “ad maiora”. Massimiliano Cananà

Ginnasio Liceo “Giovanni Paolo II” Via Umbria 73100 Lecce Tel-fax: 0832/230497 Email: segreteria@liceogp2.org Sito: www.liceogp2.org

DIRETTORE Prof. Reno Sacquegna – Dirigente VICE DIRETTORE Giorgia Durante – III Liceo REDAZIONE Per il IV Ginnasio: Matteo Longo Manuela Margiotta Per il V Ginnasio: Francesco Conte David De Cristofaro Valeria Morciano Gabriel Skarpa Per il I Liceo: Anna Serena Bianco Cecilia Caroli Francesco De Matteis Gianmarco Errico David Gilioli Rosangela Giurgola Matteo Sibilano Per il II Liceo: Cesario Durante Andrea Gelardo Giosué Guerra Pierfrancesco Leo Lorenza Moscara Chiara Pierri Francesco Taurino Per il III Liceo: Marco De Lorenzi Riccardo Rossi Giuseppe Taurino GRAFICA E IMPAGINAZIONE Prof. Massimiliano Capozza STAMPA Digital Copy s.r.l. - Lecce

Carissimi, ho appena ricevuto la copia del vostro interessante giornale scolastico che continuate a pubblicare annualmente sempre con migliori risultati: segno di una crescita continua! Grazie di tenermi ancora registrato tra gli ex-docenti ma soprattutto tra gli amici del Liceo. Anch’io conservo nel cuore l’esperienza di insegnamento presso il Liceo del Seminario prima e “Giovanni Paolo II” poi. Sono sicuro che nella mia personale formazione di insegnante essa è stata fortemente significativa per tanti motivi. E per questo ringrazio il Signore e le persone che mi hanno fatto incontrare codesta realtà educativa. Domenico Perrone

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