L'Obiettivo - dicembre 2008

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PERIODICO DEL GINNASIO-LICEO “GIOVANNI PAOLO II” SUPPLEMENTO DE “L’ORA DEL SALENTO” Liceo-Ginnasio “Giovanni Paolo II” Lecce

ANNO V- NUMERO 1 LECCE, 18 DICEMBRE 2008

AUGURI DI UN NATALE R IC C O D I GR A Z IA ALL’ARCIVESCOVO E A TUTTI I COMPONENTI DELLA COMUNITÀ SCOLASTICA. RISUONI NEL CUORE IL SUSSULTO GIOIOSO DI MARIA, IL CANTO DEGLI ANGELI E IL LORO ANNUNCIO DI PACE, LO STUPORE INCANTATO DEI PASTORI, L’ATTESA DI AMORE DEI POVERI.

E’ un paziente insoddisfatto. Affetto da morbo senza chiara diagnosi e sottoposto alle cure più disparate, questo sistema scolastico non sembra trovare la strada di guarigione. I sintomi però, presunti o reali che siano, incitano all’urgenza di un cambiamento e di una soluzione. Forse, é per questo motivo che i dottori dello Stato si adoperano con zelo, di anno in anno, a promuovere riforme e proposte di legge che spesso rinnegano le precedenti terapie e ne propongono di nuove e di più complicate. Forse, questo tipo di sperimentazione continua, anche se sulla pelle degli studenti, é necessaria per stare al passo con le esigenze moderne della società e degli alunni. Magari funzionasse davvero. Da qualche tempo il mondo della scuola é nel mirino di un dibattito che ha acceso la coscienza civica facendo scendere in piazza migliaia di studenti di tutti gli ordini e gradi, scintilla di scontri, (dialettici e

non), tra organi istituzionali e popolazione giovanile. I mezzi di comunicazione si rivelano preziose armi a doppio taglio capaci di favorire il dialogo o esasperare i contrasti. Da ultima, anche la rete, con l’attuale Ministro, è diventata strumento di interazione privilegiato poiché quanto mai vicino al popolo seduto dietro i banchi. Il fulcro della discussione sono sicuramente consensi e … dissensi soprattutto, raccolti intorno all’ultima riforma dell’istruzione che ha dovuto, in parte, conciliare i suoi progetti con quelli della collega riforma finanziaria. Ma il tema scuola, al di là dell’ennesimo progetto riformatore che può presentare aspetti positivi e conseguenze preoccupanti, va oltre e si pone al centro di interrogativi di più ampio respiro. Come per esempio la possibilità di studiare proposte di legge che non precludano di ripartire dall’operato di un predecessore (anche se di schieramento politico diverso) senza ne-

cessariamente distruggere quanto c’è stato prima; o come la necessità di analisi delle cause all’origine dei problemi del mondo studentesco prima di arrivare a sterili conclusioni e polemiche. Il bisogno di riformare ciò che non funziona bene è legittimo e sacrosanto. Guai anzi se non fosse avvertito come tale. Infatti, che gli studenti italiani siano agli ultimi posti per livello d’istruzione nelle classifiche europee é un dato di fatto. Che in media non coltivino molto la lettura e che non eccellano nelle scienze matematiche, anche. Che non siano troppo in grado di competere con i loro coetanei d’oltralpe, pure questo è un dato risaputo. Soprattutto se pensiamo che uno studente europeo si diploma a 18 anni, un anno prima di un qualsiasi studente della penisola e, a quanto pare, con una preparazione superiore e più completa. Lorenza Moscara - III Liceo

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Non è compito facile definire e circoscrivere il fenomeno complesso del disagio giovanile, che rimanda a quello più ampio di disagio sociale. È, tuttavia, possibile comprendere come, proprio a causa della loro età e della conseguente mancanza di esperienza, i giovani rappresentino una delle categorie sociali più vulnerabili. Atteggiamenti di vera e propria micro-criminalità, in cui sfociano per esempio i fenomeni di “bullismo”, non possono essere liquidati come comportamenti goliardici, ma, nascondendo insicurezza e sfiducia, sono il segno di una perdita di valori e di identità. Infatti si tratta, quasi sempre, di soggetti deboli e insicuri che aggrediscono per non essere aggrediti, che agiscono insieme ad altri loro simili in una aggregazione di spettatori attivi e passivi, protetti solo dall’agire in gruppo. È la cosiddetta banda, che consente di trarre piacere nel nuocere a qualcuno, sentendosi privi di ogni responsabilità. Ad essere chiamata in causa, ancora una volta, è la famiglia. O meglio: l’assenza, all’interno della famiglia, di figure forti, capaci di costituire un valido riferimento valoriale e un argine importante contro il disagio personale.

