Lavorarexsantilario 013 mar2013

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Lavorare per

SANT'ILARIO ...col dovuto rispetto per l'ozio

La fusione fa la forza

di Sinistra Gattatico

Unire per rafforzare, sommare per migliorare. Queste in sintesi le prospettive che si prefigurano per il nostro territorio, se l’idea lanciata lo scorso 6 dicembre si realizzerà. In quella data si è infatti tenuto presso la Sala Consiliare di Gattatico un incontro pubblico su un tema inedito,ma ormai pronto per essere affrontato, quello della fusione dei Comuni di Gattatico, Campegine e Sant’Ilario. La serata, organizzata da Enrico Grassi di Sinistra Gattatico e da Angela Montanari di Lavorare per Sant’Ilario, ha avuto come ospite Daniele Ruscigno, sindaco di Monteveglio, nel bolognese, Comune che, con i vicini Bazzano, Savigno, Crespellano e Castello di Serravalle, ha dato vita ad una nuova realtà amministrativa, quella della Val Samoggia. Non si tratta di un’ennesima struttura di secondo grado, non è un’unione, come tante già ne conosciamo, non ultima quella della Val d’Enza. No. Sui Colli Bolognesi si è dato vita ad un processo che nel 2014 porterà allo scioglimento dei cinque comuni e alla nascita di una sola realtà amministrativa, più forte e più efficiente, in grado di dare risposte più puntuali alle richieste dei cittadini. La nuova realtà potrà contare su 30 mila abitanti, che ne fanno già il quarto Comune del Bolognese e soprattutto potrà disporre di una dote di 18 milioni di

euro e due anni di esenzione dal patto di stabilità, per potersi organizzare al meglio. “Si tratta di condizioni di assoluto favore, che la legge ha voluto prevedere per agevolare questi processi aggregativi – ha spiegato Ruscigno – ma la molla che ci ha spinto, non è stata quella economica. Al contrario c’è stata una crescente presa di coscienza dell’esigenza di servizi più forti e organizzati per tutti gli abitanti del territorio, che poteva essere raggiunta solo con un processo di fusione tra i Comuni”. Con un referendum consultivo gli abitanti della Val Samoggia alla fine di novembre hanno dato l’avvallo al processo, confermando con il 52% di consenso, che la fusione stava rispondendo alle attese. Sul lato pratico ci saranno alcuni cambiamenti per i residenti, ma la scelta, ha spiegato di nuovo Ruscigno, è stata quella di considerare il decentramento una risorsa, per cui i cinque edifici municipali continueranno ad interfacciarsi con i cittadini, mantenendo la sede degli uffici. I servizi e i dipendenti saranno però aggregati, formando unità più forti e professionali, mentre saranno tagliati subito i costi della politica (spariranno 83 tra sindaci, assessori e consiglieri). E nelle nostre zone? Durante la serata si è cercato di confrontare i casi. L’aggregato di Sant’Ilario, Campegine, Gattatico (vogliamo chiamarlo Tannetum?), parte fin

Nr. 1 3 - Marzo 201 3

In evidenza:

La fusione fa la forza 5 Stelle prima e dopo il terremoto A PAGINA

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Gioco d'azzardo A PAGINA

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La sicurezza degli sprechi A PAGINA

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Paesaggio e beni storici A PAGINA

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dall’inizio con una serie di vantaggi non indifferenti: forte coesione sociale e relazionale tra gli abitanti dei tre comuni, territorio piccolo e densamente popolato con oltre 25 mila abitanti (che ne farebbero già uno dei più importanti della provincia al pari di Correggio), equilibrio tra aree urbane (Sant’Ilario con Taneto, Campegine con Caprara) e agricole (Praticello e Corte Spalletti), stazione ferroviaria, casello autostradale, assi viari verso i quattro punti cardinali, che si completano con un tessuto economico ancora vigoroso. In sintesi è un sistema dalla base solida, che merita un’amministrazione del territorio e dei servizi all’altezza. I gruppi di Sinistra Gattatico e Lavorare per Sant’Ilario hanno lanciato la loro proposta e indicato una strada. Ora il testimone deve essere raccolto anche dalle altre forze politiche locali.

