Lavorarexsantilario 007 lug2011

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Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, POI VINCI di Glauco Notari Con una valanga di voti ai referendum del 12-13 giugno gli italiani hanno detto SI alla ripubblicizzazione dell'acqua, SI alle fonti rinnovabili, SI ad una giustizia uguale per tutti. Non è solo una condanna di Berlusconi e della sua politica, come da più parti si sostiene, ma è la sconfitta delle logiche liberiste, e delle lobbies affaristiche, che tutto depredano e divorano pur di fare profitti e che trovano consensi in tutti gli schieramenti politici. Hanno vinto i movimenti di base, le reti delle associazioni, ( laiche e cattoliche, politiche e sindacali) ha vinto la gente comune, ha vinto la voglia di partecipare e riappropriarsi della propria vita. Per quanto riguarda i referendum per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato, la vittoria è il frutto di una lunga mobilitazione. 26 milioni di italiani che hanno detto SI ad una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico integrato, sono tantissimi, sono una forza imponente; la vittoria va ben oltre l'esito referendario. Con la cancellazione della norma che imponeva la privatizzazione dell'acqua si è ritornati alle normative Europee che CONSENTONO anche la gestione pubblica del Servizio Idrico come richiesto dal popolo dell'acqua. Con la cancellazione della norma che permetteva la remunerazione del capitale investito, le tariffe dell'acqua DEVONO ESSERE RIDOTTE; la remunerazione non è più ammessa. L'acqua e stata riconosciuta bene comune, diritto umano universale, non ci può essere mercato e profitto quando si parla di bene primari come l'acqua. Pag. 1

Ora il progetto referendario, nato parecchi anni fa ed esplicitato attraverso la presentazione di una proposta di legge popolare (2007), deve essere realizzato. Un primo risultato lo abbiamo ottenuto, la nostra proposta di legge (ferma dal 2009 “sugli scaffali del Parlamento”) è stata ripresa e messa in discussione il 7 luglio dalla Commissione Ambiente della Camera. Ora è necessario che venga coinvolto nella discussione il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, promotore della legge, e che le forze politiche presenti in Parlamento, che hanno sostenuto la campagna referendaria del Comitato Acqua, sostengano coerentemente la nostra proposta di legge, rinunciando a loro proposte che, alla luce dell'esito referendario, risultano politicamente improponibili. Il pericolo principale è infatti che qualche forza politica si intesti l'esito referendario, operando poi in modo differente per snaturarne il risultato. La provincia di Reggio detiene il record nazionale per quanto riguarda la partecipazione al voto, S.Ilario, si attesta al di sopra della media provinciale ( 70.02%), un gran bel risultato. Nell'ambito del Comitato Referendario di S.Ilario abbiamo promosso un incontro, presso la sede del PD, fra le associazioni aderenti e le forze politiche sostenitrici che insieme ci hanno portato ad un risultato così importante. L' impegno che abbiamo assunto è quello di continuare la collaborazione per mettere in atto iniziative ed azioni che vadano nella direzione politica voluta dal voto referendario.

Nr. 7 – Luglio 2011

Pubblicazione a cura del gruppo consiliare e lista civica LAVORARE PER SANT'ILARIO di Sant'Ilario d'Enza (RE) Grafica e Editing (in proprio) con software libero: OpenOffice Stampato in proprio Chiuso in Redazione il 08/07/2011

Lavorare per Sant'Ilario nr. 7


Dopo i referendum... DEMOCRAZIA CHE VUOL DIRE? I referendum per l’acqua pubblica e contro il piano nucleare hanno dato un nuovo e prezioso segnale democratico. Non tanto per la formula di consultazione in sé ma per le condizioni entro le quali è stata usata. Un altissimo numero di cittadini, infatti, ha deciso di andare alle urne informato e consapevole, nonostante boicottaggio delle tv, di molti giornali, e l’illeggibilità dei quesiti. In due parole, il bisogno di pronunciarsi e contare ha trovato strade proprie. Il difficile viene adesso. Ne vedremo di belle e di brutte quando le istituzioni inaugureranno circuiti con mille curve per trarre le dovute conseguenze dall’esito referendario e al tempo stesso non inimicarsi i privati che sull’acqua avevano coinvolto. E per il nucleare? State sicuri che gli indefessi suoi sostenitori (la Confindustria, Casini, un bel pezzo del gruppo dirigente PD, le destre) torneranno presto alla carica. Una prova? Gli odierni comportamenti sulla Tav in Val di Susa, da cui si capisce dove i tecnocrati (della viabilità come dell’energia) vanno immancabilmente a parare. Per loro non è tanto il vantaggio economico che, alla lunga, deriverebbe dalla nuova massa energetica disponibile, ma l’enorme affare che la costruzione delle centrali rappresenta da subito; stessa cosa con la Tav. Che il nucleare sia in dismissione ovunque importa poco; e importa ancor meno che i conti sui quali il mega progetto ferroviario era nato si siano rivelati, a quasi vent’anni di distanza, inattendibili: intanto si prendano i soldi europei e si foraggino le imprese, poi si vedrà. Tullio Masoni