Se il problema è questa “fragilità etica” dei giovani, è in loro stessi che può risiedere la loro forza. Pensiamo, soprattutto, ai tanti ragazzi e ragazze che si dedicano al volontariato, ai nuovi paradigmi che esso offre, alle tante manifestazioni che genera. Va da sé che, in questo “percorso alternativo”, devono essere affiancati da strutture solide cui poter fare sempre riferimento. Ed è in questo percorso alternativo che la famiglia e la scuola devono necessariamente riprendere la loro funzione educativa e proporre un’etica che insegni al giovane a vedere in chi gli sta di fronte un altre se stesso, con i suoi problemi, le sue ansie, le sue angosce, le sue prospettive. Insomma, come scrive Giovanni Paolo II, “a scorgere nell’altro il

Sicuramente non è facile dare un traiettoria precisa al proprio avvenire, ce ne siamo accorti anche noi, ma curiosi di conoscere le idee e le aspirazioni di altri ragazzi ci siamo documentati e da questa nostra intervista è emerso che la maggioranza di noi ha un futuro bene o male già delineato e lo vediamo come una speranza per i sogni da avverare, anche quelli posti in fondo al tanto famoso cassetto. Un cassetto, ci è dispiaciuto constatare in un caso, di cui si è persa la chiave, anzi non vi è traccia neanche del cassetto stesso. Il ragazzo intervistato, alla domanda “Qual è il tuo sogno più grande?”ha risposto: “Avere un cassetto per riporre i miei sogni”. Lo stesso ragazzo ci ha fornito anche un‘importante informazione riguardante questa sua mancanza di prospettive future, un po’colpevolizzando la TV e la società odierna che, a suo dire, sono proprio la causa di questa sua “malattia”. Un altro intervistato, simpaticamente, quando gli abbiamo chiesto se vedesse il futuro come minaccia o come speranza ci ha risposto: “Beh, se si pensa che gli scienziati hanno calcolato che la fine del mondo arri-

verà nel 2012…”poi ha continuato: “Comunque lo vedo come speranza, dato che credo che riuscirò ad avverare il mio sogno di diventare un programmatore di computer”. E le ragazze? Ce le siamo scordate? Tranquille, care lettrici, abbiamo intervistato anche un’ adolescente in rosa che sicuramente non si è lasciata condizionare dal resto della società; quante vogliono diventare una velina o Miss Italia? Eppure la sua risposta è stata: “Quando terminerò gli studi alle scuole superiori vorrei diventare un’attrice e la persona a cui mi ispiro è Charlize Theron.”. In seguito ha aggiunto: “Non so se riuscirò a realizzare questo mio sogno, ma mi piacerebbe un giorno potermi vedere su di un set cinematografico”. Quanti di questi nostri sogni si avvereranno non è lecito sapere, ma con la speranza di diventare le migliori persone possibili, al momento lasciateci anche sognare. Speriamo di non avervi annoiato e se avete qualcosa da contestare saremo felici di accettare ogni vostro consiglio che ci potrà migliorare. Al prossimo numero! Matteo Leo - Lorenzo Remiddi - IV Ginnasio

riflesso palpitante della nostra esistenza”.

La scuola, in particolare, ha il compito di riprendere la sua funzione autorevole in un rapporto con gli allievi che sia fondato su tre grandi direttrici: Solidarietà, Cultura, Formazione. Soltanto così sarà possibile migliorare il futuro che ci attende e renderlo più degno di essere vissuto. Giorgio De Maria II Liceo


  Da dove nasce l’odio? Dal sospetto. Questo sospetto nei confronti del diverso e del forestiero non è certo un fenomeno nuovo; per i greci erano “barbari”, cioè “balbuzienti”, tutti quelli che non sapevano parlare il greco. Il “diverso” crea ansia ed è per questo che formiamo i nostri piccoli gruppi e tendiamo a dividere il mondo tra noi e chi da noi è diverso. Abbiamo il nostro paese, la nostra razza, il nostro partito politico, la nostra squadra di calcio, e mentre tutti gli altri sono potenziali nemici, noi siamo automaticamente sempre i migliori. Molti sono i fatti di cronaca che hanno visto giovani contro immigrati. L’odio interetnico e razziale è un dato, purtroppo, culturale, ma, come afferma l’etologo premio Nobel Konrad Lorenz, il rifiuto per lo “straniero” ce lo portiamo dalla nascita e fa parte della nostra storia evolutiva. La vita degli uomini e le relazioni entro ogni gruppo sociale dimostrano che la diversità è il mezzo con cui la vita assicura la sua continuazione. Sul piano biologico, mutazioni e rimescolamenti del patrimonio genetico creano specie e sottospecie che si confrontano con il loro ambiente e danno buona prova di sé, oppure soccombono. Nel caso dell’uomo ciò avviene attraverso la molteplicità delle culture e delle etnie che si diversificano per lingua, religione, colore della pelle e così via. La vita si conserva attraverso i meccanismi della differenziazione. In altre parole, “Il mondo è bello proprio perché è vario”.