La comunità santilariese nelle scorse settimane è stata scossa dalla tragedia del mercato di Guastalla, tragedia nella quale hanno perso la vita le nostre concittadine Bianca Maria, Rossana e Teresa. Scriviamo queste brevi righe per ricordarle cercando di mantenere la dovuta discrezione quale forma di rispetto nei confronti del dolore dei loro cari e dei loro amici, con l'intendimento di esprimere a essi la nostra vicinanza con riserbo e in silenzio.


Notizie false Concertino. Le tre consigliere che fanno capo a Scelta Civica ma restano nella maggioranza del Consiglio comunale di Sant’Ilario, si sono presentate all’ultima riunione cantando imperterrite l’inno: «Per fortuna che Mario c’è…». Con più entusiasmo, perfino, se la consigliera Chiesi, facendo roteare un dito nell’aria, ha voluto aggiungere qualche stentoreo gorgheggio solista. Ricordando la gaffe della volta scorsa il sindaco Moretti ha tenuto le labbra ben chiuse. Ma dalle adiacenze il canto è riecheggiato e, in men che non si dica, Simone Montermini ha fatto irruzione nella sala: «Per fortuna che Mario c’è!..Per fortuna che Mario c’è!». Quando il sindaco è riuscito a fermarlo, lui si è giustificato in pubblico spiegando che dopo il dimissionamento a Castelnuovo Sotto e il flop delle elezioni non aveva più niente da fare. Nel frattempo le consigliere di Scelta Civica si erano sedute. La Barusi, con la testa sotto il banco, ringhiava.

Prigionieri politici. Qualche giorno fa gli uomini di fatica di Scelta Civica hanno liberato Elsa Fornero dallo sgabuzzino in cui era stata rinchiusa per ordine di Monti dai primi di gennaio. Poiché la professoressa voleva a ogni costo partecipare alla campagna elettorale e a nulla serviva tentare di dissuaderla, Monti, essendo persuaso che avrebbe portato danno aveva deciso (controvoglia) di farla imprigionare. A Monti è andata male lo stesso; così ha cominciato a litigare col presidente della Repubblica Napolitano, mentre Elsa Fornero reiterava la tremenda minaccia: tornerò a insegnare!

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P OLI TI C A

5 Stelle prima e dopo il terremoto. Qualche domanda

di Tullio Masoni

E’ vero, il successo del M5S ha scombussolato il panorama politico portando in superficie non poche ambiguità, a scongiurare le quali non basta il voto a Grasso per la presidenza del Senato, né, d’altra parte, sembra opportuno e corretto ci si affretti a fare il tifo per prossimi contrasti interni al movimento stesso. E’ vero che se il M5S è stato lanciato da un uomo di spettacolo e da un oscuro specialista della comunicazione (e coi due guru ha un debito difficile da pagare), è vero altrettanto che dagli occhi sbarrati del primo e dalla stoppacciosa capigliatura del secondo potrebbero arrivare anatemi sempre meno ricevibili da persone che hanno idee e competenze proprie. E’ vero che quando si sentono parlare i neo­ deputati e senatori del M5S un certo profumo di setta si diffonde, e che in qualche caso la certificazione di integrità/lismo con la quale addobbano le loro risposte fa pensare a un’abborracciatura (Grillo in una sparata si è spinto alla parodia del Lenin di Stato e rivoluzione: il 100% poi ci scioglieremo) che annoia e irrita, ma è anche vero che, alla fine, essi pongono questioni indifferibili a un centrosinistra che si è impegnato con autolesionistiche forze a farli trionfare. Se gli 8 punti coi quali Bersani ha provato il tardivo aggancio fossero stati mezzo di trattativa con Monti prima, e in campagna elettorale poi, non avremmo un panorama più chiaro e interessante da esplorare? Cosa è successo, invece? Per un anno e qualcosa il PD ha sostenuto senza condizioni Monti, poi si è auto­ esaltato con le primarie, infine ha esibito, alla partenza della campagna elettorale, una certezza di vittoria perfino insolente: vinciamo noi e basta, gli altri si adeguino, Grillo è un fascio­

