

SUGLI ABUSI EDILIZI. SORTINO A LAGONEGRO FA TREMARE FALABELLA
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SUGLI ABUSI EDILIZI. SORTINO A LAGONEGRO FA TREMARE FALABELLA
Dalle immagini si risale a chi avrebbe rubato i documenti al giornalista che sporge denuncia

Spopola in rete il video del direttore di Basilicata24 in cui si riga l’auto per dire di essere vittima dei poteri forti
Il populismo editoriale che diventa ideologia
Il giornalista-eroe che lavora gratuitamente “per amore della verità” rappresenta un topos della narrativa informativa locale che maschera una contraddizione fondamentale: trasforma la precarietà in virtù etica, elevando l’assenza di compenso a criterio di autenticità deontologica. Chi rivendica la gratuità del proprio lavoro come prova di indipendenza delega la propria sussistenza (...)





■ continua a pag 8 Finizio premiato Dellapenna a pag 14

LA SFIDA PERSA DEL PD
Lo sappiamo che criticare il PD lucano è come sparare sulla Croce Rossa, perché proprio non ce la fa a vincere contro questi patrioti che pure lasciano molto a desiderare, ma vivaddio almeno giocarsi la carta facile della credibilità sarebbe cosa saggia ed utile ed invece ci s’impantana ancora peggio perfino negli ossimori politici. Già perché a guardare la conferenza stampa del trittico delle magie, il capogruppo regionale Lacorazza ed i deputati Manca e Amendola per portare il caso Basilicata fin dentro la discussione della Legge di Bilancio, viene proprio in mente un ossimoro facile facile come “sfida persa”. Ora lasciamo stare l’accrocco vergognoso di come il romagnolo Manca ed il napoletano Amendola siano stati letteralmente paracadutati in Basilicata, manco non ci fosse una classe dirigente da meritarsi un posto decente al parlamento ed uno da segretario, ma che da questo si voglia addirittura lanciare il guanto di sfida al governatore Bardi ed ai parlamentari del centrodestra sui vari dossier regionali, quando poi si viene in Basilicata si e no una volta al mese, è appunto l’ossimoro infelice d’una sfida purtroppo già persa in partenza. Cantano i Bislers: “Una sfida persa ancor prima d’iniziare…”
PoTEnZA Prese di mira le auto parcheggiate in centro storico. Cittadini preoccupati. Calò: «Più controlli»

DISCUSSO ANCHE DELLA POSSIBILITÀ DI ATTRARRE NUOVI INVESTIMENTI

CRONA-CHI?
Le ospiti Silletti e Tammariello indagano sul caso irrisolto del giovane Mario Milione, scomparso a Policoro e poi dato alle fiamme
■ Servizio a pag 9
BONIFICHE
Alla Basilicata 40mln €, soddisfatto il Garante per la natura Costanzo: «Grande risultato, il nostro territorio tornerà all’originaria bellezza»
■ Servizio a pag 2 CRONACA
A Policoro la GdF scopre frode fiscale da 2,5 milioni, sequestri in 4 aziende operanti nel settore dei trasporti su strada
■ Servizio a pag 19
REPORT
“Eni in Basilicata 2024”: sostenibilità in primo piano nel documento che racconta un anno di attività nel territorio lucano
■ Servizio a pag 7


Il Garante regionale per la natura: «Il nostro territorio ad alta valenza naturalistica potrà finalmente tornare alla originaria bellezza e salubrità»
«Ritengo eccezionale lo stanziamento ottenuto dalla Regione Basilicata e dal Dipartimento Ambiente, direttamente dal Governo e derivante da fondi di coesione, di ben 40 milioni di euro per la bonifica delle aree industriali». Lo dichiara Biagio Costanzo, Garante regionale per la natura.
«Un territorio ad alta valenza naturalistica come il nostro – evidenzia Costanzo –potrà finalmente tornare alla originaria bellezza e salubrità grazie alle opere di bonifica che potranno essere realizzate con questi fondi, a vantaggio di molte aree deteriorate dall’uomo e da processi di industrializzazione spesso solo momentanei». «Come Garante regionale per la natura, l’ambiente e il territorio – conclude Costanzo – esprimo grande soddisfazione per l’importantissimo risultato ottenuto, di cui a beneficiare saranno innanzitutto i cittadini lucani».
Queste risorse rinvenienti sono destinate a interventi strategici per l’intero territorio regionale. «Questi risultati sono il frutto di un lavoro tecnico e istituzionale condiviso che ha visto la Direzione Ambiente e Transizione Energetica della Regione dialogare costantemente con il Ministero dell’Ambiente. Abbiamo portato avanti una strategia chiara: finanziare progetti concreti, pronti a partire, che migliorano la qualità della vita dei cittadini, la sostenibilità dei nostri territori e, so-

prattutto, accelerano la bonifica dei Siti di interesse nazionale, che rappresentano una ferita ambientale e sociale da sanare con urgenza e determinazione» dichiara l’assessore all’Ambiente e alla Transizione energetica della Regione Basilicata, Laura Mongiello.
In sintesi questi finanziamenti pongono un’accelerazione decisiva sulla bonifica delle aree industriali dismesse di particolare complessità ambientale, in primis quelle ricadenti nei Sin di Tito e della Val Basento. L’intervento più rilevante riguarda la bonifica e messa in sicurezza permanente dell’area ex Materit a Ferrandina, uno dei siti industriali dismessi più complessi della Val Basento.
L’assessore Ertico (IV): «Un passo avanti per ambiente e qualità della vita»

Un nuovo e significativo intervento infrastrutturale è in arrivo per Genzano di Lucania. Il Comune beneficerà infatti di 4 milioni di euro destinati alla realizzazione e al potenziamento della rete fognaria comunale, grazie ai finanziamenti ottenuti dalla Regione Basilicata nell’ambito dell’Accordo per la Coesione siglato tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).L’investimento, pro-
veniente dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021–2027, consentirà di migliorare in modo sostanziale la qualità e l’efficienza del servizio idrico e fognario, con ricadute positive sulla salute pubblica, sulla tutela ambientale e sulla vivibilità urbana.«Per Genzano di Lucania si tratta di un risultato di grande valore» –dichiara Angela Ertico, assessore comunale all’Ambiente – «Questi 4 milioni di euro rappresentano un impegno concreto verso una gestione sostenibile delle risorse idriche e una maggiore tutela ambienta- le. È un investimento che guarda al futuro, migliorando la qualità della vita dei cittadini e rispondendo a bisogni reali del territorio». L’assessore Ertico ha inoltre evidenziato come il raggiungimento di questo obiettivo sia il frutto di un lavoro condiviso tra istituzioni: «Il risultato tanto atteso è il frutto di un’azio-
ne amministrativa e tecnica congiunta tra gli uffici regionali e comunali, che nelle interlocuzioni istituzionali hanno saputo tradurre in realtà l’impegno e la considerazione per Gen- zano di Lucania. È il frutto di una sinergia politica, amministrativa e tecnica, non di meri slogan o azioni civiche sconnesse e prive di efficacia». In questo contesto, la Ertico ha rivolto un ringraziamento all’assessore regionale all’Ambiente e Transizione Energetica Laura Mongiello per il sostegno e la disponibilità dimostrata: «Desidero esprimere un sincero plauso all’assessore Mongiello che, con impegno e sensibilità istituzionale, ha contribuito a rendere possibile questo risultato. La collaborazione fra Regione e Comune dimostra che solo con il lavoro di squadra, orientato al bene collettivo, è possibile tradurre le parole in fatti concreti per il territo-
il commento del sindaco di ferrandina lisanti
Lanotizia del finanziamento per la bonifica e la messa in sicurezza permanente dell’area ex Materit di Ferrandina, con oltre 17 milioni di euro destinati a uno dei siti più complessi della Valbasento, rappresenta un risultato positivo e atteso da tempo.
«È un passo concreto verso la rimozione definitiva dell’amianto e verso il recupero di un’area simbolo delle ferite ambientali lasciate dalla stagione industriale lucana», afferma il sindaco di Ferrandina Carmine Lisanti.

«Si tratta di un intervento che merita apprezzamento e riconoscimento per l’impegno assunto dall’assessore regionale Laura Mongiello che è riuscita a reperire risorse attraverso l’Accordo per lo sviluppo e la coesione 2021/2027, siglato tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase)».
Tuttavia, aggiunge il sindaco, «è indispensabile che questo importante risultato segni anche l’avvio di una nuova fase di programmazione e coordinamento per la bonifica integrale del Sito di Interesse Nazionale Valbasento».
«Oggi più che mai serve un cambio di passo, con una cabina di regia stabile e operativa che veda Regione, Ministero e Comuni lavorare insieme su un piano organico, capace di integrare bonifica, reindustrializzazione sostenibile e rigenerazione territoriale».
«Il recupero ambientale della Valbasento – osserva Lisanti- non può più procedere per singoli interventi isolati: è necessario un approccio unitario, supportato da risorse aggiuntive e da un cronoprogramma chiaro, che consenta di trasformare un’area compromessa in un motore di sviluppo sostenibile per l’intera Basilicata».
«L’intervento sulla ex Materit- conclude- è un segnale incoraggiante. Ora bisogna consolidarlo con una visione di lungo periodo, che rimetta al centro la salute dei cittadini, la qualità ambientale e la rinascita produttiva della Valle».
rio».Il finanziamento rientra in un più ampio pacchetto di interventi per la Basilicata, che prevede quasi 40 milioni di euro complessivi destinati alla bonifica di aree industriali dismesse e al potenziamento dei sistemi di depurazione nei comuni lucani, a conferma della centralità delle politiche ambientali nella strategia di sviluppo regionale. «Genzano di
Lucania – conclude l’assessore Ertico – continua a essere parte attiva di una visione più ampia, che punta sulla tutela dell’ambiente come leva di crescita e benessere. È motivo di orgoglio poter affermare che, grazie al lavoro congiunto di Regione e Comune, il nostro territorio è oggi protagonista di un investimento concreto e strategico per il futuro».











Le organizzazioni sindacali denunciano il silenzio dell’azienda e chiedono garanzie sulla sede di Tito e sui livelli occupazionali
POTENZA. Nessuna risposta concreta e una crescente preoccupazione tra i lavoratori. È quanto emerso dal nuovo incontro sulla vertenza Smartpaper, che riguarda il cambio d’appalto delle attività svolte per Enel Energia. Nonostante gli sforzi di sindacati e istituzioni, la situazione resta bloccata e i segnali provenienti dall’azienda sono tutt’altro che rassicuranti.
La nuova Rti aggiudicataria ha invocato la cosiddetta «clausola di raffreddamento» del settore telecomunicazioni, rinviando ogni confronto al tavolo ministeriale che dovrebbe affrontare in maniera complessiva le criticità dei dodici lotti, e non soltanto la questione lucana o quella numerica dei dipendenti coinvolti. Le organizzazioni sindacali – Fim, Fiom, Uilm e