La crisi della borsa degli ultimi giorni, ha messo in agitazione le famiglie italiane; c’è chi teme che gli incubi delle ristrettezze e dei disagi possano materializzarsi, c’è chi invece, per assicurarsi una maggiore certezza economica, punta tutto sulla “Dea Bendata”. Questo è un dato di fatto. Basta uscire in città, guardare per terra, e fare lo “slalom”tra le centinaia di biglietti gratta e vinci che, con famigerata “classe italiana”, i giocatori delusi gettano per terra. Al di là della triste visione ecologica, fa pensare come gli italiani siano attenti a non lasciarsi sfuggire l’occasione di una vincita milionaria in un contesto dove ormai va di moda gareggiare in questa corsa alla fortuna. I «Gratta e vinci» sono graditi a studenti, pensionate e casalinghe che cercano di far quadrare i conti, simbolo delle cinghie che si tirano perché anche con una moneta può capitare il colpo gobbo.

E in un periodo in cui la xenofobia e la conseguente, dilagante, voglia di epurazione etnica sono tra le più pericolose sfide del nostro tempo, è importante sviluppare una cultura della convivenza che sia in grado di valorizzare l’arte dell’accettazione dello xenos , perché appaia non come straniero indesiderato, ma come ospite. A questo punto, sarebbe necessario investire le risorse culturali e morali cercando di migliorare la convivenza, piuttosto che perdersi nella spiegazione del perché convivere appare brutto o innaturale. Il 28 Agosto 1963 un uomo di nome Martin Luther King, nel suo discorso in occasione della marcia per il lavoro e la libertà a Washington dichiarò al mondo di avere un sogno, quello che ogni uomo, indifferentemente dal colore della pelle, dall’etnia, dalla religione, venisse riconosciuto uguale ad ogni altro, con gli stessi diritti e le stesse prerogative. Oggi, a quarant’anni esatti dalla sua morte, l’America ha eletto il suo primo presidente nero ed è evidente a tutti che il nuovo presidente, Barack Obama, oltre ad essere “alto e bello”, è soprattutto il segno tangibile che qualcosa nella società sta finalmente cambiando. Rosangela Giurgola II Liceo

Sale sempre più la febbre del gioco e non è solo il tentativo accanito ai «gratta e vinci » ad alimentarla; insieme a loro un posto degno di nota meritano le slot machine, il Superenalotto, i giochi a premi in televisione e, come di tradizione in questo periodo dell’anno, la Lotteria Italia. E così eccoci qui il mercoledì sera, incollati alla TV, sperando che la “Raffaella” più famosa di Italia estragga i nostri sette numeri vincenti, con l’augurio personale che anche per noi questo possa essere un Natale “diverso” e più sereno. Ma sono davvero i soldi a regolare quanto il Natale possa serenamente incidere nella nostra vita? Una risposta profonda dice no, ma se è vero che i soldi non fanno la felicità, di certo in questo periodo qualcuno in più non guasterebbe. Gloria Giurgola IV Ginnasio 3


Una delle attività che il Liceo “ Giovanni Paolo II” propone ogni anno, inserendola tra le Materie curricolari, è il Laboratorio d’Informatica, che amplia il normale quadro orario di due ore, che noi ragazzi trascorriamo in sala computer. Forse i ragazzi frequentanti ancora la Scuola media inferiore potrebbero porsi questo interrogativo: «Noi sappiamo già usare il computer; al Liceo “ Giovanni Paolo II” ci insegneranno dunque quanto abbiamo appreso negli anni precedenti?». Innanzitutto preciso che i nostri docenti d’Informatica, molto preparati nella materia, si preoccupano di trasmetterci importanti nozioni teoriche che ci rendano capaci di riconoscere ogni singolo componente dell’elaboratore elettronico e la rispettiva funzione. Ma questa non è la sola finalità dell’insegnamento dell’Informatica che la scuola si propone di promuovere. Tra gli altri obiettivi: conoscere la storia del computer, dal modello più datato a quelli di ultima generazione, sviluppare e potenziare le proprie capacità intuitive e logiche; rendere gli allievi capaci di ragionare teoricamente e praticamente; adottare, nelle ore d’informatica, un linguaggio tecnico, appropriato; far apprendere l’utilizzo di programmi d’uso comune quali, per esempio, fare una presentazione con Power Point. Nel corso del biennio ginna-