qualunquista e la pagherà cara. Gli 8 punti – ma resi più credibili e approfonditi come linea politica da sottoporre subito al governo dei tecnici – avrebbero spinto Monti a dimettersi? Sì, e in tal caso andare alle elezioni (che a mio avviso sarebbero state opportune subito dopo la caduta del Pdl) avrebbe avuto, anche se in seconda battuta, ottime ragioni per un centrosinistra finalmente deciso a rioccuparsi del sociale. Ma dopo la trasmissione di Santoro e qualche sondaggio è scattato l’allarme: voto utile!...altro che: vinciamo dappertutto e gli altri si arrangino. Poi, per perdere altro tempo, il tira e molla sulle alleanze dell’indomani: Monti sì, Monti no, Monti forse. E’ andata come è andata. Ora si deve pensare agli sbocchi del tentativo Bersani e alle sue difficili alternative, al Quirinale (Napolitano mi sembra davvero, e non da oggi, alla frutta) e con ogni probabilità a nuove elezioni. Male, dico io, ma il dopo­terremoto è difficile da affrontare, specie se chi doveva non si è preparato. Cosa augurarsi? Al minimo che si faccia presto una legge elettorale capace di cancellare finalmente lo schifo di quella in vigore (come hanno lavorato bene i maggioritari di tutte le specie!), e che su questo il M5S mostri di non preferire Calderoli a qualche onorevole compromesso (o le selezioni di vertice e i premi di maggioranza fanno comodo anche agli “innovatori senza macchia”?), poi che una rinfrescata stagione politica consenta, pur fra inevitabili pene, di guardare all’Europa con occhio diverso e disposizione alla vertenza. E’ l’Europa che ce lo chiede! Una panzana dei “mercatari” (Monti, Fornero…Napolitano, Letta…) che va sostituita con un Chiediamo all’Europa non più rinviabile. Almeno se a dirlo sono gli Stati sovrani e i popoli. Lavorare per Sant'Ilario


Gioco d'azzardo

S OC I E TA'

Liberi di diventare schiavi di Giorgio Medici

Il Governo Berlusconi, poi successivamente il Governo Monti, ha deciso di concedere licenze per una prossima apertura di altre mille sale da gioco d'azzardo. Crediamo ancora che il nuovo Governo che verrà, debba avere la coscienza, il buon senso, la lungimiranza, l'obbligo morale di non concedere più nessuna licenza riguardante "l'azzardo", e di limitare con nuove regole, l'uso di quelle già concesse. Inoltre sarebbe opportuno incentivare gli esercenti virtuosi, che rinunciano all' utilizzo e agli introiti delle "macchinette". Proviamo a riflettere, a tentare di capire, perchè l'impegno dei Governi, sia così scarso nella prevenzione di tutte le dipendenze: alcol, droghe, gioco d'azzardo ed altro! Il giro d'affari che produce il gioco d'azzardo è molto grande, porta ingenti introiti alle casse dello Stato e per migliaia di esercenti, ancor di più lo porta alla criminalità mafiosa, ma non è il solo. I politici, gli amministratori sanno bene quanti danni provoca la dipendenza da gioco d'azzardo: spesso porta alla discordia, alla disperazione, alla rovina di tante persone e famiglie. Ma anche lo Stato subisce e subirà danni economici incalcolabili negli anni a venire, se non prenderanno provvedimenti immediati. In molte città, infatti (a Reggio Emilia, già da tempo sono attive), stanno aprendo vere e proprie comunità per dipendenti compulsivi da gioco d'azzardo, tutte a carico dello Stato. Per pochi, un grande giro d'affari. Prima si seminano epidemie, poi si curano i contagiati. La questione più importante e strategica, credo sia il tentativo di sviare il più possibile l'attenzione di tanti giovani, famiglie e cittadini, dalle problematiche della vita