Fismic – hanno ribadito la richiesta di risposte chiare sulla sede di Potenza e sul mantenimento del trattamento economico complessivo dei lavoratori. Enel è stata richiamata ancora una volta alle proprie responsabilità: i sindacati chiedono di accedere ai
documenti di gara per verificare le condizioni di aggiudicazione e la sostenibilità delle attività. «Mancano trasparenza, chiarezza e responsabilità», denunciano le sigle sindacali, che sollecitano Smartpaper a un atteggiamento costruttivo e a un
piano di investimenti reali sul territorio. Negli ultimi anni il gruppo Indra ha già chiuso le sedi di Matera e Smartest, e ora preannuncia la possibile chiusura anche della sede di Tito, comunicata solo alla vigilia dell’incontro. Una scelta giudicata
«inaccettabile», soprattutto in un momento tanto delicato.
Fim, Fiom, Uilm e Fismic hanno annunciato che non parteciperanno a nuovi incontri finché l’azienda non confermerà ufficialmente la permanenza del sito di Tito. Intanto, chi resta all’interno di Smartpaper vive giornate di forte incertezza: i volumi di lavoro si sono ridotti drasticamente e molti dipendenti sono costretti a usare ferie e permessi per coprire le ore senza attività.I sindacati chiedono l’apertura immediata di un tavolo permanente con Smartpaper e Indra per garantire continuità produttiva e occupazionale. «Il lavoro è crescita, sviluppo e futuro», ricordano, chiedendo nuove opportunità e valorizzazione professionale in una terra che non può sopportare altre crisi.
Accordo tra Regione Basilicata, Uil Fpl e Fp Cgil: progressioni economiche, nuove assunzioni e più risorse per welfare e indennità
POTENZA. È stata siglata la preintesa del contratto decentrato integrativo per il personale non dirigente della Regione Basilicata, un risultato importante raggiunto dopo una lunga trattativa tra l’Amministrazione regionale e le organizzazioni sindacali. UIL Fpl, insieme alle Rsu e alle Rsa della Regione, esprime soddisfazione per un’intesa che riconosce il valore del lavoro pubblico e apre la strada a nuovi miglioramenti economici e organizzativi.Tra i punti qualificanti dell’accordo figura la progressione economica orizzontale per il 2025, che consentirà di valorizzare la professionalità dei dipendenti regionali. È stata inoltre ampliata la platea dei beneficiari e incrementate le risorse per le specifiche responsabilità, in un’ottica di maggiore equità e riconoscimento delle diverse funzioni.Sul fronte del welfare, è stata istituita una delegazione dedicata che analizzerà le proposte sindacali per migliorare i servizi e il benessere del perso- nale. È stato anche chiarito che i buoni pasto saranno erogati nel secondo mese successivo alla maturazione, superando i disguidi del passato.Particolare attenzione è
stata riservata al personale della Protezione Civile. La Uil Fpl ha sollecitato un adeguato riconoscimento economico per le attività svolte nei giorni festivi, annunciando una specifica vertenza a tutela dei lavoratori che hanno già diffidato l’Amministrazione per il mancato pagamento delle prestazioni. L’ente ha comunicato l’arrivo di tre geometri e di ulteriori unità provenienti da interpelli interni, ma il sindacato chiede ulteriori interventi per rafforzare il settore.Buone notizie anche sul fronte delle assunzioni: saranno scorse le graduatorie degli idonei e le procedure di assunzione dovranno concludersi entro il 16 dicembre. «Un risultato concreto – commenta la Uil Fpl – che rafforza gli uffici regionali e garantisce stabilità amministrativa».Sul tema delle indennità, è stato ottenuto un ampliamento della platea dei beneficiari. Per il Servizio Biblioteca è stato confermato l’aumento dell’indennità, mentre per il personale impegnato nei sopralluoghi esterni l’importo passa da sei a dieci euro per uscita.Anche la Fp Cgil Potenza, con la segretaria Giuliana Scarano, ha espresso apprezza-

mento per il risultato ottenuto, sottolineando che parte delle risorse del welfare 2025 sarà destinata alla remunerazione della performance. Il sindacato ha inoltre ricordato che la contrattazione decentrata deve restare uno strumento per migliorare le condizioni di lavoro e l’efficienza degli uf-

fici.Per la Uil Fpl Basilicata, rappresentata dal segretario regionale Giuseppe Verrastro, la preintesa rappresenta «un passo avanti nel riconoscimento del valore del personale e nella costruzione di un’amministrazione regionale più moderna, equa e attenta ai bisogni dei lavoratori».
Il Presidente a Roma dal Ministro del made in Italy. L’obiettivo condiviso è quello di trovare soluzioni che assicurino la continuità produttiva e il futuro occupazionale

Il Presidente della Regione, Vito Bardi, ha incontrato ieri a Roma il Ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Adolfo Urso, per un confronto incentrato sulle principali vertenze industriali del territorio e sui futuri investimenti finalizzati a rafforzare lo sviluppo produttivo e competitivo della Basilicata.
L’incontro odierno si colloca in vista di due importanti appuntamenti convocati proprio al Ministero: il 20 novembre è in programma al Mimit un tavolo dedicato alla vertenza che coinvolge i lavoratori Smart Paper che ieri sono stati ricevuti e ascoltati dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico Francesco Cupparo. Sei giorni dopo, il 26 novembre, come annunciato dallo stesso assessore, l’attenzione si sposterà sulle aziende dell’indotto Stellantis di Melfi, in particolare la Tiberina e la Pmc, do-
ve i lavoratori sono attualmente in stato di agitazione e mantengono un presidio permanente.
«Il confronto con il Ministro Urso - ha detto Bardi - è stato proficuo e ha confermato la massima attenzione del Governo centrale sulle nostre sfide produttive. Siamo impegnati a garantire la massima tutela occupazionale e a disegnare un futuro di sviluppo solido, con investimenti mirati a potenziare la nostra competitività».
«È fondamentale che ogni piano per Stellantis - ha concluso il Presidente - preveda misure specifiche e parallele per l’indotto che rappresenta una parte vitale del tessuto economico lucano».
L’obiettivo condiviso è quello di trovare soluzioni concrete che assicurino la continuità produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e l’attrazione di nuovi investimenti in Basilicata.
L’EREDITÁ LUCANA DEL-
L’EXPO DI OSAKA
«La partecipazione della Basilicata a Expo Osaka 2025 non è stata una semplice vetrina, ma una missione strategica che ha unito visione, identità e prospettiva»: lo ha sottolineato ieri il Presidente della Regione, Vito Bardi, durante l’evento MIMIT / Expo 2025 Osaka a Roma. «Abbiamo voluto portare nel Padiglione Italia – ha aggiunto –non solo la bellezza della nostra terra, ma la capacità di costruire futuro attraverso innovazione, sostenibilità e capitale umano. Abbiamo presentato una Basilicata autentica, capace di coniugare tradizione e tecnologia, cultura e impresa. Con l’installazione immersiva “Motherland”, curata dall’artista lucano Silvio Giordano, il visitatore è stato accompagnato in un viaggio sensoriale che ha raccontato la Basilicata come terra generatrice di creatività, design e bellezza produttiva. Le maschere arcaiche del Carnevale storico lucano, rigenerate attraverso l’intelligenza artificiale, hanno rappresentato plasticamente la nostra idea di futuro: partire dalle radici per innovare, senza mai perdere l’anima dei luoghi». «Accanto alla dimensione culturale – ha proseguito il Presidente – abbiamo voluto offrire un messaggio economico chiaro: la Basilicata è un territorio affidabile per investire, grazie a un modello di sviluppo sostenibile, filiere agroalimentari di qualità e aree industriali pronte all’internazionalizzazione. Durante la missione, le nostre strutture – dal Dipartimento per lo Sviluppo Economico all’Agenzia di Pro-
mozione Territoriale – hanno raccolto numerose manifestazioni d’interesse per collaborazioni industriali e turistiche. Expo Osaka ha dunque rappresentato un ponte di dialogo e opportunità tra la Basilicata e il Giappone».
«Ora si apre la fase più importante: dare continuità a quelle relazioni, accompagnare le imprese, trasformare l’interesse in progetti concreti – ha continuato Bardi -. È in questa prospettiva che intendiamo rafforzare la collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per una Regione come la nostra, piccola ma ricca di competenze e di visione, l’Italia è il primo sistema da rappresentare nel mondo. E Osaka ci ha confermato che, quando le istituzioni fanno squadra, l’Italia sa parlare con una sola voce, autorevole e riconoscibile».
«La Basilicata vuole continuare a far parte di questo racconto, con sobrietà e determinazione. Siamo una terra che custodisce il tempo e guarda allo spazio: dai Sassi di Matera, che sarà la prima capitale mediterranea della cultura e del dialogo nel 2026, ai poli dell’idrogeno e dell’aerospazio, simboli di una modernità che sa restare umana e proiettata al futuro. L’Expo di Osaka ci ha permesso di costruire un’immagine di Basilicata come partner affidabile e creativo, e ci consegna una responsabilità: trasformare le visioni di Osaka in realtà concrete sul nostro territorio a vantaggio del sistema Italia», ha concluso il presidente Bardi, ringraziando il Ministro Urso e il Commissario Vattani per l’attenzione e l’interesse.

Positivo l’ampliamento dei beneficiari, ma la riduzione della soglia ISEE rischia di escludere molte famiglie lucane dal diritto allo studio
Un plauso parziale, ma anche una forte preoccupazione. È questo, in sintesi, il giudizio espresso in merito al nuovo avviso pubblico regionale per i contributi destinati all’acquisto gratuito o semigratuito dei libri di testo per l’anno scola- stico in corso.È stato accolto positivamente il fatto che la Giunta regionale abbia previsto, sin dall’inizio, l’inclusione di tutti gli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado tra i beneficiari del contributo. «L’anno scorso – si ricorda – ci volle il nostro fermo intervento per rimediare all’odiosa penalizzazione nei confronti degli studenti frequentanti il triennio conclusivo delle scuole superiori, che in prima battuta erano stati
esclusi».Tuttavia, il provvedimento presenta anche un elemento di criticità. «Purtroppo, forse a causa della penuria di fondi disponibili, continuano a registrarsi decisioni che tendono a ridurre la platea dei beneficiari», si evidenzia nella nota, riferendosi all’abbassamento della soglia ISEE per l’accesso ai contributi, passata da 20.000 a 15.748,78 euro.Una misura che, secondo la critica, «rischia di escludere ingiustamente centinaia di famiglie lucane che, pur non vivendo in condizioni di agio economico, si vedranno private di un sostegno fondamentale in un momento di forte difficoltà per il potere d’acquisto e per il costo crescente della vita».«Il diritto allo studio – si sotto-

linea – non può essere limitato da scelte che penalizzano il ceto medio e le famiglie che faticano a sostenere le spese scolastiche dei propri figli. È compito delle istituzioni regionali
garantire pari opportunità e promuovere l’inclusione educativa, non restringere l’accesso a strumenti di equità sociale».L’auspicio finale è che la Giunta regionale riveda la decisio-
ne, «rimpinguando i fondi e ripristinando il precedente limite di 20.000 euro, così da assicurare che nessun ragazzo o ragazza resti indietro per ragioni economiche».
Le consigliere regionali Verri e Araneo denunciano il parere favorevole della Regione alla legge sul nucleare e chiedono un confronto pubblico in Consiglio

«A
distanza di ventidue anni dalla storica rivolta popolare di Scanzano Jonico, che il 13 novembre 2003 unì tutta la Basilicata in un grido di dignità e resistenza contro l’imposizione del deposito nazionale delle scorie nucleari, ci ritroviamo ancora una volta a difendere la nostra terra da un attacco frontale» affermano le consigliere regionali del Movimento 5 Stelle Alessia Araneo e Viviana Verri.«Nel silenzio assordante della Giunta Bardi, la Basilicata ha espresso, lo scorso luglio, un parere favorevole alla
legge delega sul nucleare, aprendo la porta a un nuovo assalto ai nostri territori. Una scelta presa senza alcun confronto pubblico né passaggio consiliare, che svela il vero volto di un governo regionale prono agli interessi calati dall’alto e totalmente scollegato dalla volontà dei cittadini. – continuano le due penta stellate - Secondo la nuova CNAI – Carta nazionale delle aree idonee, ben 14 dei 51 siti individuati in Italia come idonei alla localizzazione del deposito nazionale delle scorie si trovano in Basilicata. Un numero spropositato, che da solo dovreb-

be bastare a far suonare tutti gli allarmi. E invece no. Il presidente Bardi, in perfetta solitudine, ha deciso di svendere il territorio lucano in nome di una retorica sull’“uso sostenibile del nucleare” che offende la nostra storia, la nostra memoria e la nostra intelligenza».«Per far ingoiare il rospo si parla di “uso sostenibile” quando si tratta di scorie radioattive, che resteranno pericolose per millenni e che già oggi, al Centro Trisaia, rappresentano un problema ambientale ancora irrisolto» sottolineano Verri e Araneo.«A fronte di tutto ciò, pretendiamo l’im-
mediata discussione in Consiglio Regionale. Basta col gioco delle tre carte e con documenti firmati nel buio degli uffici romani. Il popolo lucano ha il diritto di sapere cosa si sta decidendo sul proprio futuro. Oggi, ricorre l’anniversario di quella straordinaria mobilitazione popolare che, nel 2003, seppe fermare l’arroganza del potere centrale. A quella memoria ci richiamiamo oggi con forza. E rilanciamo un messaggio chiaro: la Basilicata non si tocca» concludono Viviana Verri, Alessia Araneo le Consigliere regionali del Movimento 5 Stelle.