Negli ultimi anni si è assistito ad una rivoluzione nell’insegnamento dell’Inglese. Si è passati da un approccio didattico basato sulla grammatica ad una didattica centrata sulla comunicazione e sulla conversazione. In questo Liceo lo studio dell’Inglese continua anche dopo il Ginnasio sotto forma di il laboratorio linguistico. Gli obiettivi di questo nuovo metodo sono: - Il raggiungimento di una buona pronuncia, per sapersi esprimere nelle situazioni di quotidiana necessità “ Speaking”; - Il saper elaborare un curriculum, tradurre testi “Writing”; - Saper sintetizzare un testo o un video in lingua straniera e saper apprendere il suo contenuto “Listening”. Per perfezionare la “Listening”, il docente mette a disposizione degli alunni dei filmati che vengono riprodotti per iscritto, in forma di elaborati, correggendo eventuali errori grammaticali (Writing), o esposti oralmente (Speaking). Tutte le varie fasi avvengono sotto la supervisione dello stesso docente. Nella nostra classe il primo approccio si è avuto con la visione del film “Harry Potter e il prigioniero di Hazkaban”, film in lingua madre con sottotitoli in Inglese, al fine di sperimentare un raffronto tra la pronuncia e la parola scritta. Questa iniziale esperienza ha messo in luce una maggiore complessità e dinamicità della lingua, rispetto agli anni precedenti, scanditi da uno studio più scolastico. Un altro aspetto è stato quello di vedere e ascoltare gli attori recitare nel4

siale l’allievo impara l’utilizzo di tutti i programmi Microsoft Office, ed ha poi l’opportunità, durante il triennio, di conseguire, qualora lo desideri, la patente europea del computer (ECDL). Spesso inoltre l’Informatica si ricollega all’Algebra: il docente dispone infatti di programmi utili alla risoluzione di problemi, e offre anche la possibilità di installare il programma nel proprio computer. Concludendo, penso che quello informatico sia un laboratorio molto utile al futuro dell’allievo, al mio futuro, a prescindere dalla strada specifica che sceglierò. Posso affermare infatti, con profonda sincerità, che questo Liceo ha tutti i requisiti giusti per gettare le basi della preparazione informatica di ogni allievo, pronto com’è ad offrire il 101% anche in un laboratorio dove gli argomenti affrontati, persino quelli definiti erroneamente “scontati”, risultano costantemente coinvolgenti e L’impegnativo curricolo di stu lascia molti spazi per un suo costruttivi! una scuola “esigente” che vu Matteo Longo - V Ginnasio

ORIENTAMENT

miglie un servizio di qualità. Data questa garanzia, non alcuni bisogni formativi cui ri tura a significative esperienz de ad arricchire il mondo de competenze necessarie per l’i la loro lingua, osservarne più attentamente la mimica facciale, le inflessioni, il “suono” delle loro voci. Tutto ciò ha suscitato nuove ed intense emozioni, fino al punto di avere la sensazione che il film, già visto doppiato in italiano, fosse diverso. È seguita l’ elaborazione scritta della trama, nella quale le conoscenze grammaticali già acquisite sono state coordinate con un uso più strutturato della terminologia. Un diverso criterio è stato adottato con il film “Spider-Man”, analizzato con esposizione orale della trama, centrata su argomentazione, chiarezza espositiva e capacità di sintesi. L’apprendimento e la conoscenza della lingua Inglese, attraverso tale metodo, consente allo studente di poter comunicare efficacemente attraverso i mezzi oggi più sofisticati, cellulari, internet, con persone in ogni parte del mondo, di viaggiare all’ estero per motivi di studio o di vacanza, vivendo così culture diverse e realtà nuove. Si allargano insomma gli orizzonti dell’incontro con gli altri. Elena Sozzo - I Liceo


Quando lasciamo alla nostra creatività il giusto spazio per emergere, è difficile che non ci si diverta. E’ quello che succede a noi studenti durante le ore di partecipazione al “laboratorio di scrittura creativa”. Il laboratorio è un’esperienza comune attorno alla letteratura, nella doppia veste dello scrivere e del leggere. In un clima di dialogo e amicizia, si legge, si scrive, si immagina, si ascolta, si riflette insieme e si condividono testi, impressioni, esperienze ed idee. E’ un modo per sfidare la nostra creatività attraverso racconti , poesie, disegni; si immaginano, si assaporano, si sperimentano nuovi mondi, idee e realtà attraverso le parole e i suoi molteplici significati. Esistono molti modi di scrivere. La scrittura è un’esigenza primaria di espressione che equivale a una certificazione di esistenza in vita. Scrivere, perciò, significa esprimere noi stessi e i nostri sentimenti. Nel laboratorio di scrittura impariamo a scrivere dando la pos-

