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Genesi del convegno - Dario Volani, responsabile Centro Studi

Dario Volani Responsabile Centro Studi “Associazione La Strada - Der Weg ONLUS”

Genesi del convegno

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La proposta del convegno è partita da Stefan Eikemann, Bruno Marcato, Rodolfo Tomasi, già nel 2015. Il Centro studi ha condiviso il suggerimento, assumendosi l’onere organizzativo L’Associazione si è sempre impegnata nel promuovere dibattiti e approfondimenti su temi rilevanti, come la doppia diagnosi e gli ex-O.p.g., anche con l’obiettivo di sollecitare l’ente pubblico. Abbiamo subito raccolto la proposta di un convegno sul welfare generativo, una questione che per la sua ampiezza e, al contempo, la profondità, permette di andare oltre le emergenze e avviare una riflessione ampia e prospettica, che investe l’idea stessa di welfare. Ci è sembrato che questo convegno offrisse una splendida occasione per rivolgerci a tutta la comunità civile altoatesina per coinvolgerla in una visione proiettata nel futuro.

La Fondazione “Zancan” è impegnata, con forza e passione, nel promuovere e diffondere questa idea di welfare. Nel passato aveva già organizzato un convegno a Bolzano, che aveva riscosso ampia partecipazione e molto interesse. Abbiamo dunque pensato che valesse la pena promuovere una continuazione della riflessione e del confronto. Abbiamo preferito rivolgerci agli operatori dei servizi sociali, convinti che l’idea di welfare generativo sia realizzabile solo attraverso un’azione allargata e condivisa, che coinvolga il sistema del welfare e non solo singoli soggetti.

C’è un altro criterio, che abbiamo tenuto presente nell’impostazione del convegno: l’idea di welfare generativo non va diffusa e promossa perché promette una riduzione dei costi e un contenimento degli investimenti, per “spendere meno”; il welfare generativo ha senso e vale la pena perché privilegia i valori della restituzione e del connettere le persone.

La nostra terra, l’Alto Adige, in particolare il mondo di lingua tedesca, hanno una profonda e autentica tradizione di gratuità, aggregazione, senso civico, solidarietà, disponibilità a restituire alla comunità facendo volontariato. Penso al dato che in ogni paese vi è una stazione dei vigili del fuoco volontari, penso alle esperienze delle “Musikkappellen”, in cui le persone donano gratuitamente il proprio tempo e le proprie attitudini, restituendo qualcosa di sé alla comunità di cui sono parte e da cui sono accolti.

La scelta di organizzare un convegno su questo tema intendeva dunque recuperare e riproporre i temi della gratuità e della restituzione civile di quanto ciascuno riceve dalla società di cui è parte, poiché ci pare che questi valori e queste sensibilità stiano scemando.

In nome di questa opzione e di questa convinzione l’Associazione ha deciso di assumersi direttamente i costi organizzativi.

Per questo è fondamentale che il convegno non si esaurisca in un pomeriggio di ascolto di alcuni relatori, ma prosegua generando confronto e approfondimento, coinvolgendo anche altre persone e realtà prossime a “La Strada – Der Weg”. E, parallelamente, è altrettanto cruciale raccogliere l’appello lanciato da Tiziano Vecchiato: “sperimentate!”, cercando servizi e aree in cui provare a chiedersi in che cosa può consistere, che cosa può essere un approccio generativo all’intervento socio-educativo. Pensiero e azione hanno da procedere insieme, dinamicamente: l’uno privo dell’altro risultano sterili.

I relatori, Stefan Eikemann, Bruno Marcato, Rodolfo Tomasi, Tiziano Vecchiato, nei loro interventi hanno proposto considerazioni interessanti e stimolanti.

È diffusamente avvertita l’urgenza di abbandonare l’attuale modello di sviluppo, evidentemente insoste- nibile nel suo rincorrere l’abbondanza e produrre, di fatto, povertà sempre più diffuse. Si tratta di co- struire e condividere una nuova idea di progresso, come ha prospettato Papa Francesco nell’enciclica “Laudato sii”.

Allo stesso modo e di conseguenza si pone la ne- cessità di nuovi modelli di welfare, che vadano oltre la logica dell’erogazione di sussidi.

La pratica dei “bonus” e del sostegno economico, a cui si fa sempre più ricorso nel rapporto tra stato e cittadini, corre il rischio di accrescere atteggiamenti di dipendenza, passività, inerzia.

A questa tendenza va aggiunta la progressiva sper- sonalizzazione dei servizi, conseguenza di un’esa- sperazione delle specializzazioni professionali e del diffondersi di un’etica di matrice giuridica (norme su privacy, sicurezza, anticorruzione, trasparenza …) che ha sostituito l’etica professionale. Questa evoluzione di contesto alimenta meccanismi difensivi, atteggiamenti di chiusura, paure e diffi- denze, che inaridiscono la dimensione relazionale.

Vale dunque la pena interrogarsi sulla possibilità di interventi di assistenza che valorizzino le persone e generino risorse, disponibilità, altra “ricchezza”.

Il welfare generativo si fonda sul principio che “non posso aiutarti senza di te, senza il tuo aiuto”, per uscire dalla povertà e dal bisogno. L’intervento sociale mira così ad operare una trasformazione nel modo in cui una persona in difficoltà si percepisce, conquistando un’immagine di sé più positiva e sod- disfacente.

Questo comporta di spostare l’attenzione dai bi- sogni delle persone al riconoscimento e alla valoriz- zazione delle loro capacità e attitudini. Quelle doti sono una risorsa che va pensata come rendimento potenziale: rendimento per sé, rendimento per gli altri e per la comunità. Anche i “poveri” sono “ricchi” in forza di ciò che sanno e sanno fare: dalla personaproblema alla persona-risorsa.

Welfare generativo significa trasformare l’inter- vento sociale da costo in investimento.

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