Sostenibilità in primo piano nel report che racconta un anno di attività

Prosegue l’impegno di Eni in Basilicata con la pubblicazione del Report Locale di Sostenibilità 2024, che raccoglie progetti, iniziative e strategie dell’azienda nel territorio lucano, in linea con i propri obiettivi di sostenibilità. Il documento, in continuità con l’edizione precedente, approfondisce il contributo di Eni al percorso di Just Transition. Particolare attenzione è dedicata al rispetto e alla tutela delle persone, nonché al dialogo costante con le comunità e gli stakeholder locali, elementi centrali nella strategia dell’azienda per la creazione di valore condiviso e lo sviluppo socio-economico sostenibile della regione.
IL DISTRETTO MERIDIONALE
DI VIGGIANO AL CENTRO DELLE OPERAZIONI
Dal 2008, il Distretto Meridionale (DIME) di Viggiano coordina tutte le attività di esplorazione e produzione di Eni in Basilicata e Puglia, con un focus strategico sul giacimento della Val d’Agri. Cuore operativo del distretto è il Centro Olio Val d’Agri (COVA), attivo dal 2001, dove vengono trattati gli idrocarburi estratti. Nel 2024 la produzione media giornaliera è stata di 34,4 mila barili di petrolio e 2,43 milioni di Sm³ di gas, in joint venture tra Eni e Shell ItaliaE&P.
OCCUPAZIONE
E SICUREZZA: IL VALORE DELLE PERSONE
Nel 2024 la forza lavoro di Eni in Basilicata ha mantenuto stabilità con 470 dipendenti diretti, affiancati da oltre 3.200 lavoratori dell’indotto, per un totale di
oltre 3.700 persone, di cui circa il 70% residenti in regione e oltre l’80% con contratto a tempo indeterminato.Sul fronte della sicurezza,l’indice di frequenza infortuni totali registrabili (TRIR) è ulteriormente migliorato rispetto all’anno precedente, confermando un risultato di assoluta eccellenza. La promozione della cultura della sicurezza è stataal centro degli interventi di sensibilizzazione, di formazione e di verifica/controllo con una serie di iniziative e strumenti innovativi, anche digitali. Nel corso del 2024 sono state svolteoltre 200 esercitazioni di emergenza, a conferma dell’attenzione alla prevenzione e alla preparazione operativa. Sono stati inoltre erogati oltre 2.000 servizi sanitari, a supporto della salute e sicurezza del personale. IMPATTO SOCIO-ECONOMICO E SVILUPPO DEL TERRITORIO
Dal suo insediamento in Val d’Agri, Eni ha generato significative ricadute economiche e occupazionali in Basilicata. Tra il 1996 e dicembre 2024, la presenza del Distretto Meridionaleha movimentato circa 10,6 miliardi di euro, suddivisi tra investimenti (4,9 miliardi, di cui 2,99 miliardi in quota Eni), costi operativi (3,8 miliardi, di cui 2,32 miliardi in quota Eni), interventi di bonifica e progetti per il territorio (1,2 miliardi, di cui 0,73 miliardi in quota Eni) e iniziative sociali (728 milioni, di cui 444 milioni in quota Eni).
Nel 2024 Eni ha versato 71,2 milioni di euro di royalties a Stato, Regione e Comuni, mentre dal 1996 a giugno 2024 le royalties
complessive versate da Eni ammontano a 1,43 miliardi di euro. Ogni euro speso dal DIME genera 1,87 euro sul territorio, con un impatto stimato di 1,371 miliardi di euro, pari a circa il 10% del PIL regionale. Prosegue inoltre l’impegno nell’ambito del “Nuovo Protocollo d’Intenti della Concessione Val d’Agri” tra Eni, Shell Italia E&P e la Regione Basilicata, con la finalità di promuovere iniziative di sostenibilità ambientalee lo sviluppo regionale.Nello specifico, nel 2024 sono stati versati alla Regione Basilicata, complessivamente da Eni e Shell, 13,9milioni di euro in funzione della produzione annua di barili di olio,nell’ambito dell’Accordo Olio (1,05 euro per ogni barile prodotto) e 125,2 milioni di euronell’ambitodell’Accordo Gas (fornituradi gas proveniente dal giacimento alla Regione per circa160 milioni di Sm3 all’anno). Per quanto riguarda le iniziative a carattere non estrattivo (i cosiddetti “progetti non oil”) nel 2024 sono proseguitele attività definite nell’ambito dei progetti approvati dalla Regione Basilicata, con un impegno di spesa complessivo nel 2024 di 33,6 milioni di euro (di cui 22,9 in quota Eni) Avanza a pieno ritmo anche il programma Energy Valley, attivo dal 2019, per la promozione di iniziative in ambito di innovazione agricola, monitoraggio ambientale e sostenibilità nelle aree adiacenti al COVA, attraverso due macroprogetti: il Centro Agricolo di Sperimentazione e Formazione (CASF) che ha visto la riqualificazione di 24 ettari, 7.000 piante di oltre 130 varietà colturali, e coinvolgimento di 230 studenti attraverso attività in campo e PCTO;Progetto Agrivanda, un campus agricolo sperimentale con 30 erbe officinali, biomonitoraggio ambientale tramite alveari e lichenie sperimentazione di coltivazioni idroponiche e aeroponiche, aperto a centinaia di visitatori, con focus sulla formazione e sulle scuole.
PROTEZIONE DELL’AMBIENTE
Nel 2024 Eni ha continuato a rafforzare le proprie azio-
ni per la tutela ambientale in Basilicata. Per ridurre le emissioni di ossido di azoto, sono stati installati quattro nuovi bruciatori su due caldaie del Centro Olio Val d’Agri, con una diminuzione del 45% delle emissioni delle medesime.
La gestione sostenibile delle risorse idriche resta una priorità: i prelievi di acqua dolce sono stati inferiori a mezzo milione di metri cubi. Nel corso del 2024, i siti Eni in Basilicata hanno prodotto circa mezzo milione di tonnellate di rifiuti, recuperandone e riciclandone il 5%.
CARBONICA AL 2050: I PROGETTI DEL DIME
Il Distretto Meridionale monitora gli impatti economici e ambientali legati all’uso dell’energia e promuove iniziative di efficientamento energetico. Nel 2024 il COVA ha confermato la certificazione ISO 50001, attestando l’impegno nella gestione efficiente dell’energia.Sono stati avviati il Piano di Efficienza Energetica e la Diagnosi Energetica, strumenti strategici per ottimizzare i consumi e contribuire agli obiettivi di sostenibilità aziendale.
IN DISTRIBUZIONE E ON LINE LA RIVISTA BIMESTRALE EDITA DA ENI
Il racconto prosegue su “Orizzonti – Sguardi nel futuro”
IlReport Locale di Sostenibilità “Eni in Basilicata 2024” viene raccontato, insieme ai rapporti relativi alle attività di Eni a Gela e Ravenna, nell’ultimo numero di “Orizzonti – Sguardi nel futuro”. La rivista, edita da Eni con cadenza bimestrale, offre uno sguardo più ampio verso tematiche nazionali e di scenario. Un racconto in cui dai “territori dell’energia” arriva un messaggio chiaro e inequivocabile: lo sviluppo sostenibile di un luogo è strettamente legato alla sua capacità di guardare avanti senza dimenticare le proprie radici.
I territori possono trasformarsi in piattaforme di innovazione e dialogo, dove le comunità locali si intrecciano con le sfide globali del mondo dell’energia. E su “Orizzonti”, la panoramica di questa sfida che si estende lungo tutta la penisola, è inquadrata in una visione d’insieme che restituisce il senso di un percorso che coniuga tre dimensioni fondamentali: economica, sociale e ambientale.
“Orizzonti” nasce ad aprile 2018, con l’obiettivo - già espresso nel titolo – di voler guardare avanti, lontano: non solo dunque parlare della presenza del Cane a Sei Zampe in Basilicata, ma osservare e analizzare più attentamente il territorio, guardando alle sue risorse, alle sue potenzialità e anche alle sue necessità. Guardando all’oggi, ma con un occhio anche al futuro. Negli anni “Orizzonti” è diventato un vero e proprio marchio, molto più presente nel territorio lucano anche grazie alla newsletter settimanale, ricca di contenuti aggiornati, ai podcast settimanali e mensili, e agli eventi organizzati sul territorio, momenti di confronto tra professionisti, esperti, studiosi e figure istituzionali. Orizzonti è consultabile nell’omonima sezione sul sito www.enibasilicata.it



Il paradosso del giornalismo gratuito: eroismo o narcisismo? La retorica della gratuità maschera una contraddizione fondamentale, trasformando la precarietà in virtù
Il giornalista-eroe che lavora gratuitamente “per amore della verità” rappresenta un topos della narrativa informativa locale che maschera una contraddizione fondamentale: trasforma la precarietà in virtù etica, elevando l’assenza di compenso a criterio di autenticità deontologica. Chi rivendica la gratuità del proprio lavoro come prova di indipendenza delega la propria sussistenza ad altre fonti di reddito (nel caso specifico, un impiego bancario), rimuovendo dal discorso pubblico la contraddizione di questa posizione. Non si tratta di eroismo francescano, ma di narcisismo senile: la rinuncia ostentata come forma di autoesaltazione, dove la povertà altrui (perché la propria è compensata) diviene ornamento etico.
L’EQUAZIONE
POPULISTA: TUTTO
È MARCHETTA
La demonizzazione della comunicazione istituzionale remunerata come “marchetta” rivela la natura ideologica dell’accusa. Se accettassimo questa logica, dovremmo concludere che ogni forma di comunicazione è marchetta: vestirsi adeguatamente per apparire credibili è marchetta, scegliere di evidenziare certi fatti anziché altri è marchetta, persino l’indignazione morale costruita per ottenere visibilità sui social è marchetta. La comunicazione digitale costituisce un ecosistema con regole e linguaggi propri, radicalmente diversi da quelli dell’editoria tradizionale. Non si tratta di una degenerazione dell’informa-
zione, ma di una trasformazione del sistema: i social media non sono giornali mal riusciti, sono una cosa ontologicamente diversa. La comunicazione non è cronaca, il content creation non è reportage, ma questo non significa che sia meno legittimo o necessariamente meno etico.
Il mondo contemporaneo ha sviluppato una bulimia di contenuti: produciamo, consumiamo e metabolizziamo informazioni a velocità e in quantità inimmaginabili solo vent’anni fa. Questo non è colpa dei professionisti della comunicazione digitale – è semplicemente il tempo in cui viviamo. I comunicatori, i social media manager, i content creator interpretano e abitano il proprio presente, rispondendo a dinamiche di domanda e consumo che non hanno creato loro ma che sono chiamati a gestire professionalmente.
Demonizzare questi linguaggi perché nuovi, accusare chi li padroneggia di essere complice di una presunta deriva etica, mentre il mondo dell’informazione si trasforma irreversibilmente, non è difesa della deontologia ma arroccamento conservatore. È il rifiuto di comprendere che esistono oggi distinzioni necessarie: tra informazione e comunicazione, tra cronaca e narrazione istituzionale, tra giornalismo e storytelling – tutte forme legittime di professionalità che richiedono competenze specifiche e meritano dignità economica.
LA CRISI
DELL’EDITORIA: FINANZIAMENTI
PUBBLICI E IPOCRI-
SIA SISTEMICA
L’editoria italiana vive una crisi strutturale profonda, sostenuta artificialmente da finanziamenti pubblici che tengono in vita modelli economici altrimenti insostenibili. Il sistema dei contributi statali all’editoria – eredità di un’epoca in cui i giornali erano strumenti di mediazione politica e formazione del consenso – oggi finanzia testate che sopravvivono solo grazie a questi trasferimenti, mentre denunciano come “marchetta” qualsiasi altra forma di comunicazione remunerata da enti pubblici.
Voler vendere giornali cartacei oggi significa trovarsi nell’epoca storica sbagliata. Se questo scenario vale per il contesto nazionale, in Basilicata assume proporzioni drammatiche: testate locali che sopravvivono grazie a contributi pubblici diretti e indiretti (abbonamenti di enti, convenzioni, inserzioni istituzionali) si ergono a garanti dell’etica contro la comunicazione istituzionale professionale.
L’ipocrisia è lampante: chi vive di finanziamenti pubblici denuncia chi viene pagato per servizi professionali da enti pubblici. Il dibattito mondiale sull’informazione digitale e sulla sostenibilità del giornalismo è aperto e complesso, ma una cosa è certa: se permettete, le lezioni di etica professionale ce le facciamo dare dai professionisti della comunicazione, non da impiegati che si spacciano per Frege e Wittgenstein ma poi corrono a fare le dirette alle sagre. Non possiamo ac-