sibilità a chi ci legge di percepire le stesse emozioni che noi proviamo quando appoggiamo la penna sul foglio di carta e trasformiamo nei colori dell’arcobaleno le diverse sensazioni. La scrittura è arte e strumento per avvicinare se stessi e il mondo e viene utilizzata per liberare creatività, stimolarla e migliorarla. Attraverso paesaggi, ambientazioni, personaggi, dialoghi e trame si superano i blocchi del foglio bianco e si scopre come raccontare con tutti e cinque i sensi, come far emergere un’immagine dal foglio, come dipingere a colori pur scrivendo in bianco e nero. E’ ovvio, quindi, che lo scopo di questo laboratorio è quello di intraprendere un viaggio intorno al mondo della creatività usando come strumento la scrittura. Partendo dalla realtà e attraverso l’immaginazione raggiungeremo il cuore pulsante delle emozioni. Manuela Margiotta - V Ginnasio

O SCOLASTICO

Quante volte si è provato il bisogno di esprimere, in qualche modo, le proprie emozioni, i propri pensieri, le proprie fantasie? Quante volte si è avuto si possono ignorare, però, l’impulso di comunicare agli altri ispondere con qualche aper- ciò che si sentiva dentro? ze di tipo laboratoriale vali- Esprimersi e comunicare sono ei sentimenti e ad acquisire esigenze fondamentali di ogni essere umano, tanto naturali e inserimento sociale. profonde che spesso il solo linguaggio delle parole non basta a soddisfare. Ecco allora la necessità di ricorrere ad altri mezzi espressivi: quello della musica, ad esempio. Secondo il filosofo greco Aristotele, “educare alla musica” significa non solo “imparare a godere della musica”, ma anche “avere la pratica dell’arte”. Essa esercita un influsso “sul carattere e sull’anima” ricreando lo spirito e procurando piacere. Questo Liceo classico valorizza lo studio della musica come componente formativa della personalità dei giovani. Infatti, durante le due ore settimanali di Laboratorio musicale, che si svolgono durante il biennio ginnasiale, gli studenti acquisiscono un’ampia visione dell’esperienza musicale, si avvicinano all’ascolto, all’apprendimento della teoria musicale e del canto corale. In quest’ottica, per una formazione culturale completa dello studente, l’insegnamento dell’educazione musicale ha un chiaro rapporto con le altre materie e trova percorsi di lavoro legati alla letteratura , alla storia, alle scienze, alla matematica, all’arte … Lo studio della musica porta lo studente a sviluppare molte facoltà: sensoriali, affettive ed intellettive. A livello sensoriale, lo studente acquisisce abilità di percezione uditiva, riconosce le diverse fonti sonore, in particolare le voci e gli strumenti musicali; impara a determinare le caratteristiche timbriche e dinamiche di un brano musicale; prende coscienza delle strutture ritmiche fondamentali; acquisisce la capacità di memorizzare, di intonare e di cantare. Per quanto riguarda lo sviluppo delle facoltà affettive, lo studente sviluppa l’espressività e la socializzazione, molto importante per vivere serenamente con

udio di un Liceo classico non ampliamento, soprattutto in uole offrire ad alunni e fa-

gli altri. Infatti, l’esperienza di stare insieme nel fare musica, permette agli studenti di socializzare, di comunicare meglio, di relazionarsi e di comprendersi, di fare gruppo. La voce rimane lo strumento principale del far musica. Infatti nel canto c’è un “fare musica”, a tutti i livelli, più immediato e spontaneo. Durante la pratica corale, si cura l’uso della voce nelle molteplici risorse espressive, dal canto al parlato, nei suoi particolari problemi di respirazione, emissione e articolazione.

