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La Nazione delle Piante

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Film "J'accuse"

Film "J'accuse"

"Avete mai visto quei film di fantascienza in cui delle cattivissime specie aliene, dopo aver consumato le risorse di innumerevoli pianeti, come cavallette spaziali, arrivano sulla Terra con l'idea di farne un sol boccone? Siamo noi, quegli alieni." L’essere umano da sempre trasforma l’ambiente in cui vive. Abbiamo davvero questo diritto? Ce lo meritiamo? Stefano Mancuso, Professore universitario a Firenze in Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI), nel suo libro “La Nazione delle Piante” ci dice di no: perché l’essere umano non rappresenta la specie più popolosa sul pianeta (solo gli alberi, tra le piante, sono 3000 miliardi), né è la "migliore", perché grazie alla fotosintesi, le piante producono tutto l'ossigeno libero del pianeta e tutta l'energia chimica consumata dagli altri esseri viventi. “La Nazione delle Piante” è un’immaginaria Costituzione del mondo vegetale, un esercizio giocoso in otto articoli: li scopriremo insieme, due per volta, in questo nostro spazio sul Giornalino della scuola!

ARTICOLO 1<< La Terra è la casa comune della vita. La sovranità appartiene ad ogni essere vivente >>

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Stefano Mancuso, studioso delle tematiche ambientali si concentra sulla famosa domanda posta dal noto fisico italiano, Enrico Fermi. La domanda è: “Dove sono tutti?”, in riferimento ad altri pianeti o forme di vita compatibili con la nostra. La risposta è fondamentale per il tema dei cambiamenti climatici e del ruolo che gioca l’uomo sull’ambiente. L’uomo, che pensa di essere il padrone assoluto del luogo in cui vive, ha un impatto fortemente negativo sulla Terra, con l’inquinamento e la deforestazione e quindi immagina di colonizzare altri pianeti per cercare forme di vita e prosperità fuori da questo. Ma alla domanda: “Dove sono tutti?” per ora la risposta non c’è: la nostra Terra è unica e la scienza, ad oggi, non ha trovato il modo per trasferire la vita su altri pianeti. Per questo abbiamo il dovere di proteggere la Terra, casa comune della vita.

ARTICOLO 2

<< La Nazione delle Piante riconosce e garantisce i diritti inviolabili delle comunità naturali come società basate sulle relazioni fra gli organismi che le compongono >>

Il nostro ecosistema è composto da micro-ecosistemi legati strettamente tra loro che alla minima alterazione si “spezzano”, con conseguenze impensabili, non sempre prevedibili e difficilmente riparabili. Vediamo qualche esempio, iniziando da una storiella! Un detto popolare si chiede: a chi deve la sua forza la storica Marina inglese? Ai gatti inglesi. Non lo avreste mai detto, vero? Ma... I gatti mangiano i topi, che sono nemici dei bombi che impollinano i trifogli di cui si nutrono le mucche che vengono mangiate dai marinai britannici...

Questa storiella sembra paradossale, ma la storia ci consegna esempi non molto dissimili... Tra il 1958 e il 1962 la Cina decise di sterminare alcuni animali (I quattro flagelli) tra cui i passeri, perché danneggiavano gli interessi degli umani. I passeri, per esempio, mangiavano i semi e danneggiavano le coltivazioni causando carestie. Per allontanare i passeri dai campi, si usava ogni tipo di oggetto per provocare rumore. La scomparsa degli uccelli tuttavia non mise al sicuro né i raccolti né gli umani: infatti la loro scomparsa causò un’eccessiva proliferazione di insetti le cui conseguenze furono più dannose del problema che ci cercava di risolvere. Oggi siamo molto più consapevoli e l’intervento sugli ecosistemi è molto più cauto: è recente la notizia che in alcuni paesi si era pensato di eliminare la zanzara della malaria, causa di mortalità anche infantile. Tuttavia, la strada seguita è stata quella del vaccino e non dell’eliminazione dell’insetto, perché non si conoscono le conseguenze che a catena avrebbero potuto far seguito a questa scelta.

La classe 1B LC

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