quotidiana, dalla politica, cercando con ogni mezzo di annebbiare le menti, di schiavizzarle. Lo Stato, i Monopoli di Stato, incentivano, sponsorizzano il gioco d'azzardo: nuovi schiavi, nuove catene, in uno Stato libero ...ma quanto libero? Uno Stato democratico, attraverso i suoi rappresentanti (compresi i Sindaci) ha il dovere sociale e morale di tutelare la salute dei propri cittadini. Quando lo Stato ha la consapevolezza del danno che "le nuove dipendenze" da gioco d'azzardo provocano a persone e famiglie, alla società nel suo insieme, ed ugualmente non vi pone rimedio, non si può più definire Stato Democratico. I nostri governanti proprio non hanno più limiti. Non è bastato e non basta al capitalismo, al neoliberismo selvaggio, di averci indotti per propri interessi a vivere al di sopra delle nostre possibilità, ed oggi a doverne pagare, con grandi sacrifici, le conseguenze. Questo sistema, queste strategie, servono ai potenti, per dominari i popoli e fare in modo che le persone siano costantemente sotto ricatto. Stiamo subendo una guerra (economica) senza frontiere, senza rumore di spari, sottile ma feroce, micidiale, che provoca disperazione e morte. Subiamo lo strapotere dei Potenti che dominano l'economia e la politica nel mondo. Questo è il neoliberismo dominante, che tanti politici ed amministratori venerano. CI SONO ANCORA PERSONE CHE CREDONO SI POSSA E SI DEBBA CAMBIARE!!!

Notizie false Trasparenza e look. Lo stato maggiore del M5S ha deciso di rispolverare l’antico e assai poco onorevole monito: Taci! Il nemico ti ascolta, poi ha provveduto a otturare le toppe delle porte, e ha fornire ogni suo parlamentare di un piccolo altoparlante con testo registrato: a ogni domanda, quindi, la risposta sarà sempre la stessa. Con un colpo a sorpresa, infine, Casaleggio si è fatto tosare; qualcuno gli aveva suggerito che i guru, ogni tanto, debbono rinnovare il look, e lui ha accettato il consiglio. Non è andata benissino: senza la chioma‐Yogananda è peggio di prima.

Pubbicazione a cura del gruppo consiliare e lista civica

LAVORARE PER SANT'ILARIO di Sant'Ilario d'Enza (RE)

Redazione: redazione.lps@gmail.com Grafica e Editing in proprio con software libero: SCRIBUS Open Source Stampato in proprio Chiuso in Redazione il 27/03/2013

PARLAR MALE... Tempo fa equivaleva a turpiloquio. Qui, e oggi, vorrei riferirmi a certe espressioni di uso comune, e di malcelata ideologia

Maggioritario. I paladini di questo termine/sistema, che avrebbero voluto contrabbandare come semplificatorio (o di qua o di là!), sono serviti. Le ultime elezioni hanno mostrato quanto diffusa sia la fame di finanziamenti (vedere il numero dei partiti iscritti) e quanto convenga il “premio di maggioranza” altrimenti classificabile come “versione aggiornata della legge­truffa”. Al lavoro, cari politici! Anche voi del centrosinistra che ancora annoverate nelle vostre file chi, contro la “legge truffa”, si fregiò di una bella vittoria. (W.F) Pag. 3