cettare che chi produce contenuti amatoriali, nascondendo dietro la retorica del disinteresse una posizione di privilegio economico garantita da altri redditi, si erga a giudice morale di chi padroneggia linguaggi e competenze che il primo gruppo non possiede e non intende acquisire.
Il lavoro gratuito come paradigma etico opera come potente acceleratore dello spopolamento: solo chi dispone di rendite o impieghi stabili può permettersi il “giornalismo autentico”, mentre i giovani professionisti che devono vivere del proprio lavoro intellettuale sono costretti a emigrare.
L’AMATORIALITÀ SPACCIATA PER AUTENTICITÀ
La retorica populista diviene strumento contundente nelle mani della comunicazione tradizionale e provinciale per delegittimare innovazione e professionalità.
L’usanza di affidarsi al populista di turno per amplificare le proprie mediocrità rappresenta un sistema che conosciamo bene e che descrive con precisione la caratura e la portata culturale dell’intera comunità.
Quando l’indignazione morale si trasforma in format di autopromozione, quando l’appello all’etica serve a occultare l’incapacità di adattarsi ai mutamenti del sistema comunicativo, ci troviamo di fronte non a deontologia ma a strategia di sopravvivenza di modelli obsoleti.
CHI TRADISCE DAVVERO IL TERRITORIO
La vera questione etica non riguarda chi si fa pagare per il proprio lavoro – questo dovrebbe essere un presupposto. La questione è: come costruire in Basilicata un ecosistema che riconosca economicamente le competenze, incentivi il radicamento dei talenti, promuova l’innovazione dei linguaggi, superi la falsa dicotomia tra “giornalismo eroico” e “comunicazione mercenaria”.
Celebrare la precarietà come virtù e criminalizzare la professionalità remunerata significa contribuire –molto più delle presunte “marchette” – allo svuotamento culturale e demografico del territorio. Il tradimento non sta nel farsi pagare. Il tradimento sta nel rendere impossibile, attraverso un moralismo provinciale e autoassolutorio, che le nuove generazioni possano costruire qui percorsi professionali sostenibili. Sta nel brandire il populismo come clava contro chi padroneggia linguaggi contemporanei, spacciando per autenticità ciò che è solo amatorialità protetta da altri redditi. La guerra tra poveri nella comunicazione editoriale lucana è questo: impiegati che si travestono da eroi etici per criminalizzare professionisti che chiedono semplicemente di essere pagati per competenze che il primo gruppo non possiede e non intende acquisire.

CRONA-CHI? Silletti e Tammariello approfondiscono la vicenda del ragazzo. Amendolara: «Troppi dubbi»
“Come sono state condotte le indagini?” è questo l’interrogativo che si è sempre posto Salvatore Milione, padre di Mario, il giovane di Policoro i cui resti furono ritrovati nel bagagliaio di una Lancia Detra bruciata tra il 16 ed il 19 ottobre del 2004 nelle campagne di Ginosa (TA). Ed è su questo caso che si concentra l’approfondimento di “CronaChi?” il programma di Cronache Tv condotto da Fabio Amendolara.
Ospiti in studio la giornalista Anna Tammariello e la garante detenuti e vittime di reato Tiziana Silletti. «Ci occupiamo di una storia che è uscita completamente di scena -annuncia Fabio Amendolara-. Una storia che risale a oltre vent'anni fa e che è stata subito dimenticata. Il corpo di Mario Milione è stato ritrovato anche per puro caso dal padre della vittima che si è dovuto trasformare, così come accade in tantissimi casi, un po' in un investigatore. Viene ritrovato quindi a Ginosa, ma non sappiamo però se è morto lì».
«Probabilmente questo è il primo tentativo di depistaggio in questa storiaspiega la giornalista Tammariello- perché si sospetta che in realtà Mario sia stato ucciso in Basilicata e poi probabilmente bruciato in Puglia per depistare le indagini. Tante persone vicine a Mario non sono state mai ascol-
tate dagli inquirenti, nemmeno sotto suggerimento del padre. Il secondo tentativo di depistaggio è il fatto che questa autovettura, nella quale fu rinvenuto il cadavere, sia stata data alle fiamme, verosimilmente per cancellare ogni prova. Parliamo di un'inchiesta che è stata archiviata senza rispondere a quattro quesiti importanti. Il primo, quando è morto Mario? Sappiamo che Mario è scomparso il 15 ottobre, data in cui è stato lanciato l'allarme dalla moglie, ed è stato poi ritrovato il 19, ma non sappiamo se Mario sia stato ucciso il 15 o probabilmente il giorno in cui è stato ritrovato il cadavere. Non sappiamo perché sia stato ucciso. Non sappiamo da chi e non sappiamo nemmeno come sia stato ucciso. Dai pochi resti rinvenuti nel bagagliaio di quella lancia detra, dove il corpo fu dato alle fiamme, fu possibile solo comprendere che Mario non era stato ucciso da colpi di arma da fuoco». Una tomba, quella del Milione, che ancora oggi resta senza data della morte.
«Questa storia -sottolinea la garante Silletti- è una delle tante storie che caratterizza questa regione. Non è possibile, questo lo dico come istituzione e come cittadina, che i genitori delle vittime debbano farsi carico delle indagini, del dolore e del silenzio. Il fatto che non ci sia an-

cora oggi la data di morte sulla lapide di questo ragazzo ci fa ben comprendere come questo non sia ancora un caso chiuso».
«C'è però un aspetto che dobbiamo anche sollevare -spiega il conduttore- perché se da una parte le istituzioni sono state carenti, abbiamo visto che c'è un'indagine che non è riuscita a fornire all'opinione pubblica e anche ai parenti della vittima né il movente né chi siano gli esecutori materiali, né se ci sia stato un mandante, c’è stata una disattenzione anche a livello degli organi di stampa che se ne sono dimenticati troppo velocemente e hanno seguito la vicenda esclusivamente nella sua fase iniziale. Anna ha ascoltato uno dei pochi giornalisti che si è occupato in modo approfondito di questa vicenda, Filippo Mele». Nel contributo video mandato in onda anche il giornalista ha rimarcato la necessità di mantenere alta l’attenzione, sottolineando, in merito alle indagini, una certa negligenza. « Mario era un giovane di Policoro,fu fatto trovare morto in Puglia. Perché?si domanda Filippo Mele - Perché probabilmente se avesse indagato la procura di Matera avrebbe avuto molti più elementi per arrivare ad una responsabilità nel delitto. Quando ho parlato con il padre di Mario, lui mi disse di essersi recato sul luogo dove furono rinvenuti i resti del figlio, e lì trovò degli ossicini del corpo di Mario. Siamo nella fascia che va tra il Metapontino e la costa Tarantina. Lì c'è da sempre un interscambio tra esponenti della criminalità organizzata locale. Sappiamo di persone pregiudicate che si sono trasferite dal Tarantino a Policoro e anche di relazioni continue, come ci raccontano le inchieste giudiziarie tra le due province».
«Quando Filippo Mele fa riferimento allo spaccio di stupefacenti, ci fu qualche indizio che portava verso quella pista?» domanda Amendolara. «Sicuramente questa è stata la prima pista che gli inquirenti hanno seguito» spiega la giornalista Tammariello. Mario aveva dei

problemi con la droga, ma non legati allo spaccio e non era mai stato indagato. «Ho avuto l’impressionesottolinea la garante- che ci siano persone e casi di serie A e di serie B. Se a scomparire piuttosto che ad essere ritrovata senza vita è una persona che conduce una vita normale, ci si concentra in modo più meticoloso, quando invece le vittime sono persone che probabilmente o sicuramente hanno commesso dei reati e quindi potrebbero essere implicate in altre vicende, allora le questioni vengono messe un po' da parte. Consentimi di fare un appello a questa famiglia e alla comunità di Policoro: è necessario alzare la voce. Quello che stiamo facendo come ufficio del garante delle vittime di reato è iniziare ad abbattere le mura del silenzio e in questo devo ringraziare anche voi come giornalisti».
Nel secondo contributo video dell’intervista di Tammariello a Mele, alla domanda “Cosa c'è dietro la morte di questo ragazzo?” il giornalista ha risposto di aver parlato «con la moglie e con la sorella della vittima e nessuno sapeva darsi una spiegazione. Il passato di Mario faceva pensare a viaggi per acquisire stupefacenti. Ci vorrebbe qualche testimone, anche qualcuno che ha conoscenza di questi fatti,
di questo delitto. Qualcuno che abbia finalmente il coraggio di parlare con la magistratura e gli investigatori».
«L’intervista a Mele - aggiunge Amendolara- ci restituisce questa immagine, una fotografia veramente triste, del padre che ritrova le ossa del figlio, la moglie che fa il percorso e che a sua volta poi viene quasi controllata dagli inquirenti e dagli investigatori. Insomma il quadro che ne esce è qualcosa che dobbiamo superare. È come se ci sia bisogno di un approccio diverso a questo tipo di inchieste». «Questa vicenda, ma anche tante altre, finalmente ricevono voce e attenzione grazie a voi giornalisti. Chiederemo come ufficio del garante un cambio di passo -conclude la Silletti - un'attenzione diversa da parte degli organi competenti. Chiederemo che ci sia un lavoro minuzioso e diverso e lo faremo proprio a partire dalle vicende del passato. Perché se questa regione non risolve quello che è rimasto irrisolto nel passato e non conserva la memoria viva di quelle cose che non hanno funzionato, non possiamo intraprendere la strada verso il futuro che deve essere una strada fatta di diritti e di verità. Bisogna partire, e questo è un diritto costituzionale e umano, dal riconoscimento della dignità».