L’intonazione verbale, gli accenti, i ritmi, i timbri di voce, curano l’aspetto fonico del linguaggio verbale, importante anche per lo studio della lingua e della metrica greca. Le due ore di musica sono sicuramente un momento creativo di svago che permette agli studenti di vivere meglio, perché la musica è anche terapia del benessere. Ma, se la si considera come una disciplina importante come le altre, le due ore di Educazione musicale sono anche un momento prezioso e indispensabile per promuovere in ognuno di noi una più completa formazione della personalità. 5 Isabella Biro - V Ginnasio


Se si potesse scherzare su un argomento di così drammatica attualità, basterebbe fare qualche battuta sul titolo e sull’immagine del galletto … “fumante”. La televisione, purtroppo, ci passa quasi quotidianamente immagini della grande nube di fumo che domina la città di Taranto, dove ha sede la ben nota Ilva, una società per azioni del Gruppo Riva che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Secondo i dati statistici, l’Ilva di Taranto produce 8.8 % della quantità di diossina a livello europeo ed il 90.3 % a livello nazionale. Le quantità di fumi tossici prodotte dalle ciminiere che torreggiano sulla città dovrebbero rientrare nei limiti imposti dal “Protocollo di Kyōto” stipulato l’ 11 dicembre del 1997 da più di 160 paesi in occasione della Conferenza COP3 della “Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC)”. Il trattato prevede “l'obbligo in capo ai paesi

industrializzati di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti in una misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990 — considerato come anno base — nel periodo 2008-2012. I danni prodotti dalle emissioni tossiche sono molto gravi e non distruggono l’organismo solo nel momento in cui entrano a contatto con esso, ma anche “a lungo termine”, in quanto le sostanze chimiche sintetizzate nella fabbrica si “bioaccumulano” e possono intaccare anche il DNA. A Taranto, infatti, si sono verificati casi di neonati affetti da “labiopalatoschisi”, una malformazione che interessa il labbro, il palato, le gengive e le narici oltre a tumori del sistema linfatico, di cui, qualche settimana fa, ha parlato diffusamente e accoratamente il Dr. Serravezza nella trasmis-

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Dov’è l’intoppo? In quale parte l’ingranaggio scolastico va in panne? Le variabili in gioco sono tante: capacità e volontà degli studenti, appropriati finanziamenti, strutture adeguate, docenti non solo preparati per se stessi ma soprattutto capaci di trasmettere, sapere e passione, programmi disciplinari pensati anche in vista di un più agevole inserimento universitario, uno sguardo teso alle difficoltà degli ultimi ma anche alla valorizzazione delle eccellenze. In ultimo, ma non per ultimo, quel tanto di rigore che garantisca la serietà della formazione e qualifichi, a livello nazionale e internazionale. Lungi dal seguire le manie demonizzatrici della generazione giovanile, poco costruttivamente talvolta diffuse tra i 6 media, è tuttavia indispensabile la consapevolezza di una situazione, almeno in parte reale. Quella presa di coscien-

sione di Rai Tre condotta dalla Dandini. Questi bambini vengono chiamati “figli della diossina” e si pensa che il numero dei casi aumenterà ancora. Le polveri velenose, oltretutto, si diffondono rapidamente nell’aria attraverso il vento e raggiungono luoghi anche molto lontani, contaminando l’ambiente e le risorse di prima necessità. Si sente parlare di allevatori costretti a smaltire latte ricco di diossina; contadini costretti a distruggere interi raccolti per via dell’acqua con la quale sono stati annaffiati. Anche questo è un gravissimo problema; infatti le polveri sottili presenti nell’aria, precipitando al suolo attraverso le piogge, inquinano le falde acquifere provocando l’avvelenamento di persone, animali e piante. Oltre a inquinare fortemente l’atmosfera, l’Ilva e le altre fabbriche siderurgiche, nonché quelle chimiche di Brindisi e la centrale di Cerano, inquinano anche il mare con i loro scarichi. A fronte di tanto danno, l’Ilva crea prodotti di scarsa qualità che portano poco guadagno e non “innalzano” la notorietà della fabbrica stessa se non, ahimé, in termini negativi al cospetto del resto d’Europa. Questa situazione ha fatto sorgere, poco tempo fa, un problema riguardante la politica economica interna all’Ilva: “… A

questo punto converrebbe chiuderla, ma tutte le persone che ci lavorano?...”

La soluzione a questo problema, secondo me, è legata proprio al tipo di produzione. Se si puntasse su prodotti qualitativamente elevati, riducendo anche la quantità della produzione e quindi delle emissioni nocive, si otterrebbero due risultati: la diminuzione della diossina nella città di Taranto e nelle zone limitrofe; l’aumento dell’importanza economica nel mercato europeo. Ciò comporta, chiaramente, lo smantellamento degli impianti siderurgici attuali, obsoleti per il Protocollo di Kyōto, con conseguente impegno economico molto oneroso, che attiverebbe nuovi sbocchi sul mercato internazionale facendo, in breve tempo, rientrare le spese e produrre guadagno tangibile: sarebbero non solo salvaguardati i posti di lavoro, ma se ne creerebbero di nuovi con nuove figure professionali di … “taglio” internazionale. Cesario Durante III Liceo

za è necessaria, non per scoraggiare ma anzi per innescare una sana reazione di orgoglio nei confronti di chi, in un modo o nell’altro, vorrebbe far credere alla gioventù italiana, di aver qualcosa in meno, un difetto di fabbrica rispetto al resto d’Europa. Il progetto per una nuova scuola italiana è un cantiere aperto e nuovi lavori, tra restauro del vecchio e avanguardie artistiche sono tutt’ora in corso. Primi operai sono proprio gli studenti, troppo giovani per cedere alla rassegnazione. Sperando poi, che dall’alto, le mosse politiche non si risparmino (in tutti i sensi!) proprio su quel settore che costituisce il più significativo e vivace indice di sviluppo del paese. Lorenza Moscara - III Liceo