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Consumo del territorio e speculazione energetica quanto è importante fissare i limiti su piano locale di A.Longobardi Se è vero che condividiamo tutti l’idea di tutelare il paesaggio e l’ambiente, il passaggio in consiglio delle modifiche al regolamento edilizio che disciplineranno le installazioni di impianti fotovoltaici doveva essere un’occasione perfetta di convergenza e di forte indirizzo che si sarebbero potuti dare in modo condiviso. Le risorse rinnovabili e la riqualificazione energetica sono un tema fondamentale per LPS, e l’introduzione di norme sull’autoproduzione fotovoltaica era attesa e benvenuta. Siamo da sempre sostenitori delle opere finalizzate all’autosufficienza energetica delle nuove costruzioni e degli interventi di recupero e ristrutturazione, dell’installazione di pannelli sugli edifici comunali, pubblici e sulle strutture e aree di pubblica utilità (es. i parcheggi), marginali o già degradate, sui tetti dei capannoni artigianali e degli immobili agricoli per l’auto-sostentamento energetico delle imprese. Siamo all'opposto del tutto cauti e critici rispetto alle installazioni di pannelli a terra, soprattutto quando il suolo occupato è agricolo e viene distolto dalla sua funzione primaria per uno scopo di tipo produttivo-industriale. Realizzare impianti a terra finalizzati alla produzione energetica (ossia eccedente il fabbisogno della famiglia o dell’impresa, e destinata alla “vendita” in rete) è un’attività che abbandona il concetto di autosufficienza e diventa di tipo industriale. Affinché questa porti un vantaggio economico per chi la intraprende l’estensione di questi “campi fotovoltaici”. Oltre al conseguente impatto visivo e stravolgimento del paesaggio, i suoli destinati al fotovoltaico, rimangono a lungo incolti, devono spesso restare diserbati con tecniche artificiali, si impoveriscono progressivamente e necessitano di opere di ripristino considerevoli.

L’introduzione nel regolamento delle norme di indirizzo regionali sulla materia (che sono ancora di indirizzo, quindi provvisorie e non blindate) era necessaria, e al tempo stesso era il momento giusto per stabilire su piano locale, in modo inequivocabile, cosa è consentito e cosa no, cosa preme agli amministratori e in che modo intendono indirizzare le situazioni, affinché non se ne perda il controllo. In assenza di regole molto diffusa è, purtroppo in tutto il Paese, la corsa all’indiscriminata conversione al fotovoltaico di terreni agricoli, affittati da proprietari e agricoltori in caccia di incentivi e di guadagni più certi, alle aziende specializzate in produzione di energia. Per salvaguardarci da qualsiasi forma di speculazione, abbiamo espresso l’auspicio che il consiglio decidesse di identificare in modo esplicito – e con precise prescrizioni tecniche di installazione e di successivo ripristino – pochissime aree dove consentire l’impianto di eventuali campi fotovoltaici di tipo produttivo, escludendo espressamente la maggior parte delle zone rurali che con le loro connotazioni (campagna, prati stabili, corti, case coloniche ecc.) ancora caratterizzano l’identità e la storia di S.Ilario. Nello sconcertante silenzio dell’intero gruppo dei consiglieri di maggioranza, le uniche risposte alle nostre osservazioni di merito hanno tentato di darcele i tecnici coinvolti, allargandosi fin’anche a esprimere considerazioni di tipo strategico-economico che ci hanno fatto tremare, dato che non deve mai competere ai tecnici questo tipo di valutazioni. Risposte carenti e insoddisfacenti, e anche opinabili dal punto di vista dell’interpretazione normativa. Quindi il consiglio come spesso accade, senza alcuna elaborazione politica e perdendosi l'ennesima occasione, si è dovuto “bere” la versione che non si può nulla rispetto a quanto già deciso altrove - mentre gli atti della regione affermano l’esatto contrario – ed ha approvato in tutta fretta una variazione del regolamento edilizio di questa importanza.