L’esperienza dell’Azienda Ospedaliera di Potenza presentata al Tavolo interregionale Onda, Basilicata tra le regioni apripista
POTENZA. L’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza è stata invitata a partecipare al Tavolo interregionale «Tumore della prostata e Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea. Prevenzione e diagnosi precoce», organizzato dalla Fondazione Onda Ets. L’iniziativa ha riunito esperti e rappresentanti istituzionali di tutta Italia per confrontarsi su strategie comuni di prevenzione e accesso agli screening, strumenti fondamentali per ridurre rischi e complicanze della malattia.La Basilicata, insieme alla Lombardia, è una delle uniche due regioni ad aver avviato un programma strutturato di screening per la diagnosi precoce del tumore della prostata, in linea con le più recenti raccomandazioni europee.«Essere chiamati a condividere il nostro percorso in un contesto nazionale così qualificato rappresenta un riconoscimento importante per la lungimiranza della Regione Basilicata e per l’impegno dei nostri professionisti» afferma il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera. «La prevenzione e la diagnosi precoce – aggiunge – sono strumenti fonda-

mentali per tutelare la salute dei cittadini e costruire modelli di sanità pubblica sempre più efficaci».Soddisfazione anche da parte dell’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico: «La partecipazione della Basilicata al Tavolo Multiregionale di Onda è un riconoscimento significativo per il percorso di prevenzione che stiamo portando avanti. Ai tre programmi già attivi – cervice uterina, mammella e colon-retto –si aggiungono ora quelli sul tumore della prostata e del polmone».Il direttore generale per la Salute, Domenico Tripaldi, ha ricordato che «l’attivazione dei nuovi screening rappresenta un passo avanti nella costruzione di una rete regionale di preven-
zione sempre più capillare, fondata su digitalizzazione, formazione e sensibilizzazione dei cittadini».La Regione Basilicata ha individuato il San Carlo quale struttura di riferimento per il coordinamento del programma, riconoscendone l’eccellenza. L’ospedale ha ricevuto anche il Bollino Azzurro della Fondazione Onda per l’impegno nella prevenzione e cura delle patologie uro-andrologiche.Dal giugno 2025 sono stati effettuati oltre tremila prelievi per la misurazione del Psa, circa quattrocento visite urologiche e un centinaio di risonanze magnetiche, che hanno consentito di individuare e trattare tempestivamente diversi casi di carcinoma prostatico.
DESTINO: «ORA RILANCIO DEFINITIVO»
«Punto nascite Melfi, bene per la proroga»
MELFI. Il presidente del Consiglio comunale di Melfi, Vincenzo Destino, accoglie con soddisfazione la decisione della Regione Basilicata di prorogare per almeno due anni l’attività del punto nascita dell’ospedale «San Giovanni di Dio», in attesa dell’approvazione del nuovo Piano sociosanitario regionale.«Si tratta di una notizia positiva e molto attesa – dichiara Destino – che riconosce il ruolo strategico del presidio di Melfi, unico ospedale per acuti dell’area nord della Basilicata, punto di riferimento per oltre centomila cittadini di un territorio a forte vocazione industriale e produttiva». Destino ricorda di essere intervenuto più volte per richiamare l’attenzione della Regione sulla necessità di salvaguardare e rilanciare il punto nascita, anche in considerazione degli investimenti già effettuati sul piano strutturale e tecnologico.«La proroga biennale – aggiunge – è il risultato di un impegno condiviso tra istituzioni locali e regionali. Ora però occorre procedere rapidamente alla nomina del nuovo primario, figura essenziale per garantire stabilità e continuità organizzativa».Il Consiglio comunale di Melfi, conclude Destino, continuerà a seguire la vicenda con senso di responsabilità, collaborando con la Regione e con l’Azienda ospedaliera San Carlo per assicurare un futuro solido al punto nascita e all’intero presidio sanitario.

Il capogruppo di Basilicata Casa Comune Vizziello richiama la Regione: «Servono misure per ridurre i costi a carico dei malati»
«Pazienti oncologici, 1.800 euro l’anno per curarsi»
POTENZA. «Oltre agli effetti, pesantissimi, sulla salute fisica e psichica, chi riceve una diagnosi di tumore è costretto a spendere, di tasca propria, 1800 euro l’anno per curarsi. Una cifra enorme, che al Sud è senza dubbio maggiore a causa della consistente migrazione dei pazienti oncologici delle regioni meridionali e che non può lasciare indifferenti le istituzioni regionali, chiamate a garantire migliori condizioni di vita a quanti sono impegnati nel percorso di cura delle patologie oncologiche».Ad affermarlo, in una nota, è il capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune, Giovanni Vizziello, commentando i risultati dello studio presentato al XXVII Congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica, svoltosi
a Roma.«Spese per i trasporti, per l’acquisto di farmaci supplementari e integratori, per visite specialistiche successive alla diagnosi e per l’assistenza psicologica rappresentano in dettaglio quella che gli analisti definiscono la tossicità finanziaria conseguente alla diagnosi di cancro –spiega Vizziello – e comprendono anche i cosiddetti costi indiretti, come la perdita di giornate lavorative e i mancati guadagni, particolarmente gravosi per i malati che sono lavoratori autonomi».«I numeri ci dicono che oggi in Italia, grazie ai progressi nelle terapie, quasi quattro milioni di persone vivono dopo una diagnosi di cancro – aggiunge l’esponente di Basilicata Casa Comune – e che il tasso di sopravvivenza a cinque anni per alcuni tumori, come quello della

mammella, si attesta al novanta per cento. Ciò pone ai decisori istituzionali una nuova sfida: garantire la qualità di vita dei pazienti».«Con la legge sull’oblio oncologico e con quella che estende a ventiquattro mesi il periodo di assenza dal lavoro senza rischio di licenziamento –conclude Vizziello – lo Stato ha
compiuto passi importanti. Ora spetta alle regioni fare la propria parte, garantendo l’umanizzazione delle cure, la preservazione della fertilità e la presa in carico globale nella rete oncologica regionale, perché chi affronta una sfida così impegnativa deve poterlo fare anche con maggiore serenità economica».
Dopo mesi di promesse disattese, il sindacato porta la protesta davanti al Consiglio regionale lucano e chiede un incontro con Pittella
POTENZA. La tensione sale tra i lavoratori di Polimedica, che lunedì si sono riuniti in assemblea e hanno deciso di tornare in piazza per protestare sotto il Consiglio regionale della Basilicata. La Uil Fpl, che li rappresenta, ha annunciato un sit-in per chiedere un incontro urgente con il presidente del Consiglio, Marcello Pittella, e affrontare una crisi che da agosto penalizza non solo i dipendenti ma anche centinaia di pazienti.«La misura è colma –dichiara il segretario territoriale della Uil Fpl, Mario Sarli –. Abbiamo sospeso la protesta dopo l’incontro in Prefettura, ma alle parole non sono seguiti fatti: lavoratori e famiglie sono allo stremo, i pazienti aspettano o rinunciano. Senza fabbisogni reali, contratti chiari e agende Cup attive, le liste d’attesa non si abbattono e il territorio perde servizi essenziali».Il blocco delle prestazioni per conto del Servizio sanitario nazionale, scattato ad agosto, ha infatti messo in ginocchio la struttura sanitaria di Melfi, che non può più garantire visite ed esami convenzionati. Una sospensione che pesa in modo particolare sui cittadini più fragili e su chi non

può permettersi di rivolgersi al privato, costretto a spostarsi in altre province o regioni con ulteriori costi e disagi.Secondo la Uil Fpl, la situazione è il risultato di «atti amministrativi sbagliati o incompiuti». La delibera 473 del 2025 ha fissato i tetti di spesa per il biennio 20252026 senza un vero ancoraggio ai fabbisogni del territorio, mentre la delibera 513 sul piano per le liste d’attesa «è rimasta una promessa non mantenuta». Le due aziende sanitarie di Potenza e Matera, inoltre, continuano a operare con criteri differenti, aumentando le disparità tra i cittadini lucani.A complicare il quadro
è anche l’assenza di disciplinari condivisi e il ritardo nella formalizzazione delle risorse regionali destinate a ridurre le liste d’attesa. Le strutture accreditate, spiega il sindacato, non riescono a programmare agende e attività, rendendo inutilizzabili i fondi annunciati.Da qui la decisione di tornare alla mobilitazione. La Uil Fpl chiede risorse aggiuntive fino a fine anno, la revisione dei tetti di spesa in base ai bisogni reali, l’attuazione del piano regionale liste d’attesa e soprattutto garanzie occupazionali per i lavoratori, insieme alla tutela della continuità assistenziale per i pazienti.
MATERA. In occasione della Giornata mondiale del diabete, che si celebra domani, l’Azienda sanitaria locale di Matera promuove due giornate di prevenzione e sensibilizzazione dedicate alla diagnosi precoce e ai corretti stili di vita. Oggi, dalle ore 15 alle 18, nella hall dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, l’Unità operativa di Endocrinologia e Malattie metaboliche diretta da Antonella Carbone e quella di Nutrizione clinica guidata da Carmela Bagnato svolgeranno uno screening gratuito per individuare i soggetti a rischio di diabete e altre patologie metaboliche. L’iniziativa sarà replicata sabato, dalle ore 9 alle 13, all’ospedale Papa Giovanni Paolo II di Policoro, a cura del servizio di Diabetologia coordinato da Maria Chiara Fabiano e afferente alla Medicina interna e d’urgenza diretta da Rocco Di Leo.«Le iniziative – sottolinea il direttore sanitario dell’Asm, Andrea Gigliobianco – puntano a promuovere comportamenti corretti, in linea con il tema 2025 “Diabete e benessere sul posto di lavoro”. È fondamentale agire sulla prevenzione per l’impatto clinico, sociale ed economico della malattia».«Come sempre l’Asm è in prima linea – aggiunge il direttore generale Maurizio Friolo – per sensibilizzare la popolazione su una patologia che influisce non solo sulla salute, ma anche sul benessere psicologico e sulla qualità della vita».

Il movimento giovanile sostiene la proposta di legge del consigliere Picerno per introdurre lo psicologo nelle scuole lucane
POTENZA. La salute mentale dei giovani deve diventare una priorità assoluta per le istituzioni. È questo il messaggio lanciato da Forza Italia Giovani, che invita a un intervento immediato per affrontare un problema in costante crescita. «Troppi giovani oggi si sentono soli, invisibili, senza una via d’uscita – afferma Roberta Taddei, responsabile nazionale dei Rapporti esterni di Forza Italia Giovani –. Non possiamo restare indifferenti. Vogliamo che ogni ragazzo sappia che non è solo, che chiedere aiuto è un atto di coraggio, e che una comunità solidale può davvero fare la differenza». Il movimento ricorda di aver collaborato con l’onorevole Stefano Benigni alla presentazione, lo scorso 24 settembre, di una proposta di legge per la prevenzione dei suicidi in età giovanile,
ora all’esame della Commissione Affari sociali della Camera. «Con questa proposta di legge – prosegue Taddei – vogliamo che nessun giovane si senta più solo: è un patto per la vita, per garantire ascolto, sostegno e protezione a chi attraversa un momento di crisi».Il tema, spiegano i giovani azzurri, va affrontato su due livelli: nazionale e regionale. In questo senso viene definita «estremamente positiva» l’iniziativa del consigliere regionale di Forza Italia Fernando Picerno, che ha presentato una proposta di legge per istituire la figura dello psicologo nelle scuole della Basilicata, quale presidio stabile di ascolto e dialogo per studenti e famiglie.«Molti ragazzi – sottolinea Edoardo D’Elia, responsabile delle Scuole superiori di Forza Italia Giovani Basilicata – non riescono a vi-

vere con serenità la quotidianità e a tenere il passo con i tempi. Le difficoltà familiari e relazionali spesso si ripercuotono sulla scuo- la e sul rendimento. È necessario che la scuola, insieme alla famiglia, offra un valido supporto mo-
rale e psicologico». Forza Italia Giovani auspica che la proposta di legge regionale di Picerno possa essere approvata quanto prima. «Il disagio giovanile è un problema che non può più essere ignorato – evidenzia Simone Pierro, segretario regionale di Forza Italia Giovani Basilicata –. Le istituzioni hanno il dovere di occuparsi della salute mentale con azioni concrete. La proposta del consigliere Picerno è un segnale importante e noi vogliamo contribuire attivamente, avviando un percorso di incontri con esperti per sensibilizzare sul tema e raccogliere proposte da portare all’attenzione della Regione».Per Forza Italia Giovani, la salute mentale non è solo una questione sanitaria ma un impegno sociale, culturale e politico che deve coinvolgere l’intera comunità.