TE RRI TORI O

La sicurezza degli sprechi

Alcuni mesi fa sulla stampa locale è uscita la notizia che l’Unione dei Comuni della Val d’Enza aveva deciso di trasferire la sede della polizia municipale da Montecchio a Sant'Ilario, con un aumento di spesa pubblica dagli attuali 12 mila Euro/anno (pagati al Comune di Montecchio) a 60 mila Euro/anno (pagati a un privato), il proprietario della nuova sede. Il nostro sindaco, intervistato, non aveva negato, ma confermato che stavano valutando gli aspetti economici del trasferimento. Quindi un progetto c’era. Poiché riteniamo fondamentale che le scelte amministrative siano trasparenti, abbiamo chiesto motivazioni e spiegazioni in una interrogazione in consiglio comunale. Il Sindaco non solo ha confermato la notizia, ma ci ha anche detto che stanno valutando la possibilità di

B E N I C OM U N I

Scenari di spesa

acquisire la sede per una cifra superiore al milione e mezzo di euro. La motivazione? Creare un polo unico della sicurezza. A Sant'Ilario ci sono già Croce Bianca, Protezione civile e Vigili del fuoco, perché quindi non spostare anche i vigili urbani? Ma cosa abbiano a che fare Croce Bianca e Vigili del Fuoco con la sicurezza, intesa come tutela dalla criminalità, per noi è un mistero. Non è invece misterioso che in questo momento economico cifre di tale portata (che si tratti di sessantamila Euro all’anno o di un milione) siano improponibili. Centomila euro sarebbero coperti da un finanziamento regionale già disponibile. A parte il fatto che si tratterebbe di meno del 10% del costo previsto, pensiamo che i soldi regionali, che sono comunque soldi pubblici, dovrebbero trovare utilizzi

Angela Montanari Consigliere Comunale Lista Civica Lavorare per Sant’Ilario

Paesaggio e beni storici Patrimoni saccheggiati

di Mario Rosati

migliori, per il sostegno alle famiglie o alle piccole imprese in difficoltà. In Consiglio il sindaco ci ha detto che la nuova sede non sarebbe ancora stata individuata, ma la collocazione e la vicinanza avvalorano le voci insistenti, che parlano della stessa palazzina dell’ASL, palazzina, e questo non è un mistero, in parte vuota e invenduta. Che le imprese edili oggi siano in difficoltà è evidente a tutti; resta l’impressione di un’operazione economicamente e strategicamente discutibile.

Nella Carta Costituzionale della nostra Repubblica, all'articolo 9, dove sono contenuti i principi fondamentali, così si legge: ”La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della nazione”. Parole straordinarie concepite da menti intellettualmente lungimiranti ed evolute, peccato però che nel corso della storia del nostro paese siano rimaste solo sulla carta, lontano dalla realtà dei fatti. Il nostro “Bel Paese”, come lo definì prima Dante Alighieri (del bel paese, la dove il sì suona; Inferno XXXIII,90) e poi l'abate Antonio

Stoppani (naturalista, geologo, letterato), merita più attenzione per quanto riguarda l'aspetto delle bellezze sia paesaggistiche che artistiche (in percentuale la maggior concentrazione esistente sul pianeta) che non sono solo patrimonio nazionale ma appartengono all'umanità intera. I politici che si sono alternati negli anni al governo della nazione non hanno mai capito fino in fondo che l'ambiente naturale non è solamente un luogo fisico, ma è anche un luogo dell'anima capace di suscitare emozioni che toccano nel profondo ognuno di noi al pari di un'opera d'arte. Alterarlo, profanarlo significa togliere il diritto ad altri che

C ON TATTI

verranno di potersi sentire in armonia con esso, privandoli di quella carica emozionale che spero rimarrà per sempre una componente essenziale della nostra specie. La vera rivoluzione politica e al contempo culturale non potrà mai esimersi dal porre come priorità assoluta, a livello globale, la sua difesa e della biodiversità che sul pianeta azzurro, il pianeta delle meraviglie, non finisce mai di stupirci.

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