Autunno Il Pittore L’arcobaleno di mille colori non è solo in cielo ma è pure nel mondo. Guarda il cinese, la sua bandiera, la sua natura: ogni colore, ogni sfumatura. Poi osserva l’africano, le sue foreste, i suoi fiumi, mille colori, tutta una vita. Vedi poi il rosso: che bei prati, che bella cucina, ogni tinta, dà l’allegria. Guarda l’europeo: vedi che popoli, vedi che volti: son tanti colori, una tavolozza. La tavolozza del grande pittore, il più bravo del mondo. É Lui il pittore, noi la sua tela. Bravo il Pittore, bella la tela. Matteo Totaro V Ginnasio

Ecco alle porte l’Autunno mese freddo e incerto. Pioggia, sole, vento E ancora pioggia. Sole con stelle pioggia a catinelle vento sulla pelle. Cadono le foglie così fragili e gialle cadono a terra ... ferme sull’asfalto teneramente dolcemente tenere e dolci come l’autunno. Irene De Santis IV Ginnasio

Il vento d’ottobre dove si piega l’erba Scuote ogni foglia spinge fuggevolmente grappoli d’uva. Il profumo d’autunno invade l’aria Mentre il vento canta la voce dell’autunno. Gabriele Ingrosso - V Ginnasio Sto tremando, ecco tremo … Penso a tutto quello che sta succedendo fuori da questa stanza: le nuvole che ruotano, gli alberi che muovono i rami … Sono concentrato, sto cercando un’emozione dentro di me Eccola: la felicità Sono felice, perché sono nato e sto scoprendo il vero senso della vita … Simone Stani - V Ginnasio

La vita per me Voglia di crescere, di sapere … La vita a 15 anni è un progetto irrealizzabile qualcosa di astratto c’è, ma non si vede, è proprio lì, davanti a noi adolescenti ma non la vediamo. Semplici sogni Forse le nostre resteranno solo illusioni, comunque vada … sarò felice di aver sognato. Maria Abatianni - IV Ginnasio

Ottobre- Novembre Sentimenti: dipende dall’emisfero I mesi d’ottobre e quelli di novembre hanno svariati significati: 1) Per gli australi essi son morte, tristezza e disperazione 2) Per i boreali essi son vita, felicità e festa. L’oceano Pacifico, su una piccola isola, di poche persone su una piccola isola, del grano matura su una piccola isola, di caccia e coltura su una piccola isola, di tante speranze su una piccola isola, di paralleli e meridiani su una piccola isola, della tristezza su una piccola isola, della morte su un piccolo scoglio, dell’amore su una piccola nave, Ottobre- novembre 1885 37° 11’ nord 42° 27’ est Dipende dall’emisfero! Matteo Martina IV Ginnasio

Razzismo Perché siamo razzisti nei confronti dei neri? Ognuno di noi è stato creato da Dio siamo sua immagine e somiglianza. Ma di somiglianza non ce n’è perché abbiamo una coscienza da tre. Persone insultate, ingannate, isolate. Perché? Il razzismo, stragi negli stadi, calciatori o tifosi insultati per essere di un colore diverso. Stefano Zaffino IV Ginnasio

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Solo due parole: Lucio Battisti, e immediatamente la nostra voce partirebbe in automatico canticchiando: “Acqua azzurra, Acqua chiara, con le mani posso finalmente bere…”; “Può darsi che io non sappia cosa dico, scegliendo te una donna per amico”; “Mi ritorni in mente bella come sei…”, “ Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi…” Pochi, come lui, hanno contribuito a cambiare le regole della musica italiana e regalare emozioni che ognuno di noi, almeno una volta, ha vissuto esattamente così come le descriveva. Lucio Battisti è forse uno dei pochi cantanti che riusciamo a condividere con i nostri genitori, tanto che, a distanza di dieci anni dalla sua morte, le sue canzoni continuano a passare in radio e, in alcune occasioni, ci è sembrato molto più attuale e molto più avanti di tanti cantanti italiani attualmente in giro. Battisti nel primo periodo della sua carriera scelse di non interpretare le proprie canzoni, bensì di affidarle ad altri cantanti o gruppi tra cui Mina, scrivendo “Amor mio” e “Insieme”. Il suo successo è testimoniato, da quanti si sono ispirati ai suoi brani musicali,