“Tutti col numero dieci sulla schiena e poi sbagliamo i rigori”, ci piace iniziare con questo verso il nostro editoriale di oggi. La schiena su cui è posto il numero dieci è quella di Michele Finizio, a mettergliela è Libera Basilicata. Peccato che Finizio sbagli il rigore costruendo inchieste farlocche con finte autominacce per un quarto d'ora di celebrità.
Tutti ricordano l’inchiesta che lo ha riguardato e per la quale è a processo per aver simulato di essere sotto minaccia dei “poteri forti” scrivendo lettere anonime che poi la Polizia ha scoperto essere state fatte dal suo computer e danneggiando l’auto in uso a lui e alla sua compagna all’epoca direttrice di Basi-


licata24 per sostenere che c’era gente che lo pedinava e gli faceva gli sfregi. Video che in esclusiva sulla pagina Cronache social è stato pubblicato ieri con decine di migliaia di visualizzazioni e centinaia di commenti tra cui il più caustico quello di un poverino ingannato dalla mitomania di Finizio che ha scritto: «gli mandai anche 100 € quale contributo di solidarietà convinta» quando ci fu la raccolta fondi per le finte minacce che si faceva da solo.
IL PREMIO MIMMO
BENEVENTANO
Proprio qualche giorno fa l’associazione Libera contro le mafie ha ben pensato, dall'alto del suo moralismo cattedratico, di consegnare il premio per la lotta alla mafia proprio a quel Michele Finizio che graffia la macchina della collega per simulare il solito


complotto dei poteri forti. Esiste in Basilicata un moralismo complottista di cui tutti si lamentano tra i denti ma nessuno ha il coraggio di parlare . Il moralismo complottista che fissa le priorità secondo visioni personali.
Libera contro le Mafie ha dimenticato di dire anche solo una parola sul traffico di droga sgominato dalla Guardia di Finanza, non gli abbiamo mai sentito dire che se compri uno spinello finanzi la mafia ma la continuiamo a sentir parlare di sistema. Lo stesso sistema di cui parla Finizio, cui lo stesso Finizio ha provato a dare la colpa tramite un auto attentato.
Non è un caso, dunque, se i moralisti complottisti premino il moralista complottista a mezzo blog.
È ORA DI FINIRLA
Di questi giochetti autore-
ferenziali, di questi finti eroi che si autocelebrano e massacrano tutti gli altri non ha il coraggio di parlare nessuno.
In troppi hanno paura di sentirsi massacrati sui media, di vedere la propria faccia associata a fatti turpi.
Noi siamo certi che da domani, dopo quest’articolo ricomincerà la cagnara contro di noi da parte dei costruttori di finte notizie e dei loro moralistici premiatori.
Per nostra fortuna, il nostro stile è un altro.
Noi raccontiamo verità.
Noi crediamo che il contrasto alla droga sia più importante dello svelamento fittizio di complotti inesistenti, noi crediamo che chi costruisce false notizie danneggi il giornalismo, la società e la nostra Regione. Libera contro le Mafie e Michele Finizio la pen-

sano diversamente da noi. Abbiamo tanti difetti ma non ci siamo mai graffiati la macchina da soli per fingere di avere avuto una minaccia.
Siamo, per nostra fortuna, di un'altra pasta, ci piace la vita da mediani più che portare la dieci e sbagliare i rigori.
In questo mondo di eroi, noi non vogliamo essere né Michele Finzio né Libera che lo premia. Lasciamo a loro tutta la gloria della prospopea moralistica, credono di essere gli unici depositari della lotta alla mafia, oltre a qualche scarno e infondato manifesto non ricordiamo altro.
Ma del resto, cosa attenderci da chi crede che il giornalismo antimafia e per la legalità da premiare sia quello che inventa minacce per costruire un inutile complotto?

rotti in diverse zone del centro o a ridosso di esso. Preoccupazione tra i cittadini. Il coordinatore di Azione Calò: «Bisogna intervenire»
POTENZA. Notte di vandalismo a Potenza. Decine di autovetture parcheggiate in diverse zone del centro cittadino sono state danneggiate da un uomo che, secondo quanto accertato dalla Polizia di Stato, avrebbe colpito in particolare gli specchietti retrovisori laterali, in alcuni casi divelti o completamente staccati.I danneggiamenti sono stati segnalati nelle prime ore del mattino da diversi cittadini, che hanno notato le proprie auto rovinate in viale Marconi, soprattutto nel tratto compreso tra lo stadio Viviani e l’intersezione con viale Dante, ma anche in via Mazzini e via IV Novembre.
Sul posto sono intervenute le Volanti della Questura di Potenza, che hanno immediatamente avviato i rilievi per documentare i danni e raccogliere testimonianze utili. Le informazioni acquisite hanno consentito, in breve tempo, di individuare il presunto autore del gesto: un uomo di 25 anni, di nazionalità nigeriana, regolare sul territorio nazionale e residente a Matera.
Secondo quanto riferito dalla Questura, l’uomo sarebbe stato riconosciuto da alcuni presenti mentre si trovava ancora lungo viale Marconi. Gli agenti hanno proceduto alla sua identificazione e alla successiva denuncia all’autorità giudiziaria per il reato di danneggiamento aggravato.
I poliziotti hanno inoltre lasciato sui parabrezza delle auto coinvolte un avviso per i proprietari, invitandoli a recarsi in Questura per formalizzare la denuncia. Le indagini sono tuttora in corso, anche per quantificare l’esatto numero dei veicoli danneggiati e ricostruire con precisione il percorso seguito dall’uomo durante la notte.
In attesa degli sviluppi investigativi, la Questura sta predisponendo nei confronti del giovane un provvedimento di foglio di via obbligatorio dalla città di Potenza.
Intanto c’è tra i residenti del centro storico e non solo tanta preoccupazione e la richiesta di maggiori

controlli.
Da questo punto di vista l’istituzione del terzo turno della polizia locale potrebbe venire in soccorso se affiancato ad un aumento dell’organico e alla giustaformazione e che quindi sia di supporto alle altre forze dell’Ordine.
Episodi come questo fanno venir meno il senso di sicurezza percepito dalla cittadinanza.
A tal proposito il coordinatore cittadino di Azione
Piero Calò ha commentato: «Durante il mio consueto giro, ho assistito a una scena davvero brutta: decine di automobili con gli specchietti rotti. Mi hanno parlato di oltre ottanta veicoli danneggiati: un colpo durissimo per la città. È un episodio che si inserisce in un quadro di degrado che, purtroppo, vedo crescere giorno dopo giorno».
«Credo sia arrivato il momento di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Servono più pattuglie per garantire un controllo maggiore. - continua CalòAllo stesso tempo, bisogna iniziare a lavorare anche sul fronte del disagio giovanile. Il problema non è solo di ordine pubblico, ma sociale e culturale. È necessario entrare nelle scuole, ascoltare i ragazzi, capire quali difficoltà stanno vivendo. Non possiamo limitarci a rincorrere le emergenze».
«Per quanto riguarda il terzo turno della Polizia Locale, non sono contrario: ma per renderlo effettivo serve aumentare il numero degli agenti. Gli
organici sono ridotti all’osso e già oggi faticano a coprire i servizi ordinari. Pretendere ulteriori turni senza nuove assunzioni è impossibile. Serve un intervento strutturale, non solo provvisorio» sottolinea. «Io parlo anche da genitore: oggi ho paura a far uscire le mie figlie. Potenza è sempre stata un’isola felice, ma sta diventando complicata. Nei grandi centri è più difficile intervenire, ma noi abbiamo ancora il tempo per rimediare, se agiamo insieme. Serve una rete tra amministrazione, scuole, associazioni, famiglie e forze dell’ordine. Dobbiamo fare squadra, senza colore politico» conclude Piero Calò.
IL DEGRADO IN CENTRO STORICO Il centro storico, purtrop-
po da tempo, è vittima del degrado. Ogni giorno i social sono invasi da post e foto che raccontano alcune zone di via Pretoria prese di mira dal gruppo di vandali di turno. Una situazione esasperante per i residenti che non sanno più a chi rivolgersi.
A Cronache, la testimonianza di uno dei tanti residenti del centro: «Ho acquistato una casa in zona San Michele, nel centro storico, nel 2013. Non potevo immaginare che vivere qui sarebbe stato così difficile, non solo per me – invalido al 47% a causa di un’embolia cerebrale – ma anche per tutti coloro che abitano nel quartiere».
A parlare è Fabrizio Fiorini, abita in via Rosica e racconta con amarezza la

difficile quotidianità della zona: «Negli ultimi anni la situazione è precipitata. Delinquenza, spaccio, risse notturne, bivacchi, musica ad alto volume, schiamazzi continui davanti ai locali: tutto questo rende impossibile vivere serenamente. Non mancano episodi di ubriachezza molesta e, talvolta, persino l’esplosione di petardi».Secondo Fiorini, l’area sarebbe ormai «invasa da persone problematiche, tra immigrati irregolari e soggetti noti alle forze dell’ordine», e la percezione di insicurezza è diffusa tra tutti gli abitanti del quartiere: «Siamo diventati prigionieri nelle nostre case. Non possiamo più godere della tranquillità che dovrebbe spettare a ogni cittadino». Il residente denuncia inoltre il silenzio delle istituzioni: «Io e altri abitanti abbiamo segnalato più volte la situazione a diversi enti, ma la risposta è sempre la stessa: spallucce. Mi chiedo come sia possibile che una condizione di degrado e insicurezza venga tollerata da oltre cinque anni».
E conclude con un appello diretto: «Chiedo al sindaco e alle autorità competenti di intervenire. È un mio diritto – come cittadino e contribuente – non avere sotto casa spacciatori, delinquenti e ubriachi».
ROSAMARIA M OLLICA

un anno
i cittadini chiedono risposte e soluzioni concrete per le criticità del territorio
Il Comitato Mo Basta di Maratea annuncia l’organizzazione di un convegno pubblico che si terrà venerdì 22 novembre alle ore 18:00 presso l’Hotel San Diego di Maratea.«All’incontro saranno invitate le istituzioni regionali, comunali, i parlamentari, l’ANAS, la Provincia e i Comitati cittadini. –affermano i referenti del Comitato Mo Basta - L’obiettivo è aprire un confronto trasparente e concreto sulla questione infrastrutture a Maratea, un tema che non può più essere rimandato, ignorato o insab- biato». È trascorso un anno da quando il Comitato Mo Basta di Maratea ha inviato, «con senso civico e rispetto istituzionale, PEC, lettere e richieste ufficiali alla Regione Basilicata, indirizzate all’Assessore alle Infrastrutture e al
Presidente Bardi. Un anno in cui si sono attese risposte e segnali di attenzione, ma i problemi sul territorio continuano ad aggravarsi: strade dissestate, disservizi, chiusure». «Nonostante alcuni momenti di confronto con l’amministrazione comunale, dalla Regione non sono ancora arrivati chiarimenti concreti né impegni verificabili» continuano dal Comitato che ritiene «il silenzio e l’indeterminatezza non più accettabili, perché la comunità di Maratea merita ascolto, rispetto e soluzioni reali».Per questo motivo il Comitato Mo Basta ha deciso di «cambiare passo. Non si limiterà più ad attendere risposte che non arrivano, ma porterà la discussione in modo aperto e pubblico. Maratea e la sua comunità non sono invisibili, e chi ha giurato di servi-

re la Basilicata non può continuare a voltarsi dall’altra parte. Il silenzio delle istituzioni è la voce del-
l’indifferenza».Il Comitato Mo Basta sceglie di «farsi sentire, con rispetto ma con determinazione».
Reati commessi a Roma lo scorso mese di marzo. È riuscito a sottrarsi all’ordinanza per 6 mesi. I militari lo hanno riconosciuto e fermato
Per oltre sei mesi è riuscito a sottrarsi alle ricerche delle Forze dell'Ordine sull'intero territorio nazionale, ma la sua clandestinità ha avuto fine a Genzano di Lucania.
I Carabinieri della locale Stazione hanno assicurato alla giustizia un diciottenne, colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma per i reati di
rapina aggravata in concorso, sequestro di persona e porto abusivo di armi. L'esecuzione del provvedimento restrittivo, disposto nel maggio 2025, è stata ritardata dalla volontaria irreperibilità del soggetto che, per oltre sei mesi, è riuscito a sottrarsi alle Forze dell'Ordine.
La cattura è avvenuta durante un mirato servizio di controllo del territorio, predisposto per la preven-
zione dei reati predatori, con particolare attenzione alle truffe e alle rapine ai danni delle fasce più fragili della popolazione, in special modo gli anziani. Nel corso di tale attività, l'attenzione dei militari è stata richiamata da un'autovettura il cui conducente, alla vista della pattuglia, ha palesemente tentato la fuga. Bloccato poco dopo, il giovane, sprovvisto di documenti, ha provato si-