Lavorare per Sant'Ilario nr. 7


Lavoratori GFE: non è "solo" una questione sindacale di Angela Montanari Nel consiglio comunale del 30 giugno scorso la lista Lavorare per Sant'Ilario ha presentato un Ordine del Giorno sulla situazione dei lavoratori della Cooperativa GFE di Campegine, chiedendo a tutto il consiglio di esprimere, anche concretamente, solidarietà. Clamorosamente l’intero consiglio comunale e la giunta hanno respinto l’ODG con motivazioni a dir poco pretestuose e, soprattutto, per nulla diverse tra Lega e PD. In breve entrambi hanno affermato che in consiglio non si fanno azioni sindacali e non è opportuno prendere posizione nei conflitti tra azienda e dipendenti. Il PD con alcuni interventi è andato oltre, affermando che il consiglio deve tenere conto degli interessi delle aziende (li ritiene forse preminenti su quelli dei lavoratori?). Sorprendenti anche le motivazioni del mondo cattolico rappresentato in consiglio nei diversi schieramenti, unanimi nel riconoscere l'importanza della solidarietà (sono cittadini migranti), ma ugualmente concordi nell'affermare che non è così che deve essere declinata e, comunque, non deve essere politicizzata e ideologicizzata.

La vicenda di questa cooperativa, costituita prevalentemente da cittadini extracomunitari, ha avuto grande risalto sui media locali. La situazione ha un forte valore simbolico ed è emblematica di quello che sta accadendo nel nostro paese in termini di attacco ai diritti del lavoro e ai salari. E' anomala sotto diversi aspetti; innanzitutto perché il ricorso alla cassa integrazione non è dovuto a una situazione di crisi aziendale, anzi l'azienda è solida, ma a un problema così detto di “dumping salariale”; in secondo luogo perché riguarda prevalentemente cittadini extracomunitari, che perdendo il lavoro rischiano anche il permesso di soggiorno. La vicenda SNATT-GFE inizia quando i lavoratori ottengono un contratto migliorativo rispetto a quello UNCI delle cooperative. A quel punto la SNATT toglie l'appalto alla GFE e crea 2 nuove cooperative, a cui viene nuovamente applicato il contratto UNCI, in cui fanno convergere i lavoratori GFE, anche a loro insaputa. Molti di loro non accettano questa situazione e iniziano una mobilitazione, che dopo lo sciopero della fame, li ha portati in Regione. Ora uno spiraglio sembra aprirsi, ma

la mobilitazione continua anche in questi giorni davanti alla sede della Provincia. Ciò che Lavorare per Sant'Ilario chiedeva alla giunta non era solo l'attivazione di misure di sostegno, che sono già attive, come il Sindaco ci ha ricordato - giustificando in questo modo il suo voto contrario -, ma un impegno di solidarietà nei confronti di cittadini (tra l'altro una decina risiede nel nostro comune), che si battono con grande dignità e con grande forza per i loro diritti e contro un'ingiustizia. Il consiglio comunale deve prendere posizione e non può esimersi dall’avere un ruolo educativo e di indirizzo nei confronti dei propri cittadini e delle nuove generazioni. Abdicare a questo ruolo non ha futuro, anzi ci ha portato nella situazione politica generale che ben conosciamo. Paradossalmente sono i soggetti più deboli che ci danno una lezione di dignità e solidarietà. Lavorare per S.Ilario non vuole penalizzare il nostro importante tessuto produttivo, ma un amministratore deve sapere distinguere e scegliere, avendo sempre al primo posto il bene comune. Non votare non significa essere equidistanti, significa favorire il più forte.

PARLAR MALE... Tempo fa equivaleva a turpiloquio. Qui, e oggi, vorrei riferirmi a certe espressioni di uso comune, e di malcelata ideologia

Diritti. No, non sono impazzito: parlare di diritti non è davvero parlar male. Salvo nel caso della Fiat di Marchionne e della pubblicità di un suo nuovo modello. Ecco allora un bravo attore: Vincent Cassel, che chiude lo spot guardando fisso il telespettatore: « Il lusso è un diritto!» Eccoci serviti. Dalle lotte sindacali di Pomigliano, del Lingotto e di Mirafiori, i pubblicitari Fiat prendono la parola chiave: diritti, per rovesciarne il senso e trasformare i princípi in merce. Merce o, per dirla con volgare assonanza, merda lucidata. (W.F.)