riportando alla luce quelle parole che, sicuramente, ognuno di noi, ha cantato…o meglio urlato accompagnato da una chitarra. Laura Pausini ( Il mio canto libero), Nek ( Sì viaggiare), Cesare Cremonini ( Innocenti evasioni), Dolcenera (Emozioni), Enrico Ruggeri (Anche per te), Le Vibrazioni (Una donna per amico), Max Pezzali ( La metro eccetera), Giorgia (Uno in più), Luciano Ligabue (I Giardini di Marzo) sono alcuni tra i cantanti e i cantautori della musica italiana, che sono riusciti a riportare in vita, la vera essenza di Lucio Battisti. E' sorprendente il modo in cui cambiano gli stili, le emozioni, i temi posti ad una moda transitoria e frivola, ma sicuramente siamo in grado di percepire quanto la poesia di Lucio Battisti rimanga nel tempo e riesca a farci cogliere la parte più bella della vita. Chiara Pierri - III Liceo OGGETTIVE DIFFICOLTÀ DI IMPAGINAZIONE HANNO IMPEDITO DI PREDISPORRE LE CONSUETE 12 PAGINE, CON LA CONSEGUENZA DI NON POTER PUBBLICARE TUTTI GLI ARTICOLI PERVENUTI. NE CHIEDIAMO SCUSA AGLI AUTORI.

Queste sono le prime parole con cui l’ autore, sul retro della copertina, inizia a descrivere il suo libro; e sono state proprio queste a convincermi a comprarlo! È stato il titolo, “L’ eleganza del riccio”, a colpirmi immediatamente, perché non capivo se il riferimento fosse al piccolo animaletto pungente o ad una chioma riccia e folta! La curiosità mi ha spinto a leggerlo e devo dire che ne sono rimasta entusiasta. Muriel Barbery, l’ autore, è riuscito ad intrecciare mondi all’ apparenza opposti, componendo un romanzo simpatico e alla portata di tutti. Ci troviamo a Parigi, in un elegante condominio abitato da persone molto ricche. I personaggi sono differenti: dalle mogli presuntuose di importanti uomini d’ affari, a figli “animalisti”, o cordiali, o altezzosi e scostanti.

Ginnasio Liceo “Giovanni Paolo II” Via Umbria 73100 Lecce Tel-fax: 0832/230497 Email: segreteria@liceogp2.org Sito: www.liceogp2.org DIRETTORE Prof. Reno Sacquegna – Dirigente VICE DIRETTORE Lorenza Moscara – III Liceo REDAZIONE Per il IV Ginnasio: Laura Cammarota Maria De Santis Gloria Giurgola Matteo Leo Pierpaolo Petrelli Lorenzo Remiddi Per il V Ginnasio: Isabella Biro Matteo Longo Manuela Margiotta Per il I Liceo: Valeria Morciano Elena Sozzo Per il II Liceo : Anna Serena Bianco Davide Gilioli Rosangela Giurgola Per il III Liceo: Cesario Durante Pierfrancesco Leo Chiara Pierri GRAFICA E IMPAGINAZIONE Prof. Massimiliano Capozza STAMPA Digital Copy s.r.l. - Lecce

Le protagoniste sono all’ apparenza due: Paloma, una dodicenne, con idee troppo avanzate per la sua età, intelligentissima ma scontenta della sua vita; e la portinaia, Renèe, rimasta sola dopo la morte del marito, che si mostra scontrosa e poco loquace. La ragazzina progetta da un bel po’ il suicidio, per il giorno del suo tredicesimo compleanno, con incendio del suo appartamento a seguito. La portinaia invece si rinchiude nella sua stanzetta con il gatto a lei tanto caro, a leggere libri. Nessuno deve sapere di questa sua passione: per tutti lei deve essere la portinaia ottusa e utile all’ occorrenza! Tutto procedeva secondo i piani di entrambe, ma un giorno, dopo la morte di un inquilino, Renèe seppe che l’ appartamento era stato acquistato da un ricco signore giapponese. Appena monsieur Ozu, uomo dal fascino orientale, varcherà la soglia di quel palazzo, riuscirà a sconvolgere ogni aspettativa, aprendo, con fare dolce e anche furbo, il cuore delle due protagoniste … ricco delle risonanze di tante letture. Alla fine … bè, scopritelo voi! Anna Serena Bianco - II Liceo

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