no all’ultimo ad eludere l'identificazione fornendo ai Carabinieri false generalità.
Un escamotage che non ha sortito alcuno dei risultati sperati poiché gli immediati e rigorosi accertamenti hanno tuttavia permesso di risalire alla sua vera identità, confermandolo quale destinatario delle ricerche della Magistratura capitolina.
I fatti contestati risalgono al marzo 2025, quando, in Roma, il diciottenne è ritenuto essere uno degli autori di un'azione criminale complessa e organizzata, tipica del preoccupante fenomeno delle truffe-rapine ai danni di persone anziane, spesso orchestrate da sodalizi criminali su scala nazionale: la vittima fu indotta a consegnare denaro contante e monili, per un valore complessivo stimato tra i 180.000 e i 205.000 euro, a un complice qualificatosi fraudolentemente come appartenente alle Forze dell’Ordine, per poi essere rinchiusa in un soppalco – con la
rimozione della scala per impedirne la discesa – e derubata anche di due pistole legalmente detenute dal figlio.
L'identificazione del giovane, basata su riscontri tecnici ed il riconoscimento fotografico da parte della vittima e di testimoni, ha consentito di dare piena e tempestiva esecuzione al provvedimento restrittivo. Al termine delle formalità di rito, l'arrestato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Potenza a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Un risultato operativo di assoluto rilievo, sottolineano i vertici del Comando Provinciale Carabinieri di Potenza, che testimonia quanto il controllo del territorio, la sua conoscenza e la costante presenza su di esso, tipica dell’organizzazione territoriale dell’Arma, rivesta una fondamentale importanza nella quotidiana lotta che le Forze dell’Ordine ingaggiano contro la criminalità a tutela della sicurezza pubblica.
LAGONEGRO. È andata in onda martedì la puntata de “Le Iene” che ha visto protagonista il sindaco di Lagonegro Salvatore Falabella. Il giornalista Alessandro Sortino si è recato in Comune per chiedere spiegazioni al primo cittadino meglio comprendere la questione legata alla villetta in contrada Zanco sulla quale pende un’ordinanza di demolizione perché risulta abusiva insieme ad altre case sempre di proprietà dei familiari di Falabella.
Il giornalista ha chiesto le motivazioni per le quali, malgrado l’ordinanza del Comune, gli immobili fossero ancora in piedi e, soprattutto, le motivazioni per le quali, ritenendo legittime le opere edilizie, non ha fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza del Comune da lui stesso guidato.
A queste domande Falabella non ha risposto e mentre il confronto tra Sortino e Falabella si faceva più serrato, accade l’impensabile qualcuno ha trafugato la cartellina con i documenti dell’inchiesta che il giornalista aveva lasciato sul tavolo.
Guardando il servizio andato in onda su Italia 1, si notato tre persone nella stanza: Mimmo Fortunato, che si vede uscire con qualcosa in mano presumibilmente la cartellina; insieme a lui il presidente del Consiglio comunale, Umberto Di Novi, dipendente ANAS, e la consigliera Michela Flora, cugina del sindaco. A fare da palo sulla porta, l’assessore Emidio Franchino, farmacista di Maratea.
Per loro si parla di furto in concorso, dopo la denuncia del giornalista Sortino. L’accusa sarebbe aggravata dal fatto che, nonostante il presunto furto, gli stessi, in una sorta di rappresaglia, avrebbero addirittura denunciato il giornalista per diffamazione. Dunque, non solo il reato di furto in concorso, ma anche quello di calunnia.
I FATTI
Ma ripercorriamo le tappe che hanno portato Lagonegro a balzare agli onori delle cronache nazionali. Sono mesi che Cronache denuncia questa situazione paradossale: il sindaco,


che si è presentato alla sua comunità come il paladino della legalità vive in una casa che non avrebbe tutte le autorizzazioni e sita su un terreno con vincolo paesaggistico. Una situazione che ha portato l’ufficio tecnico a rigettare le due richieste di sanatorie presentate dal sindaco e a emanare un’ordinanza di demolizione che aveva come termine ultimo lo scorso 30 ottobre.
Da allora l’ordinanza è diventata esecutiva ma Falabella per tutta risposte anziché abbattere l’immobile, decide di presentare, poche ore prima del termine ultimo stabilito dall’ordinanza, una terza richiesta di sanatoria. La storia che imbarazza la comunità di Lagonegro è finita perfino al Senato con un’interrogazione parlamentare da parte del senatore di Forza Italia Gasparri.
Il sidnaco Falabella e la sua maggioranza vivono in questi giorni momenti di forte tensione così come si evince dal servizio de Le Iene. Vedremo come evolverà quello che ormai è passato alla storia come il “caso Zanco”.



DI MASSIMO DELLAPENNA
Arrivano i carabinieri a Lagonegro. Oggetto dell’accertamento gli abusi edilizi commessi dal Sindaco Falabella e non ancora né demoliti né acquisiti al patrimonio comunale. I militari dell’Arma, accompagnati dai Carabinieri Forestali nella mattinata di ieri si sono recati prima presso la sede comunale e poi presso gli immobili oggetto di lottizzazione abusiva da par-
l’ingresso della villa. Un modo come l’altro per eludere l’ordine di demolizione e provare un salvataggio in extremis fondato sulla modifica dello stato dei luoghi. Falabella, infatti, dopo aver subito l’accertamento della lottizzazione abusiva aveva già presentato una richiesta di concessione in sanatoria che era stata rigettata dai tecnici del Comune di Lagonegro, per evitare l’incompatibilità che sarebbe scaturita in caso di ricorso e litispendenza Falabella
torietà nel territorio regionale, era stata portata alla ribalta nazionale dal Presidente del Gruppo parlamentare di Forza Italia Maurizio Gasparri che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno Piantedosi per chiedere cosa il Viminale avesse intenzione di fare per la situazione che, a detta del parlamentare, avrebbe evidenti segnali di illegalità. E’ chiaro, infatti, che il Prefetto di Potenza non può continuare ad essere

Dopo l’interrogazione parlamentare, il blitz dei Carabinieri, arriva Italia 1 con l’esperto Sortino

All’operatore dato del “ciuoto” e mentre è in Comune al giornalista spariscono
D MASSIMO DELLAPENNA
opo le inchieste di Cronache sull'abusivismo edilizio che riguarda la famiglia del Sindaco Falabella, alle porte del municipio di Lagonegro hanno bussato prima i carabinieri e poi “Le iene”. Della interrogazione di Gasparri e il blitz dei Carabinieri vi abbiamo già raccontato, oggi vi parliamo della visita dei giornalisti della nota trasmissione televisiva e delle reazioni aggressive, poco educate e scomposte del Sindaco Falabella e della sua squadra di Governo. LA TEORIA DEL COMPLOTTO Nella giornata di ieri, come abbiamo detto, ha bussato alle porte del Municipio Alessandro Sortino, inviato delle Iene.





La Guardia di Finanza di Policoro scopre un articolato sistema di false fatturazioni nel settore dei trasporti su strada
POLICORO. La Guardia di Finanza di Matera ha scoperto un’evasione fiscale milionaria nel settore del trasporto merci su strada. I finanzieri della Compagnia di Policoro hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera, nei confronti di quattro aziende e dei rispettivi amministratori.L’indagine è partita da una serie di verifiche fiscali che hanno consentito di accertare un articolato sistema di frode basato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo superiore a 2,5 milioni di euro. Ai rappresentanti legali delle società coinvolte sono stati contestati i reati previsti dagli articoli 8, 2 e 5 del decreto legislativo 74 del 2000, relativi all’emissione e all’utilizzo di fatture false e all’omessa dichiarazione.Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera, hanno portato all’individuazione di una società “cartiera”, priva di reale operatività economica, creata con il solo scopo di emettere documenti fiscali fittizi nei

confronti di tre imprese attive in Basilicata e in regioni limitrofe. Il sistema avrebbe consentito alle aziende beneficiarie di ridurre la base imponibile e le imposte dovute, ottenendo indebiti vantaggi fiscali.Sulla base delle risultanze investigative, la Procura ha richiesto l’adozione di misure cautelari reali. Il Pubblico Ministero, condividendo le evidenze raccolte, ha chiesto e ottenuto dal Giudice il sequestro preventivo dei beni, anche per equivalente, nei confronti degli amministratori e delle società coinvolte, in relazione ai profitti dei reati con- testati.È stato inoltre di-
sposto il sequestro per equivalente ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001, che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. L’operazione, sottolinea il Comando provinciale, conferma l’impegno costante della Guardia di Finanza nella tutela della legalità economico-finanziaria, nella difesa delle entrate erariali e nel contrasto alle frodi fiscali che danneggiano il mercato e penalizzano gli operatori onesti.La responsabilità dei soggetti coinvolti sarà accertata solo con sentenza definitiva, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza.
MATERA. La Polizia di Stato di Matera ha arrestato in flagranza di reato una donna di 34 anni, di origini rumene, già nota alle forze dell’ordine. L’intervento è stato condotto dagli agenti delle Volanti e della Squadra Mobile dopo la segnalazione di un’aggressione nel centro cittadino.Secondo quanto ricostruito, la donna avrebbe tentato di incendiare il portone d’ingresso dell’abitazione dei vicini, una famiglia composta da marito, moglie e un bimbo di appena dodici mesi. Subito dopo avrebbe puntato contro di loro una fiamma, generata con una bomboletta spray e un accendino. Solo la pronta reazione dell’uomo, che si è frapposto facendo da scudo al resto della famiglia, ha evitato conseguenze drammatiche.Le vittime hanno raccontato agli agenti che la 34enne da tempo mostrava atteggiamenti aggressivi. Il giorno precedente all’arresto, dopo un diverbio per la rottura di un vetro nel condominio, la donna aveva minacciato la vicina con una bottiglia e un coltellino, costringendola a rifugiarsi in casa con il figlio in braccio.All’arrivo della Polizia, la donna ha tentato la fuga lanciandosi da una finestra posta sul retro e usando un materasso per attutire la caduta, ma è stata subito bloccata.Durante la perquisizione domiciliare gli agenti hanno sequestrato la bomboletta e l’accendino usati per l’aggressione. La 34enne è ora detenuta nel carcere di Taranto, dove le è stata notificata anche la misura di prevenzione dell’«Avviso orale» emessa dal Questore di Matera.

Progetto del Comune con l’Associazione Maria Santissima della Bruna e tre realtà del territorio impegnate sulla disabilità
MATERA. Unire arte, tradizione e inclusione per costruire una comunità più accogliente. Con questo obiettivo il Comune di Matera, in collaborazione con l’Associazione Maria Santissima della Bruna, ha avviato un progetto di inclusione sociale nell’ambito delle attività dello Sportello informativo territoriale per la disabilità. L’iniziativa, voluta dal sindaco Antonio Nicoletti e dall’assessora alle Politiche sociali Angela Braia, è promossa dal Servizio Politiche sociali e dall’Ufficio di Piano del Comune e mira a valorizzare la creatività, la manualità e la partecipazione attiva di giovani e adulti con diverse abilità attraverso la realizzazione di laboratori di cartapesta all’interno della storica Fabbrica del Carro Trionfale.I laboratori, iniziati il 29 ottobre e in corso fino
al 30 novembre, vedono protagonisti i partecipanti impegnati nella creazione di manufatti in cartapesta, realizzati come calchi di alcune parti dei carri delle edizioni precedenti. Le attività si svolgono sotto la guida di tre maestri cartapestai e con il coordinamento di un referente culturale che accompagna i partecipanti in un percorso formativo di grande valore umano e simbolico, capace di fondere artigianato e inclusione.Il progetto coinvolge tre associazioni del territorio che operano nel campo della disabilità: Aura Blu, presente ogni lunedì, l’Unione italiana ciechi e ipovedenti il mercoledì e Famiglia Futura il sabato. La collaborazione tra le realtà associative e le istituzioni consolida una rete che pone al centro la persona, la socialità e il lavoro condiviso co-