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AGENDA EVENTI Quando

Cosa

Dove

venerdì 22 luglio sabato 23 luglio domenica 24 luglio

PRATICIO ROCK 2011

Parco polivalente Praticello di gattatico

lunedì 25 luglio

Pastasciuttata gratuita – in ricordo della pastasciuttata del 25 lug 1943 organizzata dai fratelli Cervi per festeggiare la caduta del regime fascista

Museo Cervi Gattatico

Lavorare per Sant'Ilario nr. 7


I rapporti tra la lista Lavorare per S.Ilario e la maggioranza quando non si ha una visione disneyana del confronto di Redaz.L.P.S. Leggiamo il pezzo di Achille Maffini sul Gazzettino in occasione delle dimissioni del nostro consigliere Davide Acerbi, avvicendatosi con Angela Montanari, e notiamo con piacere che si firma come capogruppo della maggioranza. Sinceramente non ce ne eravamo accorti. Un articolo impostato sull'apertura della maggioranza al confronto programmatico (e mentale) nei confronti della nostra lista civica. Belle parole, ma i fatti finora hanno detto altro e può essere utile ricordare qualcosa. Tanto per cominciare, quando nel 2009 si doveva decidere la presidenza delle varie commissioni consiliari (che non hanno alcun potere decisionale e sono sempre a maggioranza di componenti PD, come è giusto) si stabilì di affidarle alle minoranze, ma quando si trattò di assegnare - come inizialmente concordato - la presidenza della commissione territorio e ambiente a LPS, la maggioranza effettuò un rapido dietro-front avocandola a sé con pretestuose motivazioni, alla faccia dell'apertura e del confronto. Abbiamo presentato mozioni e ordini del giorno a favore dell'acqua pubblica, in questi anni, regolarmente bocciati dalla maggioranza, salvo poi, vedere con piacere che la stessa maggioranza ha sostenuto senza “se” e senza “ma” il referendum sull'acqua pubblica. Ci siamo battuti per l’introduzione la raccolta dei rifiuti porta a porta per

l'applicazione puntuale della tariffa (tanto produci, tanto paghi), ma come al solito la maggioranza ha preferito sganciarsi, invocare difficoltà tecniche proibitive, e votare contro. Il capogruppo afferma che il confronto è su temi che ci vedono vicini. Vorremmo ricordargli che il suo gruppo non disdegna l'idea delle ronde anche se chiamate impropriamente “associazioni di cittadini per il controllo del territorio”-; non prende posizione su diritti del lavoro e democrazia sindacale, e infatti ha bocciato più di un ordine del giorno in tale senso; cede semi-gratuitamente un terreno a una società riconducibile alla scuola familiare di S.Ilario per costruire una nuova scuola privata (vedi www.immaginache.it), in barba al divieto costituzionale di onerosità a carico dello Stato. Non abbiamo ancora capito quali idee e visioni del futuro animino questa maggioranza e quali temi ci vedano vicini, ma di certo non corrisponde alla nostra idea di pianificazione sostenibile e trasparenza dell'azione amministrativa vendere a prezzo discutibile ad una società immobiliare inattiva l'ex casa di cura Villa Valter per la realizzazione di un ennesimo centro direzionale-commerciale; ricaricare sulla tariffa d'igiene ambientale i costi della manutenzione del verde; proporre varianti al PRG che sempre prevedono la costruzione di nuovi condomini, capannoni e supermercati invece di

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porre un limite alla saturazione da cemento e traffico in cui il paese sta ricadendo con inevitabile danno. Cosa potremmo avere in comune con queste decisioni che sempre di più vedono svuotato il ruolo di scelta e indirizzo del consiglio comunale per attribuirlo ai tecnici comunali (i vari tecnici incaricati dalla giunta sembra siano il “vero” capogruppo di maggioranza). Questi sono i fatti, e con questi fatti si vuole costruire la fiducia? Per abbandonare il campo della fantasia e la vetrina delle belle intenzioni e passare ad un livello più concreto di confronto occorre mettersi in gioco davvero; cioè fare un passo indietro e disporsi al dialogo sulle grandi scelte di pianificazione del futuro (sociale, culturale, ambientale, urbanistico) del paese che competono al consiglio comunale, troppo spesso chiamato in causa per essere informato di decisioni già prese o, peggio, per ratificarle. Aprirsi a un serio confronto con le proposte di LPS significa non percepirle sempre come espressione di partito preso, come affronto politico (quante volte è successo!) o addirittura personale. Palla al centro.

Per l’ultima settimana di campagna elettorale Umberto Bossi ha pensato di rilanciare l’immagine della Lega tornando alle antiche espressioni del “celodurismo”. Un bel coraggio! Ha voglia, l’ex senatore in canottiera, di arringare le folle elmocornute che gli fanno il controcanto con:« Seces-sio-ne! Se-ces-sio-ne!»…E hanno voglia le folle, che dopo le grigliate di Pontida, hanno dovuto come al solito rassegnarsi all’alleanza col Pdl. Allineati, coperti, appena lamentosi, ma subito consolati dagli abbuoni di Tremonti per le quote latte e le multe.

Lavorare per Sant'Ilario nr. 7


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