Il "Laboratorio Segreto" dell'Architettura

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La villa rappresenta la sintesi del pensiero moderno lecorbusieriano. Essa è il punto di arrivo di un percorso di ricerca cominciato a diciassette anni a La Chaux-de-Fonds e continuato, dopo i viaggi tra il 1907 e il 1911, in Francia a Parigi insieme ad Amedée Ozenfant. Villa Savoye non è solo la messa a punto, alla scala domestica, dei cinque punti della nuova architettura, ma è la rassegna antologica di tutti i temi e di tutte le lezioni dedotte dall’esperienza di quarantadue anni di vita e di episodi biografici determinanti del maestro svizzero. Essa è l’evoluzione delle invarianti plastiche trasferite e sintetizzate, attraverso il contributo della sperimentazione in pittura, in un’ideale architettonico coerente ad un principio costruttivo: geometria, proporzioni geometriche, ordine strutturale della forma e disposizione degli elementi disciplinate attraverso i tracciati regolatori e la sezione aurea; la luce, come strumento di costruzione di una manifestazione plastica in accordo con i colori, investigati attraverso la pittura purista, nelle loro implicazioni psicologiche, ivi collocati sapientemente; le investigazioni sull’astrazione dello spazio e della scala dimensionale degli oggetti; la composizione per oggetti del vocabolario plastico nelle loro forme elementari, le più belle, le ideali. La villa contiene e delimita, come i bordi di una tela estrusi nello spazio, un microcosmo proiettivo dell’idea urbanistica di strutturazione della città per livelli indipendenti, riprodotta alla scala architettonica: verde e circolazione veicolare al piano terra, piano di vita staccato dal piano di campagna e rialzato su pilotis, tetto giardino. Come rammenta Curtis74, Le Corbusier ricerca attraverso la villa un’icona rappresentativa di un equilibrio tra l’archetipo e l’ideale di stabilità classica del linguaggio: dalla capanna primitiva di Laugier al tempio periptero, i riferimenti ideali di Le Corbusier sono un antidoto ieratico contro la provvisorietà e la temporalità.

Fig. 102 : Le Corbusier, villa Savoye a Poissy (1928-30).

«The “Classicism” of the Villa Savoye is of a generalized kind: impeccabile proportions, harmony of part and whole, the sense of repose, a just sense of hierarchy. Trabeation is given a new elemental definition using the simplest forms of column, slab, wall and opening»75. Le Corbusier utilizza correzioni ottiche, come nel Partenone, nell’assottigliamento della sezione dei pilotis delle campate corrispondenti alle aperture sul patio del primo piano, sul lato ovest. Le forme curve delle pareti frangivento del solarium, come della scala a chiocciola interna, e la loro plastica organizzazione dimostrano analogie con la successiva esperienza metafisica e surrealista dell’attico Betsegui. «Cette villa a été construite dans la plus grande simplicité, pour des clients dépourvus totalement d’idées préconçus: ni modernes, ni anciens. […] 101


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