me strumenti di crescita e partecipazione. L’iniziativa culminerà con un evento pubblico il 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità. Presso la Fabbrica del Carro verranno presentati i manufatti realizzati e raccontato il percorso di inclusione che ha
animato il progetto, attraverso testimonianze e momenti di confronto. «Lo Sportello informativo territoriale per la disabilità rappresenta uno strumento concreto di partecipazione e di costruzione di reti tra le realtà che operano in questo ambito – ha dichiarato l’assessora Braia –. Con progetti come questo vogliamo promuovere una città sempre più inclusiva, in cui l’arte, la tradizione e la solidarietà diventino linguaggi comuni e strumenti di integrazione».L’esperienza dei laboratori di cartapesta si inserisce nel più ampio percorso di valorizzazione del patrimonio culturale e delle tradizioni locali, offrendo alle persone con disabilità un’occasione di espressione creativa e di appartenenza a uno dei luoghi più simbolici dell’identità materana.
Il consigliere
Il Consigliere Comunale di Policoro e Consigliere Provinciale di Matera, Giuseppe Maiuri, già Delegato provinciale alla Tutela degli Habitat e della Biodiversità, ha trasmesso una formale segnalazione al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’ISPRA, alla Commissione Europea – Direzione Generale Ambiente (DG Environment) e all’Ispettorato per la Funzione Pubblica, in merito a presunte gravi criticità amministrative, tecniche e ambientali che riguardano la Riserva Naturale Orientata “Bosco Pantano di Policoro” (SIC/ZSC IT9220130), gestita dalla Provincia di Matera.
La segnalazione, inviata anche per conoscenza alla Regione Basilicata, alla Prefettura di Matera, alla Provincia di Matera, al Comune di Policoro e al Comando Carabinieri Forestale, evidenzia possibili violazioni della Direttiva 92/43/CEE (“Habitat”) e possibili irregolarità procedurali nella gestione di due progetti regionali insistenti sull’area protetta. «Non avrei voluto arrivare a questo punto –spiega Maiuri – ma ogni percorso istituzionale intrapreso è stato boicottato. Ho chiesto più volte la convocazione della Commissione Ambiente, che non si è mai riunita sul tema. Ho presentato un’interrogazione al Sindaco di Policoro, che ha inteso sottrarsi dal rendere riscontri di merito, e una mozione in Consiglio Provinciale, dove per ben tre volte è mancato il numero legale. Non restava che rivolgersi alle autorità superiori per tutelare la legalità e la salvaguardia del nostro patri-
monio naturale».
La segnalazione riguarda in particolare: Il progetto “Interventi di mitigazione del rischio idraulico in corrispondenza del Canale 7”, già oggetto di parere negativo da parte della Provincia di Matera, Ente Gestore della Riserva; Il progetto “Azioni di conservazione e valorizzazione degli habitat acquatici e ripariali”, approvato senza il coinvolgimento della Provincia, con opere potenzialmente incompatibili con gli obiettivi di tutela del sito Natura 2000.
Secondo il Consigliere Maiuri, la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) per il primo progetto si è formalmente conclusa, ma liquidando senza entrare nel merito le osservazioni puntuali e tecnicamente fondate formulate dall’Area Ambiente della Provincia di Matera, Ente Gestore del sito. Le criticità evidenziate comprendono l’immissione di acque non depurate, la realizzazione di impianti elettrici all’interno della Riserva, il rischio di alterazione degli habitat naturali e, non ultimo, l’utilizzo di aree private senza chiara titolarità o regolare acquisizione, una circostanza che potrebbe comportare ulteriori anomalie amministrative e procedurali.«Il Bosco Pantano di Policoro è un patrimonio di valore europeo – afferma ancora Maiuri – e ogni intervento deve rispettare la normativa comunitaria e il ruolo dell’Ente Gestore. Ho inteso chiedere al Ministero e alla Commissione Europea di verificare la correttezza delle procedure, garantendo trasparenza, legalità e piena tutela della biodiversità».

Il consigliere ha inteso, inoltre, esprimere pubblico compiacimento nei confronti del Dirigente dell’Area Ambiente della Provincia di Matera, Dott. Enrico Luigi De Capua, per il lavoro accurato e competente svolto nella valutazione della documentazione tecnica, definendolo «un esempio di professionalità e dedizione al servizio dell’ambiente e dei territori». La segnalazione, corredata da un ampio dossier, rappresenta un atto di responsabilità istituzionale volto a salvaguardare uno dei siti naturalistici più importanti della Basilicata, invitando le autorità competenti a intervenire per ristabilire il rispetto delle norme e la corretta gestione della Riserva Naturale “Bosco Pantano di Policoro”.
Le associazioni dei consumatori incontrano l’assessore Gaudiano: verso una revisione delle norme sui vincoli di affrancazione delle aree residenziali
Prosegue il confronto tra le associazioni dei consumatori Adiconsum e Federconsumatori e il Comune di Matera sul tema dei vincoli relativi agli immobili costruiti su aree PEEP.Giovedì 6 novembre 2025, i rappresentanti delle due organizzazioni hanno incontrato l’assessore ai Lavori Pubblici, Sassi, Politiche Energetiche e Patrimonio, Maria Lucia Gaudiano, insieme ai funzionari dell’ufficio Patrimonio, per discutere la possibilità di modificare la delibera del Consiglio comunale n. 25 del 3 aprile 2023, relativa al regolamento per la rimozione dei vincoli di prezzo massimo di cessione e canone massimo di locazione nelle aree concesse in diritto di superficie o cedute in proprietà, in particolare nel quartiere San Giacomo 2 e

in altre zone della città.«Abbiamo riscontrato –ha dichiarato Marina Festa, presidente provinciale dell’Adiconsum – un’ampia disponibilità da parte dell’assessore Maria Lucia Gaudiano nel rivedere il
regolamento, così da offrire una concreta opportunità alle famiglie proprietarie degli alloggi costruiti negli anni ’80. Si tratta di eliminare oneri e costi che gravano ancora oggi su figli ed eredi, liberando de-
finitivamente gli immobili da qualsiasi vincolo di affrancazione».Dello stesso avviso anche Giuseppe Giannella, presidente di Federconsumatori, che ha sottolineato: «Sono scelte che altri Comuni hanno già
adottato da tempo e che riguardano migliaia di famiglie materane».Le associazioni hanno espresso fiducia per i prossimi passi del confronto con l’amministrazione. «Il prossimo incontro – hanno spiegato i rappresentanti di Adiconsum e Federconsumatori –è fissato dopo il 20 novembre, nella speranza che venga accolta la proposta da noi depositata per definire un nuovo regolamento che rispetti le norme in materia e garantisca giustizia a tante famiglie che ancora oggi pagano un costo non dovuto».L’obiettivo condiviso è giungere a una revisione del regolamento che consenta di superare definitivamente i vincoli economici legati alle aree PEEP, offrendo una risposta concreta a un tema che interessa una parte significativa dei cittadini materani.
Exeo Lab lancia la rete internazionale che unisce imprese, università e istituzioni per costruire partenariati strategici e promuovere la transizione digitale e sostenibile
Madrid ha ospitato la prima tappa internazionale di «Innexa – International Alliance for Innovation and Research Excellence», la nuova piattaforma promossa e coordinata da Exeo Lab, azienda lucana specializzata in consulenza strategica per piccole e medie imprese, pubbliche amministrazioni e nel campo della cooperazione internazionale e della progettazione europea.Con Innexa, Exeo Lab ha dato vita a un network internazionale che punta a favorire la nascita di partnership strategiche e soluzioni condivise tra imprese, università, istituzioni e organizzazioni.L’evento di lancio, organizzato in collaborazione con il partner rumeno Gal Napoca Porolissum e con la Camera di Commercio italiana per la Spagna, ha rappresentato un momento di confronto e co-creazione tra attori del mondo dell’innovazione e della ricerca. Vi hanno partecipato quasi 90 organizzazioni provenienti da 34 Paesi, tra innovatori, ricercatori, imprenditori e policy maker, con l’obiettivo di creare un luogo d’incontro per avviare collaborazioni e sviluppare progetti concreti nei campi chiave della transizione digitale e ambientale delle PMI.Durante le due giornate al Talent Garden di Madrid, si sono svolti sei workshop, due panel tematici e oltre 650 incontri di networking e matchmaking, che hanno dato vita a nuove idee, partenariati e percorsi progettuali. Il for-

mat dell’evento ha alternato momenti istituzionali a sessioni operative di co-creazione: nei laboratori i partecipanti hanno potuto sviluppare idee, nelle sessioni di matchmaking hanno individuato potenziali partner e, nei momenti informali, costruire relazioni e fiducia reciproca.L’atmosfera collaborativa e l’energia dei partecipanti hanno trasformato Innexa Madrid 2025 in un vero e proprio laboratorio internazionale di cooperazione e creatività. Lo ha sottolineato anche Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo, nel suo videomessaggio di saluto ai
promotori e ai membri del network, definendo l’iniziativa «un modello di cooperazione capace di unire territori, competenze e visioni per costruire un futuro più sostenibile e innovativo».A conferma della dimensione globale dell’evento, hanno preso parte ai lavori anche i rappresentanti di Enrich in LAC, la rete che riunisce i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, e di PC4DT, piattaforma che coinvolge attori e istituzioni africane impegnate nella trasformazione digitale e nella cooperazione per lo sviluppo. Entrambe le reti collaborano con Innexa per promuovere si-
nergie internazionali e la costruzione di progetti comuni.Con l’appuntamento di Madrid, Exeo Lab consolida il proprio ruolo di promotore di network e progetti europei e internazionali di alto profilo. Ma l’iniziativa rappresenta solo l’inizio di un percorso più ampio: l’alleanza Innexa punta infatti a diventare un ecosistema vivo in cui la collaborazione transnazionale genera crescita e innovazione condivisa, offrendo anche ai territori come la Basilicata l’opportunità di inserirsi direttamente in network globali dedicati allo sviluppo sostenibile.
Alla Borsa Internazionale del Turismo delle Radici di Matera, l’associazione conferma il suo impegno nella valorizzazione culturale e identitaria dei borghi lucani
L’Unpli Basilicata sarà nuovamente protagonista alla quarta edizione della Borsa Roots-IN – Roots Tourism International Exchange, in programma il 18 e 19 novembre 2025 a Matera, presso il Centro Congressi UNA MH Hotels.La manifestazione, promossa dalla Regione Basilicata attraverso l’Agenzia di Promozione Territoriale (APT), in collaborazione con ENIT e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, rappresenta il principale appuntamento nazionale dedicato al turismo delle radici, un settore in costante crescita che valorizza il legame tra gli italiani nel
mondo e i territori d’origine.Presente sin dalla prima edizione, l’Unpli Basilicata conferma anche quest’anno la propria partecipazione con uno stand istituzionale e con il coinvolgimento attivo di numerose Pro Loco associate. Un impegno costante che, nel tempo, ha consolidato il ruolo dell’associazione come punto di riferimento per la promozione culturale, identitaria e territoriale della Basilicata.Con oltre 80 Pro Loco affiliate, l’Unpli Basilicata rappresenta una rete solida e capillare, parte integrante di una realtà nazionale che conta più di 6.400 Pro Loco in tutta Italia: la più ampia organizzazione del Terzo Settore
impegnata nella valorizzazione dei territori e nella costruzione di un turismo di comunità.«Le Pro Loco lucane sono interpreti autentiche del turismo delle radici – sottolinea Pierfranco De Marco, consigliere nazionale Unpli Basilicata – e attraverso il loro impegno quotidiano nei borghi custodiscono tradizioni, accolgono i visitatori e contribuiscono a rafforzare il legame con i lucani nel mondo. Il RootsIN è per noi un’occasione preziosa per raccontare la Basilicata più vera e far conoscere la ricchezza del nostro patrimonio umano e culturale. Ringrazio inoltre il Comitato Regionale, presieduto da Vito Sabia, e tut-

te le Pro Loco della Basilicata per la passione e la continuità con cui promuovono i nostri territori, in piena sinergia con la Regione e l’APT Basilicata».La presenza dell’Unpli Basilicata al Roots-IN 2025 conferma il ruolo strategico delle Pro Loco lucane come ambasciatrici della Basilicata nel mondo, custodi di memoria e protagoniste di un turismo di ritorno che unisce identità, comunità e futuro.
